by Franco von Rosenfranz
The English translation is in cascade
di Franco von Rosenfranz e ’Associazione Culturale Rome Guides.
VITRUVIO E IL PROBLEMA DELL’ACUSTICA
L’anfiteatro acquatico in tema di acustica è un unicum mondiale. La riflessione grazie all’ acqua risulta 5 volte superiore. La galleria centrale di contenimento funge da smorzatore ottimizzatore contrastando la distorsione che il riverbero incontra impattando sull’acqua . Era questo il problema delle musica Sacra all’aperto.
Alle prese col materiale che rende ideale i suoni nei teatri, nel restauro delle terrazze dell’Anfiteatro Berico di Arcugnano fu reso necessario ricomprare alcunI dei bocchi di calcarenite sottrattici .
LIMPIEGO DEALLA CALCARENITE SU TERRAZZE DEDICATE ampiamente utilizzato nei teatri greci, sopra le rocce dell terrazze del Santuario Berico, le troviamo spesso qui collocate per via del suo ottimo rapporto acustico. Alla riscoperta degli antichi teatri pubblici come per quelli legato a iniziative di privato ristrutturato all’interno dei loro possedimenti va lodata l’opera dell Querini a Vicenza e ad Arcugnano proprietarie del teatri terrazzato com edel parco nel tempietto a Vicenza intorno al quale era stato prosciugato i Lago Pusterla
GRECI E ROMANI . LA LORO AVVENTURA ACUSTICA Vitruvio, celebre architetto romano vissuto al tempo di Augusto, nel suo manuale De Architectura raccomandava, per la costruzione di un teatro, la scelta di un luogo “dove la voce potesse giungere leggera senza essere ostacolata e rimbalzare indietro trasmettendo all’orecchio suoni confusi”, distinguendo nel dettaglio i luoghi in dissonanti, circumsonanti, resonanti e consonanti.
A detta di Vitruvio, i luoghi ideali per il teatro erano quelli consonanti, ossia quelli dove la voce, secondata dal basso, aumentasse di volume in base all’ascesa della stessa, giungendo all’orecchio chiara e distinta: in questo modo, “si otterrà in teatro un effetto sonoro ottimale sfruttando al meglio l’effetto della voce”.
Tuttavia, quando l’acustica del luogo non era sufficiente si ricorreva ad accorgimenti tecnici, di cui lo stesso Vitruvio dava importanti accenni, che alcuni studiosi hanno ritenuto di riconoscere in alcuni teatri (come per esempio a Nora in Sardegna) dove sulla scena sono stati rivenuti grandi orci interpretati come “casse di risonanza”. In altri teatri il ritrovamento di spazi vuoti dislocati a intervalli regolari nella cavea ha fatto pensare a meccanismi artificiali per l’amplificazione della voce. Probabilmente, inoltre, anche la tettoia di legno a copertura della scena e la stessa pedana lignea del palcoscenico su cui recitavano gli attori servivano da cassa armonica.
Vitruvio affermava inoltre che bisognasse “far fare dei vasi di bronzo di dimensioni proporzionate a quelle del teatro e realizzati in modo che per effetto di percussione sonora emettano note di quarta, quinta e così via fino alla doppia ottava. Si dispongano poi questi vasi in apposite cellette situate fra i seggi del teatro, calcolandone gli effetti sonori e senza che siano a contatto con qualche parete, ma abbiano piuttosto uno spazio vuoto tutt’attorno e sopra. Si badi inoltre a disporli rovesciati e in modo che poggino su di una base a forma di cuneo di almeno mezzo piede e siano rivolti verso la scena. Di fronte a queste cellette si pratichino delle aperture alte mezzo piede e larghe due, in corrispondenza dei posti situati sulle gradinate più basse”.
Vitruvio però evidenziava come Roma non fosse particolarmente recettiva a queste regole tecniche: “Se poi vogliamo sapere dove siano state applicate queste norme, a Roma non saprei indicare nessun teatro; in compenso, ve ne sono in alcune città italiche e da molte parti in Grecia. Abbiamo inoltre anche la testimonianza di Lucio Mummio il quale, dopo la distruzione del teatro di Corinto, fece portare a Roma quei vasi risuonatori di bronzo e li consacrò come bottino di guerra nel tempio della Luna. Molti abili architetti, che costruirono teatri in piccole città, non potendo disporre di vasi di bronzo, scelsero come strumenti di amplificazione dei vasi di terracotta opportunamente disposti secondo queste regole, ottenendo ottimi risultati”.
fonte:
A cura delll’Associazione Culturale Rome Guides.
UK version
translation by Franco von Rosenfranz
VITRUVIUS AND THE PROBLEM OF ACOUSTICS
The aquatic amphitheater is unique in the world for its acoustics. Reflection thanks to water is 5 times higher. The central containment tunnel acts as an optimizing damper, counteracting the distortion that the river encounters when it impacts the water. This was the problem with outdoor sacred music.
Dealing with the material that makes sounds ideal in theatres, in the restoration of the terraces of the Berico Amphitheater in Arcugnano it was necessary to buy back some of the stolen tuff blocks. Widely used in Greek theaters, above the rocks of the terraces of the Berico Sanctuary, we often find them placed here due to its excellent acoustic ratio.
Vitruvius, the famous Roman architect who lived at the time of Augustus, in his manual De Architectura recommended, for the construction of a theatre, the choice of a place “where the voice could arrive lightly without being hindered and bounce back, transmitting confused sounds to the ear” , distinguishing in detail the places into dissonant, circumsonant, resonant and consonant.
According to Vitruvius, the ideal places for the theater were the consonant ones, that is, those where the voice, supported by the bass, increased in volume based on its rise, reaching the ear clear and distinct: in this way, “yes will obtain an optimal sound effect in the theater by making the most of the effect of the voice”.
However, when the acoustics of the place were not sufficient, technical devices were resorted to, of which Vitruvius himself gave important hints, which some scholars have decided to recognize in some theaters (such as for example in Nora in Sardinia) where on stage they were found large jars interpreted as “sounding boards”. In other theaters the discovery of empty spaces located at regular intervals in the auditorium has led us to think of artificial mechanisms for the amplification of the voice. Furthermore, the wooden roof covering the scene and the wooden platform on which the actors performed also probably served as the sound box.
Vitruvius also stated that it was necessary to “have bronze vases made of dimensions proportionate to those of the theater and made in such a way that as a result of sound percussion they emit fourth, fifth and so on notes up to the double octave. These vases are then placed in special cells located between the seats of the theatre, calculating their sound effects and without them being in contact with any wall, but rather having an empty space all around and above. Also take care to arrange them upside down so that they rest on a wedge-shaped base of at least half a foot and are facing towards the scene. In front of these cells, openings half a foot high and two feet wide should be made, corresponding to the seats located on the lower steps”.
However, Vitruvius particularly highlighted how Rome was not receptive to these technical rules: “If we then want to know where these rules were applied, I cannot point to any theater in Rome; on the other hand, there are some in some Italian cities and in many parts of Greece. We also have the testimony of Lucius Mummius who, after the destruction of the theater of Corinth, had those bronze resonating vessels brought to Rome and consecrated them as war booty in the temple of the Moon. Many skilled architects, who built theaters in small cities, not having access to bronze vases, chose terracotta vases appropriately arranged according to these rules as amplification tools, obtaining excellent results”.
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