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Era acquatico l’Anfiteatro più grande e spettacolare del mondo. Baia terminale formata a terrazze dove un antico , calmo ormai stanco mare al tramonto :il Tetide qui venne a morire. Migliorato dagli schiavi spartani del Principe Greco Cleonimo di Sparta. Già Santuario dei Veneti antichi, poi teatro dell’opera a terrazze sistemate sulla sua baia millenaria che si affaccia nel suo misterioso lago.Il più antico del Nord Italia.Le sue acque che appaiono e scompaiono conobbero le spettacolari naumachie dei Querini e dei principi Colonna. Al centro del suo medio bacino spicca l’isoletta delle ninfee dei riti Quiriniani di Romolo. Proprietà dei Matidi Sabini di cui la vicentina Vibia, nipote di Traiano, divenne imperatrice di Roma, sposando Adriano che a Tivoli replicò i tipici elementi riconoscibili nel suo teatro acquatico Berico.
Fu il Santuario dei Veneti Antichi. Più volte nella storia, fu vittima di Damnatio Memoriae. La diffidenza da parte della classe politica senatoria verso il teatro, non del tutto ingiustificata, giacché da Atene come a Roma le rappresentazioni teatrali erano motivo di ricche di allusioni politiche . Anche nei teatri provvisori si verificavano contestazioni, soprattutto nei periodi di maggior tensione politica, come negli anni alla fine della Repubblica, caratterizzati da continue guerre civili. Questo fu l’aspetto che già oltre 2000 anni fa determinò la sua distruzione del Santuario. E la storia si ripete Come per fb oggi, accedeva infatti che ritiri , pellegrinaggi religiosi, spettacoli divenissero il pretesto per manifestazioni da parte del pubblico, che in qualche modo si sentiva legittimato con la forza del numero a esprimere senza tanti complimenti il proprio sentimento di critica o di approvazione. Nel 101 d.C. era ancora proprietà esclusiva delle famiglia di quella Sabina Vicentina . l’imperatrice vicentina che andò in moglie ad Adriano. L’imperatore ne riprodusse per le nelle sua residenza gli elementi principali. Quello che a cui oggi riusciamo a dare un volto attraverso le innumerevoli monete qui ritrovate fra le sue ben 130 terrazze e di cui i funzionari preposti responsabili per la Soprintendenza locale l’istituto che in Italia quando non distratta da pressioni politiche, dovrebbe proteggere i beni culturali ed archeologici .
A Tivoli, l’imperatore Ariano riprodurrà la sua dimora a modello della proprietà della moglie, la regina Vicentina Vibia dei Matidi -Sabini, il ‘Santuario – Anfiteatro Berico in ex Baia dell Fons sede di Magister Molossiani di Villa di Arcugnano Capoluogo . Sopra una moneta come quella trovata nel complesso monumentale dell’Anfiteatro Berico oggi conservata presso il Museo ìAcheologico Vicentino.
La polemica cristiana contro gli spettacoli ne diede i colpo finale fino al 1997 . Da quell’anno, quello che possiamo vedere , attraverso indicibili sacrifici sostenuti dal prof. Maurizio Tosi e la sua Equpe , lo dobbiamo a loro . Nel 2016 insime alla scoperta di quelo di Pietravaiano , Tusa e in seguito Volterra , fu riconsegnato alla collettività mutileo delle sua sommità e della parte di Cavea inferiore terrazzata del Santuario. Oggi divenuta boschiva.
DAL 394 DC FINO AL MEDIOEVO . I TEMPLARI E GIULIETTA – Ad occuparsi della salute del suo bacino, dei suoi portelli furono 11 fratelli cavalieri Templari gestiti da Adalbert Lorenz (Romeus Pellegrino)da Heilbroon. Scappati per non essere arsi a fuoco a causa dell’editto di Filippo il Bello , dal 1307 sui luoghi ritorna l’anarchia. Il lago da allora è rimasto solo ed indifeso. Nel 1500 il ritiro delle acque è segnalato da un prelato in visita alla torre dei templari e all’ex tempi pagano ( che si trova semi-sepolto poco più in alto rispetto alla chiesa oggi proprietà Sorelle Mioni tenutarie dell’Archivio privato Papadopoli Wollemborg ). L’ acqua come nelle maledizione di Diana imputridisce, ristagna . Comincia la lenta morte del Grande lago di Vicenza . Quindi il buio. Anfiteatri e acque sono descritte da Galileo ed anche dal Palladio. Ma serve attendere la riscoperta del neoclassico da parte delle famiglia Montanari affinché con teofilo riparta il desiderio di riprendere quei motivi antichi .
Il teatro teatro privato sarà restaurato parzialmente dalla famiglia Querini, dai Principi Colonna e dai loro conservatori, i fratelli Maltarello, armatori e primari curatori anche del teatro Olimpico altro incantevole teatro vicentino progettato dall’architetto Andrea Palladio. La sua spettacolare baia, del’ex Santuario delle Villa di Arcugnano, anfiteatro capoluogo è bene descritta dalla cartografa e spia Inglese Freya Stark , il suo lago( Fons odierna Fontega) il più antico del nord Italia, ripreso anche nel catasto austriaco del Generale von Zach della di cui famiglia fa parte l’astronomo di corte da Ernesto II Saxson -Gotha- Altenburg(Windsor )era agevolmente raggiungibile solo per via fluviale. Almeno fino al 1934 vi ammararono e presero casa Ufficiali, generali piloti .Fra loro alcuni del Reparto Alta Velocità, tra cui il Capo di Stato Maggiore Regia Aeronautica Giuseppa Marini e la prima donna aviatrice italiana Elsa Marzotto Dalle Ore ne fu proprietaria.
Per dimensioni è il primo teatro all’aperto del mondo, sebbene la sua interezza, anche e fin da prima del 393 d. C a oggi, fu pesantemente e definitivamente violata. Nel corso degli anni, con le politiche scellerate intraprese dal D.Manin che per fare cassa, così ignorando prescrizioni mantenute sia dal “saccheggiatore francese ” Napoleone che dall’Impero d’Austria volte a non superare il rapporto acque / terreni per lucrare col latifondo a scapito dell’ambiente lacustre, il politico veneziano , avvio la sistematica distruzione ambientale del Santuario marittimo Berico .
Ed è con questo prosciugamento delle acque che generalmente dura per 11 mesi all’anno che oggi possiamo vedere quello che rimase del Santuario sulla ‘enorme “baia del Liebestod” così descritta dal compositore tedesco Richard Wagner. Dal 1934 è sopravvissuto solo il grande teatro terrazzato delle Querini. Nel 2002 fu concessa una edificazione di ben 11 ville abusive costruite sulla sua sommità. Interventi finanziati da denaro tracciato, estorto per sequestri di persona di imprenditori a vantaggio di altri, locali . Banconote pagate alle manovalanze dell’impresario edile e i presunti killer di Falcone & Borsellino, Piddu Madonia. che durante la preparazione delle stragi a Bagheria come presso l’Anfiteatro visse in latitanza protetta nella sua una villa veneta. preso la sommità dell’Anfiteatro. Tale intervento successivo a quello Querini, ne ridusse notevolmente dimensioni alterando la vista dalla sommità delle collina di “Archeo – Agno” cioè dalla Villa di Arcugnano Capoluogo. Nel 1970, per recuperarlo prima, poi al cambio di poteri viceversa posti in essere per mitigare un intervento invasivo che ne compromise la veduta paesaggistica protetta, si spesero elementi istituzionali connessi alla Mafia Italiana. Tra essi, mentre era in corso il processo nel depistaggio Borsellino, durante una pesante estorsione ai danni dello staff del prof. Maurizio Tosi, anche alcuni giornalisti, fiancheggiatori funzionali, in concorso mafioso esterno, privi di ogni competenza e riscontro, accettarono l’incarico di “fabbricare” la notizia che, alla stregua di Stonehenge, delle Piramidi Bosniache – ììMedjugorje alle teste di Modigliani ecc , quasi di fosse trattato di una trovata pubblicitaria insomma , una ” Bufala “. Si trattò invece di immagini risultate falsificate da una fiancheggiatrice funzionale. Era essa la responsabile tecnica comunale . Per depistare l’opera di preservazione del Conservatore dei luoghi criminalizzando le utilizzo in associazione a delinquere con altri, così da depistare sul Conservatore dei Luoghi l’abusivismo Comunale al posto del vero concessionario di quelli illeciti pagati al Sindaco favoreggiatore del riciclo di denaro estorto a imprenditori vicentini rapiti . Da successive indagini è emerso che il costruttore edile che qui indirizzò le sua manovalanze, Piddu Madonia non era al corrente che il sindaco avesse abusivamente autorizzato i lavori . Il danno totale che ha subito i il comparto storico-culturale vicentino ,ancora la calcolo,si aggira intorno a 12.000.000 euro .
Per grandezza l’Anfiteatro Berico precederebbe il Grande teatro antico di Epidauro , tuttavia l’anfiteatro Berico non era nato propriamente come anfiteatro o teatro, ma come Santuario. Fino al grande terremoto del 1117 esso era compreso tra le due scarpate. Quella di Monte Giove e la collina Capnist (o De Capnist) (Nobile famiglia migrata a Vicenza dalla Ukraina-Russa nel 1916) e stabilitisi qui sulla Punta della Dama Nera del Fons, il lago dell’Anfiteatro Berico (Lago Fontega).
Il santuario che fu meta di pellegrinaggio almeno fino ala fine del 1300 ,avrebbe potuto ospitare più di 50.000 spettatori. Tuttavia l’ odore degli escrementi dei cavalli che, per esempio, al Teatro alla Scala di Milano dava l’immagine del flusso di visitatori, non ha mai caratterizzato il teatro Berico. Non perché qui non venisse gente, anzi, il bello di questo teatro è che il ristretto circolo di ‘aristocrazia Veneziana lo raggiungeva in barca.
Al porto degli angeli che recingeva la Fontega si attraccava silenziosamente. Niente scalpitio di carrozze. Solo sciacquio delle imbarcazioni. Si confermò teatro dallo scenario ideale ideale per rappresentazioni private dove Richard Wagner con l’aiuto dell’Orchestra delle Fabbrica Reale Maltarello provò il suo Liebestod ma nelle ricerche raccolte dal prof. Remo Schiavo non mancarono le esecuzioni dedicate a tematiche melodiose come con Debussy , nella esecuzione di Luigi Maltarello della “La cathédrale engloutie” prove di Aureliano Pertile , il tenore di Arturo Toscanini , dopo il senatore Antonio Fogazzaro, penultimo amministratore della Maltarello Rosenfranz-Piano-fabrik sua darsena si saliva a piedi il breve percorso che portava sulle terrazze del teatro. L’espressione “molta merda” tipica dei teatranti e ancora oggi sinonimo di successo e fortuna per loro perché significa tanto pubblico arrivato con carrozze i cui cavalli lasciavano escrementi, qui non era realistica dato che davanti a questo teatro non vi erano carrozze in sosta con i loro cavalli, ma barche. Così fu fino alla seconda guerra mondiale. Con i viaggi di lord Byron i viaggiatori ricominciavano a fare i giri del mondo. Gli Inglesi nel 1916 ripresero in consegna la zona e va segnalato che qui assistettero a tre sporadici spettacoli fra le sue terrazze .
I DUE SANTUARI BERICI
Il SANTUARIO DEI VENETI ANTICHI NELLA EX BAIA DELL’’ANFITEATRO BERICO è sorto ben prima del vicino Santuario di Monte Berico (ex tempio di Apollo e Diana). Situato in Villa di Arcugnano Capoluogo.Secondo Galileo Galilei era l’opera più nota fra quelle perdute, realizzate in cattività dagli Spartani del principe Cleonimo. L’ Anfiteatro Marittimo Berico unico ed insuperabile per il superbo surround che gli deriva dall’essere acquatico ed è il più grande teatro vicentino all’aperto oltre che del mondo. Le sue dimensioni, la sua isola, l’ex tempio di Ogno-Agno-Giano, poi divenuto castellato che vi si affaccia orientato al sorgere del sole ovvero rivolto a Orgiano ( da dove origina il sole proveniente dai coli l Euganei vesro i territori del Dio Giano )-Lumignano ( punto che gode di spettacolare veduta , da dove in primis , il sole illumina i territorio del Dio Giano ) rappresentano certamente uno dei monumenti di maggior fascino anche per la straordinaria posizione a dominio nella baia terrazzata, quella del suo lago più antico del nord Italia, un bacino misterioso, quello del figlio di Giano, il Dio Fons. Col suo specchio d’acqua che appare e scompare, l’attuale Fontega. Il teatro fungeva da Orologio Cosmico fondamentale per il calcolo dei solstizi ed equinozi indispensabili per il raccolto. Orientato alla cintura di Orione. L’allineamento è percettibile anche dal visitatore che scruta gli astri dall’osservatorio astronomico soprastante il monte celtico “Cucco”,
esso è adagiato sulla traiettoria da Padova a Este (la cittadina a metà strada tra Vicenza e Padova che ha originato il sangue Reale a tutte le Corti Europee) a Vicenza per la riviera Euganeo Berica dove venne a morire un antico e stanco mare, il Tetide. La parte superstite, di anfiteatro, un tempo raggiungibile solo per via fluviale, dispone ancora oggi di una naturale scenografica struttura mozzafiato unica al mondo in grado di sorprendere lo spettatore. A certi penetrare nella bellezza delle struttura terrazzata può incutere sentimenti di paura come si evince nella descrizione che ne fa il conte memorialista Guido Piovene. Ai navigatori che un tempo vi gettavano l’ancora e poi salivano il Santuario dei Veneti antichi appariva davvero gigantesco, monumentale e spettacolare.
Questi luoghi un tempo erano consacrati al Giardino delle Dea della natura: Diana.
Clicca qui se vuoi scoprire : Il lato oscuro dei due Santuari Berici . “La Maledizione di Diana”
CAPIENZA SPETTATORI Teoricamente, con le sue130 terrazze, il santuario poteva raccogliere un pubblico di 25.000 persone e questo dato lo consacra il più grande teatro al mondo doppiando l’Arena di Verona e il teatro di Epidauro. La parte superstite oggi può ospitare 5.000 spettatori.
PLANT DETAILS OF THE AMPHITHEATER “PORT OF THE ANGELS”
NELLA STORIA pur essendo una teatro dalla bellezza non comune, di grande significato e di forte impatto emozionale, rimase scomodo isolato rispetto al centro di quella Vicenza che fioriva ormai solo dietro la piana del Berginus, il Dio che diede in nome alla Riviera Berica. A ogni ciclico tentativo di rimetterlo in piedi seguiva un abbandono. La popolazione migrava e fu anche per questo, probabilmente, se non è rimasto nella memoria della gente. Poi arrivò l’automobile e con essa Joe Adonis.
Se indaghiamo l’epoca che va dal Settecento e nell’Ottocento scopriremo che ben pochi avrebbero raggiunto il teatro avventurandosi in calesse per lo stretto sentiero che si snodava sulla dorsale dei colli Berici. Erano percorsi per esperti abituali cocchieri locali, non per “foresti”. Questo era l’unico teatro privato, come si usava riscoprire in quegli anni, con la fortunata caratteristica di poter essere raggiunto in barca attraccando nella baia sottostante dove già era esistito un pontile fin da epoca paleolitica e dove furono rinvenute nella torba delle piroghe monossili; ora non sono più visibili perché incenerite da una bomba al fosforo nell’ultima guerra mondiale dentro il Museo Civico di Vicenza al quale, dopo essere state ritrovate, erano state affidate dal ricercatore del CAI Gastone Trevisiol (una specie di Plinio il vecchio per lo sfortunato destino).
Proprio dalla stessa darsena si saliva fino all’isoletta Quirniana meta finale di un pellegrinaggio ricordato dai templari, responsabili dei portelli del lago e che fino al 1307 vi ospitavano i pellegrini. Nel 1900 lo ricorda la stella apposta sul rosone (oggi scomparso) delle chiesetta del Tormeno. Rara fotografia miracolosamente ritrovata. L’anfiteatro era un luogo mistico, soprattutto prima del 394, noto fra gli artisti, pittori, raffinati amanti dei suoni come Giacomo Orefice collaudatore dei Rosenfranz e direttore del Conservatorio Verdi. Qui essi si davano appuntamento concertando per pochi fortunati, soprattutto al pianoforte. Qui pochi invitati potevano assistere a vere e proprie scene di spettacoli galleggianti con incendi da rievocazioni di naumachia.
A nessun nobile proveniente da Venezia sarebbe mai venuta l’idea di raggiungere i suoi possedimenti vicentini a bordo di una carrozza. Molto meglio in barca, come piaceva anche a Richard Wagner. L’ attracco alla darsena sottostante l’anfiteatro delle Querini era riservato ad autorizzati, esclusivi invitati.
MUESO PRIVATO NATANTI, CINETECA BECHSTEIN – BECCE, LA BIBLIOTECA Alcune barche sono visibili ancora oggi arenate e tirate su a tiro di argano . Riposano fra le sterpaglie appena sotto la media cavea del teatro a terrazze . L’ argano connesso al mulino era situato fra le due torri della ex Commanderia Templare che danno il nome alla Villa di Arcugnano – Anfiteatro Capoluogo
L’ ARGANO E LA KINOTECH BECHSTEIN DONATA DA GIUSEPPE BECCE All’analisi dei sassi l’acqua doveva correre copiosa dal torrente della Gioturna, poi via Fosso e infine, oggi ribattezzata via Giardini che conduce alla porta 8 del teatro. Un argano, lì posto, generava sufficiente energia per issare fuori dall’acqua e ricoverare le barche. Dal 1938 a oggi, è ancora possibile scorgere vecchie sagome di barche che per secoli hanno solcato il lago e i suoi canali portando coppie di vicentini , fino a Venezia . Protette da fitta boscaglia cresciuta fra le terrazze, esse riposano presso resti di una enorme cassaforte asportata dalla villa Montatari, colà trascinata e infine abbandonata.
LA KINOTECH BECHSTEIN GIUSEPPE BECCE . Il vasto complesso monumentale dell’anfiteatro Berico ospita la commanderia dei Cavalieri Templari dotata di una ricca biblioteca . E’ inoltre presente storica Cineteca donata dal Bechstein-Giuseppe Becce, dove ancora oggi si tengono lezioni di musica. L’attuale direzione è affidata a Emma Falcone.
IN VAVIGAZIONE NEL 1800 Partendo da Venezia, la navigazione permetteva il romantico raggiungimento del teatro sostando a tutti i “caselli” le fermate cioè i “ponti“(Mossano, Castegnero, Barbarano, Nanto, Longare, Debba …).
L’ANFITEATRO MARITTIMO BERICO QUERINI- COLONNA DI ARCUGNANO CAPOLUOGO ricordato nel linguaggio Sabir come “marittimo” era un Santuario raggiungibile dal mare attraverso stretti canali che conducevano a una misteriosa baia. Sulla sua acqua si specchiavano le terrazze e bacini di un imponente anfiteatro orientato alla costellazione di Orione. Un poco come per quelli di Volterra e Tusa citati da diverse fonti, sia antiche che moderne, i suoi resti non erano tuttavia mai stati catalogati nè associati ai tanti riscontri fin tanto che dal 1997 l’archeologo di fama mondiale prof. Maurizio Tosi, collega di Sebastiano Tusa, dopo essersi imbattuto su eccezionali documenti reperiti da archivi nella “via della seta”, decise di volerci vedere chiaro così approfondendo una parte della fatica spesa per catalogare le ville delle Provincia di Vicenza dall’Accademico Olimpico Renato Cevese.
RICHARD WAGNER Non solo Giulietta e Romeo. Tristan und Isolde. L’orchestra della Reale Fabbrica dei Maltarello provò qui il suo Liebestod. Oggi la bellezza di un simile opera concertistica e di recitazione si può vedere a Piccadilly Circus a Londra con il capolavoro acquatico di Webber: Il fantasma dell’Opera.
Durante la navigazione quando la nebbia costringeva le peòta a rallentare per evitare collisioni e a segnalare la propria presenza, il corno era il protagonista assoluto. il suo suono era paragonabile a quello che potete ascoltare al primo movimento del Liebestod di Richard Wagner tra Mild und leise e wie er lächelt seguito poi dal dialogo dell’oboe con il clarinetto, seguito dal suono che succedeva al secondo segnale di corno però smorzato. Il suono del corno di navigazione navale che segnala l’arrivo del natante del Tristano di Wagner che spunta dalla Punta delle Dama nera si può percepire distintamente all’inizio del primo movimento solo nelle esecuzioni più vecchie del Liebestod.
Non esisteva certo la stereofonia. A installarsi sopra la scarpata della collina dei Capnist con un corno fu un performers d’orchestra delle Fabbrica Reale Maltarello
COME SI PRESENTAVA L’ANFITEATRO DI ARCUGNANO tra fine ‘800 e il 1934 NEI DOCUMENTI DEL GIUDICE PERTILE, FIGLIO DEL TENORE AURELIANO
“Miglioramento acustico. Per opera delle Contessa Querini, presso il casino di caccia detto Boaria di Villeggiatura, sulle rive e nelle scarpate dell’anfiteatro di Arcugnano è stato operato un notevole restringimento. La manutenzione delle rive saranno affidate al cav. Maltarello già gestore di tre teatri cittadini degli Anti Donà, di Palazzo Giustiniani, presso Palazzo Porto e ad Arzignano. Nella platea il cavaliere ha già provveduto a sue spese a sostituire quelle mattonelle in laterizio danneggiate dalle radici, dalle sterpaglie e dalle ruote dei carri.
La vecchia stalla dei buoi sotto le due torri delle ex commanderia templare (di cui una praticamente scomparsa) del borgo, diviene l’alloggio temporaneo, custodito, per i cavalli degli ospiti. I muretti di accesso alle scuderie sono già stati riparati nel medesimo stile originario analogo a quello del Palco imperiale (demolito negli anni 70). Il Cavalier Maltarello ha assicurato che tamponerà le perdite dei bacini acquiferi ripristinando pure il corretto tragitto dell’acqua dall’antico condotto che ha visibilmente deragliato solcando il terreno fino alla grotta degli schiavi Spartani e così pure il basamento della fontanella della Giuturna. Questa ultima operazione è necessaria per ripristinare l’antico pellegrinaggio che permetteva ai viandanti, lasciata la chiesetta della commanderia dei Templari del Tormeno, attraversato il lago, di raggiungere lo sbocco termale” . Sono le parole di Aureliano Pertile . IL Tenore Euganeo-Berico vicentino di Arturo Toscanini, poi amministratore della Fabbrica Reale Maltarello spa. Il tenore subentrerà a Luigi Maltarello a sua volta subentrato ad Antonio Fogazzaro.
MALTARELLO-ROSENFRANZ – PIANO – BECHSTEIN BERLINO. Una lunga collaborazione mai in competizione. Fornitori di legni sonori e di corde per Elena Capito Bechstein, i Maltarello, degli Asburgo, divenuti Fornitori di Reale Casa Savoia , con i pianoforti prodotti a Vicenza, a Venezia alla Giudecca, a Dresden o assemblati a Vienna, determinarono quello che per i teatri erano gli altrettanto fornitori Ufficiali Bechstein dello Zar, delle Regina d’Inghilterra a Buckingham Palace , al Castello di Windsor a Berlino e a Londra realizzando fra i più illustri e degni di citazione il “Wigmore Bechstein Hall” le sale da concerto a S. Pietroburgo e Parigi. I fratelli Maltarello erano i proprietari dei più grandi stabilimenti dei Rosenfranz entro le mura delle città di Vicenza anche per personale così occupato. Nel loro Palazzo Giustiniani come presso la villa delloro mecenate Jacopo Cabianca, a Longa di Schiavon o dentro la terza fabbrica in Corso Padova a Vicenza, gestivano sale musica eccellenti. Sopravvissuto ad Arzignano è il loro Teatro pubblico Mattarello oltre che , quello privato degli Anti Donà in via del Vescovado. Quest’ultimo disponeva di un suggestivo percorso itinerante semi-sommerso sotto l’isola del Palazzo incompiuto Porto -Breganze. L’anfiteatro acquatico Berico di Arcugnano era quello all’aperto.
Le testimonianze raccontano che i Maltarello, armatori e Conservatori dei suoi Teatri fin dalla loro nomina dell’architetto Veneziano Andrea Palladio detto ” delle Gondola”, provassero anche con le nebbie notturne con i perfomers accomodati nel Golfo mistico e con i leggii illuminati dalla fioca luce delle lanterne. Gli strumenti importanti venivano ricoverati in galleria. Con l’incremento delle vendite dei pianoforti molte parti semilavorate dei Rosenfranz uscivano dalle fabbriche vicentine e giungevano fin lì senza pagare il dazio. Nelle conche dell’anfiteatro di Arcugnano spesso i compratori restavano in attesa per giorni attendendo che, se libero dal lavoro delle barche, lo squerarolo, un fartello minore Maltarello chiamasse a raccolta segantini, remèri e pegolini per assemblare i pianoforti acquistati.
Almeno ancora fino alla meta del 1500, con Andrea Palladio, i fratelli Maltarello si occupavano di traghettare pellegrinaggi verso i due santuari Berici . Nelle memorie della famiglia Maltarello, non pochi erano ancora interessati a visitare quello pagano gestito dai “ pagus , campagnoli.” locali. Ma ma solo con il ritorno ai Querini che con l’avvento del pianoforte qui i compratori di pianoforti giungevano fin al loro ormeggio. Da sotto, risalivano 140 terrazze del teatro incantati dal magico suono, il surround acquatico che echeggiava al suo interno .
Oggi una simile sensazione potrebbbe ricordare nello spettatore il film di W. Herzoch Fitzcarraldo. La si può godere navigando in alcuni tratti accessibili dalla Laguna di Chioggia (VE) fino ala ex darsena Querini che si trova presso i ritrovamento da parte di Gastone Trevisol dei resti del porticciolo e più in su di quelli del cadaverino delle “Dama Nera”. Questa emozionante esperienza si può fare solo nei periodi in cui il lago con il suo letto normalmente coltivato a granoturco, va in piena. Una volta giunti sotto il grande teatro, accompagnati dalla musica che consiglierebbe Richard Wagner : Il Liebestod che segna l’immaginario arrivo nella baia del Fos del suo Tritan.
E soventemente giunti alla sommità del teatro arrangiati fra le terrazze erano trascritti gli ordini di vendita per accappararsi i loro pianoforti. Talvolta quei visitatori si caricavano nei propri “bucintori” no solo i pianoforti verticali ma anche quelli da concerto fabbricati nella cosiddetta “Isola” di S.Francesco a Palazzo Giustinian -Zorzi- Maltarello-Baggio. In quel disperso teatro delle Querini, oltre ad Aureliano Pertile e ai Maltarello le domeniche, in occasione delle gite si esibivano pianisti meno noti come Cesare Apolloni ecc . Fra la clientela acqurente , viceversa si ricordano nomi di Ernesto Friedmann, Giacomo Orefice, Karl Lakenbach Josef, Engelsrath Rosa con Stella von Max Goldemberg,, Sigismund Sonntag, Maximilian, Emma d’ Augusta, Jungmann, Eleonora di Greitz, Rose Katz di Vienna, i costruttori di organetti Balboani (con fabbrica in corso Padova), il polacco Haschlaus Feighe Haschlaus, Teresa di Weinberger, Teresa di Auschwitz. Erano quasi tutti anche azionisti della allora neonata Banca Popolare Vicentina. Non c’è spazio qui per riferire celebrando le storie perdute di ognuno. Alcuni di essi sono seppelliti nel cimitero acattolico che i Vicentini, nel dopoguerra, fino agli anni ’70, avevano vergognosamente trasformato in un recupero di parti di motorizzazione e di oli esausti.
Seguivano vie fluviali i nobili veneziani e i reali europei che volevano raggiungere Vicenza e la riviera Berica o Este da cui molti di loro avevano avuto origine. Gli invitati raggiungevano il teatro per la stessa via d’acqua svoltando a sinistra sotto la piana del Dio Berginus. Nelle note pagate da Marco Polo ai Querini a pigione per la sua moglie ombra Cinese, figlia del Kublai Khan, si fa riferimento al Grande lago di Vicenza e al suo Anfiteatro.Elsa Marzotto dalle Ore , donna vaiatrice primatista, qui ammarava in idrovolante fino al 1934 .
Il teatro oltre ad essere privato, a differenza dei tanti altri teatri all’aperto mantenuti per pochi eletti fra le terrazze, si trovava in una posizione arroccata. Neppure l’argine era praticabile; in anni recenti gli americani costruendo la base ne asfaltarono l’argine.
NAVIGANDO DA VENEZIA A VICENZA NEL XVII SECOLO Storia come tante altre facente parte di eventi noti al patriziato ma mai dimenticate dai vicentini di oggi. Cioè quando il centro da cui è nata gran parte dell’aristocrazia europea era Este in riviera Euganeo Berica, a esatta distanza tra il punto in cui doveva espandersi Vicenza e il Centro di Padova e quando il business non erano le discariche abusive e neppure appropriarsi del latifondo e così far morire stagnandole le millenarie vie d’acqua per opera del politico ebreo-veneziano Daniele Manin.
L’erede al trono di Spagna, Carlos María de los Dolores Juan Isidro José Francisco Quirin Antonio Miguel Gabriel Rafael de Borbón y Austria-Este, Duca di Madrid era un partito di Franz Listz, di Marie d’Agoult, della George Sand,
l’amante di Chopin.
Soprattutto di Richard Wagner, verso cui sentiva che avrebbe potuto tranquillamente essere stato un secondo Re Ludwig.
E questo spiega i continui soggiorni di sole spesi a Bellagio. I suoi discorsi salottieri con i il Kaiser prussiano Federico III, il generale Ulysses Simpson Grant, il re Alberto Federico Augusto di Sassonia.
(Lubiana, Carniola, 30 marzo 1848 – Varese, Italia, 18 luglio 1909)
IN ANFITEATRO QUERINI Carlos Maria da Venezia a bordo di una gondola a quattro remi, in compagnia del suo segretario, sabato 20 Ottobre 1883, navigando lungo i canali si diresse in esplorazione seguendo il percorso del grande compositore Richard Wagner per rendere omaggio ai luoghi dove il Maestro fece ambientare il Tristano e Isotta . Carlo Maria di Borbone visitò i luoghi e le conche fluviali cari a Wagner vestito con un abbigliamento alla foggia del maestro tedesco. La gondola fece una breve sosta attraccando presso la villa di Fedele Lampertico dove, fra gli altri, ad aspettare l’erede al trono dei Borbone, vi era il nobile Gaetano di Thiene con il suo segretario e il Fogazzaro con Zanella. Dopo aver pranzato alla locanda del Bonvicini, Carlos Quirino de Borbón, d’Austria-Este penetrò per la baia dell’ Anfiteatro Querini–Colonna sul Grande Lago di Vicenza (o detto di Longare-Debba) risalì partendo dalla grotta degli Spartani fino alla sua media cavea baciando il suolo dell’isoletta Quiriniana e da qui fra vigneti e morari da seta costeggiando la Giuturna giunse all’ex Santuario di Giano (villa Montanari).
La sera l’erede al trono di Spagna pernottò dai Rossi a Debba visitando il giorno successivo la villa di S. Pietro Intrigogna così oltrepassando senza difficoltà le palàde della collina del Dazio [presumibilmente la collina della Capra (A. Lorenz) Rotonda] al delta del fiume di Borgo Berga. Pernottò quindi all’albergo Roma in Vicenza . [cit. – Margherita Ungarelli Maltarello Ve 10 / 2/1878 + Palazzo Reale Torino 20 /5 /1905].
RIVIERA EUGANEO BERICA L’anfiteatro e il suo territorio
Molti sono i memorialisti citati nell’enorme dossier “Anfiteatro Berico”, di cui è stata accertata la presenza qui, che riferiscono dell’esistenza dell’ex Tempio di Diana e Apollo (attuale Santuario di Monte Berico) e del Santuario dei Veneti antichi con il suo approdo sicuro. Il prof. Maurizio Tosi nei suoi studi a Oriente ha fedelmente documentato la fonte di partenza dalla Baia dei Cavalieri Templari, grazie al collega Sebastiano Tusa di Archeologia marittima, attraverso una rarissima pergamena donatagli in Oman redatta nel linguaggio franco Sabir approssimativo. Un unicum nel suo genere. La grafia era di un capitano veneziano non assurto a nobiltà Veneziana passato alla Corte di Re Saladino
LA LINGUA FRANCA MEDITERRANEA DI NAVIGAZIONE
L’ANFITEATRO BERICO MUORE CON I MEMORIALISTI CHE LO RICORDANO Ne citeremo comunque solo alcuni: Tito Livio, Plinio, Galileo Galilei, Adalbert Lorenz, Francesco Tomasini, Andrea Palladio, Johann Wolfgang von Goethe, Alberto Martini, Antonio Fogazzaro, lo scrittore e poeta Giacomo Zanella, il compositore vicentino del Cinema Tedesco Bechstein, Giuseppe Becce, donatore all’anfiteatro Berico dei resti delle sua Kinotech, resti che si affrancano a una biblioteca sparsa, un archivio di 50.000 volumi di collezioni private tra cui l’archivio delle sorelle Mioni-Papadopoli-Wollemborg, quello di Palazzo Maltarello dei Rosenfranz che oggi conosciamo come “Carreri”.
Il teatro è citato da membri storici CWGC al servizio di S. M. la Regina Victoria, donatrice per il suo popolo, fra l’altro non delle sola manutenzione della Villa Montanari Anfiteatro, ma anche della “strada Militare” in villa di Arcugnano. Ne dettagliano partocolari gli Accademici Olimpici, il prof. Mario Andreis e il prof. Renato Cevese, la spia cartografa Freya Stark (“Grimaldi, Menton, Asolo: La baia dell’anfiteatro“), il mecenate di Maltarello Alessandro Rossi, il Tenore di Arturo Toscanini Aureliano Pertile, Margherita, Vincenzo e Luigi Maltarello jr e Luigi Maltarello sr. Gli accademici Olimpici prof. Renato Cevese e prof. Mario Andreis, letterato, insegnante in Germania, Italia, a Vicenza e studioso del tedesco antico, autore di 2000 pubblicazioni in Italia, Austria tra cui le ricerche sul ramo lineo Andreis von Haselbeg nonchè delle espressioni veneto dialettali derivate dal tedesco e il colto “scrittore di teatri” prof. Remo Schiavo, la pianista e scrittrice Gianna Andreis, l’illustratore Antonio D’Agostini, l’aviatore, poeta-memorialista Ettore Malosso, marito della bella Giuliana di Bellagio, oltre che S. M. la regina Margherita e Giosuè Carducci, Riz Ortolani con sua moglie Katyna Ranieri, e Dario Fo; per fattezza delle sua manodopera riconoscimento di tecniche costruttive riconducibile alle strutture edificate da quegli Spartani del Principe Cleonimo è doveroso serve citare l’impegno dell’ ‘arch. Giuseppe Dalla Massara. Sono solo alcuni dei nomi fra i più noti di quelli che hanno riferito circa l’esistenza dell’ Anfiteatro Berico di Arcugnano delle nobili Querini-Colonna-Grimani-Grimaldi-Dalle Ore e della bellezza dei suo bacini.
Nel I secolo i resti di quello che era il santuario nell’enorme anfiteatro sulla baia del più antico lago del nord Italia, passarono al teatro Berga di Vicenza. Alla fine del III secolo al popolo furono definitivamente inibiti gli spettacoli (benché in privato, esattamente come oggi accade con il COVI19, per chi apparteneva a una certo rango sociale le sale ascolto come i luoghi di piacere, i salotti di conversazione fossero aperti). Andrea Palladio fece comunque a tempo a rilevare il teatro Berga e a presentarcelo nella sua magnificenza. Ma nuovamente i vicentini si dimostrarono insensibili e stavolta decisero di costruirci dentro le proprie abitazioni. Le sue statue, passate attraverso proprietà private, terminarono poco gloriosamente il loro terzo passaggio di territorio ammassate per terra e senza descrizioni nel giardino del Teatro Olimpico sotto le finestre dell’Accademica.
L’ anfiteatro con le ville dei Querini, Pasini-Franceschini-Salasco-Colonna, Margheritoni-Nordera (Monte Giove scarpata nord ovest dell’anfiteatro) che vi si affacciano e le sue terrazze e i suoi bacini continua a fornire testimonianza di una antichissima civiltà pre-romana oltre che romana. Franco Malosso von Rosenfranz subentrò da ragazzo al padre come curatore dell’archivio Mioni Papadopoli Wollemborg immergendosi nello studio del luogo con l’illustratore Antonio D’Agostini che delle proprietà dei Reali Inglesi e dal passaggio di Richard Wagner prese i primi spunti per le sue tavole rappresentando la tragedia “Morte d’Amore” di Tristano ed Isolde. La maggior parte degli investimenti atti a preservare queste strutture così come esse apparivano un tempo e come le vediamo oggi è dovuto alle elargizioni delle sua famiglia e di volontari locali.
UNO FRA I PIU’ BELLI ED ANTICHISSIMI AL MONDO IN ITALIA: “E’ UNA SCHIFEZZA DA DEMOLIRE” commentò JACOPO BULGATI D’ELCI (VICESINDACO DI VICENZA mai eletto dai vicentini che si vantò di essere fra i detrattori del teatro e di averne organizzato il suo debuggin). L’ on. Donazzan: Lei non farà più il vicesindaco. L’on Matteo Cerebron lo definì ” il Tisico Bulgarini”. In realtà il giovinetto mai aveva visitato l’anfiteatro ed anzi ci sono prove scritte che pensava fosse una trovata pubblicitaria con l’elogio all’anfiteatro del candidato sindaco Flippo Albertin. In effetti sono molti a pensare che tutta quelle pubblicità a piene pagine sul teatro vero o falso sia stata un’idea congiunta per reclamizzarsi gratis alla maniera di Amada Lear. Arrivò perfino a scrivere a mezzo stampa “E’ una offesa alla Palladianità della città”. Si capisce sono parole dettate al giovinetto che pur essendo un bravo comunicatore non si rese neppure conto che proprio il Palladio citò quel teatro. Qualcuno fece osservare che quando Joe Adonis voleva farci il cine-festival lui non era ancora nato.
LA REPLICA del PREMIO NOBEL, DARIO FO alle parole del giovane [ndr] è curioso come lo “scoperchiatore” vicesindaco di Vicenza Jacopo Bulgarini d’Elci erutti la sua indignazione per l’Anfiteatro Berico Marittimo (sul quale non ha nessuna competenza amministrativa), trascurando, o meglio, oscurando,[l’abuso edilizio ndr] di Borgo Berga dove [viceversa ha le competenze].
Un’ offesa che ricade su generazioni di studiosi legati alla storia d’Italia, perché uno Stato di corruzione che opera in assenza dei più elementari diritti non si può più chiamare “Paese” ma “REGIME”. Ma chi non è stato giovane! I giovani sono giovani perché possono passare da un estremo all’altro! concluse la polemica “Amanda leariana” Rosenfraz per nulla offeso malgrado il tanto amore speso per difendere la struttura.
Sarà la storia a giudicare il sogno che avemmo. Quello di pulirlo dalle setrpaglie e renderlo finalmente fruibile a tutti – Alla faccia di chi come la prof. ed assessore Isabella Sala. credeva che per noi dovesse restare un “tempio” privato. In materia c’è uno scritto protocollata nel 2014 che dettaglia l’opera di recupero proposta a donazione dalle associazioni e fine delle polemiche! Un anfiteatro è qui presente da millenni e non può essere vituperato da detrattori che mediamente vivono meno di 100 anni. Franco M. von Rosenfranz.
MAURIZIO TOSI – FREYA STARK-SEBASTIANO TUSA-GIUSEPPE ANTOCCI -Gli anni 2016-2019 sono stati caratterizzati della scoperta di almeno tre importanti teatri. Halaesa, risalente all’epoca ellenica, recuperato sotto l’egida di Sebastiano Tusa (collega del ventennale classificatore dell’anfiteatro Berico delle Querini Colonna, prof. Maurizio Tosi). L’ altro quello di Pietravairano, a cu i seguì quello di Volterra.
Le analisi comparative dei materiali classificati dall’ opera ventennale del guru mondiale dell’Archeologia prof. Maurizio Tosi dimostrano come il teatro fosse sempre esistito, prima del suo stravolgimento, immerso nel suo straordinario paesaggio marittimo e poi fluviale-lacustre. I suoi blocchi al completo, malgrado una parte sia stata spostata a monte fra i cedri del libano, sono comunque mantenuti nell’area e ne fa un unicum mondiale.
GIULIETTA ADOLESCENTE ARCUGNANESE MIGRATA A VERONA La vicenda di una ragazza di nome Giulia, il cui testo fu tradotto dal suo compagno, il cavaliere templare Adalbert Lorenz in forza ai portelli dell’Anfiteatro, che si firmava Romeus Pellegrino, presente in un lascito ritradotto correttamente, ha permesso di dare un volto a quella che fino a ieri era considerata una leggenda narrata dallo scrittore Luigi Da Porto, i cui avi erano proprietari di tutto il circondario di Arcugnano e anche di immobili a Vicenza. In particolare appare certo che nel 1307 scrivendo a questa tredicenne giovane istruita, probabilmente orfana, che lui chiamava ragazza delle Lanuginosa cioè Giulia, dal greco (linguaggio codificato adottato dalla coppia oltre al corrente hoc e medio deutsch) egli le raccomandò di mettersi in salvo raggiungendo la famiglia veronese degli EMILEI anche passando per Montecchio e non solo. Per secoli il termine era stato tradotto interpretandolo erroneamente con EMIGRI in Verona e non EMILEI IN VERONA. L’ attenta verifica del documento e la rispettosa traduzione del nome vero della Lanuginosa è dovuta allo studio di Franco Malosso Maltarello von Rosenfranz verificata dall’equipe del prof. Maurizio Tosi e concluse nel suo rapporto finale.
A VERONA NON SOLO LEGGENDA La verifica certificata ha finalmente messo a tacere le polemiche di chi sosteneva che fosse una storia esclusivamente vicentina. Gli Emilei erano una famiglia che controllava Verona. Gli eredi ebbero a che fare con l’assessore Antonio Avena.
Maggiori ed approfonditi dettagli sono presenti nel Libro: Giulietta & Romeo il Doppio Enigma irrisolto in Arcugnano.
CONSIDERAZIONI FINALI Contrariamente a quanto è stato diffuso a fini pubblicitari, giocando a lungo con impreparazione fra VERO o FALSO alla maniera di farsi pagine di pubblicità gratis fingendo una disputa fra il Conservatore ed il Sindaco di Arcugnano a modello del lancio pubblicitario ideato da Saldaor Dalì e Davis Bowie giocando con il sesso ambiguo di Amada Lear, l’anfiteatro non ha bisogno di una simile pubblicità. Chi lo visita ne rileva subito l’antichità. Il territorio del colossale ANFITEATRO ACQUATICO BERICO DEI QUERINI IN ARCUGNANO che si affaccia sulla Fontega non è mai stato “scoperto“ come per ignoranza, incompetenza e ragioni di Stato qualche inqualificabile ed incolto ne ha fatto apparire il suo riutilizzo. Esso ESISTE DA MILLENNI (dati accertabili da qualsiasi tecnico) malgrado i ben visibili segni del terremoto del 1.117 abbiano pesantemente intaccato il suo profilo, costringendo i Querini a limitarlo rispetto le sue primitive dimensioni. Terremoto che determinò il crollo della “Grotta degli Spartani” (del ricovero degli Spartani ndr) e del suo ambulacro su cui si persero le tracce dopo che furono adibiti all’accoglimento di pellegrini, e pecore di pastori erranti. Unico al mondo, l’anfiteatro Berico fra quelli acquatici stabili ancora esistenti è considerato una delle 10 più spettacolari meraviglie .
NEL PIANETA ITALIA DIVORATO DALLA MAFIA dal 10 luglio 1943
2016 il suo conservatore fu vittima di minacce, intimidazioni e infine di un tentativo di estorsione milionaria tuttora in corso mentre il teatro fu ferocemente conteso fra due diverse organizzazioni criminali italiane di stampo mafioso. Ebbene cinque magistrati italiani al posto dei tecnici e dei periti, senza un CTU di verifica, alle loro asserzioni accettando accuse di pregiudicati istituzionali e di un estorsore seriale, si sono arrogati il potere di definirlo perfino “FALSO CLAMOROSO” offendendo la reputazione così di tutti i sommi memorialisti che ne citarono l’esistenza nel corso dei secoli senza tuttavia mai provare da dove esca tale convinzioni e attraverso quali VERE prove. L’estorsione Istituzionale per il possesso e il controllo del luogo, le intimidazioni e le minacce di cui sono stati vittime numerosi studiosi al momento delle stesura di questo redazionale sono ancora in corso.
L’OPERAZIONE DI DEBUGGING Pianificata a tavolino dalla banda istituzionale degli estorsori finì tuttavia per regalare una enorme visibilità alla provocazione. Perché di provocazione si trattò.
LA PROVOCAZIONE del 2016 a cui l’equipe di classificazione al comando del prof. Maurizo Tosi doveva reagire mettendo in cattiva luce nuovo Ministro del Beni Ambientali on. Franceschini e sul Capo dello Stato Sergio Mattarella e su una comunità siciliana locale. Una regia estorsiva, quella del pizzo. Richiesta abitudinaria tristemente noto in Italia e fu fatto credere che la richiesta delle enorme tangente fosse dipesa da loro. Così stuoli di leoni da tastiera vollero dire la loro opinione senza documentarsi e allargando la portata delle calunnie. Altri, ancora oggi, in seguito alle inesattezze che furono dettate dagli imbroglioni, generarono sulla stampa dell’epoca, forse consapevolmente, questa strategia che assecondò cosi il lancio presupponendo che il teatro fosse Romano anziché governato degli antichi Veneti con manodopera Spartana (e un restringimento ordinato dai Querini) come risulta dalla classificazione dell’equipe Tosi. Il risultato fu che tra il maggio e il novembre 2016 l’audience per il teatro e la sua Masseria Fortificata superiore scalò le classifiche record. Ovviamente l’associazione detentrice dei diritti di versione ritenendosi danneggiata, minacciò, senza poi farli citare in tribunale, gli imbroglioni istituzionali, ma intanto il lancio del Teatro classificato come Romano “SI” o Romano “NO” era già decollata.
Anzi, per un po’, grazie a un evento con costumi ispirati agli antichi romani e schiavi che parlavano in Latino e Greco, il pubblico credette di trovarsi veramente davanti a un teatro di origine Romana in quella che, prima di essere classificata come “anfiteatro”, era una antichissima baia che racchiudeva il Santuario dei Veneti antichi dove gli spettacoli in stile antica Roma, rispetto al suo uso come tempio, erano scarni. Quando però l’errore di classificazione venne a galla, perfino i magistrati si espressero chiamandolo Romano (a imitazione di un teatro Romano quando nessuno dei suoi tecnici lo aveva mai chiamato tale) nel processo terminato con condanna che si concluse senza l’accertamento delle presunte accuse. Fattore che riuscì tuttavia a mantenere l’alone del lancio di successo grazie alla naturale stupefacente bellezza delle struttura.
Redazione associazione Ideapolis Servizio di Amedeo Gagliardi 2021 / 2022/ 2023 2023
DEUTSCH
DIE SCHÖNSTEN AMPHITHEATER und weitere offene Theater
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Hallo ihr Lieben, heute möchte ich mich einem wundervollen Thema widmen .. den natürlichen Theatern dieser Welt… es ist doch immer wieder unglaublich, wie viele Naturschönheiten unser Planet zu bieten hat …
Anfangen möchte in mit dem Red Rocks Amphitheater im Red Rocks Park, der sich an den Ausläufern der Rocky Mountains in Colorado (USA) befindet.
Dieser Park wurde früher auch Garden of Angels genannt, wohl aufgrund seiner bezaubernden Struktur, bei der sicherlich „ Gottesboten“ ihre Hand im Spiel hatten…
Seine für ihre hervorragende Akustik bekannte Freilichtbühne ist zwischen 2 etwa 100 Meter hohen Sandsteinfelsen eingebettet und kann fast 10.000 Menschen Platz bieten.
Die Bühne wurde bereits 1941 fertiggestellt, allerdings hat die erste öffentliche Aufführung dort erst 6 Jahre später stattgefunden. Zu den bekanntesten Künstlern, die dort aufgetreten sind, gehören U2, die Beatles, Bruce Springsteen, Eric Clapton, Sting, Incubus, Depeche Mode und Mumford & Sons.
Seit 2003 gibt es dort auch ein unterirdisches Besucherzentrum mit Restaurant und Bars sowie eine „Hall of Fame“ für die dort aufgetretenen Künstler. Das neu geschaffene Zentrum informiert – u.a. in Kurzfilmen – über die geologische und musikalische Geschichte des Theaters.Annunciabout:blankSEGNALA QUESTO ANNUNCIOPRIVACY
Wie könnte ich bei der Aufzählung der schönsten Amphitheater das größte und beeindruckendste offene Theater Nordeuropas – das Amphitheater „Porto degli Angeli“ – weglassen ? Das größte einzigartige natürliche Theater mit Bühne im Wasser der Welt aus der Oligozänzeit.
Die außergewöhnliche Akustik des Theaters ergibt zusammen mit den Schwingungen der gesamten Bucht einen natürlichen Schallboden. Bis 1300 war es gigantisch und das größte seiner Kategorie in Nordeuropa. Es befindet sich etwa 150 Meter über dem Niveau des ehemaligen venezianischen Fontega-Sees und hat einen Durchmesser von 120 Metern und misst 25 Stufenreihen.
Das Theater und die Bühne sind noch im Wasser und die Aufführungen finden auf einem Floß statt, das dem berühmten italienischen Maler Giovanni Bellini gewidmet ist.
Seine Geschichte reicht von den Kelten über die Tempelritter bis hin zu Restaurationsarbeiten in den letzten Jahren.
Es ist eins der umstrittensten und umso beeindruckendsten Theater, sowohl aufgrund seiner Beschaffenheit als auch aufgrund seiner aufgewühlten Vergangenheit.
Es befindet sich in Vicenza, einer wunderschönen Kleinstadt von Norditalien, die 40 km von Verona und etwa 60 km von Venedig entfernt ist.Annunciabout:blankSEGNALA QUESTO ANNUNCIOPRIVACY
In Vicenza findet z.Z. auch eine sehr schöne und extrem interessante Ausstellung statt. Diese Ausstellung heißt „Tutankhamen Caravaggio Van Gogh“ und erzählt von der Zeit der Ägypter bis zum 20. Jhd. und zeigt wunderschöne Bilder von Cavaraggio, Rembrandt, El Greco, Tizian, Tintoretto , Guercino, Veronese, Monet, Klee, Matisse, Kandinsky und viele andere. Nach dem Besuch des Amphitheaters sollte man unbedingt der Basilika einen Besuch abstatten, um diese wunderbare Ausstellung zu sehen.
Das Amphitheater “Porto degli Angeli”, das mit einem Paradies auf Erden verglichen werden kann, ist über den „Läuterungsweg der Seele“ (Guillaume de Digulleville) zu erreichen. Es handelt sich hierbei um einen etwa 10-minütigen Fußweg, der von unten von der Via (Lago) della Fontega aus nach oben zum Amphitheater führt. Dieser Weg ist mit zahlreichen Statuen verziert, die die Besucher auf ihrem „Läuterungsweg“ begleiten und ihnen den Weg zum oben liegenden Theater weisen. Unter den Naturwegen ist dieser Weg der faszinierendste und vor allem auf der ganzen Welt einzigartig.
Z.Z. ist es nicht für die Öffentlichkeit zugänglich, da es noch den privaten Kulturerben des italienischen Staates angehört.
Am 23. Mai 2015 wird das Theater nicht mehr privaten Händen angehören. Es wird erstmals am Samstag, dem 23. Mai 2015 um 9.00 Uhr zum Anlass der Expo 2015 und dem Radrennen Giro d’Italia der Öffentlichkeit seine Türen öffnen und von da an für Besichtigungen und Konzerte wie auch anderen Aufführungen geöffnet bleiben.
Der Name „Porto degli Angeli“ rührt höchstwahrscheinlich von der Durchreise des berühmten italienischen Malers Giovanni Bellini her, der das Gebiet um das Theater herum in seinem Bild “Die heilige Allegorie” mitsamt all seinen Eindrücken darstellte.
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Das Theater wird auch Teatro di Giulietta genannt, da es von den Historikern als der eigentliche Geburtsort von “Romeo und Julia” ermittelt wurde. Es handelt sich hierbei um „Romeo und Julia“ des Vicentinischen Grafen Luigi da Porto, dessen Roman durch Shakespeare weltbekannt wurde.
Nicht alle wissen, dass sich in diesem Theater auch Liebschaften eines wunderschönen Mädchens abgespielt haben, dessen Schönheit sogar den Burgherren von Montecchio bekannt war. Dieses wunderschönen Mädchen verschwand eines Tages spurlos und es gibt zahlreiche Versionen über ihr Verschwinden. Dieses Mädchen wird auch die „Schwarze Frau vom Fontega-See” genannt (“La Dame nera del lago della Fontega”), über die sogar ein ganzes Buch geschrieben wurde. Bellini hat sie sogar in seinem Bild „Heilige Allegorie“ dargestellt. Auf dem unteren Bild sieht man den vermeintlichen Balkon von Julia, der Schauplatz des Theaters ist.
Die Aussicht von diesem Theater aus ist außergewöhnlich und kulissenhaft. Dieses ist aber nicht die einzige Besonderheit dieses Theaters. Es ist das einzige noch vorhandene Amphitheater, dessen Hälfte sich im Wasser befindet. Dieser Wasserspiegel ermöglicht den Tönen, eine außergewöhnliche Akustik zu genießen, die die Beschaffenheit seiner besonderen Stufenreihen in sich trägt.
Das Theater verfügt über ein Floß, das dem des Bildes „Heilige Allegorie“ des Malers Giovanni Bellini ähnelt, der dieses Gebiet um 1500 darstellte. In dieser wundervollen Bucht wurden Versionen von Tristan und Isolde von Wagner, Nabucco von Verdi und die „Cathedrale Engloutie“ von Debussy aufgeführt.
Das Theater benötigt keine elektronische Verstärkung. Der auf der Oberfläche des Wassers reflektierte Ton ermöglicht eine weit mehr als 4,5 Mal größere akustische Übertragung ( sogar 6 Mal mehr, wenn der Holzsteg, auf dem sich das Orchester befindet, angemessen um einen gewissen Winkelgrad geneigt wird).Annunciabout:blankSEGNALA QUESTO ANNUNCIOPRIVACY
Um 1700 herum hatten seine Eigentümer, die Noblen Montanari , sogar 2 Zisternen vorgesehen, die sich am Nord- und am Südflügel befanden. Diese konnten frisches Wasser ins Becken einführen, so dass die Wassertemperatur des Beckens geändert werden konnte. Dieser einfallsreiche Trick ermöglichte, den Nachhall des Tons zu dämpfen und zu optimieren. Und nicht nur.
Es war auch dafür da, um den Klang und seine Intensität zu variieren, indem die Tiefe des Wassers durch die Hilfe des naheliegenden Bachs (schließlich “Via Fosso” = “Grabenweg” geworden; jetzt “Via Giardini” = “Gartenweg” zu Ehren der „Brolo Veneziano“ (= Parkartige Gartenanlage beim Haus) der historischen Villa Montanari, die den Ort überragt) erhöht wurde. Die Leerung seines Beckens erfolgte durch die Öffnung zwei großer Ventile und ging genauso schnell vonstatten.
Vincenzo Maltarello hat im Jahr 1853 dieses beeindruckende Theater zu seinem persönlichen Promotions- und Prüfort seiner Klaviere gemacht. Er beschrieb es als ein mysteriöses natürliches Theater in Konkurrenz mit der menschlichen Perfektion aufgrund seiner 14 spektakulären natürlichen Stufenreihen, die eine Zeit lang verborgen waren und nach und nach durch den graduellen Rückzug des Wassers wieder erschienen. Sein “Mystischer Golf“ war eine Nachbildung des darunterliegenden Hafenbeckens, die antike Flussanlegestelle, die auch “Fontego Veneziano” genannt wurde; ein um 1500 sehr aktiver Flusshafen.
Das Theater befand sich in der Tat an der Grenze des antiken “Mare Berico” (Bericomeer). Das verlorene Meer, das bis nach Vicenza reichte. Nach dem Verlorengehen des Meeres wurde es ein stiller See, der von Handelsschiffen sowie von “Bucitori” (= Goldene Barken) durchzogen wurde, die von der venezianischen Elite verwendet wurden, die den Fluss Bacchiglione und den “Canale del Bisatto“ entlangfuhren, um ihre Villen zu erreichen, die sich in den Vicentinischen Hügeln befanden.
Nach 1500 hatte die “Serenissima Repubblica di Venezia” aufgrund ihres Bedarfs an Weizen beschlossen, diesen See trocken zu legen. Seitdem unterlag der See verschiedenen Versuchen einer Trockenlegung, um ihn in ein Feld zu verwandeln, auf dem Mais angebaut werden sollte.
Der letzte Versuch fand im Jahr 1934 statt. Trotzallem verwandelt sich dieses Gebiet, vor allem in den Wintermonaten, erneut zu einem See. Die Struktur des Amphitheaters „Porto degli Angeli“ ist italienisch, vielleicht von den Reisen der Kelten importiert. Mit seinem Umfang von gut 120 Metern schätzt man, dass es bis zu 2300 Zuschauer beherbergen konnte. Seine Geschichte ist auf Jahrtausende zurückzuführen.
Nach dem Miozän rufen seine anatomischen Sitze die antiken italienischen Amphitheater in Erinnerung , die noch vor dem Römern gegründet wurden, die normalerweise durch ein wesentlich militärischeres Erscheinungsbild charakterisiert sind. Analogien zu diesem kann man in der Entdeckung des Amphitheaters der Villa Dionisi in der Nähe des Hafens von Brindisi wiederfinden so wie auch in anderen italienischen Theatern.Annunciabout:blankSEGNALA QUESTO ANNUNCIOPRIVACY
Ich hatte die Gelegenheit, das Theater bereits vor seiner offiziellen Öffnung zu besichtigen und muss wirklich sagen, dass ich diesen Ort als zauberhaft empfinde.
Die Energie, die man hier verspürt, lässt darauf schließen, dass es ein Ort ist, der eine magische Anziehungskraft hat. In der Tat wird dieser Ort mit den Sternenkonstellation der Jungfrau in Verbindung gebracht. Er schließt ein Geheimnis in sich, das die Tempelritter ihm übermitteln wollten… als stiller Zeuge ihrer Entdeckungen und Geheimnisse…
Wenn ihr also etwas Einzigartiges entdecken wollt, rate ich euch, dieses wunderschöne und mysteriöse Amphitheater, noch dazu das älteste natürliche Theater der Welt, zu besuchen…
Offizielle Bilder des Theaters durfte ich noch nicht veröffentlichen, aber ich konnte ein antikes Bild des Theaters im Internet finden, das das Theater gut wiedergibt und ich durfte auch meine privaten Bilder des Theaters benutzen, um die Magie dieses Ortes wiederzugeben.
Auf dem unteren Foto kann man die Umgebung dieses wunderschönen Theaters sehen, das einem dem Atem raubt. Die kleine Figur im Vordergrund des Bildes stellt die „Dama Nera“ dar, die eins der Symbole des Theaters geworden ist.
Ein anderes zu erwähnendes Theater ist das Theater von Albano Lazio, das sich – wie der Name schon sagt – in der italienischen Region Lazio befindet. Dieses Theater wird von einer tausendjährigen Geschichte begleitet und genießt einen Charme des Mythos.
Das Amphitheater Albano Lazio wird in alten Schriften auch als „Kleines Kolosseum“ benannt. In der Tat befindet es sich in der Nähe von Rom und somit in der Nähe der bekannten Via Appia.
Seine Tribünen bestehen aus Tuffstein und seine elliptische Grundfläche und sein Auditorium bieten rund 16.000 Menschen Platz. Wenn man an dieses Theater denkt, kommt einem sofort die Legion von Septimius Severus in den Sinn. In der Tat wurde dieses Theater sowohl für kriegerische als auch für unterhaltsame Dienste gebaut. Seine Tribünen sind 60 Meter lang und 7 Meter hoch. In der Nähe des Theaters befinden sich auch die Katakomben und die Caracalla-Thermen.
Das Flavian Amphitheater liegt mir besonders am Herzen. Es befindet sich in Pozzuoli in der Provinz von Kampanien und ist eins der größten Amphitheater Italiens. Es kann bis zu 40.000 Menschen beherbergen.
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Seine Hauptachse richtet sich in alle vier Himmelsrichtungen und ist von den grünen Hügeln des Solfatara zwischen den Weinbergen eingebettet. Es besteht aus Tuffstein und aus vulkanischem Material. Besonders interessant an diesem Theater ist seine unterirdische Arena.
Die Arena von Verona: Wie könnte man bei der Aufzählung der natürlichen Amphitheatern die Arena von Verona vergessen ? Es ist das drittgrößte erhaltene Amphitheater und seine 45 Stufenränge bieten heute 22.000 Zuschauern Platz.
Es wurde bereits 30 Jahre nach Christus erbaut und lag damals außerhalb der römischen Stadtmauer Veronas. In römischer Zeit konnte es bis zu 30.000 Zuschauer beherbergen und wurde für Gladiatorenkämpfe und Wettbewerbe genutzt.
Die Außenfassade besteht aus weißem und rosa Kalkstein. Im Jahr 1278 fand dort die letzte Katharer-Hinrichtung statt, wurde in der Renaissance jedoch wieder als Theater genutzt. Seit dem Jahr 1913 geschieht das regelmäßig. Am 10. August 1913 wurde zum Anlass des 100 jährigen Geburtstag von Verdi seine Oper Aida aufgeführt.Annunciabout:blankSEGNALA QUESTO ANNUNCIOPRIVACY
Aufgrund seiner hervorragenden Akustik konnte sich die Arena schnell als Konzertsaal etablieren. Heutzutage finden hier vor allem von Juni – August Opernaufführungen und Rockkonzerte statt.
Wenn wir uns von Italien fortbewegen stoßen wir sofort auf Griechenland und seine Akropolis.
Der Name „Akropolis in Athen“ leitet sich vom griechischen Wort „Oberstadt von Athen“ ab und ist wohl die bekannteste Vertreterin der als Akropolis bezeichneten Stadtfestungen des antiken Griechenlands. Den ältesten Teil der Stadt Athen ließ Perikles nach der Zerstörung durch die Perser unter Leitung des berühmten Bildhauers Phidias von den Architekten Iktinos und Kallikrates Mnesikles neu bebauen. Auf dem flachen 156 hohen Hügel stehen verschiedene zwischen 467 vor Christus und 406 vor Christus Tempel, u.a. der Phartenon-Tempel, in dem sich eine Statue der Göttin Athene befindet. Seit 1986 ist Athen Teil des UNESCO-Weltkulturerbes.
Und wer denkt nicht an Taormina, wenn er von Amphitheatern spricht … Wer hat nicht schon von Taormina geträumt ?Annunciabout:blankSEGNALA QUESTO ANNUNCIOPRIVACY
Abgesehen von der wunderschönen Stadt und ihrer Lage an sich hat diese bezaubernde Stadt auf der Insel Sizilien auch noch ein herrliches Amphitheater zu bieten.
Das Theater ist nach dem von Syrakus das zweitgrößte auf Sizilien. Auch wenn es oft als „griechisches Theater“ bezeichnet wird, ist es ein römischer Bau, der im 2. Jahrhundert vor Christus über einem von den Griechen im 3. Jahrhundert vor Christus erbauten Theater errichtet worden ist. Bei seinem Umbau in eine Arena wurde sein Zuschauerraum nochmals erheblich erweitert.
Das Theater diente ursprünglich der Aufführung von Schauspielern. Trotzdem fanden dort auch nach seinem Umbau noch Gladiatorenkämpfe und Tierkämpfe statt.
Das Theater ist 120 Meter lang, 50 Meter breit und 20 Meter hoch und unterteilt sich in Bühne, Orchester und Tribüne (Cavea).
Da es auf einem griechischen Theater erbaut wurde, ist es in den Hang eingebettet, während römische Theater normalerweise freistehende Theater sind. Die Stufen der Tribünen wurden teilweise in den vorhandenen Fels geschlagen und boten schon damals Platz für etwa 5400 Zuschauer. Interessant ist u.a. ein Marmorsockel mit einer Inschrift , die besagt, dass Tauromenion bei den antiken Olympischen Spielen einen Siegertitel im Pferderennen errungen hat.Annunciabout:blank
So meine Lieben, das war’s von mir für heute .. ich hoffe, dass euch mein Bericht ein wenig hat träumen lassen und euch die Lust verliehen hat, das eine oder andere Theater zu besichtigen.. Ich werde mich weiterhin auf die Reise begeben, um weitere wunderschöne Bauten und Naturlandschaften oder andere Gegebenheiten dieser Welt zu entdecken und euch dann schließlich mit einem neuen Artikel auf dem Laufenden halten …
Bis dahin … alles Liebe .. eure Brigitte Sommer ,-)
GESTIONE DELL’ ANFITEATRO BERICO QUERINI COLONNA DI ARCUGNANO
Il 31 Dicembre del 2019 Franco Malosso von Rosenfranz si è dimesso . La gestione del Teatro e del Castello di Giulietta è passata alla costumista teatrale Emma Vittoria Falcone cugina del Magistrato Giovanni Falcone ucciso dalla Mafia. La 20 a dopo :
1 Andrea Palladio- Fratelli Maltarello
2. Antonio Barban -Capra Vincenzo Maltarello 1840 -1847
3 Colonnese principe Almerigo, 1849 1850
4 Dalle Ore nobile Ermengarda Maria Amelia e Vincenzo Maltarello 1851
5. Cav. Vincenzo Maltarello 1851 -1868
6. Valmarana conte Angelo 1868 – 1899
7 Dalle Ore Ermengarda Querini 1900- 1927
8. Contessa Ermengarda e Giulia Querini gen. Grimaldi 1928-1930
10 Conte Marzotto Luigi, Ottorino e Alberto 1930 – 1931
10. Querini Giulia Adriana i 1931- 1939
11 Giuseppe Becce Aureliano Pertile 1939 1943
12 Aureliano Pertile 1943 – 1947
13. Luisa Mioni 1947 1975 (Grande Lago Longara /Onoraria Fontega)
14. gen .Ettore Malosso 1976-1986 ( Conservatore dei Loghi )
15 prof. acc. Franco Malosso von Rosenfranz – 1986 – 1989 (Conservatore dei Loghi ed – Archivista)
15. Nadia Ludya von Thurn und Taxis – Franco Ma. von Rosenfranz 1990
17. prof. acc.Franco Malosso von Rosenfranz 1990 (+2008 -2009 con E. L. Seymour ) 2010- 2015- e dal 1997 prof. Maurizio Tosi fino a febbraio 2017
18. prof. Filippo Albertin 2015 -2016
19 Otello Gobbin 2016 – 2019 – acc. Franco M. von Rosenfranz (2019 anche Arch. Giuseppe Dalla Massara )
20 . Emma Falcone al 2019
Bibliografia e Fonti
Il Gianicolo Veneto di Arcugnano di Franco Malosso von Rosenfranz a cura di Maurizio Tosi – Equipe Tosi ed. 2021 ISBN. -979-12-200-2767-0
Redazionale a cura dell’associazione Ideapolis Amedeo Gagliardi @ 20121
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