Di Salvatore Carubba 15 -2022
Frugando fra le note del Flugbuch” del gen. Ettore Malosso e nelle narrative del Gen. Giorgio Bertolaso.
Scartabellando fra le note del Libretto di Volo della Regia Aeronautica come quello tedesco, ho notato che non viene riportata la curiosa vicenda di due piloti in sevizio all’eroporto di Lonate Pozzolo, sotto il comando del Gen. Malosso Ettore resisi protagonisti di furto di aereo militare.
.jpg)
1946 . Il clima era quello del saccheggio in cui bande partigiane, sbandati ancora non completamente disarmati, mercenari del mercato nero, attaccavano frequentemente presidi militari locali. Per i criminale stragista vicentino Morozin, spalleggiato da Sandro Pertini, è ancora un momento d’oro. Il regolamento all’aeroporto militare di Lonate Pozzolo prevedeva che comandante, ufficiali, equipaggi, per ragioni di sicurezza dormissero in un bunker di cui il complesso era dotata la base. Erano momenti difficili. Ancora non era chiaro chi sarebbe assurto al potere nel paese allo sbando. Il comando di riorganizzare militarmente e strategicamente l’aeroporto, di difenderlo dalle bande che circolavano armate, di presidiarlo era stato affidato all’allora Capitano Malosso, dirigente S.A.T.A . La famiglia del generale era famosa per la secolare capacità di essere riuscita a conservare le chiavi sempre e comunque, malgrado i frequenti cambi al potere, di dimore storiche, siti, teatri ecc. Ma fu sotto il comando del generale Malosso che due piloti italiani aggirando l’ordine di rimanere nei propri alloggi trafugarono un SM 79 della ex RSI. Preso il volo atterrarono a Nuova Gorica. Che cosa era accaduto? Il leader iugoslavo Tito aveva acquistato 40 velivoli SM79. Aveva bisogno di pezzi di ricambio. Ma nel frattempo sull’ex alleato, era incorso l’embargo angloamericano. Nel cambio di rotta politico, ufficialmente non era più possibile . Tito si era allora rivolto al gen. Bertolaso compagno di lotta aerea nei Balcani, collega e conterraneo del comandante Ettore Malosso . Apparentemente, inutilmente.

Poi quello strano fatto per il quale Ettore Malosso finì sotto processo. A scrivere la parola fine a quella vicenda fu Re Umberto II di Savoia .
1946 GLI ITALIANI CAMBIANO PADRONE 1946. Il sovrano Umberto di Savoia cede i Servizi Segreti Italiani (OVRA) a quelli Italo-Americani già riformati nel Regno del Sud (OSS poi CIG- NSC- CIA). Quindi si imbarca per il volo che lo condurrà in esilio. Prima però di lasciare definitivamente l’Italia per la dimora portoghese il Re mecenate chiese di fare una tappa all’aeroporto di Lonate Pozzolo così chiedendo del capitano Ettore Malosso. Il resoconto di quella clamorosa vicenda è riportato in un suo libro autobiografico [MALOSSO E. Realtà Forse pag. 129 /Bastogi ed. ] Ad assolvere completamente il generale reo praticamente di “non aver potuto trattenere per la coda un S N 79 in fase di decollo “(la motivazione del rapporto recitava pressappoco così)

Non fu mai accertato chi avesse fornito le informazioni a quei piloti e il perché di tanto interessamento da parte dell’alto Sovrano a incontrare il cap- pilota Ettore Malosso.
DAI 3 ACQUILOTTI AI DUE GENERALI


ETTORE MALOSSO E GIORGIO BERTOLASO INSEPARABILMENTE DIVERSI Curiosa l’amicizia fra i due generali, Malosso e Bertolaso. Conterranei e compagni di accademia, amici, insieme fino alla morte. Dapprima fu Ettore che insegnò a Giorgio il segreto del volo. In altri cieli, l’uno gregari dell’altro, divisisi per due anni per conflitto di opinioni, avevano rischiato di trovarsi da nemici, a dovere duellare, sparandosi addosso. Il compagno di studi e di banco che sparava al suo amico. Fatti che se non in cielo, in quei terribili anni sono accaduti per terra , in Italia e persino tra fratelli. Giorgio Bertolaso dopo il settembre 1943 raggiunto il Regno del sud , militò nei Balcani con la Balkanian Air Force a stretto contatto con i Titini e dove operava anche l’agente segreto Licio Gelli . Per qualche anno l’Italia si era divisa politicamente in due. Il Regno del sud e i repubblichini presso la villa di Feltrinelli al Nord. Riunitisi nel dopo-guerra, i due amici militarono ancora insieme scalando i vertici delle nuova Aeronautica Militare. Ancor di più, da anziani, lo status di pensionati, permise loro di invecchiare nuovamente uniti divenendo inseparabili.

FONDAZIONE DEL SIMPOSIO CULTURALE A LAVINIO DI ANZIO. Ettore Malosso prese casa a Lavinio di Anzio. Non un posticino qualsiasi. Lavinio e le sue ex ville, assurte alla ribalta per avere ospitato nientemeno che la latitanza terroristica degli spietatissimi NAR ,i terroristi che per procurarsi le armi, solevano sparare subito, senza preavviso, a sangue freddo, per procurarsi le armi così derubando delle armi di ordinanza i poliziotti della Polizia Stradale , piantoni nelle garitte a sorveglianza di caserme, agenti delle scorte alle ambasciate

Ogni anno lo Stato Italiano mette all’asta o dona a Fondazioni abitazioni e case investimento o rifugio di terroristi mafiosi. Vale la pena di ricordare: come ad Anzio, come presso e per rivalutare le proprietà del Marchese Fogazzaro- Roi , come per l’anfiteatro Berico ad Arcugnano di Vicenza. Il generale Malosso da buon filantropo quale era, volle sborsare esclusivamente di tasca propria i fondi necessari per mantenere questi beni senza aver mai richiesto un contributo governativo.

22-05-2022 15:42 – notizie locali dell’Organico – Indimenticabile lezione del prof.Marigliani al Simposio di Anzio del 22-05-2022 dall’organico della Associazione ” Notizie Locali”
ANNI ’90 I DUE GENERALI A partire dalla fine di quegli anni meravigliosi, io cominciai a riferire loro periodicamente sulla scorta effettuata al figlio del generale Ettore, Franco Malosso Maltarello von Rosenfranz . In quelle occasioni si parlava di tutto. Dalle ex basi sensibili da loro comandate, alla politica , alla preoccupazione del generale Giorgio Bertolaso per il figlio Antonio assurto pure lui al grado di Generale dell’Aeronautica Militare, entrato nei Servizi Segreti, alla carriera del fratello Guido divenuto Capo della Protezione Civile. Era un vero piacere ascoltare i racconti del Gen. Bertolaso.. Cliccando qui è possibile ascoltare il suo contributo a History Channel, vicino a quello del Generale Bernardini, copilota nel loro volo su un Piper a Mosca .

Ad Anzio essi avevano fondato un simposio culturale che porta ancora ora il nome del suo Cofondatore, il generale Ettore Malosso, nelle premiazioni volte a incoraggiare i migliori poeti ed artisti. italiani . Talvolta interveniva il figlio del Duce, e non sotto falso nome: Romano musicista, poeta, pittore e marito della sorella di Sofia Loren .

L”attrice Sofia Loren , moglie del regista Carlo Ponti durante la navigazione, in crociera sullo yacht del maresciallo e premier della ex Jugoslavia, Tito Broz .
Concertista come il figlio di Ettore, Franco Malosso von Rosenfranz, accademico musicale figlio suo e delle pianista allieva del Busoni e di Bechstein Giuseppe Becce. Romano Mussolini era un capace Jazzista, noto per le simpatie e per l’amicizia con Duke Ellington nonché per aver difeso la musica Jazz in piena dittatura, così sfidando la la censura fascista paterna che avversava ogni espressione culturale straniera.
Quando il giovane Benito Mussolini minacciò con una pistola i genitori delle sposa. Come era il padre di Romano? Come riporta Pietro Raimondi la storia d’amore tra Benito Mussolini e Rachele Guidi ha un che di romanzesco, sin dal suo principio. Benito, infatti, domandò la mano di Rachele di fronte ai genitori di entrambi brandendo una rivoltella e minacciando un po’ tutti. Da una coppia nata in maniera così rocambolesca non potevano che nascere figli altrettanto interessanti.

I generali Bertolaso e Malosso, in guerra, prima di dividersi, avevano combattuto nei cieli del mio paese, la Sicilia, affrontando consapevolmente un duello impari durante il conflitto scatenato dall’allora premier Italiano l’on. Mussolini da tempo finanziato dalle lobby belligeranti; dichiarava guerra a tutti mentre il popolo in piazza urlava con lui : “Guerra Guerra” .

1943 Fino a quando nel 1943 il gen. Bertolaso fu il primo a capire che era una assurdità non solo la guerra in se, ma averla perfino dichiarata agli Stati Uniti d’America, laddove per più di una famiglia italiana su dieci, contava su un parente colà migrato. Una guerra fra fratelli di oltreoceano quindi. Da qui la dilaniante e sofferta decisione del gen. Bertolaso di aderire al movimento di Don Sturzo, con Bernardo Mattarella e il liberatore d’Italia, il siciliano, vicino di casa dell’allora astro nascente Frank Sinatra, Lucky Luciano .

Qualcuno diceva che fu di Luciano l’idea di lasciar dipingere sulle fusoliere dei bombardieri americani bellissime e viziose ragazze, dotate di gambe lunghe, sarebbe stato un ulteriore incentivo a passare al Regno del Sud per i piloti italiani che mai avevano visto donne simili. Lucky Luciano. uno dei venti più famosi influencer del mondo, tanto da contare forse di più di un capo di Stato. Erede dei postriboli di Al Capone e del business dell’alcool pianificato con il di lui fratello, nel proibizionismo, l’agente federale Richard James Hart in realtà, James Vincenzo Capone , fratello maggiore di Al Capone morto di infarto misteriosamente. Vincenzo, militare e sceriffo riuscì precedentemente a farsi notare dall’allora ambasciatore in Inghilterra e reggente del traffico monopolista di alcolici, il politico Joseph Kennedy! Precedente nel Far West , era riuscito a calmare riportando nelle riserve con successo adirati pellirosse superstiti delle tribù Sioux e Cheyenne, sopravvissuti alle “coperte al colera” .

I



Chi era Tito Broz? Il presidente Jugoslavo disponeva di ben sette identità diverse e anche circa la sua data di nascita si contavano almeno quattro date diverse in diversi luoghi. Astuto, pieno di risorse e agenti infiltrati dovunque.
Il GENERALE MALOSSO E IL MARESCIALLO TITO BROZ Fra quei due nemici prevalse sempre un grande rispetto e collaborazione. Perfino i servizi segreti tedeschi, Goebbels in testa, non nascosero mai la propria ammirazione per quell’uomo di cui era difficile seguire le tracce e che anche quando si credeva di averlo intrappolato, riusciva sempre a cavarsela.
QUANDO MALOSSO E BERTOLASO SFRECCIAVANO IN VOLO SOTTO I PONTI Nel maggio 1944 quando i tedeschi lanciano l’operazione Rösselsprung : “mossa del cavallo”, come sulla scacchiera. Otto Skorzeny, l’ufficiale delle SS liberatore di Mussolini rivela il nascondiglio dove Tito si nasconde. Il leader, capo dei capi, si trova sotto un pesante fuoco tedesco e resiste fino che un gruppo di eroici soldati iugoslavi viene a liberarlo. Tuttavia per il maresciallo non ci sarebbe stato scampo. E’ accerchiato ma fa a tempo a lanciare un appello. Un SOS destinato ai piloti italo-anglo-americani. Gli spericolati aviatori alleati della neonata Balkan air force di cui è parte anche l’allora tenete Giorgio Bertolaso. Una delle ex donne compagne di lotta del futuro premier era stata salvata dall’essere passata per le armi dai carabinieri in servizio presso la base aerea di Gorizia quando i due ufficiali erano stanziati la. E proprio dall’allora gregario, il Tenete Ettore Malosso. Quelli delle Balkan rispondono all’ SOS. Londra autorizza il salvataggio del temporaneo alleato destinato a divenire il futuro, più promettente premier. Già allora, la considerazione, la fama che il popolo ha per lui è paragonabile a quella di un eroe rivoluzionario Russo. , tripudio paragonabile a quello del film “il dr. Živago” di Pastenak, è Strelnikov, cioè Stalin . Il recupero di quell’uomo che fu in grado di tenere uniti così tanto differenti Stati della Jugoslavia avverrà in extremis. Avventurosamente, in condizioni a dir poco rocambolesche , sotto l’egida di un ministro come Churchill che sapeva guardare al futuro e che già con Lucky Luciano, luogotenente di Al Capone e Joseph Kennedy, era riuscito a fare entrare in guerra gli americani contro la Germania per ben due volte.

IL SALVATAGGIO DI TITO E’ notte, i temerari piloti riusciranno a violare l’accerchiamento tedesco. Atterrare e in pochi minuti e caricarlo nel velivolo soccorritore sotto il fuoco nemico. Tito sarà portato in salvo. Questa del reparto di cui faceva parte il Generale Bertolaso è una delle pagine più segrete delle storia . Tito non dimenticò mai quell’aiuto.
ACCADIMENTI SULLE MONTAGNE VICENTINE IL MIO ESCLUSIVO SCOOP Oggi per alcuni di queste vicende sono passati gli anni coperti dal segreto militare e si possono raccontare gli alterni fatti avvenuti tra il comandante Ettore Malosso, l’allora ex agente segreto di Tito ed i premier yugoslavo.

LA DROGATURA DEI TECNICI AI MISSILI NUCLEARI A FOLGARIA Ebbene pochi sanno che durante la Guerra Fredda fra la Base di Tonezza dal Cimone e la Base Tuono presso Folgaria avvenne un caso di spionaggio e terrorismo internazionale senza precedenti. Un episodio che avrebbe potuto innescare un escalation, business di spesa bellica su tutti i fronti, con il rischio sfiorato di una spaventosa guerra nucleare dalle conseguenze imprevedibili.

ETTORE MALOSSO TITO BROZ-TOTO’ RIINA I due nemici si trovano nuovamente a confrontarsi allorché i subalterni del Generale Malosso scoprono una spia italiana con il portafogli gonfio di denaro introdottasi nella base, munita di false generalità. Si era trattato di un civile travestito da ufficiale dell’aeronautica militare. Fu smascherato e bloccato quand’egli era già ormai giunto in sala lancio dei missili. L’ “Ufficiale”, parente trentino di Tito Broz , oltrepassato l’accesso presidiato dai VAM, arrivò a un passo dalla stanza dei bottoni. Scoperto, riuscì a farsi passare per un mitomane. Il comandate Ettore Malosso finse però solo di credere a questa versione. E Lo lasciò andare . ” Si tratta di un balordo” In realtà Il comandante Malosso lo fece pedinare non mollandolo mai neppure per un attimo. Chi lo aveva ingaggiato per introdursi nelle postazione segreta sotterranea della base alleata Tuono a Folgaria, nel Tirolo italiano? Quell’uomo poteva essere benissimo stato pagato da dei commercianti bellici senza scrupoli.
ESCALATION NUCLEARE SFIORATA Non era un episodio da sottovalutare. I risultati non tardarono ad arrivare. Da quelle indagini segretissime svolte, Malosso arrivò a un agente istigatore dell’UDBA ( l’ex OZNA). E da lì direttamente a Tito. il maresciallo ingaggiando una rete di agenti , aveva reclutato una spia fra suoi parenti altoatesini. Ora si trattava solo di passare all’azione.
FRA TRENTO E VICENZA LO SCAMBIO DI INFORMAZIONI, I SABOTAGGI Un ventenne pianista parlante quattro lingue giunto secondo al campionato di scherma dell’esercito Austro-Ungarico nell’armata di Francesco Giuseppe. Il maresciallo contattò l’antagonista: “Lascia in pace il mio uomo. Non era lì da voi per fare danni. Non è a noi o ai russi che devi fare attenzione sai. E’ chi hai vicino che devi temere. Una incursione amica. Un sabotaggio magari da attribuire a noi e nel corso delle quale potrebbe partire un missile. Noi siamo più preoccupati di te se parte un tuo missile da li. E ai tuoi tecnici che devi fare attenzione. Della loro solitudine nel loro isolamento. Sono in procinto di approcciarli per renderli manipolabili con la vostra eroina di stato, droga del consenso”. Il generale Malosso allora replicò: ” Sei stato un compagno di scorribande di Stalin quando lui rapinava le banche, come faccio a prendere per buono questo scambio di informazioni, a fidarmi di Te? “Qualche anno fa mi rubasti un velivolo a Lonate Pozzolo … ” E Tito : “Non mi credi? Sai chi fu a fornirci quelle informazioni ? Te lo sei mai chiesto ? Ti dirò di più”… Apriti cielo ! E a quel punto Tito alzò il tiro. Spiegò cosa ci fosse in atto. Indicò pure la strada dell’eroina destinata ai tecnici addetti ai missili. Era in atto il progetto di drogatura americano sulla popolazione Italiana. Gli interessi in gioco altissimi. “Le prossime vittime da prendere all’amo saranno i tuoi specialisti ai missili. ”

OPERAZIONE BLUEMOON cioè DROGATURA POPOLAZIONE ITALIANA Il generale interpellò allora un amico e collega alleato a Vicenza-Verona , il t.col. CIA:US ARMY Paul Tate , papà di Sharon Tate e lui: ” Quel che dice Tito è vero “: Si chiama Operazione Blumoon ” Fai attenzione. Ci sono almeno due giovanissimi vostri ufficiali medici coinvolti. Non fidarti di nessuno“. Il generale Malosso compì indagini discrete ma non arrivò a niente. Neppure se in abiti borghesi trovò qualcuno a disposto a rivelare. Ma la notizia di Tito e cioè che la droga potesse circolare nella base era certa . E non era quella che veniva da Trento.

TITO- TOTO’ RINA -MARIANO RUMOR Alias Antelope Cobbler C’era una visita dell’Onorevole primo ministro Mariano Rumor in programma . A Passo Coe in una esercitazione, era previsto il ricovero del politico Italiano in un bunker delle base segreta . Quale migliore occasione per parlargliene. Ma all’ultimo momento il Generale dovette scontrarsi con un ospite molto particolare che soggiornava a Tonezza del Cimone ( Vicenza) presso la casa di Antenope Cobbler, il nome in codice utilizzato per indicare il conto bancario riconducibile al DC on. Mariano Rumor dove il politico DC intascava e divideva le tangenti, spesso con i suoi compagni di merende “dimenticando” di corrispondere le provvigioni al Sindacato Ebraico (Cosa Nostra ) delle tangenti per gli appalti di armi, in particolare, di Velivoli pretese alla US Lockheed .
I fratelli Gaetano e Totò Riina, e Mariano Rumor presso la cui abitazione dimorava il boss Totò Riina .

sotto Mariano Rumor con Aldo Moro nell’epoca delle Stragi e regolamenti di conti nello Stato Italiano .


MARIANO RUMOR TOTO’ RIINA OPERAZIONE BLUMOON
A controllore dei chiari patti espressi con il Democratico Cristiano on. Mariano Rumor, figlio della storica tipografia vicentina, dalla Sicilia a Vicenza era qui salito un giovane fino allora poco conosciuto. Il suo nome era TOTO’ RIINA,. L’apprensione e la tensione per questo personaggio intoccabile era palpabile fra addetti ai lavori. Riina, formatosi alla scuola del primario don Michele Navarra, introdottissimo medico e sindaco di Corleone che al momento del rientro, in Italia dei 300 siculo-americani, posti a fare i sindaci e precedentemente scappati dalla Sicilia a causa del prefetto di Mussolini, il Mori .Era il temuto medico noto per aver soppresso con una iniezione il piccolo pastorello testimone di omicidio. A sua volta dicono che Riina fosse colui che abbia formato l’allora ragazzino, Matteo Messina Denaro. Uno che ne sa parecchio di esistenza di programmi derivati MK Ultra, di strategia delle bombe e che in cattività sostiene che Putin e il suo paese, sono vittime di pazzi.
LE BANCONOTE CONTRASSEGNATE DEI SEQUESTRI DI PERSONA SPESE A TONEZZA del Cimone in provincia di Vicenza presso il bar delle base segreta a Passo Coe. Anche questo era un capitolo di guerra fredda in corso , fatto di accadimenti molto simili a quelli a cui assistiamo oggi durate il conflitto US – e la ricchissima Russia. Durante l’operazione BlueMoon, Riina, sebbene segnalato, era una potenza impossibile da arrestare da parte delle AG locali e ciò malgrado fosse già latitante. Nel timore tuttavia che al di là della popolazione, con droghe del consenso potessero cascare nelle reta di drogatura i militari addetti al nucleare, su precisa soffiata del presidente iugoslavo Tito, Broz, rivelatasi esatta, Riina fu seguito nei suoi spostamento dagli uomini del generale Ettore Malosso. Ogni volta che Riina prendeva anche per un solo caffè , la banconota finiva subito dopo nelle tasche dei segugi sguinzagliati dietro lui. Risultava che il siciliano dall’inconfondibile accento, spendesse sempre denaro “marcio”. in particolare proveniente da banconote pagate per dissequestrare persone rapite tra cui imprenditori lombardi e loro familiari residenti attorno alla cintura milanese di Agrate Brianza . Qualcuno di quelli ostaggi mai più fu ritrovato , neppure cadavere. Erano banconote uscite tutte dalla Banca Rasini diretta da Luigi Berlusconi dove Totò Rina come il vicentino Francis Turatello, a quell’epoca depositava ricchissimi proventi da bische, teatro di varietà, sequestri di persona. Altre banconote emesse dalla Banca d’Italia erano state veicolate da buste paga di militari in servizio alle basi segrete. Da questo particolare il generale riuscì a determinare.
Con l‘operazione di drogatura degli italiani in pieno svolgimento in Italia e non solo a a quel punto il generale capì che non avrebbe potuto neppure contare sul proprio organico di carabinieri con compiti di polizia militare. Franco Malosso: Nessuna indagine militare nessuna forma di collaborazione interpellata era pensabile. Talvolta gli eredi del liberatore Lucky Luciano, col Max Mugnani che rientrato in quell’Italia che conta era responsabile farmaceutico alla Sanità post fascista , uno dei principali artefici delle Operazione di drogatura degli Italiani Blue Moon. Liberato per medesimo reato in USA era stato incaricato di trovare da nord a Sud allocchi che abboccassero allo stupefacente . Stupefacente che veniva reclamizzato per sedurre una bella ragazza. anche se eri un mostro. Ne era un convincente testimonial, uno come Ronald Stark che iniettando loro droga dalla base di un Hotel a Roma e Bologna , riusciva a prendere all’amo ragazze bellissime. Si vantava fra i tanti, perfino di avere preso all’amo fra mezza imprenditoria Italiana anche un giovanissimo re dei Motori , il Lamborghini. Era l’epoca dei Cantagiri a Valdagno e dei Festival Bar ad Asiago , nelle Patria Vicentina di Turatello, mentre Joe Adonis erede di Al Capone con artisti e cantanti milanesi e partenopei, voleva avviare un Cantagiro esclusivo di Cinema e Musica, presso la US base in costruzione in Anfiteatro Berico. A Tonezza saliva inoltre a prelevarsi stupefacente da avviare verso destinazione ignota top secret , fra poliziotti , vicequestori e strane altre facce, Lucky Lùciano che era risaputo poi risultava essere un fornitore di elettrodomestici americani di ultima generazione del Piex- Market Americano in Caserma Ederle a Vicenza. Ma bloccarli significava andare contro i Comandi Alleati .
IL MONDO INTERO INTANTO NON AVREBBE MAI IMMAGINATO UN SIMILE PERICOLO NUCLEARE Così , con quella stessa tecnica di approccio il piano avversario poteva prevedere che la droga cambiasse puscher. E quale tipo di droga? Il generale sa bene che potrebbe essere utilizzata nè dai suoi avieri come dai suoi tecnici addetti ai missili. Peggio poi se sulle sue guardie. Per gli operatori delle basi segrete, chiusi sottoterra basi, si sa, il tempo non passa mai. La noia era sovrana. E uno spinello poteva nascondere quella droga del consenso paventata da Tito, in seguito operazione che trovò conferma delle sua esistenza dal collega US -ARMI CIA , T.col. Paul Tate. Tate aveva perso la figlia semi -sventrata del nipotino figlio del regista Roman Polanski, nel sequestro e strage ad opera dei satanisti così divenuti tali con un trattamento a base di MKUltra culminato con a strage di Cielo Drive in Hollyvood, dove il loro capo a compenso sarebbe divenuto “padrino”. A zittire Polanski, per renderlo ricattabile e zittirlo, il Sindacato Ebraico, cioè Cosa Nostra gli affrancò una minorenne.

Forse , anche utilizzata in astinenza per i tecnici militari italiani della base. La stessa insidiosa droga del consenso che affossa la coscienza . Una droga raffinata in Belgio, dalle lobby del farmaco già utilizzata da Spirito e & Carbone con la collaborazione del medico di Hitler. Quel Dr. T. Morell che riuscì a prese all’amo perfino Adolf Hitler alla fine del 1937. L’ allora tenete Malosso stesso durante le operazioni di guerra aerea fu inconsapevolmente drogato dalle tavolette del micidiale cioccolato Pervitin prodotto dalla Temmler e a fine conflitto. Ma grazie a un bravo medico vicentino , il luminare dr. Nordera , il generale riuscì a disintossicarsi in tempo così accettando di farsi ricoverare a Villa Margherita, la Clinica in un castello sorto sopra l’ex Monte Giove in Arcugnano che divide con la vera casa di Giulietta, la stupefacente veduta del gigantesco Anfiteatro Marittimo Berico. Rammenta il gen. Malosso che nel clamore di far giustizia in fretta, a Norimberga, non si volle approfondire la drogatura tedesca che precedette l‘operazione Bluemoon e il ministro della igiene razziale del Reich, Leonardo Conti, fu impiccato troppo in fretta.
CHE FARE ? IMPIEGHIAMO FRANCO ! A quel punto per non violare una operazione militare segreta, senza interromperla, giacché la priorità era impedire che la droga arrivasse sotto una qualsiasi forma , anche al bar, sorseggiando un caffè, al Malosso restò solo il coinvolgimento blando con la Questura di Vicenza sperando in una flagranza di reato. E se quella missione fosse andata a male, in estrema ratio , sostiene Franco per fermare quel pericoloso traffico di droga del consenso, a dare un preciso avvertimento, se nessun magistrato vicentino avesse voluto assumersene la responsabilità, probabilmente si sarebbe ricorso ad ammazzare un magistrato, Il giudice vicentino Canilli già resosi odioso per l’assoluzione di Pertini e Morozin.
PRIMA MISSIONE PER IL PIU’ PICCOLO DETECTIVE AL MONDO. La missione fu portata avanti in varie fasi oltre che a compartimenti stagni per non allarmare la popolazione. anche segretandone gli aspetti concernenti la difesa militare. Ma non da militari. Fu possibile infine realizzarla con la collaborazione di due poliziotti della locale Questura di Vicenza, all’epoca in forza a Palazzo Folco in S. Marco , un tempo connesso al Parco delle Querini (Giulia ed Ermengarda le medesime proprietarie dell’Anfiteatro di Arcugnano) . La missione di Franco Malosso ebbe successo e il traffico di eroina e droga del consenso fu interrotto. anche per gli iugoslavi come i russi ciò fu motivo di ritrovata serenità.

I DETTAGLI DELLA OPERAZIONE RACCONTATI PER LA PRIMA VOLTA Si era stabilito che l’eroina arivava con volo militare NATO all’aeroporto vicentino Tommaso Dal Molin. Mancava però all’appello il fornitore. Il generale Malosso decise così di infiltrare il proprio figlio . Perfetto military brat . E lo sarà anche per una seconda volta. Quando il vicentino Francis Turatello che nelle sua offerta di protezione a non sequestrargli il figlio, aveva per complice nientemeno che il dirigente generale di pubblica sicurezza, direttore dell’Ufficio Affari Riservati del Ministero dell’interno Federico Umberto Amato. il Generale era stato avvisato che il proprio figlioletto era nella lista dei ragazzi da rapire. Da quel momento il ragazzino era cresciuto fra un base e un’altra, seguendo le tracce del padre. Il nome di quel ragazzo: Franco Malosso . Fu la sua prima missione di intelligence. segreta coperta. Si sapeva solo che rifornimento dello stupefacente era affidato a un giovane. Emerse che il corriere che la transitava era un ragazzo minorenne di Tonezza dal Cimone. Dietro rivelazione dei nomi di chi la procurava , il ragazzo puscher non passò alcun guaio e fu rilasciato. Oggi quanto accadde in quegli anni è rivelabile. La organizzazione dedita alla importazione delle droga, dopo, continuò a importare la droga sempre e quindi cocaina raffinata a Bruxelles, attraverso voli militari NATO. In seguito un commilitone del figlio del generale Malosso , il sottufficiale serg. m. Gianni Conti di soli 23 anni in servizio al Dal Molin, pagherà con la vita quella violazione coperta dal Segreto di Stato. Ammazzato di botte dietro la mensa ufficiali finirà gettato in piscina per meglio simulare un annegamento. Per portare alla luce le prove dell’omicidio inutile fu l’interessamento dell’Ammiraglio Falco Accame. E ancora oggi il COPASIR da parte italiana non si pronuncia sul riesame. Neppure Franco Malosso riuscì a aiutarla consegnandole i colpevoli del barbaro omicidio. La mamma del ragazzo che ha fondato un movimento, e morta senza mai avere ricevuto giustizia.
QUANDO SI INCAPPA NEL SEGRETO DI STATO. LE PROCEDURE. Oggi però anche i cosiddetti Leoni da Tastiera hanno capito che è consigliabile tenersi alla larga dal ficcare il naso nei delitti di STATO. Nel caso e più specificatamente della pronuncia del COPASIR o il segreto di Stato viene, o non viene concesso o capita una falsificazione consapevole delle prove, o non c’è l’ammissione di prove. Celebre il caso in cui Franco Malosso è incorso con l’anfiteatro Berico indipendentemente dal saper o non sapere, malgrado pesantemente offeso e provocato si mantenne rispettoso del vincolo di segretezza .
FRANCO MALOSSO IL DETECTIVE PIU’ GIOVANE D’ITALIA Sapevo che mai mi sarei potuto fregiare di aver bloccato qualcosa che avrebbe potuto togliere la vita di mezza Europa . I Nike Hercules erano caricati a 20 kiloton contro i 12,5 impiegati a Hiroscima . Fui premiato con una torta. Il biglietto avavo visto benisssimo che era stato scritto da mio padre . Recava la scritta :
“Da parte del Governo Italiano . Con gratitudine “.

.

Tuttavia le alterne vicende fra Tito Broz ed Ettore Malosso non terminarono qui . Franco Malosso l’eroico e temerario figlio di Ettore racconta .. Quando ero ragazzino, fu regalato alla mia famiglia un cane di nome “Lux”, anzi, sulla medaglietta che conservo ancora era impresso il nome Luks. Era un pastore tedesco che mio padre aveva ribattezzato col nome di ” Wolf” e facendoci credere che Wolf era un regalo di Bubi Hartman, asso della caccia aerea e rampollo di un’ altra famiglia che aveva fatto un discreta fortuna per la “via delle seta ” scoperta dal maestro di Giuseppe Becce a Berlino, il conte Ferdinad von Richthofen. Correva l’epoca della polemica sull’F104 Starfighter aereo che per l’asso dell’aviazione tedesca, Hartman era una” bara volante”. Non così per un pilota come Bertolaso che per primo lo condusse in Italia, nè per Antelope Cobbler cioè Mariano Rumor.
Quel velivolo di scarsa apertura alare faceva pensare ai progetti del Messerschmitt Me 163 Komet noto aereo che in fase di decollo costò un l’incidente alla primatista Hanna Reitsch , versione tedesca di un’ epoca che per donne aviatrici in Italia contrapponeva la proprietaria dell’Anfiteatro Marittimo Berico di Arcugnano (VI) Elsa Marzotto Dalle Ore. Progetti che probabilmente un disertore fra i tecnici di von Braun, aveva consegnato a tecnici Lockheed. Tuttavia in pieno Scandalo Lockheed il Gen. Bertolaso, che per primo aveva testato l’F104 in Italia, aveva considerato un buon caccia. Quel velivolo senza ali faceva pensare ai progetti di Messerschmitt Me 262 che un disertore aveva consegnato a tecnici Lockheed. Mio cugino, dirigente dell’Oto Melara mi disse che il suo vero nome non fosse Wolf , ma Lux . A mia madre, narrava Franco ,dava fastidio che questo cane si abbracciasse sempre a noi famigliari . Lo trovava poco igienico. Infine riuscì a convincere mio padre a portarlo da un parente a Vicenza. Un operatore dell’ENEL . Ma Il cane ritrovò la strada di casa. Poi lo fece abbandonare a Lonate Pozzolo. E ancora , incredibilmente quella povera bestia esausta con le unghie consumate rientrò a Vicenza nelle casa di mio nonno. Alla fine fu portato al poligono interforze nucleari comandato in Sardegna dal gen. Bertolaso . In seguito , io accettai di fare un corso di addestramento e sopravvivenza in Sardegna . Solo per ritrovarlo. Giunto a un porto, incontrai alcuni pescatori che riferirono di un pazzo cane che saltava nei traghetti. Ma non lo rivedemmo più. Non ho mai perdonato mia madre, ma neppure la debolezza di mio padre per come condusse questa vicenda.


Io non ho mai creduto che quel cane fosse un regalo di Hartman. Orbene, giunto al cospetto dei miei sospetti le mie convinzioni trovarono conferma. Tito Broz aveva avuto un cane con questo nome. Predato da Tito dopo uno scontro, il giovane cane probabilmente era appartenuto a un ufficiale tedesco, che era con gli italiani a Prozor. Tito sapeva il tedesco e conquistò l’animale . Durante la battaglia di Sutjeska , il 9 giugno 1943, sulle tracce di Tito incalzato dai tedeschi , le informazioni assunte davano per certo che viaggiasse con gli ufficiali di collegamento Britannici al comando di Bill Sturt. I servizi segreti tedeschi individuato così il loro Quartier Generale in movimento passarono le coordinate all’artiglieria . Curioso che uno di quelli artiglieri tedeschi sembra facesse parte di quelli che nelle prima guerra mondiale, il 12 giugno 1915 centrarono distruggendolo con un proiettile Skoda da 305 mm penetrato nella struttura ed esploso al suo interno il Forte nel Monte Verena a Asiago ( VIcenza) dopo che per primi i belligeranti interventisti italiani, vergognosamente, tradendo il patto di non aggressione e malgrado Trento e Trieste fossero state regalate senza colpo ferire , avevano da qui iniziato a sparare verso Trento agli artiglieri. Inquadrato il convoglio, lo centrarono con precise salve . Nella carneficina, in quel momento Luks, che era un cane tedesco addestrato, mai più separatasi dal suo Comandante, istintivamente si gettò addosso a Tito facendogli pressoché completamente scudo col suo corpo . Dopo lo scoppio di una seconda mirata cannonata, il fumo cessò mostrando il corpo di Luks crivellato di detriti che con un ultimo guaito spirò fra il braccio sinistro ferito di Tito a cui la povera bestia aveva fatto scudo. Dicono che il duro Tito in quell’occasione pianse commosso gridando: “Mio amato Lux, tutto quello che avevi per proteggermi era il tuo giovane corpo e tu lo hai sacrificato per il mio .”

Oggi assistiamo impotenti a un conflitto che prevede e speriamo solo lo svuotamento di arsenali di armi obsolete mentre si vorrebbe togliere completamente dalla gente il ricordo di Tito Broz . Un condottiero che la storia dimentica, la capacità che ebbe di sapere creare un’ alleanza fra piccoli paesi non allineati. Andrebbe rivalutata meglio la sua vita . Forse potremmo non essere più qui senza quella sua telefonata. La storia che vi ho narrato è di grande attualità.
.
Salvatore Carrubba per Anfiteatro Berico news . Aggiornato nel mese di febbraio 2023 . Tutti i diritti riservati .
0 commenti
1 pingback