OPERAZIONE PIRATI BARBARESCHI

NELL’A SOMMITA’ DELL’ANFITEATRO BERICO DEI VENETI ANTICHI CARO A G. BECCE INVESTITE LE BANCONOTE TRACCIATE DA SANGUINOSI SEQUESTRI DI IMPRENDITORI LOMBARDO VENETI

PAPA WOTYLA: “LIBERATE GLI OSTAGGI” mentre ANGELO SIINO la sera , travisato, lo accompagna per Roma ,la Banca Vaticana IOR ricicla quelle banconote dei rapimenti consegnate sotto la supervisione dei Coppola, padre Frank tre dita ) e figlio il vicentino FrancisTuratello` , prestanome dell’on. DC Andreotti . Intanto a Scotland Yard, un polizotto infedele, in seguito soppresso pure lui , fa sparire i documenti visti dal sen. e magistrato veneziano Felice Casson , relativi all’omicidio del banchiere di Calvi ucciso a Londra sotto il ponte dei Frati Neri .

LA BANCA GESTITA da BERLUSCONI RICICLA anche i soldi del SEQUESTRO CELADON. Pochi giorni dopo la consegna e la liberazione di Carlo Il denaro tracciato, a Vicenza prestatogli a Vicenza dagli Amenduni, come accertato da Giovanni Falcone, sarà riciclato dalla Banca Rasini di Luigi Berlusconi e nelle Banca Vaticana IOR. Il resto mentre altre aziende impoverite dal versamento dei riscatti falliscono lasciando a casa dipendenti speso il denaro riappare nei conti finanziamento ad alcune imprese appartenenti non solo all’Edilnord di Silvio Berlusconi. I beneficiari che appaiono nelle cosiddetta LISTA PELLIZZARI , sono almeno una trentina di imprenditori vicentini in odore di Mafia e all’interno del Tribunale di Roma per pagare consumazioni ed acquistare partite di droga sequestrata. Lo stesso denaro riappare come una trappola quando si avvicina il passaggio fra LIRA -EURO. Consegnato al costruttore edile Madonia per pagare manovalanze a partenti sulla sommità dell’anfiteatro Berico . Allo scadere del Segreto Militare di Stato, l’intera vicenda è stata narrata da Franco von Rosenfranz alias agente “K626 “nel libro Operazione Pirati Barbareschi .

RECENSIONE BETSY VAN DER MER

In occasione del sequestro di Carlo Celadon, Franco viene precipitosamente richiamato dagli States dal padre, generale Malosso,in concerto con altri due generali . DOVE E COME : , emulando l’attività paterna, perfezionavano sui satelliti in quelle nozioni che oggi hanno condotto  a un più evoluto sistema di riconoscimento ipodermico e di postura. Dotato di un falso pedigree idoneo all’approccio, ovvero letteralmente adoperato per contribuire ad una operazione di intelligence militare sotto copertura in cui non si limitò soltanto a fornire appunti di tecnologia ipotermica o di postura utili ai ritrovamenti dei sequestrati (in realtà per l’epoca erano solo rudimentali applicazioni di riconoscimento per tecnologia satellitari). Nel 1988 egli andò ben oltre a quelle che poteva essere una mera collaborazione con l’intelligence militare.
La  missione in cui  il nostro Conservatore dei luoghi  da volontario  sbancò  per tempismo e coraggio fu proprio nel contributo determinante che seppe dare al rapimento di Carlo Celadon. E non fu propriamente tecnologica.

UN FRETTOLOSO RIENTRO

Il padre lo assegnerà volontario per essere infiltrato e non tanto al fine di accerchiare l’area dove poteva essere custodito un ostaggio che inizialmente non era Carlo Celadon. Dopo un anno il segreto era ancora totale. Il ragazzo si trovava nel rapimento più lungo della storia d’Italia. La situazione sebbene coordinata sfuggiva di mano fra collaboratori istituzionali infedeli. In Italia in quel periodo storico che aveva qualcosa temeva di essere rapito e non sapeva più a chi rivolgersi. Gli stranieri abbandonavano l’Italia. Serviva con ogni modo e mezzo mettere fine all’ignobile e barbaro sequestro del ragazzo.

Franco, nome in codice K626, per l’occasione fu dotato, e con non poca fatica, di un pedigree giudiziario che non desse sospetto. Doveva risultare idoneo alla missione totalmente segretata. Solo così gli fu possibile diffondere agli emissari la notizia che i mezzi satellitari avrebbero permesso di segnalare la posizione esatta dell’ ostaggio mentre dall’altra parte stava sorgendo il Follow Money che poi deciderà l’eliminazione di Giovanni Falcone. Era ancora un aborto quel progetto frutto di studi tecnici interrotti – dichiarò in seguito … il nostro ufficiale delle Bio Guard Corps . – ma spinto dall’ impulso di salvare quel ragazzo accettai, entrando così rocambolescamente in contatto con uno dei suoi rapitori in maniera da tempo pianificata e comunque sicura. Ci volle del tempo ed altri segnali. La tecnologia in realtà anche lavorando 24ore su 24 tra il fuso orario di Hong Kong e Zurigo, non riusciva a stare al passo. Ma nessuno lo sapeva. In seguito il ragazzo fu rilasciato. Fu una perfetta operazione ombra di intelligence militare che oggi posso e devo raccontare.
Dopo quel rapimento, i sequestri di persona sui ragazzi  e sugli imprenditori, arrivati al numero di settecentocinquanta, si diradarono fino a cessare.

Ai sequestratori era stato promesso che avrebbero diviso il bottino con i magistrati calabresi assegnati in Veneto e che non sarebbero stati dentro neppure tre anni. E così avvenne. Carlo Celadon infatti dichiarò: GRAN FIDUCIA NELLA GIUSTIZIA NON l’AVEVO. Fui legato mani e piedi con catene in una buca con i serpenti al buio. Ora i soldi sono in Costa Azzurra e Riviera gestiti da insospettabili.

Dopo l’eliminazione di Giovanno Falcone, il suo Follow Money si applica solo per i movimenti di denaro dei piccoli commercianti?

https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1991/04/12/condannato-30-anni-per-il-sequestro-celadon.html

https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1990/03/14/diteci-dov-carlo-celadon-il-pm.html

https://www.storiaveneta.it/inchieste/96-documenti-e-analisi-dello-scontro-politico-nel-territorio-vicentino/1129-la-tragedia-di-carlo-celadon-il-sequestro-di-persona-piu-lungo.html

https://drive.google.com/file/d/1px0QU0A9oqsN1As8YqoLEKJ3fyMOoYHR/view?usp=gmail