Cognomi della Antica Grecia. Da MOLOSSO a MALOSSO
Malosso* (fonetica Veneziana). Re poi Magister ed esattori anche sotto l’Impero Romano nonché condottieri, artisti e successivamente Conservatori . Discendente ligneo diretto del Molosso, Re Alessandro I di Macedonia (Epiro ) zio dell’Imperatore Alessandro Magno, fratello di Cleopatra, occupante nella penisola italica, deceduto in Lucania [ Plinio}. Molos (μῶλος) in greco antico significa “combattimento”.
Col passare del tempo, il cognome Molosso ha subito alcune modifiche nella sua grafia o pronuncia. Dal “Mol” al “Mal ” si giunge a causa della trasposizione fonetica, in quanto la contiguità sillabica portava a una distinzione di omofonia contigua della stessa sulla trasposizione fonetica, al sorgere delle nuova lingua, quella Italiana. Tale cambiamento ha comportato la modifica del timbro “Malosso” per semplice migliore pronuncia dovuta all ‘influsso della lingua Veneziana Detto aspetto emerge anche nei lasciti diplomatici .
Non tutti i cognomi simili al cognome Malosso sono correlabili a parenti del deposto Regni di Macedonia – antico Epiro, assoggettatisi con la Corte all’Impero Romano
Veneziana era infatti la lingua ufficiale utilizzata nei lasciti tramandati relativi agli accordi commerciali trilaterali siglati fra il Regno di Persia, la Mongolia ( attuale China) e la Repubblica Veneta di cui il Veneziano Marco Polo in duplice veste era diplomatico per il Gran Khan.
Il rapporto fra i Veneti e i loro cognomi di derivazione greco-veneziana. Forse per i suo pseudo -esecrabile tradimento, Antenore, fondatore di Padova, è prudentemente considerano “leggendario” mentre, Schliemann”scavando la leggenda” ci conferma l’esistenza e lo splendore di Troia.
Veneti figli di Troia Ai veneti tuttavia non piace essere chiamati “figli di troia “, figlio di una scrofa letteralmente, insomma: figli di traditori o peggio: “Caproni “! Gli Italiani non studiando più la storia che già Mussolini insegnava a modo suo, così dimenticano che al di la del cognome “CAPRA” il Monticello delle capra su cui si ergeva la collinetta fluviale del Dazio, a Borgo Berga, ospiterà il tempio Pagano ispirato al Dio Giano-Janus: La Rotonda villa del Palladio, mentre come riferisce il cavaliere templare di Heilbrroon Adalber Lorenz firmandosi “Tuo Romeo “alla sua Giulietta dimorante presso i nobili “Da Porto”, o indifferentemente detti più semplicemente “Porto“, scrivendo alla sua Giulietta, parla di “una nuotata più indietro * riferendosi rispetto alla sommità della collina dell’anfiteatro Berico di Arcugnano, a quell’epoca ancora una baia , fino al 394 dC considerata Sacra, con tutti i suoi ritrovamenti romani dettagliatamente citati , sede del Magister che amministravano praticamente tutti territori attorno ad Arcugnano. Salendo da Arcugnano dopo Perarolo per S. Giovanni Monte, esiste ancora la alta frazione di “Porto” che sembra segnasse i limite delle loro estensione.
Che cosa rappresentasse la Capra nella antichità, se lo chiediamo a un gruppo campione di veneti e anche di loro Quel il Dio bifronte cornuto Caprone. Il Dio del passaggio. Loro nn l sanno . Il famosissimo critico d’arte Italiano Vittorio Sgarbi ne ha fatto un cavallo di battaglia ricorrendo spesso a dare della capra agli avversari. Quelli lo querelano. E lui grazia alla sua straordinaria cultura, puntualmente vince e viene assolto . Infatti qualsiasi giudice colto che non abbia superato l’esame di concorso per ammissione barando, sa bene che non è offensivo dare a qualcuno l’appellativo di un Dio ? Geniale ! Cosi lui imperterrito continua a “dispensare” il suddetto titolo.
LA CULTURA E I VENETI NASCE CON VENEZIA ? Talvolta la cultura vince . Anche sui costumi. Tornando a quei Veneti a cui sembra piacere pensare solo di essere assurti alla ribalta solo dalla nascita della meravigliosa Venezia dimentichi che prima di essere alpini essi fossero popolazione di navigatori. E va beh! Fra 10 anni sarà una “razza” semi completamente estinta. Eppure fu una civiltà testimoniata una loro discendenza antichissima . Quella della cosiddetta età del Bronzo . Parte anche da qui chi fu capace di trasferire ai militi romani l’arte e la capacità di coltivare attraverso i solstizi . Quei romani che per nutrirsi, precedentemente erano costretti ad inseguire selvaggina. Adriano traendo spunto dal cosiddetto Gianicolo Veneto di Arcugnano, riprodusse a Tivoli la sua villa sulle nelle sembianze di quell’orologio cosmico che è il Santuario nella ex spettacolare baia dell’Anfiteatro Barico, orologio fondamentale per coltivare . E che prima di villa Adriana ci fosse questo santuario è completamente confortato dalla ricerche trattate dal prof. Maurizi Tosi , leggibili nel libro Il Gianicolo Veneto di Arcugnano. Passati e presenti ritrovamenti di monete ecc . ci confermano sufficientemente qui anche il passaggio dei Dori, o meglio di un loro dialetto.
Lo smemoramento avvenuto nelle masse dei Veneti, fra le poche popolazioni di italiani, alleati e non schiavizzati dagli antichi Romanì è storia lunga . Lo confermano comunque, le indagini nel corso delle ricerche del guru dell’archeologia mondiale, e ventennale classificatore dell’Anfiteatro Berico di Arcugnano, il prof. Maurizio Tosi . Testimonianze della sua esistenza oltre che praticamente da tutti sommi memorialisti, provenivano solo dagli anziani. Come di quei greci che per via Adriatica e poi risalenti le idrovie fluviale del Bisatto risalivano fino alle isole sparse di Oniketa fino al Santuario Pagano di Arcugnano. Purtroppo ai veneti non portò fortuna riprendere a navigare per terra . Fu la fine per la Serenissima.
OROLOGIO COSMICO sorto ben prima dei Santuario dedicato a Diana ed Apollo, oggi intitolato alla Madonna di Monte Berico . Vicino all’altro Santuario dei Veneti antichi: l’anfiteatro Berico. Nel mezzo , li divide Monte Giove.
E pensare che Greca era anche l’armata spartana del Re di Sparta Cleonimo alla cui manodopera secondo l’architetto e ricercatore Pino Dalla Massara, in schiavitù si deve il modello di edificare l’anfiteatro Berico da quello che era un Santuario a terrazze sorto su una stupefacente baia, approdo protetto dei Veneti antichi come dei commercianti grechi di Ambra .
Nella sua temeraria impresa forte di 20.000 uomini, il principe greco ne lasciò qui 5000 ridotti in schiavitù a coltivare vigne e ad abbellire il Santuario di Arcugnano descritto anche nel linguaggio franco- mediterraneo Sabir. Insomma, in seguito alla dissoluzione della Antica Grecia, il Triveneto divenne corridoio terrestre di passaggio e stanziamento di un ristretto numero di famiglie di origine greca e più avanti nei secoli, Dalmato- Istriana – Veneziana (Ambellicopoli, Papadopoli …) Perbacco! Non solo schiavi greci . Essi assegnarono alla toponomastica locale anche i nomi dei loro condottieri e delle città di origine da cui erano partiti . Così è stato per la val Ferona . Via longara che allora nasce qui per prima o a Roma ?
Per esempio da Athenia, i Thiene o da Athenia di cui ultimi rappresentanti sono i fratelli Thiene di cui Giacomo Thiene , il presidente Nazionale dell’Associazione Dimore Storiche Italiane – A.D.S.I. Giacomo di Thiene, architetto, specializzato in tutela e recupero del patrimonio storico-artistico.
Note generali : USO DEL “DE “ NEI COGNOMI
Un monte a caso : il monte Cimone il monte di Tonezza a ricordo del Generale Ateniese delle Guerra Persiane Cimone . Ai nomi patrizi di questa ed altre famiglie di origine greca vengono spesso riconosciute diverse abbreviazioni. Per esempio i Cimone “dal Cimone ecc. ll “de” in italiano corrisponde al “von “preposizione tedesca in vigore dal Sacro Romano e corrispondente all’italiano “di” . o “de” . In Germania era frequente associare i nomi di antiche famiglie nobili identificandole per mezzo del loro feudo assegnatoli alla caduta del Pagano Impero con l’avvento del Sacro Romano Impero. Era anche il predicato nobiliare (premesso a cognomi di qualunque origine).
PERCORSO AUREO DEI MOLOSSI. DAL REGNO DI EPIRO- MACEDONIA. Una vicenda curiosa .Dove nei secoli ha trovato dimora interamente o in parte la enorme riserva aurea Molossiana . In ‘Austria dal dopo guerra, questa preposizione de (von) a questi cognomi , è stato cancellata. Kurt Waldheim, il cancelliere Austriaco è lo stesso politico, ambasciatore in Canada, segretario generale delle Nazioni Unite, il cancelliere che curiosamente concesse il nulla osta al proseguo a quell’enorme riserva aurea viaggiante. Il tesoro Macedone del Molosso .
CHE FINE HA FATTO L’ORO MACEDONE DEI MOLOSSI ? L’oro non è come la valuta . L’oro ha un peso notevole . Quell’oro , troppo pesante e rischioso da trasportare per mare, non aveva seguito il Re e cortigiani durante il loro lungo viaggio in esilio, Tuttavia esso risulta nelle obbligazioni, nei depositi certificati nei secoli , posto a garanzia per importanti imprese. Operazioni emesse dietro garanzia e in cui si imbatte chi come i gyru dell’archeologi, il prof. Maurizio Tosi ha studiato a fondo quel viaggio percorso . A partire da quello dei Templari fino alla ricerca del Sacro Graal . Orbene, dopo tanto secoli quell’oro, in gran parte di derivazione persiana, col progressivo smembramento e riduzione del Grande Regno di Macedonia assieme alle altre riserve auree degli altri Stati nel frattempo raggruppati, poi divenuti membri delle Confederazione Jugoslava , quelle riserve auree furono raccolte e riunite insieme sotto il Regno di Pietro di Jugoslavia. Fino però a divenirne primario obiettivo da predare . Il bottino di guerra fascista. Conteso da tedeschi, rubato da Mussolini. Per l’appunto, fu proprio Kurt Waldheim, futuro presidente Austriaco, una formidabile carriera alla neonata ONU a permetterne che fosse contrabbandato dalle grotta d’origine nel Cattaro dove era stato nascosto durante la fuga di Pietro. Di inventariarlo prelevandolo ( e più avanti di restituirlo ai legittimi proprietari ) per gli italiani, se ne incaricò Licio Gelli dell’OVRA che con una sua geniale idea corrompendo Waldheim, lo caricò su qualcosa come 80 vagoni vagoni ferroviari
Lingotti Punzonati dalla Casa Reale Molosso, Marchiati
Il tesoro Jugosavo comprendeva moltissimo oro Macedone ma sopratutto fu li sotto la la custodia della Serbia- Jugoslava che l’immenso tesoro Reale dei Romanov fu nascosto in attesa di poterlo prelevare in tempi migliori.
Parliamo di lingotti , non di alta gioielleria lavorata anche a Vicenza nè di oggetti come pianoforti dalle forme sinuose commissionate a i Maltarello ecc.
I Romanov pensavano che sarebbero ritornati a riprenderselo in tempi migliori. Previsione errata.
GIOIELLERIA PERSONALE Solo la gioielleria che avevano cucita addosso fu recuperata strappandola dai corsetti del sorelle dell’ultimo Imperatore della Grande Russia . L’ indagine condotta da Marie Clarire racconta che nella notte fra il 17 e il 18 luglio del 1918 tutta la famiglia Romanov fu sterminata in uno scantinato di Ekaterinburg.
Atorno alll’ultimo dei Romanov, la dinastia che per tre secoli fu al comando di uno degli imperi più grandi del mondo, Agghiacciante il racconto di quelli incaricati a sparare ai Reali che si lamentò di quanto, se non sparando loro, infine alla testa, fosse stato difficile uccidere le tre figlie maggiori perché, i proiettili rimbalzavano su collane, bracciali, anelli, medaglie e pietre preziose cuciti nei loro corsetti, da barattare in caso di necessità. Le gioie nascoste vennero rimosse dagli abiti e sequestrate dai membri del corpo di polizia sovietico appena costituito.
Non è un mistero che quello che durante quegli anni fu possibile farne uscire alcuni attraverso cortigiani, nobli Ukraini . Gli stessi Capinisti, attuali Capnist riuscirono a mettersi in salvo appena in tempo prendendo casa tra Monte Berico ed Arcugnano e nell’Anfiteatro di Vila di Arcugnano Capoluogo, occupando la cima delle scarpata opposta a quella di Monte Giove ( detta Punta delle Dama Nera )
Sotto : Nicola II, l’ultimo zar di Russia
Il Conte Micha ( de) Capinisi ( Capnist ) tenutario del ristorante Queen ad Arcugnano ( Vicenza )
Nella foto sotto, la Regina Mary, moglie di Giorgio V, con la corna dei Romanov da lei fatta modificare riparandola e sostituendo smeraldi con le perle a piacimento. É così che uno dei pezzi più belli della ricchezza della famiglia Romanov ha continuato a vivere ornando il capo di Elisabetta II.
La penisola di Crimea è situata in una posizione strategica tra il Mar Nero e il Mar d’Azov ed è collegata al Mar Caspio. Curiosamente definito né fiume né mare né lago. La Crimea è fondamentale negli equilibri politici della regione. Storicamente la Crimea ha avuto grande rilievo per la Russia, in quanto ex parte dell’Impero Russo e poi dell’Unione Sovietica .E’ anche la terra dove contrabbandano il Salmone Malossol, nero storico caviale detto Caviale dello Zar, di cui era Ufficiale la moglie del De Marchi, un tempo monopolio del Re Molosso e Alessandro Magno. Una risorsa che i Querini esportavano nel mondo attraverso gli armatori Maltarello . Basta citare il loro ultimo Teatri di Arcugnano dove come a Padova, i commensali degustavano il prelibato piatto ai Ristoranti STORIONE . Orbene, negli anni ’30 a 12 anni dalla rivoluzione, il nuovo potere si finanzia pagando misere paghe agli addetti a questo lavoro e non solo.
IL CAVIALE BELUNGA MALOSSOL DELLO ZAR Curisità e mie divagazioni
Negli anni ’50 con la sola pesca sul lago d’ ARAL il terzo lago da cui alla famiglia reale Molosso traeva il 10% della produzione di caviale Malossol fornito dell’ex Unione Sovietica. Il trasporto era effettuato da loro stessi armatori, dai Canarisi e dai Maltarel. Oggi dei vecchi porti restano solo desolate zone.
La moglie, figlia di un Ufficiale dello Zar non avrà più sue lettere né lui le lettere di lei. Quando Gorbaciov aprirà la Lubianka, le lettere dei due, alla loro catalogazione commuoveranno il perito Maurizio Quartieri. Vi si legge dentro che la moglie considerandolo riammogliato, si sposerà nuovamente. In vita effettivamente non arriverà a conoscere che la verità stava nella censura. Viceversa a conoscere la verità fu la figlioletta che non si arrenderà e entrerà in contatto con Maurizio Quartieri che le rivelerà la verità e le lettere appassionate del padre.
http://www.comune.fossano.cn.it/…/ottobre%202007_784..
Dalla Casa Reale Molosso provengono anche impresse su pergamena testi di Canti Sacri Egizi contenenti le prime note musicali estratte dagli algoritmi celesti rilevati 5.000 anni prima da Pitagora. Ma al Re Molosso, nè canti nè inni portarono fortuna vittoria in suolo italico. Rimane questa pergamena, pervenuta attraverso i suoi esattori imperiali ai vincitori, infine donata al Museo dell’Università Italiana di Bari.
Anche in Italia la Costituzione repubblicana ha tolto ogni riconoscimento giuridico ai titoli nobiliari. Idem che un soggetto che reca un nome di famiglia nobile , sia nobile. Per esempio, rimanendo a Vicenza, portare un cognome come Capra, Sesso, o Thiene non indica poi che ogni persona che riporta detti cognomi si stata eletta a nobiltà.
I QUERINI Con l’avvento del Cristianesimo, dal 394 d. C. ai venetissimi Quirini o Querini comunque discendenti diretti del Dio Greco Quirino, a cui più volte anche qui a questa famiglia è stata curiosamente cancellata anagraficamente la loro discendenza dal regno degli Dei sono una famiglia che si può davvero vantare possedere un cognome antichissimo tracciato. Idem quella del Molosso i cui deposti avi arruolati Magister ad Arcugnano, che sotto l’impero romano servirono l’Imperatore Adriano amministrandone la antica baia del Santuario del Fons nella villa di Arcugnano Anfiteatro Capologo .
Potrò sembrare paradossale anche come Casa Savoia, per tutta la durata del conflitto contro il Regno di Gran Bretagna abbia sempre mantenuto in inossidabile trust in suolo inglese propri beni all’ombra del Commonwealth. Certo, ciò questi protagonisti delle Commedie del Goldoni, più impegnati a seguire partire di Calcio, non lo si insegna esattamente come non ci sono più maestre che tirano gli orecchi come a asini che poi lamentosamente ragliano la loro dignità perduta.
NOTE GENERALI Curiosità : I COGNOMI AGGIUNTI . IL CASO DI RIGONI “STERN”.
Nella provincia di Vicenza di assiste a una caccia all’accapparramento di cognomi ebraici. Fosse accaduti durante la seconda mondiale …Basti vedere la considerazione dei loro cimoitero acattolico ed ebraico. Fino agli anni 70 era un recupero , ciè una discarica i pezzi di auto , moto olio esausto.
Betsy van Der Meer@ 2022 da pagina pubblicata Italia news 23 /10 /2021
Dal momento del mio arrivo a Vicenza, conobbi subito Valdimiro Riva . Mi raccontò la sua avventura.Lui era il fondatore dell’Ufficio Turistico delle Citta che qui si chiama Consorzio VICENZA’. E. Mi affascinava la ricerca che aveva fatto il prof Maurizo Tosi, per rintracciare il vero Molosso . Ma volevo sentore anche altre voci. E questa, dopo Bolzano, era la città giusta per ottenere queste informazioni . Mi raccontò l’intera vicenda dell’Anfiteatro Berico . Il losco tentativo da parte dei mafiosi politici di riferimento a cui anche lui doveva sottostare di cementizzare una antica ex baia , quella dell’anfiteatro Berico . Postitute, omosessuali, viados ipocrisia., spaccio di droga istituzionale ecc.
A metà degli anni 2000, Vladimiro Riva si era fortemente speso per promuovere la storia dell’anfiteatro assieme al del Teatro Olimpico così elevandoli a monumenti nazionali. E quindi mi narrò del tentativo di malfattori ormai inestricabilmente intrecciati con la locale, quello di impossessarsi con qualsiasi mezzo dell’anfiteatro.
Ne fece anche lui le spese difendendolo . Gli imposero di ritirare la pubblicazione su teatro e sulla vera casa si Giulietta. Pena il licenziamento .Era quello il suo ufficio , tutta la sua vita . Accettò a malincuore .
Fu lui a parlarmi per la prima volta di un film che callza proprio a questa città . Nella cittadina del Commissario Pepe, ovvero Vicenza c’è anche fui subito messa al corrente da lui di una vicenda che aveva avuto per protagonisti un giudice e un signore distinto entrambi siciliani . Il principe Rosario si acapparò , pagando regolarmente, titoli nobiliari ( che comunque non hanno più alcun valore). Moltissimi i vicentini in cerca di medaglie che sfilarono alla sua ” Corte” E’ il caso del Principe di Burgos.
IL PRINCIPE DI BURGOS CIOE’ IL SICILIANO ROSARIO POIDIMANI. Perché non dovrebbe essere legale fregiarsi del titolo di duca di Burgos? Quello che il siciliano Rosario Poidimani trapiantato a Vicenza, ha legalmente acquistato. Il magistrato lo assolve ricordando che i titoli monarchici comunque non si usano più da quando l’Italia è repubblicana. Quindi teoricamente, in linea di principio il truffato poteva essere lui ad avere sovra-pagato un titolo fuori corso da una nobildonna
Sembra che anche la “Spettabile Reggenza” dell’Altopiano Vicentino ” non sia immune dai documenti falsi . Sarà la moda quella di costruirsi passato di martire quando non lo si è stati così da ottenere rispetto e usufruendo delle grazie dei vincitori . E’ il caso nel caso del Veneto di padova Samuel Gaetano Artale von Belskoj-Levi a cui un negazionista come Irwin che potrebbe conferirgli una medaglia d’oro nella difesa della la secolare cultura distrutta da vandali guerrafondai legalizzati. Alludendo per esempio alle opere del Tintoretto distrutte nel non senso a Dresden, da chi l’arte non la ama come .
Poi c’è chi come lo scrittore Rigoni che per fare scoprire, trovare in modalità più ambigua, malgrado davvero non ne avesse bisogno , date le sue innegabili ottime , aderenti capacità i narrative, si inventato un cognome che non gli apparteneva affatto . Ma che incuteva mistero, potere connessioni e terrore.
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IL COGNOME EBRAICO STERN. Con la liberazione dell’incubo delle guerra da parte delle forze alleate grazie all’aiuto dei Siciliani, non solo a Palermo si cominciò ad aggiustare i cognomi che avevano in passato da cancellare esattamente come nelle montagne del Triveneto c’erano Uffici Anagrafici di Comuni notoriamente disponibili a iscrivere i falsi E’ il caso di Monticolo dove anche senza cacciare fuori un poco di oro, bastava una raccomandazione ecclesiastica o della Croce Rossa per incanalarsi nella “via del Topo” così raggiungendo il sud America con un cognome italiano nuovo di zecca.
Il CASO PIU’ NOTO AD ASIAGO IN PROVINCIA DI VICENZA Circa lo ” STERN” . Con la liberazione in seguito alla vittoria dei liberatori gli Ebrei ritornarono ad essere i dominatori . Ed anche ad Asiago , in provincia di Vicenza cominciarono a verificarsi casi che disponendo di una “manina” amica dentro l’ufficio anagrafe, nel dopoguerra, si sono aggiunti cognomi o che si sono messo il “de ” all’indomani che di fatto il Sindacato Ebraico ( Cosa Nostra ) sbarcava vittorioso in Italia. Il più celebre fra tutti ma fu grazie a questo espediente che con i rinnovati dominatori mondiali ebraici, ebbe spianata la via dei premi letterari il celebre scrittore Mario Rigoni che si fece aggiungere Stern. A dire il vero, avantaggiarsi per un discendente di ebrei non ne aveva proprio bisogno tanto era bravo, sensibile, capace . Comunque l’espediente funzionò.
CERTIFICAZIONE EBRAICA KOSHER Dal dopoguerra c’è chi rispondendo a precisi requisiti, ambisce a ottenerla ( conformità di impianti e prodotti alimentari rispondenti alle regole alimentari ebraiche)
Asiago! L’altopiano montanaro di Vicenza . Assurto alla ribalta per la discarica urbana e di rifiuti tossici del Malagon che hanno scatenato diverse pericoloso tipologie tumorali sulla popolazione montana malgrado l’alta quota . Asiago i sui pascoli, le sue malghe non sono immune dal traffico della finta fattura smaltimento, il bottino che esce dallaTARI ne lo fu all’epoca dei rapimenti per via di un tentativi di sequestro sul figlio di un noto imprenditore asiaghese. Patria di Francis Turatello , figlio di Frank Coppola,”tre dita ” prestanome delle terre in Lazio a Nettuni, Anzio, Fregene, Cassino del DC di Giulio Andreotti e talvolta anche di Antelope Cobbler, alias soprannome bancario coperto dell’ex primo ministro vicentino Mariano Rumor delle Democrazia Cristiana, partito che il favorito siciliano Toto Cuffaro vuole fermamente fare riassurgere ai fasti del passato italiano. Qui ad Asiago lo statista Rumor termino la sua vita allorché tre killer, occultati da uomini della sicurezza a cui lui nulla temendo, aveva aperto la porta, lo immobilizzarono producendoli un infarto. Stessa sorte, poco dopo toccò al proprietario dell’Hotel Croce Bianca di Asiago . Al Gastagh di Asiago, in latitanza protetta abitava il collaboratore di Giustizia Felice Maniero. Ad Asiago, non ci crederete … nel territorio comunale esiste anche un Golf Club punto ideale dove come quello delle chiesetta ex principi colonna proprietari dell’Anfiteatro Berico di villa di Arcugnano Capoluogo e un tampo passata sotto la manutenzione dell’impresario Edile Piddu Madonia, era possibile affiliarsi alla mafia giurando davanti Santini dedicati a S. Rosalia E c’era la coda di vicentini e funzionari delle Istituzioni in lista . Forse fra loro anche un infiltrato inscritto solo per carpire informazioni. Sempre ad Asiago la ditta Rigoni, a entrare nel ristretto ambito certificativo, ci ha provato
Ma il celebre scrittore asiaghese vicentino Mario Rigon, “Stern” non lo è ma stato. Neppure Cimbro. Non c’è traccia che lui sia stato uno STERN. Neppure fra la Banda ebraica Stern . Un Rigon e basta .
DATI GENERALI : ITALIANIZZAZIONE DEI COGNOMI
Tuttavia un qualche sorta di privilegio esiste ancora. I nomi dei nobili antichi sono ancora oggi anagraficamente censiti a volte in duplice veste cioè con la preposizione che precede il cognome o con il cognome italianizzato nel passaggio tra greco, lingua veneziana e lingua italiana . Esempi sono cognomi come quello dei principi Colonna in Colonnese.
I COMPAGNI DI UN LUNGO VIAGGIO: iCANARISI – LA FINE E’ il caso anche dei compagni dei quel lungo viaggio intrapreso in esilio da quelli eredi del Molosso, con i Canarisi, che diverranno Canaris. Curiosamente macabra la fine di questo ammiraglio ultimo discendente di questa famiglia . Capo dei servizi segreti Tedeschi eppure dissidente che assieme a Otto von Haeften, all’ambasciatore per l’italia von Hassell, a von Stauffenberg fu strangolato simbolicamente con corde dei Maltarello montate sui Bechstein-piano di quella fabbrica di Elena Capito che finanzio l’ascesa e le lezioni dai Adolf Hitler. Quello degli altrettanti esattori , armatori a lungo e tenutari di Teatri, fratelli Maltarello Come albero genealogico esposto presso la biblioteca di villa Cabianca a Longa di Schiavon proprietà di Jacopo Cabianca, mecenate dei Fratelli Maltarello, passata dal sede OVRA – Gestapo – Divisione Brandburg – SS Italiane al gen,NATO Lambert, oggi sede sede dell’Accademia musicale pianistica giapponese Showa. prima, ( bibliotreca nel 1946 poi riposto presso archivio sorelle Mioni -Papadopli-Wollemborg .
I Fratelli Maltarello, proprietari anche della Fabbrica Reale Maltarello dei Rosenfranz sorta sia in parte sotto l’impero d’Austria che sotto il Regno D’Italia . Anche) i Maltarelli erano anche strettamente legati ai Reali eredi dinastici di Macedonia Molosso attraverso matrimoni contratti fra consanguinei o parenti e per più volte per diverse generazioni .
Il RAPPORTO DEI MALTARELLO CON L’ARCHITETTO ANDREA PALLADIO Sono anche loro trascritti come Mattarello – Martarello o come riportato dall’av. Vito Raeli il Malterello o Matarello o detti ” I Matterel “, tra cui Pietro, figlio degli armatori, fratelli Maltarello. Con i suoi familiari, come riportato dal “Diario di Galileo” a Longare, fu Pietro Martarello , a Venezia a prendersi amorevolmente cura del Palladio che in punto di morte, avvenuta a Casa dei Martarello a Venezia così conferì a uno dei fratelli pure l’incarico di vigilare come Conservatore nel suo irrealizzato Teatro Olimpico e “prudentemente ” su quello Berico ( il suo Santuario pagano dell’Anfiteatro Berico ) che il grande architetto aveva descritto come un Grande Teatro . Un teatro in cui i Maltarel sono da secoli custodi.
(il Teatro Olimpico, e all’aperto, quello acquatico Berico dei Querini -Colonna-Grimaldi -Grimani_dalle Ore.Marzotto , quello degli Antidonà, in via S.Francesco Vecchio a Porta Castello la sala musica di Palazzo Zorzi Giustinian – Maltarello, quella da loro progettata di villa Chiericati Cabiaca a longa di Schiavon ( poi sede OVRA -SS Italiane -Gestapo ,quindi Gen. NATO Lambert, Villa Chiericati, Cabianca, Mugna, Tamaro, Lambert, Showa Academia Musicae di specializzazione pianistica -Tosei Gakuen)
I costruttori della Reale Fabbrica dei pianoforti Rosenfranz , spesso trascritti con Mattarello, Maltarello o Martarello, Maltarel, Mattarel. I prinicipi Colonna ex proprietari dell’Anfiteatro di Arcugnano, a cui viene intitolata la via d’accesso sull’antico lago, il più antico del nord Italia, presso Monte Giove, detta “Costa-Colonna” da cui il nome della ” via” che costeggia l’anfiteatro di Acugnano sono qui chiamati anche Colonnese. I Giustinian a loro volta possono essere chiamati in duplice modo. Anche Giustiniani. I Thurn und Taxis o della Torre, Tasso. Non fanno eccezione a questo solitamente duplice utilizzo anche completamente diverso , dei Reali di Casa D’Este o derivati da Lozzo d’Este, Obertenghi , Saxson, Hannover, Windsor ecc. Ma qui il discorso è lungo, complesso e politicamente mutevole per ragion di Stato. Spesso esso cambiò a seconda del tipo di considerazione che una classe politica al potere ha della storia e dei Regni di Monarchia da cui discende. Così che il discendente di Neottolemo potrebbe essere trascritto con l’epiteto di Pirro e viceversa. Pensiamo a quando gli Italiani dichiarano guerra all’ Regno Unito mentre in trust, i beni dei Savoia, in Inghilterra come in Italia manco saranno sfiorati dall’esproprio che viceversa temerariamente e rovinosamente ebbe seguito per esempio con i beni Asburgo -Lorena in Italia . Predati dagli Italiani affrancati alla lobby delle armi, al termine della guerra d’aggressione che l’Italiani nel 1915 scatenarono contrò l’ex Grande Impero d’Austria, perdendo con Trieste così l’accesso privilegiato ai più gradi porti fluviali marittimi convenzionati confiscandone le da lui realizzate ferrovie* palazzi ecc. ecc. .
CRONACHE RECENTI : VOLANO GLI INSULTI ALLA MONARCHIA AMBIENTALISTA INGLESE Al lato pratico presso la casa D’ Este, il ministro dei Beni culturali Giancarlo Galan (MIBAC) la cui segreteria dal 2002 risulta consapevolizzata degli accadimenti di cementizzazione selvaggia con denaro riciclato da traffico di droga proveniente dai sequestri di persona, mediante ville abusive e devstazioni ambientali colpose che scorrono irrefrenabili presso la sommità mutilata in Anfiteatro Berico, e dove il clan Madonia spende elargendo ai vicentini il premio strage Borsellino attraverso banconote tracciate anche da Giovanni Falcone . Quelle del sequestro Celadon . A causa della fine della lira per l’avvento dell’Euro, investite in fretta e furia nelle sommità dell’Anfiteatro Berico oltre che comparire sui conti correnti di alcuni imprenditori vicentini. Altrettanto vicentini dunque . Come vicentino è Carlo Celadon. Chi le ha rifilate all’impresario edile Madonia ? Quella vecchia mafia, a VIcenza controllata dal Francis Turatello . Il boss Vicentino finirà simbolicamente smembrato alla maniera di Romolo , il del fondatore di Roma, Romolo . Romolo smembrato come il Molosso. E’ il segnale del potere della nuova mafia dai colletti bianchi che in qualche forma aspira a rivestirsi di nobiltà arraffando titoli, medaglie, pagando pur di esserci a manifestazioni prettamente riservate a famiglie. Per vedersi ceduta una partecipazione ed apparire, c’è chi è disposto anche a corrispondere ventimila euro per una una serata. Ne prederà le distanze l’auto proclamatosi erede del Generale Epaminonda detto il Tebano . Vi è poi la tendenza a smembrare romantico-storiche proprietà nobiliari quasi per mostrare i propri potere sui regnanti millenari. Quando la realizzazione dell A21 prevedeva che il parco dell villa Saraceno del Palladio fosse tagliato a metà dal tracciato autostradale, gli ambientalisti insorsero. Più semplicemente chiedevano il completamento e la manutenzione della in gran parte già realizzata e poco inquinante idrovia da Lugano a Venezia e a Vicenza ecc.
Negli anni90 A seguito di atti di terrorismo Emma Seymou inglese colà abitante è costretta a rientrare in Patria in Uk. mentre il ministro on. Giancarlo Galan contro la Landmark Trust intraprende una strana battaglia.
Purtroppo però gli investimenti tiravano dritto in un altro contesto. Il ministro italiano del MIBAC on.Giancarlo Galan disse: “Gli ambientalisti rappresentano “Il male oscuro” dell’Italia. Un male che degrada l’ambiente e l’economia dell’Italia e del Veneto .Rappresentano quelle forze che hanno letteralmente avvelenato il Veneto, Tra costoro desidero segnalare la presenza di una pseudo fondazione inglese ( La Landomark trust di cui è PRESIDENTE CARLO D’INGHILTERRA ) che, con prepotenza di stampo colonialista e arroganza da padroni della filanda si è data sempre da tare per mantenere in condizioni ambientali pericolose villa Saraceno ad Agugliaro”.
VERSIONE UK Environmentalists represent Italy’s “dark evil”. An evil that degrades the environment and the economy of Italy and the Veneto. They represent those forces that have literally poisoned the Veneto. Among them I would like to point out the presence of a pseudo English foundation (The Landomark trust of which CARLO D’ is PRESIDENT ENGLAND) which, with colonialist arrogance and the arrogance of the owners of the spinning mill, has always worked hard to maintain Villa Saraceno in Agugliaro in dangerous environmental conditions”
CHE RESTA DI ESTE OGGI LA CITTADINA DOVE LA VITA E’ IN PERICOLO. Purtroppo, ESTE la Riviera Euganeo- Berica, con l’esodo progressivo, nel’l abbandono delle sue terre da parte di quella nobiltà che diede i Regnati a tutta Europa e non solo è oggi, quarta città più pericolosamente inquinata del mondo . Divenuta una immenso letamaio a cielo aperto dove galleggiano rifiuti colà occultati . Denaro dei cittadini che grazie a fasulle fatturazioni no affronterà mai i necessari cilci di smaltimento .Rifiuti che arricchiscono a dismisura il portafoglio di rappresentanti istituzionali. Denaro imboscato proveniente dai versamenti TARI e che riappare intestato a prestanome di comodo di quest’ultimi . Rifiuti non affrontano il pagato costoso processo di smaltimento . La TARI i pagata dai cittadini , denaro che serve per corrompere , finanziare come ostacolare qualisasi forma di cultura denunciante questi criminali istituzionali . Ecco perché questo nuovo genere di pericolosissima ricchezza temuto da Giovanni Falcone è capace di finanziare , addomesticare sopratutto l’ informazione. Giornalisti disperati che diventano così fiancheggiatori funzionali al servizio delle organizzazioni mafiose atte a influenzare cultura , elargire borse di studio a qualsiasi asino capace di dirottare altrove il fenomeno, mente e solo è bastante seguire il lezzo puzzolente la monnezza occultata spunta imboscata un poco dovunque.
L’ULTIMO DEI MOLOSSI Un aspetto questo combattuto. Appunto da greco antico Molos (μῶλος) ” il combattente “ dall’ ultimo Conservatore dei luoghi localmente Franco Alessandro Malosso Maltarello von Rosenfranz intervistato, lapidario, dice : ” Se propio non potete farne a meno di questo business in cui viceversa potreste primeggiare assegnandovi a gareggiare in un processo di reale risanamento, occultate almeno questi rifiuti altrove. Non qui . ” Franco Malosso von Rosenfranz è l’ultimo combattente di quei magister territoriali assoggettatisi in quanto vinti, all’ antico Impero Romano . Un territorio che difende fin da ragazzino . Da solo. Per questo sarà ferocemente infamato. Sotto il suo comando un pugno di uomini, forte solo di tecnologie più che per potere. Per alcuni studiosi quel che accade ad Este e più in generale attorno al territorio del Comune sparso di Arcugnano è un accadimento assai poco signorile. Auto-lesionistico . Sopratutto se cercato in modelli atavici di riferimento comportamentale .
CRITICITA’ : UN NUOVO BUSINESS AD ESTE Permette facili arricchimenti, ma mostra una davvero poco fantasiosa forma di fare business di questi amministratori . Un fenomeno autodistruttivo. Anomalo per i rappresentanti di un paese: l’Italia. Nazione che si fregia di far parte dell’Unione Europea. Forse l’ auto-estinguimento di popolazione derivato da memorie ataviche, risentimento di schiavi , dagli antichi romani, costretti atavicamente a migrare qui e qui a morire . Di quei rifiuti tossici sembrano scherzarci solo i “Venetisti” . Le aziende scaricano di tutto. La fattura fasulla . Il bottino fa gola. Lo sostiene la popolazione versando la tassa TARI . Un business consolidato. Fin dai tempi del proibizionismo, l’alcool o la droga serve acquistarla. Con la TARI, sei certo che non stai finanziando cioè anticipando la mafia ? Una mafia che con guadagni da capogiro compra informazione, radio tv giornali, cultura e arte . Purché no si parli di questo suicidio di un popolo.
Nel contesto sembra echeggiare a monito di chiunque avesse distrutto il suo tempio, la maledizione di Diana, dea delle natura nel Santuario oggi della Madonna di Monte Berico sopra la piana dell Dio Berginus E così i suoi laghi , la lagna di Venezia i suoi corsi d’acqua che Strabone ci ricorda fossero niente affatto stagnanti e paludosi ma acque limpidissime – Come mai oggi sono divenuti un ricettario di parassiti, zanzare a cui il veneto moderno che non si è mai fatto un giretto ad Ague- morte sembra convivere abituato a sguazzarci felice, spensierato. E che per nuotare nel blu serve approdare alla sponda opposta , da anni divenuta Croazia. Un poco meno felici questi eredi degli antichi Celti veneti- Ma solo quando di tratta di fa la coda per il certificato oncologico all’ospedale . Potrebbe trattarsi di una semplice maledizione di Dio. E al diavolo i nobili che dicono discendessero dagli Dei. Uno può anche non crederci, ma nel ristagno operato dissennatamente a solo a vantaggio del latifondo, prosciugando intere superfici lacustri d, disfandosi del pesce lacustre. La storia insegna che per liberarsi del conseguente marciume, ci vollero molti anni prima che la peste derivata da questa considerazione sudicia , poco igienica, poco rispettosa del Creato, dopo aver fatto migliaia di morti fosse sconfitta metabolizzandosi . Lo ricorda l’apparizione della Madonna sul Santuario che era di Diana ed Apollo. Quello di Monte Berico . tutto si evolve. Non solo i cognomi . Oggi con il COVI 19 abbiano avuto una nuova evoluzione.
OPERAZIONE GOLDFINDEN RECUPERO DELL’ORO DEL MOLOSSO (vedere anche : Liberazione Carlo Celadon, Operazione Pirati Barbareschi ) e la rinuncia da del tesoro di famiglia da parte dell’ultimo erede . Betsy van Deer Meer@ 2022
NEL CINEMA:
Il Blasone Malosso Veneto
Biblografa essenziale Veneta
BREVE STORIA DELLA CIVILTA’ FLUVIALE VENETA di Anna Maria Ronchin ed: Edar postfazione di Renato De Paoli. 2016 . Vicenza Tipografia Esca .
Anna Maria Annette Ronchin postfazione Renato De Paoli ; NEL TEMPO DELLA DEA ; Edar edition d’art Renato De Paoli ; 2016 Tipografia Esca Vicenza
Franco von Rosenfranz : “Die alten heidnischen Kulturen Euganeo Berica”1989 ed: RC Bologna .
Adele D’Alessandro Il collegio degli Hieromnamones all’epoca di Alessandro il Molosso: il complesso equilibrio tra ethne e basileus nell’Epiro antico.
Franco von Rosenfranz: Il Gianicolo Veneto di Arcugnano ed: 2021
https://www.lifegate.it/idrovia-presto-da-locarno-venezia-passando-per-milano
Müller, Fragm. Hist. Graec., II, p. 461.
- Fragmenta historicorum Graecorum, volume 1 Müller,
- Fragmenta historicorum Graecorum, volume 2
- Fragmenta historicorum Graecorum, volume 3
- Fragmenta historicorum Graecorum, volume 4
- Fragmenta historicorum Graecorum, volume 5
- Digital Fragmenta Historicorum Graecorum (DFHG)
Renato De Paoli VICENZA LA ROTONDA PALLADIO VISTA FLUVIALE BACCHIGLIONE VICENZA
CANOE SUL BACCHIGLIONE incantevole visione.
Renato De Paoli Rotonda, Villa Capra di Palladio dal Bacchiglione
CANOE ALLA ROTONDA CIVILTA’ FLUVIALE
DOMENICA 11 OTTOBRE 2009 VOGA TREPORTI VENEZIA VICENZA PER ACQUA
betsy.vandermeer.w@gmail.com 10 /1 /2023
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