Riviera Euganeo Berica. Da qui è iniziata la dinastia dei Windsor, discendenti di una antica nobiltà partita da Este. (Azzo II d’Este-Obertenghi-Saxon -Hannover…) Este un tempo era la fucina di origine degli Estensi. Praticamente la nobiltà di quasi tutta l’aristocrazia Europea parte da Este che proprio qui per tutta la Riviera Eugano Berica aveva come Corte Domenicale.
Almeno fino al 1934, in barca, provenendo da Venezia a Este, sempre , in navigazione, era possibile ormeggiarsi nella darsena del Santuario dell’Anfiteatro di Arcugnano ex proprietà delle famiglie Matidia e Sabini proprietarie dell’ ex baia del Grande Lago di Vicenza, quando essa era amministrata dai magister macedoni .
L’ARISTOCRAZIA MONDIALE LEGATA ALLA RIVIERA EUGANEO BERICA Nei secoli , alla impraticabilità dei percorsi stradali esistevano belli e pronti quelli fluviali. Da Padova e da Venezia, i cittadini più facoltosi raggiungevano in barca i pendii collinari per riposarsi e soggiornare. Erano attratti sia dalla bellezza dei colli, ma anche e soprattutto dalla convenienza dell’investimento verso quei fondi. Nel merito, si sprecano le descrizioni dei viaggi fluviali per diletto. sopratutto dai Querini, dei principi Colonna, dalle famiglie Anti Donà tenutarie anche del Teatro Olimpico a Vicenza , dei Trissino, dei Marzotto -dalle Ore , dei Grimani – Grimaldi.
Il teatro Olimpio a Vicenza
NON SOLO PIETRE. MA TURISMO D’ELITE E’ con la pietra dei Berici che furono costruito l’Anfiteatro dello Zairo ( poi una volta spianato i suoi blocchi furono recuperati per realizzare il grande Prato della Valle ,S Giustina e il Santo , qundo il ponte di Rialto e molti edifici di Padova e Venezia. La pietra partiva dalle cave di Nanto e di Costozza, passando per il porto di Albettone, centro di smistamento . Da li per Vo’ Vecchio, altro importante scalo fluviale. proeguiva dal Rivadolmo ed Este. Altri centri considerevoli sia per l’estrazione che per il porto, il tragitto che passando per Chioggia terminava o a Padova o nelle laguna Veneziana , richiedeva molti materiali e beni ai centri dell’entroterra e questo consentì lo sviluppo di un intenso commercio fluviale. Dalla zona Berica ed euganea attraverso la rete fluviale arrivava alla città lagunare principalmente materiale roccioso.
Le barche che solcavano l’anello fluviale però non trasportavano solo merci ma anche persone che per diletto si spostavano dai centri di Padova e Venezia verso i riposanti luoghi collinari.
La testimonianza del loro soggiorno nelle zone collinari euganee e beriche è la numerosa presenza di pregevoli residenze signorili vicino all’ambiente fluviale. Queste, nate inizialmente per controllare l’attività dei poderi, sono poi diventate le residenze estive dei proprietari.
Il fenomeno della villeggiatura si accentuò nuovamente nel XVI secolo, quando la costruzione della residenza in campagna no solo per i nobili veneziani, diventò uno status symbol internazionale .
I canali Bisatto e Battaglia hanno costituito perciò le autostrade fluviali verso i luoghi di villeggiatura euganei e berici, contribuendo a sviluppare in questi luoghi un turismo d’élite.
ESTENSIONE DEL “REGNO” DELLA RIVIERA EUGANEO BERICA. Nei tempi decantati da Strabone e Plinio, quando cioè zanzare e parassiti qui diversamente che da oggi, proprio non se ne vedevano e le acque non venivano abbandonate a stagnare, geograficamente essa si generava partendo sotto il tempio dalla Piana Vicentina del Dio Berginus che si affacciava sulla collinetta del Monticello delle Capra ( dal 1500 sede della Palladiana Rotonda) [Rosenfranz / Il Gianicolo Veneto ed 2019 ]estendendosi poi nel territorio lacustre dominato dal Santuario Pagano situato sulla sommità dell’Anfiteatro delle Villa di Arcugnano Capoluogo.
La propaggine terminava estendendosi fino al rivierasco Euganeo, casa del Petrarca . La Riviera Euganea era meta raggiungibile per via fluviale, la preferita dai nobili e patrizi veneziani . Essi la navigavano fino raggiungere le loro residenze nei i Colli Euganei e Berici .
Il Santuario un tempo dedicato al Dio Ogno -Agno , poi al dio Giano padre del Dio Fons, è vicinissimo all’altro Santuario: quello di Monte Berico. Fino al 1500 era ancora colà visibili di suoi tempietti di materiale solido e pregiato, difficile da demolire che furono quelli dedicati ad Diana, Apollo, infine, dopo l’apparizione della Vergine, divenne il Santuario della Madonna di Monte Berico . Il vicino Santuario di Arcugnano, l’enorme spettacolare teatro a terrazze guarda ancora oggi fino a Venezia. E’ esso compreso fra Monte Giove e il lago del Fons (Fontega). Le sue acque scorrevano luccicando rigogliose e trasparenti per la Rivera Berica fino Orgiano (Origine del sole del Dio Giano )- Lumignano (il primo costone che si illumina ai primi raggi del sole del Do Giano )-Longare. L’ Anfiteatro di Arcugnano, con la sua via longara che a Roma, esattamente come a Vicenza, si sviluppa a lui perpendicolarmente determinando con precisione l’assetto del Gianicolo Romano, era il Luogo natio di quella dama vicentina che aveva ereditato dai genitori il misterioso Santuario di Arcugnano. Divenuta moglie dell’imperatore Romano Adriano, lui presso la sua villa Adriana -Tivoli – Villa D’Este a lei dedicata, in omaggio alla sua figura e a questi luoghi, ne riprodusse qui artificialmente alcuni dei suoi più incantevoli particolari facendo della villa un capolavoro, fra i più visitato al mondo.
Il santuaro nell’anfiteatro d i Villa di Arcugnano Caoluogo e sotto le similitudini allestite scenicamente a Villa Adriana a Tivoli. Tra Canopo e Serapeo .
Canopo e Serapeo ripreso da Adriano dall’Anfiteatro di Arcugnano Capoluogo – media cavea : Parte della grande caverna che ospitava i greci schiavizzati del Principe Cleonimo di Sparta . La grande volta crollò col terremoto del 117 . Fu riprodotta con la sua cascata dall’Imperatore Adriano presso Tivoli ..
Da segnalare che i progenitori dei Windsor non erano i soli noti nobili dell’area . Sempre nel 1000 Federico II di Svevia , di Enrico VI e da Costanza d’Altavilla. il più italiano degli imperatori tedeschi, a Enrico v di Franconia che nomina i Da Porto reggenti della zona . Da questa famiglia e in questa area, più precisamente , dominante l’Anfiteatri Berico nasce la vera Giulietta di Luigi da Porto (1485 – 1529), scrittore e storiografo, autore della Giulietta (Historia nuovamente ritrovata di due nobili amanti), alla quale si è ispirato William Shakespeare per il suo Romeo e Giulietta.
NOBILTA’ ADIEU’
MAFIA DELLA MONEZZA . Al millenario business dei latifondo e della pesca è subentrato nella nostra epoca il business del finto smaltimento dei rifiuti. Un lento suicidio del territorio.
FRA OMICIDI CHE SI CONTENDONO FRA BANDE IL PRIMATO DEL NUOVO BUSINESS – MONNEZZA. La cittadina Fortificata, di Este il cui destino del toponimo attuale di “fortificato” ha in se ormai solo il finto illecito smaltimento dei rifiuto tossici e urbani.
I COMUNE DI ESTE E’ SOCIO DELLA SESA spa Un business che attraverso la TARI, la costosa tassa pagata dai cittadini Italiani in realtà finanziata Mafia e Politica. . Un affaire miliardario che corteggiate dalle enorme opportunità di facile arricchimento, insozza l’intera Pianura padana Veneta Italiana . Tra il 1992 e il 1999 A tentare di fermarlo perfezionando i suoi satelliti, dalla sede da cui dipendeva da Buckingham Gate 1 (OTC – TELSTRA) di ci provò il Conservatore delle latifondiste Mioni -Papadopli -Wollemborg, IP manager delle telecomunicazioni satellitari internazionali Franco Malosso von Rosenfranz i cui tecnici , con successo, da anni studiavano a perfezionare il riconoscimento ipodermico umano al fine di rintracciare i rapiti dai sequestri di persona. Purtroppo 1997 il Conservatore di ferro di questi luoghi dovette desistere. Scampato al suo sequestro con inseguimento e sparatoria tra Arcugnano e Longare in Riviera Berica in cui i malviventi, grazie alla pronta reazione della e scorta ebbero la peggio, quest’ultimi inviati dal siciliano esperto in rapimento di imprenditori, convivente ad Arcore di Silvio Berlusconi, il Vittorio Mangano, dietro al rapimento del tentato sequestro, ripiegarono questa volta prendendoli in ostaggio il figlioletto. L’ultimo dei Molosso dovette allora trattare e spogliandosi della direzione delle sue aziende pur tuttavia scrivendo in quei giorni sulla vicenda in modalità codificata i libro : La dama nera del lago delle Fontega . Le rimostranze circa il taglio in due del parco della villa Palladiano Saraceno di cui è onorario il Principe Carlo di Inghilterra in Landmark Tust provocarono lo sdegno nel ‘Ministro dei Beni Culturali (MIBAC ) Giancarlo Galan, con il cognato dai Giudici Veneti finirono per i responsabili con una assoluzione per prescrizione dal reato di devastazione ambientale del veneto ( Rifiuti falsamente smaltiti) per prescrizione emessa dai Giudici veneti .
La vicenda, tutt’altro che conclusa prese avvio allorché il ministro italiano on. G. Galan nominato dal senatore di Silvio Berlusconi, il siciliano condannato per Mafia, nel processo relativo alle stragi su cui trovarono la morte anche i magistrati Falcone e Borsellino, l’on. Marcello dell’Utri, attacco così i Windsor scrivendo : Tra costoro desidero segnalare la presenza di una “PSEUDO-FONDAZIONE INGLESE” Inglese : la Landmark Trust di cui è onorario il Principe Carlo di Inghilterra. PSEUDO-CULTURALI saranno così definite anche le conferenze del Conservatore Malosso col prof. Maurizio Tosi da un magistrato del Tribunale di Vicenza ) che con prepotenza di stampo colonialista e arroganza di padroni della filanda...”
Oggi l’UE ha affidato il compito all’Agenzia Spaziale Europea (ESA) un progetto denominato Wastemon. Prevede nelle proverbiale, secolare ingovernabilità italiana, la mappatura costante del Territorio con obiettivo di smantellare il traffico dei rifiuti che tra pianura padana, Terra dei Fuochi e mare di tutti è un problema internazionale. Questa operazione potrebbe divenire difficile da bloccare viceversa che nel passato, grazie alle enorme somme che gravidano a chi si presta a emettere finte fatture di smaltimento nel letamaio italiano . Dati così incrociato a ritroso forniti dalla Commissione MONY VAL, teoricamente metterebbero alle corde con i mesi contati il traffico. il money wall è sotto progetto del Follow Money del martire dr. Giovanni Falcone. Stravolto nei suoi obiettivi è stato volutamente fatto rendere odioso e fastidioso in quanto sembra stangare solamente i piccoli commercianti, sottintende il Conservatore Franco Malosso von Rosenfranz ( volontario EU Bio GUARD CORPS)
AFFARI DORO CON IL FINTO SMALTIMENTO DEI RIFIUTI nel suicidio della sempre più malata popolazione italiana, il cittadino non sa che sta finanziando la mafia . Altro che cicli di smaltimento affrontati ! Qui le industrie chiudono e chi può svende la terra ai trafficanti di scoasse (in dialetto veneto) , scappa migrando lontano da quella che è ormai e lo si vede anche al satellite, una immensa discarica tossica europea visitata da solo turismo mordi e fuggi. Il meccanismo assai poco fantasiosamente, così contravvenendo i geni creativi Veneti del passato, il traffico si nutre di fittizie fatture di smaltimento che ha trasformato la pianura padana veneta una immensa puzzolente cloaca tossica presso la quale ( in Vo Eugeno -Pojana) si sarebbe generato perfino il COVI 19 Veneto) si trova al centro di quella Riviera Berica Euganeo Berica . Per ora alla gente di questi luoghi che d’estate no n può manco più esporsi al sole a causa di zanzare parassitarie che vanno a nozze sulle acque stagnanti va bene così . La agognata ricchezza in fondo ha sempre un prezzo da pagare !
Bibliografia
Richard Wagner – Maltarello Margerita Arcugnano baia del Liebestod Tipografia Rumor1849
Una guida per il turismo fluviale lungo il canale Vigenzone
Università di Padovahttps://thesis.unipd.it › bitstream › Zanovello_Laura
di L ZANOVELLO — ZANETTI P.G., Andar per acque da Padova ai Colli Euganei lungo i navigli. Itinerario in barca e in bicicletta, Il Prato, Padova, 2002.
Zanetti, 2002
Grassi, 2000.
Franco M. von Rosenfranz Die alten heidnischen Kulturen Euganeo Berica 1989
Franco M. von Rosenfranz : Il Gianicolo Veneto di Arcugnano
Tutte le pubbliczioni corca le idrovie tra venezia e Vicenza di Renato De Paoli
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