Prima che attorno alla piana del Dio Berginus sorgesse Vicenza dando il nome a tutta la Riviera Eugane Berica che si apriva da li svettavano 2 Santuari proiettati vesto Este . Il più antico, il santuario nelle baia dell’Anfiteatro Berico e quello di Monte Berico dove c’erano i Templi di Diana Dea della Natura ed del Dio Apollo, dal 1420 dedicato alla Madonna in segno di matabolizzaazione delle pestilenze che il latifondo aveva determinato sulle acque divenute “morte” . il primo auelo di Archeo -Agno ( antico Dio Ogno – Agno, poi Giano, Dio Bifronte del Passaggio e padre del Dio Fons ( li a causa delle conformazione delle baia dell’anfiteatro, le acque con la circolazione fluviale verso la piana veronese e verso le piccole dolomiti erano proprio interrotte. Era esso la sede anche del magister in Arcugnano era collocabile presso gli attuali resti di Villa Montanari-Querini ed era il tempio di massima venerazione dei Pagus ( I Campagnolo/i) L’ANFITEATRO BERICO è sorto ben prima del vicino Santuario di Monte Berico (ex tempio di Apollo e Diana). Situato in Villa di Arcugnano Capoluogo secondo Galileo Galilei era l’opera più nota fra quelle perdute, realizzate in cattività dagli Spartani del principe Cleonimo. L’Anfiteatro Marittimo Berico oltre ad essere unico per il surround che gli deriva dall’essere acquatico è il più grande teatro vicentino all’aperto oltre che del mondo. La sue dimensioni, la sua isola, l’ex tempio di Ogno-Agno-Giano poi divenuto castellato che vi si affaccia, orientato al sorgere del sole ovvero rivolto a Orgiano-Lumignano, rappresentano certamente uno dei monumenti di maggior fascino anche per la straordinaria posizione a dominio nella baia terrazzata, quella del suo lago più antico del nord Italia, un bacino misterioso che appare e scompare, attuale Fontega. Il teatro fungeva da Orologio Cosmico fondamentale per il calcolo dei solstizi ed equinozi indispensabili per il raccolto in quanto risulta perfettamente collocato e orientato alla cintura di Orione. E’ collocato sulla traiettoria Padova Este Vicenza delle riviera Euganeo Berica sul fondo di un antico mare, il Tetide, che qui morì. L’anfiteatro, un tempo raggiungibile solo per via fluviale dispone di una naturale scenografica struttura mozzafiato che a certi può incutere sentimenti di paura, come nella descrizione che ne fa il conte memorialista Guido Piovene. A molti che un tempo penetravano nelle sua baia appariva davvero gigantesco e spettacolare. Teoricamente, con le sue 130 terrazze, il santuario poteva raccogliere un pubblico di 25.000 persone e questo dato lo consacra il più grande teatro al mondo doppiando l’Arena di Verona e il teatro di Epidauro. La parte superstite oggi può ospitare 5.000 spettatori.
DA JOE ADONIS A VITTORIO MANGANO AI MADONIA . ARRIVA LA MAFIA !
Il suo definitivo recupero e restauro dopo i saccheggio del cinque per cento dei suoi blocchi avvenuto nel 2002, fu reso possibile nel 2015 grazie al solo contributo di finanziatori, artigiani, imprenditori locali e simpatizzanti. Non va taciuto il tentativo di impossessarsene da parte della mafia qui traslocata, legata all’appaltista del Sindacato Ebraico Piddu Madonia*. e successive che si affacciarono . Questa devastazione fece molto peggio di quella che anni prima, nel dopoguerra, fu progettata da Joe Adonis che lo avrebbe voluto teatro per surclassare il Festival di Sanremo. Il salvataggio di questo luogo che subì la mutilazione della sua parte superiore è dovuto alla ostinata opera di ricerca, studio, raccolta dati, portata avanti instancabilmente con ostinazione dal suo Conservatore che ebbe come ventennale classificatore il prof . Maurizio Tosi uno dei cinque archeologi più influenti al mondo. Il professore perse la vita per questa impresa costellata da un susseguirsi di disgrazie, ma riuscì comunque a restituire l’opera donandola alla città senza farne alcuna cresta e con una estorsione in corso. Durante l’ultima manutenzione l’equipe Tosi perse almeno otto membri. La maggior parte per morte violenta. Un poco come per il maxi processo di Palermo in cui nel terrorismo, spesso e per poteri forti, nessun magistrato osava mettersi contro a chi forte del suo ruolo può condizionare le istituzioni. Ancora non si è trovato un magistrato disposto a indagare sullo scandaloso accaduto.
DEPISTAGGIO PAOLO BORSELLINO – Per nascondere la devastazione che aveva distrutto anche l’antico acquedotto cunicolare, quello che connetteva la sommità con le cavee e la darsena, si abbattè una diffamazione senza precedenti poichè nel frattempo erano state emesse undici concessioni edilizie presso la sua parte superiore dove furono edificate undici ville abusive con piscina grazie al denaro premio per il depistaggio sulla strage del magistrato Paolo Borsellino.
Curiosità: La vittima di Madonia, Giovanni Falcone firmò qui una sua visita prima di morire insieme a quella degli azionisti della Valsella (Principi Melilupi di Soragna comunque estranei) la fabbrica di candelotti utilizzata nel suo attentato stragista.
Oggi la gestione del Teatro è stata rilevata dalla cugina del Magistrato ucciso dalla mafia, la costumista Emma Falcone. Tutto da aprire è il capitolo di come la mafia abbia potuto per anni fare da padrona indisturbata come il caso di Matteo Denaro Messina che a poca distanza da qui era proprietario delle DESPAR, una catena di supermercati aperti anche vicino al Tribunale di Vicenza. Matteo Denaro Messina trattò a lungo con poteri ad altissimo livello affinché fosse edificato presso la Torre delle Specola di Galileo il suo centro logistico DESPAR a Longare. Per il pentito Angelo Siino, il ministro dei lavori pubblici del Sindacato Ebraico (Cosa nostra) con 104 pistole, regolarmente dimorante a soli quindici minuti dall’Anfiteatro Berico, gli spavaldi danni inferti alla struttura furono infine prodotte dall’inerzia delle magistratura vicentina ed alle connivenze del sindaco con la mafia pugliese. Non dalla organizzazione siciliana di Matteo Messina Denaro.
Lascia un commento