Ricorda J. J. Winckelmann, lo studioso tedesco volgarmente accoltellato a morte a Trieste, la figura del prof. Maurizio Tosi. Nato a Zevio Veronese 31/5/1944, assassinato a Ravenna 24/2/2017. Indiscusso guru internazionale dell’Archeologia, di cui è unanimemente considerato uno dei 5 più big mondiali. Un mestiere che spesso si può imbattere in scomode verità. Nel corso dell’ultimo suo ventennio di vita, catalogò classificando, l’operato dei suoi predecessori , ricercatori storici studiando le vicende dei due Santuari Berici vicentini. Quello dedicato alla dea Diana ed Apollo, dalla fine del 1500 divenuto Santuario delle Madonna di Monte Berico e il vicino Santuario sull’Anfiteatro Berico. Dapprima dedicato al Dio dei Veneti Antichi “Ogno “ o “Agno” da cui si originò il toponimo” Archeo -Agno” cioè sede dell’antico Dio Agno l’attuale Arcugnano. E che in seguito, diverrà sede del Dio Giano e del suo bacino, il più antico del nord Italia: quello del figlio di Jano, il Dio Fons (odierna Fontega ) . Nel corso delle sue indagini storiche realizzate anche grazie alla sinergica esperienza apportata da identici viaggi da sir Fitzroy Maclean, egli potè reperire documenti storici originali provenienti da 5 paesi che fin dai tempi dei Veneti Antichi attestano l’esistenza del grande Santuario Berico, l’Anfiteatro di Arcugnano, proprietà dei Matidi , i genitori delle vicentina Vibia Sabina, moglie dell’Imperatore Adriano .

Tosi ha dato un contributo fondamentale alla conoscenza della Via della Seta , quella “Seidenstraßen” così chiamata dal professore del compositore Vicentino- berlinese Ferdinand von Richthofen , a sua volta insegnante di Franco Malosso von Rosenfranz (progetto cod.57/101/2/784/2015) che partendo dalle darsene del Grande Lago di Longara (Vicenza-Arcugnano), dai possedimenti dei proprietari-abitanti Grimani, principi Colonnese, dei Querini, Marzotto, Dalle Ore di Valdagno , dei generai Grimaldi e Malosso , Seymour, si snodava per Venezia a , Samarcanda – China.

Assieme ai suoi tecnici, autore responsabile del recupero nel crowdsourcing di ricerca (analisi, indagini, catalogazione dei reperti e verifiche) condotto nel ventennio 1997-2017 in Anfiteatro Berico. Nel 2016 assieme ai due nuovi all’anfiteatri scoperti, quello di Pietrabbondante e di Tusa, con l’amico e collega di Sebastiano Tusa fu accumunato a lui per una tragica fine, doveva aprire al grande pubblico anche l’Anfiteatro Berico .

LA RICHIESTA SI PROTEZIONE DI 5 MILIONI DI EURO Al prof. MaurizioTosi, di fede comunista, nipote del ministro della cultura fascista Giovanni Gentile[1], per aprire la parte superstite dell’Anfiteatro Berico al pubblico” senza avere noie ” fu richiesto l’esorbitante pizzo di cinque milioni di euro richiesti ‘a protezione’ e così pure di impiegare  manovalanza calabrese impostagli dalla Mafia. Che lui rifiutò .

Un pesante atteggiamento per certi versi molto simile a quello che condanno a morte lo storico dell’arte, conduttore televisivo Philippe Daverio. Il critico con Emanuela Pertile, figlia del Giudice Pertile e nipote legato a doppio filo alle vicende dell’anfiteatro Berico e delle fabbriche reale dei Contrario a versare il pizzo, malgrado minacce che a mezzo stampa, evidentemente, attraverso fiancheggiatori funzionali “pseudo giornalisti ” coinvolti a vario titolo nelle organizzazione mafiosa tra cui spiccano i nomi di tali Giulio Todescan e Arrigo Abalti, dopo un disaccordo scaturito da un prematuro comunicato stampa reso pubblico dal presidente dell’Anfiteatro Berico e neo-candidato Sindaco di Vicenza Filippo Albertin. A quel punto Tosi, intuì che il Comune per potere edificare l’area doveva giustificare un pretestuoso abuso edilizio, si trovò a dovere anche indagare su una regia potentissima capace di modificare, assegnare, disastrare .

L’ESTORSIONE Cinque milioni era il prezzo, attraverso oneri di 50.000 euro a concessione edilizia di ogni villette corrisposti da privati . Un incasso che sarebbe andato a perso dalla delle storicità dell’anfiteatro . L’importo che il Comune di Villa di Arcugnano Capoluogo avrebbe incassato per lottizzare l’ex comparto sacro terrazzato, paesaggisticamente protetto dell’Anfiteatro Berico . Ovviamente per favorire l’opera ottenendo le necessarie concessioni edilizie , sarebbe stato indispensabile cancellarne la evidente storicità, la sua protezione paesaggistica .

Come il margravio Molossiano, l’archeologo senza rivali in materia e dotato di incontestabili documenti, Tosi rifiutò di pestarsi a tale piano . Rivelandosi il più scomodo teste chiave nel processo farsa intentato a omettere, coprire, depistare, boicottare e tentare di allontanare la verità storica sul Santuario nell’Anfiteatro dei Veneti antichi sito a  poca distanza dall’elegante ottocentesca villa veneta di Piddu Madonia e dai lavori del suo clan che avevano già inizato la cementizzazione della sommitàde dell’ex santuario . Minacciato di pesanti rappresaglie per sè e la sua famiglia:, confesserà al termine della sua conferenza registrata all’Hotel Villa Micjelangelo in Anfiteatro di Arcugnano come riportato dai redazionali di numerosi media,   affermando che a Vicenza, complicità  e corruzione fossero  dominanti a tutti i livelli. Il professore era ben informato dei risultati relativi alla comparazione delle pietre in parte sottratte alla parte superstite di Anfiteatro. Dalle analisi delle stesse comparative  : quelle della sua Torre Pentacolare, a sua volta comparate da uelle formanti degli acquedotto di Lobia come delle analisi relative ai rifiuti tossici di acciaieria inquinanti che emergevano dal letto dei Laghi dell’Anfiteatro che recinge la Fontega e che determinano una  Pianura  Euganeo Veneta  utilizzata  come  una grande pattumiera dai Calabresi , come riferito dal ricercatore di chimica ’Artaserse Boeche, dal presidente Giuseppe Romio e nel fabbrichifio dei tumori generato dal riccotraffucodelle finta fattura di smaltimehto rifiuti da un alrettanto non allineato Sindaco di Montegaldella Paolo Dainese[2] circa la protesta per i rifiuti tossici emerge un disastro ambientale  di dimensioni colossali ,davanti al quale il ‘Ponte Morandi Vicentino’ sembra essere una mosca. Tosi condivideva le preoccupazioni del Comitato Salute Valdastico-Riviera Berica,  tra cui  la lottizzazione e la costruzione del maxi Centro Logistico DESPAR. dietro cui c’èrano i prestanomi di Matteo Denaro Messina, contro i  responsabili delle strage, l’attentato alla cultura nelle trattativa Stato Mafia dopo il rilascio del   Mento del Santo di Padova (a cui seguì  il decesso in pochi cm. di acqua di Lorenzo Casonato, sempre nel letto dell’ex Grande Lago di Arcugnano-Longare o detto di Vicenza ). Trattativa che lui stimava come perduta dal Governo Italiano e nella quale i vertici mafiosi uscirono vincitori assieme a cariche istituzionali corrotte

Da queste premesse si arriva a comprendere nel 1988 il rogo doloso dell’Archivio Mioni-Papadopoli  curato dal generale Malosso e poi dal di lui figlio, il Conservatore di Ferro, Markgraf Franco Malosso von Rosenfranz. A poca strada dalla abitazione del giudice siciliano Luigi Rende, custode del denaro tracciato da sequestri di persona e armi a matricola abrasa impiegate nelle vicine rapine agli orafi della Riviera Euganeo Berica. Incendio attribuito a Matteo Messina Denaro ( Despar -Apitour) . Un boss di casa nelle vicina Longare, il bombarolo della strage della cultura dei Georgofili, , delle siringhe infette occultate la mattina presto fra la sabbia , in spiaggia a Rimini , inmodo di ibrettare piu bambini possibili infettare bambini all”AIDS , contaminare al botulino l’Acqua Santa che toccano i fedeli a Monte Berico . Bene presto si notano segnali di fiancheggiatori funzionali e di elementi infedeli allo Stato che si annidano fra le frange di soggetti istituzionali coperti alla uniforme della polizia giudiziaria .

COMPILICITA ‘E CONNINENZE DI STAMPO MAFIOSO Il luogo che ospitava l’archivio che viene definito ” inagibile” per il Comune di Arcugnano , quanto pare non lo è affatto per la latitanza indisturbata di Daniele Lattanzio che prende abusivamente casa dentro le pareti bruciacchiate dell’ ex archivio allacciandosi abusivamente dal palo della luce perfino la luce elettrica. Inutili le rimostranze delle Sorelle mioni . La mafia è entrata sovrana in Veneto. Il Re delle evasioni, rimane colà indisturbato latitante , ‘colpevole di aver freddato il maresciallo Massarelli.

Tosi coraggiosamente, a sprezzo delle sua vita, investigando, prese a risalire la regia estorsiva per identificarne i nomi . La stessa benda che doveva avere stimato in 5 milioni di euro, l’onere del pizzo da corrispondere . Tanto avrebbero pariteticamente fruttato gli incassi da oneri di costruzione corrisposti al Comune . ( 50.000 euro per rilascio concessione edilizia privata pro- villetta) Altri che gl incassi da visite di un Santuario Antico ( Anfiteatro Berico ). Non volle ascoltare l’invito di alla prudenza degli amici a servizio del locale Giornale di Vicenza. Giornale che  in passato sull’argmento gli aveva dedicato intere pagine . E sempre li ,prima di lui all ‘accademico prof. Renato Cevese. Non gli importava del rischio che correva, non ascoltava i giornalisti che lo invitavano a desistere.

Classificava il territorio, quello nell’incantevole ‘Longare’ alle spalle di Arcugnano, come quello su cui si originava la luce (Orgiano-Lumignano) e spingeva per la giusta riscoperta delle antiche arti e tradizioni legate alla antichissima civiltà Veneta. Interpretava gli scritti di Galileo Galilei, al soggiorno coatto quando egli guardava al sacro monte Venda e amava perdervi lo sguardo. Non gli importava che il territorio fosse amministrato dalla potente Mafia Calabro-Vicentina. Egli verrà oltraggiato da trolls, ragazzi reclutati fra il giro dei devastati dalla droga e dall’alcool e dagli imbrattatori seriali di muri di ville storiche e uomini  di paglia che si svendono in concorso esterno per piazzare su facebook volgari calunnie pilotate. Fra i tanti detrattori suoi e della sua Equipe che tentarono di boicottare la sua documentazione, le analisi dei suoi tecnici, perfino un accademico olimpico si presta all’opera di falsificazione per ridicolizzare la sua opera e oltraggiarlo anche da  morto. L’uomo che tutto il mondo celebra per aver scoperto necropoli e città, in Veneto rimase solo, isolato . incurante delle neppure tanto velate intimidazioni ricevute. Dopo un’impeccabile carriera professionale, al momento di inserire la sua preziosa testimonianza giudiziaria circa il ventennale recupero dell’Anfiteatro per difendere l’operato del Conservatore a cui nel processo farsa era stato imputato un abuso edilizio ed inventata di sana pianta un’appropriazione di denaro atta a generare il reato di contraffazione, puntuale come le minacce, Tosi non farà in tempo a vedere il trionfo della verità del suo generoso studio.      Il 24 Febbraio 2017 arriverà silenziosa  la morte che condurrà l’indomabile ricercatore lontano dalle  vili  miserie umane  di questa terra e a ricongiungersi al  suo amato figliolo immaturamente perduto.  

Dossier Tosi per l’Anfiteatro Berico di Arcugnano

Periodo di studio e classificazione 1997-2017

Argomenti contenuti :

Raccolta dei risultati del survey dell’intera area di indagine e di quanto emerso col GPS.

Carotaggi della torre pentagonale del monte Crocetta  e datazione comparativa tra le scalinate del teatro e le pietre della torre.

Inventario, catalogazione e deposito dei reperti.

Schede del rilievo selettivo di aree campione.

Scheda tecnica sui blocchi preesistenti in pietra di Vicenza e sui blocchi in calcarenite.

Identificazione della cava leccese.

Comparazione dei cocci di anfora trovati ad Arcugnano e quelli trovati a Nemi.

Catalogazione delle monete ritrovate nell’area del santuario.

Considerazioni sugli spostamenti degli Oschi e degli Etruschi.

La divinità canina di Arcugnano.

Cippi venetici e cippi romani.

Il Gianicolo di Roma e di Arcugnano.

Giano e i sacelli di Giano.

Considerazioni su Cleopatra, Augusto, Adriano nella forra. Interpretazioni Andreis e Lorenz.

Il canale della dea Ferrone a Fiumone. I 5000 schiavi greci. Le ricerche dei veneziani greci locali.

Il mito di Romolo fra Este, Arcugnano, Roma e le Alpi Giulie.

La necessaria distruzione e la cancellazione del santuario di Arcugnano.

Il lago di Vicenza, il più antico del nord Italia e il sacro Fons.

Considerazioni sulla traduzione del cavaliere templare della lanuginosa Adalbert Lorenz, alias Romeus Pellegrino e sulla  ragazza delle Lanuginosa  fino alla famiglia di  adozione veronese.

Nuove considerazioni su Margherita Maltarello e l’ufficiale del re, Ungarelli, in relazione alla visita di Richard Wagner  nel Fons, 1858.

Corrispondenza Beppe, Guido Piovene, Arnaldo Mussolini,  Aurealiano Pertile, Adolf Hitler, Aruro Toscanini,   Friedelind Wagner,  Luigi Maltarello, Thomas Mann Tristano Widman,  i  Levi,  Valentino  Pasini,  e papà Vincenzo nel Fontsee .  

Considerazioni su Aureliano Pertile, Margherita di Savoia e Carducci.

I Querini ad Arcugnano.

I da Porto da Ravenna ad Arcugnano e Vicenza.

I Montanari da Modena a Vicenza.

I Colonnese ad Arcugnano.

Alessandro Tassoni fra Bologna, Modena ed Arcugnano. Giulietta e Tietta.

Galileo Galilei un penitente fra i colli.

I Polo ad Arcugnano e la via della seta.

La moglie cinese di Marco Polo e figlia del Kubilai Kan.

Hemingway, un insolito soldato in visita agli Inglesi in Anfiteatro della Villa di Arcugnano.

Relazioni fra Alessandro Tassoni, i modenesi Montanari e Giulietta.

Il 1600 nell’Anfiteatro e perché si arriva a coprire la sua verità storica.

Ahneherbe e Ovra sul teatro di Arcugnano: due fronti e un unico obiettivo

Planning delle conferenze del prof. Tosi per l’Anfiteatro Berico 2016/2017:

Viaggiatori del tempo e sognatori di giorno: l’irrequietezza degli Europei alla ricerca di sé in Oriente

T.S. Lawrence: l’avventura di un progetto fallito.

Samarcanda e la Via della Seta.

Fondo Tosi:

http://www.os-culture.org/index.php/fondo-tosi

A CURA DI LAGO FRANCO PRESS 2019


[1]Assassinato da banditi nel 1945.

[2] Dopo l’intervento di Marco Nosarini di Salvazzano Dentro, primo presidente del Comitato Vicentino No Ecomafie.