Nelle cantine dell’antico palazzo Da Porto un tempo collegate al Palazzo Anti Donà – Brunelli con il teatro mantenuto dai Maltarello al secondo piano di via S. Francesco Vecchio, la sera su zattera improvvisata, al lume di candela suonando un Rosenfranz, concertava Luigi Maltarello con il fratello Wilhelm per gli invitati tra cui orafi vicentini destinatari dell’oro da lavorare per conto soprattutto dei Reali Russi fra i quali si annoveravano i loro luogotenenti.
Qui Luigi improvvisò “il Fantasma dell’Opera “ di Gaston Leloux giornalista, scrittore e narratore delle strage dei cittadini francesi intenti ad assistere alla rappresentazione dell’opera lirica Guglielmo Tell di Gioacchino Rossini
ad opera degli Italiani diretti da un amico di Ugo Foscolo presso i Teatri dell’ Opera Le Peletier-Garnier di Parigi.
Luigi adattò al Fantasma dell’Opera la musica del Liebestodt di Richard Wagner, oltre che altre opere composte dall’omonimo suo zio direttore compositore d’orchestra per Giuseppe Verdi.
Gaston Leroux, era anche scrittore e giornalista di Corte narratore di un caso molto dibattuto a quell’ epoca. Quello di Dreyfus. Emil Zolà e Julies Verne, F. Mistral, di Renoir, Cézanne e Degas e anche Maltarello firmarono per riabilitare l’ ufficiale.
Luigi era stato anche molto colpito dal reportage di Leroux che varcata la Censura, aveva riferito circa quel migliaio di morti colpevoli di amare la cultura rinchiusi nel teatro dell’Opera di Tomsk e qui bruciati vivi alla presenza del governatore e del vescovo. Regalato alla città da un ricco negoziante mecenate, era quello un magnifico teatro. Fu distrutto del tutto a fine rivoluzione dai ribelli che respinti dalle guardie dello Zar ripiegarono per la distruzione di quest’ultimo. Questa modalità ricorda l’incendio del “Große Opernhaus am Zwinger” aizzato dall’arch. Semper e Richard Wagner e la successiva fuga nel Veneto austriaco del già celebre rivoluzionario Compositore del Tristan un Isolde. Nel teatro, il cui nome originale era “Semperoper”, vi debuttò con il suo “Doktor Faust” Ferruccio Busoni l’insegnante a Venezia di Giovanna Maltarello, madre di Franco Malosso Maltarello von Rosenfranz.
Recitare a bordo di una zattera illuminata da fioca luce di candele fra i sotterranei intorno all’ isola di Palazzo Porto Breganze è la specialità di Luigi. Del livello culturale di Vicenza a quell’epoca furono favorevolmente impressionati i “De Capinisti”, poi italianizzati in “De Capnist” che all’arrivo della Rivoluzione Russa scelsero la città come nuova loro patria. Un ramo della Famiglia si stabilì presso quella che era la dimora dei Greci-Veneziani Ambellicopoli (poi Vasilli), villa Guiccioli (oggi Museo del Risorgimento Vicentino) a Monte Berico; altri nella scarpata sud est dell’anfiteatro dei Querini-Colonna sopra “la Punta della Baia della Dama Nera” del Santuario dell’Anfiteatro marittimo Berico di Arcugnano Capoluogo così citata dalla cartografa inglese Freya Stark. Erano quelli i tempi in cui il nascente sindacato Kosher cominciava a estendere il suo predominio negli Stati Uniti e i cui figli migranti, partorirono il “liberatore ebreo degli Italiani” Luky Luciano. Il Fantasma dell’Opera fu infine magistralmente musicato dal compositore contemporaneo sir Lloyd Webber.
Sir Webber in uno scenario di teatro acquatico con effetti speciali da video-composizione ricostruiti a dir poco strepitosi ci ha regalato la stupenda rappresentazione del Phantom of Opera rendendo celebre il musical in tutto il mondo riportando alla luce i temi cari a Wagner impiegando il suo Tristan già rievocato dopo la seconda metà del 1800 nell’ esecuzione di una prova realizzata grazie al procuratore di Casa Reale Vincenzo Maltarello sul lago della Fontega che vide presente Richard Wagner in un freddo gennaio, al Querini di Arcugnano.
Sir Lloyd Webber proprietario di famosi e sparsi teatri del West end Londinese è marito di Sara Hugill dei Tudor- Seymour. Dedicata a E. L. Seymour, la compagna inglese di Franco Malosso von Rosenfranz, è stata ricalcata una nuova edizione privata del “Fantasma dell’Opera” eseguita fra la breve apertura dell’anfiteatro delle Querini e il suo sequestro nell’estate del 2016.
Palazzo Giustiniani Baggio già sede della fabbrica di Pianoforti Rosenfranz del nonno di Franco Malosso von Rosenfranz che era amministrata, con Antonio Fogazzaro, dal tenore di Arturo Toscanini, Aureliano Pertile. Fra gli otto teatri e sale ascolto in pertinenze nobiliari, di cui quattro nel Veneto, di cui era curatore Luigi Maltarello, vi era il Querini sulla baia dell’Anfiteatro di Arcugnano, ben descritta da Freya Stark. Dal 1938, persa la sua principale via di raggiungimento lacustre, sul teatro intervenne l’oblio. Poi perfino ridicolizzazione e l’insulto quando un giovane magistrato condannando Franco von Rosenfranz per aver riportato quanto riferito da tutti i sommi memorialisti circa l’anfiteatro, ha definito “pseudoculturali” le conferenze del suo classificatore, il prof. Maurizio Tosi .
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Lettera al senatore Rossi
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