
Prima che nel 1966, a PADOVA Pietro Basso fondasse la ANTONIANA FILM , Joe Adonis con un portafoglio carico di dollari desiderava replicare un cine-festival estivo a Sanremo in Anfiteatro Berico, Dell’ esistenza, lui lo aveva saputo dal Rossano Brazzi, compagno di cast con il vicentino -berlinese Bechstein Giuseppe Becce. A salvare il cast superstite di tanti film fu proprio Brazzi che fortunosamente, attraverso la massoneria e la sua compagna, figlia del più spericolato e geniale luogotenenete legato ai fratelli Fratelli all e Vincenzo Capone. Visti gli accadimenti di cui nel suo stesso cast furono vittime innocenti Osavaldo Valenti e Lidia Ferova, assassinati da Sandro Pertini e lo stragista , bandito -rapinatore, pluriomicida della Vicentina “Pasubio” , il Morozin( in seguito incredibilmente assolto dal Giudice Canilli lo stesso che bloccherà il pagamento del riscatto al Vicentino Candido Celadon). Se Becce, Clara Calamai (primo seno nudo delle storia) il nipote del Giudice delle Corte d’Appello Vicentina Amedeo Nazzari, riparato in Sudamerica .

Con Pertini che premeva per ammazzare come un giustiziare e con loro una pagina di storia del cinema italiano, se in vita erano rimasti in vita Leni Riefenstahl e altri del cast, quelli lo dovettero solo all’interessamento di Brazzi Fratelli All, Vincenzo Capone padrini del Liberatore d’Italia Lucky Luciano.

JOE ADONIS L’ANFITEATRO BERICO la sede staccata UE di quell’impero che erediterà Joe Adonis, uno che era meglio non contrariare diceva una imiegata rimsta vedova nel Comune di Vicenza, mentre ” l’ammericano” va a colloquio con l’assessore dei sindaci vicentini Chiesa e Sala . Quando, preso atto che dentro l’anfiteatro che recinge la Fontega si costruiva la base alleata Jo Dotto si affacciò meglio a Vicenza per esporre la sua impresa . Nell’intento di preservare da speculazioni edilizie quel suo anfiteatro natale caro ai Veneti antichi, in una trattativa salottiera si intromise il conte memorialista Guido Piovene ricordando che un anfiteatro antico senza cemento era meglio di uno o le scarpate soffocate disordinatamente da villette. Il conte temeva che anche su una delle ex baie più belle , misteriose , affascinanti e silenziose di Vicenza, appunto quella dell’anfiteatro Berico che recinge la Fontega, si potesse abbattere quello sciagurato modello di urbanizzazione metropolitana che a MIlano stava dilagando e che nella vicina, verde Altavilla vicentina presto edificherà le cosidette “torri Gemelle” di Altavilla . A proposito … Costanza di Altavilla, veniva dalla Puglie! Se ne interessa vanamente il Magistrato Pertile figlio dell’ultimo amministratore della fabbrica Reale dei Rosenfranz (Maltarello) Aureliano Pertile. Tenore di Toscanini . Alla figlia Emanuela porteranno via tutti i cimeli del nonno . A nulla servirà l’interessamento del critico d’Arte Philippe d’Averio. Presso il Tribunale di Vicenza dopo l’assoluzione del bandito Morozn comandano Mafia e denaro e i paesi vicentini cercheranno gemmelaggi noti proprio con i comuni pugliesi noti per la appartenenza. a clan mafiosi.

Scriveva il conte Guido Piovene : La via Mazzini a Cosenza in quel mix borbonico sembra Brodway e Nella sua ricostruzione dal dopoguerra, Milano mi appare come una America a cui manca la crudeltà mentre trovava deplorevole cementificare dovunque. I particolare a Vicenza nella collina della villa delle Novizia (sommità dell’anfiteatro Berico ). Adonis mostrandosi poco disposto allo scherzo, gli replicò che l‘America è già qui e lo consigliò di descrivere altri temi su Viaggi per l’Italia il suo attaccamento a protezione rivolto verso il suo anfiteatro natale di Arcugnano.
Suggerimento che Piovene adottò visto lo strano incidente mortale “al Porfido” accaduto al giovane cabarettista Fred Buscaglione colpevole di aver preso di mira Joe Adonis con una canzone. E pure Porfirio Rubirosa. Presso il Reich, Porfirio era la versione sudamericana di Bugsy Siegel delle Murder Inc Association, socio del boss Anastasia e di Joe Adonis . Ex ambasciatore domenicano di Rafael Trujillo sotto il suo regime esperto di farmaco-narcotici, con Luky Luicano Santo & Carbone, le farmacolobbies con Thodore Morell si occuparono tutti insieme delle drogatura su Hitler oltre che di assassinare dissidenti politici per il regime del dittatore del suocero. Fred sarà il primo di tanti artisti sulla cui morte oggi un DNA potrebbe chiarire dei dubbi .
QUANDO POLITICA E MAFIA GOVERNAVANO COL PUGNO DI FERRO Lo seguirono ribelli come Giorgio Gaber. e il comIco allontanato dalla RaI Valter Chiari , l’imitatore Alighiero Noschese, il cantante Rino Gaetano, il cantautore Fabrizio De Andrè , poi il regista furlano Pierpaolo Pasolini e Lucio Dalla. . Sponsor della associazione e fondazione che gestisce l’anfiteatro Berico ha intitolato un blocco a ognuno di loro.
Resti della Thunderbird lilla del cabarettista 38enne scagliata sotto il camion di porfido .
Per Joe Adonis, più di tutto verso l’anfiteatro che recingeva il vecchio lago della Fontega vi era l’opportunità di giocare bene le sue carte con la MGM simbolo della casa di produzione ebraica. Avrà pensato che dopotutto se vediamo come con la mitica Giulietta, Antonio d’Avena riuscì ad arricchire la bella Verona, perché non dovrei farlo io in Anfiteatro di Arcugnano
Lucky luciano no era da meno di lui . Ufficialmente, L’importatore di frigoriferi ed altri elettrodomestici americani, sposato co una ballerina della Scala amica di Johnny Dorelly e Sandra Mondaini, voleva trasformare la sua vita in un film Hollywoodiano. Riteneva essere anche migliore del presidente degli Stati Uniti Dopo tutto Lucky Luciano, il liberatore d’Italia, superata la fama di Churchill, aveva ormai raggiunto una tale popolarità da essere considerato fra i primi 20 influencer mondiali. A predisporre la produzione però, posto del produttore, a Capodichino arrivò il suo infarto. Probabilmente indotto. Lucky Luciano aveva con un compaesano il leggendario the voice abitante al civico successivo della sua via


era fortemente intenzionato deciso a passare al cinema la sua biografia , il suo permalosissimo amico Joe Adonis non era di meno deciso a cavalcare il Cinefestival della canzone.
SHATON TATE E L’ANFITEATRO DI ARCUGNANO CHE RECINGE LA FONTEGA
Ed è presso la nascente base USA Fontega -Anfiteatro dve Joe Adonis sogna un Cinefestival delle canzone che troviamo una giovanissima Sharon Tate .






ALTRO SGARRO DOPO BUSCAGLIONE: IL NO DI SHARON TATE . Joe Adonis era affabile ricco ed abile nel comprarsi i suoi camerieri. Forse qualcuno però fu più svelto di lui. Ricordo che il col. Paul Tate collega CIA e US Army presso West Star, mentre mio padre il gen. Malosso comandava le altre basi AM missilistiche segrete. Tate confidò a mio padre di non aver mai smesso di sospettare di lui dopo la strage di Cielo Drive . La figlia Sharon a Vicenza aveva disertato un suo appuntamento neppure avvisandolo malgrado l’assegno già pronto emesso dalla Banca Rasini di Luigi Berlusconi . Questo fece imprecare il boss. Nel 1971 Joe Adonis morì in circostanze mai del tutto chiarite . Comunque di infarto apprentemente no indotto durante un interrogatorio. Sul suo corpo come su quello di Lucky Luciano no è ma stata disposta un autopsia che oggi chiarirebbe i dubbi di un una eliminazione di entrambi perché divenuti testimoni troppo scomodi.
BOARIO TERME RECOARO TERME- CANTAGIRO US FONTEGA ARCUGNANO Con la morte di Joe Adonis termina il suo sogno – l’impresa di realizzare sull’anfiteatro che recinge la Fontega la voglia di fare musica. Nel vicentino, il mitico cantagiro di Recoaro sopravviverà per un poco. L’imitatore di Federico Umberto Amato ecc..Alighiero Noschese membro della P2 viene introdotto a Ettore Malosso dal collega tenete Ciprian che congedatosi dall’Aeronautica prende la direzione delle acque minerali di Recoaro. Recoaro si svuotò pochi anni dopo e nell’anfiteatro che recinge la Fontega con la morte di Adonis, non se ne seppe più nulla e il progetto finì nel dimenticatoio.
l’ANFITEATRO BERICO NELLE MIRE DI VITTORIO MANGANO
Dagli anni ANN 70′ agli anni’ 80

COLLEZIONE ARTISTICA “TOTO RINA” che vive a Tonezza del greco ” Cimone presso la casa del promo ministro DC Antenope Cobbler (Mariano Rumor) .

Vicenza monte Cimone che sovrasta la casa di Toto Rina a Tonezza . Qui ripreso a Venezia
Vi è una discendenza dei Dori Greci – veneti doc legata ad Athenia per la famiglia Thiene come per i Trissino con mentore del Palladi , autore del tempio della villa Rotonda dedicato al Dio Giano, come per il Molosso la cui discendenza parla da sola che parlano da sole . Agli eredi dei Big del proibizionismo non sfugge questa opportunità di poter acquisire oltre che a ville località e storiche proprietà legate ad antenati, beni e un qualche titolo . A questo richiamo non si sottrasse il luogotenente del Vicntino Francis Turatello, boss, Angelo Epaminonda detto il “Tebano filosofo ” discendente del celebre generale Greco . Amedeo Gagliardi .
Ancora una volta n Anfiteatro Berico fu la mafia a riproporsi come l’unico interlocutore capace di smuovere interessi, capitali, risorse, persone e una buona parte di talenti come ben illustrato da Roberto Saviano il paese Italia crollerebbe abbattendo la mafia . In chiaro la MAFIA rappresenta un fiume di denaro che in Italia ammonta a 35 miliardi di euro, quasi il 2% del PIL (Prodotto Interno Lordo) italiano. 104 milioni di euro al giorno». dice Giuseppe Antoci, pure lui con 2 poliziotti di scorta crepati contemporaneamente in circostanze assai strane : Uno di Infarto, l’altro di Leocemia fulminante. già Presidente del Parco dei Nebrodi e Presidente onorario della Fondazione Caponnetto, amico di Sebastiano Tusa , a sua volta grande sostenitore e conoscente del prof. Maurizio Tosi . Il ventennale insigne studioso classificatore della vetusto Anfiteatro Marittimo Berico . Antoci ha dovuto dimettersi per essere lasciato in pace. Sebastiano Tusa e altri speciali personaggi in volo con lui sembrano morti nel volo dell’Ethiopia Air Lines senza che i periti abbiano mai accertato che con opportune passwort fosse possibile entrare nel sistema di navigazione di quel nuovo aereo considerato pertanto ” difettoso ” compagnie di assicurazioni rovinate . ma va bene così per tutti . Evidentemente anche per gli azionisti . Relativamente a quel 2% di PIL poi , si badi bene che stiamo parlando solo di quello che appare . Non di quella sottotraccia citata dal Prefetto Antonella De Miro. Quindi non quella legata allle ecclatanti attività criminali che non tiene conto di quella istituzionale autorizzata legalmente ad operare.
VITTORIO MANGANO GIANCARLO PARRETTI GIOVANNI FALCONE
Dopo l’epoca Joe Adonis che voleva fare dell’anfiteatro che recinge la Fontega un cinefestival della canzone estiva a modello di Recoaro, surclassando Sanremo, alla conquista dell’anfiteatro troviamo un interessamento particolare da parte di Vittorio Mangano. Tuttavia i mezzi del Mangano ricordano i modi usato per fare sloggiare gli inquilini scomodi di Milano 2 citati con dovizia da Marco Travaglio. Il sicario di Arcore, convivente con Berlusconi aveva un pensiero tutto suo qui . La sorella Archeologa dell’av. Ghedini , Francesca insegnante a l DAM di Padova, in una visita al castello Rambaldo, a Monte Giove conferma la “Romanità” del luogo . Vittorio Mangano dall’altra parte dell’anfiteatro segnala tracce di Cane/leone alato risalente ai veneti antichi .

I resti delle monumentale scultura sono scolpiti nella roccia viva . Il leone affiancato a un altro recente si trova presso l’accesso inferiore delle media cave dell’anfiteatro. . Tutto ciò fa del anfiteatro una preda ambita da proporre a un manager rampante innamorato delle gloriose antichità di Roma: Giancarlo Parretti Ad occuparsi di lui , come in seguito delle ville abusive di Bagheria e delle ville abusive di Madonia costruite in Anfiteatro Berico ci sono però le Iene e sul suo conto che si dice prestanome di Berlusconi dei finanziamenti , tenetevi forte…,finiti su conto di Bin Laden indaga però Giovanni Falcone che raggiunge l’anfiteatro e firma la sua presenza chiedendo lumi sul Melilupi Principe di Soragna .
L’operazione Anfiteatro di Arcugnano in realtà stavolta conoscerà solo un breve oblio che si interruppe quando Vittorio Mangano il sicario che ad Arcore convivente col Cavaliere commissionò Anfiteatri Berico l’uccisione di una cane a bastonate poi fatto annegare . Un altro finì decapitato. Reticolati continuamente tagliati. In seguito la povera bestia centrata dal colpo di una carabina di precisone calibro 22 colpito al cuore stramazzò giù per le terrazze della cavea inferiore . Furono poi ripresi gli autori che ne tagliavano le recinzioni e che vandalizzavano le gradinate. Non sazi , squartarono vivo uno dei caprioli che sempre avevano liberati dal parco di villa Gozzi , un precedente sindaco . Inutile sperare indagini di Carabinieri competente o di Magistratura Vicentina . Non se la sentono . E si può capire.

LA ” MALEDIZIONE DI DIANA” INCOMBE SUL PICCOLO SANTUARIO DI MONTE BERICO PRESSO IL COLOSSALE VICINO ANFITEATRO BERICO? Se dovessimo crederci, dovremmo partire dalla peste che nella zona flagellò gli abitanti . Nel 1307 l’editto di Filippo il bello impone di mettere a ferro e fuoco l’Ordine Templare che in Anfiteatro Berico si occupa di mantenere il livello delle acque del lago . Insomma che l’acqua circoli e non diventi palude. Scappati o uccisi i Templari colpevoli anche di scollinare a tiro di buoi il traffico che in quei tempi era prevalentemente fluviale senza fare pagare le decime e così gabbando la dogana Berica di Borgo Berga, il lago divenne anarchicamente stagnante. Arriva la peste ! L’equipe Tosi ha rilevato abbondanti tracce che testimoniano come il paganesimo fra i campus ( campagnoli) non fosse stato affatto debellato. Sotto la camera murata delle adolescente Giulietta presso la stanza segreta dette “murata ” , a sua volta presso il passaggio segreto in parte canalizzato per l’acqua e che conduce sulla sommità dell’anfiteatro ( Villa Montanari- Parco Imperiale Querini) è ancora ben visibile un sacello sacro di preghiera datato 1500 . Segno evidente che molta gente era ancora indecisa circa il MondoDio al posto degli Dei. Per non parlare delle tracce di pellegrinaggi precristiani e quindi pagani . isale all’avvent delle fotografia la foto della chiesetta del Tormeno . Ecco come si presentava ieri c Gardate i suo rosone oggi scomparso.


Una maledizione , quella lanciata contr chiunque osasse abbattere il culto nel rispetto delle natura legato a Diana . La maledizione di Diana atta per terrorizzare la popolazione locale e magari poi proporre uno delle banda a riportare l’ordine nella zona compresa tra il Santuario della Madonna di Monte Berico , l’ex tempio pagano di Apollo e Diana e l’anfiteatro Berico , un tempo dedicato a Giano. Li a martellate fu fracassato il cranio a 2 frati e nessuno ha mai creduto che gli autori non facessero parte di un piano ben più vasto. Lo spiega bene Monica Zornetta, massima esperta di Antimafia .

DA CANI ALATI A QUANDO SI PARLA DI”ACCANIMENTO”. Questa volta è da un altro fronte Giancarlo Parretti diconsi prestanome del Cavalier Berlusconi va all’attacco delle MGM .Probabilmente lui dell’anfiteatro Berico non sa propio nulla. Chi lo sa bene però è Vittorio Mangano che vorrebbe offrirlo a Matteo Denaro Messina nel frattempo costruttore edile accusato ( ma non è provato) di essere il bombarolo di Maurizio Costanzo e dei Georgofili di avere con l’impresa vicentina Maltauro impresa regina negli appalti. Un titolare, l’ing. Giuseppe Maltauro che Angelo Siino, “Ministro dei Lavori Pubblici del Sindacato Ebraico ( Cosa nostra) riferisce volato giù dal terzo piano perché i professionista se le cercata andando spontanemente a vuotare il sacco all’avvocato De Silvestri , a quel tempo, poco dopo il sequestro Celadon , un magistrato del Tribunale di Vicenza. Maltaruro è una famiglia con membro stabile famiglia presente nelle cultura del Teeatro Olimpico cittadino ed ora con il sindaco pugliese di Vicenza, l’av. Rucco, ne fa entrare un giovanissimo promettente membro anche in Comune di Vicenza .


TOSI E TUSA : Entrambi gli studiosi furono più volte minacciati come fu per il presidente del parco dei Nebrodi Giuseppe Antocci e i due poliziotti delle sua scorta, deceduti in circostanze mai del tutto chiarite. Nel caso del Prof. Maurizio Tosi in Anfiteatro le intimidazioni, le minacce e le pressioni a fare sparire il suo voluminoso carteggio non sono finite neppure con la sua morte.
Lo stragista collezionista di arte che costruisce con la Maltauro spa , è di casa a Vicenza. Borgo Berga- DESPAR centro direzionale a Longare che però no si farà perchè li c’è la specola di Galileo Galilei. In anfiteatro resiste una scultura antichissima dedicata al primo cane leone a Venezia diviene il Leone di s. Giovanni. Qualche visitatore fa la coda per vederlo . A qualcuno da fastidio perfino che Tosi abbia compiuto analisi e certificato che questo esemplare che sta all’ingresso della media cave dell’anfiteatro presso un altro di epoca ben successiva , è ben più antico di quello che vediamo a Venezia . Quindi lo precede.

Probabilmente Parretti non sa nulla che Giovanni Falcone sta indagano su di lui mentre baratta con gli usa i 2 piloti della strage del Cermis contro il rimpatrio di Silvia Baraldini e sul finanziamento che lui fa a Bill Laden.
Si perché in America indaga pure su che ci fanno quei soldi che finanziano il terrorista Bin Laden. Su dove e da chi gli sono arrivati i denari e soprattutto da dove e se provengono da sequestri di persona i soldi per comperare 50 teatri e per partecipare all’operazione di acquisto delle MGM.
Dall’altra parte non ci sono ostacoli . Teatri, varietà sterep tease sotto il controllo dei Turatello li acquisisce l’impero Berlusconiano . Qui il cavaliere consocerà e sposa la sue seconda moglie Veronica Lario mentre l vicentino perde i controllo dei suoi teatri . Si sta consumando una guerra silenziosa. Il Luogotenente del VIcentino Turatello, ” generale” diconsi erede del filosofo . E in effetti anche nel modo pacato di parlare appunto come l’antenato, Epaminonda spiffera qualcosa… In carcere Turatello, neppure fosse Romolo o il Molosso, lo smembrano . L’accusatore che fece finire in carcere Tortora, gli estrae perfino il cuore .
Eliminato anche Francis Turatello, Seguendo le tracce di Joe Adonis ma in maniera più crudele per l’anfiteatro, la gara ricomincia. E apparentemente scontrandosi con il Piddu Madonia che li appresso vorrebbe costruire ville Le terrazze della villa sono indifese Per il sindaco basta pagarlo e lui rilascia le concessioni. Arrivano così le sue manovalanze sventrando la sommità dell’anfiteatro. Per Angelo Siino non è lui che cerca di costruire ma sono i Vicentini che offrono quel pezzo di terra per fargliela costruire . IL l sindaco che preme per incassare denaro da oneri di costruzione completa il quadro. Così la sommità dell’anfiteatro restò decapitata . Fu distrutto l’acquedotto secolare permanente , le colonne del palco imperiale dell’anfiteatro andranno a ornare l’ingresso del giardino della villa di un noto calciatore. L’accademico Renato Cevese ammette che questi sono troppo forti . La fiaccola la raccoglie il gen. Malosso Poi Franco Malosso von Rosenfranz. Infine Malosso e Tosi




A provare a contribuire, se non altro con la loro presenza arrivano gli eredi dei Venetkens. Nel 2016 Occupano il teatro. Un fiancheggiatore funzionale della banda che vuole impossessarsi delle intera struttura li deride. I “Veneti antichi” dalla occupazione delle Torre di S. Marco al Leone fantoccio dei Veneti davanti al loro fantoccio . Ma intanto l’archeologo Veronese Maurizio Tosi capace di aver rintracciato la città bruciata attesta tutta l’ antichità del leone che chiamerò Leone MGM.
Il suo definitivo recupero e restauro dopo i saccheggio del cinque per cento dei suoi blocchi avvenuto nel 2002, fu reso possibile nel 2015 grazie al solo contributo di finanziatori, artigiani, imprenditori locali e simpatizzanti. Non va taciuto il tentativo di impossessarsene da parte della mafia qui traslocata, legata all’appaltista del Sindacato Ebraico Piddu Madonia*. e successive che si affacciarono . Questa devastazione fece molto peggio di quella che anni prima, nel dopoguerra, fu progettata da Joe Adonis che lo avrebbe voluto teatro per surclassare il Festival di Sanremo. Il salvataggio di questo luogo che subì la mutilazione della sua parte superiore è dovuto alla ostinata opera di ricerca, studio, raccolta dati, portata avanti instancabilmente con ostinazione dal suo Conservatore che ebbe come ventennale classificatore il prof . Maurizio Tosi uno dei cinque archeologi più influenti al mondo. Il professore perse la vita per questa impresa costellata da un susseguirsi di disgrazie, ma riuscì comunque a restituire l’opera donandola alla città senza farne alcuna cresta e con una estorsione in corso. Durante l’ultima manutenzione l’equipe Tosi perse almeno otto membri. La maggior parte per morte violenta. Un poco come per il maxi processo di Palermo in cui nel terrorismo, spesso e per poteri forti, nessun magistrato osava mettersi contro a chi forte del suo ruolo può condizionare le istituzioni. Ancora non si è trovato un magistrato disposto a indagare sullo scandaloso accaduto.
DEPISTAGGIO PAOLO BORSELLINO – Per nascondere la devastazione che aveva distrutto anche l’antico acquedotto cunicolare, quello che connetteva la sommità con le cavee e la darsena, si abbattè una diffamazione senza precedenti poichè nel frattempo erano state emesse undici concessioni edilizie presso la sua parte superiore dove furono edificate undici ville abusive con piscina grazie al denaro premio per il depistaggio sulla strage del magistrato Paolo Borsellino.
Curiosità: La vittima di Madonia, Giovanni Falcone firmò qui una sua visita prima di morire insieme a quella degli azionisti della Valsella (Principi Melilupi di Soragna comunque estranei) la fabbrica di candelotti utilizzata nel suo attentato stragista.
Oggi la gestione del Teatro è stata rilevata dalla cugina del Magistrato ucciso dalla mafia, la costumista Emma Falcone. Tutto da aprire è il capitolo di come la mafia abbia potuto per anni fare da padrona indisturbata come il caso di Matteo Denaro Messina che a poca distanza da qui era proprietario delle DESPAR, una catena di supermercati aperti anche vicino al Tribunale di Vicenza. Matteo Denaro Messina trattò a lungo con poteri ad altissimo livello affinché fosse edificato presso la Torre delle Specola di Galileo il suo centro logistico DESPAR a Longare. Per il pentito Angelo Siino, il ministro dei lavori pubblici del Sindacato Ebraico (Cosa nostra) con 104 pistole, regolarmente dimorante a soli quindici minuti dall’Anfiteatro Berico, gli spavaldi danni inferti alla struttura furono infine prodotte dall’inerzia delle magistratura vicentina ed alle connivenze del sindaco con la mafia pugliese. Non dalla organizzazione siciliana di Matteo Messina Denaro.
Il resto delle vicenda continua . Ma questa è un’altra storia .

-continua –
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