Franco Molosso von  Rosenfranz ?  Nasce e Venezia  37 anni fa, il 19 del mese di settembre scriveva Amedeo Gagliardi nella sua intervista .

 Erano questi i dati che risultavano anagraficamente quando ho realizzato uno dei primi scoop aventi soggetto VIP dotati di biografie degne di essere menzionate .

ALLA RICERCA DELL’UOMO K-626 CLONE Ma chi è davvero K626 e chi sono i suoi due doppelgänger ? Ebbene sull”Agente K-626″ è stato scritto davvero di tutto. Nelle recensioni dei blog si è azzardato anche di più . Come fa una persona che tiene un concerto in una remota area geografica del mondo a trovarsi contemporanemente nel mezzo di uno scontro a fuoco in Riviera Euganeo Berica fra killer inviati dal sicario convivente di Berlusconi, il Vittorio Mangano?

Pochi sanno che malgrado apparentemente dotato di identico bagaglio culturale, non sempre è lui il personaggio che è comparso pubblicamente, ci ha tenuto a precisare il suo miglior doppelgänger. n.1, il serbo-Macedone interessato dalla Saga dei discendenti a tutelare sull’ultimo Re Molosso di Macedonia- Epiro. Stato sottomesso all’Antica Roma ed infine inglobato nella sua patria: l’ex Regno di Pietro di Jugoslavia .

BIOGRAFIA DI UN RE . Sarebbe tuttavia il caso di parlare di una persona, o meglio, di più persone che convivono in una sola? Rasentiamo la fantascienza sperimentale : Il vero agente K- 626 sarebbe deceduto in missione e da tempo immemore assicura Rancovich. Il Molosso che incontriamo oggi sarebbe un perfetto clone .

IL CLONE MOLOSSIANO Ne è certo anche Guglielmo Marusso l’ex super tecnico professionista degli appaltatori Baita & Mantovani . Licenziatosi da loro quando si opponeva ai voleri della Dama Nera del Doge Giancarlo Galan. E ora c’è lo lo conferma anche lui: E’ un suo sosia perfetto“. “Tanto non poteva rimanere un segreto”. Questo è quanto sostiene la sua guardia del corpo Nenad Rancovich. Da anni, il suo più identico doppelgänger. Rancovich dentificato per la prima volta dopo anni di discretissimo servizio di guardia-spalle oltre che di capo coordinamento -scorta del Molosso ha ammesso infine esplicitamente l’esistenza dei sosia. Avere dei doppelgänger è tipico nella tradizione Titina ( Joseph Goebbels sosteneva che Tito Broz, il Trentino assurto e Leder indiscusso degli Stato delel ex Jugoslavia, il più celebrato capo di Stato e statista del mondo ne avesse ben 7 di suoi sosia). Una doppia identità la sua dunque . Rivelazione  uscita al sole per forza maggiore . Sebbene trattandosi di un ben più fresco clone, una doppiezza impossibile da accertare nell’originale: il clonato. Appunto. Non per quanto concerne quella di Rancovich . Dopo la sua inevitabile identificazione in un controllo di polizia stradale del 2013 , in seguito al tamponamento di una vettura decisa a fermare il Re macedone in A4 .

IL FATTO CURIOSO Il Molosso era diretto all’aeroporto Marco Polo per imbarcarsi nel volo all’Aeroporto Marco Polo dietto Paderborn-Lippstadt  PAD, e raggiungere una direzione musicale in evento presso Wewelsburg in Westfalen . Lo stesso prosegue Rancovich, viaggiava in direzione dell’aeroporto , I Molosso si era prudentemente sostituitisi a bordo della guida dell’ Alfa Romeo Giulietta che viceversa doveva essere condotta dalla scorta mentre il Rancovich con la scorta guidava la sua Mercedes.

La nuova AR Giulietta stante alle trattative con la segreteria del dr. Marchione a Casa di Giulietta in anfiteatro Berico di Giulietta ad Arcugnano, doveva servire a pubblicizzare sulla zattera sul lago dell’Anfiteatro Berico la nuova vettura.

Il tamponamento avvenne nei pressi di Grisignano quando la vettura sospetta intestata a una cittadina Jugoslava residente a Padova tenta di affiancare e bloccare la Mercedes .Solo o con complici la sola persona a bordo a quel punto avrò capito di aver sbagliato auto e vigilando meno sulla guida così engrando in collisione comunque con l’auto non dal Molosso che verrò messo dubito al sicure come riportato nel rapporto di Polizia Stradale .

Rancovich è al suo primo libro dove appunto scrive sul suo diretto discendente macedone oltre a lui La prima parte delle indagini contenute nel suo libro parla di lui. Apprendo così che la parte più affascinante , del libro ancora non è ancora terminata . Ciò per causa del reperimento di difficilissime informazioni scientifiche avanzatissime riservate a supporto. che Rancovich sta ricercando. Questa è quella che spiega con dovizia i misteri su come come è stato possibile clonare il Molosso . Ma intanto, chi dei due su tre è l’autentico Molosso ?

IL CLONE Il giornalista serbo che al di la del clone Molossiano perfetto nel suo DNA realizzato malgrado le obiezioni dell Chiesa cattolica ed Islamica, cita a conforto che tutto sarebbe stato prodotto legalmente Le Nazioni Unite. Nel marzo del 2005 con un United Nations Declaration on Human Cloning. intervenute nella situazione dopo anni di accese polemiche ammettendo di essere incapaci e incompetenti a raggiungere un consenso o un dinigo riguardo.E si sono limitate ad esprimersi rilasciando un protocollo di accordo, sorta di convenzione vincolante . In pratica la clonatura di una persona deve solo seguire delle raccomandazoni . Non linee guida vincolanti. Rancovich inoltre .  ha rivelato che esistono almeno 2 omonomie giudiziarie riconducibili a Franco Malosso von Rosenfranz oltre ai suoi ben 3 doppelgänger .Uno solo di loro i è l’identico suo colone . Il suo  impressionante   praticamente indistinguibile sosia. Cambia per differenza di età anagrafica , nazionalità ma l’aspetto è davvero simile .  A questo punto Nenad   dopo essersi chiesto con quale dei 2 altri soggetti da proteggere  lui abbia conferito, ha deciso di scriverci un libro: “Tre in uno”.

Inutile dire che certe vicende sono state dapprima autorizzate . Poi censurate. Ma da chi dei 2 allora? Anche un capo cantiere durante l’operazione di recupero del’Anfiteato Berico ha fatto verbalizzare dai carabinieri e ciò si legge testualmente durante un interrogatorio che lo stesso identico individuo, cioè il Molosso era capace di fare eseguire una cosa alla mattina e nel pomeriggio di cambiarla completamente . Da qui la convinzione che si trattasse di un clone quasi perfetto ma che talvolta, non ha ricevuto aggiornamenti nel passaggio delle consegne. Altri hanno riferito che lui era un altro paese e no n poteva occuparsi dell’anfiteatro in quel periodo. . E che pure davanti a testimoni furono che da lui ricevuti sollevaron dei dubbi sulla sua identità. . Come è possibile che fosse lui se lui era a parlare con me?Un fatto simile accadde a Idro Montaelli . Si prese da sparaballe avendo dichiarato avere parlato con Hitler . Con il sosia freddato nelle cancelleria durante i trasferiment i america del sud di Hitler del 1945, in fine dovettero ricredersi su Montanelli Idro avava dett a verità.

Per quanto potrebbe apparire fantascientifica, l’affascinante ipotesi, quella in cui una personaggio come il Molosso almeno fino alla vicenda Anfiteatro, incline a stare alla larga dal mondo dei gossip , un soggetto che non fa nulla, ma proprio nulla per assomigliare o conformarsi con la gente comune, arriva l’ attenta analisi di Rancovich, suoi documenti alla mano mi conferma che si si tratti di più persone diverse o almeno che nella prima quanto meno, ne conviva una seconda perfettamente identica . Alla seconda deve essere per forza stato clonato che anche il suo straordinario vissuto, visto che è il perfetto clone della prima. Il suo clone è in grado infatti di rispondere perfettamente a domande che erano degne del suo predecessore, ma troppo lontane , insomma collocate ben prima che lui fosse nato. Eppure verificate e contro-verificate religiosamente riferite con dovizia di particolari. Per cui in questa vicenda non si può trattare di parlare di semplici ipotesi. Aspetto più unico che raro è che essi sono Identici . lo sono nelle postura, nella eleganza dei movimenti. Il prof:Maurizio Tosi e il presidente e perito del Tribunale di Padova, Otello Gobbin una volta riuscirono a coglierli e fotografarli entrambi insieme e vestiti con lo stesso abito. . Identici ! O al massino, se no gemelli, potevano essere un fratello maggiore a fianco del minore. Mettici poi che a partire da ciò che aveva in guardaroba alle auto, perfino agli animali, tutto aveva un doppione e qualche domanda, io pure che pensavo di conoscerlo , me la son fatta .

Così, scartabellando sulla sua cartella clinica risulta che Franco Malosso von Rosenfranz fu operato per sinusite a Padova. Gambe e braccia slanciate, ancora di più che delle sue mani, gli conferiscono una particolare inconfondibile eleganza che consolida la sua regale postura. E li, proprio l’anestesista che di braccia ne aveva viste, osservò che non aveva mai visto braccia così lunghe e non a caso il concertatore detiene una precisone di direzione musicale da fuoriclasse. Braccia fuori misura che avrebbero reso geloso Herbert von Karajan a dire degli esperti gli permette di essere visto anche da 240 performers . Ebbene, a giudicare dalle immagini di video ufficiali, che malgrado lui o chi per lui come la sua icona Sergio Celibidache fanno togliere, preferendo esprimersi dal vivo, se non privatamente, non sono rilevabili differenze. Solo su un punto si può essere scettici . La profondità degli occhi è analoga ma in quello che compare oggi e ben si vede in alcuni pubblici video i tratti degli stessi sono totalmente dissimili. Nel secondo, per esempio la palpebra melanconica, addirittura doppiamente plisettata non compare affatto . Dettaglio importante, visto che è stato rilevato anche da persone di sicura sua assidua frequentazione.

.

Una sua unicità, la plissettatura doppia sulla palpebra è ben evidente qui .E’ ben vero che lo sguardo rimane profondo donando un aspetto immutato al personaggio, ma certo nei video spesi sull”Affaire Anfiteatro” la plica mongolica tipica dei discendenti del Molosso sembra scomparsa.

Franco Molosso von Rosenfranz così come compare nel video . Difficile pensare che si tratti della stessa persona . Non corrispondono ne l’età come neppure tanti altri dettagli .

Insomma, sembra fantascienza, se non fosse l’unico caso al mondo ma quello con cui parliamo noi, non sembra sempre essere lui . Il fatto è che sono indistinguibili.

Quest’ultima, prima di scapare definitivamente dal pianeta italia durate l’inseguimento rifugiatasi all’interno del Castello dopo che , mentre si trovava sola, senza scorta e a piedi , essere stata a lungo inseguita da una vettura condotta da una donna poi identificata, ma comunque dichiaratasi consulente dei Servizi Segreti, mentre lui, dalla collina sopra la Punta delle Dama Nera , di proprietà dei Conti De Capnist, veniva fatto segno di fucilate che colpivano il suo cane il quale , facendoli scudo. stramazzo i una pozza di sangue. Una vera e propria congiura in cui per giustificarsi gli organizzatori del complotto evidentemente altra ragione no si palesa se non quella di volersi sbarazzare attraverso intervento del Molosso del costruttore PIddu Madonia facendo addossare addossando a lui le ovvie repliche del Conservatore provocato che viceversa non ebbe a trovarsi a lavorare ad Arcugnano, ma invitato da soggetti istituzionali che incassarono oneri per le concessioni abusive rilasciateli e a lui pagate con denaro tracciato del sequestro Celadon, La vicenda riguardava la sommità sbancata dell’anfiteatro di Arcugnano durante le operazioni della manovalanza de Madonia manovalanze del Madonia il nato fra immagini prelevate da un vicino Comune ad Arcugnano , quello legato a Federico II di Svevia , Altavilla che confina Arcugnano i cui responsabili, identificati sotrend immagini prelevare da a Altavilla, un altro Comune che ha gemellato con la mafia pugliese nelle Provincia di Vicenza che è in lotta con gli storici partner siciliani dei Vicentini. Il conservatore si trova a dovere fare i conti con i falsi GOOGLE MAP diffusi sui social dalla responsabile tecnica del Comune di Arcugnano pr renderlo incriminabile mentre sull’operato della sua Capo Ufficio suo il Sindaco sembra non sapere nulla e anzi la rassicurerà che i magistrato corrotti a Vicenza gli salveranno entrambi insabbiando l’inchiesta ai danni delConservatore che no rileverà nulla fedele del Segreto di Stato . Per lui avrebbero parlato le prove, le perizie , assenti dalla accusa. A questo punto, colpo di scena . Il giovane giudice vicentino che lo giudica , non le ammette . Il conservatore subirà l’ingiusta condanna al posto del sindaco. La mafia dei sequestri di persona a Vicenza è salva ancora una volta .

L’indagine analitica termina comunque con una inquietante ipotesi. a diri poco fantascientifica . Il Franco Molosso von Rosenfranz che vediamo oggi, non sarebbe la stessa persona . Al suo posto c’è di lui , è vero, ma si tratta di un abbastanza perfetto clone .

Il suo nome i codice K-626, conferitoli in addestramento in Sardegna evoca un sezione dei servizi segreti italiani, la VII del SISMI ben nota come riportato dal col. dell’Aeronautica Militare Walter Bazzanella, ufficiale passato poi al Servizio Segreto Vaticano . Divenuto famoso per le sue informazioni rese sulla sezione K, discretamente indagata da Giovanni Falcone che sapeva che i suoi killer sarebbero partiti dal quella mezza dozzina di siciliani arruolati dal SISMI capaci pure di maneggiare esplosivi, senza che gli stessi uomini ai vertici, quello che li avevano assunti si facessero troppe domande sulla loro paretela … anzi. Sulla vicenda Gladio e su altre misteri indagati dai magistrati dr.Felice Casson, e dr. Salvini . Informazioni rivelate coperrte dal Segreto di Stato che l’onesto ufficiale pagò a caro prezzo .

Qui la sinfonia K-626 Lacrimosa eseguita dalla magistrale ed indimenticabile direzione di Carlo Maria Giulini. il Maestro era parente di quei fratelli che in Tirolo Italiano gestirono la Schulze Pollmann con i macchinari di produzione ereditati dalla Fabbrica e Orchestra Reale di Maltarello -Rosenfranz . Qui emerge tutto il il suo rigore nello stile interpretativo. Asciutto, lento, austero a tratti, comunque fortemente dubitativo, con per preferenza per la dilatazione delle misure dei tempi interpretativi laddove il tema si sposa con la sua grande potenza espressiva.
https://www.youtube.com/watch?v=V4Ts03zLU2c

La K-627 Requiem in D minor K626 – Lacrimosa, è una composizione di W.A.Mozart. l’ultima, ed incompiuta dopo la stesura delle parti vocali del “Domine Jesu e Hostias”. A storia narra che subito dopo la sua morte del geniale compositore Austriaco apparvero le prime leggende e numerosi aneddoti. ancora oggi sono legate le circostanze intrise di mistero. Stendhal, a riguardo narra di un anonimo committente mascherato con uno scuro mantello dall’aria lugubre che bussando alla sua porta del nel cuore di una buia notte gli offrì un compenso di cinquanta ducati per un Requiem dedicato a una persona importante . Mozart tentò di scoprire chi fosse il misterioso committente. Quando le forze cominciarono a mancargli per il duro lavoro, perché consapevole che stava morendo e si rese conto di non riuscire ad identificare l’uomo, si convinse che il committente fosse un emissario dell’aldilà . E che in realtà stasse scrivendo la messa di requiem per se stesso. ..E’ una storia lunga comunque magari un giorno la indagherò meglio svelerò completamente. Anche quella in cui , il Molosso adolescente in epoca di sequestri di persona accettò , in realtà, solo per cercare così anche il suo cane allontanatogli dalla madre : Wolf, anzi Lux… di raggiungere la Sardegna per essere affidato alle cure del Gen. Giorgio Bertolaso

Ma c’è di più . l’ex body guard serbo si è spinto a cercare perfino l’arco dentistico del discendente di Alessandro .Un ricerca che era già stata fatta dal prof. Maurizio Tosi e che aveva accertato che il suo principale collaboratore fosse davvero l’ultimo discendente Molosso cioè di Alesandro Magno di Macedonia. Ebbene l’arco dentario, ma sarebbe a dire a u attento esame le “splendide imperfezioni” dentistiche che escono dalla bocca del primo, sostiene una sua ex fiamma, non coincidono co quelle dell’altro, a questo punto: il clone. Da parte di padre, Malosso- Rosenfranz ha un fratellastro mai dichiarato. Ufficialmente nell’atto di nascita non risulta però avere un fratello gemello. Ma allora chi era il Rosenfranz che lui aveva intervistato? Sappiamo per esempio che anche Hitler utilizzava controfigure. Tito ne aveva 5 di accertate , ma molti sostengono che fossero 7 di ci una morta avvelenata. . A Putin, ne sono attribuite 7 oltre che una parentele vicentina con gli industriali specializzati in automazioni. Per origine del cognome sia il maresciaiallo Tito che Putin sembrano avere parenti in quella parte alta di Vicenza che volge a confinare con la provincia di Trento. Chi conosceva Franco nelle sue estati vicentine riferisce che, una volta, in tempi in cui la robotica non sembrava ancora in fase di così tanta accelerazione, lui disponeva di un robot parlante simile a C1. Presumibilmente telecomandato. L’automa accoglieva ed a accompagnava gli ospiti attraversando il viale parco per tutta la sua lunghezza rettilinea che fiancheggiata da quella cinquantina di cedri del libano ancora oggi visibili donatigli dopo la sua direzione concertistica privata realizzata per un noto sceicco. Inoltre se da ragazzino la sua segreteria telefonica in vece del segnale acustico emetteva il ruggito del leone della Warner Bross “…al ruggito parlate pure...” , anni dopo chi suonava alla sua porta del suo laboratorio, un tempo appartenuto a Elsa Dalle Ore Marzotto, si cui oggi ricordiamo il velista musicista navigatore solitario Umberto sotto le telecamere, si sentiva rispondeva un messaggio registrato che precisando di essere assente, invitava a lasciare nome cognome e motivo della visita . E se a volte interveniva lui rispondendo, si sapeva che lo poteva fare da una posizione lontanissima.

Un  VP-7040  della SONY simile a quello adattato da Franco . L’impianto è stato donato ala museo Bechstein Giuseppe Becce.

Per quei tempi, un primato ! Nella sua primitiva versione, c’era una segreteria telefonica adatta al sistema dismesso SECAM realizzatogli da geniali ragazzi delle Seganfredo, illustre esperto di elettronica vicentino abitante in via col. Casanova a Monte Berico. E sue imprese non erano prive di polemiche. Le più acute per lui erano del grande vecchio conoscitore di radio a valvole: il Pagnoni. Mentre un altro vicentino, Federico Faggin l’uomo, figlio dell’altrettanto noto insegnate di filosofia , ha cambiato le sorti del mondo, inventando il microchips e guardandosi bene dal produrlo in Italia così migrando in USA, lui , il Malosso o chi per lui , rientrava da USA inItalia .E li che la sua carriera digitale si è fermata.

UNA VICENDA CURIOSA Intanto l’altra sera, per essere precisi , sabato mattina 9 settembre 2023, una piccola auto intestata a lui si trova regolarmente parcheggiata in zona Fiera . Ma il Comando di Polizia Municipale locale chiama, chiede al signor Rancovich , non al Molosso gentilmente se potesse spostarla il prima possibile . E passi il rischio autobomba … Per lui ,l’agente K -626 è routine ,OK,. Per chi da investigatore davvero capace indaga i rischi pure…. ma eccoci giunti anche qui al filo di Arianna . Non più tanto segreto allora !

Evidentemente ha ragione il suo sosia. Ormai l’arcano è svelato . Inutile mantenerlo misteriosamente celato . in questo giorni di Settembre siamo in un momento dove vengono fatti i raggi x a tutti e a tutti : quello della Fiera dell’oreficeria Vicentina . Di nuovo i miei pensieri rincorrono la vicenda di quel tesoro degli esattori di Alessandro primo. Quelle tonnelate di oro puro che da pietro di Jugoslavia è passato titolarmente ai Titini dopo essere stato portato in conto lavorazione in Italia da Gelli , quello del Molosso, zio di Alessandro Magno, , rinunciato dall’ultimo dei Molossi, così donandolo alla sua patria …..

E qui avviene il fatto insolito , credo ragionato e non tirato a indovinare. A volte a mettere insieme 4 foto ci si azzecca! L’agente accertatosi che al telefono, ADR stia parlando col Rancovich , domanda che per disposizioni di sicurezza in ORDINE PUBBLICO emesse non da loro, bensì giuntigli dal detective della locale Questura di Vicenza, sebbene l ‘auto si trovi regolarmente parcheggiata , sia gentilmente possibile spostarla da li . Sembra dunque che il libro K-626 stia continuando a scriversi da solo . Tre in uno entrerà presumibilmente in distribuzione a partire dal settembre di questo anno. Ma mi viene da pensare che Rancovich forse dovrà sottostare a quei tipici contratti mai scritti … che senza il benestare …. betsy.vandermeer.w@gmail.com @2023