“1988-OPERATION GOLDFINDEN” 1945 FUGA DA BERLINO H.HITLER. M.BORMANN, E. MÜLLER- H. VON HUMMEL E L’ORO DI TITO BROZ

https://anfiteatroberico.com/operation-goldfinden/

QUANDO LICIO GELLI EBBE IL MERITO DI RESTITUIRE ALLA JUGOSLAVIA L’ORO RUBATO DAGLI ITALIANI . Questa è una vicenda davvero esclusiva. Dal protagonista , Franco Alessandro Molosso von Rosenfranz. Per anni, rimasta coperta dal vincolo militare di segretezza di Stato e motivi di Sicurezza Militare e Nazionale . Narra come tra i 1987 e il 1988 centinaia di dormenti tonnellate di lingotti d’ oro e argento sottratto nel 1942 a Pietro di Jugoslavia, dormenti nei caveau Svizzeri, transitando per l’Italia, furono restituiti allo Stato Jugoslavo attraverso una operazione coperta. Affinché non rimanesse infruttifera, parte di queste riserve auree fu inviata in lavorazione a Firenze, Arezzo, Roma. Qui venne rivenduta per essere trasformata in gioielli. Un tassello in più rispetto alla interpretazioni di questi fatti dettagliati narrati dall’attento divulgatore storico Simone Barcelli .

In realtà quelle tonnellate di oro erano molte di più . Ma molto , molto di più. . Il colpo del secolo ! Riferisce ancora il Molosso. In effetti Karađorđević custodivano il tesoro Russo dei Romanov . E al termine di questa operazione i riscontri ci sono stati . Una vicenda questa legata al principale viaggio dell’oro e dell’argento Persiano – Macedone Molossiano la sua. Un viaggio nel tempo . che arte dal lontano 334 a.C . Sicurezza Nazionale e Segreto di Stato che ne hanno impedivano la divulgazione fino ad oggi. E solo dal l termine del 2022 che Franco M. von Rosenfranz , ha potuto finalmente rivelare l’intera operazione .

Betsy van deer Meer intervista il 3 febbraio 2023 con brani estratti dal libro di Franco von Rosenfranz OPERATION GOLDFINDEN “

Simone Barcelli nelle immagine di primo piano sopra :

Necessaria Premessa dell’autore .

Professore perché ha deciso di rendere pubbliche queste vicende ? 2016-2023 .Allo scadere delle esigenze di Sicurezza Militare -Nazionale , in seguito alle calunnie provocatoriamente orchestrate a danno delle mia onorabilità a difesa dell’operato svolto, circa la diffamazione subita da me subita m dalla persone decedute assassinate in staff , per rispetto ai sommi memorialisti uccisi e di quanti sono morti nell’adempimento del propio dovere per fermare i rapimenti dalle cui estorsioni la connessione politico -mafiosa traeva vantaggio riciclando nelle cementificazione selvaggia luoghi millenariamente protetti. Oltre ciò per nel rispetto del del Paese che ho servito per lunghi anni. Così alla scadere del Segreti di Stato, ho deciso di divulgare pubblicamente questi fatti . Questa infelice azione posta in atto dal Sindaco di Arcugnano Paolo Pellizzari, forte delle sua veste istituzionale, nel suo irrefrenabile bisogno di destoricizzante l’area per continuare coprire il suo processo di distruzione ambientale colposa mediante sbancamento- cementizzazione vantaggiosamente incassando oneri di costruzione, ha depistato su me il suo operato criminale così tentando una storsione a danno mio e allo dello staff archeologico del prof. Maurizio Tosi con utilizzo delle tipiche modalità mafiose . Inoltre durante il mio diniego dall’ accettare offerte di protezione dietro versamento del pizzo, questo sindaco è intervenuto pianificando campagna denigratoria . orchestrata da una “sorta di dipendenti stipendiati graffitari” finanziato con 120.000 euro di importo dai cittadini di Arcugnano . Il complotto finalizzato ad occultare vistosi abusi in area paesaggisticamente e storicamente protetta, quella dell’ incantevole baia delle Fontega mediante anche rilascio di concessioni edilizie abusive su cui hanno anche edificato la sommità dell”Anfiteatro di Arcugnano manovalanze dell”impresario Piddu Madonia . Il siciliano è considerato il n. 2 del Sindacato Ebraico, Cosa Nostra,. Il tutto durante l’operazione di pianificazione delle stragi Falcone & Borsellino avvenute tra Arcugnano (VI) e Bagheria (PA) . Ville abusive realizzate con sangue e denaro estorto nei sequestri Celadon e alle famiglie di Pietro Berti, Pietro Berto e Livio Bernardi (imprenditori veneti che mai più fecero ritorno casa). In particolare tra il 2016 -2019 lo stesso sindaco Paolo Pellizzari , forte della sua veste istituzionale, per evitarsi di incorrere nella nuova legge n. 68 del 22/05/2015 contro gli Ecoreati divenuti imprescrivibili ( prevedono fino a 15 anni di carcerazione per il disastro colposo ambientale nelle legge approvata dal premier Matteo Renzi) traendo vantaggio dal terrorismo subito dalla cittadina inglese Emma Seymour, abitante l’anfiteatro, al fine di distrarre la popolazione locale dai sui abusi edilizi, criminalmente ingaggiò giornalisti sponsorizzando graffiitari per la sua operazione, atta pianificare destoricizzare per coprire la verità nascosta organizzando e scatenendo “indignazione popolare” sul Conservatore Malossiano, ottenendo così condanna al su storico difensore – conservatore e il sequestro del teatro stesso , restituito solo nel 2019 a cui seguirà una assoluzione. Ma intanto la diffamazione era avvenuta e . con enorme perdita per l’intera provincia di Viicenza stimata in 12.milioni di ero ) . Questo libro è stato dedicato ai tanti imprenditori e loro familiari rapiti italiani vittime dei sequestri di persona a scopo di estorsione di denaro da riciclare in abusi edilizi .

Il premier Renzi depone le rose alle vittime di reatii ambientali

L‘occhio massonico fatto dipingere sull Municipio dal Sindaco si Arcugnano Paolo Pellizzari. Nel corso del complotto danno del conservatore, a egli agli ex partner siciliani opterà per un gemellaggio con UGENTO la Terra dei Luoghi (e degli omicidi illustri inindagati) morti per aver indagato nel business nelle finte fatture di smaltimento rifiuti .

Nel corso del provocatorio complotto, di cui fu vittima innocente il Conservatore Franco Molosso, ad opera delle pubbliche calunnie e delle diffamazione espresse dal Sindaco di Arcugnano, Paolo Pellizzari assumendo che il millenario anfiteatro “almeno secondo i propri tecnici ” scelti fra un vicesindaco” responsabile dei rifiuti e della sicurezza ” cioè delle TELECAMERE del Comune, tale Gino Emilio Bedin, pregiudicato per omicidio di un informatore operatore nell’anfiteatro Berico , un agente di PM, Roberto Polato pregiudicato per spaccio di sostanze stupefacenti di droga e una capo Ufficio Tecnico del paesello, tale Katia Zoncato , nota satanista incaricatasi di diffondere, anche in veste di consulente tecnica false informazioni foto-ritoccate a GOGLE MAP atte a depistare e criminalizzare indignare la popolazione e denigrare l’operato del Conservatore Molosso, mentre il suddetto sindaco si faceva pure beffe di tutti i sommi memorialisti cittadini la cui testimonianza, nei secoli era stata riassunta dalle faticosa ‘opera ventennale di classificazione dell’Anfiteatro Berico , compiuta dal guru dell’archeologia mondiale, il responsabile archeologico, il prof.. Maurizio Tosi, assassinato a sua volta( seguito dal ripararatore dell terrazze dell’anfiteatro Mauro Pretto ) due giorni prima di comparire in lista testimoni . Nei numerosi provocatori comunicati diffamatori, sulla scorta egli effetti giudiziari necessari a portare a termine l‘Operazione Goldfinden , il Conservatore fu da lui dipinto come una sorta di arricchito fantasioso arcugnanese .

Niente di più falso. In seguito alla suddetta operazione di restituzione di ingente quantità di oro predato dagli italiani (Goldfinden), da cui viceversa il Conservatore e provatamente, non si trattenne neppure un penny tale insulto fu doppiamente offensivo.

Consegnate le prove delle mia innocenza che gli inquirento , come è loro dovere invieranno certo alla procure competenti . Terminato il vincolo con Il segreto di Stato, per difendermi, sono stato costretto a scrivere questo libro con tutte le precisazioni necessarie che la diffamazione nelle provocazione a miei danni e non solo subita ma per la reputazione delle persone oneste delle città richiede. Questa è una storia vera ed è la mia  storia, il mio ruolo in questa operazione di intelligence . Ogni riferimento a fatti, persone non è immaginario né causale .

FRANCO M. VON ROSENFRANZ OPERAZIONE GOLDFINDEN

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NIENTE AGGRESSIONE JUGOSLAVA. IN CAMBIO: RESTITUZIONE ORO RUBATO . Fin dal 1986 vi era sentore che il denaro proveniente dai riscatti dei di rapimenti degli imprenditori sequestrati, una volta riciclato dalla banca Rasini dei Berlusconi oltre alla via dell’edilizia stasse ammagliando alcuni orafi vicentini bisognosi di una iniezione di denaro. Per questa strada , a quell’epoca poteva capitarti di essere approcciati da uomini del clan di Vittorio Mangano . Serviva una persona autorevole . Fu in questo contesto che questa operazione importantissima fu affidata a un ex ragazzino che conosceva bene il meccanismo dei rapimenti in quanto da ragazzino era stato vittia di un sequestro breve. Con il l Molosso, protagonista principale di questa missione che prese spunto l Operation Goldfinden – e la contestuale Liberazione di Carlo Celadon Pirati Barbareschi . Nel procedimento inventato ai suoi danni, impedito dal vincolo di segretezza, non potendo difendersi, fu condannato e solo successivamente , nel 2023 con il conseguente decadimento del segreto, è stato assolto per non aver commesso il fatto.( mancanza di un qualsiasi proprio vantaggio economico nel corso dell’ l’intervento manutentivo . Il luogo infatti risultava essere stato da tempo proposto in regalo alla collettività ) venute a meno le esigenze legate al Segreto di Stato , rivela oggi i dettagli fino ad oggi sconosciuti di questa missione.

YUGOSLAVIA. IL RISCHIO CHE TITO CEDA AL CORTEGGIAMENTO RUSSO L’11 marzo 1974, nell tira e molla fra tra i due governi retti dal vicentino Mariano Rumor, una nota attribuita all’ambasciatore Roberto Ducci , mostra il clima che si respirava da tempo fra i 2 paesi . Di scena stavolta i problemi diplomatici con la Jugoslavia, in quanto di fronte ad una posa di segnaletica stradale nella ex Zona B sotto amministrazione jugoslava ; in questa nota si leggeva:
La sovranità della Jugoslavia mai è stata allargata al territorio italiano noto come zona B del non realizzato territorio libero di Trieste”. A questa nota italiana la Jugoslavia rispondeva con un’altra nota, consegnata all’ambasciatore a Belgrado Walter Maccotta, che arrivava “al punto di imputare al governo italiano di essere sulle posizioni dell’estrema destra e dei circoli revanscisti e di accusare lo stesso di voler sovvertire i rapporti internazionali, minare la pace, la sicurezza e la stabilità in Europa mediante l’uso del terrorismo stragista “.

Eisenhower e Tito Broz

Eisenhower e Patton. In seguiti al ritrovamento dell’oro nelle disscussioni su con chi spartirselo, a eliminare l generale USa colpevole di aver ucciso in sicilia fedelissimi a Lucky Luciano, ad ucciderlo , ci pensò la mafia .


1980 La vicenda parte da qui . Siamo in piena in Guerra Fredda. La vecchia mafia dagli Stati Uniti, nel luglio 1943, accorsa a liberare gli italiani, sta per essere definitivamente sostituita mentre la Jugoslavia si trovava nella più grande crisi della bilancia dei pagamenti della sua storia. Il suo spaventoso  deficit, stante alle partite correnti nel paese raggiungerà una cifra senza precedenti toccando i tre miliardi di dollari. Per un buon equilibrio fra URSS e Italia- Europa è delicatissimo e fondamentale è in quel momento il rapporto che con il leader dell’ex paese cuscinetto Jugoslavo, Tito Btoz. E qui comincia la mia avventura . La restituzione di questo oro che giova a dirlo viceversa da ciò che calunniosamente è stato diffuso , io diversamente da quando assurto anche in una precedentente esaustiva inchiesta già voluta fare assurgere pubblicamente il mio ruolo coperto, ad opera di un Maresciallo Bertradino Naldo, con stazione vicina di casa del Killer Piddu Madonia , io non trattenni una sola oncia .

La mia missione parte all’isola di Korcula dove salito su un veloce motoscafo, fui condotto al cospetto di Sir Fitzroy Maclean. Ed al l congedo da quell’incontro, il saluto fu  del tipo militare . Era un ordine  dopotutto . Comincia  qui la mia Operazione Goldfinden.

L’ORO DEL MONDO e le TRE LOBBY CHE LO POSSIEDONO. Orbene, tre sono le grosse potenziali lobby di potere cresciute a dismisura . Si sono generate per lo più alla luce di enormi partite di oro. Predato. L’autore testimone dei queste vicende ne ha descritto minuziosamente i dettagli.

L’ORO DEL MOLOSSO Era una enorme riserva aurea nei secoli accumulata dai Molossi di cui Alessandro Magno fu capostipite giunse al Regni di Jugoslavia. Si trattava per lo più dell’Oro e argento Macedone dei suoi avi. A sua volta, nel corso dei secoli, salito per consistenza da riserve formatosi per lo più con le antichissime scorte Persiane, ma anche dalle razzie di Cleonimo, Principe di Sparta sui territori Dalmati e dei suoi militi, penetrati nella Laguna veneta, raggiunta in navigazione Vicenza a Padova. Secondo l’ultimo Molosso ” oro  maledetto” a cui nel 1988 nel corso dell’operazione di restituzione, egli (dopo essere stato rapito, da ragazzino, dopo che sua volta lo fu il suo figlioletto successore (ufficialmente scomparso ) dimostrativamente rinunziò come neppure sono da attribuire a lui reati in quando una successiva accurata indagine di GDF ne dimostro a totale estraneità.

L’oro della famiglia Reale di Alessandro .
“Dalla Russia con amore… “I tesori di Alessandro Magno e del Molosso in una mostra a Sydney.

Tuttavia attraverso questa missione permise all’agente di prendere parte a una operazione udercover con la necessaria, così potendo entrare in contatto con i professionisti dei sequestri di persona a scopo di estorsione che imperversavano in Italia . .

L’ORO DI TITO DI JUGOSLAVIA Dal momento del loro assoggettamento all’impero Romano, quali Conservatori dei luoghi e e curatori, magister, i Molossi si rivelarono sempre affidabili difensori e protettori di enormi beni. Furono i conservatori di di Alessandro Magno, in seguito dell’Imperatore Adriano anche per i terreni vicentini Matidia -Sabini . Conservatori più recenti furono il bisnonno, il padre del Molosso scelto nel 1945 per difendere, col paese allo sfascio, l’importante aeroporto di Lonate Pozzolo . Il più militare del Nord Italia .

CONVOGLI PIENI DI ORO Tra il 1997 e il 1999 il Conservatore fiduciario Molossiano nipote del cofondatore della Banca Popolare di Vicenza, Emanuele Lodo., con riserve del tesoro Jugoslavo partite dalla Svizzera e legittimate da soggetti italiani, in quotidiani viaggi che vista l’enorme quantità, durarono qualche mese si rese protagonista di una enorme restituzione che ancora oggi, fra agitatori che parla di fobie ed a senso unico, senza il suo consenso determinato , sarebbe divenuta politicamente impossibile.

Le porte che accedono ai cavau.

Molto ma anche poco si sa dell’ oro nel mondo comparso durante i trasferimenti . Da quello trovato dal Generale Patton che pagò con la vita l’essere venuto a conoscenza a quello scomparso di banchi metalli Vicentino -Aretini come Vimet – Chimet -Tecnigoldo quello scomparso dalla storica Banca del Monte Paschi di Siena, in Belgio ecc. Vale la pena di precisare che sotto l’egida del Molosso non è mai sparita ne è stata mai rapinata un oncia Un unicum in affidabilità fu pertanto la sua missione e la sua reputazione .

I GIORNI DELLA FEBBRE DELL’ORO 9 giugno 1944 Salzburg : I musikanten suonano per serenata a Eva Braun , un brano commissionato al Vicentino Bechstein Giuseppe Becce nel corso del matrimonio presso la Marmorsaal del ‘Mirabell Palace Palace (patrimonio UNESCO) . Dureranno 3 giorni i festeggiamenti a Gretl Braun H. Fegelein fatto poi fucilare da H.Hitler mentre fuggiva dalla Bleibtreustraße ( tradotto “letteralmente ” strada del rimanenti fedeli”) Stivato in auto, anche H.F, aveva con se con se oro valute e un falso lasciapassare della Croce Rossa. La sua colpevolezza ? Non avere atteso qualche giorno i permesso di Hitler di lasciare il bunker.

Betsy van deer Meer intervista Franco von Rosenfranz il 3 febbraio 2023 -Continua –

Fra il 2015 e i 2017 il guru dell’archeologia mondiale, classificatore dell’Anfiteatro Berico, l’archeologo prof. Maurizio Tosi, fino a poco prima di essere assassinato voleva farne un soggetto cinematografico trasportando nello schermo queste vicende attraverso un film imperniato su questa storia dal titolo : L’ultimo dei Molossi. Ci è riuscito otto anni, con passione un regista .

L’ L’ORO di HITLER cioé la storia del tesoro aureo tedesco “. Tutte le vicende sono state narrate da testimoni attendibili. In primis, il maestro vicentino del cinema tedesco  Bechstein Giuseppe Becce, padre putativo dell’autore Franco Malosso von Rosenfranz e da Luis Trenker. Quindi narrative confermate da tutti i colleghi viventi delle sua troupe tra cui Marlene Dietrich, Leni Riefenstahl, Hans Ertl , sir Fitzroy Maclean Joe Adonis , Joe Bonanno.

Il grande Maestro vicentino compositore del cinema tedesco Bechstein Giuseppe Becce – Franco Alessandro Molosso-Maltarello von Rosenfranz  . Di sfondo l’‘Anfiteatro Berico di Arcugnano Vicenza di cui erano anticamente proprietaria la famiglia di Vibia Sabina, moglie dell’Imperatore romano Adriano.

Tratto dal capitolo secondo : Operation Goldfinden :

IL MEMORABILE INCONTRO A CAREZZA. Non ne potevo più .  Da ragazzino, mi rapirono per via di quell’oro… Una persecuzione. Quando l’intelligence mi chiese aiuto aderii.  Franco Molosso. von Rosenfranz, ripercorrerà alcune tappe del suo passato fino a un esclusivo emozionante incontro, presso Carezza . Con il padre, scrittore , memorialista ex comandante delle basi missilistiche nucleari segrete del nord est italiano, il gen.  Ettore Malosso . da Dobbiaco fummo prelevati di buon mattino dall’uomo di fiducia di Marlene Dietrich, l’autista Joseph Gruber, per recarci si rei a un appuntamento con Monika Ertl .

Monika era la figlia adorata di Hans Ertl, il “Bergvagabunden” collega dei molti film con Leni Riefensthall, ’alpinista, esploratore, inventore, attore cameraman, cineasta, fotografo di Rommel e Kesselrin anche a Lonigo( Vicenza .Anche Regista, e scrittore, il romantico Vagabondo delle Alpi che su consiglio del politico tirolese, on. Alcide De Gasperi, dopo il 1945 attraverso la “la via del topo “( ratline) mettendosi in attesa degli eventi migra in Chile , prende infine casa in Bolivia.

Ertl come l’attore Amedeo Nazzari si era quindi stabilito in Sud America. In seguito sarà la figlia Monika assurta ai bagliori delle cronaca.Con il revolver di G. Giacomo Feltrinelli  ucciderà per vedetta il console omicida Boliviano reo di aver tagliato le mani del medico idealista Che Guevara, per vendicarlo. Poco dopo caduta in una imboscata, sarà torturata e uccisa da Klaus Barbie, il boia di Lione. A quel romantico incontro, oltre alla titolare dell’Hotel Emma, c’era l’inseparabile maestro vicentino  di Franco Molosso von Rosenfranz , Bechstein Giuseppe Becce. assieme a  Carlo Maria Giulini , Arturo Benedetti Michelangeli . Fu l’unica e ultima volta che il piccolo Molosso vide Monika viva.

Betsy van deer Meer intervista Franco von Rosenfranz il 3 febbraio 2023 -Continua —

I DUE AUTOBUS A Carezza, In quella occasione Molosso ricorda una eccezzionale narrativa del suo maestro Bechstein Giuseppe Becce, “ Nel Maggio 1945 a  Braies una cinquantina di chilometri da qui, non lontano da questo lago sostò autobus proveniente da Berlino. Alla guida, un autista che segue le indicazioni stradali della governante dei ragazzi di Bormann, l’altoatesina Paula Pallhuber conoscente dell’autista della Dietrich, Joseph Gruber. A bordo ci sono i figli del delfino di Hitler, Martin Bormann.

IN FUGA DA BERLINO IN FUGA DA BERLINO CON ORO , VALUTE ,CONTI SVIZZERI CIFRATI, di cui in seguito ebbe la sfortuna di imbattersi anche Giovanni Falcone nei colloqui segreti con gli informatori bancari svizzeri disponibilizzatili segretamente dal Giudice Rotalinti . Nelle fuga da Berlino accerchiata dai russi, oltre a Helmut von Hummel, il figlio Carl Friedrich von Hummel, direttore della banca tedesca più quotata in in Svizzera. La banca raccoglitrice del tesoro tedesco. Lingotti d’oro per diritto di guerra, predati e ripunzonati. E’ lui che scorta i familiari di Martin Bormann in viaggio sotto falso nome. Sia le fuga di Bormann per l’Ostsee (mare Baltico) che quella per l’Italia erano già state concordato con speciali lasciapassare apparentemente emessi della Rothe Kreuz. Saliti dell’autobus proveniente da Berlino, stivato in doppi fondi, fra intercapedini dell’autobus viaggiano anche un carico di oro, monete, altri valori necessari per favorire il transito e superare eventuali posti di blocco imprevisti, non segnalati. Corrompendo guardie. E’ solo una minima parte di quello contenuto nei conti cifrati Svizzeri che dovranno depistare i cacciatori di bottini d’oro verso ignari comandanti di sommergibili tedeschi per permettere di oltrepassare senza eccessivi rischi il corridoio di fuga da Berlino accerchiata.

Fra i passeggeri c’è anche Gerda Buch in Bormann . Anche lei munita di documento falso intestato a tale frau Bergmann . Moglie del gerarca di Hitler è la figlia del giudice più severo del Nazionalsocialismo. Sfibrata dal viaggio malata, é morente. Spirerà di li a poco e sarà seppellita nel cimitero di Merano, contestualmente ad alcune casse di sterline falsificate , altre valute e metallo prezioso che trovano posto in altre bare. Viceversa che dal marito , Martin Bormann, il capo della Polizia Heinrich Müller  ( in servizio a Monaco nei giorni degli ostaggi trucidati dai membri della Bayerischen Räterepublik (Repubblica Sovietica Bavarese) assurto a Capo delle Polizia dapprima a spiare e controllare e poi a fianco di Hitler fin dai tempi dei raduni presso la birreria di Monaco. Con la moglie e la figlia il Sudamerica ospiterà anche loro . Sembra a Panama come ad Asunción, in Paraguay in Bolivia oltre che in Argentina .Tuttavia sempre versando consistenti somme enormi riuscì a morire di vecchiaia .

I quel viaggio , hanno preso una altra direzione: Verso il Baltico . anche Hitler con a fianco Eva Braun, rifiutato l’invito di Hanna Reitsch di mettersi in salvo? I money val , ufficialmente non traccia generalmente idiitro dopo i 25 anni . Ma è comunque folgorante anche il racconto confidenziale fornito da Mosca al Molosso da Maurizio Quartieri, perito ENI del vicedirettore Rothschild Group , il vicentino Paolo Scaroni prima dello strano suicidio di Gabriele Cagliari (ENI) . Quartieri è il primo italiano in missione Ufficiale a entrare nel distretto riservato del KGB E’ lui che legge le commoventi lettere alla moglie del cineasta Gino De Marchi sequestrato dal compagno Stalin l’ex seminarista poi rapinatore dell’oro contenuto nelle banche Giorgiane quando il l’austro -trentino Tito Broz era alla sua Corte. Assurto al controllo dell’URSS , alla storia per la resistenza che sbarrerà e sconfiggerà il tentativo di predare il grano Russo ordito da Hitler. Il perito, entrato in contatto con i segreti delle Lubkjanca. Sarà curiosamente approciato dai servizi segreti post- Staliniani per uno scambio circa i pezzi della mandibola di Adolf Hitler, alias Maximilian Bauer. Del racconto autobiografico raccolto i perito Maurizio , Quartieri non farò mai mistero. Anzi, in quella relazione scriverà anche la bozza di un libro su Tiziano e sul Molosso un soggetto per film (La Fionda) che voleva vedere la luce del cinema affidandolo col regista Veneziano Tinto Brass il figlio del Pittore collezionista delle opere del Tiziano, salvate dai tedeschi: Italico Brass e la studentessa Russa di medicina Lina Rebecca Vidgoff.

Adesso lasciamo l’avventurosa vita del grande umile e modesto expertize d’arte estimatore di Van Gogh, Maurizio Quartieri . Persona di enorme cultura ed umanità che mai si arricchì di perizie per tornare sulla via di fuga su cui viaggiano presumibilmente anche i coniugi di un falso Hitler diretti verso un altro medesimo corridoio “dorato” apertogli da Ian Flaming. A garantire il pagamento per quella fuga, alcuni dei conti cifrati, al portatore in Svizzera. Altro denaro , sotto forma dichiarata è diretto a Peron. Quindi da Berlino la destinazione finale per loro, preparata a tappe è il Sudamerica. E senza lasciare testimoni dietro. Su queste vicende , sui sommergibili tedeschi in Argentina tra Maggio e Giugno, per quei fatti, I membri del Governo Argentino hanno apposto ancora oggi il Segreto di Stato .

NIENTE TESTIMONI Ne fece le spese, senza neppure riuscire ad arrivare vivo al suo processo il ministro dell’igiene razziale del terzo Reich Leonardo Conti, scomodo Ufficiale amico del futuro Sindaco DC di Napoli che aveva accertato i veri responsabili dell’eccidio di Katyn. Solo dopo molti anni Gorbaciov ammise che Conti aveva detto la verità. Inoltre, Conti era contrario all’impiego massiccio delle droga del consenso, e fu il più accanito avversario alle lobby farmaceutiche. Forse anche di quelle belliche impegnate a distruggere e ricostruire. Nemico n.1 del medico di Adolf Hitler , il dr. T. Morell, il medico assoldato dalla lobby del farmaco da Spirito & Carbone per quello stupefacente che sarà protagonista delle successive operazioni climax con l’Operazione BlueMoon , il progetto tristemente assurto alla ribalta nella operazione di drogatura della Popolazione Italiana .

FRA PERCORSO DELL’ORO TEDESCO -SVIZZERO DROGATURA E STRAGI Conti finì impiccato prima di affrontare il processo in quanto si temeva volesse barattare la sua salvezza rivelando dettagli di queste vicenda e quelli delle trattative per il corridoio dii fuga e di tutte le recitazione, da tempo programmata. Questi fatti, mi furono confermata in parte da Renzo Scotto come da da Joe Adonis a K-626 quand’egli affossò l’allora candidato appaltatore alle basi missilistiche del Nord Est , ospite in mensa sottufficiali , un allora giovane Totò Riina., impresario siciliano raccomandato dal primo ministro DC Mariano Rumor e abitante presso la sua casa, a Tonezza dal Cimone Riina , anni dopo, a Vicenza, dove fu riconosciuto durante l’operazione undercover richiesta da Giovanni Falcone, chiamata dagli addetti ai lavori in appendice : “VICENZA CONNECTION ” .

Provenivano da Joe Adonis, le notizie su ministro di Hitler Leonardo Conti come sul dal nuovo dirigente farmaceutico del Ministero Italiano (dopo il 1943) il Max Mugnani. Distributore di droghe pesanti negli agli Stati Uniti , da colà espulso fu subito sistemato alla Direzione Farmaceutica della Sanità Italiana con il compito di drogare la popolazione . Compito che assolse con successo.

I CACCIATORI DI ORO. TUTTI IN CERCA DI QUELL’ORO. Nel 1945 visto l’andazzo della guerra sfavorevole ai tedeschi , gli amministratori responsabili dei Caveau Bancari in Svizzera su cui venivano dislocati i carichi oro che ripunzonato diveniva tedesco, decisero di respingere nuovi carichi alla frontiera . Quel veto segna l’inizio di un nuovo percorso per molti di quei lingotti .

L’ORO RESPINTO ALLA FRONTIERA SVIZZERA Tutte quelle casse erano terribilmente pesanti. Fu in quei mesi che esse furono dirottate verso ex miniere, Questa situazione di inoccultabile stallo fece si che le forze di occupazione USA trovassero 200 tonnellate di oro nazista rubato Negli ultimi mesi della seconda guerra mondiale, gli addetti ai lavori con il loro carico respinto alla frontiera, si attivarono per nascondere le centinaia di tonnellate d’oro sottratto a varie nazioni durante l’occupazione.  Molto di esso non arriverà mai ad essere conteggiato In quel momento. Improvvisamente Patton divenne il più scomodo generale di Eisenhower. Lucky Luciano compì il resto ( Fonte documentale compilata da Renzo Scotto al Molosso ) .

Una ben congegnata operazione Safe Haven si mise su queste tracce verso quello che potremmo pensare fosse una proposta da fare bagli addetti : Non puoi potarti in giro tanto peso con te., dicci dove si trova e ci mettiamo d’accordo .   Gli angloamericani erano alla ricerca dell’enorme quantità di ricchezza saccheggiata che i tedeschi avevano brutalmente sequestrato e immagazzinato per metterla nelle mani di gruppi umanitari che, si spera, avrebbero inviato la ricchezza ai legittimi proprietari.  Questo almeno appariva ufficialmente nelle intenzioni .

Il 6 aprile 1945, i poliziotti della 90a divisione di fanteria della 3a armata erano di pattuglia a piedi nella città di Merkers, in Germania, si imbatterono in due donne che camminavano per strada e presto hanno scoperto che si trattava di profughi francesi, o “persone sfollate”.

Questi sfollati furono prelevati dalle loro case francesi e trasportati in Germania per svolgere i lavori forzati. Informarono e qualcuno sospettrrà con un buon ritardo … che entro una miniera di sale si nascondeva un surplus di oro e che i tedeschi portavano spesso camion carichi di metalli preziosi.  L’informazione fu trasmessa a quel reparto di cacciatori d’oro.

SCIPERTO l’ORO ARRIVA L’ORDINE DI ELIMINARE PATTON I generali Eisenhower e Patton si recarono alla miniera e scoprirono l’oro.in seguito , questa scoperta costerà la morte al Generale . Una morte commissionata dalla Sicilia . Con pretesto della inopportuna strage di italiani all’aeroporto siciliano da cui partivano per Malta gli allora tenenti piloti Bertolaso e Malosso , nel corso delle rappresaglie che regolavano i conti con i delatori del ex prefetto Cesare Mori l’omicidio di Patton su commissione fu una grande occasione per la Mafia per dimostrare la sua potenza . E vendicarsi di chi non rispettando i patti si mette contro.

Circa 7.000 sacchi di lingotti d’oro ordinatamente ammucchiati nell’area sotterranea, che misurava circa 75 piedi di profondità e 150 di larghezza oltre a 98 milioni di franchi francesi. Ma quell’enorme somma di denaro non è stata la cosa più scioccante trovata laggiù.

Chi erano i cacciatori di quelle enormi quantità di oro, bottino predati da tedeschi, fuso, e ripunzonato? Alla fine della Seconda guerra mondiale, la ricerca dei tesori nazisti, ovviamente, fu affidata ai servizi segreti: Stasi Il KGB (servizio segreto russo) CIC (antesignana dell’americana CIA) Essi riuscirono a mettere le mani su ben 1600 depositi. Tuttavia dopo l’omicidio di Patton, quasi il 50% dell’oro tedesco della Reichsbank e altri preziosi non fu mai più trovato ma certamente , da qualche parte esso fu impiegato.

Nel 1957 il Guinness dei Primati, sotto la voce “Furto: la più grande rapina mai risolta” si scriveva: “La più grande rapina che si conosca è quella delle riserve auree dello Stato tedesco, effettuata in Baviera nel giugno del 1945 da un gruppo di soldati americani insieme a dei civili tedeschi. Durante il trasporto del metallo sparirono 750 lingotti d’oro del valore di 3.528.000 dollari, insieme a sei sacchi di banconote e 25 cassette di lingotti di platino e di pietre preziose. Nessuno dei responsabili è mai stato arrestato”.Con tutto quell’oro si sono comperati magistrati, la politica, tutto.

MARTIN BORMANN. I cacciatori che sanno del tesoro dispongono di mezzi e menti davvero geniali. Poco tempo dopo la sua morte, le sue ossa, per per sviare le indagini, saranno importate in Europa . Quindi sotterrate presso la cancelleria a Berlino e poi scoperte “casualmente” da operai al lavoro. Nella corriera, se non bastassero i nomi falsi, atti sgombrarsi la via, ci sono dell’oro e sterline e dollari trasportati per corrompere ai posti di blocco istituiti dagli americani come quelli del futuro primo ministro, a quell’epoca Ufficiale austriaco amico di Licio Gelli. agente segreto dell’OVRA diretta da Umberto di Savoia già incaricato di stimare e trasportare l’Oro, il bottino di Piero di Jugoslava a Roma, e da li a in Sud America sotto l’egida del presidente Peron con un ufficiale , camerata, interprete, ed ex ufficiale di collegamento con la 5ª Divisione alpina “Pusteria” (italiana) : Kurt  Waldheim . Ancora fra il 1980 e nel 1988 sarà l’ex agente dei servizi segreti italiani a doversi occupare di restituire quell’oro. Il prezioso carico è affidato a Von Hummel. Lui, uno zio generale fidato fiduciario della Corona Asburgica . Ne utilizzerà una piccolissima parte per condurre in salvo le due famiglie di quell’oro che gli era stato stato affidato da Martin Bormann . In Svizzera, Von Hummel, di li a poco, assumerà la direzione della rete di distributori di carburante Avia.

Nelle foto sopra Licio Gelli . Sotto secondo da sx Kurt Waldheim. Di sfondo le Mercedes messe a disposizione anche a Bechstein Giuseppe Becce.

FRA ORO E OSTAGGI C’è anche un altro pullman a Braies . E’ carico di ostaggi chiusi dentro . Personaggi da ’90 . Da scambio .

VEDI COME TI CAMBIO LA STORIA con Franco M. von Rosenfranz

Peter Peter, warst mein bestes Stück “Cantava Marlene Dietrich anche quando “Peter “si presentava a saldarle il conto in valuta ed oro all’ Hotel Emma di Villabassa (Niederdorf). Ed è tra Villabassa  Monguelfo  (Welsberg). Hotel che si trova lo svincolo per la valle che conduce al lago di Braies. Qui astretti per rallentare la pressione degli americani che accerchiano Berlino c’erano quegli importanti ostaggi. Il tutto per permettere anche alle V2 di essere perfezionate da W. von Braun . Un operazione iniziata nel Peenemunde e continuata sulle basi segrete sotterranee in Veneto, presso il lago di Garda e come osservò e confidò al figlio Franco, il generale dei missili, Ettore Malosso, amico di Hanna Reitsch : Hitler aveva la bomba atomica. Fu testata sull ‘isola di Rügen nel Baltico .

 Contrastata da agenti segreti . Per essere precisi, si stratta di un reparto che opera segretissimamente in contatto con Fleming e Lucky Luciano. Il reparto era ‘ composto dalla figlia del primo ministro inglese Winston Churchill, l’attrice – danzatrice Sarah, Churchill, duchessa di Marlborough, e dal figlio del presidente USA,  Roosvelt : Peter. Sono tutte informazioni, o meglio confessioni  dalla anziana spia e cartografa inglese Freya Stark quand’essa raccontava che faceva la staffetta per consegnare messaggi per gli Anglo americani, a Mentone . Vicende da lei narrate ad Asolo , quando lei era vicina di casa di un altro grande amicone di K-626 : i direttore delle fotografia di Michelangeli Antonioni, Florian Steiner conterraneo Meranese di Franco Molosso von Rosenfranz e del suo sosia …che su queste vicende inizia a lavorare sulla sceneggiatura di un film

SARAH CHURCHILL ATTRICE NEL CONTROSPIONAGGIO

ORO CONTRABBANDATO CON I MISSILI Durante il 1944 Avvenne una fuga di notizie fra i membri dei servizi avversari.

SPEDIRE L’ ORO CON I MISSILI Contestualmente W. von Braun viene arrestato dalla Gestapo con l’accusa di progettare missili per uso pacifico capaci di consegnare posta e spedire carichi di oro . Dall’Europa agli USA.  Verrà liberato da Hitler in persona . L’incidente costerà la vita a uno figli dei Kennedy, Joseph Patrick ufficiale pilota di idee parecchio contrarie a quelle del Sindacato Ebraico, la mafia Kosher cioè Cosa Nostra , principale protagonista dell’andamento e degli esisti della seconda guerra mondiale. Il suo velivolo sarà esplodere in volo . Un sabotaggio analogo quello che accadrà al figlio di Magda Goebbels (Herr BMW – VARTA) Harald Quandt. DA Peenemunde. basi segrete presso il vicino lago di Garda . Armi segrete che decollando con quelle testate nucleari potrebbero cambiare le sorti della guerra in quell’ultimo momento quando tutto orma sembra perduto, gli ostaggi servono anche a questo.

Il figlio di Stalin anche lui fu ostaggio ma non a Braies. Alla proposta di Hitler di scambiarlo con Von Paulus, Stalin rispose, sprezzante: “Che stupidaggine! Non si è mai visto scambiare un tenente con un generale”.

Intanto a bordo del bus di ostaggi è notata la presenza, di una particolare donna ostaggio: Fey von Hassell von Tirpitz. E’ disperata perché no conosce la sorte dei suoi bambini . Tra cui il futuro architetto berlinese Roberto . I suoi due bambini gli sono stati già rapiti e portati nel lager. Non li ritroverà tanto presto. Tante vite e destini si intrecciano . Perciò , data la conoscenza diretta con l’architetto tedesco , lascio questo intervento a Franco von Rosenfranz :” La ricerca di mamma Fey potrebbe tranquillamente essere paragonata alla magistrale scenario che David Linch riprende dalle descrizioni di Pasternack .Dove il fratello del dr. Zhivago, potente, Ufficiale e cieco esecutore di ordini giustizieri è tuttavia un amante della poesie scritte dal fratello, ormai scomparso. Quindi decide di mettersi alla caccia delle figlia dispersa nei bombardamenti durante la rivoluzione . La ragazza é la figlia dell’amante di entrambi : la bellissima Lara. A sua volta dispersaProbabilmente notata da Lenin , quand’egli faceva rapire, seviziare e uccidere le più belle donne di Mosca.

Ma torniamo a Braies . Oltre a Fey che si trova a bordo dell0autobus di familiari neo-golpisti, compreso uno figlio di Badoglio. Sono chiusi tutti li dentro .No sanno che stanno per esplodere. Per odine di Hitler, nel caso di un mancato accordo fra Hitler e gli Americani quegli ostaggi sarebbero dovuti morire dilaniati nell’esplosione del Bus. Non accadde solo non per la coscienza di un Ufficiale della Wehrmacht che contravvenne agli ordini di minare il pullman.

Fra loro a Braies oltre a Fay von Hassell madre dell’architetto berlinese Roberto  Roberto Pirzio-Biroli von Hassell. nelle foto più in basso nell’abbraccio con Franco von Rosenfranz : Mario Badoglio (figlio del maresciallo d’Italia Pietro Badoglio), Sante Garibaldi (imparentato con il famoso combattente per la libertà Giuseppe Garibaldi) e il principe Filippo d’Assia (marito di Mafalda figlia del re d’Italia)

Quella donna è la mamma del futuro architetto Berlinese von Hassell . Udine possiede il castello in cui il vicentino Luigi da Porto nutrendo un amore impossibile per la cugina, immaginò la vicenda: Giulietta e Romeo: Roberto  Pirzio-Biroli von Hassel A quell’epoca, era un bambinello rapito spedito in un lager. pure pure lui trattenuto a scopo di estorsione.

La loro storia fa rabbrividire Qui lo storico abbraccio fra l’architetto Roberto Pirzio -Biroli von Hassel e Franco Malosso von Rosenfranz. Il padre dell’architetto von Hassell ambasciatore in Italia, assieme a Willhelm Canaris  finì strangolato, per rabbiosa rappresaglia nel dopo golpe attentato dinamitardo a Hitler, con le corde vicentine dei componenti trentini dei pianoforti Rosenfranz .Corde prodotte dalla Fabbrica Reale vicentina dei Maltarello, nonno materno di Franco Molosso von Rosenfraz per Elena Capito in Bechstein simbolica finanziatrice delle elezioni di Adolf Hitler.

LA DELICATA RESTITUZIONE DELL’ORO PREDATO DAGLI ITALIANI

Una operazione questa che ora come allora il risentimento nazionale di chi istiga rancore e all’odio contro Tito per le Foibe Dalmate, ancora oggi sarebbe impossibile calmare, autorizzare. Durante l’occupazione  degli italiani in Jugoslava, gli italiani avevano  foibato  cittadini   e patrioti  Jugoslavi . Giova a dirlo che gli unici mandati a morte da i tribunali speciali di Mussolini per furono patrioti Jugoslavi A sua volta   gli Jugoslavi (termine generico Titin che non distingue fra Sloveni -Dalmato -Croati, Serbi , Bosniaci) replicheranno successivamente con  una terribile feroce, vendicativa analoga rappresaglia.  Inoltre  dopo  l’8   settembre  1943  l’esercito  italiano, rientrando a casa, vergognosamente, anziché difendere altruisticamente la propria  popolazione di etnia  italiana in Dalmazia,  messa a rischio da anni con i comportamenti di Mussolini, abbandonò le armi Così, nelle proverbiale disorganizzazione, dagli arsenali italiani ,  gli jugoslavi  si  ritrovarono  regalati, fra le mani, abbandonate enormi partite di cannoni, mitragliatrici , munizioni ed  oltre 20.000 fucili . Prima che delle forniture inglesi fu attraverso   queste armi che i partigiani di Tito  crearono il loro primo esercito di liberazione nazionale.  Per il  risentimento sulla foibe come per controvalore delle armi regalate, un valore predato (abbandonate senza difendere i propri connazionali italiani ) dal 1943 la politica italiana non dialogava con  Tito. Anzi   tendeva a non considerare di dovere a lui  e al suo popolo  restituire  l’enorme quantità di oro precedentemente predato  a Pietro di Jugoslavia. Ma questa posizione meno ufficialmente non si sposava se lo si voleva tenere alleato nella Guerra Fredda.

L’attore che interpretò la parte del Q in tutti i film di James Bond, Desmond Llewelyn Sopra con Eve Barker e con  Calo d’Inghilterra (Photo by John Stillwell) e di fianco i suo formidabile prototipo a cui si ispirò Ian Fleming : Sir Fitzroy Maclean. Il riferimento è evidente.

L’ACCORDO DI KURCULA .                                                                                                                    LA PROPOSTA.  La  restituzione  dell’oro  Jugoslavo .    Il luogo  della conferenza  fu  l’isola Korcula. Fui prelevato  da  Trieste  e condotto nell’ isola che come Padova,  mi dissero fosse  stata  fondata da Antenore e Enea .L’incontro avvenne  in un noto  hotel presso il  porto.  Già nel  1980  si era giunti vicini a  una trattativa extra italiana . Dopotutto, l’oro rubato  si trovava in un paese terzo.  Dopo anni di esilio, non c’era nulla di illecito per me  a  favorirne il transito e nel  farmene  carico  di restituirlo ai legittimi proprietari. Sopratutto in Svizzera.  Se Tito  per me  aveva disposto di considerarmi con quel  rispetto  che si usa all’ l’ultimo erede  in esilio del Trono Macedone, in  un  incontro successivo, quando  fui  condotto al cospetto  del suo  garante inglese,  Sir Fitzroy Maclean, “per  meriti di fedeltà  e lealtà alla Corona ”  Fui  eletto a mia volta  garante a delegato a  quella restituzione extra-nazionale, considerato che l’oro del tesoro macedone, derivato da quello dell’erario persiano, al cospetto  di quello nazionale Jugoslavo, costituisse  in tanti secoli,  la percentuale maggiore incamerata. A pelle, se  al posto di quei gentiluomo  mi fossi trovato  con italiani  avrei   sospettato   una pericolosa adulazione. Da loro no .  Così  che  da quei presunti quasi successori, governatori di Tito,  presi atto che la fine del leader pareva vicina . “

L’OPERAZIONE DI RIMPATRIO DELL’ORO RUBATO.  Credo  che trasparisse  che mi  trovavo  visibilmente a metà strada tra l’imbarazzato e l’emozionato. Riuscii tuttavia  a dominare la tensione nervosa che si era impadronita di me. Ero ancora  e solo uno spericolato ragazzo.

Chiesi, così cercando di mostrarmi autorevolmente all’altezza di tanta considerazione,  se  si  fosse  trattato di una operazione “legale”.    Seguì una  pausa silenziosa che a me parve interminabile.  Estremamente  franco, forse poco rispettoso in quel momento, deglutii, visibilmente  comunque    facendomi coraggio   replicai :  ” con tutto il rispetto possibile io  posso  accettare di sovrintendere a fare  una operazione giusta, ma  mai per persone sbagliate”. 

MUSSOLINI ? DICHIARAVA GUERRA A TUTTI   PERDENDO . COSI’  DOVETTE CHIEDERE  CHE HITER  GLI INVIASSE TRUPPE   IN ITALIA                                                                                                                                                                                                                                               Risero educatamente  rispondendomi che” l’italia, che  Mussolini  dopo aver ceduto al corteggiamento delle lobby belliche , con le sue smanie riuscì  perfino a far perdere la guerra ai tedeschi  facendoli  entrare in Italia  giacché non sapeva più porre rimedio alle figuracce. ”  L’Italia  era un paese vinto ed  occupato  dagli inglesi.” Dissero:  “Retto da una governo fantoccio e  che come tale secondo gli accordi di Cassibile dovevo obbedire a questi ordini sovrani.” Tuttavia l’Italia”  pensai , questo mio  suolo, per il  Metternich,”  solo una mera espressione geografica” è  il  sotto il cui , più  anticamente, nell’Impero Romano trovò accoglienza la mia famiglia,  quindi un paese a cui devo essere grato,  occupa  un ruolo geografico strategico e in quel momento, in piena Guerra Fredda.  Ebbene  qualora io avessi accettato di occuparmi delle riconsegna di quel tesoro a  quel punto  per l’Italia  di a sarebbe  trattato  solo  di un  “transito”  . 

VUOI O NO SALVARE L’ITALIA , L’EUROPA INTERA DAL RISCHIO DI UNA COMPETIZIONE NUCLEARE , L’EUR ?  L’APPORTO DELLO STATO JUGOSLAVO E’ FONDAMENTALE DECISIVO.  ESATTAMENTE COME LO E’  LA  RESTITUZIONE DEL SUO ORO  RUBATO DAGLI ITALIANI.   Fatti  due  conti, preso atto delle quantità di  oro e argento da restituire replicai: che  non sarebbero bastati  quattro  mesi di trasporti  quotidiani con  auto comuni  Da   trasformare in   speciali,   facendole  magari  blindare,   dato il pesante  carico,   dotate di ammortizzatori  rinforzati.   Mi chiesero ” dove ? ” E se a fine lavoro, per non lasciare tracce, mi sarei comportato   professionalmente  verso l’operatore come  si fa con un “Geheimnisträger”.  Ci fu un silenzio ancora più gelido  nella  sala. Risposi  con fermezza che   se dovessi fare una cosa simile, allora dovreste  selezionarvi  un altro  agente . Furono felici della  mia risposta. Non erano degli assassini!

UN AFFIDAMENTO   FIDUCIARIO DI  MILIARDI  SULLA PAROLA                                        Quel giorno appresi che  sarei stato  affidato per 4 miliardi  di valuta corrispondente a una tonnellata e mezza di metalli preziosi . Questa  garanzia  durante l’ultimo carico, mi sarebbe stata  donata o meglio:  alla fine della operazione “restituita alla mia famiglia” . Sotto forma di  buono. Cioè,  Sir Maclean  disse :” in qualità di “legittimo erede al trono e quindi del tesoro Macedone,  durante l’ultima consegna in Toscana o  che fosse  Bari con destinazione  grotta nel Cattaro, quella  sarebbe stata  la mia parte”.

Ebbene , quantunque  le mie osservazioni  sembravano ignorate,  già precedentemente  in quella riunione io  espressi parere di rinunciarvi  e così ad ogni vantaggio  e che  anzi  quella mia parte  fosse data  al mio antico popolo giacché io ho già di che vivere. Ed  sapevo  guadagnarmi da vivere e oltre ad  avere  una vita da vivermi realizzando  progetti esclusivamente  tutti miei  e di cui vorrò essere fiero. Più che quelli di altri. ” Mi guardarono stranamente stupiti . Ma l’accordo finì con una stretta di  mano . Sapevo  e mi chiedevo, intuivo,  se che  da quel momento se  sotto la mia responsabilità, fosse sparito anche un solo lingotto che cosa mi sarebbe successo. Una somma impossibile da  ripagare . Pensavo che probabilmente, avrei  dovuto  ripagarlo con la mia  vita .

Lo storico yacht di Tito  ancora ormeggiato  alla "Pilarella"

ANNI BEATI. Porto Santo Stefano. Nella foto sopra Istranka  nave da crocera  del Maresciallo Tito  Broz ormeggiata alla Pilarella, presso il  Sokar famoso megayacht  di Lady Diana e Dodi Al Fayeda. Lo yacht  era spesso attraccato  presso  l’ l’Urania dei Conti Principi  Ginori, accanto allo Yela di re Vittorio Emanuele III e l‘Elettra di G. Marconi e i diversi yacht  di Gianni Agnelli, la cui sorella, a sua volta sorella di Clara   era  sindaco dell’Argentario.  Ma quegli anni spensierati sono alla fine. In Sardegna sbarcano Berusconi e i Graviano e cominciano  i rapimenti.

MAFIE, l’informativa della Dia: “Nell’estate del 1993 i Graviano erano in vacanza in Sardegna a un tiro di schioppo dalla villa di Berlusconi”

 

ISTRANKA photo

Foto sopra : Istranka i navigazione 

  BASISTI  PER RAPIRE IL JET -SET  internazionale   nei numerosi  miliardari.

QUANDO IL DENARO ARISTOCRATICO CAMBIO’  PROPRIETARI .                    Alcuni  di essi con il conto alla Banca del riciclo, la Rasini di  Berlusconi( Banca ancora oggi  con movimenti   bancari  sequestrati  probabilmente coperti dal Segreto di Stato ) appostarsi presso i porti   a   carpire le abitudini, per meglio rapirli   e riciclare  il denaro  dei loro riscatti  presso la Banca Rasini di Berlusconi. Talvolta   parte di quel denaro tracciato  non veniva neppure  ripulito  ma dato  subito   a premio  giornalisti , conduttori TV ,  veri e propri “gatekepper”cioè   guardiani  assoldati per coprire e depistare le notizie ormai divenute alla portata confidenziale di tutti i neo rapiti. Spesso  come  per Heineken  denaro ritrovato ma  mai richiesti  indietro o come per il caso del Bolzanino Amon ( la sua catena DESPAR passata a Matteo Messina Denaro ) Imprenditori   rovinatisi per pagare riscatti miliardari per le liberazione die loro  congiunti . Quel denaro risorgerà  a finanziamento di   una nuova nascente imprenditoria.  Insomma si sapeva che   bastava  uscire da villa  Giulini  Casati Stampa a Milano, dopo  una cena con  Berlusconi  per essere subito sequestrati.  Celebre il caso del padre di Carla Bruni, moglie del presidente francese  Nicolas Sarkozy figlio di uno  dei fedeli  vigilanti   preferiti  da De Gaulle alla sua scorta governativa .   Capita l’antifona come riferito dalla badante Vicentina signora Parolin  preferì  esiliarsi a Parigi  dove la Polizia segnalava subito la presenza degli italiani- basisti   sospetti . Carla  a Parigi ha studiato con un generale assurto recentemente alla ribalta  per aver osato pubblicare un libro : Roberto Vannacci . Qualcuno a Vicenza, mentre lo presentava all’ex  GIL , ora Teatro Astra,  gli ha scatenato addosso il mondo . 

L’avvocato Verzini, che aveva assistito Ruby 8 anni fa, aveva raccontato come nel 2011 la giovane marocchina   Imal a sua volta  testimone chiave nel processo contro berlusconi   uccisa con il metodo  del tumore indotto, avesse ricevuto da Berlusconi “un pagamento di 5 milioni di euro eseguito tramite la banca Antigua Commercial Bank di Antigua su un conto presso una banca in Messico”

A COLPI DI  IRRADIAMENTO RADIOATTIVO Il legale  su cui  presumibilmente   era stato praticata   a sua volta in primis una esposizione  radioattiva   aveva detto di aver rivelato questi particolari  contro Berslusconi per dovere etico e morale”e aveva spiegato che l’operazione Ruby sarebbe stata interamente diretta dall’avvocato Ghedini con la collaborazione dell’ex compagno di Risso. Immediata la reazione di Ghedini, che aveva minacciato querele. Verzini aveva ribattuto dicendo non solo di aver detto la verità ma anche di essere in grado di fornire ulteriori elementi e informazioni. Lo stesso giorno però  per porre fine alle sue sofferenze l’ l’avvocato 61enne  recatosi in  Svizzera perirò per  suicidio assistito – See more at: http://www.rainews.it/archivio-rainews/articoli/ultima-verita-di-Egidio-Verzini-ex-legale-di-Ruby-suicida-in-Svizzera-Pagata-da-Berlusconi-2070fb2f-3ef3-4054-b9ec-e9d7f9788466.html                           DA MILANO A FIRENZE Intanto col trasferimento del giudice  di Firenze incaricato  di ricercare i mandanti esterni delle stragi indicati  dai fratelli Graviano in Silvio Berlsuconi e del senatore siciliano  Marcello Dell’Utri ,   ll procuratore TESCAROLI   fatto segno di un mirato attacco  legato a MEDIASET,  deriso dal giornalista ERMES ANTONUCCI ( Dal  Foglio) lascerà l’incarico.                                                                       L’ ATTESO  CONFRONTO-  Dopotutto è divenuto inutile  il confronto fra i fratelli GRAVIANO , la  conferma di MATTEO MESSINA DENARO  ( a cui  sarà  interrompere la latitanza per evitare che incorresse in rivelazioni prima di morire)  e  BERSLUSCONI e  dell  l’av.  NICCOLO GHEDINI,  custode  di   ingombranti  segreti ,  d’Italia . Passati per il suo studio,  a partire  dalla difesa degli assassini dei padri confessori dei Bisaglia  uccisi a martellate presso il santuario di Monte Berico. Non ha più senso questo confronto . Per sicurezza, dai  killer i tre  sono stati già abbastanza e per troppi anni   usati e gettati . Trattati  da irradiamento tumorale indotto,   moriranno  tutti a poca distanza l’uno dall’altro. Tantissime le condoglianze di chi beneficò  di quel denaro.  Intanto una parte  di esso va in eredità a Marcello Dell’Utri  .Gli sarà sequestrato e dissequestrato . Nella vita, quando non hai denaro  sei povero e basta. Quando ne hai troppo  e lo sanno, può essere un problema. Che il  Molosso abbia fatto bene a rinunziare   notoriamente alla sua parte ? 

TORNANDO ALLA  NARRATIVA  DEL  MOLOSSO  A  KURCULA …..Terminata la riunione, quell’accogliente,  distinto , intrigante,  scozzese, Sir Fitzroy Maclean mi invitò a casa sua.  Nella sue azioni  si capiva che egli  avesse conosciuto  reparti, sezioni specializzate . Insomma  tutti quei personaggi  di cui da bambino  sentii parlare tra cui Frederick  Yeo-Thomas  l’agente britannico perseguitato pure lui  da Klaus Barbi,, quello che avava ucciso la mia amica Monika Ertl e  che   nei reciproci  sabotaggi,  salvò l’ex  avversario antagonista   Otto Skorzeny  dalla fucilazione, colpevole   di aver indossato pure  lui ,  uniformi USA . La  sua villa si chiamava “Villa Boschi ” e si  trovava  presso una grande chiesa.  Ricordo al suo interno  spiccavano le  fotografie di lui con Churchill,  con il di lui   figlio del premier britannico   Bellissime  le immagini inedite di Tito  con lui.  C’erano inoltre altre  foto  riprese  in  crociera   di  Tito  con Elisabeth Taylor e Youl Brinner, Sylva Koscina.   E con tombale pace  per i martiri  infoibati da entrambe le parti…. la grande attrice  franco – siculo – veneta – partenopea   Sophia Loren,  zia di Alessandra Mussolini  figlia di Romano  Mussolini,  Jazzista  del Simposio di Anzio  fondato da mio padre, Ettore Malosso. 

 

Fitzroy MacLean - Eastern Approaches - YouTube

Nella foto sopra Maclean  con il M.llo  Tito Broz.  Fitzroy Maclean visse tutta la sua vita in modo avventuroso. Inviato a Mosca come giovane diplomatico prima della Seconda guerra mondiale,   fu   per fama l’osservatore indipendente più eminente   dopo Gaston  Leroux , il giornalista scrittore autore del Fantasma dell’ Opera  che  viceversa  fu a Mosca i  giornalista  nell’epoca Zarista . Maclean, anche  giornalista di riferimento pr gli inglesi,  scrisse dei resoconti  divenuti memorabili. Spesso  relativi agli ultimi processi di  voluti da Stalin e a  cui partecipò come osservatore ufficiale inglese .  Alcuni dei suoi libri più noti sono “Bonnie Prince Charlie, Portrait of the Soviet Union”, All the Russias: The End of an Empire e Highlanders: A History of the Highland Clans.”                                    Durante la guerra mi raccontò di avere  preso parte, in qualità di membro fondatore del SAS, ad alcune celebri incursioni dietro le linee nemiche del generale Rommel . “Il generale più fotografato  da Hans Ertl”   dissi, ”  il  papà di Monika!    Ho fatto visita ad  Hans i Sudamerica .  Le farò  spedire delle foto  inedite di Rommel . Maclean ne fu  felice.  Il suo rapporto  con Tito  designato    era iinziato  nel 1943  quando lui   venne paracadutato nella Jugoslavia occupata dai tedeschi . In quel delicato momento, come rappresentante personale di Winston Churchill   dovette  scegliere l’interlocutore giusto tra Tito e l’altro  generale filo  monarchico  mentre Re Pietro di Jugislavia  era profugo in Inghilterra . Una situazione di estremo imbarazzo .  Maclean  fu sottosegretario durante i governi Churchill e Eden oltre che  Membro del Parlamento Inglese  per oltre trent’anni. 

Sir Maclean  si complimentò  e mi incoraggio  circa il proposito  che li avevo espresso  di dare un senso alla mia vita.  Magari facendo  da  osservatore indipendente    i volontario. Qualcosa  che  volevo e in seguito riuscii davvero a  portare avanti . Mi incoraggiò a farlo e mi  raccontò  le  sue esperienze  in merito . Tutte  imprese  eroiche e  prestigiose.  Tuttavia,  anche se parlava co calma,  in un inglese perfetto, sforzandosi di utilizzare termini semplici e  comprensibili,  io ero emotivamente  troppo frastornato  per concentrarmi  sempre   su quei tanti  dettagli  della sua avventurosa narrativa . L’uomo  libro Maclean morì  nel 1996 .  Ed  oggi  confesso  che me ne dispiace  davvero  molto di non sempre essere stato all’altezza di ben comprendere  al meglio  tutti i particolari   di quelle  infinite epiche imprese.

IL PRIMO  SM 79 SCOMPARSO . Più di tutti mi è sempre rimasta la curiosità di quell’aereo condotto dai due pilotI Dalmati lo  Sparviero SM 79  scomparso in Libia, 400  chilometri fuori  dalla rotta  prevista . Lui mi rispose  citando  il  gen.Paolo Mocci , quello che aveva dirottato il traffico aereo civile  Linate Milano 2 per Silvio Berlusconi  dimostrando  di  sapere  tutto di quella vicenda .  Ma  ero troppo carico di  dati   …Mi sfuggirono tanti particolari di questa sua  narrativa. 

Mi chiese se  in seguito potevo accompagnarlo  a vedere la Macedonia dei miei avi.  Credo che a quel punto io  finii  mostrai  tutto il mio visibile  disagio replicando che con una guida come me ne  sarebbe  stato deluso . Così  gli dissi : “Brigadiere, sarà lei a farmi  da guida perché io davvero sono stato  sempre tenuto a lungo all’oscuro delle mie origini ed anche  anche degli aspetti geografici del mio paese d’origine “. Lu  Replicò :”I don’t believe you at all but okay, o’right !” 

Sir Fitzroy Maclean si complimentò  quindi con me  per essermi dovuto spogliare dei panni di ufficiale per una  missione , quella di fermare le importazioni di eroina all’Aeroporto  Dal Molin di Vicenza,  (Operazione   Blue Moon).Azione in cui  per fermare il traffico  doveva serviva una soldato semplice. Disse che lui,da giovane aveva fatto altrettanto. E che non  eravamo stati  gli unici . Anche Joseph  McCarthy,  entrato nell’intelligence aveva  cominciato  l’addestramento base con il grado di ufficiale,  risultando  tuttavia  arruolato come  un soldato semplice . Io  replicai che  per me non fu  affatto un problema.  In famiglia, anche mio padre aveva fatto lo stesso.  Finito  il  corso di ufficiale di complemento conseguito con il Brevetto Premilitare di pilotaggio aereo, e così scelto per eccezionali qualità,  fra 20  candidati su 2000 , pur di continuare a volare rinunciò al grado così dovendo  ripartire da sottotenente per divenire effettivo, attraverso  i corso “Turbine”  del ‘accademia Aeronautica.  Mi parve  capire che lo sapesse già. Pensai che ad averglielo detto poteva essere stato solo il gen. Giorgio Bertolaso.  Arrivai a pensare che lui e la sua signora Goriziana fossero dietro la porta. La mia immaginazione stava sconfinando la realtà.  

Nel corso dell’accordo di  Korcula,  fra  silenzi interminabili in cui mi sentivo scrutato da capo a piedi,  ad un certo punto fui attratto una foto di Ian  Fleming  . Così  per rompere  l’aria,  il mio sguardo  cominciò a guardarsi  intorno  posandomi su dei quadri . E fu li che   associai  il distinto signor  Sir  Maclean al collega  quadro  superiore  di James Bond nei film di Ian Fleming. Per  flemma  ed aspetto,   mi ricordava proprio  il diretto superiore  Quartermaster( Major Boothroyd  )di Ian Fleming  di quei suoi   film. Ovviamente  non mancai di confidargli questa  mia impressione. Ne fu  contento  . . . Disse ridendo  : ” Non preoccuparti Franco, nello schermo, Desmond Llewelyn convive da tempo in me.  Me lo dicono sempre “

 IMPIEGATO CIVILMENTE SOTTO IL CONTROLLO MILITARE                                                          Fra  quei  presenti ben più  adulti di me, mi sentii come catapultato dentro,  in attesa di  una operazione molto più grande di me e a cui ormai  sembrava sempre più difficile dire di no. Non  divenendo  collaborativo , non acconsentendo a quella missione,  evitare di compiacere Tito sarebbe stato  disastroso per il mio paese.   Ero compromesso ormai pensavo .  Ma  pareva che nessuno  di loro, malgrado divenuto consapevole, mi obbligava ad accettare quell’incarico. Mi feci coraggio da solo.  Il  mio intuito mi diceva che  mio padre, sebbene mai mi avrebbe forzato in una  simile scelta,   potesse  sapesse esattamente in  che  situazione mi stavo trovando in quel momento .  O magari  non se ne sbattesse   di me, che  quel giorno non  fosse  in  giro  con  sua nuova signora.  Questo mi faceva sentire protetto davanti a persone davvero più grandi  di me.  Il tutto aveva un aspetto  paradossale. Mi pareva che guardassero a me come  se fossi stato Pietro di Jugoslavia.   Come se  viceversa  fossero loro ad  aspettarsi  istruzioni da me . Alla maniera regale mi dotavano di attenzioni  che si usa a un antico sovrano .  Ma non era adulazione.  ” Franco, sai vero che  li dentro c’è  anche e sopratutto l’enorme  Il Tesoro dei Romanov . Quello che trafugato, prestato e venduto in giro per il mondo? “Deglutii e risposi : Mi pare che voi sappiate benissimo che mentre studio, mi sto guadagnando da vivere  prendendo in carico riparazioni  modifiche  che porto su e giù da orafi vicentini. Appartengono anche a attori , artisti .” Anche agli ex reali di Russia  Franco.  Ogni tanto a qualche  asta ne spunta fuori un pezzo.”   Gioielli scomparsi…In seguito  pesando quelle parole  mi venne a mente un caso  di  sequestro . Quello  della bellissima avvenente  Jeannette  May,  baronessa  von Rothschild svanita nel nulla,   nella  tormenta di neve tra i monti sibillini….   Ma tornado  in quella stanza replicai :  Beh   visto che lo sapete perché  me lo chiedete allora  ? ” Solo per verificare , mettere   alla  prova il tuo grado di riservatezza Franco . Una pura formalità .  Abbiamo capito  quanto  tu sai  essere riservato,  segreto ” In  quel momento , due  di  quelli che mi erano stati presentati  come  gli eventuali  candidati  successori  di  Tito ma che ai mie occhi   apparivano solo come  suoi meri  esecutori, insomma  fattorini, privi del suo carisma del Maresciallo ,     guardandomi  sempre  con quella mi mi pareva essere una  eccessiva   considerazione , consegnarono  al gentiluomo Inglese un rapporto.  Quanto bastò a me per leggerne l’intestazione dalla  copertina rovesciata  . Lo anticipai traducendo  io . Signore , posso.. cioè , si  io   dispongo del punzone con cui posso  marchiare l’oro .” Anche  battere moneta  del tuo  lontano  paese  Maestà.” disse Maclean .  “Qui sei meno distante .”  Annuii.   Questi signori sapevano  davvero tutto di me . Io di loro molto meno, o  praticamente nulla   giacché  le mie previsioni le avevo lasciate abbandonate  su quel molo a Trieste, da cui ero partito.  E  tutti quello che mi stava accadendo non era quello  che mi sarei  immaginato , che avrei previsto  . Tesissimo.. mi alzai annunciando  per assentarmi , per  andare  un momento  al  bagno. Scattarono  tutti   in  piedi sorridendo tutti,  sull’attenti .  Maclean pi lentamente fissandomi profondamente . Io feci lo stesso . Dicendo loro : Nel frattempo spero  di non avervi   dato una negativa impressione signore  … ” Al contrario  Maestà o se preferisce, agente K-626 .” Mi sentivo come quando  Pu Yi quando rientrava nel suo palazzo ma ancora non sa  la sua  fine….Per me nel mio  piccolo mondo  di allora,  il cosiddetto  Palazzo era il palazzo Giustiniani Maltarello a Vicenza.  Altri palazzi proprio  non ne conoscevo. Manco la  favolosa Regia dove aveva studiato mi padre  avevo io mai visitato. Me la rimproverai  un poco sta ignoranza .   Mentre rientravo in  sala  poi i miei pensieri cominciarono fortemente  a  martellarmi .  Potevo sentore i mio sangue pulsare . Quei pensieri correvano come lapilli   C’era la   Sardegna, il mare  le basi   segrete del nord  est. Il cane Lux regalato ad Tito a mio padre. Le sorprese erano tante. Ero certo di essere stato selezionato per la missione? Che sarei rientrato vivo da quell’incontro?  Tenevo sempre la  foto  di Lux con me . Dissi  fra me e me :   Dolce e fiero Lux, dovunque tu sia  aiutami tu !     Evidentemente si erano accordati in mia  assenza . La riunione era finita.                                                                                 Al congedo da quell’incontro,  il saluto fu del tipico modello militare.  Era  un ordine….  mi ripetevo, dopotutto. Dato a un subalterno quadro.  Davanti a un ordine non puoi  disobbedire, non puoi  dire di no alla Patria Franco  . ” L’Italia,  quella  fino ad  allora, da me conosciuta è uno Stato loro.   Per di più Suddito” . Ripetevo fra me e me mentre i motoscafo mi ri-depositava sano e salvo nel molo a Trieste .  Come è cambiata da allora la mia percezione  . Come era verde la mia valle …                                                                         Ecco  comincia qui la mia Operazione Goldfinden.     

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 Ricordo che su un punto in cui  mi ero preparato  ebbi a chiedere a Maclean : Uno dei  7 sosia di TITO  o  il  Russo che  prese il suo posto suo per un certo tempo  ossia   Nikolai Alexandrovich LEBEDEV (1914 – 1942) generale sovietico dell’Armata Rossa, di etnia russa .   Quasi un  suo  sosia  che prese temporaneamente  il suo  posto,  nello  stesso periodo  in cui  Tito  sembrò sopravissuto a due  attentati . Nello stesso tempo Tito  era  scomparso  per quasi tre mesi.   A spiegazione  di questa sostituzione sir Maclean   mi  rilasciò  la   dettagliata spiegazione senza tuttavia  chiarire alcuni dettagli importanti che io no ebbi coraggio approfondire. 

LA RELAZIONE DI MARIAN MARKULO                                                                                         Marijan John Markul  era  nato a Livno nel 1909. Migrò negli Stati Uniti nel 1936. Prestò servizio nell’esercito americano per due anni,  durante la seconda guerra mondiale nel 1944.  ricevette  la cittadinanza americana  .

Un rapporto dell’FBI, Los Angeles, 20 aprile 1955, menziona  una sua spontanea l’affermazione secondo cui egli  ” per  fede profondamente socialista”  desidera  fornire informazioni che potrebbero essere importanti per la sicurezza degli Stati Uniti” avvisando che  il  leader  che loro pensano sia, in realtà non è . 

prestando giuramento

Nella  nota redatta  oggi  desecretata  apparve che durante  la  deposizione  resa  agenti dell’FBI  egli  provò  che rientrando   in Jugoslavia nel 1953 ,  incontrò Tito in due occasioni. Il primo incontro durò circa un’ora, e notò che il maresciallo Tito aveva cinque dita per mano e non. 4  . Quindi che salvo che quello fosse un sosia del premier utilizzato per questi incontri,   pur  essendo uguale a lui ,  non era  dunque  lui. A lui non era sfuggito  questo particolare 

Markul afferma che il vero Tito ha perso il dito medio e l’indice della mano sinistra. Aggiunse che Tito, con cui parlò nel ’53. era educato e suonava molto bene il pianoforte e tirava di scherma . D’altra parte, il vero Tito non era istruito e, per quanto ne sapeva Markul, non sapeva  affatto suonare il piano.

Markul era con la moglie Ingrid e il supposto Maresciallo li trattò con freddezza. Markul parlò dei suoi dubbi con Alexander Rankovic , il capo della sicurezza Jugoslava (‘OZNA)  e stretto collaboratore di Josip Broz Tito, anche vicepresidente della  Jugoslavia dal 1963  al 1966 e uno dei quattro uomini più potenti di tutta la Jugoslavia dell’immediato dopoguerra.

viaggio

Tra l’altro Markul sosteneva che Josip Broz era alto circa 180 centimetri, mentre questo “falso” era alto solo 160 centimetri. Markul ha anche detto che l’uomo che gli si presentò come Tito negli anni cinquanta parlava con un leggero accento russo e che parlava piuttosto piano. Il vero Tito, viceversa   parlava con decisione e durezza.

Anni dopo  al momento delle elezioni  figlio del leggendario Tito , Žarko Broz  disse  chiunque vincerà non sarà buono .  Poco dopo  quella Jugoslavia che  per anno Tito era riuscito a salvare dalle ingerenze e dalle lotte interne, cessava di Esistere.  

Il compleanno di Tito

Anche da fonte :

«Un generale russo fu il sosia di Tito»

Nota: K-622 ha comunicato che non metterà a disposizione i suo orecchi musicale assoluto per effettuare una perizia fonica su spezzoni voce del primissimo Tito comparati co  registrazioni di discorsi  pubblici successivi. 

https://www.marieclaire.it/moda/look-star/a39462675/tesoro-russi-romanov/

OPERAZIONE GOLDFINDEN : DA LICIO GELLI A TITO.  LA MISSIONE 

Il definitivo accordo  di restituzione del metallo, come  della consegna  e per  presa in lavorazione  dello stesso in Toscana fu raggiunto solo nel 1986 .  Mentre  l’ inizio della  missione   diviene  operativa   nel  1988 .   

DUE   DELICATISSIME OPERAZIONI CORRELATE In quell’anno  il Molosso,   fu contestualmente  infiltrato in una spericolata  operazione   super coperta concertata dai servizi segreti, l’OperazionePirati Barbareschi,  dove K- 626   si fece carico di sganciare  un fake  per fermare i sequestri  ormai divenuti  incontrollati degli industriali.   L’operazione scattò allorché nel corso di trattative  si fu certi che  erano stati individuati ed  incarcerati i custodi calabresi del giovane vicentino rapito  a scopo di riscatto,  Carlo Celadon .  Operazione , inizialmente partorita per scoraggiare i sequestri di persona incoraggiati dal favorevole cambio  con cui i denaro dei rapimenti veniva riciclato presso la  Banca Rasini di Luigi Berlusconi a Milano in un rapporto dove a un  miliardo, veniva corrisposti 200 milioni “puliti” . Facendo leva sui  sentimenti di amor patrio  e sapendo bene che cosa significasse essere rapiti, il Molosso accetto la nuova operazione.   

FINE DI UN EPOCA                                                                                                                                        “Per il gen,Paolo Moci  ad Arcore quelli, visti i successi   riscossi  dai  continui rapimenti  non si fermavano più.  Bastava stare dietro  lo sportello della banca ed aspettare . E non c’era più un  modo per fermarli.  Tra i sequestri e  la riconversione  del denaro  in eroina ecc .  Come   preventivato da Falcone, i  beneficiari  di  quel denaro  estorto  a una vecchia aristocrazia stagnante  e ad una  imprenditoria   rimasta  alla finestra  in un suolo perduto,  sarebbero divenuti un mix  di  micidiale. Un  potenza  mondiale .     

Da quel momento ”K-626 ”  per i veri addetti ai lavori,  diverrà  il definitivo  nome alias  in codice del Molosso.

 FU UFFICIALE di COLLEGAMENTO   nello stretto   contatto delle operazioni undercover tra il  giudice Giovanni Falcone e  la missione segreta  del  commissario Elevetico Fausto Cattaneo,  principale protagonista  delle operazioni Mato Grosso e Pizza Connection   l’agente undercover  a cui K-626 per impressionare l’ élite” del traffico internazionale di droga, i grandi boss della mafia turca dell’eroina e i baroni colombiani del business della cocaina.  prestò le  sue auto utilizzate dal Commissario alias ”  Bertoni ”   che a seconda delle occasioni  veniva improvvisato industriale,   finanziere, contabile , body guard   autista .  Poiché mancavamo di un’organizzazione e di risorse adeguate, spesso dovevo improvvisare per perfezionare il mio travestimento. per impressionare   sui trafficanti talvolta, prestò  le sue auto.

Yellow rolls royce immagini e fotografie stock ad alta risoluzione - Alamy

 Sopra la Rolls Royce  Gialla del  film  di  Anthony Asquith di  Lord Charles Frinton  Passata di mano da un   ricco gangster italo americano  che la acquista  per visitare l’Italia in compagnia dell’amante, l’auto seguendo i passaggi  di proprietà   segue gli eventi bellici della ex  Jugoslavia1941, durante l’invasione tedesca della Jugoslavia l’aristocratica Gerda Millett, americana conservatrice, vede requisita la Rolls-Royce dal partigiano Davich, con il quale stringerà amicizia. Dopo essere sopravvissuti ad un attacco aereo la donna vorrebbe continuare ad aiutare il partigiano ma Davich la convince a tornare negli Stati Uniti dove può raccontare tutto quello che ha visto e garantire il sostegno al popolo oppresso.

FAUSTO CATTANEO  FALCONE CARLA DEL PONTE . Falcone  attraverso i confidenti  di Cattaneo si era imbattuto  nell’oro rubato agli ebrei . C’è ne sarebeb stato anche per lui . Ma Falcone non era  in vendita.   Le  avventurose, audaci  rischiosissime  operazioni del commissario Cattaneo che  per Pizza Connection collaborava segretamente  con il magistrato elvetico presidente del Tribunbale Cantonale  dr.  Plinio Rotalinti , parente del giornalista ucciso  nel  Castello di Castro,   dopo l’ordine di uccidere  ad ogni costo  Giovanni Falcone(sospeso  solo  perché  in quel momento non si sapeva da che parte si schierasse la magistrata  svizzera in trasferta ).    Per cui le indagini di Falcone,   furono avversate  ed archiviate tutte dalla medesima procuratrice svizzera Carla Dal Ponte. .

QUANDO LA CORRUZIONE   ALLE MAZZETTE PREFERISCE L’ORO  Doveva essere l’ultima indagine   personale, segreta  questa  del commissario Cattaneo allorché ’agente Svizzero venne abilmente  fatto cadere  in disgrazia  così subendo ogni genere di calunnie e perdendo la sua privacy familiare.  Assolto ne uscì provato anche perché la posizione del collega suo detrattore, fu solamente ” archiviata”. Quindi  esattamente come nel processo in Italia,   saranno   svolte indagini   per  risalire alla   regia che guidò i   le azioni  dei  poliziotti depistatori  che tradirono Borsellino.. non furono  volutamente svolte indagini .  Quanto al suo fedele amico, il  giornalista,  cronista  della  RSI, parente  del procuratore svizzero Rotalinty,  malgrado  l’aiuto protettivo  che Fausto  Cattaneo riusciva  nascostamente a girarli attraverso  amici del SIC rimastigli fedeli , sventati alcuni tentativi  di ucciderlo che i giornalista aveva dettagliato  non solo a Cattaneo ma anche  all’archeologo Marizio Tosi,  Sidney  finì “scivolato”  buttato  giù dal castello  di Castro una notte di pioggia . Anche qui è evidente che  fu  perentorio l’ordine di non indagare  sulle presenze dei Killer giunti  a Castro per ucciderlo e di fare  passare la sua morte come un suo ” gesto estremo”.  Nell’inverno  2020 , a Verona,  Arnaldo La Barbera, responsabile del “dopo Falcone”,  evidentemente sapendo in anticipo  che  Mario Timbal  il figlio dell’ avvocato e della magistrata Carla  Del Ponte,  sarebbe  assurto all’informazione col ruolo  presidente  RSI , mi chiese se   riprendendo  il  mio alloggio  svizzero di  via Canevascini presso la RSI , potessi piazzarci  e alimentare delle telecamere direzionali intelligenti a riconoscimento  corporeo allo scopo  di  meglio   carpirne le abitudini.Mi avrebbe firmato lui un incarico scritto . Ma i pretendevo una delega dall’AISI Non accettai i nuovo incarico senza una delega ufficiale. Mi avrebbe firmato lui un incarico scritto. Non bastava. Lo indirizzai ad altri più prossimi tecnici a Milano -Lugano . Oggi sono più propenso a credere che lo scopo fosse trovare una finestra dove avrebbero potuto appostare un killer per uccidere il figlio della magistrata,.“Ben  facesti tu nel 1988  a toglierti di dosso quell’oro. Ora a  QUESTI   (intendeva dire per l’intera famiglia Timbal -padre figlio e la magistrata Carla  Del Ponte che  nel 1992 come, anche per Sidney Rotalinti , sulla pista dorata era  entrata nel mirino dei sospettati  di  Falcone che la riteneva principale mandante sabotatrice anche del suo attentato e che  considerava seduta  al  vertice della cupola  Quell’oro che ha coperto,  glie lo leveranno di dosso il  Mossad  per via delle pretese dei nipotini eredi ebrei .  

Arnaldo La Barbera, il superpoliziotto tra servizi segreti e sospetti ...

 L’ultimo  successivo incontro fra me e  Arnaldo La Barbera  avvenne poco dopo a  Verona. Ci trovammo  presso il parcheggio   Bauli, sempre in presenza del mio doppelganger  Nenad  Rankovic  e del mio autista.  Tutti mascherati . ERa legale mascherarsi dopotutto .Arnaldo che aveva preso il mio  sosia guardia spalle,  pure vestito come me,  per me , visibilmente prostrato gli disse : Ho il cancro Franco .  Replicai io :    Hanno  dunque  irradiato anche te con ste  valute,  l’oro radioattivo  [dopo l’agente  R.I (omiss)]  e  dopo la  la Imane Fadil …

https://www.ilmessaggero.it/italia/caso_ruby_testimone_morta_imane_fadil-4363816.html

Alla fine   hanno fottuto anche a te  eh vecchio Arnaldo?

Neschuno ma  fott a me”!   Rispose.

 Mi sono fregato da solo e a  fottermi,  tacendo,  sono stati i  tuoi bacia banchi  traditori veneti. I criminali  leghisti  Verona. L’ amico dell’Achille  Variati.Chi ? Si insomma  dicci chiaramente chi ?   Dai che sai  di chi parlo …il marito  delle tua amica  ( capimmo che intendeva il sindaco  di Verona  Flavio Tosi attraverso attraverso la di lui moglie. Sapeva perfino che essa aveva visitato casa di Giulietta in  Anfiteatro-Tosi e  il suo vicesindaco. Entrambi  sotto processo per associazione mafiosa nel  traffico di rifiuti tossici, poi  finito  con condanna a servizi sociali  alternativi  per il  vicesindaco  di Verona. La  seconda  volta  che un  suo dirigente della monezza   finisce dentro  per le morti  di cancro alla monnezza ).

  Sono entrato in contatto con quei maledetti bidoni radioattivi del tuo paesano  Arrigo Abalti( Fondatore TVWEB)  . E loro : zitti.  Ah l’oro nero!  Esatto. Mica me lo avevano detto loro dove li avevano interrati. No,  non dovevo fidarmi di loro. Maledetti.  Dovevo fidarmi di Carmine Schiavone di Perrella che so che  hai  incontrato con quello dell’osservatorio Antimafia  a  Verona, giorni fa. . Non di loro.  Ma Come fai sempre a sapere tante cose  su di me Arnaldo?   …. E su altre , su me,  sbagliare clamorosamente?  Lui al solito, messo alle strette non rispondeva .   Ma mi consegno  un mappa mentre ci guardava con l’altra mano sempre  in una tasca.  Mappa  che  sparì  poco  dopo nell’altra tasca dell’impermeabile . Segno che   ci aveva ripensato. Magari di  darla a qualche altro . Dopotutto quella non mi pareva la  mappa di dove  lui potesse aver seppellito la  super ricercata cartella di Borsellino prelevata durante la sua  elimininazione .     A ognuno  le sue precauzioni dopotutto . Giusto per non smentirsi mai… Era la mappa dove hai nascosto i soldi , l’oro dissi senza mai  togliere lo  sguardo dalla  altra mano che aveva in tasca.  Da quella posizione avrebbe potuto  freddarci  in un nano secondo tutti.    Era senza  forze quell’uomo .  Irriconoscibile .   Ma certo   pensai che probabilmente  un po’ ne stava risparmiando qualora avesse dovuto  schizzare  qualche impulso  in lui.      Mai come in quel  giorno fui felice che ci fosse molta gente  presso il   Bauli., no lontano da  noi . E   dovetti averlo guardato  davvero con sospetto, sebbene senza aprire bocca  perché  lui  dicesse :  Senti  Franco, lascia che ti  spieghi e che dica che mi dispiace per il depistaggio di cui sei stato vittima  e che ti è accaduto E  di  come non aver potuto muovere  comunque un  dito in tua difesa. Ma i Madonia sebbene non se la passino più tanto bene hanno giurato di farmela pagare . Li poi  in Anfiteatro dove anche li  tu sei Conservatore  ( alludendo il denaro dei sequestri sbolognato  fatalmente a  Piddu Madonia) Li ci hanno buttato soldi che avanzano . Ma vedi che  con  le ville abusive che ti hanno  costruito  dentro l’ anfiteatro ci siamo dentro tutti  fino al collo. Sbagli,  gli dissi . M a diretto  lui subito  si giustificò  dicendo che depistaggio era stato  favorito non da lui  ma  addirittura  organizzato, ordito su me dai ROS .A suo dire,  portato avanti  dai due marescialli  di Arcugnano -Brendola  coinvolti  del depistaggio per peculato ed omissioni varie) Secondo le comunicazioni intercorse, sottoposti al gen. Subranni  e  stante la regia estorsiva  da me denunciata . Subranni , secondo lui  la poteva avere portata avanti assieme ai suoi figli, :  Ennio (ROS) , Danila con  l’on. Angelino Alfano coinvolti con anfiteatro.  E vabbeh…  Tutti siciliani doc insomma !   Nel 2020 morì Ennio Morricone . Il  suo brano  Il clan dei siciliani  che  mi ronza in testa,  resta un opera d’arte musicale immortale ! Scacciaensieri e note  finemente tessute   durante la progressione dell’armonia del brano  classico a 4/4.

Giova a dirlo che durante l’estorsione ai miei danni , nel  complotto del Sindaco Paolo Pellizzari per meglio terrorizzarci,  lui prova ancora ora  a destoricizzare l’Anfiteatro Berico  al fine di cementarlo senza difficoltà  senza più ostacoli , quel sindaco e  mi mandò davanti un suo intermediario a nome del ministro Alfano.  Quindi  la magistrata Orietta Canova a cui con dovizia di particolari denunziai pressioni , minacce  dichiarandomi  per ben due volte pronto a collaborare per accertare  se fossero  vere o meno  le pressioni del ministro costruttore Alfano, ebbene …  non è ancora  intervenuta. E per l’appunto è  a tutt’oggi strano che  nessuno di loro si sia fatto vivo smentendo. La vedo male comunque  per i due marescialli premiati dal sindaco alla  fine delle  numerose omissioni denunziate. O  se non per loro vite,  per quella  del  gen. Subranni . Pensavo  a queste cose mentre  guardavo lasciando parlare Arnaldo .Senza parlare . Comunque quella fu l’ultima volta che  incontrammo  Arnaldo La Barbera.  Al congedo, le sue ultime parole, a fatica, tremolando tenendomi per un polso e sempre  mantenendo  l’altra mano dentro la tasca dell’impermeabile,  mi disse :  Franco , se mi succede che muoio,  quello che non sanno ancora è dove ho depositato istruzioni . Gli chiesi:  Arnaldo, non  è che hai una minuscola fialetta nel polsino vero? … Dai ora basta giocare ! Disse . Orbene  temo pure per mia moglie e mia figlia  funzionaria della presidenza del Consiglio.   Grazie  se fin da ora  potrai fai qualcosa per loro. Ti ripagherò. Sai bene che nulla voglio Arnaldo . “E’ stato comunque bello …. Addio  Franco”  

Fonti citate : ‘Ndrangheta, arresti a Verona. Nella stessa inchiesta ..Rai.it

Il Fatto Quotidiano
https://www.ilfattoquotidiano.it › 2014/12/22 › verona-…
 
22 dic 2014 — Vito Giacino, ex vicesindaco di Verona ed ex braccio destro del sindaco del Carroccio Flavio Tosi, è stato condannato a cinque anni di
Report inguaia Tosi, ‘a cena con la ‘ndrangheta’ – Politica
ANSA
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Appalti, destra e pistole. Ecco la ‘ndrangheta veneta
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‘Ndrangheta a Verona: indagato l’ex sindaco Flavio Tosi
HuffPost Italia
https://www.huffingtonpost.it › 2020/06/04 › news › n…
 
4 giu 2020 — L’ex sindaco di Verona, Flavio Tosi … di associazione mafiosa, truffa, riciclaggio ed estorsione. … rifiuti attraverso il controllo del …
 
Mancanti: condannato ‎| Deve includere: condannato

La ndrangheta a Verona: una pioggia di condanne 30 anni …Il Gazzettino

https://www.ilgazzettino.it › Nordest › Verona
 
2 mar 2023 — VERONA – In provincia di Verona ha operato un’organizzazione di stampo mafioso … di corruzione e condannato a 2 anni (senza aggravante mafiosa).

OPERAZIONE GLODFINDEN 

Predisposta per rendere autorevole il Molosso ne venne  infine utilizzato i livello di autorevolezza  assunta per le trattative  finalizzate al rilascio  ostaggio vicentino  Celadon. Il Molosso rinunciò alla restituzione anche
parziale di tutto l’oro di Famiglia,
 chiedendo che l’oro o i proventi
generato dallo stesso fosse distribuito alla popolazione Jugoslava
.

OPERAZIONE LEZIONE” REGIA DI VITTORIO MANGANO DA ARCORE

PER NON DIMENTICARE Alcune considerazioni  su protagonista 

Se con l’operazione Goldfinden la missione Pirati Barbareschi confondendo le carte ai malfattori , con la discussa liberazione di Carlo Celadon, minò  i rapporti fra gli addetti alla  l’industria dei sequestri,  la certezza di farla franca. Così le rappresaglie per K -626, non si fecero attendere .

Anni ’90 Spedizione punitiva “lezione ”: una sparatoria in Riviera Euganeo Berica in cui il Molosso ebbe la meglio, azione ordinata ad Arcore dal sicario convivente col cavalier Berlusconi da  villa Giulini Casati Stampa, il Vittorio Mangano. Nelle spedizione punitiva quattro attentatori si scontrarono con la scorta del Molosso. Conservatore colpevole di difendere le bellezze immobiliari e paesaggistiche dalle ondate del business della monezza e dalle relative cementizzazioni abusive , tra Arcugnano e la Riviera Euganeo -Berica.  L’attentato fallirà. Al Molosso, per rappresaglia poco dopo sarà fatto scomparire il figlioletto di 2 anni e mezzo allorché legalmente, l’avvocato di Berlusconi, incredibilmente, riuscìrà a fare cancellare dal registro dei nati il nome del bambino .

Nella Foto :  il presidente di Amnesty International, Estela  moglie del vicentino Carlotto, Franco  Alessandro Malosso  Maltarello  von Rosenfranz , a Milano durante un convegno di Amnesty inerente alla formazione  di una Banca dati  DNA (nonne di Plaza De Mayo)  dei bambini scomparsi a scopo di estorsione -ricatti, vedette politiche.  L’epoca è quella del film Garage Olimpo .

Il Molosso  in quei giorni aveva  in attivo   perizia di accertamento  vocale  su lui –   durante    l’ennesima  cattura  del Torturatore  Argentino  col .Olivera. falsamente iscritto alla loggia P2 e   incredibilmente rilasciato  dalla Magistratura italiana che lo aveva  fermato all’aeroporto di Fiumicino così disinnescando tutta l’opera  di rintraccio del soggetto. 

Cancellata la paternità , il legittimo padre resistente sarà condannato come sottrattore  di una fantomatica ” PERSONA “incapace”  A quel punto non fu più possibile ne conveniente intervenire e rintracciare il piccolo attraverso l’Interpool .Franco collaborò a rintracciare alcuni bambini rapiti attraverso un banca dati DNA di bambini rapiti Da allora ne sono stati ritrovati pio di 100. .Del suo figlioletto però si persero per sempre le tracce . Di seguito a ciò la sia compagna si uccise.

Rapimento del piccolo Molosso

NOTA : Ulrich von Hassell non va confuso con l’on. Kai-Uwe von Hassel ex interprete per intelligence militare (Abwehr )sotto l’ammiraglio Wilhelm Canaris . Nella nuova cancelleria tedesca VH fu  presidente del Bundestag  perdendo un figlio, Joachim von Hassel, aviatore navale e Oberleutnant zurnel, precipitato, pilotando il Lockheed F-104 Starfighter  . Gli Starfighter tedeschi evidenziarono un tasso di incidenti allarmante, in quanto 292 dei 916 totali si schiantarono  al suolo , causando la morte di  ben 115 piloti.

Curiosità : battuto a terra, in velocità da Villeneuve su una auto monoposto italiana Ferrari per ben tre volte, l’F-104 fu definito da Ettore Malosso “un fabbricante di vedove” mentre dal suo parigrado tedesco Bubi  Hartmann, “Bara Volante. Viceversa    gli italiani , gen.  Paolo Moci  capo delegazione, in USA alla valutazione del velivolo Lockheed F-104G Starfighter  , il  gen. Giorgio Bertolaso   non ne  consigliarono  l’uso anzi dichiarandolo aereo affidabile. In seguito a questa valutazione esplose il disappunto dell’on. von Hassell a cui fecero seguito nello scandalo dei velivoli C130 le rivelazioni del Senatore USA Frank Church con la messa in acccusa per corruzione del presidente DC vicentino Antelope Cobbler , alis cifrato di Mariano RumorV.H. morì all’età di 84 anni, quando subì un infarto durante la cerimonia che gli conferiva il  Premio Carlo Magno

INVECE il padre dell’ARCHITETTO ROBERTO VON HASSELL ? Fu nientemeno che ambasciatore tedesco i Italia Ulrich von Hassell come W. Canaris , Von Stauffenberg ecc , fu dichiarato reo di aver “tradito” gli sforzi di Elena Capito in Bechstein.

L’ ORO DI HITLER GESTITO DA JOE ADONIS DALLA SVIZZERA A VICENZA

Il mondo per un ristretto cerchio di persone a cui , volenti o nolenti, si appartiene è più piccolo di quanto si immagini. Quell’oro che maneggiava il più grade distributore di Coca Cola e GingerAle era l’oro svizzero accantonato da H. Hitler ed Heinrich Müller contenuto nelle cassette di sicurezza svizzere . Ad Adonis, fra i tanti affari che i discusso imprenditore intratteneva, esso era giunto in possesso attraverso il geniale membro dei commandos, Ian Fleming che con la mediazione di Lucky Luciano, permise anche di pianificare la fuga del cancelliere tedesco. e stretti collaboratori . Fuga pagata profumatamente con la cessione di conti al portatore svizzeri, così assicurando loro il corridoio di fuga Autorizzato nell’accerchiamento a Berlino e da li fino in sud America, verso quel rifugio che doveva essere stato di W. Canaris se quest’ultimo non si fosse schierato nel mancato attentato a Hitler . Un oro che avrebbe continuato a contribuire indirettamente alla crescita delle città vicentina legata al primato delle lavorazione mondiale dell’oro. Ma Joe Adonis, l’unico che apparentemente non temeva di finire nelle tracce dei servizi e di affamati cercatori di quell’oro. Morì in circostanze misteriose mentre si trovava ad un interrogatorio di Polizia.

OPERATION GOLDFINDEN – CELADON -PIRATI BARBARESCHI L’ oro mancante sottratto a Pietro di Jugoslavia non fu mai completamente restituto a Tito. Ma tra accordi intercorsi con i successori del leader Jugislavo, tra il 1986 e il 1988, malgrado alla consorte spettasse di essere interpellata sulla vicenda del metallo, dalla Svizzera non fu più corrisposto il congruo compenso pattuito quale interesse a quella partita d’oro prelevato e depositato in Svizzera da Licio Gelli – Furono così successivamente pattuite nuove modalità in quanto non era conveniente mantenere colà i prezioso metallo infruttifero. Quindi offerto parzialmente al discendente della corona di Macedonia con alcuni accordi che sarebbero stati garantiti con la vita dall’ultimo discendente.

Morti i soci in affari Lucky Luciano e Ian Faming , morto Joe Adonis, quel colossale smercio, il flusso di pesanti di ingotti oro, oro proveniente da una storia millenaria, in gran parte, di provenienza dall’Impero persiano di Alessandro I ” il Molosso” , scambiato ed ingrossato dai georgiani in seguito alla rapine a banche dello Zar, da parte della gang dedita a dell’ex seminarista don Iosif Stalin , con la morte dei protagonista il cammino di questo oro sembrò fermarsi assieme agi accordi di amico .nemico di Stalin : TIto Broz.

Nella foto  sopra Stalin dal 1894 al 1899 frequentò il seminario teologico di Tiflis. Alcuni  lingotti appartenenti a Pietro di Jugoislavia , presumibilmente scambiati con  quelli del  suo Regno. Si scoprì che provenivano originariamente  povenissero  da  rapine a banche russe dello Zar o messe al sicuro da quest’ultimo duramte la rivoluzione.  A conforto finale di questa tesi  furono ritrovati con queste tipiche  punzonature a villa Wanda  nella disponibilità di Licio Gelli ex Agente dell’OVRA  per il Governo Italiano .

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Tentativi di smerciare quell’oro fermatisi con la morte di Joe Adonis nel 1971 faticano a riprendere giacché lui non lascò istruzioni. Si tratta di un mondo che può chiuderti in una bussola e lasciarti li a decantare fra quelle due porte. Un mondo, quello delle lavorazione a Vicenza che parla una sua lingua codificata in dialetto esclusivamente vicentino. Fra quelle due porte di vetri blindat che resistono a un a357 magnum è diffiicile che tu entri in un laboratorio se non sai rispondere a qualche precisa domanda purché dialetto. Quando riprendono le importazioni ? Pressapoco nel 1977 . Franco von Rosenfranz uscito dal collegio vescovile, riceve in addestramento adatto a non essere rapito in Sardegna oltre a quello del suo maestro di Judo cittadino (Piccoli) per un totale di ore ben superiore a quello del suo maestro di Tennis alla ex GIL (Sartori). Operativo per compiti di Polizia Militare, quasi contestualmente , alla sua seconda missione prese a investigare per conto del Col. Paul Tate lavorando  anche come detective per una notissima rampante agenzia investigativa a Vicenza. il Molosso  che si  dividerà anche in seguito  la sua vita  tra la UCLA a LA  studiando  arrangiamento musicale per il cinema   ma anche  per perfezionarsi nelle telecomunicazioni satellitari e intercettazioni , oltre che al caso  Sharon Tate . Li fu contattato dall’imprenditore Bancario Svizzero R. Mayer con il figlio, desideroso di avviare una forma di forniture di oro improduttivo da trasformare in conto lavorazione. L’affidamento avvenne sotto l’egida del Titolare dell’agenzia . I campionari da realizzare nelle fabbriche di oreficeria Balestra (le cui vicende trovano epilogo finale nel 2011 / Crack e con le accuse di commercio “in nero” per 14 tonnellate) anche questa volta l’impresa non ebbe a decollare . Di li a poco il titolare delle investigazioni  G.M. morì.

RESTITUZIONE DELL”ORO RUBATO AL REGNO DI JUGOSLAVIA Tra la fine del 1986 e il 1988 fu deciso perciò di immettere nel mercato un gran parte di quei lingotti e di trarre utile con contratti di lavorazione a lungo termine. Da qui il nome alla operazione di importazione .L’oro riconducibile alla famiglia reale macedone fu però completamente rinunciato dal suo ultimo erede Molossiano in cambio di alcuni accordi speciali . Per il trasporto fu basilare l’apporto coperto del faccendiere Svizzero -Arcugnanese M.P. deceduto in seguito al  suo rientro dall’Africa   per  circostanze che una autopsia non ha mai  del tutto chiarito.

REIMPORTAZIONE   DEL METALLO  DURANTE LE CRISI POLITICO SOCIALI L’ultimo dei Molossi divenuto ormai maggiorenne si fece così garante di importare quei metalli preziosi facendolo transitare in territorio italiano, da  se non  invuato in conto lavorazione  per fruizione  per buona parte, da Firenze, Arezzo, Bari e poi per Mare, raggiunse quel porto natio Jugoslavo da cui era stato sottratto nel l’aprile del 1941.

Potendo fornire queste operazioni come esca per entrare in contatto con chi custodiva le posizioni del giovane ostaggio italiano Carlo Celadon. L’operazione camuffata GoldFInden fu ideale per permettere al Molosso di svolgere la missione Operazione Pirati Barbareschi Elevate contestazioni per violazioni valutarie in materia di importazione o transito di quel metallo prezioso per l’Italia, penali e civili, quindi l’ evasione in materia di reddito ed IVA ( anche se alla fine i collaboratore di Giustizia e noto faccendiere internazionale  Arcugnano-Svizzero  M.P. l’uomo che materialmente aveva agevolato l’operazione segreta di importazione. In seguito, al fine di scagionare l’operato del Molosso in quanto aggregatosi ai sui spedizionieri per mere ragioni di servizio, MP denunciò anche al ministro delle Finanze Rino Formica avendo dimostrando che le imposte sul transito del prezioso metallo di Tito come per quello delle SS, lo Stato Italiano avesse a valle dell’operazioni,recuperato comunque l’IVA ( Rino Formica fu teste testimone con Steve Pieczenik, consulente CIA del Dipartimento di Stato americano, inviato in Italia per sostenere il ministro degli Affari Interni Francesco Cossiga. Pieczenik a sua volta fu l’ideatore della falsa notizia che nel Lago della Duchessa vi fosse stato il cadavere dell”on Moro rapito da elementi dei Servizi Segreti ) . Sia questo depistaggio, come l’idea di addossare la colpa de rapimento alle BR , come le l’operazione Pirati Barbareschi e Golfinder condotte da K-626 ( Il Molosso) ebbero per interlocutore al corrente di dette segretissime operazioni, lo stesso Ufficiale Superiore dei Carabinieri in seguito divenuto comandante superiore all’ AISE .Successivamente , due collaboratori del Giudice Falcone. 

ARCUGNANO: QUELLE OPERAZIONI DI FALCONE SOSPESE A K- 626 Sempre lui fu quello che chiese di sospendere in Anfiteatro Berico di Arcugnano attività contro le manovalanze del Clan Madonia, suo cognato del cognato ed altri . Attività che furono segretate per ben 32 anni . Nel1992 e nel 1998 Causa:  l’impresario edile  e presunto  colpevole  della ideazione della politica stragista  di Totò Rina,  Madonia anche dal carcere, poteva rappresentare una fonte preziosa di informazioni. Inoltre sulla sommità dell’anfiteatro Berico, fu rafforzato ulteriormente il vincolo di segretezza dopo i fatti del 2009 dimostranti che il presunto killer di Falcone e Borsellino, Piddu Madonia esercitasse il suo ruolo di capo bastone- Appunto. Anche dal carcere.

LA TASSAZIONE DEL GOVERNO ITALIANO SUI METALLI IN TRANSITO Alla fine dell’esposto del MP fu dimostrato che lo Stato italiano in realtà alla fine recuperasse comunque l’imposta dal consumatore finale. A quel punto il RE indiscusso specialista di questo traffico , lo Svizzero -Arcugnanese M.P. decise di fare causa all’allora ministro delle finanze dello Stato Italiano l‘on. Rino Formica per avere ragione delle contestazIoni elevate. In effetti in fase di compensazione la teoria di MP non era sbagliata . MP  però, per ragioni rimaste mai del tutto chiarite rimasse vittima di una puntura di malaria fulminante mentre dopo aver incontrato un emissario di brillanti della Nabibia , si trovava a cercare  oro  in   Camerum.

Nel frattempo anche per K-626 la sua missione, e le le si disavventure giudiziarie non  si fermano  qui.

Contro K-626, allo scopo di tentare di vanificare la sua operazione anti-sequestri, di bloccarne l’operato e di coinvolgerlo penalmente quanto fiscalmente furono intentate accuse di auto- fatturazione inesistente.  A questo depistaggio  partecipò come subalterno i maresciallo di Arcugnano Bertradino   Naldo  dietro il cui alloggio  in stazione dei Carabinieri,  dormiva latitante   Piddu Madonia  dopo le stragi  Falcone Borsellino. 

NESSUN  AUREO VANTAGGIO PER IL MOLOSSO. CIO MALGRADO, IL TENTATIVO DI  INFANGARLO  Manneggiò fiduciariamente  e  tonnellate e tonnelate  di oro e argento preoccupandosi  che fosse restituito al suo paese.  Viceversa ed è un particolare non da poco allorché  il maresciallo  si inventò che  il  Malosso, come premio delle operazione di restituzione dell’Oro Jugoslavo  organizzate da sir Fitzroy  Maclean  fosse stato  promesso e regalato un carico di qualche tonnellata di oro che in cassaforte  venisse  conteggiato come “reddito”  no dichiarato.  Il maresciallo si inventò che  l’inesistente   metallo se  lo fosse  stato fatto  rubare lui  durate un furto  denunciato presso la sua abitazione .    Solo la sua caparbietà  di un luogotenente delle GDF riuscì  e stilando un esaustivo rapporto di servizio , ma solo nel 1989 a dimostrare che le fatture di importazione erano realmente state emesse da una soggetto clonato al Molosso per depistare su di lui attenzioni generali fastidi ecc. mediante una evidente sostituzione di persona. E no si trattava certo del suo doppelgänger   pouché la fisonomia è completamente diversa. La  presunta persona che si era sostituito alla identità del Molosso fu il rallysta Bronson, alias di Angelo Siino, accompagnatore delle uscite serali di Papa  Woityla   durante il periodo in cui  scomparve  Emanuela Orlandi  Angelo Siino . bel  processo al compaesano siciliano, il Senatore di Berlusconi, on. Marcello Dell’Utri,  venne considerato  l’ex Ministero dei Lavori Pubblici di Cosa Nostra che anche lo 007 Aldo Anghessa dI li a poco convinse a pentirsi collaborando.  

IL PRESUNTO ORO SPETTANTE AL MOLOSSO DI MACEDONIA.                                    Il Molosso fu  completamente assolto dalla congetture del maresciallo Naldo cioè dall’aver accettato dell’oro a premio. Anzi emerse che  il  maresciallo aveva deliberatamente omesso  di indagare  sull’identita’  di chi  lo avesse provatamente  derubato. Dopo l’assoluzione con formula piena del Molosso  che dichiarò di non provare astio  per lo scempio causatoli  dal sottufficiale, tuttavia,  seguì un un alterco fra lui ed addetti  serbo – macedoni di scorta, posti  a  vigilare sull’incolumità  del  Molosso che minacciarono il maresciallo . Trasferito a Vicenza, Presso la stazione dei Carabinieri  di via Muggia ( anche ex  sede Gladio)  di li a poco il M.llo Bertrandino Naldo, muore.  Anche   questo  fu  lo scenario  in  cui si  trovo  appena   trasferito da affrontare,  il col. Luigi Finelli.Con il col.Mori  fu  coinvolto a vanvera  dal maresciallo Tumino, l’artificiere che distrusse  le prove dell’ attentato  dell’ll’Addaurra  ai danni  di  Falcone.  L’eliminnazione di Falcone   era stata temporaneamente sospesa in quanto poteva trovarsi  con la  magistrata  svizzera Carla Dal Ponte, moglie dell’avvocato Timbal . Anni dopo, attesa l’avvenuta esecuzione del magistrato, la donna archivierà sistematicamente  tutte le sue inchieste Italo- svizzere  compresa quella a  carico dei  Berlusconi.  Nel disappunto, il giornalista Sindney Rotalinti  chiamandola  pubblicamente “Crudelia Del Ponte” depositaria di enormi  segreti , allarmò  gli organi di Giustizia internazionali  così  denunziando  la doppia vita della donna. Rotalinti  sarà  successivamente assassinato da 3 killer mentre,presso via Canevascini,  sul figlio delle donna e di un noto avvocato  di lugano,  di professione presidente RTS  un regolamento di conti compensato con oro a premio (il denaro  accumulato in Banca Rasini  era ormai noto che è tracciato) viene rimandato dopo essere stato sventato  per un soffio. 

MA NON C’E   ALCUN ORO IN CASSAFORTE        Poco dopo nel 1995 , in  Riviera Euganeo- Berica sempre durante il comando  a Vicenza  del Col. Luigi Finelli,  4  killer di cui  2   a lui consegnati vivi,  confessando  di essere  connessi alla FININVEST,  mancarono   un nuovo   tentativo  di  sequestro  sul  Molosso . Ne seguì una sparatoria .  2 dei 4   di non rientreranno  più ad Arcore. A quel punto il  killer  siciliano esperto  in sequestri di persona  a danni di    imprenditori lombardi, convivente  del Cavalier  Berlusconi Vittorio Mangano, condotto  ad Arcore dal senatore  dall’altrettanto  conterraneo  siciliano on.Marcello Dell’Utri ,  chiese  inutilmente di  ricevere  indietro  almeno i cadaveri dei due  sui scagnozzi . Di li a poco , ad Arcugnano( Vicenza) fra l’organico  degli addetti alle  intercettazioni  guidate  dal Molosso risultò  infiltratosi  un  pregiudicato che lo allarmò  confessando  il  vero motivo  della sua missione.  In quei frangenti,  accadde la  scomparsa del  figlioletto di soli 2 anni  del Molosso e il suicidio della compagna . Poco dopo Vittorio Mangano  dopo aver minacciato  di fare  pubbliche rivelazioni di  20 anni di collaborazione a Milano  fra, il Cavaliere, la   sua Banca di famiglia dove venivano negoziati i riscatti  dei sequestri dei Lombardo- Veneti  rapiti (  Rasini)   e  il  Dell’Utri, in  carcere,  fu  irradiato in modo da contrarre  male incurabile. Morirà   portandosi  nelle tomba i numerosissimi segreti sui  sequestri di imprenditori e nobili,  sopratutto milanesi fra cui tanti,  uccisi e annegato nel cemento  dei ponteggi autostradali , malgrado  il denaro versato   . 

CHE NE E’  DELL’ORO DEGLI EBREI ASSASSINATI  TROVATO DA FALCONE      Con la morte di Falcone , le archiviazioni della Carla  Del Ponte,  e la immediata  sottrazione dei dati  su cui  il giudice  da  confidenti  messi a disposizione dal  Comnissario elvetico   Fausto Cattaneo aveva annotato i nomi dei beneficiari dell’oro  Svizzero e quello importato in Argentina attraverso Peron, cioè quello   sottratto dai nazisti  alle più importante  famiglie ebraiche ed  a cui  seguirono ulteriori omicidi  di parenti ebrei  che  furono eliminati successivamente   affinché  non reclamassero  il prezioso  metallo. E’ questa  una inchiesta non ancora  del tutto chiusa dal Mossad che non è mai stato avaro  nel ricompensare questo tipo di informazioni . 

NELLA CACCIA ALL’ORO  NON SONO MANCATI I  DEPISTAGGI :  FORTEZZA

In realtà a Fortezza quell’oro, secondo Luis Trenker  collega del maestro vicentino del Molosso, doveva  essere  stato occultato da tempo . §Si trattava di   numerosi lingotti ,   poi in parte recuperati ma non li ma dentro bare al cimitero di Marano dei dischi dal gruppo Sicherheitsdienst che fino al 1944 erano sotto il comando dell’ammiraglio  Wilhekm Franz Canaris.

Un altro depistaggio messo in atto per stancare i cercatori d’oro, puntò sudati di clonazioni sulla  presunta seconda esistenza di Hitler Grazie a una leggenda affascinante a questo proposito ricorda molto il romanzo I ragazzi venuti dal Brasile (1978), in cui si racconta che il dottor Josef Mengele continuò i suoi diabolici esperimenti sugli esseri umani e stasse  per clonare il Führer. Esiste infatti una cittadina brasiliana, Cândido Godói, dove nascerebbero molti più gemelli rispetto al resto del mondo. Mengele scappò davvero attraverso una delle ratline, e visse per decenni in America Latina, Brasile compreso. Secondo lo storico argentino Jorge Camarasa  Mengele negli anni Sessanta visitò Cândido Godói diverse volte, e a questo punto ci sono tutti gli ingredienti al posto giusto per la leggenda: i **gemelli **erano il segno lasciato dagli   esperimenti dell’Angelo della morte, come era chiamato dalle vittime a Auschwitz.   Era Argentina la  banca che  emise valuta  in cambio di oro depositato. Valuta per sopravvivere

BIBLOGRAFIA

ALTO ADIGE, CACCIA ALL’ORO NAZISTA – 1

Pubblicato il 5 Maggio 2016 

a cura di Cornelio Galas

 Günther von Hummel: Politica – Terapia. Capire ciò che già sai: come la politica potrebbe essere pensata in modo terapeutico . CDA, Norderstedt senza data, pag. 160 – 161 

contiamoci.net Fra le Alpi austriache c’è un lago che nasconde ancora oggi i segreti dei nazisti. NOEMI PENNA 04 Settembre 2017

8.500 lingotti d’oro nascosti dai nazisti e ritrovati nel dopo guerra.Solo una minima parte del tesoro del Terzo Reich.E sulle rive del lago di Garda potrebbe essere nascosto MOLTO di più!

Una storia di avventura e mistero che dura da 70 anni…Guardate il video per saperne di più..

Tesoro composto da oltre 8.500 lingotti d’oro nascosto in una grotta dai nazisti in Turingia e ritrovato nel dopo guerra. E’ solo una minima parte della ricchezza perduta del Terzo Reich. Nei bunker sotterranei del lago di Garda potrebbe nascondersi molto di più. Nell’aprile 1945 i tedeschi vi nascosero un gran numero di pesanti casse.Il tesoro di Adolf Hitler.Una caccia all’oro che dura da 70 anni!

VICEVERSA ECCO CHE ACCADDE AL RESTO DELL’ORO POLACCO , FRANCESE BELGA E QUANTO ALLA FINE DEL SECONDO CONFLITTO MONDIALE FU DATO PER PERSO

L’Oro francese , a Parigi, disponeva della più grande cassaforte del mondo, “La Souterraine”. .

1939 con l’invasione tedesca alle porte il Belgio e Polonia affidarono il loro oro alla Francia.

L’11 giugno, con i tedeschi a 400 km da Brest,l’Emile Bertin lasciò Brest con 255 tonnellate d’oro. Fu il più grande trasferimento di oro delle storia dai tempi di Amerigo Vespucci .Fu realizzato da un’unica nave.

CAMION INGLESI E BRAVI MECCANICI SALVARONO L’ORO FRANCESE

Durante i trasbordo, i francesi non disponevano più di un numero di camion sufficienti a completare l’operazione e quelli che avevano erano troppo piccoli. Furono così ritrovati e riparati undici camion abbandonati dall’esercito britannico durante i bombardamenti per la strada di Brest . Senza di loro per Bertin sarebbe stato impossibile finire di caricare e salpare com la nave in tempo.

I SERVIZI SEGRETI DI CANARIS IN RITARDO PER DIROTTARE LA NAVE Il 17 giugno, il Maresciallo Pétain annunciò la resa della Francia. Tuttavia l’ammiraglio Darlan, il futuro presidente Francese De Gaulle decise di proseguire .

Darlan era u vero e propio conservatore dei luogjei e beni . Suo padre noto per aver tentato di d’interferire in favore di Alfred Dreyfus[2].

L’ammiraglio armò gli uomini e ingiunse a marinai, di proseguire il viaggio con il suo carico diretto alle americhe . e marina, non interruppero il carico per le americhe mentre gli agenti tedeschi piazzati ai porti pur dando le coordinat della nave, rimasero inascoltati . Anche perché con ogni probabilità i comandante avrebbe dato l’ordine di auto-affondarsi . Inoltre i portuali sotto il controllo del sindacato ebraico non ebbero no passarono i tempo la notizia ai tedeschi i modo che quest’ultimi potessero arrangiare un blitz sotto l’egida Abwehr  dell’ ammiraglio e capo del Abwehr di Wilhelm Franz Canaris

Ammiraglio Darlan

Il 18 giugno 1940, 75 navi si stavano preparando a salpare. Avevano 7 ore per finire di caricare le tre navi, la Ville d’Alger, la Ville d’Oran e l’El Mansour. I bombardamenti continuarono, una colonna dell’esercito tedesco era a meno di un giorno di distanza. Un’altra nave viene scelta per essere caricata con l’oro, l’El Kantara.

Alle 14, le navi iniziarono i preparativi per partire, l’ultima nave fu caricata in extremis alle 18 e salpò alle 18:30, poco prima del calar della notte. Di notte era impossibile navigare attraverso il campo minato marino e le reti protettive.

Durante quel periodo a Lorient, la Victor Schœlcher veniva caricata con l’oro belga e polacco. Si incontrò con la flotta di Brest, in rotta verso Dakar. Trasportando 1100 tonnellate di oro, era ed è tuttora la più grande spedizione di oro mai realizzata.

Ora, dall’altra parte dell’Atlantico, ancora il 18, l’Emile Bertin arrivò ad Halifax, in Canada. Piccolo problema, la Francia era tecnicamente nemica del Regno Unito. Alla nave fu ordinato di deviare e andare a Fort-de-France in Martinica. Arrivarono lì il 24, dopo aver superato tre navi inglesi.

Quindi ora c’erano 1145 tonnellate a New York, 225 tonnellate a Fort-de-France e 1100 tonnellate a Dakar.

A chi apparteneva quell’oro? Alla Francia di Vichy o alla Francia di De Gaulle? A nessuna delle due, apparteneva alla Banque de France, ricorda che all’epoca era una società privata.

Churchill, inoltre, era piuttosto interessato a tutto quell’oro,

Le navi arrivarono a Dakar, furono prontamente scaricate e l’oro fu inviato a Thies, un forte militare.

Dopo che le truppe anglo-francesi furono respinte da Dakar dalle truppe di Vichy, fu deciso di inviare 1100 t di oro per 900 km nel profondo Mali.

L’oro belga fu così sacrificato per soddisfare l’invasore, che lo fuse prontamente e lo mandò in Svizzera per pagare la guerra.

Dopo la guerra, la Francia usò la propria riserva per sostituire l’oro belga fuso dai nazisti.

E in tutto quel trambusto, sai quanto oro non fu più ritrovato ? 395 kg!

All’appello mancarono solo lo 0,016% delle 2500 tonnellate d’oro.

E tutto l’oro ha aiutato la ricostruzione della Francia, nei due anni precedenti l’entrata in azione del Piano Marshall.

Alla mia domanda : signor K-626 , ma insomma, allora Hitler, ammesso che non fosse Maximilian Bauer riuscì o no ritagliarsi la sua Fuga da Berlino ?

Risposta : Nella misura in cui lei in primis e tanti altri segue questa vicenda , in un certo senso si. Sa che inflazione ci sarebbe se tutti i fanatici si trasformassero in cercatori d’oro?

CACCIA AI RECUPERI DI ORO MINORI SCOMPARSI E/O RITROVATI 

Dagospia
https://www.dagospia.com › rubrica-29 › cronache › ci…
 
14 feb 2021 — Si tratta di concrezioni di sabbia e roccia formate sul fondo dell’ oceano e che, a quanto pare, avrebbero catturato al loro interno manufatti, …
Stavolta, il team di esploratori ha localizzato la SS Gairsoppa, nave britannica  da 412 piedi  affondata, con il suo carico di 200 tonnellate d’argento, da un U-Boot tedesco durante la Seconda Guerra Mondiale.
 
L’A IMMENSA RISERVA DELL’ORO  PREDATO  GIAPPONESE  Qualcuno  sembra se lo  stia godendo  l’oro del Generale Yamashita. 
 
https://www.goldavenue.com/it/blog/newsletter-metalli-preziosi-spotlight/il-mistero-irrisolto-dell-oro-di-yamashita
Un recente sentenza : 
“Un importo sconosciuto  non è recuperabile perché l’intera entità della ricchezza di Marcos non è nota.
 La vicenda  dell’oro   della  seconda guerra  mondiale  : Il suo legittimo ritrovatore fu rapinato e imprigionato e torturato  da Marcos. 
Morale : Penso alle parole di Franco von Rosenfranz “Asiatico -Persiano – Giappponese. …Siamo sicuri che porti fortuna a chi c’è l’ha? “
 
Benvenuti in  ODISSEY  https://www.youtube.com/watch?app=desktop&v=9x1LMVYlhKc
Buona Visone di questo video ! 
 

Un granchio curioso esplora le monete d'oro e i manufatti del naufragio della Repubblica delle SS.

A cura  di  betsy.vandermeer.w@gmail.com. Brani del libro  di Franco Molosso von   Rosenfranz  e  l’Intervista a k-626 2- 2023

Uno speciale ringraziamento a Franco Alessandro Molosso Maltarello  von Rosenfranz  che ha reso possibile    questo reportage  ricco  particolari  indediti . 

BIBLIOGRAFIE E FONTI 

    1. Pero Simic “Tito – the mystery of the century”. 
    2. Peter Hoffmann : Resistenza, colpo di stato, tentato omicidio. La lotta dell’opposizione contro Hitler. 4a, edizione recentemente riveduta e integrata, Piper, Monaco 1985, ISBN 3-492-00718-X , pagina 929.

    1. Salta a:a c Curriculum vitae della tesi Fedeltà nel diritto del lavoro. Giessen 1935, pagina 63.

    1. Hummel Edler von Hassenfels, Karl * 15 dicembre 1878. Archivio dell’Università di Tubinga, firma UAT 40/102.56.

    1. Salta a:a Koehl, Karl. Biografia dell’Assia. (Al 12 aprile 2023). In: Sistema informativo storico-statale dell’Assia (LAGIS).

    1.  Günter von Hummel: Politica – Terapia. Capire ciò che già sai: come la politica dovrebbe essere pensata dal punto di vista terapeutico. CDA, Norderstedt senza data [2016, più recentemente 2021], pagina 60.

    1.  Antonio Schmidt-Brentano: I generali kk e kuk 1816–1918. Archivio di Stato austriaco , Vienna 2007, pagina 77.

    1. ↑ Hummel von Hassenfels. In: Brossura genealogica delle casate nobiliari d’Austria. Primo anno. Vienna 1905, pagina 320.

    1. ↑ Fritz Reuter : storico di Worms, storico dell’arte e storico locale del XIX e XX secolo. Secolo e i loro luoghi di sepoltura. In: Der Wormsgau , volume 19 (2000), numero 3, pp. 63–102; su Hummel: pagina 84.

    1.  Günter von Hummel: Politica – Terapia. Capire ciò che già sai: come la politica dovrebbe essere pensata dal punto di vista terapeutico. CDA, Norderstedt senza data [2016, più recentemente 2021], pagina 125.

    1. Salta a:a b Elenco di anzianità di ingresso delle SS

    1. Salta a:a b Lisa Hauff (arr.): La persecuzione e l’assassinio degli ebrei europei da parte della Germania nazionalsocialista 1933–1945 . (Raccolta delle fonti). Volume 11: Impero tedesco e protettorato di Boemia e Moravia aprile 1943-1945. De Gruyter Oldenbourg, Berlino/Boston 2020, ISBN 978-3-11-036499-6 , pagina 163, FN 3.

    1. Salta a:a Persone: Helmut von Hummel | Progetto pilota JDCRP. Estratto il 20 luglio 2023 .

    1. ↑ Corrispondenza con il Reichsleiter Martin Bormann: corrispondenza del rappresentante speciale Hans Posse e del consulente per l’incarico speciale a Linz, Gottfried Reimers, con il Reichsleiter Martin Bormann o il suo consulente personale Helmut von Hummel e il MinConductor Dr. Hanssen – Biblioteca digitale tedesca. Estratto il 21 luglio 2023 .

    1.  Jonathan Petropoulos: L’arte come politica nel Terzo Reich . Stampa dell’Università della Carolina del Nord.

    1. ↑ Michael Buddrus [a cura di]: Il Meclemburgo nella seconda guerra mondiale. Gli incontri del Gauleiter Friedrich Hildebrandt con gli organi dirigenti nazisti del Meclemburgo Gau 1939-1945. Un’edizione del verbale dell’assemblea. Edizione Temmen, Brema 2009, ISBN 978-3-8378-4000-1 , pagina 558.

    1. Salta a:a b Kathrin Iselt: “Rappresentante speciale del Führer” – Lo storico dell’arte e uomo di museo Hermann Voss (1884-1969) . Böhlau, ISBN 978-3-412-20572-0 .

    1. ↑ L’ufficio segreto all’estero. Estratto il 21 luglio 2023 .

    1. ↑ Bormann, Martin. In: TracesOfWar.com. Estratto il 21 luglio 2023 (inglese).

    1.  Jonathan Petropoulos: L’arte come politica nel Terzo Reich . Stampa dell’Università della Carolina del Nord.

    1.  Forum storico dell’Asse – Dott. Helmut von Hummel.

    1. Salta a:a b Hansjakob Stehle : Martin Bormann nel crepuscolo ovest-est. In: Die Zeit , 6 giugno 1997.

    1.  Günter von Hummel: Politica – Terapia. Capire ciò che già sai: come la politica dovrebbe essere pensata dal punto di vista terapeutico. CDA, Norderstedt senza data [2016, più recentemente 2021], pagina 160.

    1. ↑ Julius Mader : Il tesoro dei banditi – Un documentario sul tesoro segreto di oro e armi di Hitler. Editore militare tedesco, Berlino Est 1965, pagina 250.

    1. ↑ Avviso di morte di Helmut von Hummel in: Süddeutsche Zeitung . 3 dicembre 2012.

. Cfr. Format, n. 14/2000, pp. 20-27.

2. Die Presse, 30/3/2000. Cfr. anche B. K REISKY, Zwischen den Zeiten. Erinnerungen aus fünf Jahrzehnten, Berlin 1986, Siedler Verlag, p. 430 (riguardo a Kamitz).

3. H. PICK, Simon Wiesenthal. A Life in Search of Justice, London 1996, Weidenfeld & Nicolson, pp. 161-163.

4. O. RATHKOLB, in S. MEISSL-K.-D. MULLEY-O. RATHKOLB, (a cura di), «Verdrängte Schuld, Verfehlte Sühne. Entnazifizierung in Österreich 1945-1955», Wien 1986, Verlag für Geschichte und Politik, p. 82; ID. «Castigo senza espiazione . La denazificazione in Austria dopo il 1945», in G. BOTZ ET AL.; Il «caso Austria». Dall’»Anschluss» all’èra Waldheim, a cura di R. C AZZOLA-G.E. RUSCONI, Torino 1988, Einaudi, pp. 144-160.

5. «ÖVP hat weisse Weste», Die Presse, 30/3/2000.

6. Ibidem.

7. R. e M. BAMBERGER- E. BRUCKMÜLLER-K. GUTKAS, (a cura di), Österreich-Lexikon, vol. 2, Wien 1995, Verlag Jugend & Volk, p. 267.

8. Cfr. fra gli altri K. OTTOMEYER, Die Haider-Show. Zur Psychopolitik der FPÖ, Klagenfurt 2000, Drava Verlag.

9. Cfr. fra gli altri H. CZERNIN, Wofür ich mich meinetwegen entschuldige. Haider, beim Wort genommen, Czernin Verlag 2000.

10. «Wer hat braune Flecken?», Profil, 10/4/2000. Alla domanda su «chi abbia macchie brune», secondo il sondaggio risulta che gli austriaci le attribuiscano per il 27% alla FPÖ, per il 22% alla SPÖ, per il 7% alla ÖVP; a tutti e tre per il 15%, «non sanno» il 28%.

11. H.-P. WASSERMANN, Und ab heute Kinder sagen wir «Grüss Gott» und nicht mehr «Heil Hitler», phil. Diss., Graz 1998, vol. 1, pp. 196 ss.

12. Cfr. P. PELINKA, Österreichs Kanzler, Wien 2000.

13. H. PICK, Und welche Rolle spielt Österreich? Vom besetzten Grenzland zum offenen EU-Staat: die Alpenrepublik im internationalen Blickfeld, Wien 1999, Kremayr & Scheriau, pp. 144-149 e pp. 302-304.

14. Cfr. R. MITTEN, The Politics of Antisemitic Prejudice. The Waldheim Phenomenon in Austria, Boul- der 1992; R. HERZSTEIN, Waldheim. The Missing Years, New York 1988, Ann Arbor.

15. Ibidem.

16. CH. ZÖCHLING, Haider. Licht und Schatten einer Karriere, Wien 1999, Molden Verlag, pp. 197-199.

17. «Apologies from the Austrian Marathon Mass», Washington Post, 10/11/1999.

18. H. PICK, Und welche Rolle, cit.

19. O. RATHKOLB, cit.

20. Arbeiter Zeitung, 26/6/1985.

21. Ivi, 22/3/1985.

22. Cfr. I. LINDORFER, Der österreichische Kameradschaftsbund und seine Beziehungen zu den politischen Parteien Österreichs, Diplomarbeit, Universität Wien, 1996. 23. Österreich-Lexikon, vol. 1, p. 654.

24. Cfr. al riguardo i giornali Österreichische National-Zeitung e Österreichischer Beobachter, usciti tra il 1950 e il 1955.

25. A.L. SMITH, Kampf um Deutschlands Zukunft. Die Umerziehung und Hitlers-Soldaten, Bonn 1997, Bouvier.

26. P. LENDVAI, Frankfurter Allgemeine Zeitung, 7/2/2000, p. 11.

27. L. HÖBELT, Von der vierten Partei zur dritten Kraft. Die Geschichte des VDU, Graz 1999, Stocker Verlag, pp. 248-250; F. OLAH, Die Erinnerungen, Wien 1985, Amalthea Verlag.

28. Cfr. TH. NOWOTNY, Was bleibt von der Ära Kreisky, Wien s.d., Zukunft Verlag, pp. 13-14.

29. H. DACHS ET AL., (a cura di), Die Politiker. Karrieren und Wirken bedeutender Repräsentanten der Zweiten Republik, Wien 1995, Manz Verlag, p. 435.

30. Ivi, p. 443.

31. H. PICK, Simon Wiesenthal. Eine Biographie, Hamburg 1997, Rowohlt Verlag.

32. Su K. MARK cfr. U. LANG-KREMSMAYER, Aspekte zur Funktion der Intellektuellen in der SPÖ – Am Beispiel des BSA unter besonderer Berücksichtigung der Wiederaufbauphase in Österreich, phil. Diss., Wien 1987, p.186.

33. Profil, 1/6/1986, p. 28.

34. H. WEISS-K. FEDERSPIEL, Wer?, Wien 1988, Eigenverlag, pp. 196 s.; Der Spiegel, n. 24/1970, p. 82.

35. O. RATHKOLB, NS-Problem, cit., p. 80.

36. B. KREISKY, Zwischen den Zeiten, p. 220, come anche il manoscritto originale nell’archivio della Kreisky Stiftung, Wien.

37. B. KREISKY, Im Strom der Politik. Der Memoiren zweiter Teil, Wien 1986, Kremayr & Scheriau, p. 396.

38. I. BÖHLER, «Wenn die Juden ein Volk sind, so ist es ein mieses Volk», in M. GEHLER-H. SICKINGER, (a cura di), Politische Affären und Skandale in Österreich. Von Mayerling bis Waldheim, Tauhr 1995, Kulturverlag, pp. 502-531.

39. Stiftung Bruno Kreisky, Archivio. Copie uniche dei verbali della direzione della SPÖ, 1945.

40. Österreichisches Staatsarchiv, Archiv der Republik, verbali delle riunioni del Consiglio di Stato.

41. Archivio della Österreichische Gesellschaft für Zeitgeschichte, Wien, fondo Karl Renner.

42 Vedi nota 39.

43. H. GRUBER, Die Jahre in der Politik. Erinnerungen, Klagenfurt 1982, p. 50.

44. Copie da atti su Jedlicka del Central Intelligence Corps conservati nei National Archives, Washington D.C., sono in possesso dell’autore, che lavora a un articolo su Jedlicka che apparirà sulla rivista Zukunft a fine 2000.

45 Patrimonio culturale e saccheggio del Mondo A. Pinna

46 Michael Webster: journaldeskblog

47 La triste storia di Gerda Bormann, donna ideale nazista di Carlo Calabrese

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  • [1] Marco Dolcetta, Spettri del Quarto Reich: Le trame occulte del nazismo dal 1945 a oggi, BUR, 2013.
    [2] Camera dei Deputati, Senato della Repubblica, Relazione della Commissione Parlamentare d’inchiesta sulla Loggia massonica P2, Doc XXIII, n. 2, 12 luglio 1984.
    [3] Emanuel Quintas, I rapporti politici tra Italia e Argentina negli anni del peronismo (1946-1955), Tesi dottorale Università Roma Tre Scuola dottorale in Scienze Politiche, 2011.
    [4] Mario Guarino e Fedora Raugei, Gli anni del disonore, Edizioni Dedalo, 2006.
    [5] Jorge Camarasa, Organizzazione Odessa, Mursia, 1998.
    [6] Sergio Cardarelli e Renata Martano, I nazisti e l’oro della Banca d’Italia. Sottrazione e recupero 1943-1958, Editori Laterza, 2001.
    [7] Enzo Antonio Cicchino e Roberto Olivo, Caccia all’oro nazista, Mursia, 2011.
    [8] Ferruccio Pinotti, Il burattinaio d’Italia, Focus Storia n. 19, aprile-maggio 2008.
    [9] Mario Ajello e Pasquale Chessa, 1941-1996: Il giallo del tesoro jugoslavo. L’oro di Gelli, anatomia di un mistero rosso-nero, Panorama, 4 aprile 1996.
    [10] Franco Bandini, L’oro di Belgrado, Storia Illustrata n. 203, ottobre 1974.[11] Renzo Paternoster, La brigata dell’Anello della Repubblica: “impresa” per lavori sporchi, Storia in Network, 1° maggio 2016.
    [12] Mario Ajello e Pasquale Chessa, op. cit.
    [13] Enzo Antonio Cicchino e Roberto Olivo, op. cit.
    [14] Sergio Lepri, 20 settembre 1943, sergiolepri.it.
    [15] Oro jugoslavo: nel 1941 finì alla Banca d’Italia. Ricostruita la sconosciuta vicenda della sparizione, Adnkronos, 28 marzo 1996.
    [16] Sergio Cardarelli e Renata Martano, I nazisti e l’oro della Banca d’Italia. Sottrazione e recupero 1943-1958, Editori Laterza, 2001.
    [17] Franco Bandini, op. cit.
    [18] Dario Massimo, Die Franzensfeste, Weger, 2007.
    [19] Giuseppe Casarrubea e Mario José Cereghino, Tango Connection. L’oro nazifascista, l’America Latina e la guerra al comunismo in Italia. 1943-1947, Bompiani, 2007.
    [20] Emanuel Quintas, I rapporti politici tra Italia e Argentina negli anni del peronismo (1946-1955), Tesi dottorale Università Roma Tre Scuola dottorale in Scienze Politiche, 2011.
    [21] Jorge Camarasa, op. cit.
    [22] Mario Guarino e Fedora Raugei, Gli anni del disonore, Edizioni Dedalo, 2006.
    [23] Enzo Antonio Cicchino e Roberto Olivo, op. cit.
    [24] Claudia Fusani, Gelli, lingotti d’oro nelle fioriere, La Repubblica, 13 settembre 1998.
    [25] Natalia Andreani, Licio Gelli ne aveva nascosto 164 chili nelle fioriere di Villa Wanda, sua residenza aretina. Lingotti d’oro come concime. Oltre tre miliardi sotto terra. È il mitico tesoro di Cattaro?, La Gazzetta di Modena, 13 settembre 1998.
    [26] Nicola Tranfaglia, Licio Gelli, il venerabile e l’ossessione dell’informazione, Antimafia Duemila, 16 Dicembre 2015.
    [27] Gelli accusato di aver rubato 20 tonnellate d’oro nel 1942, Archivio Agenzia Adnkronos, 19 settembre 1998.
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LA RICERCA DEL’ ORO NAZISTA focus https://www.youtube.com/watch?v=GhspQmP8pP0

Storia di un ragazzo al crocevia” Franco Malosso von Rosenfranz 2023 

L’ACCORDO DI KURCULA .                                                                                                                    LA PROPOSTA.  La  restituzione  dell’oro  Jugoslavo .    Il luogo  della conferenza  fu  l’isola Korcula. Fui prelevato  da  Trieste  e condotto nell’ isola che come Padova,  mi dissero fosse  stata  fondata da Antenore e Enea .L’incontro avvenne  in un noto  hotel presso il  porto.  Già nel  1980  si era giunti vicini a  una trattativa extra italiana . Dopotutto, l’oro rubato  si trovava in un paese terzo.  Dopo anni di esilio, non c’era nulla di illecito per me  a  favorirne il transito e nel  farmene  carico  di restituirlo ai legittimi proprietari. Sopratutto in Svizzera.  Se Tito  per me  aveva disposto di considerarmi con quel  rispetto  che si usa all’ l’ultimo erede  in esilio del Trono Macedone, in  un  incontro successivo, quando  fui  condotto al cospetto  del suo  garante inglese,  Sir Fitzroy Maclean, “per  meriti di fedeltà  e lealtà alla Corona ”  Fui  eletto a mia volta  garante a delegato a  quella restituzione extra-nazionale, considerato che l’oro del tesoro macedone, derivato da quello dell’erario persiano, al cospetto  di quello nazionale Jugoslavo, costituisse  in tanti secoli,  la percentuale maggiore incamerata. A pelle, se  al posto di quei gentiluomo  mi fossi trovato  con italiani  avrei   sospettato   una pericolosa adulazione. Da loro no .  Così  che  da quei presunti quasi successori, governatori di Tito,  presi atto che la fine del leader pareva vicina . “

L’OPERAZIONE DI RIMPATRIO DELL’ORO RUBATO.  Credo  che trasparisse  che mi  trovavo  visibilmente a metà strada tra l’imbarazzato e l’emozionato. Riuscii tuttavia  a dominare la tensione nervosa che si era impadronita di me. Ero ancora  e solo uno spericolato ragazzo.

Chiesi, così cercando di mostrarmi autorevolmente all’altezza di tanta considerazione,  se  si  fosse  trattato di una operazione “legale”.    Seguì una  pausa silenziosa che a me parve interminabile.  Estremamente  franco, forse poco rispettoso in quel momento, deglutii, visibilmente  comunque    facendomi coraggio   replicai :  ” con tutto il rispetto possibile io  posso  accettare di sovrintendere a fare  una operazione giusta, ma  mai per persone sbagliate”. 

MUSSOLINI ? DICHIARAVA GUERRA A TUTTI   PERDENDO . COSI’  DOVETTE CHIEDERE  CHE HITER  GLI INVIASSE TRUPPE   IN ITALIA                                                                                                                                                                                                                                               Risero educatamente  rispondendomi che” l’italia, che  Mussolini  dopo aver ceduto al corteggiamento delle lobby belliche , con le sue smanie riuscì  perfino a far perdere la guerra ai tedeschi  facendoli  entrare in Italia  giacché non sapeva più porre rimedio alle figuracce. ”  L’Italia  era un paese vinto ed  occupato  dagli inglesi.” Dissero:  “Retto da una governo fantoccio e  che come tale secondo gli accordi di Cassibile dovevo obbedire a questi ordini sovrani.” Tuttavia l’Italia”  pensai , questo mio  suolo, per il  Metternich,”  solo una mera espressione geografica” è  il  sotto il cui , più  anticamente, nell’Impero Romano trovò accoglienza la mia famiglia,  quindi un paese a cui devo essere grato,  occupa  un ruolo geografico strategico e in quel momento, in piena Guerra Fredda.  Ebbene  qualora io avessi accettato di occuparmi delle riconsegna di quel tesoro a  quel punto  per l’Italia  di a sarebbe  trattato  solo  di un  “transito”  . 

VUOI O NO SALVARE L’ITALIA , L’EUROPA INTERA DAL RISCHIO DI UNA COMPETIZIONE NUCLEARE , L’EUR ?  L’APPORTO DELLO STATO JUGOSLAVO E’ FONDAMENTALE DECISIVO.  ESATTAMENTE COME LO E’  LA  RESTITUZIONE DEL SUO ORO  RUBATO DAGLI ITALIANI.   Fatti  due  conti, preso atto delle quantità di  oro e argento da restituire replicai: che  non sarebbero bastati  quattro  mesi di trasporti  quotidiani con  auto comuni  Da   trasformare in   speciali,   facendole  magari  blindare,   dato il pesante  carico,   dotate di ammortizzatori  rinforzati.   Mi chiesero ” dove ? ” E se a fine lavoro, per non lasciare tracce, mi sarei comportato   professionalmente  verso l’operatore come  si fa con un “Geheimnisträger”.  Ci fu un silenzio ancora più gelido  nella  sala. Risposi  con fermezza che   se dovessi fare una cosa simile, allora dovreste  selezionarvi  un altro  agente . Furono felici della  mia risposta. Non erano degli assassini!

UN AFFIDAMENTO   FIDUCIARIO DI  MILIARDI  SULLA PAROLA                                        Quel giorno appresi che  sarei stato  affidato per 4 miliardi  di valuta corrispondente a una tonnellata e mezza di metalli preziosi . Questa  garanzia  durante l’ultimo carico, mi sarebbe stata  donata o meglio:  alla fine della operazione “restituita alla mia famiglia” . Sotto forma di  buono. Cioè,  Sir Maclean  disse :” in qualità di “legittimo erede al trono e quindi del tesoro Macedone,  durante l’ultima consegna in Toscana o  che fosse  Bari con destinazione  grotta nel Cattaro, quella  sarebbe stata  la mia parte”.

Ebbene , quantunque  le mie osservazioni  sembravano ignorate,  già precedentemente  in quella riunione io  espressi parere di rinunciarvi  e così ad ogni vantaggio  e che  anzi  quella mia parte  fosse data  al mio antico popolo giacché io ho già di che vivere. Ed  sapevo  guadagnarmi da vivere e oltre ad  avere  una vita da vivermi realizzando  progetti esclusivamente  tutti miei  e di cui vorrò essere fiero. Più che quelli di altri. ” Mi guardarono stranamente stupiti . Ma l’accordo finì con una stretta di  mano . Sapevo  e mi chiedevo, intuivo,  se che  da quel momento se  sotto la mia responsabilità, fosse sparito anche un solo lingotto che cosa mi sarebbe successo. Una somma impossibile da  ripagare . Pensavo che probabilmente, avrei  dovuto  ripagarlo con la mia  vita .

ANNI BEATI. Porto Santo Stefano. Nella foto sopra Istranka  nave da crocera  del Maresciallo Tito  Broz ormeggiata alla Pilarella, presso il  Sokar famoso megayacht  di Lady Diana e Dodi Al Fayeda. Lo yacht  era spesso attraccato  presso  l’ l’Urania dei Conti Principi  Ginori, accanto allo Yela di re Vittorio Emanuele III e l‘Elettra di G. Marconi e i diversi yacht  di Gianni Agnelli, la cui sorella, a sua volta sorella di Clara   era  sindaco dell’Argentario.  Ma quegli anni spensierati sono alla fine. In Sardegna sbarcano Berusconi e i Graviano e cominciano  i rapimenti.

MAFIE, l’informativa della Dia: “Nell’estate del 1993 i Graviano erano in vacanza in Sardegna a un tiro di schioppo dalla villa di Berlusconi”

Foto sopra : Istranka i navigazione 

  BASISTI  PER RAPIRE IL JET -SET  internazionale   nei numerosi  miliardari.

QUANDO IL DENARO ARISTOCRATICO CAMBIO’  PROPRIETARI .                    Alcuni  di essi con il conto alla Banca del riciclo, la Rasini di  Berlusconi( Banca ancora oggi  con movimenti   bancari  sequestrati  probabilmente coperti dal Segreto di Stato ) appostarsi presso i porti   a   carpire le abitudini, per meglio rapirli   e riciclare  il denaro  dei loro riscatti  presso la Banca Rasini di Berlusconi. Talvolta   parte di quel denaro tracciato  non veniva neppure  ripulito  ma dato  subito   a premio  giornalisti , conduttori TV ,  veri e propri “gatekepper”cioè   guardiani  assoldati per coprire e depistare le notizie ormai divenute alla portata confidenziale di tutti i neo rapiti. Spesso  come  per Heineken  denaro ritrovato ma  mai richiesti  indietro o come per il caso del Bolzanino Amon ( la sua catena DESPAR passata a Matteo Messina Denaro ) Imprenditori   rovinatisi per pagare riscatti miliardari per le liberazione die loro  congiunti . Quel denaro risorgerà  a finanziamento di   una nuova nascente imprenditoria.  Insomma si sapeva che   bastava  uscire da villa  Giulini  Casati Stampa a Milano, dopo  una cena con  Berlusconi  per essere subito sequestrati.  Celebre il caso del padre di Carla Bruni, moglie del presidente francese  Nicolas Sarkozy figlio di uno  dei fedeli  vigilanti   preferiti  da De Gaulle alla sua scorta governativa .   Capita l’antifona come riferito dalla badante Vicentina signora Parolin  preferì  esiliarsi a Parigi  dove la Polizia segnalava subito la presenza degli italiani- basisti   sospetti . Carla  a Parigi ha studiato con un generale assurto recentemente alla ribalta  per aver osato pubblicare un libro : Roberto Vannacci . Qualcuno a Vicenza, mentre lo presentava all’ex  GIL , ora Teatro Astra,  gli ha scatenato addosso il mondo . 

L’avvocato Verzini, che aveva assistito Ruby 8 anni fa, aveva raccontato come nel 2011 la giovane marocchina   Imal a sua volta  testimone chiave nel processo contro berlusconi   uccisa con il metodo  del tumore indotto, avesse ricevuto da Berlusconi “un pagamento di 5 milioni di euro eseguito tramite la banca Antigua Commercial Bank di Antigua su un conto presso una banca in Messico”

A COLPI DI  IRRADIAMENTO RADIOATTIVO Il legale  su cui  presumibilmente   era stato praticata   a sua volta in primis una esposizione  radioattiva   aveva detto di aver rivelato questi particolari  contro Berslusconi per dovere etico e morale”e aveva spiegato che l’operazione Ruby sarebbe stata interamente diretta dall’avvocato Ghedini con la collaborazione dell’ex compagno di Risso. Immediata la reazione di Ghedini, che aveva minacciato querele. Verzini aveva ribattuto dicendo non solo di aver detto la verità ma anche di essere in grado di fornire ulteriori elementi e informazioni. Lo stesso giorno però  per porre fine alle sue sofferenze l’ l’avvocato 61enne  recatosi in  Svizzera perirò per  suicidio assistito – See more at: http://www.rainews.it/archivio-rainews/articoli/ultima-verita-di-Egidio-Verzini-ex-legale-di-Ruby-suicida-in-Svizzera-Pagata-da-Berlusconi-2070fb2f-3ef3-4054-b9ec-e9d7f9788466.html                           DA MILANO A FIRENZE Intanto col trasferimento del giudice  di Firenze incaricato  di ricercare i mandanti esterni delle stragi indicati  dai fratelli Graviano in Silvio Berlsuconi e del senatore siciliano  Marcello Dell’Utri ,   ll procuratore TESCAROLI   fatto segno di un mirato attacco  legato a MEDIASET,  deriso dal giornalista ERMES ANTONUCCI ( Dal  Foglio) lascerà l’incarico.                                                                       L’ ATTESO  CONFRONTO-  Dopotutto è divenuto inutile  il confronto fra i fratelli GRAVIANO , la  conferma di MATTEO MESSINA DENARO  ( a cui  sarà  interrompere la latitanza per evitare che incorresse in rivelazioni prima di morire)  e  BERSLUSCONI e  dell  l’av.  NICCOLO GHEDINI,  custode  di   ingombranti  segreti ,  d’Italia . Passati per il suo studio,  a partire  dalla difesa degli assassini dei padri confessori dei Bisaglia  uccisi a martellate presso il santuario di Monte Berico. Non ha più senso questo confronto . Per sicurezza, dai  killer i tre  sono stati già abbastanza e per troppi anni   usati e gettati . Trattati  da irradiamento tumorale indotto,   moriranno  tutti a poca distanza l’uno dall’altro. Tantissime le condoglianze di chi beneficò  di quel denaro.   Intanto una parte  di esso va in eredità a Marcello Dell’Utri  .Gli sarà sequestrato e dissequestrato . Nella vita, quando non hai denaro  sei povero e basta. Quando ne hai troppo  e lo sanno, può essere un problema. Che il  Molosso abbia fatto bene a rinunziare   notoriamente alla sua parte ? 

TORNANDO ALLA  NARRATIVA  DEL  MOLOSSO  A  KURCULA …..Terminata la riunione, quell’accogliente,  distinto , intrigante,  scozzese, Sir Fitzroy Maclean mi invitò a casa sua.  La  sua villa si chiamava “Villa Boschi ” e si  trovava  presso una grande chiesa.  Ricordo al suo interno  spiccavano le  fotografie di lui con Churchill,  con il di lui   figlio del premier britannico   Bellissime  le immagini inedite di Tito  con lui.  C’erano inoltre altre  foto  riprese  in  crociera   di  Tito  con Elisabeth Taylor e Youl Brinner, Sylva Koscina.   E con tombale pace  per i martiri  infoibati da entrambe le parti…. la grande attrice  franco – siculo – veneta – partenopea   Sophia Loren,  zia di Alessandra Mussolini  figlia di Romano  Mussolini,  Jazzista  del Simposio di Anzio  fondato da mio padre, Ettore Malosso. 

 

Nella foto sopra Maclean  con il M.llo  Tito Broz.  Fitzroy Maclean visse tutta la sua vita in modo avventuroso. Inviato a Mosca come giovane diplomatico prima della Seconda guerra mondiale,   fu   per fama l’osservatore indipendente più eminente   dopo Gaston  Leroux , il giornalista scrittore autore del Fantasma dell’ Opera  che  viceversa  fu a Mosca i  giornalista  nell’epoca Zarista . Maclean, anche  giornalista di riferimento pr gli inglesi,  scrisse dei resoconti  divenuti memorabili. Spesso  relativi agli ultimi processi di  voluti da Stalin e a  cui partecipò come osservatore ufficiale inglese .  Alcuni dei suoi libri più noti sono “Bonnie Prince Charlie, Portrait of the Soviet Union”, All the Russias: The End of an Empire e Highlanders: A History of the Highland Clans.”                                    Durante la guerra mi raccontò di avere  preso parte, in qualità di membro fondatore del SAS, ad alcune celebri incursioni dietro le linee nemiche del generale Rommel . “Il generale più fotografato  da Hans Ertl”   dissi, ”  il  papà di Monika!    Ho fatto visita ad  Hans i Sudamerica .  Le farò  spedire delle foto  inedite di Rommel . Maclean ne fu  felice.  Il suo rapporto  con Tito  designato    era iinziato  nel 1943  quando lui   venne paracadutato nella Jugoslavia occupata dai tedeschi . In quel delicato momento, come rappresentante personale di Winston Churchill   dovette  scegliere l’interlocutore giusto tra Tito e l’altro  generale filo  monarchico  mentre Re Pietro di Jugislavia  era profugo in Inghilterra . Una situazione di estremo imbarazzo .  Maclean  fu sottosegretario durante i governi Churchill e Eden oltre che  Membro del Parlamento Inglese  per oltre trent’anni. 

Sir Maclean  si complimentò  e mi incoraggio  circa il proposito  che li avevo espresso  di dare un senso alla mia vita.  Magari facendo  da  osservatore indipendente    i volontario. Qualcosa  che  volevo e in seguito riuscii davvero a  portare avanti . Mi incoraggiò a farlo e mi  raccontò  le  sue esperienze  in merito . Tutte  imprese  eroiche e  prestigiose.  Tuttavia,  anche se parlava co calma,  in un inglese perfetto, sforzandosi di utilizzare termini semplici e  comprensibili,  io ero emotivamente  troppo frastornato  per concentrarmi  sempre   su quei tanti  dettagli  della sua avventurosa narrativa . L’uomo  libro Maclean morì  nel 1996 .  Ed  oggi  confesso  che me ne dispiace  davvero  molto di non sempre essere stato all’altezza di ben comprendere  al meglio  tutti i particolari   di quelle  infinite epiche imprese.

IL PRIMO  SM 79 SCOMPARSO . Più di tutti mi è sempre rimasta la curiosità di quell’aereo condotto dai due pilotI Dalmati lo  Sparviero SM 79  scomparso in Libia, 400  chilometri fuori  dalla rotta  prevista . Lui mi rispose  citando  il  gen.Paolo Mocci , quello che aveva dirottato il traffico aereo civile  Linate Milano 2 per Silvio Berlusconi  dimostrando  di  sapere  tutto di quella vicenda .  Ma  ero troppo carico di  dati   …Mi sfuggirono tanti particolari di questa sua  narrativa. 

Mi chiese se  in seguito potevo accompagnarlo  a vedere la Macedonia dei miei avi.  Credo che a quel punto io  finii  mostrai  tutto il mio visibile  disagio replicando che con una guida come me ne  sarebbe  stato deluso . Così  gli dissi : “Brigadiere, sarà lei a farmi  da guida perché io davvero sono stato  sempre tenuto a lungo all’oscuro delle mie origini ed anche  anche degli aspetti geografici del mio paese d’origine “. Lu  Replicò :”I don’t believe you at all but okay, o’right !” 

Sir Fitzroy Maclean si complimentò  quindi con me  per essermi dovuto spogliare dei panni di ufficiale per una  missione , quella di fermare le importazioni di eroina all’Aeroporto  Dal Molin di Vicenza,  (Operazione   Blue Moon).Azione in cui  per fermare il traffico  doveva serviva una soldato semplice. Disse che lui,da giovane aveva fatto altrettanto. E che non  eravamo stati  gli unici . Anche Joseph  McCarthy,  entrato nell’intelligence aveva  cominciato  l’addestramento base con il grado di ufficiale,  risultando  tuttavia  arruolato come  un soldato semplice . Io  replicai che  per me non fu  affatto un problema.  In famiglia, anche mio padre aveva fatto lo stesso.  Finito  il  corso di ufficiale di complemento conseguito con il Brevetto Premilitare di pilotaggio aereo, e così scelto per eccezionali qualità,  fra 20  candidati su 2000 , pur di continuare a volare rinunciò al grado così dovendo  ripartire da sottotenente per divenire effettivo, attraverso  i corso “Turbine”  del ‘accademia Aeronautica.  Mi parve  capire che lo sapesse già. Pensai che ad averglielo detto poteva essere stato solo il gen. Giorgio Bertolaso.  Arrivai a pensare che lui e la sua signora Goriziana fossero dietro la porta. La mia immaginazione stava sconfinando la realtà.  

Nel corso dell’accordo di  Korcula,  fra  silenzi interminabili in cui mi sentivo scrutato da capo a piedi,  ad un certo punto fui attratto una foto di Ian  Fleming  . Così  per rompere  l’aria,  il mio sguardo  cominciò a guardarsi  intorno  posandomi su dei quadri . E fu li che   associai  il distinto signor  Sir  Maclean al collega  quadro  superiore  di James Bond nei film di Ian Fleming. Per  flemma  ed aspetto,   mi ricordava proprio  il diretto superiore  Quartermaster( Major Boothroyd  )di Ian Fleming  di quei suoi   film. Ovviamente  non mancai di confidargli questa  mia impressione. Ne fu  contento  . . . Disse ridendo  : ” Non preoccuparti Franco, nello schermo, Desmond Llewelyn convive da tempo in me.  Me lo dicono sempre “

 IMPIEGATO CIVILMENTE SOTTO IL CONTROLLO MILITARE                                                          Fra  quei  presenti ben più  adulti di me, mi sentii come catapultato dentro,  in attesa di  una operazione molto più grande di me e a cui ormai  sembrava sempre più difficile dire di no. Non  divenendo  collaborativo , non acconsentendo a quella missione,  evitare di compiacere Tito sarebbe stato  disastroso per il mio paese.   Ero compromesso ormai pensavo .  Ma  pareva che nessuno  di loro, malgrado divenuto consapevole, mi obbligava ad accettare quell’incarico. Mi feci coraggio da solo.  Il  mio intuito mi diceva che  mio padre, sebbene mai mi avrebbe forzato in una  simile scelta,   potesse  sapesse esattamente in  che  situazione mi stavo trovando in quel momento .  O magari  non se ne sbattesse   di me, che  quel giorno non  fosse  in  giro  con  sua nuova signora.  Questo mi faceva sentire protetto davanti a persone davvero più grandi  di me.  Il tutto aveva un aspetto  paradossale. Mi pareva che guardassero a me come  se fossi stato Pietro di Jugoslavia.   Come se  viceversa  fossero loro ad  aspettarsi  istruzioni da me . Alla maniera regale mi dotavano di attenzioni  che si usa a un antico sovrano .  Ma non era adulazione.  ” Franco, sai vero che  li dentro c’è  anche e sopratutto l’enorme  Il Tesoro dei Romanov . Quello che trafugato, prestato e venduto in giro per il mondo? “Deglutii e risposi : Mi pare che voi sappiate benissimo che mentre studio, mi sto guadagnando da vivere  prendendo in carico riparazioni  modifiche  che porto su e giù da orafi vicentini. Appartengono anche a attori , artisti .” Anche agli ex reali di Russia  Franco.  Ogni tanto a qualche  asta ne spunta fuori un pezzo.”   Gioielli scomparsi…In seguito  pesando quelle parole  mi venne a mente un caso  di  sequestro . Quello  della bellissima avvenente  Jeannette  May,  baronessa  von Rothschild svanita nel nulla,   nella  tormenta di neve tra i monti sibillini….   Ma tornado  in quella stanza replicai :  Beh   visto che lo sapete perché  me lo chiedete allora  ? ” Solo per verificare , mettere   alla  prova il tuo grado di riservatezza Franco . Una pura formalità .  Abbiamo capito  quanto  tu sai  essere riservato,  segreto ” In  quel momento , due  di  quelli che mi erano stati presentati  come  gli eventuali  candidati  successori  di  Tito ma che ai mie occhi   apparivano solo come  suoi meri  esecutori, insomma  fattorini, privi del suo carisma del Maresciallo ,     guardandomi  sempre  con quella mi mi pareva essere una  eccessiva   considerazione , consegnarono  al gentiluomo Inglese un rapporto.  Quanto bastò a me per leggerne l’intestazione dalla  copertina rovesciata  . Lo anticipai traducendo  io . Signore , posso.. cioè , si  io   dispongo del punzone con cui posso  marchiare l’oro .” Anche  battere moneta  del tuo  lontano  paese  Maestà.” disse Maclean .  “Qui sei meno distante .”  Annuii.   Questi signori sapevano  davvero tutto di me . Io di loro molto meno, o  praticamente nulla   giacché  le mie previsioni le avevo lasciate abbandonate  su quel molo a Trieste, da cui ero partito.  E  tutti quello che mi stava accadendo non era quello  che mi sarei  immaginato , che avrei previsto  . Tesissimo.. mi alzai annunciando  per assentarmi , per  andare  un momento  al  bagno. Scattarono  tutti   in  piedi sorridendo tutti,  sull’attenti .  Maclean pi lentamente fissandomi profondamente . Io feci lo stesso . Dicendo loro : Nel frattempo spero  di non avervi   dato una negativa impressione signore  … ” Al contrario  Maestà o se preferisce, agente K-626 .” Mi sentivo come quando  Pu Yi quando rientrava nel suo palazzo ma ancora non sa  la sua  fine….Per me nel mio  piccolo mondo  di allora,  il cosiddetto  Palazzo era il palazzo Giustiniani Maltarello a Vicenza.  Altri palazzi proprio  non ne conoscevo. Manco la  favolosa Regia dove aveva studiato mi padre  avevo io mai visitato. Me la rimproverai  un poco sta ignoranza .   Mentre rientravo in  sala  poi i miei pensieri cominciarono fortemente  a  martellarmi .  Potevo sentore i mio sangue pulsare . Quei pensieri correvano come lapilli   C’era la   Sardegna, il mare  le basi   segrete del nord  est. Il cane Lux regalato ad Tito a mio padre. Le sorprese erano tante. Ero certo di essere stato selezionato per la missione? Che sarei rientrato vivo da quell’incontro?  Tenevo sempre la  foto  di Lux con me . Dissi  fra me e me :   Dolce e fiero Lux, dovunque tu sia  aiutami tu !     Evidentemente si erano accordati in mia  assenza . La riunione era finita.                                                                                 Al congedo da quell’incontro,  il saluto fu del tipico modello militare.  Era  un ordine….  mi ripetevo, dopotutto. Dato a un subalterno quadro.  Davanti a un ordine non puoi  disobbedire, non puoi  dire di no alla Patria Franco  . ” L’Italia,  quella  fino ad  allora, da me conosciuta è uno Stato loro.   Per di più Suddito” . Ripetevo fra me e me mentre i motoscafo mi ri-depositava sano e salvo nel molo a Trieste .  Come è cambiata da allora la mia percezione  . Come era verde la mia valle …                                                                         Ecco  comincia qui la mia Operazione Goldfinden.     

 Ricordo che su un punto in cui  mi ero preparato  ebbi a chiedere a Maclean : Uno dei  7 sosia di TITO  o  il  Russo che  prese il suo posto suo per un certo tempo  ossia   Nikolai Alexandrovich LEBEDEV (1914 – 1942) generale sovietico dell’Armata Rossa, di etnia russa .   Quasi un  suo  sosia  che prese temporaneamente  il suo  posto,  nello  stesso periodo  in cui  Tito  sembrò sopravissuto a due  attentati . Nello stesso tempo Tito  era  scomparso  per quasi tre mesi.   A spiegazione  di questa sostituzione sir Maclean   mi  rilasciò  la   dettagliata spiegazione senza tuttavia  chiarire alcuni dettagli importanti che io no ebbi coraggio approfondire. 

LA RELAZIONE DI MARIAN MARKULO                                                                                         Marijan John Markul  era  nato a Livno nel 1909. Migrò negli Stati Uniti nel 1936. Prestò servizio nell’esercito americano per due anni,  durante la seconda guerra mondiale nel 1944.  ricevette  la cittadinanza americana  .

Un rapporto dell’FBI, Los Angeles, 20 aprile 1955, menziona  una sua spontanea l’affermazione secondo cui egli  ” per  fede profondamente socialista”  desidera  fornire informazioni che potrebbero essere importanti per la sicurezza degli Stati Uniti” avvisando che  il  leader  che loro pensano sia, in realtà non è . 

Nella  nota redatta  oggi  desecretata  apparve che durante  la  deposizione  resa  agenti dell’FBI  egli  provò  che rientrando   in Jugoslavia nel 1953 ,  incontrò Tito in due occasioni. Il primo incontro durò circa un’ora, e notò che il maresciallo Tito aveva cinque dita per mano e non. 4  . Quindi che salvo che quello fosse un sosia del premier utilizzato per questi incontri,   pur  essendo uguale a lui ,  non era  dunque  lui. A lui non era sfuggito  questo particolare 

Markul afferma che il vero Tito ha perso il dito medio e l’indice della mano sinistra. Aggiunse che Tito, con cui parlò nel ’53. era educato e suonava molto bene il pianoforte e tirava di scherma . D’altra parte, il vero Tito non era istruito e, per quanto ne sapeva Markul, non sapeva  affatto suonare il piano.

Markul era con la moglie Ingrid e il supposto Maresciallo li trattò con freddezza. Markul parlò dei suoi dubbi con Alexander Rankovic , il capo della sicurezza Jugoslava (‘OZNA)  e stretto collaboratore di Josip Broz Tito, anche vicepresidente della  Jugoslavia dal 1963  al 1966 e uno dei quattro uomini più potenti di tutta la Jugoslavia dell’immediato dopoguerra.

Tra l’altro Markul sosteneva che Josip Broz era alto circa 180 centimetri, mentre questo “falso” era alto solo 160 centimetri. Markul ha anche detto che l’uomo che gli si presentò come Tito negli anni cinquanta parlava con un leggero accento russo e che parlava piuttosto piano. Il vero Tito, viceversa   parlava con decisione e durezza.

Anni dopo  al momento delle elezioni  figlio del leggendario Tito , Žarko Broz  disse  chiunque vincerà non sarà buono .  Poco dopo  quella Jugoslavia che  per anno Tito era riuscito a salvare dalle ingerenze e dalle lotte interne, cessava di Esistere.  

Anche da fonte :

«Un generale russo fu il sosia di Tito»

Nota: K-622 ha comunicato che non metterà a disposizione i suo orecchi musicale assoluto per effettuare una perizia fonica su spezzoni voce del primissimo Tito comparati co  registrazioni di discorsi  pubblici successivi. 

https://www.marieclaire.it/moda/look-star/a39462675/tesoro-russi-romanov/

OPERAZIONE GOLDFINDEN : DA LICIO GELLI A TITO.  LA MISSIONE 

Il definitivo accordo  di restituzione del metallo, come  della consegna  e per  presa in lavorazione  dello stesso in Toscana fu raggiunto solo nel 1986 .  Mentre  l’ inizio della  missione   diviene  operativa   nel  1988 .   

DUE   DELICATISSIME OPERAZIONI CORRELATE In quell’anno  il Molosso,   fu contestualmente  infiltrato in una spericolata  operazione   super coperta concertata dai servizi segreti, l’OperazionePirati Barbareschi,  dove K- 626   si fece carico di sganciare  un fake  per fermare i sequestri  ormai divenuti  incontrollati degli industriali.   L’operazione scattò allorché nel corso di trattative  si fu certi che  erano stati individuati ed  incarcerati i custodi calabresi del giovane vicentino rapito  a scopo di riscatto,  Carlo Celadon .  Operazione , inizialmente partorita per scoraggiare i sequestri di persona incoraggiati dal favorevole cambio  con cui i denaro dei rapimenti veniva riciclato presso la  Banca Rasini di Luigi Berlusconi a Milano in un rapporto dove a un  miliardo, veniva corrisposti 200 milioni “puliti” . Facendo leva sui  sentimenti di amor patrio  e sapendo bene che cosa significasse essere rapiti, il Molosso accetto la nuova operazione.   

FINE DI UN EPOCA                                                                                                                                        “Per il gen,Paolo Moci  ad Arcore quelli, visti i successi   riscossi  dai  continui rapimenti  non si fermavano più.  Bastava stare dietro  lo sportello della banca ed aspettare . E non c’era più un  modo per fermarli.  Tra i sequestri e  la riconversione  del denaro  in eroina ecc .  Come   preventivato da Falcone, i  beneficiari  di  quel denaro  estorto  a una vecchia aristocrazia stagnante  e ad una  imprenditoria   rimasta  alla finestra  in un suolo perduto,  sarebbero divenuti un mix  di  micidiale. Un  potenza  mondiale .     

Da quel momento ”K-626 ”  per i veri addetti ai lavori,  diverrà  il definitivo  nome alias  in codice del Molosso.

 FU UFFICIALE di COLLEGAMENTO   nello stretto   contatto delle operazioni undercover tra il  giudice Giovanni Falcone e  la missione segreta  del  commissario Elevetico Fausto Cattaneo,  principale protagonista  delle operazioni Mato Grosso e Pizza Connection   l’agente undercover  a cui K-626 per impressionare l’ élite” del traffico internazionale di droga, i grandi boss della mafia turca dell’eroina e i baroni colombiani del business della cocaina.  prestò le  sue auto utilizzate dal Commissario alias ”  Bertoni ”   che a seconda delle occasioni  veniva improvvisato industriale,   finanziere, contabile , body guard   autista .  Poiché mancavamo di un’organizzazione e di risorse adeguate, spesso dovevo improvvisare per perfezionare il mio travestimento. per impressionare   sui trafficanti talvolta, prestò  le sue auto.

 Sopra la Rolls Royce  Gialla del  film  di  Anthony Asquith di  Lord Charles Frinton  Passata di mano da un   ricco gangster italo americano  che la acquista  per visitare l’Italia in compagnia dell’amante, l’auto seguendo i passaggi  di proprietà   segue gli eventi bellici della ex  Jugoslavia1941, durante l’invasione tedesca della Jugoslavia l’aristocratica Gerda Millett, americana conservatrice, vede requisita la Rolls-Royce dal partigiano Davich, con il quale stringerà amicizia. Dopo essere sopravvissuti ad un attacco aereo la donna vorrebbe continuare ad aiutare il partigiano ma Davich la convince a tornare negli Stati Uniti dove può raccontare tutto quello che ha visto e garantire il sostegno al popolo oppresso.

FAUSTO CATTANEO  FALCONE CARLA DEL PONTE . Falcone  attraverso i confidenti  di Cattaneo si era imbattuto  nell’oro rubato agli ebrei . C’è ne sarebeb stato anche per lui . Ma Falcone non era  in vendita.   Le  avventurose, audaci  rischiosissime  operazioni del commissario Cattaneo che  per Pizza Connection collaborava segretamente  con il magistrato elvetico presidente del Tribunbale Cantonale  dr.  Plinio Rotalinti , parente del giornalista ucciso  nel  Castello di Castro,   dopo l’ordine di uccidere  ad ogni costo  Giovanni Falcone(sospeso  solo  perché  in quel momento non si sapeva da che parte si schierasse la magistrata  svizzera in trasferta ).    Per cui le indagini di Falcone,   furono avversate  ed archiviate tutte dalla medesima procuratrice svizzera Carla Dal Ponte. .

QUANDO LA CORRUZIONE   ALLE MAZZETTE PREFERISCE L’ORO  Doveva essere l’ultima indagine   personale, segreta  questa  del commissario Cattaneo allorché ’agente Svizzero venne abilmente  fatto cadere  in disgrazia  così subendo ogni genere di calunnie e perdendo la sua privacy familiare.  Assolto ne uscì provato anche perché la posizione del collega suo detrattore, fu solamente ” archiviata”. Quindi  esattamente come nel processo in Italia,   saranno   svolte indagini   per  risalire alla   regia che guidò i   le azioni  dei  poliziotti depistatori  che tradirono Borsellino.. non furono  volutamente svolte indagini .  Quanto al suo fedele amico, il  giornalista,  cronista  della  RSI, parente  del procuratore svizzero Rotalinty,  malgrado  l’aiuto protettivo  che Fausto  Cattaneo riusciva  nascostamente a girarli attraverso  amici del SIC rimastigli fedeli , sventati alcuni tentativi  di ucciderlo che i giornalista aveva dettagliato  non solo a Cattaneo ma anche  all’archeologo Marizio Tosi,  Sidney  finì “scivolato”  buttato  giù dal castello  di Castro una notte di pioggia . Anche qui è evidente che  fu  perentorio l’ordine di non indagare  sulle presenze dei Killer giunti  a Castro per ucciderlo e di fare  passare la sua morte come un suo ” gesto estremo”.  Nell’inverno  2020 , a Verona,  Arnaldo La Barbera, responsabile del “dopo Falcone”,  evidentemente sapendo in anticipo  che  Mario Timbal  il figlio dell’ avvocato e della magistrata Carla  Del Ponte,  sarebbe  assurto all’informazione col ruolo  presidente  RSI , mi chiese se   riprendendo  il  mio alloggio  svizzero di  via Canevascini presso la RSI , potessi piazzarci  e alimentare delle telecamere direzionali intelligenti a riconoscimento  corporeo allo scopo  di  meglio   carpirne le abitudini.Mi avrebbe firmato lui un incarico scritto . Ma i pretendevo una delega dall’AISI Non accettai i nuovo incarico senza una delega ufficiale. Mi avrebbe firmato lui un incarico scritto. Non bastava. Lo indirizzai ad altri più prossimi tecnici a Milano -Lugano . Oggi sono più propenso a credere che lo scopo fosse trovare una finestra dove avrebbero potuto appostare un killer per uccidere il figlio della magistrata,.“Ben  facesti tu nel 1988  a toglierti di dosso quell’oro. Ora a  QUESTI   (intendeva dire per l’intera famiglia Timbal -padre figlio e la magistrata Carla  Del Ponte che  nel 1992 come, anche per Sidney Rotalinti , sulla pista dorata era  entrata nel mirino dei sospettati  di  Falcone che la riteneva principale mandante sabotatrice anche del suo attentato e che  considerava seduta  al  vertice della cupola  Quell’oro che ha coperto,  glie lo leveranno di dosso il  Mossad  per via delle pretese dei nipotini eredi ebrei .  

 L’ultimo  successivo incontro fra me e  Arnaldo La Barbera  avvenne poco dopo a  Verona. Ci trovammo  presso il parcheggio   Bauli, sempre in presenza del mio doppelganger  Nenad  Rankovic  e del mio autista.  Tutti mascherati . ERa legale mascherarsi dopotutto .Arnaldo che aveva preso il mio  sosia guardia spalle,  pure vestito come me,  per me , visibilmente prostrato gli disse : Ho il cancro Franco .  Replicai io :    Hanno  dunque  irradiato anche te con ste  valute,  l’oro radioattivo  [dopo l’agente  R.I (omiss)]  e  dopo la  la Imane Fadil …

https://www.ilmessaggero.it/italia/caso_ruby_testimone_morta_imane_fadil-4363816.html

Alla fine   hanno fottuto anche a te  eh vecchio Arnaldo?

Neschuno ma  fott a me”!   Rispose.

 Mi sono fregato da solo e a  fottermi,  tacendo,  sono stati i  tuoi bacia banchi  traditori veneti. I criminali  leghisti  Verona. L’ amico dell’Achille  Variati.Chi ? Si insomma  dicci chiaramente chi ?   Dai che sai  di chi parlo …il marito  delle tua amica  ( capimmo che intendeva il sindaco  di Verona  Flavio Tosi attraverso attraverso la di lui moglie. Sapeva perfino che essa aveva visitato casa di Giulietta in  Anfiteatro-Tosi e  il suo vicesindaco. Entrambi  sotto processo per associazione mafiosa nel  traffico di rifiuti tossici, poi  finito  con condanna a servizi sociali  alternativi  per il  vicesindaco  di Verona. La  seconda  volta  che un  suo dirigente della monezza   finisce dentro  per le morti  di cancro alla monnezza ).

  Sono entrato in contatto con quei maledetti bidoni radioattivi del tuo paesano  Arrigo Abalti( Fondatore TVWEB)  . E loro : zitti.  Ah l’oro nero!  Esatto. Mica me lo avevano detto loro dove li avevano interrati. No,  non dovevo fidarmi di loro. Maledetti.  Dovevo fidarmi di Carmine Schiavone di Perrella che so che  hai  incontrato con quello dell’osservatorio Antimafia  a  Verona, giorni fa. . Non di loro.  Ma Come fai sempre a sapere tante cose  su di me Arnaldo?   …. E su altre , su me,  sbagliare clamorosamente?  Lui al solito, messo alle strette non rispondeva .   Ma mi consegno  un mappa mentre ci guardava con l’altra mano sempre  in una tasca.  Mappa  che  sparì  poco  dopo nell’altra tasca dell’impermeabile . Segno che   ci aveva ripensato. Magari di  darla a qualche altro . Dopotutto quella non mi pareva la  mappa di dove  lui potesse aver seppellito la  super ricercata cartella di Borsellino prelevata durante la sua  elimininazione .     A ognuno  le sue precauzioni dopotutto . Giusto per non smentirsi mai… Era la mappa dove hai nascosto i soldi , l’oro dissi senza mai  togliere lo  sguardo dalla  altra mano che aveva in tasca.  Da quella posizione avrebbe potuto  freddarci  in un nano secondo tutti.    Era senza  forze quell’uomo .  Irriconoscibile .   Ma certo   pensai che probabilmente  un po’ ne stava risparmiando qualora avesse dovuto  schizzare  qualche impulso  in lui.      Mai come in quel  giorno fui felice che ci fosse molta gente  presso il   Bauli., no lontano da  noi . E   dovetti averlo guardato  davvero con sospetto, sebbene senza aprire bocca  perché  lui  dicesse :  Senti  Franco, lascia che ti  spieghi e che dica che mi dispiace per il depistaggio di cui sei stato vittima  e che ti è accaduto E  di  come non aver potuto muovere  comunque un  dito in tua difesa. Ma i Madonia sebbene non se la passino più tanto bene hanno giurato di farmela pagare . Li poi  in Anfiteatro dove anche li  tu sei Conservatore  ( alludendo il denaro dei sequestri sbolognato  fatalmente a  Piddu Madonia) Li ci hanno buttato soldi che avanzano . Ma vedi che  con  le ville abusive che ti hanno  costruito  dentro l’ anfiteatro ci siamo dentro tutti  fino al collo. Sbagli,  gli dissi . M a diretto  lui subito  si giustificò  dicendo che depistaggio era stato  favorito non da lui  ma  addirittura  organizzato, ordito su me dai ROS .A suo dire,  portato avanti  dai due marescialli  di Arcugnano -Brendola  coinvolti  del depistaggio per peculato ed omissioni varie) Secondo le comunicazioni intercorse, sottoposti al gen. Subranni  e  stante la regia estorsiva  da me denunciata . Subranni , secondo lui  la poteva avere portata avanti assieme ai suoi figli, :  Ennio (ROS) , Danila con  l’on. Angelino Alfano coinvolti con anfiteatro.  E vabbeh…  Tutti siciliani doc insomma !   Nel 2020 morì Ennio Morricone . Il  suo brano  Il clan dei siciliani  che  mi ronza in testa,  resta un opera d’arte musicale immortale ! Scacciaensieri e note  finemente tessute   durante la progressione dell’armonia del brano  classico a 4/4.

Giova a dirlo che durante l’estorsione ai miei danni , nel  complotto del Sindaco Paolo Pellizzari per meglio terrorizzarci,  lui prova ancora ora  a destoricizzare l’Anfiteatro Berico  al fine di cementarlo senza difficoltà  senza più ostacoli , quel sindaco e  mi mandò davanti un suo intermediario a nome del ministro Alfano.  Quindi  la magistrata Orietta Canova a cui con dovizia di particolari denunziai pressioni , minacce  dichiarandomi  per ben due volte pronto a collaborare per accertare  se fossero  vere o meno  le pressioni del ministro costruttore Alfano, ebbene …  non è ancora  intervenuta. E per l’appunto è  a tutt’oggi strano che  nessuno di loro si sia fatto vivo smentendo. La vedo male comunque  per i due marescialli premiati dal sindaco alla  fine delle  numerose omissioni denunziate. O  se non per loro vite,  per quella  del  gen. Subranni . Pensavo  a queste cose mentre  guardavo lasciando parlare Arnaldo .Senza parlare . Comunque quella fu l’ultima volta che  incontrammo  Arnaldo La Barbera.  Al congedo, le sue ultime parole, a fatica, tremolando tenendomi per un polso e sempre  mantenendo  l’altra mano dentro la tasca dell’impermeabile,  mi disse :  Franco , se mi succede che muoio,  quello che non sanno ancora è dove ho depositato istruzioni . Gli chiesi:  Arnaldo, non  è che hai una minuscola fialetta nel polsino vero? … Dai ora basta giocare ! Disse . Orbene  temo pure per mia moglie e mia figlia  funzionaria della presidenza del Consiglio.   Grazie  se fin da ora  potrai fai qualcosa per loro. Ti ripagherò. Sai bene che nulla voglio Arnaldo . “E’ stato comunque bello …. Addio  Franco”  

Fonti citate : ‘Ndrangheta, arresti a Verona. Nella stessa inchiesta ..Rai.it

https://www.rai.it › programmi › report › news › 2020/06

4 giu 2020 — Le altre persone coinvolte sono indagate a vario titolo per associazione mafiosa, truffa, riciclaggio,estorsione, traffico di droga, corruzione, …
LA ‘NDRANGHETA NELL’AZIENDA RIFIUTI, L’EX SINDACO …

YouTube

https://www.youtube.com › watch

A3 NEWS Veneto 04/06/2020 – VENEZIA – Le lunghe mani della ‘Ndrangheta a Verona. Le infiltrazioni nell’azienda municipalizzata dei rifiuti …

Le persone hanno chiesto anche

Ndrangheta a Verona: Flavio Tosi indagato per peculato. …

Il Gazzettino

https://www.ilgazzettino.it › Nordest › Verona

4 giu 2020 — Nell’inchiesta i reati ipotizzati, a vario titolo, sono quelli di associazione mafiosa, truffa, riciclaggio ed estorsione. Tosi, si apprende …

Mancanti: condannato ‎| Deve includere: condannato‘Ndrangheta a Verona, indagato l’ex sindaco Flavio Tosi

LaC News24

https://www.lacnews24.it › Cronaca

4 giu 2020 — … di associazione mafiosa, truffa, riciclaggio ed estorsione. Tosi, si apprende dalle carte dell’indagine, è invece accusato di concorso in …

3 nov 2021 — … della raccolta dei rifiuti urbani … Tosi, ex sindaco di Verona, accusato di concorso in peculato. … mafiosa, per cui rischiava 8 anni di carcere …

Mancanti: Associazione ‎| Deve includere: AssociazioneSentenza Corte Assise Verona: c’è la ‘ndrangheta in VenetoRai.it

https://www.rai.it › programmi › report › news › 2023/03

2 mar 2023 — Per la prima volta dopo la maxi inchiesta sulla mafia del Brenta un tribunale veneto emette una sentenza per associazione mafiosa nel territorio …

Caso Report. Tosi rinviato a giudizio per le accuse di …

VeronaSera

https://www.veronasera.it › cronaca › caso-report-flavio…

23 giu 2016 — … associazione mafiosa? È a conoscenza, come emerge dalla stampa, che in Calabria alcuni personaggi che la polizia giudiziaria ritiene …

‘NDRANGHETA A VERONA: arrestati l’ex presidente di Amia …

primoweb.it

https://primoweb.it › ndrangheta-a-verona-arrestati-lex-…

5 giu 2020 — I reati contestati, a vario titolo, sono associazione mafiosa, truffa, riciclaggio, estorsione, traffico di droga, corruzione, turbata libertà …

«Isola Scaligera»: Miglioranzi agli arresti domiciliari, Tosi …

L’Arena

https://www.larena.it › territorio-veronese › citta › ndra…

4 giu 2020 — … di 26 indagati , ritenuti responsabili, a vario titolo, di associazione mafiosa, traffico di sostanze stupefacenti, riciclaggio, estorsione …

‘Ndrangheta a Verona: 23 arresti, indagato Tosi – Politica …

https://www.ansa.it › Politica

4 giu 2020 — I reati ipotizzati nell’inchiesta, a vario titolo, sono quelli di associazione mafiosa, truffa, riciclaggio, estorsione, traffico di droga …

Verona, condannato per corruzione Vito Giacino. Fu il vice …

Il Fatto Quotidiano

https://www.ilfattoquotidiano.it › 2014/12/22 › verona-…

22 dic 2014 — Vito Giacino, ex vicesindaco di Verona ed ex braccio destro del sindaco del Carroccio Flavio Tosi, è stato condannato a cinque anni di

Report inguaia Tosi, ‘a cena con la ‘ndrangheta’ – Politica

ANSA

https://www.ansa.it › Politica

8 apr 2014 — … associazione mafiosa. Ranucci racconta che la cena fu organizzata da Katia Forte, consigliera comunale della Lista Tosi . A capo della …

Appalti, destra e pistole. Ecco la ‘ndrangheta veneta

Domani

https://www.editorialedomani.it › fatti

28 ago 2023 — I segnali di una presenza mafiosa in Veneto con epicentro Verona erano visibili da tempo. Se solo la classe dirigente della destra che ha …

‘Ndrangheta a Verona: indagato l’ex sindaco Flavio Tosi

HuffPost Italia

https://www.huffingtonpost.it › 2020/06/04 › news › n…

4 giu 2020 — L’ex sindaco di Verona, Flavio Tosi … di associazione mafiosa, truffa, riciclaggio ed estorsione. … rifiuti attraverso il controllo del …

Mancanti: condannato ‎| Deve includere: condannato

La ‘ndrangheta a Verona: una pioggia di condanne 30 anni …Il Gazzettino

https://www.ilgazzettino.it › Nordest › Verona

2 mar 2023 — VERONA – In provincia di Verona ha operato un’organizzazione di stampo mafioso … di corruzione e condannato a 2 anni (senza aggravante mafiosa).

OPERAZIONE GLODFINDEN 

Predisposta per rendere autorevole il Molosso ne venne  infine utilizzato i livello di autorevolezza  assunta per le trattative  finalizzate al rilascio  ostaggio vicentino  Celadon. Il Molosso rinunciò alla restituzione anche
parziale di tutto l’oro di Famiglia,
 chiedendo che l’oro o i proventi
generato dallo stesso fosse distribuito alla popolazione Jugoslava.

OPERAZIONE LEZIONE” REGIA DI VITTORIO MANGANO DA ARCORE

PER NON DIMENTICARE Alcune considerazioni  su protagonista 

Se con l’operazione Goldfinden la missione Pirati Barbareschi confondendo le carte ai malfattori , con la discussa liberazione di Carlo Celadon, minò  i rapporti fra gli addetti alla  l’industria dei sequestri,  la certezza di farla franca. Così le rappresaglie per K -626, non si fecero attendere .

Anni ’90 Spedizione punitiva “lezione ”: una sparatoria in Riviera Euganeo Berica in cui il Molosso ebbe la meglio, azione ordinata ad Arcore dal sicario convivente col cavalier Berlusconi da  villa Giulini Casati Stampa, il Vittorio Mangano. Nelle spedizione punitiva quattro attentatori si scontrarono con la scorta del Molosso. Conservatore colpevole di difendere le bellezze immobiliari e paesaggistiche dalle ondate del business della monezza e dalle relative cementizzazioni abusive , tra Arcugnano e la Riviera Euganeo -Berica.  L’attentato fallirà. Al Molosso, per rappresaglia poco dopo sarà fatto scomparire il figlioletto di 2 anni e mezzo allorché legalmente, l’avvocato di Berlusconi, incredibilmente, riuscìrà a fare cancellare dal registro dei nati il nome del bambino .

Nella Foto :  il presidente di Amnesty International, Estela  moglie del vicentino Carlotto, Franco  Alessandro Malosso  Maltarello  von Rosenfranz , a Milano durante un convegno di Amnesty inerente alla formazione  di una Banca dati  DNA (nonne di Plaza De Mayo)  dei bambini scomparsi a scopo di estorsione -ricatti, vedette politiche.  L’epoca è quella del film Garage Olimpo .

Il Molosso  in quei giorni aveva  in attivo   perizia di accertamento  vocale  su lui –   durante    l’ennesima  cattura  del Torturatore  Argentino  col .Olivera. falsamente iscritto alla loggia P2 e   incredibilmente rilasciato  dalla Magistratura italiana che lo aveva  fermato all’aeroporto di Fiumicino così disinnescando tutta l’opera  di rintraccio del soggetto. 

Cancellata la paternità , il legittimo padre resistente sarà condannato come sottrattore  di una fantomatica ” PERSONA “incapace”  A quel punto non fu più possibile ne conveniente intervenire e rintracciare il piccolo attraverso l’Interpool .Franco collaborò a rintracciare alcuni bambini rapiti attraverso un banca dati DNA di bambini rapiti Da allora ne sono stati ritrovati pio di 100. .Del suo figlioletto però si persero per sempre le tracce . Di seguito a ciò la sia compagna si uccise.

Rapimento del piccolo Molosso

NOTA : Ulrich von Hassell non va confuso con l’on. Kai-Uwe von Hassel ex interprete per intelligence militare (Abwehr )sotto l’ammiraglio Wilhelm Canaris . Nella nuova cancelleria tedesca VH fu  presidente del Bundestag  perdendo un figlio, Joachim von Hassel, aviatore navale e Oberleutnant zurnel, precipitato, pilotando il Lockheed F-104 Starfighter  . Gli Starfighter tedeschi evidenziarono un tasso di incidenti allarmante, in quanto 292 dei 916 totali si schiantarono  al suolo , causando la morte di  ben 115 piloti.

Curiosità : battuto a terra, in velocità da Villeneuve su una auto monoposto italiana Ferrari per ben tre volte, l’F-104 fu definito da Ettore Malosso “un fabbricante di vedove” mentre dal suo parigrado tedesco Bubi  Hartmann, “Bara Volante. Viceversa    gli italiani , gen.  Paolo Moci  capo delegazione, in USA alla valutazione del velivolo Lockheed F-104G Starfighter  , il  gen. Giorgio Bertolaso   non ne  consigliarono  l’uso anzi dichiarandolo aereo affidabile. In seguito a questa valutazione esplose il disappunto dell’on. von Hassell a cui fecero seguito nello scandalo dei velivoli C130 le rivelazioni del Senatore USA Frank Church con la messa in acccusa per corruzione del presidente DC vicentino Antelope Cobbler , alis cifrato di Mariano RumorV.H. morì all’età di 84 anni, quando subì un infarto durante la cerimonia che gli conferiva il  Premio Carlo Magno

INVECE il padre dell’ARCHITETTO ROBERTO VON HASSELL ? Fu nientemeno che ambasciatore tedesco i Italia Ulrich von Hassell come W. Canaris , Von Stauffenberg ecc , fu dichiarato reo di aver “tradito” gli sforzi di Elena Capito in Bechstein.

L’ ORO DI HITLER GESTITO DA JOE ADONIS DALLA SVIZZERA A VICENZA

Il mondo per un ristretto cerchio di persone a cui , volenti o nolenti, si appartiene è più piccolo di quanto si immagini. Quell’oro che maneggiava il più grade distributore di Coca Cola e GingerAle era l’oro svizzero accantonato da H. Hitler ed Heinrich Müller contenuto nelle cassette di sicurezza svizzere . Ad Adonis, fra i tanti affari che i discusso imprenditore intratteneva, esso era giunto in possesso attraverso il geniale membro dei commandos, Ian Fleming che con la mediazione di Lucky Luciano, permise anche di pianificare la fuga del cancelliere tedesco. e stretti collaboratori . Fuga pagata profumatamente con la cessione di conti al portatore svizzeri, così assicurando loro il corridoio di fuga Autorizzato nell’accerchiamento a Berlino e da li fino in sud America, verso quel rifugio che doveva essere stato di W. Canaris se quest’ultimo non si fosse schierato nel mancato attentato a Hitler . Un oro che avrebbe continuato a contribuire indirettamente alla crescita delle città vicentina legata al primato delle lavorazione mondiale dell’oro. Ma Joe Adonis, l’unico che apparentemente non temeva di finire nelle tracce dei servizi e di affamati cercatori di quell’oro. Morì in circostanze misteriose mentre si trovava ad un interrogatorio di Polizia.

OPERATION GOLDFINDEN – CELADON -PIRATI BARBARESCHI L’ oro mancante sottratto a Pietro di Jugoslavia non fu mai completamente restituto a Tito. Ma tra accordi intercorsi con i successori del leader Jugislavo, tra il 1986 e il 1988, malgrado alla consorte spettasse di essere interpellata sulla vicenda del metallo, dalla Svizzera non fu più corrisposto il congruo compenso pattuito quale interesse a quella partita d’oro prelevato e depositato in Svizzera da Licio Gelli – Furono così successivamente pattuite nuove modalità in quanto non era conveniente mantenere colà i prezioso metallo infruttifero. Quindi offerto parzialmente al discendente della corona di Macedonia con alcuni accordi che sarebbero stati garantiti con la vita dall’ultimo discendente.

Morti i soci in affari Lucky Luciano e Ian Faming , morto Joe Adonis, quel colossale smercio, il flusso di pesanti di ingotti oro, oro proveniente da una storia millenaria, in gran parte, di provenienza dall’Impero persiano di Alessandro I ” il Molosso” , scambiato ed ingrossato dai georgiani in seguito alla rapine a banche dello Zar, da parte della gang dedita a dell’ex seminarista don Iosif Stalin , con la morte dei protagonista il cammino di questo oro sembrò fermarsi assieme agi accordi di amico .nemico di Stalin : TIto Broz.

Nella foto  sopra Stalin dal 1894 al 1899 frequentò il seminario teologico di Tiflis. Alcuni  lingotti appartenenti a Pietro di Jugoislavia , presumibilmente scambiati con  quelli del  suo Regno. Si scoprì che provenivano originariamente  povenissero  da  rapine a banche russe dello Zar o messe al sicuro da quest’ultimo duramte la rivoluzione.  A conforto finale di questa tesi  furono ritrovati con queste tipiche  punzonature a villa Wanda  nella disponibilità di Licio Gelli ex Agente dell’OVRA  per il Governo Italiano .

Tentativi di smerciare quell’oro fermatisi con la morte di Joe Adonis nel 1971 faticano a riprendere giacché lui non lascò istruzioni. Si tratta di un mondo che può chiuderti in una bussola e lasciarti li a decantare fra quelle due porte. Un mondo, quello delle lavorazione a Vicenza che parla una sua lingua codificata in dialetto esclusivamente vicentino. Fra quelle due porte di vetri blindat che resistono a un a357 magnum è diffiicile che tu entri in un laboratorio se non sai rispondere a qualche precisa domanda purché dialetto. Quando riprendono le importazioni ? Pressapoco nel 1977 . Franco von Rosenfranz uscito dal collegio vescovile, riceve in addestramento adatto a non essere rapito in Sardegna oltre a quello del suo maestro di Judo cittadino (Piccoli) per un totale di ore ben superiore a quello del suo maestro di Tennis alla ex GIL (Sartori). Operativo per compiti di Polizia Militare, quasi contestualmente , alla sua seconda missione prese a investigare per conto del Col. Paul Tate lavorando  anche come detective per una notissima rampante agenzia investigativa a Vicenza. il Molosso  che si  dividerà anche in seguito  la sua vita  tra la UCLA a LA  studiando  arrangiamento musicale per il cinema   ma anche  per perfezionarsi nelle telecomunicazioni satellitari e intercettazioni , oltre che al caso  Sharon Tate . Li fu contattato dall’imprenditore Bancario Svizzero R. Mayer con il figlio, desideroso di avviare una forma di forniture di oro improduttivo da trasformare in conto lavorazione. L’affidamento avvenne sotto l’egida del Titolare dell’agenzia . I campionari da realizzare nelle fabbriche di oreficeria Balestra (le cui vicende trovano epilogo finale nel 2011 / Crack e con le accuse di commercio “in nero” per 14 tonnellate) anche questa volta l’impresa non ebbe a decollare . Di li a poco il titolare delle investigazioni  G.M. morì.

RESTITUZIONE DELL”ORO RUBATO AL REGNO DI JUGOSLAVIA Tra la fine del 1986 e il 1988 fu deciso perciò di immettere nel mercato un gran parte di quei lingotti e di trarre utile con contratti di lavorazione a lungo termine. Da qui il nome alla operazione di importazione .L’oro riconducibile alla famiglia reale macedone fu però completamente rinunciato dal suo ultimo erede Molossiano in cambio di alcuni accordi speciali . Per il trasporto fu basilare l’apporto coperto del faccendiere Svizzero -Arcugnanese M.P. deceduto in seguito al  suo rientro dall’Africa   per  circostanze che una autopsia non ha mai  del tutto chiarito.

REIMPORTAZIONE   DEL METALLO  DURANTE LE CRISI POLITICO SOCIALI L’ultimo dei Molossi divenuto ormai maggiorenne si fece così garante di importare quei metalli preziosi facendolo transitare in territorio italiano, da  se non  invuato in conto lavorazione  per fruizione  per buona parte, da Firenze, Arezzo, Bari e poi per Mare, raggiunse quel porto natio Jugoslavo da cui era stato sottratto nel l’aprile del 1941.

Potendo fornire queste operazioni come esca per entrare in contatto con chi custodiva le posizioni del giovane ostaggio italiano Carlo Celadon. L’operazione camuffata GoldFInden fu ideale per permettere al Molosso di svolgere la missione Operazione Pirati Barbareschi Elevate contestazioni per violazioni valutarie in materia di importazione o transito di quel metallo prezioso per l’Italia, penali e civili, quindi l’ evasione in materia di reddito ed IVA ( anche se alla fine i collaboratore di Giustizia e noto faccendiere internazionale  Arcugnano-Svizzero  M.P. l’uomo che materialmente aveva agevolato l’operazione segreta di importazione. In seguito, al fine di scagionare l’operato del Molosso in quanto aggregatosi ai sui spedizionieri per mere ragioni di servizio, MP denunciò anche al ministro delle Finanze Rino Formica avendo dimostrando che le imposte sul transito del prezioso metallo di Tito come per quello delle SS, lo Stato Italiano avesse a valle dell’operazioni,recuperato comunque l’IVA ( Rino Formica fu teste testimone con Steve Pieczenik, consulente CIA del Dipartimento di Stato americano, inviato in Italia per sostenere il ministro degli Affari Interni Francesco Cossiga. Pieczenik a sua volta fu l’ideatore della falsa notizia che nel Lago della Duchessa vi fosse stato il cadavere dell”on Moro rapito da elementi dei Servizi Segreti ) . Sia questo depistaggio, come l’idea di addossare la colpa de rapimento alle BR , come le l’operazione Pirati Barbareschi e Golfinder condotte da K-626 ( Il Molosso) ebbero per interlocutore al corrente di dette segretissime operazioni, lo stesso Ufficiale Superiore dei Carabinieri in seguito divenuto comandante superiore all’ AISE .Successivamente , due collaboratori del Giudice Falcone. 

ARCUGNANO: QUELLE OPERAZIONI DI FALCONE SOSPESE A K- 626 Sempre lui fu quello che chiese di sospendere in Anfiteatro Berico di Arcugnano attività contro le manovalanze del Clan Madonia, suo cognato del cognato ed altri . Attività che furono segretate per ben 32 anni . Nel1992 e nel 1998 Causa:  l’impresario edile  e presunto  colpevole  della ideazione della politica stragista  di Totò Rina,  Madonia anche dal carcere, poteva rappresentare una fonte preziosa di informazioni. Inoltre sulla sommità dell’anfiteatro Berico, fu rafforzato ulteriormente il vincolo di segretezza dopo i fatti del 2009 dimostranti che il presunto killer di Falcone e Borsellino, Piddu Madonia esercitasse il suo ruolo di capo bastone- Appunto. Anche dal carcere.

LA TASSAZIONE DEL GOVERNO ITALIANO SUI METALLI IN TRANSITO Alla fine dell’esposto del MP fu dimostrato che lo Stato italiano in realtà alla fine recuperasse comunque l’imposta dal consumatore finale. A quel punto il RE indiscusso specialista di questo traffico , lo Svizzero -Arcugnanese M.P. decise di fare causa all’allora ministro delle finanze dello Stato Italiano l‘on. Rino Formica per avere ragione delle contestazIoni elevate. In effetti in fase di compensazione la teoria di MP non era sbagliata . MP  però, per ragioni rimaste mai del tutto chiarite rimasse vittima di una puntura di malaria fulminante mentre dopo aver incontrato un emissario di brillanti della Nabibia , si trovava a cercare  oro  in   Camerum.

Nel frattempo anche per K-626 la sua missione, e le le si disavventure giudiziarie non  si fermano  qui.

Contro K-626, allo scopo di tentare di vanificare la sua operazione anti-sequestri, di bloccarne l’operato e di coinvolgerlo penalmente quanto fiscalmente furono intentate accuse di auto- fatturazione inesistente.  A questo depistaggio  partecipò come subalterno i maresciallo di Arcugnano Bertradino   Naldo  dietro il cui alloggio  in stazione dei Carabinieri,  dormiva latitante   Piddu Madonia  dopo le stragi  Falcone Borsellino. 

NESSUN  AUREO VANTAGGIO PER IL MOLOSSO. CIO MALGRADO, IL TENTATIVO DI  INFANGARLO  Manneggiò fiduciariamente  e  tonnellate e tonnelate  di oro e argento preoccupandosi  che fosse restituito al suo paese.  Viceversa ed è un particolare non da poco allorché  il maresciallo  si inventò che  il  Malosso, come premio delle operazione di restituzione dell’Oro Jugoslavo  organizzate da sir Fitzroy  Maclean  fosse stato  promesso e regalato un carico di qualche tonnellata di oro che in cassaforte  venisse  conteggiato come “reddito”  no dichiarato.  Il maresciallo si inventò che  l’inesistente   metallo se  lo fosse  stato fatto  rubare lui  durate un furto  denunciato presso la sua abitazione .    Solo la sua caparbietà  di un luogotenente delle GDF riuscì  e stilando un esaustivo rapporto di servizio , ma solo nel 1989 a dimostrare che le fatture di importazione erano realmente state emesse da una soggetto clonato al Molosso per depistare su di lui attenzioni generali fastidi ecc. mediante una evidente sostituzione di persona. E no si trattava certo del suo doppelgänger   pouché la fisonomia è completamente diversa. La  presunta persona che si era sostituito alla identità del Molosso fu il rallysta Bronson, alias di Angelo Siino, accompagnatore delle uscite serali di Papa  Woityla   durante il periodo in cui  scomparve  Emanuela Orlandi  Angelo Siino . bel  processo al compaesano siciliano, il Senatore di Berlusconi, on. Marcello Dell’Utri,  venne considerato  l’ex Ministero dei Lavori Pubblici di Cosa Nostra che anche lo 007 Aldo Anghessa dI li a poco convinse a pentirsi collaborando.  

IL PRESUNTO ORO SPETTANTE AL MOLOSSO DI MACEDONIA.                                    Il Molosso fu  completamente assolto dalla congetture del maresciallo Naldo cioè dall’aver accettato dell’oro a premio. Anzi emerse che  il  maresciallo aveva deliberatamente omesso  di indagare  sull’identita’  di chi  lo avesse provatamente  derubato. Dopo l’assoluzione con formula piena del Molosso  che dichiarò di non provare astio  per lo scempio causatoli  dal sottufficiale, tuttavia,  seguì un un alterco fra lui ed addetti  serbo – macedoni di scorta, posti  a  vigilare sull’incolumità  del  Molosso che minacciarono il maresciallo . Trasferito a Vicenza, Presso la stazione dei Carabinieri  di via Muggia ( anche ex  sede Gladio)  di li a poco il M.llo Bertrandino Naldo, muore.  Anche   questo  fu  lo scenario  in  cui si  trovo  appena   trasferito da affrontare,  il col. Luigi Finelli.Con il col.Mori  fu  coinvolto a vanvera  dal maresciallo Tumino, l’artificiere che distrusse  le prove dell’ attentato  dell’ll’Addaurra  ai danni  di  Falcone.  L’eliminnazione di Falcone   era stata temporaneamente sospesa in quanto poteva trovarsi  con la  magistrata  svizzera Carla Dal Ponte, moglie dell’avvocato Timbal . Anni dopo, attesa l’avvenuta esecuzione del magistrato, la donna archivierà sistematicamente  tutte le sue inchieste Italo- svizzere  compresa quella a  carico dei  Berlusconi.  Nel disappunto, il giornalista Sindney Rotalinti  chiamandola  pubblicamente “Crudelia Del Ponte” depositaria di enormi  segreti , allarmò  gli organi di Giustizia internazionali  così  denunziando  la doppia vita della donna. Rotalinti  sarà  successivamente assassinato da 3 killer mentre,presso via Canevascini,  sul figlio delle donna e di un noto avvocato  di lugano,  di professione presidente RTS  un regolamento di conti compensato con oro a premio (il denaro  accumulato in Banca Rasini  era ormai noto che è tracciato) viene rimandato dopo essere stato sventato  per un soffio. 

MA NON C’E   ALCUN ORO IN CASSAFORTE        Poco dopo nel 1995 , in  Riviera Euganeo- Berica sempre durante il comando  a Vicenza  del Col. Luigi Finelli,  4  killer di cui  2   a lui consegnati vivi,  confessando  di essere  connessi alla FININVEST,  mancarono   un nuovo   tentativo  di  sequestro  sul  Molosso . Ne seguì una sparatoria .  2 dei 4   di non rientreranno  più ad Arcore. A quel punto il  killer  siciliano esperto  in sequestri di persona  a danni di    imprenditori lombardi, convivente  del Cavalier  Berlusconi Vittorio Mangano, condotto  ad Arcore dal senatore  dall’altrettanto  conterraneo  siciliano on.Marcello Dell’Utri ,  chiese  inutilmente di  ricevere  indietro  almeno i cadaveri dei due  sui scagnozzi . Di li a poco , ad Arcugnano( Vicenza) fra l’organico  degli addetti alle  intercettazioni  guidate  dal Molosso risultò  infiltratosi  un  pregiudicato che lo allarmò  confessando  il  vero motivo  della sua missione.  In quei frangenti,  accadde la  scomparsa del  figlioletto di soli 2 anni  del Molosso e il suicidio della compagna . Poco dopo Vittorio Mangano  dopo aver minacciato  di fare  pubbliche rivelazioni di  20 anni di collaborazione a Milano  fra, il Cavaliere, la   sua Banca di famiglia dove venivano negoziati i riscatti  dei sequestri dei Lombardo- Veneti  rapiti (  Rasini)   e  il  Dell’Utri, in  carcere,  fu  irradiato in modo da contrarre  male incurabile. Morirà   portandosi  nelle tomba i numerosissimi segreti sui  sequestri di imprenditori e nobili,  sopratutto milanesi fra cui tanti,  uccisi e annegato nel cemento  dei ponteggi autostradali , malgrado  il denaro versato   . 

CHE NE E’  DELL’ORO DEGLI EBREI ASSASSINATI  TROVATO DA FALCONE      Con la morte di Falcone , le archiviazioni della Carla  Del Ponte,  e la immediata  sottrazione dei dati  su cui  il giudice  da  confidenti  messi a disposizione dal  Comnissario elvetico   Fausto Cattaneo aveva annotato i nomi dei beneficiari dell’oro  Svizzero e quello importato in Argentina attraverso Peron, cioè quello   sottratto dai nazisti  alle più importante  famiglie ebraiche ed  a cui  seguirono ulteriori omicidi  di parenti ebrei  che  furono eliminati successivamente   affinché  non reclamassero  il prezioso  metallo. E’ questa  una inchiesta non ancora  del tutto chiusa dal Mossad che non è mai stato avaro  nel ricompensare questo tipo di informazioni . 

NELLA CACCIA ALL’ORO  NON SONO MANCATI I  DEPISTAGGI :  FORTEZZA

In realtà a Fortezza quell’oro, secondo Luis Trenker  collega del maestro vicentino del Molosso, doveva  essere  stato occultato da tempo . §Si trattava di   numerosi lingotti ,   poi in parte recuperati ma non li ma dentro bare al cimitero di Marano dei dischi dal gruppo Sicherheitsdienst che fino al 1944 erano sotto il comando dell’ammiraglio  Wilhekm Franz Canaris.

Un altro depistaggio messo in atto per stancare i cercatori d’oro, puntò sudati di clonazioni sulla  presunta seconda esistenza di Hitler Grazie a una leggenda affascinante a questo proposito ricorda molto il romanzo I ragazzi venuti dal Brasile (1978), in cui si racconta che il dottor Josef Mengele continuò i suoi diabolici esperimenti sugli esseri umani e stasse  per clonare il Führer. Esiste infatti una cittadina brasiliana, Cândido Godói, dove nascerebbero molti più gemelli rispetto al resto del mondo. Mengele scappò davvero attraverso una delle ratline, e visse per decenni in America Latina, Brasile compreso. Secondo lo storico argentino Jorge Camarasa  Mengele negli anni Sessanta visitò Cândido Godói diverse volte, e a questo punto ci sono tutti gli ingredienti al posto giusto per la leggenda: i **gemelli **erano il segno lasciato dagli   esperimenti dell’Angelo della morte, come era chiamato dalle vittime a Auschwitz.   Era Argentina la  banca che  emise valuta  in cambio di oro depositato. Valuta per sopravvivere

BIBLOGRAFIA

ALTO ADIGE, CACCIA ALL’ORO NAZISTA – 1

Pubblicato il 5 Maggio 2016 

a cura di Cornelio Galas

 Günther von Hummel: Politica – Terapia. Capire ciò che già sai: come la politica potrebbe essere pensata in modo terapeutico . CDA, Norderstedt senza data, pag. 160 – 161 

contiamoci.net Fra le Alpi austriache c’è un lago che nasconde ancora oggi i segreti dei nazisti. NOEMI PENNA 04 Settembre 2017

8.500 lingotti d’oro nascosti dai nazisti e ritrovati nel dopo guerra.Solo una minima parte del tesoro del Terzo Reich.E sulle rive del lago di Garda potrebbe essere nascosto MOLTO di più!

Una storia di avventura e mistero che dura da 70 anni…Guardate il video per saperne di più..

Tesoro composto da oltre 8.500 lingotti d’oro nascosto in una grotta dai nazisti in Turingia e ritrovato nel dopo guerra. E’ solo una minima parte della ricchezza perduta del Terzo Reich. Nei bunker sotterranei del lago di Garda potrebbe nascondersi molto di più. Nell’aprile 1945 i tedeschi vi nascosero un gran numero di pesanti casse.Il tesoro di Adolf Hitler.Una caccia all’oro che dura da 70 anni!

VICEVERSA ECCO CHE ACCADDE AL RESTO DELL’ORO POLACCO , FRANCESE BELGA E QUANTO ALLA FINE DEL SECONDO CONFLITTO MONDIALE FU DATO PER PERSO

L’Oro francese , a Parigi, disponeva della più grande cassaforte del mondo, “La Souterraine”. .

1939 con l’invasione tedesca alle porte il Belgio e Polonia affidarono il loro oro alla Francia.

L’11 giugno, con i tedeschi a 400 km da Brest,l’Emile Bertin lasciò Brest con 255 tonnellate d’oro. Fu il più grande trasferimento di oro delle storia dai tempi di Amerigo Vespucci .Fu realizzato da un’unica nave.

CAMION INGLESI E BRAVI MECCANICI SALVARONO L’ORO FRANCESE

Durante i trasbordo, i francesi non disponevano più di un numero di camion sufficienti a completare l’operazione e quelli che avevano erano troppo piccoli. Furono così ritrovati e riparati undici camion abbandonati dall’esercito britannico durante i bombardamenti per la strada di Brest . Senza di loro per Bertin sarebbe stato impossibile finire di caricare e salpare com la nave in tempo.

I SERVIZI SEGRETI DI CANARIS IN RITARDO PER DIROTTARE LA NAVE Il 17 giugno, il Maresciallo Pétain annunciò la resa della Francia. Tuttavia l’ammiraglio Darlan, il futuro presidente Francese De Gaulle decise di proseguire .

Darlan era u vero e propio conservatore dei luogjei e beni . Suo padre noto per aver tentato di d’interferire in favore di Alfred Dreyfus[2].

L’ammiraglio armò gli uomini e ingiunse a marinai, di proseguire il viaggio con il suo carico diretto alle americhe . e marina, non interruppero il carico per le americhe mentre gli agenti tedeschi piazzati ai porti pur dando le coordinat della nave, rimasero inascoltati . Anche perché con ogni probabilità i comandante avrebbe dato l’ordine di auto-affondarsi . Inoltre i portuali sotto il controllo del sindacato ebraico non ebbero no passarono i tempo la notizia ai tedeschi i modo che quest’ultimi potessero arrangiare un blitz sotto l’egida Abwehr  dell’ ammiraglio e capo del Abwehr di Wilhelm Franz Canaris

Ammiraglio Darlan

Il 18 giugno 1940, 75 navi si stavano preparando a salpare. Avevano 7 ore per finire di caricare le tre navi, la Ville d’Alger, la Ville d’Oran e l’El Mansour. I bombardamenti continuarono, una colonna dell’esercito tedesco era a meno di un giorno di distanza. Un’altra nave viene scelta per essere caricata con l’oro, l’El Kantara.

Alle 14, le navi iniziarono i preparativi per partire, l’ultima nave fu caricata in extremis alle 18 e salpò alle 18:30, poco prima del calar della notte. Di notte era impossibile navigare attraverso il campo minato marino e le reti protettive.

Durante quel periodo a Lorient, la Victor Schœlcher veniva caricata con l’oro belga e polacco. Si incontrò con la flotta di Brest, in rotta verso Dakar. Trasportando 1100 tonnellate di oro, era ed è tuttora la più grande spedizione di oro mai realizzata.

Ora, dall’altra parte dell’Atlantico, ancora il 18, l’Emile Bertin arrivò ad Halifax, in Canada. Piccolo problema, la Francia era tecnicamente nemica del Regno Unito. Alla nave fu ordinato di deviare e andare a Fort-de-France in Martinica. Arrivarono lì il 24, dopo aver superato tre navi inglesi.

Quindi ora c’erano 1145 tonnellate a New York, 225 tonnellate a Fort-de-France e 1100 tonnellate a Dakar.

A chi apparteneva quell’oro? Alla Francia di Vichy o alla Francia di De Gaulle? A nessuna delle due, apparteneva alla Banque de France, ricorda che all’epoca era una società privata.

Churchill, inoltre, era piuttosto interessato a tutto quell’oro,

Le navi arrivarono a Dakar, furono prontamente scaricate e l’oro fu inviato a Thies, un forte militare.

Dopo che le truppe anglo-francesi furono respinte da Dakar dalle truppe di Vichy, fu deciso di inviare 1100 t di oro per 900 km nel profondo Mali.

L’oro belga fu così sacrificato per soddisfare l’invasore, che lo fuse prontamente e lo mandò in Svizzera per pagare la guerra.

Dopo la guerra, la Francia usò la propria riserva per sostituire l’oro belga fuso dai nazisti.

E in tutto quel trambusto, sai quanto oro non fu più ritrovato ? 395 kg!

All’appello mancarono solo lo 0,016% delle 2500 tonnellate d’oro.

E tutto l’oro ha aiutato la ricostruzione della Francia, nei due anni precedenti l’entrata in azione del Piano Marshall.

Alla mia domanda : signor K-626 , ma insomma, allora Hitler, ammesso che non fosse Maximilian Bauer riuscì o no ritagliarsi la sua Fuga da Berlino ?

Risposta : Nella misura in cui lei in primis e tanti altri segue questa vicenda , in un certo senso si. Sa che inflazione ci sarebbe se tutti i fanatici si trasformassero in cercatori d’oro?

CACCIA AI RECUPERI DI ORO MINORI SCOMPARSI E/O RITROVATI 

Dagospia

https://www.dagospia.com › rubrica-29 › cronache › ci…

14 feb 2021 — Si tratta di concrezioni di sabbia e roccia formate sul fondo dell’ oceano e che, a quanto pare, avrebbero catturato al loro interno manufatti, …

Stavolta, il team di esploratori ha localizzato la SS Gairsoppa, nave britannica  da 412 piedi  affondata, con il suo carico di 200 tonnellate d’argento, da un U-Boot tedesco durante la Seconda Guerra Mondiale.

L’A IMMENSA RISERVA DELL’ORO  PREDATO  GIAPPONESE  Qualcuno  sembra se lo  stia godendo  l’oro del Generale Yamashita. 

https://www.goldavenue.com/it/blog/newsletter-metalli-preziosi-spotlight/il-mistero-irrisolto-dell-oro-di-yamashita

Un recente sentenza : 

“Un importo sconosciuto  non è recuperabile perché l’intera entità della ricchezza di Marcos non è nota.

 La vicenda  dell’oro   della  seconda guerra  mondiale  : Il suo legittimo ritrovatore fu rapinato e imprigionato e torturato  da Marcos. 

Morale : Penso alle parole di Franco von Rosenfranz “Asiatico -Persiano – Giappponese. …Siamo sicuri che porti fortuna a chi c’è l’ha? “

Benvenuti in  ODISSEY  https://www.youtube.com/watch?app=desktop&v=9x1LMVYlhK

Buona Visone di questo video ! 

A cura  di  betsy.vandermeer.w@gmail.com. Brani del libro  di Franco Molosso von   Rosenfranz  e  l’Intervista a k-626 2- 2023

Uno speciale ringraziamento a Franco Alessandro Molosso Maltarello  von Rosenfranz  che ha reso possibile    questo reportage  ricco  particolari  inediti . 

BIBLIOGRAFIE E FONTI 

    1. Pero Simic “Tito – the mystery of the century”. 
    2. Peter Hoffmann : Resistenza, colpo di stato, tentato omicidio. La lotta dell’opposizione contro Hitler. 4a, edizione recentemente riveduta e integrata, Piper, Monaco 1985, ISBN 3-492-00718-X , pagina 929.
    1. Salta a:a c Curriculum vitae della tesi Fedeltà nel diritto del lavoro. Giessen 1935, pagina 63.
    1. Hummel Edler von Hassenfels, Karl * 15 dicembre 1878. Archivio dell’Università di Tubinga, firma UAT 40/102.56.
    1. Salta a:a Koehl, Karl. Biografia dell’Assia. (Al 12 aprile 2023). In: Sistema informativo storico-statale dell’Assia (LAGIS).
    1.  Günter von Hummel: Politica – Terapia. Capire ciò che già sai: come la politica dovrebbe essere pensata dal punto di vista terapeutico. CDA, Norderstedt senza data [2016, più recentemente 2021], pagina 60.
    1.  Antonio Schmidt-Brentano: I generali kk e kuk 1816–1918. Archivio di Stato austriaco , Vienna 2007, pagina 77.
    1. ↑ Hummel von Hassenfels. In: Brossura genealogica delle casate nobiliari d’Austria. Primo anno. Vienna 1905, pagina 320.
    1. ↑ Fritz Reuter : storico di Worms, storico dell’arte e storico locale del XIX e XX secolo. Secolo e i loro luoghi di sepoltura. In: Der Wormsgau , volume 19 (2000), numero 3, pp. 63–102; su Hummel: pagina 84.
    1.  Günter von Hummel: Politica – Terapia. Capire ciò che già sai: come la politica dovrebbe essere pensata dal punto di vista terapeutico. CDA, Norderstedt senza data [2016, più recentemente 2021], pagina 125.
    1. Salta a:a b Elenco di anzianità di ingresso delle SS
    1. Salta a:a b Lisa Hauff (arr.): La persecuzione e l’assassinio degli ebrei europei da parte della Germania nazionalsocialista 1933–1945 . (Raccolta delle fonti). Volume 11: Impero tedesco e protettorato di Boemia e Moravia aprile 1943-1945. De Gruyter Oldenbourg, Berlino/Boston 2020, ISBN 978-3-11-036499-6 , pagina 163, FN 3.
    1. Salta a:a Persone: Helmut von Hummel | Progetto pilota JDCRP. Estratto il 20 luglio 2023 .
    1. ↑ Corrispondenza con il Reichsleiter Martin Bormann: corrispondenza del rappresentante speciale Hans Posse e del consulente per l’incarico speciale a Linz, Gottfried Reimers, con il Reichsleiter Martin Bormann o il suo consulente personale Helmut von Hummel e il MinConductor Dr. Hanssen – Biblioteca digitale tedesca. Estratto il 21 luglio 2023 .
    1.  Jonathan Petropoulos: L’arte come politica nel Terzo Reich . Stampa dell’Università della Carolina del Nord.
    1. ↑ Michael Buddrus [a cura di]: Il Meclemburgo nella seconda guerra mondiale. Gli incontri del Gauleiter Friedrich Hildebrandt con gli organi dirigenti nazisti del Meclemburgo Gau 1939-1945. Un’edizione del verbale dell’assemblea. Edizione Temmen, Brema 2009, ISBN 978-3-8378-4000-1 , pagina 558.
    1. Salta a:a b Kathrin Iselt: “Rappresentante speciale del Führer” – Lo storico dell’arte e uomo di museo Hermann Voss (1884-1969) . Böhlau, ISBN 978-3-412-20572-0 .
    1. ↑ L’ufficio segreto all’estero. Estratto il 21 luglio 2023 .
    1. ↑ Bormann, Martin. In: TracesOfWar.com. Estratto il 21 luglio 2023 (inglese).
    1.  Jonathan Petropoulos: L’arte come politica nel Terzo Reich . Stampa dell’Università della Carolina del Nord.
    1.  Forum storico dell’Asse – Dott. Helmut von Hummel.
    1. Salta a:a b Hansjakob Stehle : Martin Bormann nel crepuscolo ovest-est. In: Die Zeit , 6 giugno 1997.
    1.  Günter von Hummel: Politica – Terapia. Capire ciò che già sai: come la politica dovrebbe essere pensata dal punto di vista terapeutico. CDA, Norderstedt senza data [2016, più recentemente 2021], pagina 160.
    1. ↑ Julius Mader : Il tesoro dei banditi – Un documentario sul tesoro segreto di oro e armi di Hitler. Editore militare tedesco, Berlino Est 1965, pagina 250.
    1. ↑ Avviso di morte di Helmut von Hummel in: Süddeutsche Zeitung . 3 dicembre 2012.

. Cfr. Format, n. 14/2000, pp. 20-27.

  1. Die Presse, 30/3/2000. Cfr. anche B. K REISKY, Zwischen den Zeiten. Erinnerungen aus fünf Jahrzehnten, Berlin 1986, Siedler Verlag, p. 430 (riguardo a Kamitz).
  2. H. PICK, Simon Wiesenthal. A Life in Search of Justice,London 1996, Weidenfeld & Nicolson, pp. 161-163.
  3. O. RATHKOLB, in S. MEISSL-K.-D. MULLEY-O. RATHKOLB, (a cura di), «Verdrängte Schuld, Verfehlte Sühne. Entnazifizierung in Österreich 1945-1955», Wien 1986, Verlag für Geschichte und Politik, p. 82; ID. «Castigo senza espiazione .La denazificazione in Austria dopo il 1945», in G. BOTZ ET AL.; Il «caso Austria». Dall’»Anschluss» all’èra Waldheim, a cura di R. C AZZOLA-G.E. RUSCONI, Torino 1988, Einaudi, pp. 144-160.
  4. «ÖVP hat weisse Weste», Die Presse, 30/3/2000.
  5. Ibidem.
  6. R. e M. BAMBERGER- E. BRUCKMÜLLER-K. GUTKAS, (a cura di), Österreich-Lexikon,vol. 2, Wien 1995, Verlag Jugend & Volk, p. 267.
  7. Cfr. fra gli altri K. OTTOMEYER, Die Haider-Show. Zur Psychopolitik der FPÖ,Klagenfurt 2000, Drava Verlag.
  8. Cfr. fra gli altri H. CZERNIN, Wofür ich mich meinetwegen entschuldige. Haider, beim Wort genommen, Czernin Verlag 2000.
  9. «Wer hat braune Flecken?», Profil, 10/4/2000. Alla domanda su «chi abbia macchie brune», secondo il sondaggio risulta che gli austriaci le attribuiscano per il 27% alla FPÖ, per il 22% alla SPÖ, per il 7% alla ÖVP; a tutti e tre per il 15%, «non sanno» il 28%.
  10. H.-P. WASSERMANN, Und ab heute Kinder sagen wir «Grüss Gott» und nicht mehr «Heil Hitler»,phil. Diss., Graz 1998, vol. 1, pp. 196 ss.
  11. Cfr. P. PELINKA, Österreichs Kanzler, Wien 2000.
  12. H. PICK, Und welche Rolle spielt Österreich? Vom besetzten Grenzland zum offenen EU-Staat: die Alpenrepublik im internationalen Blickfeld, Wien 1999, Kremayr & Scheriau, pp. 144-149 e pp. 302-304.
  13. Cfr. R. MITTEN, The Politics of Antisemitic Prejudice. The Waldheim Phenomenon in Austria,Boul- der 1992; R. HERZSTEIN, Waldheim. The Missing Years,New York 1988, Ann Arbor.
  14. Ibidem.
  15. CH. ZÖCHLING, Haider. Licht und Schatten einer Karriere,Wien 1999, Molden Verlag, pp. 197-199.
  16. «Apologies from the Austrian Marathon Mass», Washington Post, 10/11/1999.
  17. H. PICK, Und welche Rolle,cit.
  18. O. RATHKOLB, cit.
  19. Arbeiter Zeitung,26/6/1985.
  20. Ivi,22/3/1985.
  21. Cfr. I. LINDORFER, Der österreichische Kameradschaftsbund und seine Beziehungen zu den politischen Parteien Österreichs, Diplomarbeit, Universität Wien, 1996. 23. Österreich-Lexikon, vol. 1, p. 654.
  22. Cfr. al riguardo i giornali Österreichische National-ZeitungÖsterreichischer Beobachter,usciti tra il 1950 e il 1955.
  23. A.L. SMITH, Kampf um Deutschlands Zukunft. Die Umerziehung und Hitlers-Soldaten,Bonn 1997, Bouvier.
  24. P. LENDVAI, Frankfurter Allgemeine Zeitung,7/2/2000, p. 11.
  25. L. HÖBELT, Von der vierten Partei zur dritten Kraft. Die Geschichte des VDU, Graz 1999, Stocker Verlag, pp. 248-250; F. OLAH, Die Erinnerungen, Wien 1985, Amalthea Verlag.
  26. Cfr. TH. NOWOTNY, Was bleibt von der Ära Kreisky,Wien s.d., Zukunft Verlag, pp. 13-14.
  27. H. DACHS ET AL., (a cura di), Die Politiker. Karrieren und Wirken bedeutender Repräsentanten derZweiten Republik, Wien 1995, Manz Verlag, p. 435.
  28. Ivi,p. 443.
  29. H. PICK, Simon Wiesenthal. Eine Biographie,Hamburg 1997, Rowohlt Verlag.
  30. Su K. MARK cfr. U. LANG-KREMSMAYER, Aspekte zur Funktion der Intellektuellen in der SPÖ – Am Beispiel des BSA unter besonderer Berücksichtigung der Wiederaufbauphase in Österreich,phil. Diss., Wien 1987, p.186.
  31. Profil, 1/6/1986, p. 28.
  32. H. WEISS-K. FEDERSPIEL, Wer?,Wien 1988, Eigenverlag, pp. 196 s.; Der Spiegel,n. 24/1970, p. 82.
  33. O. RATHKOLB, NS-Problem,cit., p. 80.
  34. B. KREISKY, Zwischen den Zeiten,p. 220, come anche il manoscritto originale nell’archivio della Kreisky Stiftung, Wien.
  35. B. KREISKY, Im Strom der Politik. Der Memoiren zweiter Teil,Wien 1986, Kremayr & Scheriau, p. 396.
  36. I. BÖHLER, «Wenn die Juden ein Volk sind, so ist es ein mieses Volk», in M. GEHLER-H. SICKINGER, (a cura di), Politische Affären und Skandale in Österreich. Von Mayerling bis Waldheim, Tauhr 1995, Kulturverlag, pp. 502-531.
  37. Stiftung Bruno Kreisky, Archivio. Copie uniche dei verbali della direzione della SPÖ, 1945.
  38. Österreichisches Staatsarchiv, Archiv der Republik, verbali delle riunioni del Consiglio di Stato.
  39. Archivio della Österreichische Gesellschaft für Zeitgeschichte, Wien, fondo Karl Renner.

42 Vedi nota 39.

  1. H. GRUBER, Die Jahre in der Politik. Erinnerungen, Klagenfurt 1982, p. 50.
  2. Copie da atti su Jedlicka del Central Intelligence Corps conservati nei National Archives, Washington D.C., sono in possesso dell’autore, che lavora a un articolo su Jedlicka che apparirà sulla rivista Zukunfta fine 2000.

45 Patrimonio culturale e saccheggio del Mondo A. Pinna

46 Michael Webster: journaldeskblog

47 La triste storia di Gerda Bormann, donna ideale nazista di Carlo Calabrese

LA RICERCA DEL’ ORO NAZISTA focus

L’ACCORDO DI KURCULA .                                                                                                                    LA PROPOSTA.  La  restituzione  dell’oro  Jugoslavo .    Il luogo  della conferenza  fu  l’isola Korcula. Fui prelevato  da  Trieste  e condotto nell’ isola che come Padova,  mi dissero fosse  stata  fondata da Antenore e Enea .L’incontro avvenne  in un noto  hotel presso il  porto.  Già nel  1980  si era giunti vicini a  una trattativa extra italiana . Dopotutto, l’oro rubato  si trovava in un paese terzo.  Dopo anni di esilio, non c’era nulla di illecito per me  a  favorirne il transito e nel  farmene  carico  di restituirlo ai legittimi proprietari. Sopratutto in Svizzera.  Se Tito  per me  aveva disposto di considerarmi con quel  rispetto  che si usa all’ l’ultimo erede  in esilio del Trono Macedone, in  un  incontro successivo, quando  fui  condotto al cospetto  del suo  garante inglese,  Sir Fitzroy Maclean, “per  meriti di fedeltà  e lealtà alla Corona ”  Fui  eletto a mia volta  garante a delegato a  quella restituzione extra-nazionale, considerato che l’oro del tesoro macedone, derivato da quello dell’erario persiano, al cospetto  di quello nazionale Jugoslavo, costituisse  in tanti secoli,  la percentuale maggiore incamerata. A pelle, se  al posto di quei gentiluomo  mi fossi trovato  con italiani  avrei   sospettato   una pericolosa adulazione. Da loro no .  Così  che  da quei presunti quasi successori, governatori di Tito,  presi atto che la fine del leader pareva vicina . “

L’OPERAZIONE DI RIMPATRIO DELL’ORO RUBATO.  Credo  che trasparisse  che mi  trovavo  visibilmente a metà strada tra l’imbarazzato e l’emozionato. Riuscii tuttavia  a dominare la tensione nervosa che si era impadronita di me. Ero ancora  e solo uno spericolato ragazzo.

Chiesi, così cercando di mostrarmi autorevolmente all’altezza di tanta considerazione,  se  si  fosse  trattato di una operazione “legale”.    Seguì una  pausa silenziosa che a me parve interminabile.  Estremamente  franco, forse poco rispettoso in quel momento, deglutii, visibilmente  comunque    facendomi coraggio   replicai :  ” con tutto il rispetto possibile io  posso  accettare di sovrintendere a fare  una operazione giusta, ma  mai per persone sbagliate”. 

MUSSOLINI ? DICHIARAVA GUERRA A TUTTI   PERDENDO . COSI’  DOVETTE CHIEDERE  CHE HITER  GLI INVIASSE TRUPPE   IN ITALIA                                                                                                                                                                                                                                               Risero educatamente  rispondendomi che” l’italia, che  Mussolini  dopo aver ceduto al corteggiamento delle lobby belliche , con le sue smanie riuscì  perfino a far perdere la guerra ai tedeschi  facendoli  entrare in Italia  giacché non sapeva più porre rimedio alle figuracce. ”  L’Italia  era un paese vinto ed  occupato  dagli inglesi.” Dissero:  “Retto da una governo fantoccio e  che come tale secondo gli accordi di Cassibile dovevo obbedire a questi ordini sovrani.” Tuttavia l’Italia”  pensai , questo mio  suolo, per il  Metternich,”  solo una mera espressione geografica” è  il  sotto il cui , più  anticamente, nell’Impero Romano trovò accoglienza la mia famiglia,  quindi un paese a cui devo essere grato,  occupa  un ruolo geografico strategico e in quel momento, in piena Guerra Fredda.  Ebbene  qualora io avessi accettato di occuparmi delle riconsegna di quel tesoro a  quel punto  per l’Italia  di a sarebbe  trattato  solo  di un  “transito”  . 

VUOI O NO SALVARE L’ITALIA , L’EUROPA INTERA DAL RISCHIO DI UNA COMPETIZIONE NUCLEARE , L’EUR ?  L’APPORTO DELLO STATO JUGOSLAVO E’ FONDAMENTALE DECISIVO.  ESATTAMENTE COME LO E’  LA  RESTITUZIONE DEL SUO ORO  RUBATO DAGLI ITALIANI.   Fatti  due  conti, preso atto delle quantità di  oro e argento da restituire replicai: che  non sarebbero bastati  quattro  mesi di trasporti  quotidiani con  auto comuni  Da   trasformare in   speciali,   facendole  magari  blindare,   dato il pesante  carico,   dotate di ammortizzatori  rinforzati.   Mi chiesero ” dove ? ” E se a fine lavoro, per non lasciare tracce, mi sarei comportato   professionalmente  verso l’operatore come  si fa con un “Geheimnisträger”.  Ci fu un silenzio ancora più gelido  nella  sala. Risposi  con fermezza che   se dovessi fare una cosa simile, allora dovreste  selezionarvi  un altro  agente . Furono felici della  mia risposta. Non erano degli assassini!

UN AFFIDAMENTO   FIDUCIARIO DI  MILIARDI  SULLA PAROLA                                        Quel giorno appresi che  sarei stato  affidato per 4 miliardi  di valuta corrispondente a una tonnellata e mezza di metalli preziosi . Questa  garanzia  durante l’ultimo carico, mi sarebbe stata  donata o meglio:  alla fine della operazione “restituita alla mia famiglia” . Sotto forma di  buono. Cioè,  Sir Maclean  disse :” in qualità di “legittimo erede al trono e quindi del tesoro Macedone,  durante l’ultima consegna in Toscana o  che fosse  Bari con destinazione  grotta nel Cattaro, quella  sarebbe stata  la mia parte”.

Ebbene , quantunque  le mie osservazioni  sembravano ignorate,  già precedentemente  in quella riunione io  espressi parere di rinunciarvi  e così ad ogni vantaggio  e che  anzi  quella mia parte  fosse data  al mio antico popolo giacché io ho già di che vivere. Ed  sapevo  guadagnarmi da vivere e oltre ad  avere  una vita da vivermi realizzando  progetti esclusivamente  tutti miei  e di cui vorrò essere fiero. Più che quelli di altri. ” Mi guardarono stranamente stupiti . Ma l’accordo finì con una stretta di  mano . Sapevo  e mi chiedevo, intuivo,  se che  da quel momento se  sotto la mia responsabilità, fosse sparito anche un solo lingotto che cosa mi sarebbe successo. Una somma impossibile da  ripagare . Pensavo che probabilmente, avrei  dovuto  ripagarlo con la mia  vita .

ANNI BEATI. Porto Santo Stefano. Nella foto sopra Istranka  nave da crocera  del Maresciallo Tito  Broz ormeggiata alla Pilarella, presso il  Sokar famoso megayacht  di Lady Diana e Dodi Al Fayeda. Lo yacht  era spesso attraccato  presso  l’ l’Urania dei Conti Principi  Ginori, accanto allo Yela di re Vittorio Emanuele III e l‘Elettra di G. Marconi e i diversi yacht  di Gianni Agnelli, la cui sorella, a sua volta sorella di Clara   era  sindaco dell’Argentario.  Ma quegli anni spensierati sono alla fine. In Sardegna sbarcano Berusconi e i Graviano e cominciano  i rapimenti.

MAFIE, l’informativa della Dia: “Nell’estate del 1993 i Graviano erano in vacanza in Sardegna a un tiro di schioppo dalla villa di Berlusconi”

Foto sopra : Istranka i navigazione 

  BASISTI  PER RAPIRE IL JET -SET  internazionale   nei numerosi  miliardari.

QUANDO IL DENARO ARISTOCRATICO CAMBIO’  PROPRIETARI .                    Alcuni  di essi con il conto alla Banca del riciclo, la Rasini di  Berlusconi( Banca ancora oggi  con movimenti   bancari  sequestrati  probabilmente coperti dal Segreto di Stato ) appostarsi presso i porti   a   carpire le abitudini, per meglio rapirli   e riciclare  il denaro  dei loro riscatti  presso la Banca Rasini di Berlusconi. Talvolta   parte di quel denaro tracciato  non veniva neppure  ripulito  ma dato  subito   a premio  giornalisti , conduttori TV ,  veri e propri “gatekepper”cioè   guardiani  assoldati per coprire e depistare le notizie ormai divenute alla portata confidenziale di tutti i neo rapiti. Spesso  come  per Heineken  denaro ritrovato ma  mai richiesti  indietro o come per il caso del Bolzanino Amon ( la sua catena DESPAR passata a Matteo Messina Denaro ) Imprenditori   rovinatisi per pagare riscatti miliardari per le liberazione die loro  congiunti . Quel denaro risorgerà  a finanziamento di   una nuova nascente imprenditoria.  Insomma si sapeva che   bastava  uscire da villa  Giulini  Casati Stampa a Milano, dopo  una cena con  Berlusconi  per essere subito sequestrati.  Celebre il caso del padre di Carla Bruni, moglie del presidente francese  Nicolas Sarkozy figlio di uno  dei fedeli  vigilanti   preferiti  da De Gaulle alla sua scorta governativa .   Capita l’antifona come riferito dalla badante Vicentina signora Parolin  preferì  esiliarsi a Parigi  dove la Polizia segnalava subito la presenza degli italiani- basisti   sospetti . Carla  a Parigi ha studiato con un generale assurto recentemente alla ribalta  per aver osato pubblicare un libro : Roberto Vannacci . Qualcuno a Vicenza, mentre lo presentava all’ex  GIL , ora Teatro Astra,  gli ha scatenato addosso il mondo . 

L’avvocato Verzini, che aveva assistito Ruby 8 anni fa, aveva raccontato come nel 2011 la giovane marocchina   Imal a sua volta  testimone chiave nel processo contro berlusconi   uccisa con il metodo  del tumore indotto, avesse ricevuto da Berlusconi “un pagamento di 5 milioni di euro eseguito tramite la banca Antigua Commercial Bank di Antigua su un conto presso una banca in Messico”

A COLPI DI  IRRADIAMENTO RADIOATTIVO Il legale  su cui  presumibilmente   era stato praticata   a sua volta in primis una esposizione  radioattiva   aveva detto di aver rivelato questi particolari  contro Berslusconi per dovere etico e morale”e aveva spiegato che l’operazione Ruby sarebbe stata interamente diretta dall’avvocato Ghedini con la collaborazione dell’ex compagno di Risso. Immediata la reazione di Ghedini, che aveva minacciato querele. Verzini aveva ribattuto dicendo non solo di aver detto la verità ma anche di essere in grado di fornire ulteriori elementi e informazioni. Lo stesso giorno però  per porre fine alle sue sofferenze l’ l’avvocato 61enne  recatosi in  Svizzera perirò per  suicidio assistito – See more at: http://www.rainews.it/archivio-rainews/articoli/ultima-verita-di-Egidio-Verzini-ex-legale-di-Ruby-suicida-in-Svizzera-Pagata-da-Berlusconi-2070fb2f-3ef3-4054-b9ec-e9d7f9788466.html                           DA MILANO A FIRENZE Intanto col trasferimento del giudice  di Firenze incaricato  di ricercare i mandanti esterni delle stragi indicati  dai fratelli Graviano in Silvio Berlsuconi e del senatore siciliano  Marcello Dell’Utri ,   ll procuratore TESCAROLI   fatto segno di un mirato attacco  legato a MEDIASET,  deriso dal giornalista ERMES ANTONUCCI ( Dal  Foglio) lascerà l’incarico.                                                                       L’ ATTESO  CONFRONTO-  Dopotutto è divenuto inutile  il confronto fra i fratelli GRAVIANO , la  conferma di MATTEO MESSINA DENARO  ( a cui  sarà  interrompere la latitanza per evitare che incorresse in rivelazioni prima di morire)  e  BERSLUSCONI e  dell  l’av.  NICCOLO GHEDINI,  custode  di   ingombranti  segreti ,  d’Italia . Passati per il suo studio,  a partire  dalla difesa degli assassini dei padri confessori dei Bisaglia  uccisi a martellate presso il santuario di Monte Berico. Non ha più senso questo confronto . Per sicurezza, dai  killer i tre  sono stati già abbastanza e per troppi anni   usati e gettati . Trattati  da irradiamento tumorale indotto,   moriranno  tutti a poca distanza l’uno dall’altro. Tantissime le condoglianze di chi beneficò  di quel denaro.   Intanto una parte  di esso va in eredità a Marcello Dell’Utri  .Gli sarà sequestrato e dissequestrato . Nella vita, quando non hai denaro  sei povero e basta. Quando ne hai troppo  e lo sanno, può essere un problema. Che il  Molosso abbia fatto bene a rinunziare   notoriamente alla sua parte ? 

TORNANDO ALLA  NARRATIVA  DEL  MOLOSSO  A  KURCULA …..Terminata la riunione, quell’accogliente,  distinto , intrigante,  scozzese, Sir Fitzroy Maclean mi invitò a casa sua.  La  sua villa si chiamava “Villa Boschi ” e si  trovava  presso una grande chiesa.  Ricordo al suo interno  spiccavano le  fotografie di lui con Churchill,  con il di lui   figlio del premier britannico   Bellissime  le immagini inedite di Tito  con lui.  C’erano inoltre altre  foto  riprese  in  crociera   di  Tito  con Elisabeth Taylor e Youl Brinner, Sylva Koscina.   E con tombale pace  per i martiri  infoibati da entrambe le parti…. la grande attrice  franco – siculo – veneta – partenopea   Sophia Loren,  zia di Alessandra Mussolini  figlia di Romano  Mussolini,  Jazzista  del Simposio di Anzio  fondato da mio padre, Ettore Malosso. 

 

Nella foto sopra Maclean  con il M.llo  Tito Broz.  Fitzroy Maclean visse tutta la sua vita in modo avventuroso. Inviato a Mosca come giovane diplomatico prima della Seconda guerra mondiale,   fu   per fama l’osservatore indipendente più eminente   dopo Gaston  Leroux , il giornalista scrittore autore del Fantasma dell’ Opera  che  viceversa  fu a Mosca i  giornalista  nell’epoca Zarista . Maclean, anche  giornalista di riferimento pr gli inglesi,  scrisse dei resoconti  divenuti memorabili. Spesso  relativi agli ultimi processi di  voluti da Stalin e a  cui partecipò come osservatore ufficiale inglese .  Alcuni dei suoi libri più noti sono “Bonnie Prince Charlie, Portrait of the Soviet Union”, All the Russias: The End of an Empire e Highlanders: A History of the Highland Clans.”                                    Durante la guerra mi raccontò di avere  preso parte, in qualità di membro fondatore del SAS, ad alcune celebri incursioni dietro le linee nemiche del generale Rommel . “Il generale più fotografato  da Hans Ertl”   dissi, ”  il  papà di Monika!    Ho fatto visita ad  Hans i Sudamerica .  Le farò  spedire delle foto  inedite di Rommel . Maclean ne fu  felice.  Il suo rapporto  con Tito  designato    era iinziato  nel 1943  quando lui   venne paracadutato nella Jugoslavia occupata dai tedeschi . In quel delicato momento, come rappresentante personale di Winston Churchill   dovette  scegliere l’interlocutore giusto tra Tito e l’altro  generale filo  monarchico  mentre Re Pietro di Jugislavia  era profugo in Inghilterra . Una situazione di estremo imbarazzo .  Maclean  fu sottosegretario durante i governi Churchill e Eden oltre che  Membro del Parlamento Inglese  per oltre trent’anni. 

Sir Maclean  si complimentò  e mi incoraggio  circa il proposito  che li avevo espresso  di dare un senso alla mia vita.  Magari facendo  da  osservatore indipendente    i volontario. Qualcosa  che  volevo e in seguito riuscii davvero a  portare avanti . Mi incoraggiò a farlo e mi  raccontò  le  sue esperienze  in merito . Tutte  imprese  eroiche e  prestigiose.  Tuttavia,  anche se parlava co calma,  in un inglese perfetto, sforzandosi di utilizzare termini semplici e  comprensibili,  io ero emotivamente  troppo frastornato  per concentrarmi  sempre   su quei tanti  dettagli  della sua avventurosa narrativa . L’uomo  libro Maclean morì  nel 1996 .  Ed  oggi  confesso  che me ne dispiace  davvero  molto di non sempre essere stato all’altezza di ben comprendere  al meglio  tutti i particolari   di quelle  infinite epiche imprese.

IL PRIMO  SM 79 SCOMPARSO . Più di tutti mi è sempre rimasta la curiosità di quell’aereo condotto dai due pilotI Dalmati lo  Sparviero SM 79  scomparso in Libia, 400  chilometri fuori  dalla rotta  prevista . Lui mi rispose  citando  il  gen.Paolo Mocci , quello che aveva dirottato il traffico aereo civile  Linate Milano 2 per Silvio Berlusconi  dimostrando  di  sapere  tutto di quella vicenda .  Ma  ero troppo carico di  dati   …Mi sfuggirono tanti particolari di questa sua  narrativa. 

Mi chiese se  in seguito potevo accompagnarlo  a vedere la Macedonia dei miei avi.  Credo che a quel punto io  finii  mostrai  tutto il mio visibile  disagio replicando che con una guida come me ne  sarebbe  stato deluso . Così  gli dissi : “Brigadiere, sarà lei a farmi  da guida perché io davvero sono stato  sempre tenuto a lungo all’oscuro delle mie origini ed anche  anche degli aspetti geografici del mio paese d’origine “. Lu  Replicò :”I don’t believe you at all but okay, o’right !” 

Sir Fitzroy Maclean si complimentò  quindi con me  per essermi dovuto spogliare dei panni di ufficiale per una  missione , quella di fermare le importazioni di eroina all’Aeroporto  Dal Molin di Vicenza,  (Operazione   Blue Moon).Azione in cui  per fermare il traffico  doveva serviva una soldato semplice. Disse che lui,da giovane aveva fatto altrettanto. E che non  eravamo stati  gli unici . Anche Joseph  McCarthy,  entrato nell’intelligence aveva  cominciato  l’addestramento base con il grado di ufficiale,  risultando  tuttavia  arruolato come  un soldato semplice . Io  replicai che  per me non fu  affatto un problema.  In famiglia, anche mio padre aveva fatto lo stesso.  Finito  il  corso di ufficiale di complemento conseguito con il Brevetto Premilitare di pilotaggio aereo, e così scelto per eccezionali qualità,  fra 20  candidati su 2000 , pur di continuare a volare rinunciò al grado così dovendo  ripartire da sottotenente per divenire effettivo, attraverso  i corso “Turbine”  del ‘accademia Aeronautica.  Mi parve  capire che lo sapesse già. Pensai che ad averglielo detto poteva essere stato solo il gen. Giorgio Bertolaso.  Arrivai a pensare che lui e la sua signora Goriziana fossero dietro la porta. La mia immaginazione stava sconfinando la realtà.  

Nel corso dell’accordo di  Korcula,  fra  silenzi interminabili in cui mi sentivo scrutato da capo a piedi,  ad un certo punto fui attratto una foto di Ian  Fleming  . Così  per rompere  l’aria,  il mio sguardo  cominciò a guardarsi  intorno  posandomi su dei quadri . E fu li che   associai  il distinto signor  Sir  Maclean al collega  quadro  superiore  di James Bond nei film di Ian Fleming. Per  flemma  ed aspetto,   mi ricordava proprio  il diretto superiore  Quartermaster( Major Boothroyd  )di Ian Fleming  di quei suoi   film. Ovviamente  non mancai di confidargli questa  mia impressione. Ne fu  contento  . . . Disse ridendo  : ” Non preoccuparti Franco, nello schermo, Desmond Llewelyn convive da tempo in me.  Me lo dicono sempre “

 IMPIEGATO CIVILMENTE SOTTO IL CONTROLLO MILITARE                                                          Fra  quei  presenti ben più  adulti di me, mi sentii come catapultato dentro,  in attesa di  una operazione molto più grande di me e a cui ormai  sembrava sempre più difficile dire di no. Non  divenendo  collaborativo , non acconsentendo a quella missione,  evitare di compiacere Tito sarebbe stato  disastroso per il mio paese.   Ero compromesso ormai pensavo .  Ma  pareva che nessuno  di loro, malgrado divenuto consapevole, mi obbligava ad accettare quell’incarico. Mi feci coraggio da solo.  Il  mio intuito mi diceva che  mio padre, sebbene mai mi avrebbe forzato in una  simile scelta,   potesse  sapesse esattamente in  che  situazione mi stavo trovando in quel momento .  O magari  non se ne sbattesse   di me, che  quel giorno non  fosse  in  giro  con  sua nuova signora.  Questo mi faceva sentire protetto davanti a persone davvero più grandi  di me.  Il tutto aveva un aspetto  paradossale. Mi pareva che guardassero a me come  se fossi stato Pietro di Jugoslavia.   Come se  viceversa  fossero loro ad  aspettarsi  istruzioni da me . Alla maniera regale mi dotavano di attenzioni  che si usa a un antico sovrano .  Ma non era adulazione.  ” Franco, sai vero che  li dentro c’è  anche e sopratutto l’enorme  Il Tesoro dei Romanov . Quello che trafugato, prestato e venduto in giro per il mondo? “Deglutii e risposi : Mi pare che voi sappiate benissimo che mentre studio, mi sto guadagnando da vivere  prendendo in carico riparazioni  modifiche  che porto su e giù da orafi vicentini. Appartengono anche a attori , artisti .” Anche agli ex reali di Russia  Franco.  Ogni tanto a qualche  asta ne spunta fuori un pezzo.”   Gioielli scomparsi…In seguito  pesando quelle parole  mi venne a mente un caso  di  sequestro . Quello  della bellissima avvenente  Jeannette  May,  baronessa  von Rothschild svanita nel nulla,   nella  tormenta di neve tra i monti sibillini….   Ma tornado  in quella stanza replicai :  Beh   visto che lo sapete perché  me lo chiedete allora  ? ” Solo per verificare , mettere   alla  prova il tuo grado di riservatezza Franco . Una pura formalità .  Abbiamo capito  quanto  tu sai  essere riservato,  segreto ” In  quel momento , due  di  quelli che mi erano stati presentati  come  gli eventuali  candidati  successori  di  Tito ma che ai mie occhi   apparivano solo come  suoi meri  esecutori, insomma  fattorini, privi del suo carisma del Maresciallo ,     guardandomi  sempre  con quella mi mi pareva essere una  eccessiva   considerazione , consegnarono  al gentiluomo Inglese un rapporto.  Quanto bastò a me per leggerne l’intestazione dalla  copertina rovesciata  . Lo anticipai traducendo  io . Signore , posso.. cioè , si  io   dispongo del punzone con cui posso  marchiare l’oro .” Anche  battere moneta  del tuo  lontano  paese  Maestà.” disse Maclean .  “Qui sei meno distante .”  Annuii.   Questi signori sapevano  davvero tutto di me . Io di loro molto meno, o  praticamente nulla   giacché  le mie previsioni le avevo lasciate abbandonate  su quel molo a Trieste, da cui ero partito.  E  tutti quello che mi stava accadendo non era quello  che mi sarei  immaginato , che avrei previsto  . Tesissimo.. mi alzai annunciando  per assentarmi , per  andare  un momento  al  bagno. Scattarono  tutti   in  piedi sorridendo tutti,  sull’attenti .  Maclean pi lentamente fissandomi profondamente . Io feci lo stesso . Dicendo loro : Nel frattempo spero  di non avervi   dato una negativa impressione signore  … ” Al contrario  Maestà o se preferisce, agente K-626 .” Mi sentivo come quando  Pu Yi quando rientrava nel suo palazzo ma ancora non sa  la sua  fine….Per me nel mio  piccolo mondo  di allora,  il cosiddetto  Palazzo era il palazzo Giustiniani Maltarello a Vicenza.  Altri palazzi proprio  non ne conoscevo. Manco la  favolosa Regia dove aveva studiato mi padre  avevo io mai visitato. Me la rimproverai  un poco sta ignoranza .   Mentre rientravo in  sala  poi i miei pensieri cominciarono fortemente  a  martellarmi .  Potevo sentore i mio sangue pulsare . Quei pensieri correvano come lapilli   C’era la   Sardegna, il mare  le basi   segrete del nord  est. Il cane Lux regalato ad Tito a mio padre. Le sorprese erano tante. Ero certo di essere stato selezionato per la missione? Che sarei rientrato vivo da quell’incontro?  Tenevo sempre la  foto  di Lux con me . Dissi  fra me e me :   Dolce e fiero Lux, dovunque tu sia  aiutami tu !     Evidentemente si erano accordati in mia  assenza . La riunione era finita.                                                                                 Al congedo da quell’incontro,  il saluto fu del tipico modello militare.  Era  un ordine….  mi ripetevo, dopotutto. Dato a un subalterno quadro.  Davanti a un ordine non puoi  disobbedire, non puoi  dire di no alla Patria Franco  . ” L’Italia,  quella  fino ad  allora, da me conosciuta è uno Stato loro.   Per di più Suddito” . Ripetevo fra me e me mentre i motoscafo mi ri-depositava sano e salvo nel molo a Trieste .  Come è cambiata da allora la mia percezione  . Come era verde la mia valle …                                                                         Ecco  comincia qui la mia Operazione Goldfinden.     

 Ricordo che su un punto in cui  mi ero preparato  ebbi a chiedere a Maclean : Uno dei  7 sosia di TITO  o  il  Russo che  prese il suo posto suo per un certo tempo  ossia   Nikolai Alexandrovich LEBEDEV (1914 – 1942) generale sovietico dell’Armata Rossa, di etnia russa .   Quasi un  suo  sosia  che prese temporaneamente  il suo  posto,  nello  stesso periodo  in cui  Tito  sembrò sopravissuto a due  attentati . Nello stesso tempo Tito  era  scomparso  per quasi tre mesi.   A spiegazione  di questa sostituzione sir Maclean   mi  rilasciò  la   dettagliata spiegazione senza tuttavia  chiarire alcuni dettagli importanti che io no ebbi coraggio approfondire. 

LA RELAZIONE DI MARIAN MARKULO                                                                                         Marijan John Markul  era  nato a Livno nel 1909. Migrò negli Stati Uniti nel 1936. Prestò servizio nell’esercito americano per due anni,  durante la seconda guerra mondiale nel 1944.  ricevette  la cittadinanza americana  .

Un rapporto dell’FBI, Los Angeles, 20 aprile 1955, menziona  una sua spontanea l’affermazione secondo cui egli  ” per  fede profondamente socialista”  desidera  fornire informazioni che potrebbero essere importanti per la sicurezza degli Stati Uniti” avvisando che  il  leader  che loro pensano sia, in realtà non è . 

Nella  nota redatta  oggi  desecretata  apparve che durante  la  deposizione  resa  agenti dell’FBI  egli  provò  che rientrando   in Jugoslavia nel 1953 ,  incontrò Tito in due occasioni. Il primo incontro durò circa un’ora, e notò che il maresciallo Tito aveva cinque dita per mano e non. 4  . Quindi che salvo che quello fosse un sosia del premier utilizzato per questi incontri,   pur  essendo uguale a lui ,  non era  dunque  lui. A lui non era sfuggito  questo particolare 

Markul afferma che il vero Tito ha perso il dito medio e l’indice della mano sinistra. Aggiunse che Tito, con cui parlò nel ’53. era educato e suonava molto bene il pianoforte e tirava di scherma . D’altra parte, il vero Tito non era istruito e, per quanto ne sapeva Markul, non sapeva  affatto suonare il piano.

Markul era con la moglie Ingrid e il supposto Maresciallo li trattò con freddezza. Markul parlò dei suoi dubbi con Alexander Rankovic , il capo della sicurezza Jugoslava (‘OZNA)  e stretto collaboratore di Josip Broz Tito, anche vicepresidente della  Jugoslavia dal 1963  al 1966 e uno dei quattro uomini più potenti di tutta la Jugoslavia dell’immediato dopoguerra.

Tra l’altro Markul sosteneva che Josip Broz era alto circa 180 centimetri, mentre questo “falso” era alto solo 160 centimetri. Markul ha anche detto che l’uomo che gli si presentò come Tito negli anni cinquanta parlava con un leggero accento russo e che parlava piuttosto piano. Il vero Tito, viceversa   parlava con decisione e durezza.

Anni dopo  al momento delle elezioni  figlio del leggendario Tito , Žarko Broz  disse  chiunque vincerà non sarà buono .  Poco dopo  quella Jugoslavia che  per anno Tito era riuscito a salvare dalle ingerenze e dalle lotte interne, cessava di Esistere.  

Anche da fonte :

«Un generale russo fu il sosia di Tito»

Nota: K-622 ha comunicato che non metterà a disposizione i suo orecchi musicale assoluto per effettuare una perizia fonica su spezzoni voce del primissimo Tito comparati co  registrazioni di discorsi  pubblici successivi. 

https://www.marieclaire.it/moda/look-star/a39462675/tesoro-russi-romanov/

OPERAZIONE GOLDFINDEN : DA LICIO GELLI A TITO.  LA MISSIONE 

Il definitivo accordo  di restituzione del metallo, come  della consegna  e per  presa in lavorazione  dello stesso in Toscana fu raggiunto solo nel 1986 .  Mentre  l’ inizio della  missione   diviene  operativa   nel  1988 .   

DUE   DELICATISSIME OPERAZIONI CORRELATE In quell’anno  il Molosso,   fu contestualmente  infiltrato in una spericolata  operazione   super coperta concertata dai servizi segreti, l’OperazionePirati Barbareschi,  dove K- 626   si fece carico di sganciare  un fake  per fermare i sequestri  ormai divenuti  incontrollati degli industriali.   L’operazione scattò allorché nel corso di trattative  si fu certi che  erano stati individuati ed  incarcerati i custodi calabresi del giovane vicentino rapito  a scopo di riscatto,  Carlo Celadon .  Operazione , inizialmente partorita per scoraggiare i sequestri di persona incoraggiati dal favorevole cambio  con cui i denaro dei rapimenti veniva riciclato presso la  Banca Rasini di Luigi Berlusconi a Milano in un rapporto dove a un  miliardo, veniva corrisposti 200 milioni “puliti” . Facendo leva sui  sentimenti di amor patrio  e sapendo bene che cosa significasse essere rapiti, il Molosso accetto la nuova operazione.   

FINE DI UN EPOCA                                                                                                                                        “Per il gen,Paolo Moci  ad Arcore quelli, visti i successi   riscossi  dai  continui rapimenti  non si fermavano più.  Bastava stare dietro  lo sportello della banca ed aspettare . E non c’era più un  modo per fermarli.  Tra i sequestri e  la riconversione  del denaro  in eroina ecc .  Come   preventivato da Falcone, i  beneficiari  di  quel denaro  estorto  a una vecchia aristocrazia stagnante  e ad una  imprenditoria   rimasta  alla finestra  in un suolo perduto,  sarebbero divenuti un mix  di  micidiale. Un  potenza  mondiale .     

Da quel momento ”K-626 ”  per i veri addetti ai lavori,  diverrà  il definitivo  nome alias  in codice del Molosso.

 FU UFFICIALE di COLLEGAMENTO   nello stretto   contatto delle operazioni undercover tra il  giudice Giovanni Falcone e  la missione segreta  del  commissario Elevetico Fausto Cattaneo,  principale protagonista  delle operazioni Mato Grosso e Pizza Connection   l’agente undercover  a cui K-626 per impressionare l’ élite” del traffico internazionale di droga, i grandi boss della mafia turca dell’eroina e i baroni colombiani del business della cocaina.  prestò le  sue auto utilizzate dal Commissario alias ”  Bertoni ”   che a seconda delle occasioni  veniva improvvisato industriale,   finanziere, contabile , body guard   autista .  Poiché mancavamo di un’organizzazione e di risorse adeguate, spesso dovevo improvvisare per perfezionare il mio travestimento. per impressionare   sui trafficanti talvolta, prestò  le sue auto.

 Sopra la Rolls Royce  Gialla del  film  di  Anthony Asquith di  Lord Charles Frinton  Passata di mano da un   ricco gangster italo americano  che la acquista  per visitare l’Italia in compagnia dell’amante, l’auto seguendo i passaggi  di proprietà   segue gli eventi bellici della ex  Jugoslavia1941, durante l’invasione tedesca della Jugoslavia l’aristocratica Gerda Millett, americana conservatrice, vede requisita la Rolls-Royce dal partigiano Davich, con il quale stringerà amicizia. Dopo essere sopravvissuti ad un attacco aereo la donna vorrebbe continuare ad aiutare il partigiano ma Davich la convince a tornare negli Stati Uniti dove può raccontare tutto quello che ha visto e garantire il sostegno al popolo oppresso.

FAUSTO CATTANEO  FALCONE CARLA DEL PONTE . Falcone  attraverso i confidenti  di Cattaneo si era imbattuto  nell’oro rubato agli ebrei . C’è ne sarebeb stato anche per lui . Ma Falcone non era  in vendita.   Le  avventurose, audaci  rischiosissime  operazioni del commissario Cattaneo che  per Pizza Connection collaborava segretamente  con il magistrato elvetico presidente del Tribunbale Cantonale  dr.  Plinio Rotalinti , parente del giornalista ucciso  nel  Castello di Castro,   dopo l’ordine di uccidere  ad ogni costo  Giovanni Falcone(sospeso  solo  perché  in quel momento non si sapeva da che parte si schierasse la magistrata  svizzera in trasferta ).    Per cui le indagini di Falcone,   furono avversate  ed archiviate tutte dalla medesima procuratrice svizzera Carla Dal Ponte. .

QUANDO LA CORRUZIONE   ALLE MAZZETTE PREFERISCE L’ORO  Doveva essere l’ultima indagine   personale, segreta  questa  del commissario Cattaneo allorché ’agente Svizzero venne abilmente  fatto cadere  in disgrazia  così subendo ogni genere di calunnie e perdendo la sua privacy familiare.  Assolto ne uscì provato anche perché la posizione del collega suo detrattore, fu solamente ” archiviata”. Quindi  esattamente come nel processo in Italia,   saranno   svolte indagini   per  risalire alla   regia che guidò i   le azioni  dei  poliziotti depistatori  che tradirono Borsellino.. non furono  volutamente svolte indagini .  Quanto al suo fedele amico, il  giornalista,  cronista  della  RSI, parente  del procuratore svizzero Rotalinty,  malgrado  l’aiuto protettivo  che Fausto  Cattaneo riusciva  nascostamente a girarli attraverso  amici del SIC rimastigli fedeli , sventati alcuni tentativi  di ucciderlo che i giornalista aveva dettagliato  non solo a Cattaneo ma anche  all’archeologo Marizio Tosi,  Sidney  finì “scivolato”  buttato  giù dal castello  di Castro una notte di pioggia . Anche qui è evidente che  fu  perentorio l’ordine di non indagare  sulle presenze dei Killer giunti  a Castro per ucciderlo e di fare  passare la sua morte come un suo ” gesto estremo”.  Nell’inverno  2020 , a Verona,  Arnaldo La Barbera, responsabile del “dopo Falcone”,  evidentemente sapendo in anticipo  che  Mario Timbal  il figlio dell’ avvocato e della magistrata Carla  Del Ponte,  sarebbe  assurto all’informazione col ruolo  presidente  RSI , mi chiese se   riprendendo  il  mio alloggio  svizzero di  via Canevascini presso la RSI , potessi piazzarci  e alimentare delle telecamere direzionali intelligenti a riconoscimento  corporeo allo scopo  di  meglio   carpirne le abitudini.Mi avrebbe firmato lui un incarico scritto . Ma i pretendevo una delega dall’AISI Non accettai i nuovo incarico senza una delega ufficiale. Mi avrebbe firmato lui un incarico scritto. Non bastava. Lo indirizzai ad altri più prossimi tecnici a Milano -Lugano . Oggi sono più propenso a credere che lo scopo fosse trovare una finestra dove avrebbero potuto appostare un killer per uccidere il figlio della magistrata,.“Ben  facesti tu nel 1988  a toglierti di dosso quell’oro. Ora a  QUESTI   (intendeva dire per l’intera famiglia Timbal -padre figlio e la magistrata Carla  Del Ponte che  nel 1992 come, anche per Sidney Rotalinti , sulla pista dorata era  entrata nel mirino dei sospettati  di  Falcone che la riteneva principale mandante sabotatrice anche del suo attentato e che  considerava seduta  al  vertice della cupola  Quell’oro che ha coperto,  glie lo leveranno di dosso il  Mossad  per via delle pretese dei nipotini eredi ebrei .  

 L’ultimo  successivo incontro fra me e  Arnaldo La Barbera  avvenne poco dopo a  Verona. Ci trovammo  presso il parcheggio   Bauli, sempre in presenza del mio doppelganger  Nenad  Rankovic  e del mio autista.  Tutti mascherati . ERa legale mascherarsi dopotutto .Arnaldo che aveva preso il mio  sosia guardia spalle,  pure vestito come me,  per me , visibilmente prostrato gli disse : Ho il cancro Franco .  Replicai io :    Hanno  dunque  irradiato anche te con ste  valute,  l’oro radioattivo  [dopo l’agente  R.I (omiss)]  e  dopo la  la Imane Fadil …

https://www.ilmessaggero.it/italia/caso_ruby_testimone_morta_imane_fadil-4363816.html

Alla fine   hanno fottuto anche a te  eh vecchio Arnaldo?

Neschuno ma  fott a me”!   Rispose.

 Mi sono fregato da solo e a  fottermi,  tacendo,  sono stati i  tuoi bacia banchi  traditori veneti. I criminali  leghisti  Verona. L’ amico dell’Achille  Variati.Chi ? Si insomma  dicci chiaramente chi ?   Dai che sai  di chi parlo …il marito  delle tua amica  ( capimmo che intendeva il sindaco  di Verona  Flavio Tosi attraverso attraverso la di lui moglie. Sapeva perfino che essa aveva visitato casa di Giulietta in  Anfiteatro-Tosi e  il suo vicesindaco. Entrambi  sotto processo per associazione mafiosa nel  traffico di rifiuti tossici, poi  finito  con condanna a servizi sociali  alternativi  per il  vicesindaco  di Verona. La  seconda  volta  che un  suo dirigente della monezza   finisce dentro  per le morti  di cancro alla monnezza ).

  Sono entrato in contatto con quei maledetti bidoni radioattivi del tuo paesano  Arrigo Abalti( Fondatore TVWEB)  . E loro : zitti.  Ah l’oro nero!  Esatto. Mica me lo avevano detto loro dove li avevano interrati. No,  non dovevo fidarmi di loro. Maledetti.  Dovevo fidarmi di Carmine Schiavone di Perrella che so che  hai  incontrato con quello dell’osservatorio Antimafia  a  Verona, giorni fa. . Non di loro.  Ma Come fai sempre a sapere tante cose  su di me Arnaldo?   …. E su altre , su me,  sbagliare clamorosamente?  Lui al solito, messo alle strette non rispondeva .   Ma mi consegno  un mappa mentre ci guardava con l’altra mano sempre  in una tasca.  Mappa  che  sparì  poco  dopo nell’altra tasca dell’impermeabile . Segno che   ci aveva ripensato. Magari di  darla a qualche altro . Dopotutto quella non mi pareva la  mappa di dove  lui potesse aver seppellito la  super ricercata cartella di Borsellino prelevata durante la sua  elimininazione .     A ognuno  le sue precauzioni dopotutto . Giusto per non smentirsi mai… Era la mappa dove hai nascosto i soldi , l’oro dissi senza mai  togliere lo  sguardo dalla  altra mano che aveva in tasca.  Da quella posizione avrebbe potuto  freddarci  in un nano secondo tutti.    Era senza  forze quell’uomo .  Irriconoscibile .   Ma certo   pensai che probabilmente  un po’ ne stava risparmiando qualora avesse dovuto  schizzare  qualche impulso  in lui.      Mai come in quel  giorno fui felice che ci fosse molta gente  presso il   Bauli., no lontano da  noi . E   dovetti averlo guardato  davvero con sospetto, sebbene senza aprire bocca  perché  lui  dicesse :  Senti  Franco, lascia che ti  spieghi e che dica che mi dispiace per il depistaggio di cui sei stato vittima  e che ti è accaduto E  di  come non aver potuto muovere  comunque un  dito in tua difesa. Ma i Madonia sebbene non se la passino più tanto bene hanno giurato di farmela pagare . Li poi  in Anfiteatro dove anche li  tu sei Conservatore  ( alludendo il denaro dei sequestri sbolognato  fatalmente a  Piddu Madonia) Li ci hanno buttato soldi che avanzano . Ma vedi che  con  le ville abusive che ti hanno  costruito  dentro l’ anfiteatro ci siamo dentro tutti  fino al collo. Sbagli,  gli dissi . M a diretto  lui subito  si giustificò  dicendo che depistaggio era stato  favorito non da lui  ma  addirittura  organizzato, ordito su me dai ROS .A suo dire,  portato avanti  dai due marescialli  di Arcugnano -Brendola  coinvolti  del depistaggio per peculato ed omissioni varie) Secondo le comunicazioni intercorse, sottoposti al gen. Subranni  e  stante la regia estorsiva  da me denunciata . Subranni , secondo lui  la poteva avere portata avanti assieme ai suoi figli, :  Ennio (ROS) , Danila con  l’on. Angelino Alfano coinvolti con anfiteatro.  E vabbeh…  Tutti siciliani doc insomma !   Nel 2020 morì Ennio Morricone . Il  suo brano  Il clan dei siciliani  che  mi ronza in testa,  resta un opera d’arte musicale immortale ! Scacciaensieri e note  finemente tessute   durante la progressione dell’armonia del brano  classico a 4/4.

Giova a dirlo che durante l’estorsione ai miei danni , nel  complotto del Sindaco Paolo Pellizzari per meglio terrorizzarci,  lui prova ancora ora  a destoricizzare l’Anfiteatro Berico  al fine di cementarlo senza difficoltà  senza più ostacoli , quel sindaco e  mi mandò davanti un suo intermediario a nome del ministro Alfano.  Quindi  la magistrata Orietta Canova a cui con dovizia di particolari denunziai pressioni , minacce  dichiarandomi  per ben due volte pronto a collaborare per accertare  se fossero  vere o meno  le pressioni del ministro costruttore Alfano, ebbene …  non è ancora  intervenuta. E per l’appunto è  a tutt’oggi strano che  nessuno di loro si sia fatto vivo smentendo. La vedo male comunque  per i due marescialli premiati dal sindaco alla  fine delle  numerose omissioni denunziate. O  se non per loro vite,  per quella  del  gen. Subranni . Pensavo  a queste cose mentre  guardavo lasciando parlare Arnaldo .Senza parlare . Comunque quella fu l’ultima volta che  incontrammo  Arnaldo La Barbera.  Al congedo, le sue ultime parole, a fatica, tremolando tenendomi per un polso e sempre  mantenendo  l’altra mano dentro la tasca dell’impermeabile,  mi disse :  Franco , se mi succede che muoio,  quello che non sanno ancora è dove ho depositato istruzioni . Gli chiesi:  Arnaldo, non  è che hai una minuscola fialetta nel polsino vero? … Dai ora basta giocare ! Disse . Orbene  temo pure per mia moglie e mia figlia  funzionaria della presidenza del Consiglio.   Grazie  se fin da ora  potrai fai qualcosa per loro. Ti ripagherò. Sai bene che nulla voglio Arnaldo . “E’ stato comunque bello …. Addio  Franco”  

Fonti citate : ‘Ndrangheta, arresti a Verona. Nella stessa inchiesta ..Rai.it

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23 giu 2016 — … associazione mafiosa? È a conoscenza, come emerge dalla stampa, che in Calabria alcuni personaggi che la polizia giudiziaria ritiene …

‘NDRANGHETA A VERONA: arrestati l’ex presidente di Amia …

primoweb.it

https://primoweb.it › ndrangheta-a-verona-arrestati-lex-…

5 giu 2020 — I reati contestati, a vario titolo, sono associazione mafiosa, truffa, riciclaggio, estorsione, traffico di droga, corruzione, turbata libertà …

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https://www.ansa.it › Politica

4 giu 2020 — I reati ipotizzati nell’inchiesta, a vario titolo, sono quelli di associazione mafiosa, truffa, riciclaggio, estorsione, traffico di droga …

Verona, condannato per corruzione Vito Giacino. Fu il vice …

Il Fatto Quotidiano

https://www.ilfattoquotidiano.it › 2014/12/22 › verona-…

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Report inguaia Tosi, ‘a cena con la ‘ndrangheta’ – Politica

ANSA

https://www.ansa.it › Politica

8 apr 2014 — … associazione mafiosa. Ranucci racconta che la cena fu organizzata da Katia Forte, consigliera comunale della Lista Tosi . A capo della …

Appalti, destra e pistole. Ecco la ‘ndrangheta veneta

Domani

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28 ago 2023 — I segnali di una presenza mafiosa in Veneto con epicentro Verona erano visibili da tempo. Se solo la classe dirigente della destra che ha …

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La ndrangheta a Verona: una pioggia di condanne 30 anni …Il Gazzettino

https://www.ilgazzettino.it › Nordest › Verona

2 mar 2023 — VERONA – In provincia di Verona ha operato un’organizzazione di stampo mafioso … di corruzione e condannato a 2 anni (senza aggravante mafiosa).

OPERAZIONE GLODFINDEN 

Predisposta per rendere autorevole il Molosso ne venne  infine utilizzato i livello di autorevolezza  assunta per le trattative  finalizzate al rilascio  ostaggio vicentino  Celadon. Il Molosso rinunciò alla restituzione anche
parziale di tutto l’oro di Famiglia,
 chiedendo che l’oro o i proventi
generato dallo stesso fosse distribuito alla popolazione Jugoslava.

OPERAZIONE LEZIONE” REGIA DI VITTORIO MANGANO DA ARCORE

PER NON DIMENTICARE Alcune considerazioni  su protagonista 

Se con l’operazione Goldfinden la missione Pirati Barbareschi confondendo le carte ai malfattori , con la discussa liberazione di Carlo Celadon, minò  i rapporti fra gli addetti alla  l’industria dei sequestri,  la certezza di farla franca. Così le rappresaglie per K -626, non si fecero attendere .

Anni ’90 Spedizione punitiva “lezione ”: una sparatoria in Riviera Euganeo Berica in cui il Molosso ebbe la meglio, azione ordinata ad Arcore dal sicario convivente col cavalier Berlusconi da  villa Giulini Casati Stampa, il Vittorio Mangano. Nelle spedizione punitiva quattro attentatori si scontrarono con la scorta del Molosso. Conservatore colpevole di difendere le bellezze immobiliari e paesaggistiche dalle ondate del business della monezza e dalle relative cementizzazioni abusive , tra Arcugnano e la Riviera Euganeo -Berica.  L’attentato fallirà. Al Molosso, per rappresaglia poco dopo sarà fatto scomparire il figlioletto di 2 anni e mezzo allorché legalmente, l’avvocato di Berlusconi, incredibilmente, riuscìrà a fare cancellare dal registro dei nati il nome del bambino .

Nella Foto :  il presidente di Amnesty International, Estela  moglie del vicentino Carlotto, Franco  Alessandro Malosso  Maltarello  von Rosenfranz , a Milano durante un convegno di Amnesty inerente alla formazione  di una Banca dati  DNA (nonne di Plaza De Mayo)  dei bambini scomparsi a scopo di estorsione -ricatti, vedette politiche.  L’epoca è quella del film Garage Olimpo .

Il Molosso  in quei giorni aveva  in attivo   perizia di accertamento  vocale  su lui –   durante    l’ennesima  cattura  del Torturatore  Argentino  col .Olivera. falsamente iscritto alla loggia P2 e   incredibilmente rilasciato  dalla Magistratura italiana che lo aveva  fermato all’aeroporto di Fiumicino così disinnescando tutta l’opera  di rintraccio del soggetto. 

Cancellata la paternità , il legittimo padre resistente sarà condannato come sottrattore  di una fantomatica ” PERSONA “incapace”  A quel punto non fu più possibile ne conveniente intervenire e rintracciare il piccolo attraverso l’Interpool .Franco collaborò a rintracciare alcuni bambini rapiti attraverso un banca dati DNA di bambini rapiti Da allora ne sono stati ritrovati pio di 100. .Del suo figlioletto però si persero per sempre le tracce . Di seguito a ciò la sia compagna si uccise.

Rapimento del piccolo Molosso

NOTA : Ulrich von Hassell non va confuso con l’on. Kai-Uwe von Hassel ex interprete per intelligence militare (Abwehr )sotto l’ammiraglio Wilhelm Canaris . Nella nuova cancelleria tedesca VH fu  presidente del Bundestag  perdendo un figlio, Joachim von Hassel, aviatore navale e Oberleutnant zurnel, precipitato, pilotando il Lockheed F-104 Starfighter  . Gli Starfighter tedeschi evidenziarono un tasso di incidenti allarmante, in quanto 292 dei 916 totali si schiantarono  al suolo , causando la morte di  ben 115 piloti.

Curiosità : battuto a terra, in velocità da Villeneuve su una auto monoposto italiana Ferrari per ben tre volte, l’F-104 fu definito da Ettore Malosso “un fabbricante di vedove” mentre dal suo parigrado tedesco Bubi  Hartmann, “Bara Volante. Viceversa    gli italiani , gen.  Paolo Moci  capo delegazione, in USA alla valutazione del velivolo Lockheed F-104G Starfighter  , il  gen. Giorgio Bertolaso   non ne  consigliarono  l’uso anzi dichiarandolo aereo affidabile. In seguito a questa valutazione esplose il disappunto dell’on. von Hassell a cui fecero seguito nello scandalo dei velivoli C130 le rivelazioni del Senatore USA Frank Church con la messa in acccusa per corruzione del presidente DC vicentino Antelope Cobbler , alis cifrato di Mariano RumorV.H. morì all’età di 84 anni, quando subì un infarto durante la cerimonia che gli conferiva il  Premio Carlo Magno

INVECE il padre dell’ARCHITETTO ROBERTO VON HASSELL ? Fu nientemeno che ambasciatore tedesco i Italia Ulrich von Hassell come W. Canaris , Von Stauffenberg ecc , fu dichiarato reo di aver “tradito” gli sforzi di Elena Capito in Bechstein.

L’ ORO DI HITLER GESTITO DA JOE ADONIS DALLA SVIZZERA A VICENZA

Il mondo per un ristretto cerchio di persone a cui , volenti o nolenti, si appartiene è più piccolo di quanto si immagini. Quell’oro che maneggiava il più grade distributore di Coca Cola e GingerAle era l’oro svizzero accantonato da H. Hitler ed Heinrich Müller contenuto nelle cassette di sicurezza svizzere . Ad Adonis, fra i tanti affari che i discusso imprenditore intratteneva, esso era giunto in possesso attraverso il geniale membro dei commandos, Ian Fleming che con la mediazione di Lucky Luciano, permise anche di pianificare la fuga del cancelliere tedesco. e stretti collaboratori . Fuga pagata profumatamente con la cessione di conti al portatore svizzeri, così assicurando loro il corridoio di fuga Autorizzato nell’accerchiamento a Berlino e da li fino in sud America, verso quel rifugio che doveva essere stato di W. Canaris se quest’ultimo non si fosse schierato nel mancato attentato a Hitler . Un oro che avrebbe continuato a contribuire indirettamente alla crescita delle città vicentina legata al primato delle lavorazione mondiale dell’oro. Ma Joe Adonis, l’unico che apparentemente non temeva di finire nelle tracce dei servizi e di affamati cercatori di quell’oro. Morì in circostanze misteriose mentre si trovava ad un interrogatorio di Polizia.

OPERATION GOLDFINDEN – CELADON -PIRATI BARBARESCHI L’ oro mancante sottratto a Pietro di Jugoslavia non fu mai completamente restituto a Tito. Ma tra accordi intercorsi con i successori del leader Jugislavo, tra il 1986 e il 1988, malgrado alla consorte spettasse di essere interpellata sulla vicenda del metallo, dalla Svizzera non fu più corrisposto il congruo compenso pattuito quale interesse a quella partita d’oro prelevato e depositato in Svizzera da Licio Gelli – Furono così successivamente pattuite nuove modalità in quanto non era conveniente mantenere colà i prezioso metallo infruttifero. Quindi offerto parzialmente al discendente della corona di Macedonia con alcuni accordi che sarebbero stati garantiti con la vita dall’ultimo discendente.

Morti i soci in affari Lucky Luciano e Ian Faming , morto Joe Adonis, quel colossale smercio, il flusso di pesanti di ingotti oro, oro proveniente da una storia millenaria, in gran parte, di provenienza dall’Impero persiano di Alessandro I ” il Molosso” , scambiato ed ingrossato dai georgiani in seguito alla rapine a banche dello Zar, da parte della gang dedita a dell’ex seminarista don Iosif Stalin , con la morte dei protagonista il cammino di questo oro sembrò fermarsi assieme agi accordi di amico .nemico di Stalin : TIto Broz.

Nella foto  sopra Stalin dal 1894 al 1899 frequentò il seminario teologico di Tiflis. Alcuni  lingotti appartenenti a Pietro di Jugoislavia , presumibilmente scambiati con  quelli del  suo Regno. Si scoprì che provenivano originariamente  povenissero  da  rapine a banche russe dello Zar o messe al sicuro da quest’ultimo duramte la rivoluzione.  A conforto finale di questa tesi  furono ritrovati con queste tipiche  punzonature a villa Wanda  nella disponibilità di Licio Gelli ex Agente dell’OVRA  per il Governo Italiano .

Tentativi di smerciare quell’oro fermatisi con la morte di Joe Adonis nel 1971 faticano a riprendere giacché lui non lascò istruzioni. Si tratta di un mondo che può chiuderti in una bussola e lasciarti li a decantare fra quelle due porte. Un mondo, quello delle lavorazione a Vicenza che parla una sua lingua codificata in dialetto esclusivamente vicentino. Fra quelle due porte di vetri blindat che resistono a un a357 magnum è diffiicile che tu entri in un laboratorio se non sai rispondere a qualche precisa domanda purché dialetto. Quando riprendono le importazioni ? Pressapoco nel 1977 . Franco von Rosenfranz uscito dal collegio vescovile, riceve in addestramento adatto a non essere rapito in Sardegna oltre a quello del suo maestro di Judo cittadino (Piccoli) per un totale di ore ben superiore a quello del suo maestro di Tennis alla ex GIL (Sartori). Operativo per compiti di Polizia Militare, quasi contestualmente , alla sua seconda missione prese a investigare per conto del Col. Paul Tate lavorando  anche come detective per una notissima rampante agenzia investigativa a Vicenza. il Molosso  che si  dividerà anche in seguito  la sua vita  tra la UCLA a LA  studiando  arrangiamento musicale per il cinema   ma anche  per perfezionarsi nelle telecomunicazioni satellitari e intercettazioni , oltre che al caso  Sharon Tate . Li fu contattato dall’imprenditore Bancario Svizzero R. Mayer con il figlio, desideroso di avviare una forma di forniture di oro improduttivo da trasformare in conto lavorazione. L’affidamento avvenne sotto l’egida del Titolare dell’agenzia . I campionari da realizzare nelle fabbriche di oreficeria Balestra (le cui vicende trovano epilogo finale nel 2011 / Crack e con le accuse di commercio “in nero” per 14 tonnellate) anche questa volta l’impresa non ebbe a decollare . Di li a poco il titolare delle investigazioni  G.M. morì.

RESTITUZIONE DELL”ORO RUBATO AL REGNO DI JUGOSLAVIA Tra la fine del 1986 e il 1988 fu deciso perciò di immettere nel mercato un gran parte di quei lingotti e di trarre utile con contratti di lavorazione a lungo termine. Da qui il nome alla operazione di importazione .L’oro riconducibile alla famiglia reale macedone fu però completamente rinunciato dal suo ultimo erede Molossiano in cambio di alcuni accordi speciali . Per il trasporto fu basilare l’apporto coperto del faccendiere Svizzero -Arcugnanese M.P. deceduto in seguito al  suo rientro dall’Africa   per  circostanze che una autopsia non ha mai  del tutto chiarito.

REIMPORTAZIONE   DEL METALLO  DURANTE LE CRISI POLITICO SOCIALI L’ultimo dei Molossi divenuto ormai maggiorenne si fece così garante di importare quei metalli preziosi facendolo transitare in territorio italiano, da  se non  invuato in conto lavorazione  per fruizione  per buona parte, da Firenze, Arezzo, Bari e poi per Mare, raggiunse quel porto natio Jugoslavo da cui era stato sottratto nel l’aprile del 1941.

Potendo fornire queste operazioni come esca per entrare in contatto con chi custodiva le posizioni del giovane ostaggio italiano Carlo Celadon. L’operazione camuffata GoldFInden fu ideale per permettere al Molosso di svolgere la missione Operazione Pirati Barbareschi Elevate contestazioni per violazioni valutarie in materia di importazione o transito di quel metallo prezioso per l’Italia, penali e civili, quindi l’ evasione in materia di reddito ed IVA ( anche se alla fine i collaboratore di Giustizia e noto faccendiere internazionale  Arcugnano-Svizzero  M.P. l’uomo che materialmente aveva agevolato l’operazione segreta di importazione. In seguito, al fine di scagionare l’operato del Molosso in quanto aggregatosi ai sui spedizionieri per mere ragioni di servizio, MP denunciò anche al ministro delle Finanze Rino Formica avendo dimostrando che le imposte sul transito del prezioso metallo di Tito come per quello delle SS, lo Stato Italiano avesse a valle dell’operazioni,recuperato comunque l’IVA ( Rino Formica fu teste testimone con Steve Pieczenik, consulente CIA del Dipartimento di Stato americano, inviato in Italia per sostenere il ministro degli Affari Interni Francesco Cossiga. Pieczenik a sua volta fu l’ideatore della falsa notizia che nel Lago della Duchessa vi fosse stato il cadavere dell”on Moro rapito da elementi dei Servizi Segreti ) . Sia questo depistaggio, come l’idea di addossare la colpa de rapimento alle BR , come le l’operazione Pirati Barbareschi e Golfinder condotte da K-626 ( Il Molosso) ebbero per interlocutore al corrente di dette segretissime operazioni, lo stesso Ufficiale Superiore dei Carabinieri in seguito divenuto comandante superiore all’ AISE .Successivamente , due collaboratori del Giudice Falcone. 

ARCUGNANO: QUELLE OPERAZIONI DI FALCONE SOSPESE A K- 626 Sempre lui fu quello che chiese di sospendere in Anfiteatro Berico di Arcugnano attività contro le manovalanze del Clan Madonia, suo cognato del cognato ed altri . Attività che furono segretate per ben 32 anni . Nel1992 e nel 1998 Causa:  l’impresario edile  e presunto  colpevole  della ideazione della politica stragista  di Totò Rina,  Madonia anche dal carcere, poteva rappresentare una fonte preziosa di informazioni. Inoltre sulla sommità dell’anfiteatro Berico, fu rafforzato ulteriormente il vincolo di segretezza dopo i fatti del 2009 dimostranti che il presunto killer di Falcone e Borsellino, Piddu Madonia esercitasse il suo ruolo di capo bastone- Appunto. Anche dal carcere.

LA TASSAZIONE DEL GOVERNO ITALIANO SUI METALLI IN TRANSITO Alla fine dell’esposto del MP fu dimostrato che lo Stato italiano in realtà alla fine recuperasse comunque l’imposta dal consumatore finale. A quel punto il RE indiscusso specialista di questo traffico , lo Svizzero -Arcugnanese M.P. decise di fare causa all’allora ministro delle finanze dello Stato Italiano l‘on. Rino Formica per avere ragione delle contestazIoni elevate. In effetti in fase di compensazione la teoria di MP non era sbagliata . MP  però, per ragioni rimaste mai del tutto chiarite rimasse vittima di una puntura di malaria fulminante mentre dopo aver incontrato un emissario di brillanti della Nabibia , si trovava a cercare  oro  in   Camerum.

Nel frattempo anche per K-626 la sua missione, e le le si disavventure giudiziarie non  si fermano  qui.

Contro K-626, allo scopo di tentare di vanificare la sua operazione anti-sequestri, di bloccarne l’operato e di coinvolgerlo penalmente quanto fiscalmente furono intentate accuse di auto- fatturazione inesistente.  A questo depistaggio  partecipò come subalterno i maresciallo di Arcugnano Bertradino   Naldo  dietro il cui alloggio  in stazione dei Carabinieri,  dormiva latitante   Piddu Madonia  dopo le stragi  Falcone Borsellino. 

NESSUN  AUREO VANTAGGIO PER IL MOLOSSO. CIO MALGRADO, IL TENTATIVO DI  INFANGARLO  Manneggiò fiduciariamente  e  tonnellate e tonnelate  di oro e argento preoccupandosi  che fosse restituito al suo paese.  Viceversa ed è un particolare non da poco allorché  il maresciallo  si inventò che  il  Malosso, come premio delle operazione di restituzione dell’Oro Jugoslavo  organizzate da sir Fitzroy  Maclean  fosse stato  promesso e regalato un carico di qualche tonnellata di oro che in cassaforte  venisse  conteggiato come “reddito”  no dichiarato.  Il maresciallo si inventò che  l’inesistente   metallo se  lo fosse  stato fatto  rubare lui  durate un furto  denunciato presso la sua abitazione .    Solo la sua caparbietà  di un luogotenente delle GDF riuscì  e stilando un esaustivo rapporto di servizio , ma solo nel 1989 a dimostrare che le fatture di importazione erano realmente state emesse da una soggetto clonato al Molosso per depistare su di lui attenzioni generali fastidi ecc. mediante una evidente sostituzione di persona. E no si trattava certo del suo doppelgänger   pouché la fisonomia è completamente diversa. La  presunta persona che si era sostituito alla identità del Molosso fu il rallysta Bronson, alias di Angelo Siino, accompagnatore delle uscite serali di Papa  Woityla   durante il periodo in cui  scomparve  Emanuela Orlandi  Angelo Siino . bel  processo al compaesano siciliano, il Senatore di Berlusconi, on. Marcello Dell’Utri,  venne considerato  l’ex Ministero dei Lavori Pubblici di Cosa Nostra che anche lo 007 Aldo Anghessa dI li a poco convinse a pentirsi collaborando.  

IL PRESUNTO ORO SPETTANTE AL MOLOSSO DI MACEDONIA.                                    Il Molosso fu  completamente assolto dalla congetture del maresciallo Naldo cioè dall’aver accettato dell’oro a premio. Anzi emerse che  il  maresciallo aveva deliberatamente omesso  di indagare  sull’identita’  di chi  lo avesse provatamente  derubato. Dopo l’assoluzione con formula piena del Molosso  che dichiarò di non provare astio  per lo scempio causatoli  dal sottufficiale, tuttavia,  seguì un un alterco fra lui ed addetti  serbo – macedoni di scorta, posti  a  vigilare sull’incolumità  del  Molosso che minacciarono il maresciallo . Trasferito a Vicenza, Presso la stazione dei Carabinieri  di via Muggia ( anche ex  sede Gladio)  di li a poco il M.llo Bertrandino Naldo, muore.  Anche   questo  fu  lo scenario  in  cui si  trovo  appena   trasferito da affrontare,  il col. Luigi Finelli.Con il col.Mori  fu  coinvolto a vanvera  dal maresciallo Tumino, l’artificiere che distrusse  le prove dell’ attentato  dell’ll’Addaurra  ai danni  di  Falcone.  L’eliminnazione di Falcone   era stata temporaneamente sospesa in quanto poteva trovarsi  con la  magistrata  svizzera Carla Dal Ponte, moglie dell’avvocato Timbal . Anni dopo, attesa l’avvenuta esecuzione del magistrato, la donna archivierà sistematicamente  tutte le sue inchieste Italo- svizzere  compresa quella a  carico dei  Berlusconi.  Nel disappunto, il giornalista Sindney Rotalinti  chiamandola  pubblicamente “Crudelia Del Ponte” depositaria di enormi  segreti , allarmò  gli organi di Giustizia internazionali  così  denunziando  la doppia vita della donna. Rotalinti  sarà  successivamente assassinato da 3 killer mentre,presso via Canevascini,  sul figlio delle donna e di un noto avvocato  di lugano,  di professione presidente RTS  un regolamento di conti compensato con oro a premio (il denaro  accumulato in Banca Rasini  era ormai noto che è tracciato) viene rimandato dopo essere stato sventato  per un soffio. 

MA NON C’E   ALCUN ORO IN CASSAFORTE        Poco dopo nel 1995 , in  Riviera Euganeo- Berica sempre durante il comando  a Vicenza  del Col. Luigi Finelli,  4  killer di cui  2   a lui consegnati vivi,  confessando  di essere  connessi alla FININVEST,  mancarono   un nuovo   tentativo  di  sequestro  sul  Molosso . Ne seguì una sparatoria .  2 dei 4   di non rientreranno  più ad Arcore. A quel punto il  killer  siciliano esperto  in sequestri di persona  a danni di    imprenditori lombardi, convivente  del Cavalier  Berlusconi Vittorio Mangano, condotto  ad Arcore dal senatore  dall’altrettanto  conterraneo  siciliano on.Marcello Dell’Utri ,  chiese  inutilmente di  ricevere  indietro  almeno i cadaveri dei due  sui scagnozzi . Di li a poco , ad Arcugnano( Vicenza) fra l’organico  degli addetti alle  intercettazioni  guidate  dal Molosso risultò  infiltratosi  un  pregiudicato che lo allarmò  confessando  il  vero motivo  della sua missione.  In quei frangenti,  accadde la  scomparsa del  figlioletto di soli 2 anni  del Molosso e il suicidio della compagna . Poco dopo Vittorio Mangano  dopo aver minacciato  di fare  pubbliche rivelazioni di  20 anni di collaborazione a Milano  fra, il Cavaliere, la   sua Banca di famiglia dove venivano negoziati i riscatti  dei sequestri dei Lombardo- Veneti  rapiti (  Rasini)   e  il  Dell’Utri, in  carcere,  fu  irradiato in modo da contrarre  male incurabile. Morirà   portandosi  nelle tomba i numerosissimi segreti sui  sequestri di imprenditori e nobili,  sopratutto milanesi fra cui tanti,  uccisi e annegato nel cemento  dei ponteggi autostradali , malgrado  il denaro versato   . 

CHE NE E’  DELL’ORO DEGLI EBREI ASSASSINATI  TROVATO DA FALCONE      Con la morte di Falcone , le archiviazioni della Carla  Del Ponte,  e la immediata  sottrazione dei dati  su cui  il giudice  da  confidenti  messi a disposizione dal  Comnissario elvetico   Fausto Cattaneo aveva annotato i nomi dei beneficiari dell’oro  Svizzero e quello importato in Argentina attraverso Peron, cioè quello   sottratto dai nazisti  alle più importante  famiglie ebraiche ed  a cui  seguirono ulteriori omicidi  di parenti ebrei  che  furono eliminati successivamente   affinché  non reclamassero  il prezioso  metallo. E’ questa  una inchiesta non ancora  del tutto chiusa dal Mossad che non è mai stato avaro  nel ricompensare questo tipo di informazioni . 

NELLA CACCIA ALL’ORO  NON SONO MANCATI I  DEPISTAGGI :  FORTEZZA

In realtà a Fortezza quell’oro, secondo Luis Trenker  collega del maestro vicentino del Molosso, doveva  essere  stato occultato da tempo . §Si trattava di   numerosi lingotti ,   poi in parte recuperati ma non li ma dentro bare al cimitero di Marano dei dischi dal gruppo Sicherheitsdienst che fino al 1944 erano sotto il comando dell’ammiraglio  Wilhekm Franz Canaris.

Un altro depistaggio messo in atto per stancare i cercatori d’oro, puntò sudati di clonazioni sulla  presunta seconda esistenza di Hitler Grazie a una leggenda affascinante a questo proposito ricorda molto il romanzo I ragazzi venuti dal Brasile (1978), in cui si racconta che il dottor Josef Mengele continuò i suoi diabolici esperimenti sugli esseri umani e stasse  per clonare il Führer. Esiste infatti una cittadina brasiliana, Cândido Godói, dove nascerebbero molti più gemelli rispetto al resto del mondo. Mengele scappò davvero attraverso una delle ratline, e visse per decenni in America Latina, Brasile compreso. Secondo lo storico argentino Jorge Camarasa  Mengele negli anni Sessanta visitò Cândido Godói diverse volte, e a questo punto ci sono tutti gli ingredienti al posto giusto per la leggenda: i **gemelli **erano il segno lasciato dagli   esperimenti dell’Angelo della morte, come era chiamato dalle vittime a Auschwitz.   Era Argentina la  banca che  emise valuta  in cambio di oro depositato. Valuta per sopravvivere

BIBLOGRAFIA

ALTO ADIGE, CACCIA ALL’ORO NAZISTA – 1

Pubblicato il 5 Maggio 2016 

a cura di Cornelio Galas

 Günther von Hummel: Politica – Terapia. Capire ciò che già sai: come la politica potrebbe essere pensata in modo terapeutico . CDA, Norderstedt senza data, pag. 160 – 161 

contiamoci.net Fra le Alpi austriache c’è un lago che nasconde ancora oggi i segreti dei nazisti. NOEMI PENNA 04 Settembre 2017

8.500 lingotti d’oro nascosti dai nazisti e ritrovati nel dopo guerra.Solo una minima parte del tesoro del Terzo Reich.E sulle rive del lago di Garda potrebbe essere nascosto MOLTO di più!

Una storia di avventura e mistero che dura da 70 anni…Guardate il video per saperne di più..

Tesoro composto da oltre 8.500 lingotti d’oro nascosto in una grotta dai nazisti in Turingia e ritrovato nel dopo guerra. E’ solo una minima parte della ricchezza perduta del Terzo Reich. Nei bunker sotterranei del lago di Garda potrebbe nascondersi molto di più. Nell’aprile 1945 i tedeschi vi nascosero un gran numero di pesanti casse.Il tesoro di Adolf Hitler.Una caccia all’oro che dura da 70 anni!

VICEVERSA ECCO CHE ACCADDE AL RESTO DELL’ORO POLACCO , FRANCESE BELGA E QUANTO ALLA FINE DEL SECONDO CONFLITTO MONDIALE FU DATO PER PERSO

L’Oro francese , a Parigi, disponeva della più grande cassaforte del mondo, “La Souterraine”. .

1939 con l’invasione tedesca alle porte il Belgio e Polonia affidarono il loro oro alla Francia.

L’11 giugno, con i tedeschi a 400 km da Brest,l’Emile Bertin lasciò Brest con 255 tonnellate d’oro. Fu il più grande trasferimento di oro delle storia dai tempi di Amerigo Vespucci .Fu realizzato da un’unica nave.

CAMION INGLESI E BRAVI MECCANICI SALVARONO L’ORO FRANCESE

Durante i trasbordo, i francesi non disponevano più di un numero di camion sufficienti a completare l’operazione e quelli che avevano erano troppo piccoli. Furono così ritrovati e riparati undici camion abbandonati dall’esercito britannico durante i bombardamenti per la strada di Brest . Senza di loro per Bertin sarebbe stato impossibile finire di caricare e salpare com la nave in tempo.

I SERVIZI SEGRETI DI CANARIS IN RITARDO PER DIROTTARE LA NAVE Il 17 giugno, il Maresciallo Pétain annunciò la resa della Francia. Tuttavia l’ammiraglio Darlan, il futuro presidente Francese De Gaulle decise di proseguire .

Darlan era u vero e propio conservatore dei luogjei e beni . Suo padre noto per aver tentato di d’interferire in favore di Alfred Dreyfus[2].

L’ammiraglio armò gli uomini e ingiunse a marinai, di proseguire il viaggio con il suo carico diretto alle americhe . e marina, non interruppero il carico per le americhe mentre gli agenti tedeschi piazzati ai porti pur dando le coordinat della nave, rimasero inascoltati . Anche perché con ogni probabilità i comandante avrebbe dato l’ordine di auto-affondarsi . Inoltre i portuali sotto il controllo del sindacato ebraico non ebbero no passarono i tempo la notizia ai tedeschi i modo che quest’ultimi potessero arrangiare un blitz sotto l’egida Abwehr  dell’ ammiraglio e capo del Abwehr di Wilhelm Franz Canaris

Ammiraglio Darlan

Il 18 giugno 1940, 75 navi si stavano preparando a salpare. Avevano 7 ore per finire di caricare le tre navi, la Ville d’Alger, la Ville d’Oran e l’El Mansour. I bombardamenti continuarono, una colonna dell’esercito tedesco era a meno di un giorno di distanza. Un’altra nave viene scelta per essere caricata con l’oro, l’El Kantara.

Alle 14, le navi iniziarono i preparativi per partire, l’ultima nave fu caricata in extremis alle 18 e salpò alle 18:30, poco prima del calar della notte. Di notte era impossibile navigare attraverso il campo minato marino e le reti protettive.

Durante quel periodo a Lorient, la Victor Schœlcher veniva caricata con l’oro belga e polacco. Si incontrò con la flotta di Brest, in rotta verso Dakar. Trasportando 1100 tonnellate di oro, era ed è tuttora la più grande spedizione di oro mai realizzata.

Ora, dall’altra parte dell’Atlantico, ancora il 18, l’Emile Bertin arrivò ad Halifax, in Canada. Piccolo problema, la Francia era tecnicamente nemica del Regno Unito. Alla nave fu ordinato di deviare e andare a Fort-de-France in Martinica. Arrivarono lì il 24, dopo aver superato tre navi inglesi.

Quindi ora c’erano 1145 tonnellate a New York, 225 tonnellate a Fort-de-France e 1100 tonnellate a Dakar.

A chi apparteneva quell’oro? Alla Francia di Vichy o alla Francia di De Gaulle? A nessuna delle due, apparteneva alla Banque de France, ricorda che all’epoca era una società privata.

Churchill, inoltre, era piuttosto interessato a tutto quell’oro,

Le navi arrivarono a Dakar, furono prontamente scaricate e l’oro fu inviato a Thies, un forte militare.

Dopo che le truppe anglo-francesi furono respinte da Dakar dalle truppe di Vichy, fu deciso di inviare 1100 t di oro per 900 km nel profondo Mali.

L’oro belga fu così sacrificato per soddisfare l’invasore, che lo fuse prontamente e lo mandò in Svizzera per pagare la guerra.

Dopo la guerra, la Francia usò la propria riserva per sostituire l’oro belga fuso dai nazisti.

E in tutto quel trambusto, sai quanto oro non fu più ritrovato ? 395 kg!

All’appello mancarono solo lo 0,016% delle 2500 tonnellate d’oro.

E tutto l’oro ha aiutato la ricostruzione della Francia, nei due anni precedenti l’entrata in azione del Piano Marshall.

Alla mia domanda : signor K-626 , ma insomma, allora Hitler, ammesso che non fosse Maximilian Bauer riuscì o no ritagliarsi la sua Fuga da Berlino ?

Risposta : Nella misura in cui lei in primis e tanti altri segue questa vicenda , in un certo senso si. Sa che inflazione ci sarebbe se tutti i fanatici si trasformassero in cercatori d’oro?

CACCIA AI RECUPERI DI ORO MINORI SCOMPARSI E/O RITROVATI 

Dagospia

https://www.dagospia.com › rubrica-29 › cronache › ci…

14 feb 2021 — Si tratta di concrezioni di sabbia e roccia formate sul fondo dell’ oceano e che, a quanto pare, avrebbero catturato al loro interno manufatti, …

Stavolta, il team di esploratori ha localizzato la SS Gairsoppa, nave britannica  da 412 piedi  affondata, con il suo carico di 200 tonnellate d’argento, da un U-Boot tedesco durante la Seconda Guerra Mondiale.

L’A IMMENSA RISERVA DELL’ORO  PREDATO  GIAPPONESE  Qualcuno  sembra se lo  stia godendo  l’oro del Generale Yamashita. 

https://www.goldavenue.com/it/blog/newsletter-metalli-preziosi-spotlight/il-mistero-irrisolto-dell-oro-di-yamashita

Un recente sentenza : 

“Un importo sconosciuto  non è recuperabile perché l’intera entità della ricchezza di Marcos non è nota.

 La vicenda  dell’oro   della  seconda guerra  mondiale  : Il suo legittimo ritrovatore fu rapinato e imprigionato e torturato  da Marcos. 

Morale : Penso alle parole di Franco von Rosenfranz “Asiatico -Persiano – Giappponese. …Siamo sicuri che porti fortuna a chi c’è l’ha? “

Benvenuti in  ODISSEY  https://www.youtube.com/watch?app=desktop&v=9x1LMVYlhKc

Buona Visone di questo video ! 

A cura  di  betsy.vandermeer.w@gmail.com. Brani del libro  di Franco Molosso von   Rosenfranz  e  l’Intervista a k-626 2- 2023

Uno speciale ringraziamento a Franco Alessandro Molosso Maltarello  von Rosenfranz  che ha reso possibile    questo reportage  ricco  particolari  indediti . 

BIBLIOGRAFIE E FONTI 

    1. Pero Simic “Tito – the mystery of the century”. 
    2. Peter Hoffmann : Resistenza, colpo di stato, tentato omicidio. La lotta dell’opposizione contro Hitler. 4a, edizione recentemente riveduta e integrata, Piper, Monaco 1985, ISBN 3-492-00718-X , pagina 929.
    1. Salta a:a c Curriculum vitae della tesi Fedeltà nel diritto del lavoro. Giessen 1935, pagina 63.
    1. Hummel Edler von Hassenfels, Karl * 15 dicembre 1878. Archivio dell’Università di Tubinga, firma UAT 40/102.56.
    1. Salta a:a Koehl, Karl. Biografia dell’Assia. (Al 12 aprile 2023). In: Sistema informativo storico-statale dell’Assia (LAGIS).
    1.  Günter von Hummel: Politica – Terapia. Capire ciò che già sai: come la politica dovrebbe essere pensata dal punto di vista terapeutico. CDA, Norderstedt senza data [2016, più recentemente 2021], pagina 60.
    1.  Antonio Schmidt-Brentano: I generali kk e kuk 1816–1918. Archivio di Stato austriaco , Vienna 2007, pagina 77.
    1. ↑ Hummel von Hassenfels. In: Brossura genealogica delle casate nobiliari d’Austria. Primo anno. Vienna 1905, pagina 320.
    1. ↑ Fritz Reuter : storico di Worms, storico dell’arte e storico locale del XIX e XX secolo. Secolo e i loro luoghi di sepoltura. In: Der Wormsgau , volume 19 (2000), numero 3, pp. 63–102; su Hummel: pagina 84.
    1.  Günter von Hummel: Politica – Terapia. Capire ciò che già sai: come la politica dovrebbe essere pensata dal punto di vista terapeutico. CDA, Norderstedt senza data [2016, più recentemente 2021], pagina 125.
    1. Salta a:a b Elenco di anzianità di ingresso delle SS
    1. Salta a:a b Lisa Hauff (arr.): La persecuzione e l’assassinio degli ebrei europei da parte della Germania nazionalsocialista 1933–1945 . (Raccolta delle fonti). Volume 11: Impero tedesco e protettorato di Boemia e Moravia aprile 1943-1945. De Gruyter Oldenbourg, Berlino/Boston 2020, ISBN 978-3-11-036499-6 , pagina 163, FN 3.
    1. Salta a:a Persone: Helmut von Hummel | Progetto pilota JDCRP. Estratto il 20 luglio 2023 .
    1. ↑ Corrispondenza con il Reichsleiter Martin Bormann: corrispondenza del rappresentante speciale Hans Posse e del consulente per l’incarico speciale a Linz, Gottfried Reimers, con il Reichsleiter Martin Bormann o il suo consulente personale Helmut von Hummel e il MinConductor Dr. Hanssen – Biblioteca digitale tedesca. Estratto il 21 luglio 2023 .
    1.  Jonathan Petropoulos: L’arte come politica nel Terzo Reich . Stampa dell’Università della Carolina del Nord.
    1. ↑ Michael Buddrus [a cura di]: Il Meclemburgo nella seconda guerra mondiale. Gli incontri del Gauleiter Friedrich Hildebrandt con gli organi dirigenti nazisti del Meclemburgo Gau 1939-1945. Un’edizione del verbale dell’assemblea. Edizione Temmen, Brema 2009, ISBN 978-3-8378-4000-1 , pagina 558.
    1. Salta a:a b Kathrin Iselt: “Rappresentante speciale del Führer” – Lo storico dell’arte e uomo di museo Hermann Voss (1884-1969) . Böhlau, ISBN 978-3-412-20572-0 .
    1. ↑ L’ufficio segreto all’estero. Estratto il 21 luglio 2023 .
    1. ↑ Bormann, Martin. In: TracesOfWar.com. Estratto il 21 luglio 2023 (inglese).
    1.  Jonathan Petropoulos: L’arte come politica nel Terzo Reich . Stampa dell’Università della Carolina del Nord.
    1.  Forum storico dell’Asse – Dott. Helmut von Hummel.
    1. Salta a:a b Hansjakob Stehle : Martin Bormann nel crepuscolo ovest-est. In: Die Zeit , 6 giugno 1997.
    1.  Günter von Hummel: Politica – Terapia. Capire ciò che già sai: come la politica dovrebbe essere pensata dal punto di vista terapeutico. CDA, Norderstedt senza data [2016, più recentemente 2021], pagina 160.
    1. ↑ Julius Mader : Il tesoro dei banditi – Un documentario sul tesoro segreto di oro e armi di Hitler. Editore militare tedesco, Berlino Est 1965, pagina 250.
    1. ↑ Avviso di morte di Helmut von Hummel in: Süddeutsche Zeitung . 3 dicembre 2012.

. Cfr. Format, n. 14/2000, pp. 20-27.

  1. Die Presse, 30/3/2000. Cfr. anche B. K REISKY, Zwischen den Zeiten. Erinnerungen aus fünf Jahrzehnten, Berlin 1986, Siedler Verlag, p. 430 (riguardo a Kamitz).
  2. H. PICK, Simon Wiesenthal. A Life in Search of Justice,London 1996, Weidenfeld & Nicolson, pp. 161-163.
  3. O. RATHKOLB, in S. MEISSL-K.-D. MULLEY-O. RATHKOLB, (a cura di), «Verdrängte Schuld, Verfehlte Sühne. Entnazifizierung in Österreich 1945-1955», Wien 1986, Verlag für Geschichte und Politik, p. 82; ID. «Castigo senza espiazione .La denazificazione in Austria dopo il 1945», in G. BOTZ ET AL.; Il «caso Austria». Dall’»Anschluss» all’èra Waldheim, a cura di R. C AZZOLA-G.E. RUSCONI, Torino 1988, Einaudi, pp. 144-160.
  4. «ÖVP hat weisse Weste», Die Presse, 30/3/2000.
  5. Ibidem.
  6. R. e M. BAMBERGER- E. BRUCKMÜLLER-K. GUTKAS, (a cura di), Österreich-Lexikon,vol. 2, Wien 1995, Verlag Jugend & Volk, p. 267.
  7. Cfr. fra gli altri K. OTTOMEYER, Die Haider-Show. Zur Psychopolitik der FPÖ,Klagenfurt 2000, Drava Verlag.
  8. Cfr. fra gli altri H. CZERNIN, Wofür ich mich meinetwegen entschuldige. Haider, beim Wort genommen, Czernin Verlag 2000.
  9. «Wer hat braune Flecken?», Profil, 10/4/2000. Alla domanda su «chi abbia macchie brune», secondo il sondaggio risulta che gli austriaci le attribuiscano per il 27% alla FPÖ, per il 22% alla SPÖ, per il 7% alla ÖVP; a tutti e tre per il 15%, «non sanno» il 28%.
  10. H.-P. WASSERMANN, Und ab heute Kinder sagen wir «Grüss Gott» und nicht mehr «Heil Hitler»,phil. Diss., Graz 1998, vol. 1, pp. 196 ss.
  11. Cfr. P. PELINKA, Österreichs Kanzler, Wien 2000.
  12. H. PICK, Und welche Rolle spielt Österreich? Vom besetzten Grenzland zum offenen EU-Staat: die Alpenrepublik im internationalen Blickfeld, Wien 1999, Kremayr & Scheriau, pp. 144-149 e pp. 302-304.
  13. Cfr. R. MITTEN, The Politics of Antisemitic Prejudice. The Waldheim Phenomenon in Austria,Boul- der 1992; R. HERZSTEIN, Waldheim. The Missing Years,New York 1988, Ann Arbor.
  14. Ibidem.
  15. CH. ZÖCHLING, Haider. Licht und Schatten einer Karriere,Wien 1999, Molden Verlag, pp. 197-199.
  16. «Apologies from the Austrian Marathon Mass», Washington Post, 10/11/1999.
  17. H. PICK, Und welche Rolle,cit.
  18. O. RATHKOLB, cit.
  19. Arbeiter Zeitung,26/6/1985.
  20. Ivi,22/3/1985.
  21. Cfr. I. LINDORFER, Der österreichische Kameradschaftsbund und seine Beziehungen zu den politischen Parteien Österreichs, Diplomarbeit, Universität Wien, 1996. 23. Österreich-Lexikon, vol. 1, p. 654.
  22. Cfr. al riguardo i giornali Österreichische National-ZeitungÖsterreichischer Beobachter,usciti tra il 1950 e il 1955.
  23. A.L. SMITH, Kampf um Deutschlands Zukunft. Die Umerziehung und Hitlers-Soldaten,Bonn 1997, Bouvier.
  24. P. LENDVAI, Frankfurter Allgemeine Zeitung,7/2/2000, p. 11.
  25. L. HÖBELT, Von der vierten Partei zur dritten Kraft. Die Geschichte des VDU, Graz 1999, Stocker Verlag, pp. 248-250; F. OLAH, Die Erinnerungen, Wien 1985, Amalthea Verlag.
  26. Cfr. TH. NOWOTNY, Was bleibt von der Ära Kreisky,Wien s.d., Zukunft Verlag, pp. 13-14.
  27. H. DACHS ET AL., (a cura di), Die Politiker. Karrieren und Wirken bedeutender Repräsentanten derZweiten Republik, Wien 1995, Manz Verlag, p. 435.
  28. Ivi,p. 443.
  29. H. PICK, Simon Wiesenthal. Eine Biographie,Hamburg 1997, Rowohlt Verlag.
  30. Su K. MARK cfr. U. LANG-KREMSMAYER, Aspekte zur Funktion der Intellektuellen in der SPÖ – Am Beispiel des BSA unter besonderer Berücksichtigung der Wiederaufbauphase in Österreich,phil. Diss., Wien 1987, p.186.
  31. Profil, 1/6/1986, p. 28.
  32. H. WEISS-K. FEDERSPIEL, Wer?,Wien 1988, Eigenverlag, pp. 196 s.; Der Spiegel,n. 24/1970, p. 82.
  33. O. RATHKOLB, NS-Problem,cit., p. 80.
  34. B. KREISKY, Zwischen den Zeiten,p. 220, come anche il manoscritto originale nell’archivio della Kreisky Stiftung, Wien.
  35. B. KREISKY, Im Strom der Politik. Der Memoiren zweiter Teil,Wien 1986, Kremayr & Scheriau, p. 396.
  36. I. BÖHLER, «Wenn die Juden ein Volk sind, so ist es ein mieses Volk», in M. GEHLER-H. SICKINGER, (a cura di), Politische Affären und Skandale in Österreich. Von Mayerling bis Waldheim, Tauhr 1995, Kulturverlag, pp. 502-531.
  37. Stiftung Bruno Kreisky, Archivio. Copie uniche dei verbali della direzione della SPÖ, 1945.
  38. Österreichisches Staatsarchiv, Archiv der Republik, verbali delle riunioni del Consiglio di Stato.
  39. Archivio della Österreichische Gesellschaft für Zeitgeschichte, Wien, fondo Karl Renner.

42 Vedi nota 39.

  1. H. GRUBER, Die Jahre in der Politik. Erinnerungen, Klagenfurt 1982, p. 50.
  2. Copie da atti su Jedlicka del Central Intelligence Corps conservati nei National Archives, Washington D.C., sono in possesso dell’autore, che lavora a un articolo su Jedlicka che apparirà sulla rivista Zukunfta fine 2000.

45 Patrimonio culturale e saccheggio del Mondo A. Pinna

46 Michael Webster: journaldeskblog

47 La triste storia di Gerda Bormann, donna ideale nazista di Carlo Calabrese

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  •  Gli articoli e le note d fonti  i materia del prof. Simone  Barcelli 
  • [1] Marco Dolcetta, Spettri del Quarto Reich: Le trame occulte del nazismo dal 1945 a oggi, BUR, 2013.
    [2] Camera dei Deputati, Senato della Repubblica, Relazione della Commissione Parlamentare d’inchiesta sulla Loggia massonica P2, Doc XXIII, n. 2, 12 luglio 1984.
    [3] Emanuel Quintas, I rapporti politici tra Italia e Argentina negli anni del peronismo (1946-1955), Tesi dottorale Università Roma Tre Scuola dottorale in Scienze Politiche, 2011.
    [4] Mario Guarino e Fedora Raugei, Gli anni del disonore, Edizioni Dedalo, 2006.
    [5] Jorge Camarasa, Organizzazione Odessa, Mursia, 1998.
    [6] Sergio Cardarelli e Renata Martano, I nazisti e l’oro della Banca d’Italia. Sottrazione e recupero 1943-1958, Editori Laterza, 2001.
    [7] Enzo Antonio Cicchino e Roberto Olivo, Caccia all’oro nazista, Mursia, 2011.
    [8] Ferruccio Pinotti, Il burattinaio d’Italia, Focus Storia n. 19, aprile-maggio 2008.
    [9] Mario Ajello e Pasquale Chessa, 1941-1996: Il giallo del tesoro jugoslavo. L’oro di Gelli, anatomia di un mistero rosso-nero, Panorama, 4 aprile 1996.
    [10] Franco Bandini, L’oro di Belgrado, Storia Illustrata n. 203, ottobre 1974.[11] Renzo Paternoster, La brigata dell’Anello della Repubblica: “impresa” per lavori sporchi, Storia in Network, 1° maggio 2016.
    [12] Mario Ajello e Pasquale Chessa, op. cit.
    [13] Enzo Antonio Cicchino e Roberto Olivo, op. cit.
    [14] Sergio Lepri, 20 settembre 1943, sergiolepri.it.
    [15] Oro jugoslavo: nel 1941 finì alla Banca d’Italia. Ricostruita la sconosciuta vicenda della sparizione, Adnkronos, 28 marzo 1996.
    [16] Sergio Cardarelli e Renata Martano, I nazisti e l’oro della Banca d’Italia. Sottrazione e recupero 1943-1958, Editori Laterza, 2001.
    [17] Franco Bandini, op. cit.
    [18] Dario Massimo, Die Franzensfeste, Weger, 2007.
    [19] Giuseppe Casarrubea e Mario José Cereghino, Tango Connection. L’oro nazifascista, l’America Latina e la guerra al comunismo in Italia. 1943-1947, Bompiani, 2007.
    [20] Emanuel Quintas, I rapporti politici tra Italia e Argentina negli anni del peronismo (1946-1955), Tesi dottorale Università Roma Tre Scuola dottorale in Scienze Politiche, 2011.
    [21] Jorge Camarasa, op. cit.
    [22] Mario Guarino e Fedora Raugei, Gli anni del disonore, Edizioni Dedalo, 2006.
    [23] Enzo Antonio Cicchino e Roberto Olivo, op. cit.
    [24] Claudia Fusani, Gelli, lingotti d’oro nelle fioriere, La Repubblica, 13 settembre 1998.
    [25] Natalia Andreani, Licio Gelli ne aveva nascosto 164 chili nelle fioriere di Villa Wanda, sua residenza aretina. Lingotti d’oro come concime. Oltre tre miliardi sotto terra. È il mitico tesoro di Cattaro?, La Gazzetta di Modena, 13 settembre 1998.
    [26] Nicola Tranfaglia, Licio Gelli, il venerabile e l’ossessione dell’informazione, Antimafia Duemila, 16 Dicembre 2015.
    [27] Gelli accusato di aver rubato 20 tonnellate d’oro nel 1942, Archivio Agenzia Adnkronos, 19 settembre 1998.
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Storia di un ragazzo al crocevia” Franco Malosso von Rosenfranz 2023 

L’ACCORDO DI KURCULA .                                                                                                                    LA PROPOSTA.  La  restituzione  dell’oro  Jugoslavo .    Il luogo  della conferenza  fu  l’isola Korcula. Fui prelevato  da  Trieste  e condotto nell’ isola che come Padova,  mi dissero fosse  stata  fondata da Antenore e Enea .L’incontro avvenne  in un noto  hotel presso il  porto.  Già nel  1980  si era giunti vicini a  una trattativa extra italiana . Dopotutto, l’oro rubato  si trovava in un paese terzo.  Dopo anni di esilio, non c’era nulla di illecito per me  a  favorirne il transito e nel  farmene  carico  di restituirlo ai legittimi proprietari. Sopratutto in Svizzera.  Se Tito  per me  aveva disposto di considerarmi con quel  rispetto  che si usa all’ l’ultimo erede  in esilio del Trono Macedone, in  un  incontro successivo, quando  fui  condotto al cospetto  del suo  garante inglese,  Sir Fitzroy Maclean, “per  meriti di fedeltà  e lealtà alla Corona ”  Fui  eletto a mia volta  garante a delegato a  quella restituzione extra-nazionale, considerato che l’oro del tesoro macedone, derivato da quello dell’erario persiano, al cospetto  di quello nazionale Jugoslavo, costituisse  in tanti secoli,  la percentuale maggiore incamerata. A pelle, se  al posto di quei gentiluomo  mi fossi trovato  con italiani  avrei   sospettato   una pericolosa adulazione. Da loro no .  Così  che  da quei presunti quasi successori, governatori di Tito,  presi atto che la fine del leader pareva vicina . “

L’OPERAZIONE DI RIMPATRIO DELL’ORO RUBATO.  Credo  che trasparisse  che mi  trovavo  visibilmente a metà strada tra l’imbarazzato e l’emozionato. Riuscii tuttavia  a dominare la tensione nervosa che si era impadronita di me. Ero ancora  e solo uno spericolato ragazzo.

Chiesi, così cercando di mostrarmi autorevolmente all’altezza di tanta considerazione,  se  si  fosse  trattato di una operazione “legale”.    Seguì una  pausa silenziosa che a me parve interminabile.  Estremamente  franco, forse poco rispettoso in quel momento, deglutii, visibilmente  comunque    facendomi coraggio   replicai :  ” con tutto il rispetto possibile io  posso  accettare di sovrintendere a fare  una operazione giusta, ma  mai per persone sbagliate”. 

MUSSOLINI ? DICHIARAVA GUERRA A TUTTI   PERDENDO . COSI’  DOVETTE CHIEDERE  CHE HITER  GLI INVIASSE TRUPPE   IN ITALIA                                                                                                                                                                                                                                               Risero educatamente  rispondendomi che” l’italia, che  Mussolini  dopo aver ceduto al corteggiamento delle lobby belliche , con le sue smanie riuscì  perfino a far perdere la guerra ai tedeschi  facendoli  entrare in Italia  giacché non sapeva più porre rimedio alle figuracce. ”  L’Italia  era un paese vinto ed  occupato  dagli inglesi.” Dissero:  “Retto da una governo fantoccio e  che come tale secondo gli accordi di Cassibile dovevo obbedire a questi ordini sovrani.” Tuttavia l’Italia”  pensai , questo mio  suolo, per il  Metternich,”  solo una mera espressione geografica” è  il  sotto il cui , più  anticamente, nell’Impero Romano trovò accoglienza la mia famiglia,  quindi un paese a cui devo essere grato,  occupa  un ruolo geografico strategico e in quel momento, in piena Guerra Fredda.  Ebbene  qualora io avessi accettato di occuparmi delle riconsegna di quel tesoro a  quel punto  per l’Italia  di a sarebbe  trattato  solo  di un  “transito”  . 

VUOI O NO SALVARE L’ITALIA , L’EUROPA INTERA DAL RISCHIO DI UNA COMPETIZIONE NUCLEARE , L’EUR ?  L’APPORTO DELLO STATO JUGOSLAVO E’ FONDAMENTALE DECISIVO.  ESATTAMENTE COME LO E’  LA  RESTITUZIONE DEL SUO ORO  RUBATO DAGLI ITALIANI.   Fatti  due  conti, preso atto delle quantità di  oro e argento da restituire replicai: che  non sarebbero bastati  quattro  mesi di trasporti  quotidiani con  auto comuni  Da   trasformare in   speciali,   facendole  magari  blindare,   dato il pesante  carico,   dotate di ammortizzatori  rinforzati.   Mi chiesero ” dove ? ” E se a fine lavoro, per non lasciare tracce, mi sarei comportato   professionalmente  verso l’operatore come  si fa con un “Geheimnisträger”.  Ci fu un silenzio ancora più gelido  nella  sala. Risposi  con fermezza che   se dovessi fare una cosa simile, allora dovreste  selezionarvi  un altro  agente . Furono felici della  mia risposta. Non erano degli assassini!

UN AFFIDAMENTO   FIDUCIARIO DI  MILIARDI  SULLA PAROLA                                        Quel giorno appresi che  sarei stato  affidato per 4 miliardi  di valuta corrispondente a una tonnellata e mezza di metalli preziosi . Questa  garanzia  durante l’ultimo carico, mi sarebbe stata  donata o meglio:  alla fine della operazione “restituita alla mia famiglia” . Sotto forma di  buono. Cioè,  Sir Maclean  disse :” in qualità di “legittimo erede al trono e quindi del tesoro Macedone,  durante l’ultima consegna in Toscana o  che fosse  Bari con destinazione  grotta nel Cattaro, quella  sarebbe stata  la mia parte”.

Ebbene , quantunque  le mie osservazioni  sembravano ignorate,  già precedentemente  in quella riunione io  espressi parere di rinunciarvi  e così ad ogni vantaggio  e che  anzi  quella mia parte  fosse data  al mio antico popolo giacché io ho già di che vivere. Ed  sapevo  guadagnarmi da vivere e oltre ad  avere  una vita da vivermi realizzando  progetti esclusivamente  tutti miei  e di cui vorrò essere fiero. Più che quelli di altri. ” Mi guardarono stranamente stupiti . Ma l’accordo finì con una stretta di  mano . Sapevo  e mi chiedevo, intuivo,  se che  da quel momento se  sotto la mia responsabilità, fosse sparito anche un solo lingotto che cosa mi sarebbe successo. Una somma impossibile da  ripagare . Pensavo che probabilmente, avrei  dovuto  ripagarlo con la mia  vita .

ANNI BEATI. Porto Santo Stefano. Nella foto sopra Istranka  nave da crocera  del Maresciallo Tito  Broz ormeggiata alla Pilarella, presso il  Sokar famoso megayacht  di Lady Diana e Dodi Al Fayeda. Lo yacht  era spesso attraccato  presso  l’ l’Urania dei Conti Principi  Ginori, accanto allo Yela di re Vittorio Emanuele III e l‘Elettra di G. Marconi e i diversi yacht  di Gianni Agnelli, la cui sorella, a sua volta sorella di Clara   era  sindaco dell’Argentario.  Ma quegli anni spensierati sono alla fine. In Sardegna sbarcano Berusconi e i Graviano e cominciano  i rapimenti.

MAFIE, l’informativa della Dia: “Nell’estate del 1993 i Graviano erano in vacanza in Sardegna a un tiro di schioppo dalla villa di Berlusconi”

Foto sopra : Istranka i navigazione 

  BASISTI  PER RAPIRE IL JET -SET  internazionale   nei numerosi  miliardari.

QUANDO IL DENARO ARISTOCRATICO CAMBIO’  PROPRIETARI .                    Alcuni  di essi con il conto alla Banca del riciclo, la Rasini di  Berlusconi( Banca ancora oggi  con movimenti   bancari  sequestrati  probabilmente coperti dal Segreto di Stato ) appostarsi presso i porti   a   carpire le abitudini, per meglio rapirli   e riciclare  il denaro  dei loro riscatti  presso la Banca Rasini di Berlusconi. Talvolta   parte di quel denaro tracciato  non veniva neppure  ripulito  ma dato  subito   a premio  giornalisti , conduttori TV ,  veri e propri “gatekepper”cioè   guardiani  assoldati per coprire e depistare le notizie ormai divenute alla portata confidenziale di tutti i neo rapiti. Spesso  come  per Heineken  denaro ritrovato ma  mai richiesti  indietro o come per il caso del Bolzanino Amon ( la sua catena DESPAR passata a Matteo Messina Denaro ) Imprenditori   rovinatisi per pagare riscatti miliardari per le liberazione die loro  congiunti . Quel denaro risorgerà  a finanziamento di   una nuova nascente imprenditoria.  Insomma si sapeva che   bastava  uscire da villa  Giulini  Casati Stampa a Milano, dopo  una cena con  Berlusconi  per essere subito sequestrati.  Celebre il caso del padre di Carla Bruni, moglie del presidente francese  Nicolas Sarkozy figlio di uno  dei fedeli  vigilanti   preferiti  da De Gaulle alla sua scorta governativa .   Capita l’antifona come riferito dalla badante Vicentina signora Parolin  preferì  esiliarsi a Parigi  dove la Polizia segnalava subito la presenza degli italiani- basisti   sospetti . Carla  a Parigi ha studiato con un generale assurto recentemente alla ribalta  per aver osato pubblicare un libro : Roberto Vannacci . Qualcuno a Vicenza, mentre lo presentava all’ex  GIL , ora Teatro Astra,  gli ha scatenato addosso il mondo . 

L’avvocato Verzini, che aveva assistito Ruby 8 anni fa, aveva raccontato come nel 2011 la giovane marocchina   Imal a sua volta  testimone chiave nel processo contro berlusconi   uccisa con il metodo  del tumore indotto, avesse ricevuto da Berlusconi “un pagamento di 5 milioni di euro eseguito tramite la banca Antigua Commercial Bank di Antigua su un conto presso una banca in Messico”

A COLPI DI  IRRADIAMENTO RADIOATTIVO Il legale  su cui  presumibilmente   era stato praticata   a sua volta in primis una esposizione  radioattiva   aveva detto di aver rivelato questi particolari  contro Berslusconi per dovere etico e morale”e aveva spiegato che l’operazione Ruby sarebbe stata interamente diretta dall’avvocato Ghedini con la collaborazione dell’ex compagno di Risso. Immediata la reazione di Ghedini, che aveva minacciato querele. Verzini aveva ribattuto dicendo non solo di aver detto la verità ma anche di essere in grado di fornire ulteriori elementi e informazioni. Lo stesso giorno però  per porre fine alle sue sofferenze l’ l’avvocato 61enne  recatosi in  Svizzera perirò per  suicidio assistito – See more at: http://www.rainews.it/archivio-rainews/articoli/ultima-verita-di-Egidio-Verzini-ex-legale-di-Ruby-suicida-in-Svizzera-Pagata-da-Berlusconi-2070fb2f-3ef3-4054-b9ec-e9d7f9788466.html                           DA MILANO A FIRENZE Intanto col trasferimento del giudice  di Firenze incaricato  di ricercare i mandanti esterni delle stragi indicati  dai fratelli Graviano in Silvio Berlsuconi e del senatore siciliano  Marcello Dell’Utri ,   ll procuratore TESCAROLI   fatto segno di un mirato attacco  legato a MEDIASET,  deriso dal giornalista ERMES ANTONUCCI ( Dal  Foglio) lascerà l’incarico.                                                                       L’ ATTESO  CONFRONTO-  Dopotutto è divenuto inutile  il confronto fra i fratelli GRAVIANO , la  conferma di MATTEO MESSINA DENARO  ( a cui  sarà  interrompere la latitanza per evitare che incorresse in rivelazioni prima di morire)  e  BERSLUSCONI e  dell  l’av.  NICCOLO GHEDINI,  custode  di   ingombranti  segreti ,  d’Italia . Passati per il suo studio,  a partire  dalla difesa degli assassini dei padri confessori dei Bisaglia  uccisi a martellate presso il santuario di Monte Berico. Non ha più senso questo confronto . Per sicurezza, dai  killer i tre  sono stati già abbastanza e per troppi anni   usati e gettati . Trattati  da irradiamento tumorale indotto,   moriranno  tutti a poca distanza l’uno dall’altro. Tantissime le condoglianze di chi beneficò  di quel denaro.   Intanto una parte  di esso va in eredità a Marcello Dell’Utri  .Gli sarà sequestrato e dissequestrato . Nella vita, quando non hai denaro  sei povero e basta. Quando ne hai troppo  e lo sanno, può essere un problema. Che il  Molosso abbia fatto bene a rinunziare   notoriamente alla sua parte ? 

TORNANDO ALLA  NARRATIVA  DEL  MOLOSSO  A  KURCULA …..Terminata la riunione, quell’accogliente,  distinto , intrigante,  scozzese, Sir Fitzroy Maclean mi invitò a casa sua.  La  sua villa si chiamava “Villa Boschi ” e si  trovava  presso una grande chiesa.  Ricordo al suo interno  spiccavano le  fotografie di lui con Churchill,  con il di lui   figlio del premier britannico   Bellissime  le immagini inedite di Tito  con lui.  C’erano inoltre altre  foto  riprese  in  crociera   di  Tito  con Elisabeth Taylor e Youl Brinner, Sylva Koscina.   E con tombale pace  per i martiri  infoibati da entrambe le parti…. la grande attrice  franco – siculo – veneta – partenopea   Sophia Loren,  zia di Alessandra Mussolini  figlia di Romano  Mussolini,  Jazzista  del Simposio di Anzio  fondato da mio padre, Ettore Malosso. 

 

Nella foto sopra Maclean  con il M.llo  Tito Broz.  Fitzroy Maclean visse tutta la sua vita in modo avventuroso. Inviato a Mosca come giovane diplomatico prima della Seconda guerra mondiale,   fu   per fama l’osservatore indipendente più eminente   dopo Gaston  Leroux , il giornalista scrittore autore del Fantasma dell’ Opera  che  viceversa  fu a Mosca i  giornalista  nell’epoca Zarista . Maclean, anche  giornalista di riferimento pr gli inglesi,  scrisse dei resoconti  divenuti memorabili. Spesso  relativi agli ultimi processi di  voluti da Stalin e a  cui partecipò come osservatore ufficiale inglese .  Alcuni dei suoi libri più noti sono “Bonnie Prince Charlie, Portrait of the Soviet Union”, All the Russias: The End of an Empire e Highlanders: A History of the Highland Clans.”                                    Durante la guerra mi raccontò di avere  preso parte, in qualità di membro fondatore del SAS, ad alcune celebri incursioni dietro le linee nemiche del generale Rommel . “Il generale più fotografato  da Hans Ertl”   dissi, ”  il  papà di Monika!    Ho fatto visita ad  Hans i Sudamerica .  Le farò  spedire delle foto  inedite di Rommel . Maclean ne fu  felice.  Il suo rapporto  con Tito  designato    era iinziato  nel 1943  quando lui   venne paracadutato nella Jugoslavia occupata dai tedeschi . In quel delicato momento, come rappresentante personale di Winston Churchill   dovette  scegliere l’interlocutore giusto tra Tito e l’altro  generale filo  monarchico  mentre Re Pietro di Jugislavia  era profugo in Inghilterra . Una situazione di estremo imbarazzo .  Maclean  fu sottosegretario durante i governi Churchill e Eden oltre che  Membro del Parlamento Inglese  per oltre trent’anni. 

Sir Maclean  si complimentò  e mi incoraggio  circa il proposito  che li avevo espresso  di dare un senso alla mia vita.  Magari facendo  da  osservatore indipendente    i volontario. Qualcosa  che  volevo e in seguito riuscii davvero a  portare avanti . Mi incoraggiò a farlo e mi  raccontò  le  sue esperienze  in merito . Tutte  imprese  eroiche e  prestigiose.  Tuttavia,  anche se parlava co calma,  in un inglese perfetto, sforzandosi di utilizzare termini semplici e  comprensibili,  io ero emotivamente  troppo frastornato  per concentrarmi  sempre   su quei tanti  dettagli  della sua avventurosa narrativa . L’uomo  libro Maclean morì  nel 1996 .  Ed  oggi  confesso  che me ne dispiace  davvero  molto di non sempre essere stato all’altezza di ben comprendere  al meglio  tutti i particolari   di quelle  infinite epiche imprese.

IL PRIMO  SM 79 SCOMPARSO . Più di tutti mi è sempre rimasta la curiosità di quell’aereo condotto dai due pilotI Dalmati lo  Sparviero SM 79  scomparso in Libia, 400  chilometri fuori  dalla rotta  prevista . Lui mi rispose  citando  il  gen.Paolo Mocci , quello che aveva dirottato il traffico aereo civile  Linate Milano 2 per Silvio Berlusconi  dimostrando  di  sapere  tutto di quella vicenda .  Ma  ero troppo carico di  dati   …Mi sfuggirono tanti particolari di questa sua  narrativa. 

Mi chiese se  in seguito potevo accompagnarlo  a vedere la Macedonia dei miei avi.  Credo che a quel punto io  finii  mostrai  tutto il mio visibile  disagio replicando che con una guida come me ne  sarebbe  stato deluso . Così  gli dissi : “Brigadiere, sarà lei a farmi  da guida perché io davvero sono stato  sempre tenuto a lungo all’oscuro delle mie origini ed anche  anche degli aspetti geografici del mio paese d’origine “. Lu  Replicò :”I don’t believe you at all but okay, o’right !” 

Sir Fitzroy Maclean si complimentò  quindi con me  per essermi dovuto spogliare dei panni di ufficiale per una  missione , quella di fermare le importazioni di eroina all’Aeroporto  Dal Molin di Vicenza,  (Operazione   Blue Moon).Azione in cui  per fermare il traffico  doveva serviva una soldato semplice. Disse che lui,da giovane aveva fatto altrettanto. E che non  eravamo stati  gli unici . Anche Joseph  McCarthy,  entrato nell’intelligence aveva  cominciato  l’addestramento base con il grado di ufficiale,  risultando  tuttavia  arruolato come  un soldato semplice . Io  replicai che  per me non fu  affatto un problema.  In famiglia, anche mio padre aveva fatto lo stesso.  Finito  il  corso di ufficiale di complemento conseguito con il Brevetto Premilitare di pilotaggio aereo, e così scelto per eccezionali qualità,  fra 20  candidati su 2000 , pur di continuare a volare rinunciò al grado così dovendo  ripartire da sottotenente per divenire effettivo, attraverso  i corso “Turbine”  del ‘accademia Aeronautica.  Mi parve  capire che lo sapesse già. Pensai che ad averglielo detto poteva essere stato solo il gen. Giorgio Bertolaso.  Arrivai a pensare che lui e la sua signora Goriziana fossero dietro la porta. La mia immaginazione stava sconfinando la realtà.  

Nel corso dell’accordo di  Korcula,  fra  silenzi interminabili in cui mi sentivo scrutato da capo a piedi,  ad un certo punto fui attratto una foto di Ian  Fleming  . Così  per rompere  l’aria,  il mio sguardo  cominciò a guardarsi  intorno  posandomi su dei quadri . E fu li che   associai  il distinto signor  Sir  Maclean al collega  quadro  superiore  di James Bond nei film di Ian Fleming. Per  flemma  ed aspetto,   mi ricordava proprio  il diretto superiore  Quartermaster( Major Boothroyd  )di Ian Fleming  di quei suoi   film. Ovviamente  non mancai di confidargli questa  mia impressione. Ne fu  contento  . . . Disse ridendo  : ” Non preoccuparti Franco, nello schermo, Desmond Llewelyn convive da tempo in me.  Me lo dicono sempre “

 IMPIEGATO CIVILMENTE SOTTO IL CONTROLLO MILITARE                                                          Fra  quei  presenti ben più  adulti di me, mi sentii come catapultato dentro,  in attesa di  una operazione molto più grande di me e a cui ormai  sembrava sempre più difficile dire di no. Non  divenendo  collaborativo , non acconsentendo a quella missione,  evitare di compiacere Tito sarebbe stato  disastroso per il mio paese.   Ero compromesso ormai pensavo .  Ma  pareva che nessuno  di loro, malgrado divenuto consapevole, mi obbligava ad accettare quell’incarico. Mi feci coraggio da solo.  Il  mio intuito mi diceva che  mio padre, sebbene mai mi avrebbe forzato in una  simile scelta,   potesse  sapesse esattamente in  che  situazione mi stavo trovando in quel momento .  O magari  non se ne sbattesse   di me, che  quel giorno non  fosse  in  giro  con  sua nuova signora.  Questo mi faceva sentire protetto davanti a persone davvero più grandi  di me.  Il tutto aveva un aspetto  paradossale. Mi pareva che guardassero a me come  se fossi stato Pietro di Jugoslavia.   Come se  viceversa  fossero loro ad  aspettarsi  istruzioni da me . Alla maniera regale mi dotavano di attenzioni  che si usa a un antico sovrano .  Ma non era adulazione.  ” Franco, sai vero che  li dentro c’è  anche e sopratutto l’enorme  Il Tesoro dei Romanov . Quello che trafugato, prestato e venduto in giro per il mondo? “Deglutii e risposi : Mi pare che voi sappiate benissimo che mentre studio, mi sto guadagnando da vivere  prendendo in carico riparazioni  modifiche  che porto su e giù da orafi vicentini. Appartengono anche a attori , artisti .” Anche agli ex reali di Russia  Franco.  Ogni tanto a qualche  asta ne spunta fuori un pezzo.”   Gioielli scomparsi…In seguito  pesando quelle parole  mi venne a mente un caso  di  sequestro . Quello  della bellissima avvenente  Jeannette  May,  baronessa  von Rothschild svanita nel nulla,   nella  tormenta di neve tra i monti sibillini….   Ma tornado  in quella stanza replicai :  Beh   visto che lo sapete perché  me lo chiedete allora  ? ” Solo per verificare , mettere   alla  prova il tuo grado di riservatezza Franco . Una pura formalità .  Abbiamo capito  quanto  tu sai  essere riservato,  segreto ” In  quel momento , due  di  quelli che mi erano stati presentati  come  gli eventuali  candidati  successori  di  Tito ma che ai mie occhi   apparivano solo come  suoi meri  esecutori, insomma  fattorini, privi del suo carisma del Maresciallo ,     guardandomi  sempre  con quella mi mi pareva essere una  eccessiva   considerazione , consegnarono  al gentiluomo Inglese un rapporto.  Quanto bastò a me per leggerne l’intestazione dalla  copertina rovesciata  . Lo anticipai traducendo  io . Signore , posso.. cioè , si  io   dispongo del punzone con cui posso  marchiare l’oro .” Anche  battere moneta  del tuo  lontano  paese  Maestà.” disse Maclean .  “Qui sei meno distante .”  Annuii.   Questi signori sapevano  davvero tutto di me . Io di loro molto meno, o  praticamente nulla   giacché  le mie previsioni le avevo lasciate abbandonate  su quel molo a Trieste, da cui ero partito.  E  tutti quello che mi stava accadendo non era quello  che mi sarei  immaginato , che avrei previsto  . Tesissimo.. mi alzai annunciando  per assentarmi , per  andare  un momento  al  bagno. Scattarono  tutti   in  piedi sorridendo tutti,  sull’attenti .  Maclean pi lentamente fissandomi profondamente . Io feci lo stesso . Dicendo loro : Nel frattempo spero  di non avervi   dato una negativa impressione signore  … ” Al contrario  Maestà o se preferisce, agente K-626 .” Mi sentivo come quando  Pu Yi quando rientrava nel suo palazzo ma ancora non sa  la sua  fine….Per me nel mio  piccolo mondo  di allora,  il cosiddetto  Palazzo era il palazzo Giustiniani Maltarello a Vicenza.  Altri palazzi proprio  non ne conoscevo. Manco la  favolosa Regia dove aveva studiato mi padre  avevo io mai visitato. Me la rimproverai  un poco sta ignoranza .   Mentre rientravo in  sala  poi i miei pensieri cominciarono fortemente  a  martellarmi .  Potevo sentore i mio sangue pulsare . Quei pensieri correvano come lapilli   C’era la   Sardegna, il mare  le basi   segrete del nord  est. Il cane Lux regalato ad Tito a mio padre. Le sorprese erano tante. Ero certo di essere stato selezionato per la missione? Che sarei rientrato vivo da quell’incontro?  Tenevo sempre la  foto  di Lux con me . Dissi  fra me e me :   Dolce e fiero Lux, dovunque tu sia  aiutami tu !     Evidentemente si erano accordati in mia  assenza . La riunione era finita.                                                                                 Al congedo da quell’incontro,  il saluto fu del tipico modello militare.  Era  un ordine….  mi ripetevo, dopotutto. Dato a un subalterno quadro.  Davanti a un ordine non puoi  disobbedire, non puoi  dire di no alla Patria Franco  . ” L’Italia,  quella  fino ad  allora, da me conosciuta è uno Stato loro.   Per di più Suddito” . Ripetevo fra me e me mentre i motoscafo mi ri-depositava sano e salvo nel molo a Trieste .  Come è cambiata da allora la mia percezione  . Come era verde la mia valle …                                                                         Ecco  comincia qui la mia Operazione Goldfinden.     

 Ricordo che su un punto in cui  mi ero preparato  ebbi a chiedere a Maclean : Uno dei  7 sosia di TITO  o  il  Russo che  prese il suo posto suo per un certo tempo  ossia   Nikolai Alexandrovich LEBEDEV (1914 – 1942) generale sovietico dell’Armata Rossa, di etnia russa .   Quasi un  suo  sosia  che prese temporaneamente  il suo  posto,  nello  stesso periodo  in cui  Tito  sembrò sopravissuto a due  attentati . Nello stesso tempo Tito  era  scomparso  per quasi tre mesi.   A spiegazione  di questa sostituzione sir Maclean   mi  rilasciò  la   dettagliata spiegazione senza tuttavia  chiarire alcuni dettagli importanti che io no ebbi coraggio approfondire. 

LA RELAZIONE DI MARIAN MARKULO                                                                                         Marijan John Markul  era  nato a Livno nel 1909. Migrò negli Stati Uniti nel 1936. Prestò servizio nell’esercito americano per due anni,  durante la seconda guerra mondiale nel 1944.  ricevette  la cittadinanza americana  .

Un rapporto dell’FBI, Los Angeles, 20 aprile 1955, menziona  una sua spontanea l’affermazione secondo cui egli  ” per  fede profondamente socialista”  desidera  fornire informazioni che potrebbero essere importanti per la sicurezza degli Stati Uniti” avvisando che  il  leader  che loro pensano sia, in realtà non è . 

Nella  nota redatta  oggi  desecretata  apparve che durante  la  deposizione  resa  agenti dell’FBI  egli  provò  che rientrando   in Jugoslavia nel 1953 ,  incontrò Tito in due occasioni. Il primo incontro durò circa un’ora, e notò che il maresciallo Tito aveva cinque dita per mano e non. 4  . Quindi che salvo che quello fosse un sosia del premier utilizzato per questi incontri,   pur  essendo uguale a lui ,  non era  dunque  lui. A lui non era sfuggito  questo particolare 

Markul afferma che il vero Tito ha perso il dito medio e l’indice della mano sinistra. Aggiunse che Tito, con cui parlò nel ’53. era educato e suonava molto bene il pianoforte e tirava di scherma . D’altra parte, il vero Tito non era istruito e, per quanto ne sapeva Markul, non sapeva  affatto suonare il piano.

Markul era con la moglie Ingrid e il supposto Maresciallo li trattò con freddezza. Markul parlò dei suoi dubbi con Alexander Rankovic , il capo della sicurezza Jugoslava (‘OZNA)  e stretto collaboratore di Josip Broz Tito, anche vicepresidente della  Jugoslavia dal 1963  al 1966 e uno dei quattro uomini più potenti di tutta la Jugoslavia dell’immediato dopoguerra.

Tra l’altro Markul sosteneva che Josip Broz era alto circa 180 centimetri, mentre questo “falso” era alto solo 160 centimetri. Markul ha anche detto che l’uomo che gli si presentò come Tito negli anni cinquanta parlava con un leggero accento russo e che parlava piuttosto piano. Il vero Tito, viceversa   parlava con decisione e durezza.

Anni dopo  al momento delle elezioni  figlio del leggendario Tito , Žarko Broz  disse  chiunque vincerà non sarà buono .  Poco dopo  quella Jugoslavia che  per anno Tito era riuscito a salvare dalle ingerenze e dalle lotte interne, cessava di Esistere.  

Anche da fonte :

«Un generale russo fu il sosia di Tito»

Nota: K-622 ha comunicato che non metterà a disposizione i suo orecchi musicale assoluto per effettuare una perizia fonica su spezzoni voce del primissimo Tito comparati co  registrazioni di discorsi  pubblici successivi. 

https://www.marieclaire.it/moda/look-star/a39462675/tesoro-russi-romanov/

OPERAZIONE GOLDFINDEN : DA LICIO GELLI A TITO.  LA MISSIONE 

Il definitivo accordo  di restituzione del metallo, come  della consegna  e per  presa in lavorazione  dello stesso in Toscana fu raggiunto solo nel 1986 .  Mentre  l’ inizio della  missione   diviene  operativa   nel  1988 .   

DUE   DELICATISSIME OPERAZIONI CORRELATE In quell’anno  il Molosso,   fu contestualmente  infiltrato in una spericolata  operazione   super coperta concertata dai servizi segreti, l’OperazionePirati Barbareschi,  dove K- 626   si fece carico di sganciare  un fake  per fermare i sequestri  ormai divenuti  incontrollati degli industriali.   L’operazione scattò allorché nel corso di trattative  si fu certi che  erano stati individuati ed  incarcerati i custodi calabresi del giovane vicentino rapito  a scopo di riscatto,  Carlo Celadon .  Operazione , inizialmente partorita per scoraggiare i sequestri di persona incoraggiati dal favorevole cambio  con cui i denaro dei rapimenti veniva riciclato presso la  Banca Rasini di Luigi Berlusconi a Milano in un rapporto dove a un  miliardo, veniva corrisposti 200 milioni “puliti” . Facendo leva sui  sentimenti di amor patrio  e sapendo bene che cosa significasse essere rapiti, il Molosso accetto la nuova operazione.   

FINE DI UN EPOCA                                                                                                                                        “Per il gen,Paolo Moci  ad Arcore quelli, visti i successi   riscossi  dai  continui rapimenti  non si fermavano più.  Bastava stare dietro  lo sportello della banca ed aspettare . E non c’era più un  modo per fermarli.  Tra i sequestri e  la riconversione  del denaro  in eroina ecc .  Come   preventivato da Falcone, i  beneficiari  di  quel denaro  estorto  a una vecchia aristocrazia stagnante  e ad una  imprenditoria   rimasta  alla finestra  in un suolo perduto,  sarebbero divenuti un mix  di  micidiale. Un  potenza  mondiale .     

Da quel momento ”K-626 ”  per i veri addetti ai lavori,  diverrà  il definitivo  nome alias  in codice del Molosso.

 FU UFFICIALE di COLLEGAMENTO   nello stretto   contatto delle operazioni undercover tra il  giudice Giovanni Falcone e  la missione segreta  del  commissario Elevetico Fausto Cattaneo,  principale protagonista  delle operazioni Mato Grosso e Pizza Connection   l’agente undercover  a cui K-626 per impressionare l’ élite” del traffico internazionale di droga, i grandi boss della mafia turca dell’eroina e i baroni colombiani del business della cocaina.  prestò le  sue auto utilizzate dal Commissario alias ”  Bertoni ”   che a seconda delle occasioni  veniva improvvisato industriale,   finanziere, contabile , body guard   autista .  Poiché mancavamo di un’organizzazione e di risorse adeguate, spesso dovevo improvvisare per perfezionare il mio travestimento. per impressionare   sui trafficanti talvolta, prestò  le sue auto.

 Sopra la Rolls Royce  Gialla del  film  di  Anthony Asquith di  Lord Charles Frinton  Passata di mano da un   ricco gangster italo americano  che la acquista  per visitare l’Italia in compagnia dell’amante, l’auto seguendo i passaggi  di proprietà   segue gli eventi bellici della ex  Jugoslavia1941, durante l’invasione tedesca della Jugoslavia l’aristocratica Gerda Millett, americana conservatrice, vede requisita la Rolls-Royce dal partigiano Davich, con il quale stringerà amicizia. Dopo essere sopravvissuti ad un attacco aereo la donna vorrebbe continuare ad aiutare il partigiano ma Davich la convince a tornare negli Stati Uniti dove può raccontare tutto quello che ha visto e garantire il sostegno al popolo oppresso.

FAUSTO CATTANEO  FALCONE CARLA DEL PONTE . Falcone  attraverso i confidenti  di Cattaneo si era imbattuto  nell’oro rubato agli ebrei . C’è ne sarebeb stato anche per lui . Ma Falcone non era  in vendita.   Le  avventurose, audaci  rischiosissime  operazioni del commissario Cattaneo che  per Pizza Connection collaborava segretamente  con il magistrato elvetico presidente del Tribunbale Cantonale  dr.  Plinio Rotalinti , parente del giornalista ucciso  nel  Castello di Castro,   dopo l’ordine di uccidere  ad ogni costo  Giovanni Falcone(sospeso  solo  perché  in quel momento non si sapeva da che parte si schierasse la magistrata  svizzera in trasferta ).    Per cui le indagini di Falcone,   furono avversate  ed archiviate tutte dalla medesima procuratrice svizzera Carla Dal Ponte. .

QUANDO LA CORRUZIONE   ALLE MAZZETTE PREFERISCE L’ORO  Doveva essere l’ultima indagine   personale, segreta  questa  del commissario Cattaneo allorché ’agente Svizzero venne abilmente  fatto cadere  in disgrazia  così subendo ogni genere di calunnie e perdendo la sua privacy familiare.  Assolto ne uscì provato anche perché la posizione del collega suo detrattore, fu solamente ” archiviata”. Quindi  esattamente come nel processo in Italia,   saranno   svolte indagini   per  risalire alla   regia che guidò i   le azioni  dei  poliziotti depistatori  che tradirono Borsellino.. non furono  volutamente svolte indagini .  Quanto al suo fedele amico, il  giornalista,  cronista  della  RSI, parente  del procuratore svizzero Rotalinty,  malgrado  l’aiuto protettivo  che Fausto  Cattaneo riusciva  nascostamente a girarli attraverso  amici del SIC rimastigli fedeli , sventati alcuni tentativi  di ucciderlo che i giornalista aveva dettagliato  non solo a Cattaneo ma anche  all’archeologo Marizio Tosi,  Sidney  finì “scivolato”  buttato  giù dal castello  di Castro una notte di pioggia . Anche qui è evidente che  fu  perentorio l’ordine di non indagare  sulle presenze dei Killer giunti  a Castro per ucciderlo e di fare  passare la sua morte come un suo ” gesto estremo”.  Nell’inverno  2020 , a Verona,  Arnaldo La Barbera, responsabile del “dopo Falcone”,  evidentemente sapendo in anticipo  che  Mario Timbal  il figlio dell’ avvocato e della magistrata Carla  Del Ponte,  sarebbe  assurto all’informazione col ruolo  presidente  RSI , mi chiese se   riprendendo  il  mio alloggio  svizzero di  via Canevascini presso la RSI , potessi piazzarci  e alimentare delle telecamere direzionali intelligenti a riconoscimento  corporeo allo scopo  di  meglio   carpirne le abitudini.Mi avrebbe firmato lui un incarico scritto . Ma i pretendevo una delega dall’AISI Non accettai i nuovo incarico senza una delega ufficiale. Mi avrebbe firmato lui un incarico scritto. Non bastava. Lo indirizzai ad altri più prossimi tecnici a Milano -Lugano . Oggi sono più propenso a credere che lo scopo fosse trovare una finestra dove avrebbero potuto appostare un killer per uccidere il figlio della magistrata,.“Ben  facesti tu nel 1988  a toglierti di dosso quell’oro. Ora a  QUESTI   (intendeva dire per l’intera famiglia Timbal -padre figlio e la magistrata Carla  Del Ponte che  nel 1992 come, anche per Sidney Rotalinti , sulla pista dorata era  entrata nel mirino dei sospettati  di  Falcone che la riteneva principale mandante sabotatrice anche del suo attentato e che  considerava seduta  al  vertice della cupola  Quell’oro che ha coperto,  glie lo leveranno di dosso il  Mossad  per via delle pretese dei nipotini eredi ebrei .  

 L’ultimo  successivo incontro fra me e  Arnaldo La Barbera  avvenne poco dopo a  Verona. Ci trovammo  presso il parcheggio   Bauli, sempre in presenza del mio doppelganger  Nenad  Rankovic  e del mio autista.  Tutti mascherati . ERa legale mascherarsi dopotutto .Arnaldo che aveva preso il mio  sosia guardia spalle,  pure vestito come me,  per me , visibilmente prostrato gli disse : Ho il cancro Franco .  Replicai io :    Hanno  dunque  irradiato anche te con ste  valute,  l’oro radioattivo  [dopo l’agente  R.I (omiss)]  e  dopo la  la Imane Fadil …

https://www.ilmessaggero.it/italia/caso_ruby_testimone_morta_imane_fadil-4363816.html

Alla fine   hanno fottuto anche a te  eh vecchio Arnaldo?

Neschuno ma  fott a me”!   Rispose.

 Mi sono fregato da solo e a  fottermi,  tacendo,  sono stati i  tuoi bacia banchi  traditori veneti. I criminali  leghisti  Verona. L’ amico dell’Achille  Variati.Chi ? Si insomma  dicci chiaramente chi ?   Dai che sai  di chi parlo …il marito  delle tua amica  ( capimmo che intendeva il sindaco  di Verona  Flavio Tosi attraverso attraverso la di lui moglie. Sapeva perfino che essa aveva visitato casa di Giulietta in  Anfiteatro-Tosi e  il suo vicesindaco. Entrambi  sotto processo per associazione mafiosa nel  traffico di rifiuti tossici, poi  finito  con condanna a servizi sociali  alternativi  per il  vicesindaco  di Verona. La  seconda  volta  che un  suo dirigente della monezza   finisce dentro  per le morti  di cancro alla monnezza ).

  Sono entrato in contatto con quei maledetti bidoni radioattivi del tuo paesano  Arrigo Abalti( Fondatore TVWEB)  . E loro : zitti.  Ah l’oro nero!  Esatto. Mica me lo avevano detto loro dove li avevano interrati. No,  non dovevo fidarmi di loro. Maledetti.  Dovevo fidarmi di Carmine Schiavone di Perrella che so che  hai  incontrato con quello dell’osservatorio Antimafia  a  Verona, giorni fa. . Non di loro.  Ma Come fai sempre a sapere tante cose  su di me Arnaldo?   …. E su altre , su me,  sbagliare clamorosamente?  Lui al solito, messo alle strette non rispondeva .   Ma mi consegno  un mappa mentre ci guardava con l’altra mano sempre  in una tasca.  Mappa  che  sparì  poco  dopo nell’altra tasca dell’impermeabile . Segno che   ci aveva ripensato. Magari di  darla a qualche altro . Dopotutto quella non mi pareva la  mappa di dove  lui potesse aver seppellito la  super ricercata cartella di Borsellino prelevata durante la sua  elimininazione .     A ognuno  le sue precauzioni dopotutto . Giusto per non smentirsi mai… Era la mappa dove hai nascosto i soldi , l’oro dissi senza mai  togliere lo  sguardo dalla  altra mano che aveva in tasca.  Da quella posizione avrebbe potuto  freddarci  in un nano secondo tutti.    Era senza  forze quell’uomo .  Irriconoscibile .   Ma certo   pensai che probabilmente  un po’ ne stava risparmiando qualora avesse dovuto  schizzare  qualche impulso  in lui.      Mai come in quel  giorno fui felice che ci fosse molta gente  presso il   Bauli., no lontano da  noi . E   dovetti averlo guardato  davvero con sospetto, sebbene senza aprire bocca  perché  lui  dicesse :  Senti  Franco, lascia che ti  spieghi e che dica che mi dispiace per il depistaggio di cui sei stato vittima  e che ti è accaduto E  di  come non aver potuto muovere  comunque un  dito in tua difesa. Ma i Madonia sebbene non se la passino più tanto bene hanno giurato di farmela pagare . Li poi  in Anfiteatro dove anche li  tu sei Conservatore  ( alludendo il denaro dei sequestri sbolognato  fatalmente a  Piddu Madonia) Li ci hanno buttato soldi che avanzano . Ma vedi che  con  le ville abusive che ti hanno  costruito  dentro l’ anfiteatro ci siamo dentro tutti  fino al collo. Sbagli,  gli dissi . M a diretto  lui subito  si giustificò  dicendo che depistaggio era stato  favorito non da lui  ma  addirittura  organizzato, ordito su me dai ROS .A suo dire,  portato avanti  dai due marescialli  di Arcugnano -Brendola  coinvolti  del depistaggio per peculato ed omissioni varie) Secondo le comunicazioni intercorse, sottoposti al gen. Subranni  e  stante la regia estorsiva  da me denunciata . Subranni , secondo lui  la poteva avere portata avanti assieme ai suoi figli, :  Ennio (ROS) , Danila con  l’on. Angelino Alfano coinvolti con anfiteatro.  E vabbeh…  Tutti siciliani doc insomma !   Nel 2020 morì Ennio Morricone . Il  suo brano  Il clan dei siciliani  che  mi ronza in testa,  resta un opera d’arte musicale immortale ! Scacciaensieri e note  finemente tessute   durante la progressione dell’armonia del brano  classico a 4/4.

Giova a dirlo che durante l’estorsione ai miei danni , nel  complotto del Sindaco Paolo Pellizzari per meglio terrorizzarci,  lui prova ancora ora  a destoricizzare l’Anfiteatro Berico  al fine di cementarlo senza difficoltà  senza più ostacoli , quel sindaco e  mi mandò davanti un suo intermediario a nome del ministro Alfano.  Quindi  la magistrata Orietta Canova a cui con dovizia di particolari denunziai pressioni , minacce  dichiarandomi  per ben due volte pronto a collaborare per accertare  se fossero  vere o meno  le pressioni del ministro costruttore Alfano, ebbene …  non è ancora  intervenuta. E per l’appunto è  a tutt’oggi strano che  nessuno di loro si sia fatto vivo smentendo. La vedo male comunque  per i due marescialli premiati dal sindaco alla  fine delle  numerose omissioni denunziate. O  se non per loro vite,  per quella  del  gen. Subranni . Pensavo  a queste cose mentre  guardavo lasciando parlare Arnaldo .Senza parlare . Comunque quella fu l’ultima volta che  incontrammo  Arnaldo La Barbera.  Al congedo, le sue ultime parole, a fatica, tremolando tenendomi per un polso e sempre  mantenendo  l’altra mano dentro la tasca dell’impermeabile,  mi disse :  Franco , se mi succede che muoio,  quello che non sanno ancora è dove ho depositato istruzioni . Gli chiesi:  Arnaldo, non  è che hai una minuscola fialetta nel polsino vero? … Dai ora basta giocare ! Disse . Orbene  temo pure per mia moglie e mia figlia  funzionaria della presidenza del Consiglio.   Grazie  se fin da ora  potrai fai qualcosa per loro. Ti ripagherò. Sai bene che nulla voglio Arnaldo . “E’ stato comunque bello …. Addio  Franco”  

Fonti citate : ‘Ndrangheta, arresti a Verona. Nella stessa inchiesta ..Rai.it

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4 giu 2020 — I reati ipotizzati nell’inchiesta, a vario titolo, sono quelli di associazione mafiosa, truffa, riciclaggio, estorsione, traffico di droga …

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Il Fatto Quotidiano

https://www.ilfattoquotidiano.it › 2014/12/22 › verona-…

22 dic 2014 — Vito Giacino, ex vicesindaco di Verona ed ex braccio destro del sindaco del Carroccio Flavio Tosi, è stato condannato a cinque anni di

Report inguaia Tosi, ‘a cena con la ‘ndrangheta’ – Politica

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OPERAZIONE GLODFINDEN 

Predisposta per rendere autorevole il Molosso ne venne  infine utilizzato i livello di autorevolezza  assunta per le trattative  finalizzate al rilascio  ostaggio vicentino  Celadon. Il Molosso rinunciò alla restituzione anche
parziale di tutto l’oro di Famiglia,
 chiedendo che l’oro o i proventi
generato dallo stesso fosse distribuito alla popolazione Jugoslava.

OPERAZIONE LEZIONE” REGIA DI VITTORIO MANGANO DA ARCORE

PER NON DIMENTICARE Alcune considerazioni  su protagonista 

Se con l’operazione Goldfinden la missione Pirati Barbareschi confondendo le carte ai malfattori , con la discussa liberazione di Carlo Celadon, minò  i rapporti fra gli addetti alla  l’industria dei sequestri,  la certezza di farla franca. Così le rappresaglie per K -626, non si fecero attendere .

Anni ’90 Spedizione punitiva “lezione ”: una sparatoria in Riviera Euganeo Berica in cui il Molosso ebbe la meglio, azione ordinata ad Arcore dal sicario convivente col cavalier Berlusconi da  villa Giulini Casati Stampa, il Vittorio Mangano. Nelle spedizione punitiva quattro attentatori si scontrarono con la scorta del Molosso. Conservatore colpevole di difendere le bellezze immobiliari e paesaggistiche dalle ondate del business della monezza e dalle relative cementizzazioni abusive , tra Arcugnano e la Riviera Euganeo -Berica.  L’attentato fallirà. Al Molosso, per rappresaglia poco dopo sarà fatto scomparire il figlioletto di 2 anni e mezzo allorché legalmente, l’avvocato di Berlusconi, incredibilmente, riuscìrà a fare cancellare dal registro dei nati il nome del bambino .

Nella Foto :  il presidente di Amnesty International, Estela  moglie del vicentino Carlotto, Franco  Alessandro Malosso  Maltarello  von Rosenfranz , a Milano durante un convegno di Amnesty inerente alla formazione  di una Banca dati  DNA (nonne di Plaza De Mayo)  dei bambini scomparsi a scopo di estorsione -ricatti, vedette politiche.  L’epoca è quella del film Garage Olimpo .

Il Molosso  in quei giorni aveva  in attivo   perizia di accertamento  vocale  su lui –   durante    l’ennesima  cattura  del Torturatore  Argentino  col .Olivera. falsamente iscritto alla loggia P2 e   incredibilmente rilasciato  dalla Magistratura italiana che lo aveva  fermato all’aeroporto di Fiumicino così disinnescando tutta l’opera  di rintraccio del soggetto. 

Cancellata la paternità , il legittimo padre resistente sarà condannato come sottrattore  di una fantomatica ” PERSONA “incapace”  A quel punto non fu più possibile ne conveniente intervenire e rintracciare il piccolo attraverso l’Interpool .Franco collaborò a rintracciare alcuni bambini rapiti attraverso un banca dati DNA di bambini rapiti Da allora ne sono stati ritrovati pio di 100. .Del suo figlioletto però si persero per sempre le tracce . Di seguito a ciò la sia compagna si uccise.

Rapimento del piccolo Molosso

NOTA : Ulrich von Hassell non va confuso con l’on. Kai-Uwe von Hassel ex interprete per intelligence militare (Abwehr )sotto l’ammiraglio Wilhelm Canaris . Nella nuova cancelleria tedesca VH fu  presidente del Bundestag  perdendo un figlio, Joachim von Hassel, aviatore navale e Oberleutnant zurnel, precipitato, pilotando il Lockheed F-104 Starfighter  . Gli Starfighter tedeschi evidenziarono un tasso di incidenti allarmante, in quanto 292 dei 916 totali si schiantarono  al suolo , causando la morte di  ben 115 piloti.

Curiosità : battuto a terra, in velocità da Villeneuve su una auto monoposto italiana Ferrari per ben tre volte, l’F-104 fu definito da Ettore Malosso “un fabbricante di vedove” mentre dal suo parigrado tedesco Bubi  Hartmann, “Bara Volante. Viceversa    gli italiani , gen.  Paolo Moci  capo delegazione, in USA alla valutazione del velivolo Lockheed F-104G Starfighter  , il  gen. Giorgio Bertolaso   non ne  consigliarono  l’uso anzi dichiarandolo aereo affidabile. In seguito a questa valutazione esplose il disappunto dell’on. von Hassell a cui fecero seguito nello scandalo dei velivoli C130 le rivelazioni del Senatore USA Frank Church con la messa in acccusa per corruzione del presidente DC vicentino Antelope Cobbler , alis cifrato di Mariano RumorV.H. morì all’età di 84 anni, quando subì un infarto durante la cerimonia che gli conferiva il  Premio Carlo Magno

INVECE il padre dell’ARCHITETTO ROBERTO VON HASSELL ? Fu nientemeno che ambasciatore tedesco i Italia Ulrich von Hassell come W. Canaris , Von Stauffenberg ecc , fu dichiarato reo di aver “tradito” gli sforzi di Elena Capito in Bechstein.

L’ ORO DI HITLER GESTITO DA JOE ADONIS DALLA SVIZZERA A VICENZA

Il mondo per un ristretto cerchio di persone a cui , volenti o nolenti, si appartiene è più piccolo di quanto si immagini. Quell’oro che maneggiava il più grade distributore di Coca Cola e GingerAle era l’oro svizzero accantonato da H. Hitler ed Heinrich Müller contenuto nelle cassette di sicurezza svizzere . Ad Adonis, fra i tanti affari che i discusso imprenditore intratteneva, esso era giunto in possesso attraverso il geniale membro dei commandos, Ian Fleming che con la mediazione di Lucky Luciano, permise anche di pianificare la fuga del cancelliere tedesco. e stretti collaboratori . Fuga pagata profumatamente con la cessione di conti al portatore svizzeri, così assicurando loro il corridoio di fuga Autorizzato nell’accerchiamento a Berlino e da li fino in sud America, verso quel rifugio che doveva essere stato di W. Canaris se quest’ultimo non si fosse schierato nel mancato attentato a Hitler . Un oro che avrebbe continuato a contribuire indirettamente alla crescita delle città vicentina legata al primato delle lavorazione mondiale dell’oro. Ma Joe Adonis, l’unico che apparentemente non temeva di finire nelle tracce dei servizi e di affamati cercatori di quell’oro. Morì in circostanze misteriose mentre si trovava ad un interrogatorio di Polizia.

OPERATION GOLDFINDEN – CELADON -PIRATI BARBARESCHI L’ oro mancante sottratto a Pietro di Jugoslavia non fu mai completamente restituto a Tito. Ma tra accordi intercorsi con i successori del leader Jugislavo, tra il 1986 e il 1988, malgrado alla consorte spettasse di essere interpellata sulla vicenda del metallo, dalla Svizzera non fu più corrisposto il congruo compenso pattuito quale interesse a quella partita d’oro prelevato e depositato in Svizzera da Licio Gelli – Furono così successivamente pattuite nuove modalità in quanto non era conveniente mantenere colà i prezioso metallo infruttifero. Quindi offerto parzialmente al discendente della corona di Macedonia con alcuni accordi che sarebbero stati garantiti con la vita dall’ultimo discendente.

Morti i soci in affari Lucky Luciano e Ian Faming , morto Joe Adonis, quel colossale smercio, il flusso di pesanti di ingotti oro, oro proveniente da una storia millenaria, in gran parte, di provenienza dall’Impero persiano di Alessandro I ” il Molosso” , scambiato ed ingrossato dai georgiani in seguito alla rapine a banche dello Zar, da parte della gang dedita a dell’ex seminarista don Iosif Stalin , con la morte dei protagonista il cammino di questo oro sembrò fermarsi assieme agi accordi di amico .nemico di Stalin : TIto Broz.

Nella foto  sopra Stalin dal 1894 al 1899 frequentò il seminario teologico di Tiflis. Alcuni  lingotti appartenenti a Pietro di Jugoislavia , presumibilmente scambiati con  quelli del  suo Regno. Si scoprì che provenivano originariamente  povenissero  da  rapine a banche russe dello Zar o messe al sicuro da quest’ultimo duramte la rivoluzione.  A conforto finale di questa tesi  furono ritrovati con queste tipiche  punzonature a villa Wanda  nella disponibilità di Licio Gelli ex Agente dell’OVRA  per il Governo Italiano .

Tentativi di smerciare quell’oro fermatisi con la morte di Joe Adonis nel 1971 faticano a riprendere giacché lui non lascò istruzioni. Si tratta di un mondo che può chiuderti in una bussola e lasciarti li a decantare fra quelle due porte. Un mondo, quello delle lavorazione a Vicenza che parla una sua lingua codificata in dialetto esclusivamente vicentino. Fra quelle due porte di vetri blindat che resistono a un a357 magnum è diffiicile che tu entri in un laboratorio se non sai rispondere a qualche precisa domanda purché dialetto. Quando riprendono le importazioni ? Pressapoco nel 1977 . Franco von Rosenfranz uscito dal collegio vescovile, riceve in addestramento adatto a non essere rapito in Sardegna oltre a quello del suo maestro di Judo cittadino (Piccoli) per un totale di ore ben superiore a quello del suo maestro di Tennis alla ex GIL (Sartori). Operativo per compiti di Polizia Militare, quasi contestualmente , alla sua seconda missione prese a investigare per conto del Col. Paul Tate lavorando  anche come detective per una notissima rampante agenzia investigativa a Vicenza. il Molosso  che si  dividerà anche in seguito  la sua vita  tra la UCLA a LA  studiando  arrangiamento musicale per il cinema   ma anche  per perfezionarsi nelle telecomunicazioni satellitari e intercettazioni , oltre che al caso  Sharon Tate . Li fu contattato dall’imprenditore Bancario Svizzero R. Mayer con il figlio, desideroso di avviare una forma di forniture di oro improduttivo da trasformare in conto lavorazione. L’affidamento avvenne sotto l’egida del Titolare dell’agenzia . I campionari da realizzare nelle fabbriche di oreficeria Balestra (le cui vicende trovano epilogo finale nel 2011 / Crack e con le accuse di commercio “in nero” per 14 tonnellate) anche questa volta l’impresa non ebbe a decollare . Di li a poco il titolare delle investigazioni  G.M. morì.

RESTITUZIONE DELL”ORO RUBATO AL REGNO DI JUGOSLAVIA Tra la fine del 1986 e il 1988 fu deciso perciò di immettere nel mercato un gran parte di quei lingotti e di trarre utile con contratti di lavorazione a lungo termine. Da qui il nome alla operazione di importazione .L’oro riconducibile alla famiglia reale macedone fu però completamente rinunciato dal suo ultimo erede Molossiano in cambio di alcuni accordi speciali . Per il trasporto fu basilare l’apporto coperto del faccendiere Svizzero -Arcugnanese M.P. deceduto in seguito al  suo rientro dall’Africa   per  circostanze che una autopsia non ha mai  del tutto chiarito.

REIMPORTAZIONE   DEL METALLO  DURANTE LE CRISI POLITICO SOCIALI L’ultimo dei Molossi divenuto ormai maggiorenne si fece così garante di importare quei metalli preziosi facendolo transitare in territorio italiano, da  se non  invuato in conto lavorazione  per fruizione  per buona parte, da Firenze, Arezzo, Bari e poi per Mare, raggiunse quel porto natio Jugoslavo da cui era stato sottratto nel l’aprile del 1941.

Potendo fornire queste operazioni come esca per entrare in contatto con chi custodiva le posizioni del giovane ostaggio italiano Carlo Celadon. L’operazione camuffata GoldFInden fu ideale per permettere al Molosso di svolgere la missione Operazione Pirati Barbareschi Elevate contestazioni per violazioni valutarie in materia di importazione o transito di quel metallo prezioso per l’Italia, penali e civili, quindi l’ evasione in materia di reddito ed IVA ( anche se alla fine i collaboratore di Giustizia e noto faccendiere internazionale  Arcugnano-Svizzero  M.P. l’uomo che materialmente aveva agevolato l’operazione segreta di importazione. In seguito, al fine di scagionare l’operato del Molosso in quanto aggregatosi ai sui spedizionieri per mere ragioni di servizio, MP denunciò anche al ministro delle Finanze Rino Formica avendo dimostrando che le imposte sul transito del prezioso metallo di Tito come per quello delle SS, lo Stato Italiano avesse a valle dell’operazioni,recuperato comunque l’IVA ( Rino Formica fu teste testimone con Steve Pieczenik, consulente CIA del Dipartimento di Stato americano, inviato in Italia per sostenere il ministro degli Affari Interni Francesco Cossiga. Pieczenik a sua volta fu l’ideatore della falsa notizia che nel Lago della Duchessa vi fosse stato il cadavere dell”on Moro rapito da elementi dei Servizi Segreti ) . Sia questo depistaggio, come l’idea di addossare la colpa de rapimento alle BR , come le l’operazione Pirati Barbareschi e Golfinder condotte da K-626 ( Il Molosso) ebbero per interlocutore al corrente di dette segretissime operazioni, lo stesso Ufficiale Superiore dei Carabinieri in seguito divenuto comandante superiore all’ AISE .Successivamente , due collaboratori del Giudice Falcone. 

ARCUGNANO: QUELLE OPERAZIONI DI FALCONE SOSPESE A K- 626 Sempre lui fu quello che chiese di sospendere in Anfiteatro Berico di Arcugnano attività contro le manovalanze del Clan Madonia, suo cognato del cognato ed altri . Attività che furono segretate per ben 32 anni . Nel1992 e nel 1998 Causa:  l’impresario edile  e presunto  colpevole  della ideazione della politica stragista  di Totò Rina,  Madonia anche dal carcere, poteva rappresentare una fonte preziosa di informazioni. Inoltre sulla sommità dell’anfiteatro Berico, fu rafforzato ulteriormente il vincolo di segretezza dopo i fatti del 2009 dimostranti che il presunto killer di Falcone e Borsellino, Piddu Madonia esercitasse il suo ruolo di capo bastone- Appunto. Anche dal carcere.

LA TASSAZIONE DEL GOVERNO ITALIANO SUI METALLI IN TRANSITO Alla fine dell’esposto del MP fu dimostrato che lo Stato italiano in realtà alla fine recuperasse comunque l’imposta dal consumatore finale. A quel punto il RE indiscusso specialista di questo traffico , lo Svizzero -Arcugnanese M.P. decise di fare causa all’allora ministro delle finanze dello Stato Italiano l‘on. Rino Formica per avere ragione delle contestazIoni elevate. In effetti in fase di compensazione la teoria di MP non era sbagliata . MP  però, per ragioni rimaste mai del tutto chiarite rimasse vittima di una puntura di malaria fulminante mentre dopo aver incontrato un emissario di brillanti della Nabibia , si trovava a cercare  oro  in   Camerum.

Nel frattempo anche per K-626 la sua missione, e le le si disavventure giudiziarie non  si fermano  qui.

Contro K-626, allo scopo di tentare di vanificare la sua operazione anti-sequestri, di bloccarne l’operato e di coinvolgerlo penalmente quanto fiscalmente furono intentate accuse di auto- fatturazione inesistente.  A questo depistaggio  partecipò come subalterno i maresciallo di Arcugnano Bertradino   Naldo  dietro il cui alloggio  in stazione dei Carabinieri,  dormiva latitante   Piddu Madonia  dopo le stragi  Falcone Borsellino. 

NESSUN  AUREO VANTAGGIO PER IL MOLOSSO. CIO MALGRADO, IL TENTATIVO DI  INFANGARLO  Manneggiò fiduciariamente  e  tonnellate e tonnelate  di oro e argento preoccupandosi  che fosse restituito al suo paese.  Viceversa ed è un particolare non da poco allorché  il maresciallo  si inventò che  il  Malosso, come premio delle operazione di restituzione dell’Oro Jugoslavo  organizzate da sir Fitzroy  Maclean  fosse stato  promesso e regalato un carico di qualche tonnellata di oro che in cassaforte  venisse  conteggiato come “reddito”  no dichiarato.  Il maresciallo si inventò che  l’inesistente   metallo se  lo fosse  stato fatto  rubare lui  durate un furto  denunciato presso la sua abitazione .    Solo la sua caparbietà  di un luogotenente delle GDF riuscì  e stilando un esaustivo rapporto di servizio , ma solo nel 1989 a dimostrare che le fatture di importazione erano realmente state emesse da una soggetto clonato al Molosso per depistare su di lui attenzioni generali fastidi ecc. mediante una evidente sostituzione di persona. E no si trattava certo del suo doppelgänger   pouché la fisonomia è completamente diversa. La  presunta persona che si era sostituito alla identità del Molosso fu il rallysta Bronson, alias di Angelo Siino, accompagnatore delle uscite serali di Papa  Woityla   durante il periodo in cui  scomparve  Emanuela Orlandi  Angelo Siino . bel  processo al compaesano siciliano, il Senatore di Berlusconi, on. Marcello Dell’Utri,  venne considerato  l’ex Ministero dei Lavori Pubblici di Cosa Nostra che anche lo 007 Aldo Anghessa dI li a poco convinse a pentirsi collaborando.  

IL PRESUNTO ORO SPETTANTE AL MOLOSSO DI MACEDONIA.                                    Il Molosso fu  completamente assolto dalla congetture del maresciallo Naldo cioè dall’aver accettato dell’oro a premio. Anzi emerse che  il  maresciallo aveva deliberatamente omesso  di indagare  sull’identita’  di chi  lo avesse provatamente  derubato. Dopo l’assoluzione con formula piena del Molosso  che dichiarò di non provare astio  per lo scempio causatoli  dal sottufficiale, tuttavia,  seguì un un alterco fra lui ed addetti  serbo – macedoni di scorta, posti  a  vigilare sull’incolumità  del  Molosso che a dire di testimoni, minacciarono il maresciallo di Arcugnano  . Trasferito a Vicenza, Presso la stazione dei Carabinieri  di via Muggia ( anche ex  sede Gladio)  di li a poco il M.llo Bertrandino Naldo, muore.  Anche   questo  fu  lo scenario  in  cui si  trovo  appena  trasferito da affrontare,  il col. Luigi Finelli, un  brillante ufficiale   che con il col.Mori  fu  coinvolto a vanvera  dal maresciallo Tumino, l’artificiere  assurto alle cronache   per aver distrutto  i detonatori  che potevano portare al fornitore dei congegni  esplsosivi   circa  i sospeso  attentato  dell’Addaurra  ai danni  di  Falcone. 

MA NON C’E   ALCUN ORO IN CASSAFORTE        Poco dopo nel 1995 , in  Riviera Euganeo- Berica sempre durante il comando  a Vicenza  del Col. Luigi Finelli,  4  killer di cui  2   a lui consegnati vivi,  confessando  di essere  connessi alla FININVEST,  mancarono   un nuovo   tentativo  di  sequestro  sul  Molosso . Ne seguì una sparatoria .  2 dei 4   di non rientreranno  più ad Arcore. A quel punto il  killer  siciliano esperto  in sequestri di persona  a danni di    imprenditori lombardi, convivente  del Cavalier  Berlusconi Vittorio Mangano, condotto  ad Arcore dal senatore  dall’altrettanto  conterraneo  siciliano on.Marcello Dell’Utri ,  chiese  inutilmente di  ricevere  indietro  almeno i cadaveri dei due  sui scagnozzi . Di li a poco , ad Arcugnano( Vicenza) fra l’organico  degli addetti alle  intercettazioni  guidate  dal Molosso risultò  infiltratosi  un  pregiudicato che lo allarmò  confessando  il  vero motivo  della sua missione.  In quei frangenti,  accadde la  scomparsa del  figlioletto di soli 2 anni  del Molosso e il suicidio della compagna . Poco dopo Vittorio Mangano  dopo aver minacciato  di fare  pubbliche rivelazioni di  20 anni di collaborazione a Milano  fra, il Cavaliere, la   sua Banca di famiglia dove venivano negoziati i riscatti  dei sequestri dei Lombardo- Veneti  rapiti (  Rasini)   e  il  Dell’Utri, in  carcere,  fu  irradiato in modo da contrarre  male incurabile. Morirà   portandosi  nelle tomba i numerosissimi segreti sui  sequestri di imprenditori e nobili,  sopratutto milanesi fra cui tanti,  uccisi e annegato nel cemento  dei ponteggi autostradali , malgrado  il denaro versato    Sono le modalità identiche precedono la-testimone con tro Silvio Berlisconi ed altri –imane-fadil

Caso Ruby, morta la testimone Imane Fadil. Uccisa per un “mix di sostanze radioattive”

«Mi hanno avvelenata» aveva detto ai sanitari che l’avevano in cura. La Procura ha aperto un’inchiesta: si indaga per “omicidio volontario”

Mangano, in carcere,  fu  subito irradiato in modo da contrarre  male incurabile, si dice  lasciando come e depositaria ed erede la  propria figlia amica ,cresciuta con   Marina Berlusconi .  Il sicilano  avrebbe confidato numerosissimi segreti sui  sequestri di imprenditori e nobili,  le loro vacanze a Porto Cervo ,  la pianificazioni dei loro  rapimenti,  sopratutto di noti e nobiluomini imprenditori milanesi fra cui ragazzini e bambine -Alcuni , uccisi mediante lupara bianca , mai più rientrati nell’hiterland milanese Spesso annegati nel cemento  già indebolito dei ponteggi autostradali Italiani in.costruzione . Molti di essi erano possessori di conti a 9 zeri , correntisti in Banca Rasini vicini di conto corrente i cui denaro cambiava solo il n. di conto

L’eliminazione di  Giovanni Falcone  era stata temporaneamente sospesa in quanto poteva trovarsi  con la  magistrata  svizzera Carla Dal Ponte, moglie dell’avvocato Timbal . Anni dopo, attesa l’avvenuta esecuzione del magistrato, la donna archivierà sistematicamente  tutte le sue inchieste Italo- svizzere  compresa quella a  carico dei  Silvio  Berlusconi &C..  Nel disappunto, il giornalista Sindney Rotalinti  chiamandola  pubblicamente “Crudelia Del Ponte” depositaria di enormi  segreti , allarmò  gli organi di Giustizia internazionali  così  denunziando  la doppia vita della donna. Rotalinti  familiare  dell’ omonimo magistrato Svizzero sarà  quindi  successivamente assassinato da 3 killer  che lo gettano giù dalla zona archeologica di Castro in Puglia . Doveva incontrarsi col prof. Maurizio Tosi  mentre, a Lugano presso via Canevascini,  sul   iglio delle donna di professione presidente RTS   è avviata  una  fase di ricerca e selezione un killer  capace  dotato di   armi non propio convenzionali  dietro  promessa di   pagamento ben superiore alla media e  che si pagano per questo  genere di operazioni .

KILLER ? NO  PAY CASH PUO ESSERE CONTRASSEGNATO!  SOLO ORO.       Causa : regolamento di conti compensato con oro  offerto a premio giacché a dire del offerente il denaro accumulato in altri depositi riconducibili alla  Banca Rasini  era ormai  conosciuto come “tracciato”. Come si vede c’ è n’è per tutti .  Finiranno mai  queste vicende. No . Fin  tanto che  posta in gioco rimane  altissima  e non decentrata . 

CHE NE E’  DELL’ORO DEGLI EBREI ASSASSINATI  TROVATO DA FALCONE      Con la morte di Falcone , le archiviazioni della Carla  Del Ponte,  e la immediata  sottrazione dei dati  su cui  il giudice  da  confidenti  messi a disposizione dal  Comnissario elvetico   Fausto Cattaneo aveva annotato i nomi dei beneficiari dell’oro  Svizzero e quello importato in Argentina attraverso Peron, cioè quello   sottratto dai nazisti  alle più importante  famiglie ebraiche ed  a cui  seguirono ulteriori omicidi  di parenti ebrei  che  furono eliminati successivamente   affinché  non reclamassero  il prezioso  metallo. E’ questa  una inchiesta non ancora  del tutto chiusa dal Mossad che non è mai stato avaro  nel ricompensare questo tipo di informazioni . 

NELLA CACCIA ALL’ORO  NON SONO MANCATI I  DEPISTAGGI :  FORTEZZA

In realtà a Fortezza quell’oro, secondo Luis Trenker  collega del maestro vicentino del Molosso, doveva  essere  stato occultato da tempo . Si trattava di   numerosi lingotti ,   poi in parte recuperati ma non li ma dentro bare al cimitero di Marano dei dischi dal gruppo Sicherheitsdienst che fino al 1944 erano sotto il comando dell’ammiraglio  Wilhekm Franz Canaris.  Le 25 tonnellate di metallo prezioso mancanti sottratte alla Banca d’Italia   servirono a ungere   addetti ai lavori per essere all’ammissione  al Pool dell’oro, organismo creato dagli alleati per la restituzione pro quota alle nazioni aventi diritto dell’oro trafugato dai nazisti. Secondo  l’incorruttibile  commissario Niccolo Introna  si. 

PER CHI SEGUE LE TRACCE  DEI FAVOLOSI TESORI AUREI SCOMPARSI . Esclusi  da questa ricerca   i mezzi sottomarini   di soggetti organizzati tecnologicamene e dotati  di mezzi  atti a ritrovare, dopo secoli  carichi di  pesante  metallo scomparsi  nel fondo degli oceani ,  per per professione o per passione   segue le tracce dei favoloso tesori aurei  scomparsi , può capitare di trovarsi  al centro   di  grandi  depistaggio messo in atto per stancare i cercatori d’oro, puntò sudati di clonazioni sulla  presunta seconda esistenza di Hitler Grazie a una leggenda affascinante a questo proposito ricorda molto il romanzo I ragazzi venuti dal Brasile (1978), in cui si racconta che il dottor Josef Mengele continuò i suoi diabolici esperimenti sugli esseri umani e stasse  per clonare il Führer. Esiste infatti una cittadina brasiliana, Cândido Godói, dove nascerebbero molti più gemelli rispetto al resto del mondo. Mengele scappò davvero attraverso una delle ratline, e visse per decenni in America Latina, Brasile compreso. Secondo lo storico argentino Jorge Camarasa  Mengele negli anni Sessanta visitò Cândido Godói diverse volte, e a questo punto ci sono tutti gli ingredienti al posto giusto per la leggenda: i **gemelli **erano il segno lasciato dagli   esperimenti dell’Angelo della morte, come era chiamato dalle vittime a Auschwitz.   Era Argentina la  banca che  emise valuta  in cambio di oro depositato. Valuta per sopravvivere

BIBLOGRAFIA

ALTO ADIGE, CACCIA ALL’ORO NAZISTA – 1

Pubblicato il 5 Maggio 2016 

a cura di Cornelio Galas

 Günther von Hummel: Politica – Terapia. Capire ciò che già sai: come la politica potrebbe essere pensata in modo terapeutico . CDA, Norderstedt senza data, pag. 160 – 161 

contiamoci.net Fra le Alpi austriache c’è un lago che nasconde ancora oggi i segreti dei nazisti. NOEMI PENNA 04 Settembre 2017

8.500 lingotti d’oro nascosti dai nazisti e ritrovati nel dopo guerra.Solo una minima parte del tesoro del Terzo Reich.E sulle rive del lago di Garda potrebbe essere nascosto MOLTO di più!

Una storia di avventura e mistero che dura da 70 anni…Guardate il video per saperne di più..

Tesoro composto da oltre 8.500 lingotti d’oro nascosto in una grotta dai nazisti in Turingia e ritrovato nel dopo guerra. E’ solo una minima parte della ricchezza perduta del Terzo Reich. Nei bunker sotterranei del lago di Garda potrebbe nascondersi molto di più. Nell’aprile 1945 i tedeschi vi nascosero un gran numero di pesanti casse.Il tesoro di Adolf Hitler.Una caccia all’oro che dura da 70 anni!

VICEVERSA ECCO CHE ACCADDE AL RESTO DELL’ORO POLACCO , FRANCESE BELGA E QUANTO ALLA FINE DEL SECONDO CONFLITTO MONDIALE FU DATO PER PERSO

L’Oro francese , a Parigi, disponeva della più grande cassaforte del mondo, “La Souterraine”. .

1939 con l’invasione tedesca alle porte il Belgio e Polonia affidarono il loro oro alla Francia.

L’11 giugno, con i tedeschi a 400 km da Brest,l’Emile Bertin lasciò Brest con 255 tonnellate d’oro. Fu il più grande trasferimento di oro delle storia dai tempi di Amerigo Vespucci .Fu realizzato da un’unica nave.

CAMION INGLESI E BRAVI MECCANICI SALVARONO L’ORO FRANCESE

Durante i trasbordo, i francesi non disponevano più di un numero di camion sufficienti a completare l’operazione e quelli che avevano erano troppo piccoli. Furono così ritrovati e riparati undici camion abbandonati dall’esercito britannico durante i bombardamenti per la strada di Brest . Senza di loro per Bertin sarebbe stato impossibile finire di caricare e salpare com la nave in tempo.

I SERVIZI SEGRETI DI CANARIS IN RITARDO PER DIROTTARE LA NAVE Il 17 giugno, il Maresciallo Pétain annunciò la resa della Francia. Tuttavia l’ammiraglio Darlan, il futuro presidente Francese De Gaulle decise di proseguire .

Darlan era u vero e propio conservatore dei luogjei e beni . Suo padre noto per aver tentato di d’interferire in favore di Alfred Dreyfus[2].

L’ammiraglio armò gli uomini e ingiunse a marinai, di proseguire il viaggio con il suo carico diretto alle americhe . e marina, non interruppero il carico per le americhe mentre gli agenti tedeschi piazzati ai porti pur dando le coordinat della nave, rimasero inascoltati . Anche perché con ogni probabilità i comandante avrebbe dato l’ordine di auto-affondarsi . Inoltre i portuali sotto il controllo del sindacato ebraico non ebbero no passarono i tempo la notizia ai tedeschi i modo che quest’ultimi potessero arrangiare un blitz sotto l’egida Abwehr  dell’ ammiraglio e capo del Abwehr di Wilhelm Franz Canaris

Ammiraglio Darlan

Il 18 giugno 1940, 75 navi si stavano preparando a salpare. Avevano 7 ore per finire di caricare le tre navi, la Ville d’Alger, la Ville d’Oran e l’El Mansour. I bombardamenti continuarono, una colonna dell’esercito tedesco era a meno di un giorno di distanza. Un’altra nave viene scelta per essere caricata con l’oro, l’El Kantara.

Alle 14, le navi iniziarono i preparativi per partire, l’ultima nave fu caricata in extremis alle 18 e salpò alle 18:30, poco prima del calar della notte. Di notte era impossibile navigare attraverso il campo minato marino e le reti protettive.

Durante quel periodo a Lorient, la Victor Schœlcher veniva caricata con l’oro belga e polacco. Si incontrò con la flotta di Brest, in rotta verso Dakar. Trasportando 1100 tonnellate di oro, era ed è tuttora la più grande spedizione di oro mai realizzata.

Ora, dall’altra parte dell’Atlantico, ancora il 18, l’Emile Bertin arrivò ad Halifax, in Canada. Piccolo problema, la Francia era tecnicamente nemica del Regno Unito. Alla nave fu ordinato di deviare e andare a Fort-de-France in Martinica. Arrivarono lì il 24, dopo aver superato tre navi inglesi.

Quindi ora c’erano 1145 tonnellate a New York, 225 tonnellate a Fort-de-France e 1100 tonnellate a Dakar.

A chi apparteneva quell’oro? Alla Francia di Vichy o alla Francia di De Gaulle? A nessuna delle due, apparteneva alla Banque de France, ricorda che all’epoca era una società privata.

Churchill, inoltre, era piuttosto interessato a tutto quell’oro,

Le navi arrivarono a Dakar, furono prontamente scaricate e l’oro fu inviato a Thies, un forte militare.

Dopo che le truppe anglo-francesi furono respinte da Dakar dalle truppe di Vichy, fu deciso di inviare 1100 t di oro per 900 km nel profondo Mali.

L’oro belga fu così sacrificato per soddisfare l’invasore, che lo fuse prontamente e lo mandò in Svizzera per pagare la guerra.

Dopo la guerra, la Francia usò la propria riserva per sostituire l’oro belga fuso dai nazisti.

E in tutto quel trambusto, sai quanto oro non fu più ritrovato ? 395 kg!

All’appello mancarono solo lo 0,016% delle 2500 tonnellate d’oro.

E tutto l’oro ha aiutato la ricostruzione della Francia, nei due anni precedenti l’entrata in azione del Piano Marshall.

Alla mia domanda : signor K-626 , ma insomma, allora Hitler, ammesso che non fosse Maximilian Bauer riuscì o no ritagliarsi la sua Fuga da Berlino ?

Risposta : Nella misura in cui lei in primis e tanti altri segue questa vicenda , in un certo senso si. Sa che inflazione ci sarebbe se tutti i fanatici si trasformassero in cercatori d’oro?

CACCIA AI RECUPERI DI ORO MINORI SCOMPARSI E/O RITROVATI 

Dagospia

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14 feb 2021 — Si tratta di concrezioni di sabbia e roccia formate sul fondo dell’ oceano e che, a quanto pare, avrebbero catturato al loro interno manufatti, …

Stavolta, il team di esploratori ha localizzato la SS Gairsoppa, nave britannica  da 412 piedi  affondata, con il suo carico di 200 tonnellate d’argento, da un U-Boot tedesco durante la Seconda Guerra Mondiale.

L’A IMMENSA RISERVA DELL’ORO  PREDATO  GIAPPONESE  Qualcuno  sembra se lo  stia godendo  l’oro del Generale Yamashita. 

https://www.goldavenue.com/it/blog/newsletter-metalli-preziosi-spotlight/il-mistero-irrisolto-dell-oro-di-yamashita

Un recente sentenza : 

“Un importo sconosciuto  non è recuperabile perché l’intera entità della ricchezza di Marcos non è nota.

 La vicenda  dell’oro   della  seconda guerra  mondiale  : Il suo legittimo ritrovatore fu rapinato e imprigionato e torturato  da Marcos. 

Morale : Penso alle parole di Franco von Rosenfranz “Asiatico -Persiano – Giappponese. …Siamo sicuri che porti fortuna a chi c’è l’ha? “

Benvenuti in  ODISSEY  https://www.youtube.com/watch?app=desktop&v=9x1LMVYlhK

Buona Visone di questo video ! 

A cura  di  betsy.vandermeer.w@gmail.com. Brani del libro  di Franco Molosso von   Rosenfranz  e  l’Intervista a k-626 2- 2023

Uno speciale ringraziamento a Franco Alessandro Molosso Maltarello  von Rosenfranz  che ha reso possibile    questo reportage  ricco  particolari  inediti . 

BIBLIOGRAFIE E FONTI 

    1. Pero Simic “Tito – the mystery of the century”. 
    2. Peter Hoffmann : Resistenza, colpo di stato, tentato omicidio. La lotta dell’opposizione contro Hitler. 4a, edizione recentemente riveduta e integrata, Piper, Monaco 1985, ISBN 3-492-00718-X , pagina 929.
    1. Salta a:a c Curriculum vitae della tesi Fedeltà nel diritto del lavoro. Giessen 1935, pagina 63.
    1. Hummel Edler von Hassenfels, Karl * 15 dicembre 1878. Archivio dell’Università di Tubinga, firma UAT 40/102.56.
    1. Salta a:a Koehl, Karl. Biografia dell’Assia. (Al 12 aprile 2023). In: Sistema informativo storico-statale dell’Assia (LAGIS).
    1.  Günter von Hummel: Politica – Terapia. Capire ciò che già sai: come la politica dovrebbe essere pensata dal punto di vista terapeutico. CDA, Norderstedt senza data [2016, più recentemente 2021], pagina 60.
    1.  Antonio Schmidt-Brentano: I generali kk e kuk 1816–1918. Archivio di Stato austriaco , Vienna 2007, pagina 77.
    1. ↑ Hummel von Hassenfels. In: Brossura genealogica delle casate nobiliari d’Austria. Primo anno. Vienna 1905, pagina 320.
    1. ↑ Fritz Reuter : storico di Worms, storico dell’arte e storico locale del XIX e XX secolo. Secolo e i loro luoghi di sepoltura. In: Der Wormsgau , volume 19 (2000), numero 3, pp. 63–102; su Hummel: pagina 84.
    1.  Günter von Hummel: Politica – Terapia. Capire ciò che già sai: come la politica dovrebbe essere pensata dal punto di vista terapeutico. CDA, Norderstedt senza data [2016, più recentemente 2021], pagina 125.
    1. Salta a:a b Elenco di anzianità di ingresso delle SS
    1. Salta a:a b Lisa Hauff (arr.): La persecuzione e l’assassinio degli ebrei europei da parte della Germania nazionalsocialista 1933–1945 . (Raccolta delle fonti). Volume 11: Impero tedesco e protettorato di Boemia e Moravia aprile 1943-1945. De Gruyter Oldenbourg, Berlino/Boston 2020, ISBN 978-3-11-036499-6 , pagina 163, FN 3.
    1. Salta a:a Persone: Helmut von Hummel | Progetto pilota JDCRP. Estratto il 20 luglio 2023 .
    1. ↑ Corrispondenza con il Reichsleiter Martin Bormann: corrispondenza del rappresentante speciale Hans Posse e del consulente per l’incarico speciale a Linz, Gottfried Reimers, con il Reichsleiter Martin Bormann o il suo consulente personale Helmut von Hummel e il MinConductor Dr. Hanssen – Biblioteca digitale tedesca. Estratto il 21 luglio 2023 .
    1.  Jonathan Petropoulos: L’arte come politica nel Terzo Reich . Stampa dell’Università della Carolina del Nord.
    1. ↑ Michael Buddrus [a cura di]: Il Meclemburgo nella seconda guerra mondiale. Gli incontri del Gauleiter Friedrich Hildebrandt con gli organi dirigenti nazisti del Meclemburgo Gau 1939-1945. Un’edizione del verbale dell’assemblea. Edizione Temmen, Brema 2009, ISBN 978-3-8378-4000-1 , pagina 558.
    1. Salta a:a b Kathrin Iselt: “Rappresentante speciale del Führer” – Lo storico dell’arte e uomo di museo Hermann Voss (1884-1969) . Böhlau, ISBN 978-3-412-20572-0 .
    1. ↑ L’ufficio segreto all’estero. Estratto il 21 luglio 2023 .
    1. ↑ Bormann, Martin. In: TracesOfWar.com. Estratto il 21 luglio 2023 (inglese).
    1.  Jonathan Petropoulos: L’arte come politica nel Terzo Reich . Stampa dell’Università della Carolina del Nord.
    1.  Forum storico dell’Asse – Dott. Helmut von Hummel.
    1. Salta a:a b Hansjakob Stehle : Martin Bormann nel crepuscolo ovest-est. In: Die Zeit , 6 giugno 1997.
    1.  Günter von Hummel: Politica – Terapia. Capire ciò che già sai: come la politica dovrebbe essere pensata dal punto di vista terapeutico. CDA, Norderstedt senza data [2016, più recentemente 2021], pagina 160.
    1. ↑ Julius Mader : Il tesoro dei banditi – Un documentario sul tesoro segreto di oro e armi di Hitler. Editore militare tedesco, Berlino Est 1965, pagina 250.
    1. ↑ Avviso di morte di Helmut von Hummel in: Süddeutsche Zeitung . 3 dicembre 2012.

. Cfr. Format, n. 14/2000, pp. 20-27.

  1. Die Presse, 30/3/2000. Cfr. anche B. K REISKY, Zwischen den Zeiten. Erinnerungen aus fünf Jahrzehnten, Berlin 1986, Siedler Verlag, p. 430 (riguardo a Kamitz).
  2. H. PICK, Simon Wiesenthal. A Life in Search of Justice,London 1996, Weidenfeld & Nicolson, pp. 161-163.
  3. O. RATHKOLB, in S. MEISSL-K.-D. MULLEY-O. RATHKOLB, (a cura di), «Verdrängte Schuld, Verfehlte Sühne. Entnazifizierung in Österreich 1945-1955», Wien 1986, Verlag für Geschichte und Politik, p. 82; ID. «Castigo senza espiazione .La denazificazione in Austria dopo il 1945», in G. BOTZ ET AL.; Il «caso Austria». Dall’»Anschluss» all’èra Waldheim, a cura di R. C AZZOLA-G.E. RUSCONI, Torino 1988, Einaudi, pp. 144-160.
  4. «ÖVP hat weisse Weste», Die Presse, 30/3/2000.
  5. Ibidem.
  6. R. e M. BAMBERGER- E. BRUCKMÜLLER-K. GUTKAS, (a cura di), Österreich-Lexikon,vol. 2, Wien 1995, Verlag Jugend & Volk, p. 267.
  7. Cfr. fra gli altri K. OTTOMEYER, Die Haider-Show. Zur Psychopolitik der FPÖ,Klagenfurt 2000, Drava Verlag.
  8. Cfr. fra gli altri H. CZERNIN, Wofür ich mich meinetwegen entschuldige. Haider, beim Wort genommen, Czernin Verlag 2000.
  9. «Wer hat braune Flecken?», Profil, 10/4/2000. Alla domanda su «chi abbia macchie brune», secondo il sondaggio risulta che gli austriaci le attribuiscano per il 27% alla FPÖ, per il 22% alla SPÖ, per il 7% alla ÖVP; a tutti e tre per il 15%, «non sanno» il 28%.
  10. H.-P. WASSERMANN, Und ab heute Kinder sagen wir «Grüss Gott» und nicht mehr «Heil Hitler»,phil. Diss., Graz 1998, vol. 1, pp. 196 ss.
  11. Cfr. P. PELINKA, Österreichs Kanzler, Wien 2000.
  12. H. PICK, Und welche Rolle spielt Österreich? Vom besetzten Grenzland zum offenen EU-Staat: die Alpenrepublik im internationalen Blickfeld, Wien 1999, Kremayr & Scheriau, pp. 144-149 e pp. 302-304.
  13. Cfr. R. MITTEN, The Politics of Antisemitic Prejudice. The Waldheim Phenomenon in Austria,Boul- der 1992; R. HERZSTEIN, Waldheim. The Missing Years,New York 1988, Ann Arbor.
  14. Ibidem.
  15. CH. ZÖCHLING, Haider. Licht und Schatten einer Karriere,Wien 1999, Molden Verlag, pp. 197-199.
  16. «Apologies from the Austrian Marathon Mass», Washington Post, 10/11/1999.
  17. H. PICK, Und welche Rolle,cit.
  18. O. RATHKOLB, cit.
  19. Arbeiter Zeitung,26/6/1985.
  20. Ivi,22/3/1985.
  21. Cfr. I. LINDORFER, Der österreichische Kameradschaftsbund und seine Beziehungen zu den politischen Parteien Österreichs, Diplomarbeit, Universität Wien, 1996. 23. Österreich-Lexikon, vol. 1, p. 654.
  22. Cfr. al riguardo i giornali Österreichische National-ZeitungÖsterreichischer Beobachter,usciti tra il 1950 e il 1955.
  23. A.L. SMITH, Kampf um Deutschlands Zukunft. Die Umerziehung und Hitlers-Soldaten,Bonn 1997, Bouvier.
  24. P. LENDVAI, Frankfurter Allgemeine Zeitung,7/2/2000, p. 11.
  25. L. HÖBELT, Von der vierten Partei zur dritten Kraft. Die Geschichte des VDU, Graz 1999, Stocker Verlag, pp. 248-250; F. OLAH, Die Erinnerungen, Wien 1985, Amalthea Verlag.
  26. Cfr. TH. NOWOTNY, Was bleibt von der Ära Kreisky,Wien s.d., Zukunft Verlag, pp. 13-14.
  27. H. DACHS ET AL., (a cura di), Die Politiker. Karrieren und Wirken bedeutender Repräsentanten derZweiten Republik, Wien 1995, Manz Verlag, p. 435.
  28. Ivi,p. 443.
  29. H. PICK, Simon Wiesenthal. Eine Biographie,Hamburg 1997, Rowohlt Verlag.
  30. Su K. MARK cfr. U. LANG-KREMSMAYER, Aspekte zur Funktion der Intellektuellen in der SPÖ – Am Beispiel des BSA unter besonderer Berücksichtigung der Wiederaufbauphase in Österreich,phil. Diss., Wien 1987, p.186.
  31. Profil, 1/6/1986, p. 28.
  32. H. WEISS-K. FEDERSPIEL, Wer?,Wien 1988, Eigenverlag, pp. 196 s.; Der Spiegel,n. 24/1970, p. 82.
  33. O. RATHKOLB, NS-Problem,cit., p. 80.
  34. B. KREISKY, Zwischen den Zeiten,p. 220, come anche il manoscritto originale nell’archivio della Kreisky Stiftung, Wien.
  35. B. KREISKY, Im Strom der Politik. Der Memoiren zweiter Teil,Wien 1986, Kremayr & Scheriau, p. 396.
  36. I. BÖHLER, «Wenn die Juden ein Volk sind, so ist es ein mieses Volk», in M. GEHLER-H. SICKINGER, (a cura di), Politische Affären und Skandale in Österreich. Von Mayerling bis Waldheim, Tauhr 1995, Kulturverlag, pp. 502-531.
  37. Stiftung Bruno Kreisky, Archivio. Copie uniche dei verbali della direzione della SPÖ, 1945.
  38. Österreichisches Staatsarchiv, Archiv der Republik, verbali delle riunioni del Consiglio di Stato.
  39. Archivio della Österreichische Gesellschaft für Zeitgeschichte, Wien, fondo Karl Renner.

42 Vedi nota 39.

  1. H. GRUBER, Die Jahre in der Politik. Erinnerungen, Klagenfurt 1982, p. 50.
  2. Copie da atti su Jedlicka del Central Intelligence Corps conservati nei National Archives, Washington D.C., sono in possesso dell’autore, che lavora a un articolo su Jedlicka che apparirà sulla rivista Zukunfta fine 2000.

45 Patrimonio culturale e saccheggio del Mondo A. Pinna

46 Michael Webster: journaldeskblog

47 La triste storia di Gerda Bormann, donna ideale nazista di Carlo Calabrese

LA RICERCA DEL’ ORO NAZISTA FOCUS 

L’oro del mondo

I 500 kg di oro sottratti da Benito Mussolini 

https://initalia.virgilio.it/mussolini-oro-sottratto-banca-italia-documenti-inediti-84576

 Le 25 Tonnellate  di oro mancanti , senza ricevuta   prelevate da  Italo – Anglo -Americani  . 

https://www.bancaditalia.it/pubblicazioni/collana-storica/saggi-ricerche/saggi-ricerche-03/index.html

  •  Gli articoli e le note d fonti  i materia del prof. Simone  Barcelli 
  • [1] Marco Dolcetta, Spettri del Quarto Reich: Le trame occulte del nazismo dal 1945 a oggi, BUR, 2013.
    [2] Camera dei Deputati, Senato della Repubblica, Relazione della Commissione Parlamentare d’inchiesta sulla Loggia massonica P2, Doc XXIII, n. 2, 12 luglio 1984.
    [3] Emanuel Quintas, I rapporti politici tra Italia e Argentina negli anni del peronismo (1946-1955), Tesi dottorale Università Roma Tre Scuola dottorale in Scienze Politiche, 2011.
    [4] Mario Guarino e Fedora Raugei, Gli anni del disonore, Edizioni Dedalo, 2006.
    [5] Jorge Camarasa, Organizzazione Odessa, Mursia, 1998.
    [6] Sergio Cardarelli e Renata Martano, I nazisti e l’oro della Banca d’Italia. Sottrazione e recupero 1943-1958, Editori Laterza, 2001.
    [7] Enzo Antonio Cicchino e Roberto Olivo, Caccia all’oro nazista, Mursia, 2011.
    [8] Ferruccio Pinotti, Il burattinaio d’Italia, Focus Storia n. 19, aprile-maggio 2008.
    [9] Mario Ajello e Pasquale Chessa, 1941-1996: Il giallo del tesoro jugoslavo. L’oro di Gelli, anatomia di un mistero rosso-nero, Panorama, 4 aprile 1996.
    [10] Franco Bandini, L’oro di Belgrado, Storia Illustrata n. 203, ottobre 1974.[11] Renzo Paternoster, La brigata dell’Anello della Repubblica: “impresa” per lavori sporchi, Storia in Network, 1° maggio 2016.
    [12] Mario Ajello e Pasquale Chessa, op. cit.
    [13] Enzo Antonio Cicchino e Roberto Olivo, op. cit.
    [14] Sergio Lepri, 20 settembre 1943, sergiolepri.it.
    [15] Oro jugoslavo: nel 1941 finì alla Banca d’Italia. Ricostruita la sconosciuta vicenda della sparizione, Adnkronos, 28 marzo 1996.
    [16] Sergio Cardarelli e Renata Martano, I nazisti e l’oro della Banca d’Italia. Sottrazione e recupero 1943-1958, Editori Laterza, 2001.
    [17] Franco Bandini, op. cit.
    [18] Dario Massimo, Die Franzensfeste, Weger, 2007.
    [19] Giuseppe Casarrubea e Mario José Cereghino, Tango Connection. L’oro nazifascista, l’America Latina e la guerra al comunismo in Italia. 1943-1947, Bompiani, 2007.
    [20] Emanuel Quintas, I rapporti politici tra Italia e Argentina negli anni del peronismo (1946-1955), Tesi dottorale Università Roma Tre Scuola dottorale in Scienze Politiche, 2011.
    [21] Jorge Camarasa, op. cit.
    [22] Mario Guarino e Fedora Raugei, Gli anni del disonore, Edizioni Dedalo, 2006.
    [23] Enzo Antonio Cicchino e Roberto Olivo, op. cit.
    [24] Claudia Fusani, Gelli, lingotti d’oro nelle fioriere, La Repubblica, 13 settembre 1998.
    [25] Natalia Andreani, Licio Gelli ne aveva nascosto 164 chili nelle fioriere di Villa Wanda, sua residenza aretina. Lingotti d’oro come concime. Oltre tre miliardi sotto terra. È il mitico tesoro di Cattaro?, La Gazzetta di Modena, 13 settembre 1998.
    [26] Nicola Tranfaglia, Licio Gelli, il venerabile e l’ossessione dell’informazione, Antimafia Duemila, 16 Dicembre 2015.
    [27] Gelli accusato di aver rubato 20 tonnellate d’oro nel 1942, Archivio Agenzia Adnkronos, 19 settembre 1998.
  • Anfiteatro Berico
  • https://anfiteatroberico.com/operation-goldfinden

TEMA DI ANDERS NOREN 

LA RICERCA DEL’ ORO NAZISTA focus https://www.youtube.com/watch?v=GhspQmP8pP0″ Storia di un ragazzo al crocevia” Franco Malosso von Rosenfranz 2023 

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Betsy van deer Meer@ per “Anfiteatro Berico News” . Rubrica curato da Ideapolis, associazione culturale per la valorizzazione di Arcugnano e del suo circondario Berico e non solo. Della stessa  autrice :

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