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QUANDO LICIO GELLI EBBE IL MERITO DI RESTITUIRE ALLA JUGOSLAVIA L’ORO RUBATO DAGLI ITALIANI . Questa è una vicenda davvero esclusiva. Dal protagonista , Franco Alessandro Molosso von Rosenfranz. Per anni, rimasta coperta dal vincolo militare di segretezza di Stato e motivi di Sicurezza Militare e Nazionale . Narra come tra i 1987 e il 1988 centinaia di dormenti tonnellate di lingotti d’ oro e argento sottratto nel 1942 a Pietro di Jugoslavia, dormenti nei caveau Svizzeri, transitando per l’Italia, furono restituiti allo Stato Jugoslavo attraverso una operazione coperta. Affinché non rimanesse infruttifera, parte di queste riserve auree fu inviata in lavorazione a Firenze, Arezzo, Roma. Qui venne rivenduta per essere trasformata in gioielli. Un tassello in più rispetto alla interpretazioni di questi fatti dettagliati narrati dall’attento divulgatore storico Simone Barcelli .
In realtà quelle tonnellate di oro erano molte di più . Ma molto , molto di più. . Il colpo del secolo ! Riferisce ancora il Molosso. In effetti Karađorđević custodivano il tesoro Russo dei Romanov . E al termine di questa operazione i riscontri ci sono stati . Una vicenda questa legata al principale viaggio dell’oro e dell’argento Persiano – Macedone Molossiano la sua. Un viaggio nel tempo . che arte dal lontano 334 a.C . Sicurezza Nazionale e Segreto di Stato che ne hanno impedivano la divulgazione fino ad oggi. E solo dal l termine del 2022 che Franco M. von Rosenfranz , ha potuto finalmente rivelare l’intera operazione .
Betsy van deer Meer intervista il 3 febbraio 2023 con brani estratti dal libro di Franco von Rosenfranz ” OPERATION GOLDFINDEN “
Simone Barcelli nelle immagine di primo piano sopra :
Necessaria Premessa dell’autore .
Professore perché ha deciso di rendere pubbliche queste vicende ? 2016-2023 .Allo scadere delle esigenze di Sicurezza Militare -Nazionale , in seguito alle calunnie provocatoriamente orchestrate a danno delle mia onorabilità a difesa dell’operato svolto, circa la diffamazione subita da me subita m dalla persone decedute assassinate in staff , per rispetto ai sommi memorialisti uccisi e di quanti sono morti nell’adempimento del propio dovere per fermare i rapimenti dalle cui estorsioni la connessione politico -mafiosa traeva vantaggio riciclando nelle cementificazione selvaggia luoghi millenariamente protetti. Oltre ciò per nel rispetto del del Paese che ho servito per lunghi anni. Così alla scadere del Segreti di Stato, ho deciso di divulgare pubblicamente questi fatti . Questa infelice azione posta in atto dal Sindaco di Arcugnano Paolo Pellizzari, forte delle sua veste istituzionale, nel suo irrefrenabile bisogno di destoricizzante l’area per continuare coprire il suo processo di distruzione ambientale colposa mediante sbancamento- cementizzazione vantaggiosamente incassando oneri di costruzione, ha depistato su me il suo operato criminale così tentando una storsione a danno mio e allo dello staff archeologico del prof. Maurizio Tosi con utilizzo delle tipiche modalità mafiose . Inoltre durante il mio diniego dall’ accettare offerte di protezione dietro versamento del pizzo, questo sindaco è intervenuto pianificando campagna denigratoria . orchestrata da una “sorta di dipendenti stipendiati graffitari” finanziato con 120.000 euro di importo dai cittadini di Arcugnano . Il complotto finalizzato ad occultare vistosi abusi in area paesaggisticamente e storicamente protetta, quella dell’ incantevole baia delle Fontega mediante anche rilascio di concessioni edilizie abusive su cui hanno anche edificato la sommità dell”Anfiteatro di Arcugnano manovalanze dell”impresario Piddu Madonia . Il siciliano è considerato il n. 2 del Sindacato Ebraico, Cosa Nostra,. Il tutto durante l’operazione di pianificazione delle stragi Falcone & Borsellino avvenute tra Arcugnano (VI) e Bagheria (PA) . Ville abusive realizzate con sangue e denaro estorto nei sequestri Celadon e alle famiglie di Pietro Berti, Pietro Berto e Livio Bernardi (imprenditori veneti che mai più fecero ritorno casa). In particolare tra il 2016 -2019 lo stesso sindaco Paolo Pellizzari , forte della sua veste istituzionale, per evitarsi di incorrere nella nuova legge n. 68 del 22/05/2015 contro gli Ecoreati divenuti imprescrivibili ( prevedono fino a 15 anni di carcerazione per il disastro colposo ambientale nelle legge approvata dal premier Matteo Renzi) traendo vantaggio dal terrorismo subito dalla cittadina inglese Emma Seymour, abitante l’anfiteatro, al fine di distrarre la popolazione locale dai sui abusi edilizi, criminalmente ingaggiò giornalisti sponsorizzando graffiitari per la sua operazione, atta pianificare destoricizzare per coprire la verità nascosta organizzando e scatenendo “indignazione popolare” sul Conservatore Malossiano, ottenendo così condanna al su storico difensore – conservatore e il sequestro del teatro stesso , restituito solo nel 2019 a cui seguirà una assoluzione. Ma intanto la diffamazione era avvenuta e . con enorme perdita per l’intera provincia di Viicenza stimata in 12.milioni di ero ) . Questo libro è stato dedicato ai tanti imprenditori e loro familiari rapiti italiani vittime dei sequestri di persona a scopo di estorsione di denaro da riciclare in abusi edilizi .
L‘occhio massonico fatto dipingere sull Municipio dal Sindaco si Arcugnano Paolo Pellizzari. Nel corso del complotto danno del conservatore, a egli agli ex partner siciliani opterà per un gemellaggio con UGENTO la Terra dei Luoghi (e degli omicidi illustri inindagati) morti per aver indagato nel business nelle finte fatture di smaltimento rifiuti .
Nel corso del provocatorio complotto, di cui fu vittima innocente il Conservatore Franco Molosso, ad opera delle pubbliche calunnie e delle diffamazione espresse dal Sindaco di Arcugnano, Paolo Pellizzari assumendo che il millenario anfiteatro “almeno secondo i propri tecnici ” scelti fra un vicesindaco” responsabile dei rifiuti e della sicurezza ” cioè delle TELECAMERE del Comune, tale Gino Emilio Bedin, pregiudicato per omicidio di un informatore operatore nell’anfiteatro Berico , un agente di PM, Roberto Polato pregiudicato per spaccio di sostanze stupefacenti di droga e una capo Ufficio Tecnico del paesello, tale Katia Zoncato , nota satanista incaricatasi di diffondere, anche in veste di consulente tecnica false informazioni foto-ritoccate a GOGLE MAP atte a depistare e criminalizzare indignare la popolazione e denigrare l’operato del Conservatore Molosso, mentre il suddetto sindaco si faceva pure beffe di tutti i sommi memorialisti cittadini la cui testimonianza, nei secoli era stata riassunta dalle faticosa ‘opera ventennale di classificazione dell’Anfiteatro Berico , compiuta dal guru dell’archeologia mondiale, il responsabile archeologico, il prof.. Maurizio Tosi, assassinato a sua volta( seguito dal ripararatore dell terrazze dell’anfiteatro Mauro Pretto ) due giorni prima di comparire in lista testimoni . Nei numerosi provocatori comunicati diffamatori, sulla scorta egli effetti giudiziari necessari a portare a termine l‘Operazione Goldfinden , il Conservatore fu da lui dipinto come una sorta di arricchito fantasioso arcugnanese .
Niente di più falso. In seguito alla suddetta operazione di restituzione di ingente quantità di oro predato dagli italiani (Goldfinden), da cui viceversa il Conservatore e provatamente, non si trattenne neppure un penny tale insulto fu doppiamente offensivo.
Consegnate le prove delle mia innocenza che gli inquirento , come è loro dovere invieranno certo alla procure competenti . Terminato il vincolo con Il segreto di Stato, per difendermi, sono stato costretto a scrivere questo libro con tutte le precisazioni necessarie che la diffamazione nelle provocazione a miei danni e non solo subita ma per la reputazione delle persone oneste delle città richiede. Questa è una storia vera ed è la mia storia, il mio ruolo in questa operazione di intelligence . Ogni riferimento a fatti, persone non è immaginario né causale .
FRANCO M. VON ROSENFRANZ OPERAZIONE GOLDFINDEN
NIENTE AGGRESSIONE JUGOSLAVA. IN CAMBIO: RESTITUZIONE ORO RUBATO . Fin dal 1986 vi era sentore che il denaro proveniente dai riscatti dei di rapimenti degli imprenditori sequestrati, una volta riciclato dalla banca Rasini dei Berlusconi oltre alla via dell’edilizia stasse ammagliando alcuni orafi vicentini bisognosi di una iniezione di denaro. Per questa strada , a quell’epoca poteva capitarti di essere approcciati da uomini del clan di Vittorio Mangano . Serviva una persona autorevole . Fu in questo contesto che questa operazione importantissima fu affidata a un ex ragazzino che conosceva bene il meccanismo dei rapimenti in quanto da ragazzino era stato vittia di un sequestro breve. Con il l Molosso, protagonista principale di questa missione che prese spunto l Operation Goldfinden – e la contestuale Liberazione di Carlo Celadon– Pirati Barbareschi . Nel procedimento inventato ai suoi danni, impedito dal vincolo di segretezza, non potendo difendersi, fu condannato e solo successivamente , nel 2023 con il conseguente decadimento del segreto, è stato assolto per non aver commesso il fatto.( mancanza di un qualsiasi proprio vantaggio economico nel corso dell’ l’intervento manutentivo . Il luogo infatti risultava essere stato da tempo proposto in regalo alla collettività ) venute a meno le esigenze legate al Segreto di Stato , rivela oggi i dettagli fino ad oggi sconosciuti di questa missione.
YUGOSLAVIA. IL RISCHIO CHE TITO CEDA AL CORTEGGIAMENTO RUSSO L’11 marzo 1974, nell tira e molla fra tra i due governi retti dal vicentino Mariano Rumor, una nota attribuita all’ambasciatore Roberto Ducci , mostra il clima che si respirava da tempo fra i 2 paesi . Di scena stavolta i problemi diplomatici con la Jugoslavia, in quanto di fronte ad una posa di segnaletica stradale nella ex Zona B sotto amministrazione jugoslava ; in questa nota si leggeva:
“La sovranità della Jugoslavia mai è stata allargata al territorio italiano noto come zona B del non realizzato territorio libero di Trieste”. A questa nota italiana la Jugoslavia rispondeva con un’altra nota, consegnata all’ambasciatore a Belgrado Walter Maccotta, che arrivava “al punto di imputare al governo italiano di essere sulle posizioni dell’estrema destra e dei circoli revanscisti e di accusare lo stesso di voler sovvertire i rapporti internazionali, minare la pace, la sicurezza e la stabilità in Europa mediante l’uso del terrorismo stragista “.
Eisenhower e Tito Broz
1980 La vicenda parte da qui . Siamo in piena in Guerra Fredda. La vecchia mafia dagli Stati Uniti, nel luglio 1943, accorsa a liberare gli italiani, sta per essere definitivamente sostituita mentre la Jugoslavia si trovava nella più grande crisi della bilancia dei pagamenti della sua storia. Il suo spaventoso deficit, stante alle partite correnti nel paese raggiungerà una cifra senza precedenti toccando i tre miliardi di dollari. Per un buon equilibrio fra URSS e Italia- Europa è delicatissimo e fondamentale è in quel momento il rapporto che con il leader dell’ex paese cuscinetto Jugoslavo, Tito Btoz. E qui comincia la mia avventura . La restituzione di questo oro che giova a dirlo viceversa da ciò che calunniosamente è stato diffuso , io diversamente da quando assurto anche in una precedentente esaustiva inchiesta già voluta fare assurgere pubblicamente il mio ruolo coperto, ad opera di un Maresciallo Bertradino Naldo, con stazione vicina di casa del Killer Piddu Madonia , io non trattenni una sola oncia .
La mia missione parte all’isola di Korcula dove salito su un veloce motoscafo, fui condotto al cospetto di Sir Fitzroy Maclean. Ed al l congedo da quell’incontro, il saluto fu del tipo militare . Era un ordine dopotutto . Comincia qui la mia Operazione Goldfinden.
L’ORO DEL MONDO e le TRE LOBBY CHE LO POSSIEDONO. Orbene, tre sono le grosse potenziali lobby di potere cresciute a dismisura . Si sono generate per lo più alla luce di enormi partite di oro. Predato. L’autore testimone dei queste vicende ne ha descritto minuziosamente i dettagli.
L’ORO DEL MOLOSSO Era una enorme riserva aurea nei secoli accumulata dai Molossi di cui Alessandro Magno fu capostipite giunse al Regni di Jugoslavia. Si trattava per lo più dell’Oro e argento Macedone dei suoi avi. A sua volta, nel corso dei secoli, salito per consistenza da riserve formatosi per lo più con le antichissime scorte Persiane, ma anche dalle razzie di Cleonimo, Principe di Sparta sui territori Dalmati e dei suoi militi, penetrati nella Laguna veneta, raggiunta in navigazione Vicenza a Padova. Secondo l’ultimo Molosso ” oro maledetto” a cui nel 1988 nel corso dell’operazione di restituzione, egli (dopo essere stato rapito, da ragazzino, dopo che sua volta lo fu il suo figlioletto successore (ufficialmente scomparso ) dimostrativamente rinunziò come neppure sono da attribuire a lui reati in quando una successiva accurata indagine di GDF ne dimostro a totale estraneità.
Tuttavia attraverso questa missione permise all’agente di prendere parte a una operazione udercover con la necessaria, così potendo entrare in contatto con i professionisti dei sequestri di persona a scopo di estorsione che imperversavano in Italia . .
L’ORO DI TITO DI JUGOSLAVIA Dal momento del loro assoggettamento all’impero Romano, quali Conservatori dei luoghi e e curatori, magister, i Molossi si rivelarono sempre affidabili difensori e protettori di enormi beni. Furono i conservatori di di Alessandro Magno, in seguito dell’Imperatore Adriano anche per i terreni vicentini Matidia -Sabini . Conservatori più recenti furono il bisnonno, il padre del Molosso scelto nel 1945 per difendere, col paese allo sfascio, l’importante aeroporto di Lonate Pozzolo . Il più militare del Nord Italia .
CONVOGLI PIENI DI ORO Tra il 1997 e il 1999 il Conservatore fiduciario Molossiano nipote del cofondatore della Banca Popolare di Vicenza, Emanuele Lodo., con riserve del tesoro Jugoslavo partite dalla Svizzera e legittimate da soggetti italiani, in quotidiani viaggi che vista l’enorme quantità, durarono qualche mese si rese protagonista di una enorme restituzione che ancora oggi, fra agitatori che parla di fobie ed a senso unico, senza il suo consenso determinato , sarebbe divenuta politicamente impossibile.
Molto ma anche poco si sa dell’ oro nel mondo comparso durante i trasferimenti . Da quello trovato dal Generale Patton che pagò con la vita l’essere venuto a conoscenza a quello scomparso di banchi metalli Vicentino -Aretini come Vimet – Chimet -Tecnigoldo quello scomparso dalla storica Banca del Monte Paschi di Siena, in Belgio ecc. Vale la pena di precisare che sotto l’egida del Molosso non è mai sparita ne è stata mai rapinata un oncia Un unicum in affidabilità fu pertanto la sua missione e la sua reputazione .
Betsy van deer Meer intervista Franco von Rosenfranz il 3 febbraio 2023 -Continua –
Fra il 2015 e i 2017 il guru dell’archeologia mondiale, classificatore dell’Anfiteatro Berico, l’archeologo prof. Maurizio Tosi, fino a poco prima di essere assassinato voleva farne un soggetto cinematografico trasportando nello schermo queste vicende attraverso un film imperniato su questa storia dal titolo : L’ultimo dei Molossi. Ci è riuscito otto anni, con passione un regista .
L’ L’ORO di HITLER cioé la storia del tesoro aureo tedesco “. Tutte le vicende sono state narrate da testimoni attendibili. In primis, il maestro vicentino del cinema tedesco Bechstein Giuseppe Becce, padre putativo dell’autore Franco Malosso von Rosenfranz e da Luis Trenker. Quindi narrative confermate da tutti i colleghi viventi delle sua troupe tra cui Marlene Dietrich, Leni Riefenstahl, Hans Ertl , sir Fitzroy Maclean Joe Adonis , Joe Bonanno.
Tratto dal capitolo secondo : Operation Goldfinden :
IL MEMORABILE INCONTRO A CAREZZA. Non ne potevo più . Da ragazzino, mi rapirono per via di quell’oro… Una persecuzione. Quando l’intelligence mi chiese aiuto aderii. Franco Molosso. von Rosenfranz, ripercorrerà alcune tappe del suo passato fino a un esclusivo emozionante incontro, presso Carezza . Con il padre, scrittore , memorialista ex comandante delle basi missilistiche nucleari segrete del nord est italiano, il gen. Ettore Malosso . da Dobbiaco fummo prelevati di buon mattino dall’uomo di fiducia di Marlene Dietrich, l’autista Joseph Gruber, per recarci si rei a un appuntamento con Monika Ertl .
Monika era la figlia adorata di Hans Ertl, il “Bergvagabunden” collega dei molti film con Leni Riefensthall, ’alpinista, esploratore, inventore, attore cameraman, cineasta, fotografo di Rommel e Kesselrin anche a Lonigo( Vicenza .Anche Regista, e scrittore, il romantico Vagabondo delle Alpi che su consiglio del politico tirolese, on. Alcide De Gasperi, dopo il 1945 attraverso la “la via del topo “( ratline) mettendosi in attesa degli eventi migra in Chile , prende infine casa in Bolivia.
Ertl come l’attore Amedeo Nazzari si era quindi stabilito in Sud America. In seguito sarà la figlia Monika assurta ai bagliori delle cronaca.Con il revolver di G. Giacomo Feltrinelli ucciderà per vedetta il console omicida Boliviano reo di aver tagliato le mani del medico idealista Che Guevara, per vendicarlo. Poco dopo caduta in una imboscata, sarà torturata e uccisa da Klaus Barbie, il boia di Lione. A quel romantico incontro, oltre alla titolare dell’Hotel Emma, c’era l’inseparabile maestro vicentino di Franco Molosso von Rosenfranz , Bechstein Giuseppe Becce. assieme a Carlo Maria Giulini , Arturo Benedetti Michelangeli . Fu l’unica e ultima volta che il piccolo Molosso vide Monika viva.
Betsy van deer Meer intervista Franco von Rosenfranz il 3 febbraio 2023 -Continua —
I DUE AUTOBUS A Carezza, In quella occasione Molosso ricorda una eccezzionale narrativa del suo maestro Bechstein Giuseppe Becce, “ Nel Maggio 1945 a Braies a una cinquantina di chilometri da qui, non lontano da questo lago sostò autobus proveniente da Berlino. Alla guida, un autista che segue le indicazioni stradali della governante dei ragazzi di Bormann, l’altoatesina Paula Pallhuber conoscente dell’autista della Dietrich, Joseph Gruber. A bordo ci sono i figli del delfino di Hitler, Martin Bormann.
IN FUGA DA BERLINO IN FUGA DA BERLINO CON ORO , VALUTE ,CONTI SVIZZERI CIFRATI, di cui in seguito ebbe la sfortuna di imbattersi anche Giovanni Falcone nei colloqui segreti con gli informatori bancari svizzeri disponibilizzatili segretamente dal Giudice Rotalinti . Nelle fuga da Berlino accerchiata dai russi, oltre a Helmut von Hummel, il figlio Carl Friedrich von Hummel, direttore della banca tedesca più quotata in in Svizzera. La banca raccoglitrice del tesoro tedesco. Lingotti d’oro per diritto di guerra, predati e ripunzonati. E’ lui che scorta i familiari di Martin Bormann in viaggio sotto falso nome. Sia le fuga di Bormann per l’Ostsee (mare Baltico) che quella per l’Italia erano già state concordato con speciali lasciapassare apparentemente emessi della Rothe Kreuz. Saliti dell’autobus proveniente da Berlino, stivato in doppi fondi, fra intercapedini dell’autobus viaggiano anche un carico di oro, monete, altri valori necessari per favorire il transito e superare eventuali posti di blocco imprevisti, non segnalati. Corrompendo guardie. E’ solo una minima parte di quello contenuto nei conti cifrati Svizzeri che dovranno depistare i cacciatori di bottini d’oro verso ignari comandanti di sommergibili tedeschi per permettere di oltrepassare senza eccessivi rischi il corridoio di fuga da Berlino accerchiata.
Fra i passeggeri c’è anche Gerda Buch in Bormann . Anche lei munita di documento falso intestato a tale frau Bergmann . Moglie del gerarca di Hitler è la figlia del giudice più severo del Nazionalsocialismo. Sfibrata dal viaggio malata, é morente. Spirerà di li a poco e sarà seppellita nel cimitero di Merano, contestualmente ad alcune casse di sterline falsificate , altre valute e metallo prezioso che trovano posto in altre bare. Viceversa che dal marito , Martin Bormann, il capo della Polizia Heinrich Müller ( in servizio a Monaco nei giorni degli ostaggi trucidati dai membri della Bayerischen Räterepublik (Repubblica Sovietica Bavarese) assurto a Capo delle Polizia dapprima a spiare e controllare e poi a fianco di Hitler fin dai tempi dei raduni presso la birreria di Monaco. Con la moglie e la figlia il Sudamerica ospiterà anche loro . Sembra a Panama come ad Asunción, in Paraguay in Bolivia oltre che in Argentina .Tuttavia sempre versando consistenti somme enormi riuscì a morire di vecchiaia .
I quel viaggio , hanno preso una altra direzione: Verso il Baltico . anche Hitler con a fianco Eva Braun, rifiutato l’invito di Hanna Reitsch di mettersi in salvo? I money val , ufficialmente non traccia generalmente idiitro dopo i 25 anni . Ma è comunque folgorante anche il racconto confidenziale fornito da Mosca al Molosso da Maurizio Quartieri, perito ENI del vicedirettore Rothschild Group , il vicentino Paolo Scaroni prima dello strano suicidio di Gabriele Cagliari (ENI) . Quartieri è il primo italiano in missione Ufficiale a entrare nel distretto riservato del KGB E’ lui che legge le commoventi lettere alla moglie del cineasta Gino De Marchi sequestrato dal compagno Stalin l’ex seminarista poi rapinatore dell’oro contenuto nelle banche Giorgiane quando il l’austro -trentino Tito Broz era alla sua Corte. Assurto al controllo dell’URSS , alla storia per la resistenza che sbarrerà e sconfiggerà il tentativo di predare il grano Russo ordito da Hitler. Il perito, entrato in contatto con i segreti delle Lubkjanca. Sarà curiosamente approciato dai servizi segreti post- Staliniani per uno scambio circa i pezzi della mandibola di Adolf Hitler, alias Maximilian Bauer. Del racconto autobiografico raccolto i perito Maurizio , Quartieri non farò mai mistero. Anzi, in quella relazione scriverà anche la bozza di un libro su Tiziano e sul Molosso un soggetto per film (La Fionda) che voleva vedere la luce del cinema affidandolo col regista Veneziano Tinto Brass il figlio del Pittore collezionista delle opere del Tiziano, salvate dai tedeschi: Italico Brass e la studentessa Russa di medicina Lina Rebecca Vidgoff.
Adesso lasciamo l’avventurosa vita del grande umile e modesto expertize d’arte estimatore di Van Gogh, Maurizio Quartieri . Persona di enorme cultura ed umanità che mai si arricchì di perizie per tornare sulla via di fuga su cui viaggiano presumibilmente anche i coniugi di un falso Hitler diretti verso un altro medesimo corridoio “dorato” apertogli da Ian Flaming. A garantire il pagamento per quella fuga, alcuni dei conti cifrati, al portatore in Svizzera. Altro denaro , sotto forma dichiarata è diretto a Peron. Quindi da Berlino la destinazione finale per loro, preparata a tappe è il Sudamerica. E senza lasciare testimoni dietro. Su queste vicende , sui sommergibili tedeschi in Argentina tra Maggio e Giugno, per quei fatti, I membri del Governo Argentino hanno apposto ancora oggi il Segreto di Stato .
NIENTE TESTIMONI Ne fece le spese, senza neppure riuscire ad arrivare vivo al suo processo il ministro dell’igiene razziale del terzo Reich Leonardo Conti, scomodo Ufficiale amico del futuro Sindaco DC di Napoli che aveva accertato i veri responsabili dell’eccidio di Katyn. Solo dopo molti anni Gorbaciov ammise che Conti aveva detto la verità. Inoltre, Conti era contrario all’impiego massiccio delle droga del consenso, e fu il più accanito avversario alle lobby farmaceutiche. Forse anche di quelle belliche impegnate a distruggere e ricostruire. Nemico n.1 del medico di Adolf Hitler , il dr. T. Morell, il medico assoldato dalla lobby del farmaco da Spirito & Carbone per quello stupefacente che sarà protagonista delle successive operazioni climax con l’Operazione BlueMoon , il progetto tristemente assurto alla ribalta nella operazione di drogatura della Popolazione Italiana .
FRA PERCORSO DELL’ORO TEDESCO -SVIZZERO DROGATURA E STRAGI Conti finì impiccato prima di affrontare il processo in quanto si temeva volesse barattare la sua salvezza rivelando dettagli di queste vicenda e quelli delle trattative per il corridoio dii fuga e di tutte le recitazione, da tempo programmata. Questi fatti, mi furono confermata in parte da Renzo Scotto come da da Joe Adonis a K-626 quand’egli affossò l’allora candidato appaltatore alle basi missilistiche del Nord Est , ospite in mensa sottufficiali , un allora giovane Totò Riina., impresario siciliano raccomandato dal primo ministro DC Mariano Rumor e abitante presso la sua casa, a Tonezza dal Cimone Riina , anni dopo, a Vicenza, dove fu riconosciuto durante l’operazione undercover richiesta da Giovanni Falcone, chiamata dagli addetti ai lavori in appendice : “VICENZA CONNECTION ” .
Provenivano da Joe Adonis, le notizie su ministro di Hitler Leonardo Conti come sul dal nuovo dirigente farmaceutico del Ministero Italiano (dopo il 1943) il Max Mugnani. Distributore di droghe pesanti negli agli Stati Uniti , da colà espulso fu subito sistemato alla Direzione Farmaceutica della Sanità Italiana con il compito di drogare la popolazione . Compito che assolse con successo.
I CACCIATORI DI ORO. TUTTI IN CERCA DI QUELL’ORO. Nel 1945 visto l’andazzo della guerra sfavorevole ai tedeschi , gli amministratori responsabili dei Caveau Bancari in Svizzera su cui venivano dislocati i carichi oro che ripunzonato diveniva tedesco, decisero di respingere nuovi carichi alla frontiera . Quel veto segna l’inizio di un nuovo percorso per molti di quei lingotti .
L’ORO RESPINTO ALLA FRONTIERA SVIZZERA Tutte quelle casse erano terribilmente pesanti. Fu in quei mesi che esse furono dirottate verso ex miniere, Questa situazione di inoccultabile stallo fece si che le forze di occupazione USA trovassero 200 tonnellate di oro nazista rubato Negli ultimi mesi della seconda guerra mondiale, gli addetti ai lavori con il loro carico respinto alla frontiera, si attivarono per nascondere le centinaia di tonnellate d’oro sottratto a varie nazioni durante l’occupazione. Molto di esso non arriverà mai ad essere conteggiato In quel momento. Improvvisamente Patton divenne il più scomodo generale di Eisenhower. Lucky Luciano compì il resto ( Fonte documentale compilata da Renzo Scotto al Molosso ) .
Una ben congegnata operazione Safe Haven si mise su queste tracce verso quello che potremmo pensare fosse una proposta da fare bagli addetti : Non puoi potarti in giro tanto peso con te., dicci dove si trova e ci mettiamo d’accordo . Gli angloamericani erano alla ricerca dell’enorme quantità di ricchezza saccheggiata che i tedeschi avevano brutalmente sequestrato e immagazzinato per metterla nelle mani di gruppi umanitari che, si spera, avrebbero inviato la ricchezza ai legittimi proprietari. Questo almeno appariva ufficialmente nelle intenzioni .
Il 6 aprile 1945, i poliziotti della 90a divisione di fanteria della 3a armata erano di pattuglia a piedi nella città di Merkers, in Germania, si imbatterono in due donne che camminavano per strada e presto hanno scoperto che si trattava di profughi francesi, o “persone sfollate”.
Questi sfollati furono prelevati dalle loro case francesi e trasportati in Germania per svolgere i lavori forzati. Informarono e qualcuno sospettrrà con un buon ritardo … che entro una miniera di sale si nascondeva un surplus di oro e che i tedeschi portavano spesso camion carichi di metalli preziosi. L’informazione fu trasmessa a quel reparto di cacciatori d’oro.
SCIPERTO l’ORO ARRIVA L’ORDINE DI ELIMINARE PATTON I generali Eisenhower e Patton si recarono alla miniera e scoprirono l’oro.in seguito , questa scoperta costerà la morte al Generale . Una morte commissionata dalla Sicilia . Con pretesto della inopportuna strage di italiani all’aeroporto siciliano da cui partivano per Malta gli allora tenenti piloti Bertolaso e Malosso , nel corso delle rappresaglie che regolavano i conti con i delatori del ex prefetto Cesare Mori l’omicidio di Patton su commissione fu una grande occasione per la Mafia per dimostrare la sua potenza . E vendicarsi di chi non rispettando i patti si mette contro.
Circa 7.000 sacchi di lingotti d’oro ordinatamente ammucchiati nell’area sotterranea, che misurava circa 75 piedi di profondità e 150 di larghezza oltre a 98 milioni di franchi francesi. Ma quell’enorme somma di denaro non è stata la cosa più scioccante trovata laggiù.
Chi erano i cacciatori di quelle enormi quantità di oro, bottino predati da tedeschi, fuso, e ripunzonato? Alla fine della Seconda guerra mondiale, la ricerca dei tesori nazisti, ovviamente, fu affidata ai servizi segreti: Stasi Il KGB (servizio segreto russo) CIC (antesignana dell’americana CIA) Essi riuscirono a mettere le mani su ben 1600 depositi. Tuttavia dopo l’omicidio di Patton, quasi il 50% dell’oro tedesco della Reichsbank e altri preziosi non fu mai più trovato ma certamente , da qualche parte esso fu impiegato.
Nel 1957 il Guinness dei Primati, sotto la voce “Furto: la più grande rapina mai risolta” si scriveva: “La più grande rapina che si conosca è quella delle riserve auree dello Stato tedesco, effettuata in Baviera nel giugno del 1945 da un gruppo di soldati americani insieme a dei civili tedeschi. Durante il trasporto del metallo sparirono 750 lingotti d’oro del valore di 3.528.000 dollari, insieme a sei sacchi di banconote e 25 cassette di lingotti di platino e di pietre preziose. Nessuno dei responsabili è mai stato arrestato”.Con tutto quell’oro si sono comperati magistrati, la politica, tutto.
MARTIN BORMANN. I cacciatori che sanno del tesoro dispongono di mezzi e menti davvero geniali. Poco tempo dopo la sua morte, le sue ossa, per per sviare le indagini, saranno importate in Europa . Quindi sotterrate presso la cancelleria a Berlino e poi scoperte “casualmente” da operai al lavoro. Nella corriera, se non bastassero i nomi falsi, atti sgombrarsi la via, ci sono dell’oro e sterline e dollari trasportati per corrompere ai posti di blocco istituiti dagli americani come quelli del futuro primo ministro, a quell’epoca Ufficiale austriaco amico di Licio Gelli. agente segreto dell’OVRA diretta da Umberto di Savoia già incaricato di stimare e trasportare l’Oro, il bottino di Piero di Jugoslava a Roma, e da li a in Sud America sotto l’egida del presidente Peron con un ufficiale , camerata, interprete, ed ex ufficiale di collegamento con la 5ª Divisione alpina “Pusteria” (italiana) : Kurt Waldheim . Ancora fra il 1980 e nel 1988 sarà l’ex agente dei servizi segreti italiani a doversi occupare di restituire quell’oro. Il prezioso carico è affidato a Von Hummel. Lui, uno zio generale fidato fiduciario della Corona Asburgica . Ne utilizzerà una piccolissima parte per condurre in salvo le due famiglie di quell’oro che gli era stato stato affidato da Martin Bormann . In Svizzera, Von Hummel, di li a poco, assumerà la direzione della rete di distributori di carburante Avia.
FRA ORO E OSTAGGI C’è anche un altro pullman a Braies . E’ carico di ostaggi chiusi dentro . Personaggi da ’90 . Da scambio .
“VEDI COME TI CAMBIO LA STORIA con Franco M. von Rosenfranz
“ Peter Peter, warst mein bestes Stück “Cantava Marlene Dietrich anche quando “Peter “si presentava a saldarle il conto in valuta ed oro all’ Hotel Emma di Villabassa (Niederdorf). Ed è tra Villabassa Monguelfo (Welsberg). Hotel che si trova lo svincolo per la valle che conduce al lago di Braies. Qui astretti per rallentare la pressione degli americani che accerchiano Berlino c’erano quegli importanti ostaggi. Il tutto per permettere anche alle V2 di essere perfezionate da W. von Braun . Un operazione iniziata nel Peenemunde e continuata sulle basi segrete sotterranee in Veneto, presso il lago di Garda e come osservò e confidò al figlio Franco, il generale dei missili, Ettore Malosso, amico di Hanna Reitsch : Hitler aveva la bomba atomica. Fu testata sull ‘isola di Rügen nel Baltico .
Contrastata da agenti segreti . Per essere precisi, si stratta di un reparto che opera segretissimamente in contatto con Fleming e Lucky Luciano. Il reparto era ‘ composto dalla figlia del primo ministro inglese Winston Churchill, l’attrice – danzatrice Sarah, Churchill, duchessa di Marlborough, e dal figlio del presidente USA, Roosvelt : Peter. Sono tutte informazioni, o meglio confessioni dalla anziana spia e cartografa inglese Freya Stark quand’essa raccontava che faceva la staffetta per consegnare messaggi per gli Anglo americani, a Mentone . Vicende da lei narrate ad Asolo , quando lei era vicina di casa di un altro grande amicone di K-626 : i direttore delle fotografia di Michelangeli Antonioni, Florian Steiner conterraneo Meranese di Franco Molosso von Rosenfranz e del suo sosia …che su queste vicende inizia a lavorare sulla sceneggiatura di un film
ORO CONTRABBANDATO CON I MISSILI Durante il 1944 Avvenne una fuga di notizie fra i membri dei servizi avversari.
SPEDIRE L’ ORO CON I MISSILI Contestualmente W. von Braun viene arrestato dalla Gestapo con l’accusa di progettare missili per uso pacifico capaci di consegnare posta e spedire carichi di oro . Dall’Europa agli USA. Verrà liberato da Hitler in persona . L’incidente costerà la vita a uno figli dei Kennedy, Joseph Patrick ufficiale pilota di idee parecchio contrarie a quelle del Sindacato Ebraico, la mafia Kosher cioè Cosa Nostra , principale protagonista dell’andamento e degli esisti della seconda guerra mondiale. Il suo velivolo sarà esplodere in volo . Un sabotaggio analogo quello che accadrà al figlio di Magda Goebbels (Herr BMW – VARTA) Harald Quandt. DA Peenemunde. basi segrete presso il vicino lago di Garda . Armi segrete che decollando con quelle testate nucleari potrebbero cambiare le sorti della guerra in quell’ultimo momento quando tutto orma sembra perduto, gli ostaggi servono anche a questo.
Intanto a bordo del bus di ostaggi è notata la presenza, di una particolare donna ostaggio: Fey von Hassell von Tirpitz. E’ disperata perché no conosce la sorte dei suoi bambini . Tra cui il futuro architetto berlinese Roberto . I suoi due bambini gli sono stati già rapiti e portati nel lager. Non li ritroverà tanto presto. Tante vite e destini si intrecciano . Perciò , data la conoscenza diretta con l’architetto tedesco , lascio questo intervento a Franco von Rosenfranz :” La ricerca di mamma Fey potrebbe tranquillamente essere paragonata alla magistrale scenario che David Linch riprende dalle descrizioni di Pasternack .Dove il fratello del dr. Zhivago, potente, Ufficiale e cieco esecutore di ordini giustizieri è tuttavia un amante della poesie scritte dal fratello, ormai scomparso. Quindi decide di mettersi alla caccia delle figlia dispersa nei bombardamenti durante la rivoluzione . La ragazza é la figlia dell’amante di entrambi : la bellissima Lara. A sua volta dispersa. Probabilmente notata da Lenin , quand’egli faceva rapire, seviziare e uccidere le più belle donne di Mosca.
Ma torniamo a Braies . Oltre a Fey che si trova a bordo dell0autobus di familiari neo-golpisti, compreso uno figlio di Badoglio. Sono chiusi tutti li dentro .No sanno che stanno per esplodere. Per odine di Hitler, nel caso di un mancato accordo fra Hitler e gli Americani quegli ostaggi sarebbero dovuti morire dilaniati nell’esplosione del Bus. Non accadde solo non per la coscienza di un Ufficiale della Wehrmacht che contravvenne agli ordini di minare il pullman.
Quella donna è la mamma del futuro architetto Berlinese von Hassell . Udine possiede il castello in cui il vicentino Luigi da Porto nutrendo un amore impossibile per la cugina, immaginò la vicenda: Giulietta e Romeo: Roberto Pirzio-Biroli von Hassel A quell’epoca, era un bambinello rapito spedito in un lager. pure pure lui trattenuto a scopo di estorsione.
LA DELICATA RESTITUZIONE DELL’ORO PREDATO DAGLI ITALIANI
Una operazione questa che ora come allora il risentimento nazionale di chi istiga rancore e all’odio contro Tito per le Foibe Dalmate, ancora oggi sarebbe impossibile calmare, autorizzare. Durante l’occupazione degli italiani in Jugoslava, gli italiani avevano foibato cittadini e patrioti Jugoslavi . Giova a dirlo che gli unici mandati a morte da i tribunali speciali di Mussolini per furono patrioti Jugoslavi A sua volta gli Jugoslavi (termine generico Titin che non distingue fra Sloveni -Dalmato -Croati, Serbi , Bosniaci) replicheranno successivamente con una terribile feroce, vendicativa analoga rappresaglia. Inoltre dopo l’8 settembre 1943 l’esercito italiano, rientrando a casa, vergognosamente, anziché difendere altruisticamente la propria popolazione di etnia italiana in Dalmazia, messa a rischio da anni con i comportamenti di Mussolini, abbandonò le armi Così, nelle proverbiale disorganizzazione, dagli arsenali italiani , gli jugoslavi si ritrovarono regalati, fra le mani, abbandonate enormi partite di cannoni, mitragliatrici , munizioni ed oltre 20.000 fucili . Prima che delle forniture inglesi fu attraverso queste armi che i partigiani di Tito crearono il loro primo esercito di liberazione nazionale. Per il risentimento sulla foibe come per controvalore delle armi regalate, un valore predato (abbandonate senza difendere i propri connazionali italiani ) dal 1943 la politica italiana non dialogava con Tito. Anzi tendeva a non considerare di dovere a lui e al suo popolo restituire l’enorme quantità di oro precedentemente predato a Pietro di Jugoslavia. Ma questa posizione meno ufficialmente non si sposava se lo si voleva tenere alleato nella Guerra Fredda.
L’ACCORDO DI KURCULA . LA PROPOSTA. La restituzione dell’oro Jugoslavo . Il luogo della conferenza fu l’isola Korcula. Fui prelevato da Trieste e condotto nell’ isola che come Padova, mi dissero fosse stata fondata da Antenore e Enea .L’incontro avvenne in un noto hotel presso il porto. Già nel 1980 si era giunti vicini a una trattativa extra italiana . Dopotutto, l’oro rubato si trovava in un paese terzo. Dopo anni di esilio, non c’era nulla di illecito per me a favorirne il transito e nel farmene carico di restituirlo ai legittimi proprietari. Sopratutto in Svizzera. Se Tito per me aveva disposto di considerarmi con quel rispetto che si usa all’ l’ultimo erede in esilio del Trono Macedone, in un incontro successivo, quando fui condotto al cospetto del suo garante inglese, Sir Fitzroy Maclean, “per meriti di fedeltà e lealtà alla Corona ” Fui eletto a mia volta garante a delegato a quella restituzione extra-nazionale, considerato che l’oro del tesoro macedone, derivato da quello dell’erario persiano, al cospetto di quello nazionale Jugoslavo, costituisse in tanti secoli, la percentuale maggiore incamerata. A pelle, se al posto di quei gentiluomo mi fossi trovato con italiani avrei sospettato una pericolosa adulazione. Da loro no . Così che da quei presunti quasi successori, governatori di Tito, presi atto che la fine del leader pareva vicina . “
L’OPERAZIONE DI RIMPATRIO DELL’ORO RUBATO. Credo che trasparisse che mi trovavo visibilmente a metà strada tra l’imbarazzato e l’emozionato. Riuscii tuttavia a dominare la tensione nervosa che si era impadronita di me. Ero ancora e solo uno spericolato ragazzo.
Chiesi, così cercando di mostrarmi autorevolmente all’altezza di tanta considerazione, se si fosse trattato di una operazione “legale”. Seguì una pausa silenziosa che a me parve interminabile. Estremamente franco, forse poco rispettoso in quel momento, deglutii, visibilmente comunque facendomi coraggio replicai : ” con tutto il rispetto possibile io posso accettare di sovrintendere a fare una operazione giusta, ma mai per persone sbagliate”.
MUSSOLINI ? DICHIARAVA GUERRA A TUTTI PERDENDO . COSI’ DOVETTE CHIEDERE CHE HITER GLI INVIASSE TRUPPE IN ITALIA Risero educatamente rispondendomi che” l’italia, che Mussolini dopo aver ceduto al corteggiamento delle lobby belliche , con le sue smanie riuscì perfino a far perdere la guerra ai tedeschi facendoli entrare in Italia giacché non sapeva più porre rimedio alle figuracce. ” L’Italia era un paese vinto ed occupato dagli inglesi.” Dissero: “Retto da una governo fantoccio e che come tale secondo gli accordi di Cassibile dovevo obbedire a questi ordini sovrani.” Tuttavia l’Italia” pensai , questo mio suolo, per il Metternich,” solo una mera espressione geografica” è il sotto il cui , più anticamente, nell’Impero Romano trovò accoglienza la mia famiglia, quindi un paese a cui devo essere grato, occupa un ruolo geografico strategico e in quel momento, in piena Guerra Fredda. Ebbene qualora io avessi accettato di occuparmi delle riconsegna di quel tesoro a quel punto per l’Italia di a sarebbe trattato solo di un “transito” .
VUOI O NO SALVARE L’ITALIA , L’EUROPA INTERA DAL RISCHIO DI UNA COMPETIZIONE NUCLEARE , L’EUR ? L’APPORTO DELLO STATO JUGOSLAVO E’ FONDAMENTALE DECISIVO. ESATTAMENTE COME LO E’ LA RESTITUZIONE DEL SUO ORO RUBATO DAGLI ITALIANI. Fatti due conti, preso atto delle quantità di oro e argento da restituire replicai: che non sarebbero bastati quattro mesi di trasporti quotidiani con auto comuni Da trasformare in speciali, facendole magari blindare, dato il pesante carico, dotate di ammortizzatori rinforzati. Mi chiesero ” dove ? ” E se a fine lavoro, per non lasciare tracce, mi sarei comportato professionalmente verso l’operatore come si fa con un “Geheimnisträger”. Ci fu un silenzio ancora più gelido nella sala. Risposi con fermezza che se dovessi fare una cosa simile, allora dovreste selezionarvi un altro agente . Furono felici della mia risposta. Non erano degli assassini!
UN AFFIDAMENTO FIDUCIARIO DI MILIARDI SULLA PAROLA Quel giorno appresi che sarei stato affidato per 4 miliardi di valuta corrispondente a una tonnellata e mezza di metalli preziosi . Questa garanzia durante l’ultimo carico, mi sarebbe stata donata o meglio: alla fine della operazione “restituita alla mia famiglia” . Sotto forma di buono. Cioè, Sir Maclean disse :” in qualità di “legittimo erede al trono e quindi del tesoro Macedone, durante l’ultima consegna in Toscana o che fosse Bari con destinazione grotta nel Cattaro, quella sarebbe stata la mia parte”.
Ebbene , quantunque le mie osservazioni sembravano ignorate, già precedentemente in quella riunione io espressi parere di rinunciarvi e così ad ogni vantaggio e che anzi quella mia parte fosse data al mio antico popolo giacché io ho già di che vivere. Ed sapevo guadagnarmi da vivere e oltre ad avere una vita da vivermi realizzando progetti esclusivamente tutti miei e di cui vorrò essere fiero. Più che quelli di altri. ” Mi guardarono stranamente stupiti . Ma l’accordo finì con una stretta di mano . Sapevo e mi chiedevo, intuivo, se che da quel momento se sotto la mia responsabilità, fosse sparito anche un solo lingotto che cosa mi sarebbe successo. Una somma impossibile da ripagare . Pensavo che probabilmente, avrei dovuto ripagarlo con la mia vita .
ANNI BEATI. Porto Santo Stefano. Nella foto sopra Istranka nave da crocera del Maresciallo Tito Broz ormeggiata alla Pilarella, presso il Sokar famoso megayacht di Lady Diana e Dodi Al Fayeda. Lo yacht era spesso attraccato presso l’ l’Urania dei Conti Principi Ginori, accanto allo Yela di re Vittorio Emanuele III e l‘Elettra di G. Marconi e i diversi yacht di Gianni Agnelli, la cui sorella, a sua volta sorella di Clara era sindaco dell’Argentario. Ma quegli anni spensierati sono alla fine. In Sardegna sbarcano Berusconi e i Graviano e cominciano i rapimenti.
MAFIE, l’informativa della Dia: “Nell’estate del 1993 i Graviano erano in vacanza in Sardegna a un tiro di schioppo dalla villa di Berlusconi”
Foto sopra : Istranka i navigazione
BASISTI PER RAPIRE IL JET -SET internazionale nei numerosi miliardari.
QUANDO IL DENARO ARISTOCRATICO CAMBIO’ PROPRIETARI . Alcuni di essi con il conto alla Banca del riciclo, la Rasini di Berlusconi( Banca ancora oggi con movimenti bancari sequestrati probabilmente coperti dal Segreto di Stato ) appostarsi presso i porti a carpire le abitudini, per meglio rapirli e riciclare il denaro dei loro riscatti presso la Banca Rasini di Berlusconi. Talvolta parte di quel denaro tracciato non veniva neppure ripulito ma dato subito a premio giornalisti , conduttori TV , veri e propri “gatekepper”cioè guardiani assoldati per coprire e depistare le notizie ormai divenute alla portata confidenziale di tutti i neo rapiti. Spesso come per Heineken denaro ritrovato ma mai richiesti indietro o come per il caso del Bolzanino Amon ( la sua catena DESPAR passata a Matteo Messina Denaro ) Imprenditori rovinatisi per pagare riscatti miliardari per le liberazione die loro congiunti . Quel denaro risorgerà a finanziamento di una nuova nascente imprenditoria. Insomma si sapeva che bastava uscire da villa Giulini Casati Stampa a Milano, dopo una cena con Berlusconi per essere subito sequestrati. Celebre il caso del padre di Carla Bruni, moglie del presidente francese Nicolas Sarkozy figlio di uno dei fedeli vigilanti preferiti da De Gaulle alla sua scorta governativa . Capita l’antifona come riferito dalla badante Vicentina signora Parolin preferì esiliarsi a Parigi dove la Polizia segnalava subito la presenza degli italiani- basisti sospetti . Carla a Parigi ha studiato con un generale assurto recentemente alla ribalta per aver osato pubblicare un libro : Roberto Vannacci . Qualcuno a Vicenza, mentre lo presentava all’ex GIL , ora Teatro Astra, gli ha scatenato addosso il mondo .
L’avvocato Verzini, che aveva assistito Ruby 8 anni fa, aveva raccontato come nel 2011 la giovane marocchina Imal a sua volta testimone chiave nel processo contro berlusconi uccisa con il metodo del tumore indotto, avesse ricevuto da Berlusconi “un pagamento di 5 milioni di euro eseguito tramite la banca Antigua Commercial Bank di Antigua su un conto presso una banca in Messico”
A COLPI DI IRRADIAMENTO RADIOATTIVO Il legale su cui presumibilmente era stato praticata a sua volta in primis una esposizione radioattiva aveva detto di aver rivelato questi particolari contro Berslusconi per dovere etico e morale”e aveva spiegato che l’operazione Ruby sarebbe stata interamente diretta dall’avvocato Ghedini con la collaborazione dell’ex compagno di Risso. Immediata la reazione di Ghedini, che aveva minacciato querele. Verzini aveva ribattuto dicendo non solo di aver detto la verità ma anche di essere in grado di fornire ulteriori elementi e informazioni. Lo stesso giorno però per porre fine alle sue sofferenze l’ l’avvocato 61enne recatosi in Svizzera perirò per suicidio assistito – See more at: http://www.rainews.it/archivio-rainews/articoli/ultima-verita-di-Egidio-Verzini-ex-legale-di-Ruby-suicida-in-Svizzera-Pagata-da-Berlusconi-2070fb2f-3ef3-4054-b9ec-e9d7f9788466.html DA MILANO A FIRENZE Intanto col trasferimento del giudice di Firenze incaricato di ricercare i mandanti esterni delle stragi indicati dai fratelli Graviano in Silvio Berlsuconi e del senatore siciliano Marcello Dell’Utri , ll procuratore TESCAROLI fatto segno di un mirato attacco legato a MEDIASET, deriso dal giornalista
TORNANDO ALLA NARRATIVA DEL MOLOSSO A KURCULA …..Terminata la riunione, quell’accogliente, distinto , intrigante, scozzese, Sir Fitzroy Maclean mi invitò a casa sua. Nella sue azioni si capiva che egli avesse conosciuto reparti, sezioni specializzate . Insomma tutti quei personaggi di cui da bambino sentii parlare tra cui Frederick Yeo-Thomas l’agente britannico perseguitato pure lui da Klaus Barbi,, quello che avava ucciso la mia amica Monika Ertl e che nei reciproci sabotaggi, salvò l’ex avversario antagonista Otto Skorzeny dalla fucilazione, colpevole di aver indossato pure lui , uniformi USA . La sua villa si chiamava “Villa Boschi ” e si trovava presso una grande chiesa. Ricordo al suo interno spiccavano le fotografie di lui con Churchill, con il di lui figlio del premier britannico Bellissime le immagini inedite di Tito con lui. C’erano inoltre altre foto riprese in crociera di Tito con Elisabeth Taylor e Youl Brinner, Sylva Koscina. E con tombale pace per i martiri infoibati da entrambe le parti…. la grande attrice franco – siculo – veneta – partenopea Sophia Loren, zia di Alessandra Mussolini figlia di Romano Mussolini, Jazzista del Simposio di Anzio fondato da mio padre, Ettore Malosso.
Nella foto sopra Maclean con il M.llo Tito Broz. Fitzroy Maclean visse tutta la sua vita in modo avventuroso. Inviato a Mosca come giovane diplomatico prima della Seconda guerra mondiale, fu per fama l’osservatore indipendente più eminente dopo Gaston Leroux , il giornalista scrittore autore del Fantasma dell’ Opera che viceversa fu a Mosca i giornalista nell’epoca Zarista . Maclean, anche giornalista di riferimento pr gli inglesi, scrisse dei resoconti divenuti memorabili. Spesso relativi agli ultimi processi di voluti da Stalin e a cui partecipò come osservatore ufficiale inglese . Alcuni dei suoi libri più noti sono “Bonnie Prince Charlie, Portrait of the Soviet Union”, All the Russias: The End of an Empire e Highlanders: A History of the Highland Clans.” Durante la guerra mi raccontò di avere preso parte, in qualità di membro fondatore del SAS, ad alcune celebri incursioni dietro le linee nemiche del generale Rommel . “Il generale più fotografato da Hans Ertl” dissi, ” il papà di Monika! Ho fatto visita ad Hans i Sudamerica . Le farò spedire delle foto inedite di Rommel . Maclean ne fu felice. Il suo rapporto con Tito designato era iinziato nel 1943 quando lui venne paracadutato nella Jugoslavia occupata dai tedeschi . In quel delicato momento, come rappresentante personale di Winston Churchill dovette scegliere l’interlocutore giusto tra Tito e l’altro generale filo monarchico mentre Re Pietro di Jugislavia era profugo in Inghilterra . Una situazione di estremo imbarazzo . Maclean fu sottosegretario durante i governi Churchill e Eden oltre che Membro del Parlamento Inglese per oltre trent’anni.
Sir Maclean si complimentò e mi incoraggio circa il proposito che li avevo espresso di dare un senso alla mia vita. Magari facendo da osservatore indipendente i volontario. Qualcosa che volevo e in seguito riuscii davvero a portare avanti . Mi incoraggiò a farlo e mi raccontò le sue esperienze in merito . Tutte imprese eroiche e prestigiose. Tuttavia, anche se parlava co calma, in un inglese perfetto, sforzandosi di utilizzare termini semplici e comprensibili, io ero emotivamente troppo frastornato per concentrarmi sempre su quei tanti dettagli della sua avventurosa narrativa . L’uomo libro Maclean morì nel 1996 . Ed oggi confesso che me ne dispiace davvero molto di non sempre essere stato all’altezza di ben comprendere al meglio tutti i particolari di quelle infinite epiche imprese.
IL PRIMO SM 79 SCOMPARSO . Più di tutti mi è sempre rimasta la curiosità di quell’aereo condotto dai due pilotI Dalmati lo Sparviero SM 79 scomparso in Libia, 400 chilometri fuori dalla rotta prevista . Lui mi rispose citando il gen.Paolo Mocci , quello che aveva dirottato il traffico aereo civile Linate Milano 2 per Silvio Berlusconi dimostrando di sapere tutto di quella vicenda . Ma ero troppo carico di dati …Mi sfuggirono tanti particolari di questa sua narrativa.
Mi chiese se in seguito potevo accompagnarlo a vedere la Macedonia dei miei avi. Credo che a quel punto io finii mostrai tutto il mio visibile disagio replicando che con una guida come me ne sarebbe stato deluso . Così gli dissi : “Brigadiere, sarà lei a farmi da guida perché io davvero sono stato sempre tenuto a lungo all’oscuro delle mie origini ed anche anche degli aspetti geografici del mio paese d’origine “. Lu Replicò :”I don’t believe you at all but okay, o’right !”
Sir Fitzroy Maclean si complimentò quindi con me per essermi dovuto spogliare dei panni di ufficiale per una missione , quella di fermare le importazioni di eroina all’Aeroporto Dal Molin di Vicenza, (Operazione Blue Moon).Azione in cui per fermare il traffico doveva serviva una soldato semplice. Disse che lui,da giovane aveva fatto altrettanto. E che non eravamo stati gli unici . Anche Joseph McCarthy, entrato nell’intelligence aveva cominciato l’addestramento base con il grado di ufficiale, risultando tuttavia arruolato come un soldato semplice . Io replicai che per me non fu affatto un problema. In famiglia, anche mio padre aveva fatto lo stesso. Finito il corso di ufficiale di complemento conseguito con il Brevetto Premilitare di pilotaggio aereo, e così scelto per eccezionali qualità, fra 20 candidati su 2000 , pur di continuare a volare rinunciò al grado così dovendo ripartire da sottotenente per divenire effettivo, attraverso i corso “Turbine” del ‘accademia Aeronautica. Mi parve capire che lo sapesse già. Pensai che ad averglielo detto poteva essere stato solo il gen. Giorgio Bertolaso. Arrivai a pensare che lui e la sua signora Goriziana fossero dietro la porta. La mia immaginazione stava sconfinando la realtà.
Nel corso dell’accordo di Korcula, fra silenzi interminabili in cui mi sentivo scrutato da capo a piedi, ad un certo punto fui attratto una foto di Ian Fleming . Così per rompere l’aria, il mio sguardo cominciò a guardarsi intorno posandomi su dei quadri . E fu li che associai il distinto signor Sir Maclean al collega quadro superiore di James Bond nei film di Ian Fleming. Per flemma ed aspetto, mi ricordava proprio il diretto superiore Quartermaster( Major Boothroyd )di Ian Fleming di quei suoi film. Ovviamente non mancai di confidargli questa mia impressione. Ne fu contento . . . Disse ridendo : ” Non preoccuparti Franco, nello schermo, Desmond Llewelyn convive da tempo in me. Me lo dicono sempre “
IMPIEGATO CIVILMENTE SOTTO IL CONTROLLO MILITARE Fra quei presenti ben più adulti di me, mi sentii come catapultato dentro, in attesa di una operazione molto più grande di me e a cui ormai sembrava sempre più difficile dire di no. Non divenendo collaborativo , non acconsentendo a quella missione, evitare di compiacere Tito sarebbe stato disastroso per il mio paese. Ero compromesso ormai pensavo . Ma pareva che nessuno di loro, malgrado divenuto consapevole, mi obbligava ad accettare quell’incarico. Mi feci coraggio da solo. Il mio intuito mi diceva che mio padre, sebbene mai mi avrebbe forzato in una simile scelta, potesse sapesse esattamente in che situazione mi stavo trovando in quel momento . O magari non se ne sbattesse di me, che quel giorno non fosse in giro con sua nuova signora. Questo mi faceva sentire protetto davanti a persone davvero più grandi di me. Il tutto aveva un aspetto paradossale. Mi pareva che guardassero a me come se fossi stato Pietro di Jugoslavia. Come se viceversa fossero loro ad aspettarsi istruzioni da me . Alla maniera regale mi dotavano di attenzioni che si usa a un antico sovrano . Ma non era adulazione. ” Franco, sai vero che li dentro c’è anche e sopratutto l’enorme Il Tesoro dei Romanov . Quello che trafugato, prestato e venduto in giro per il mondo? “Deglutii e risposi : Mi pare che voi sappiate benissimo che mentre studio, mi sto guadagnando da vivere prendendo in carico riparazioni modifiche che porto su e giù da orafi vicentini. Appartengono anche a attori , artisti .” Anche agli ex reali di Russia Franco. Ogni tanto a qualche asta ne spunta fuori un pezzo.” Gioielli scomparsi…In seguito pesando quelle parole mi venne a mente un caso di sequestro . Quello della bellissima avvenente Jeannette May, baronessa von Rothschild svanita nel nulla, nella tormenta di neve tra i monti sibillini…. Ma tornado in quella stanza replicai : Beh visto che lo sapete perché me lo chiedete allora ? ” Solo per verificare , mettere alla prova il tuo grado di riservatezza Franco . Una pura formalità . Abbiamo capito quanto tu sai essere riservato, segreto ” In quel momento , due di quelli che mi erano stati presentati come gli eventuali candidati successori di Tito ma che ai mie occhi apparivano solo come suoi meri esecutori, insomma fattorini, privi del suo carisma del Maresciallo , guardandomi sempre con quella mi mi pareva essere una eccessiva considerazione , consegnarono al gentiluomo Inglese un rapporto. Quanto bastò a me per leggerne l’intestazione dalla copertina rovesciata . Lo anticipai traducendo io . Signore , posso.. cioè , si io dispongo del punzone con cui posso marchiare l’oro .” Anche battere moneta del tuo lontano paese Maestà.” disse Maclean . “Qui sei meno distante .” Annuii. Questi signori sapevano davvero tutto di me . Io di loro molto meno, o praticamente nulla giacché le mie previsioni le avevo lasciate abbandonate su quel molo a Trieste, da cui ero partito. E tutti quello che mi stava accadendo non era quello che mi sarei immaginato , che avrei previsto . Tesissimo.. mi alzai annunciando per assentarmi , per andare un momento al bagno. Scattarono tutti in piedi sorridendo tutti, sull’attenti . Maclean pi lentamente fissandomi profondamente . Io feci lo stesso . Dicendo loro : Nel frattempo spero di non avervi dato una negativa impressione signore … ” Al contrario Maestà o se preferisce, agente K-626 .” Mi sentivo come quando Pu Yi quando rientrava nel suo palazzo ma ancora non sa la sua fine….Per me nel mio piccolo mondo di allora, il cosiddetto Palazzo era il palazzo Giustiniani Maltarello a Vicenza. Altri palazzi proprio non ne conoscevo. Manco la favolosa Regia dove aveva studiato mi padre avevo io mai visitato. Me la rimproverai un poco sta ignoranza . Mentre rientravo in sala poi i miei pensieri cominciarono fortemente a martellarmi . Potevo sentore i mio sangue pulsare . Quei pensieri correvano come lapilli C’era la Sardegna, il mare le basi segrete del nord est. Il cane Lux regalato ad Tito a mio padre. Le sorprese erano tante. Ero certo di essere stato selezionato per la missione? Che sarei rientrato vivo da quell’incontro? Tenevo sempre la foto di Lux con me . Dissi fra me e me : Dolce e fiero Lux, dovunque tu sia aiutami tu ! Evidentemente si erano accordati in mia assenza . La riunione era finita. Al congedo da quell’incontro, il saluto fu del tipico modello militare. Era un ordine…. mi ripetevo, dopotutto. Dato a un subalterno quadro. Davanti a un ordine non puoi disobbedire, non puoi dire di no alla Patria Franco . ” L’Italia, quella fino ad allora, da me conosciuta è uno Stato loro. Per di più Suddito” . Ripetevo fra me e me mentre i motoscafo mi ri-depositava sano e salvo nel molo a Trieste . Come è cambiata da allora la mia percezione . Come era verde la mia valle … Ecco comincia qui la mia Operazione Goldfinden.
Ricordo che su un punto in cui mi ero preparato ebbi a chiedere a Maclean : Uno dei 7 sosia di TITO o il Russo che prese il suo posto suo per un certo tempo ossia Nikolai Alexandrovich LEBEDEV (1914 – 1942) generale sovietico dell’Armata Rossa, di etnia russa . Quasi un suo sosia che prese temporaneamente il suo posto, nello stesso periodo in cui Tito sembrò sopravissuto a due attentati . Nello stesso tempo Tito era scomparso per quasi tre mesi. A spiegazione di questa sostituzione sir Maclean mi rilasciò la dettagliata spiegazione senza tuttavia chiarire alcuni dettagli importanti che io no ebbi coraggio approfondire.
LA RELAZIONE DI MARIAN MARKULO Marijan John Markul era nato a Livno nel 1909. Migrò negli Stati Uniti nel 1936. Prestò servizio nell’esercito americano per due anni, durante la seconda guerra mondiale nel 1944. ricevette la cittadinanza americana .
Un rapporto dell’FBI, Los Angeles, 20 aprile 1955, menziona una sua spontanea l’affermazione secondo cui egli ” per fede profondamente socialista” desidera fornire informazioni che potrebbero essere importanti per la sicurezza degli Stati Uniti” avvisando che il leader che loro pensano sia, in realtà non è .
Nella nota redatta oggi desecretata apparve che durante la deposizione resa agenti dell’FBI egli provò che rientrando in Jugoslavia nel 1953 , incontrò Tito in due occasioni. Il primo incontro durò circa un’ora, e notò che il maresciallo Tito aveva cinque dita per mano e non. 4 . Quindi che salvo che quello fosse un sosia del premier utilizzato per questi incontri, pur essendo uguale a lui , non era dunque lui. A lui non era sfuggito questo particolare
Markul afferma che il vero Tito ha perso il dito medio e l’indice della mano sinistra. Aggiunse che Tito, con cui parlò nel ’53. era educato e suonava molto bene il pianoforte e tirava di scherma . D’altra parte, il vero Tito non era istruito e, per quanto ne sapeva Markul, non sapeva affatto suonare il piano.
Markul era con la moglie Ingrid e il supposto Maresciallo li trattò con freddezza. Markul parlò dei suoi dubbi con Alexander Rankovic , il capo della sicurezza Jugoslava (‘OZNA) e stretto collaboratore di Josip Broz Tito, anche vicepresidente della Jugoslavia dal 1963 al 1966 e uno dei quattro uomini più potenti di tutta la Jugoslavia dell’immediato dopoguerra.
Tra l’altro Markul sosteneva che Josip Broz era alto circa 180 centimetri, mentre questo “falso” era alto solo 160 centimetri. Markul ha anche detto che l’uomo che gli si presentò come Tito negli anni cinquanta parlava con un leggero accento russo e che parlava piuttosto piano. Il vero Tito, viceversa parlava con decisione e durezza.
Anni dopo al momento delle elezioni figlio del leggendario Tito , Žarko Broz disse chiunque vincerà non sarà buono . Poco dopo quella Jugoslavia che per anno Tito era riuscito a salvare dalle ingerenze e dalle lotte interne, cessava di Esistere.
Anche da fonte :
«Un generale russo fu il sosia di Tito»
Nota: K-622 ha comunicato che non metterà a disposizione i suo orecchi musicale assoluto per effettuare una perizia fonica su spezzoni voce del primissimo Tito comparati co registrazioni di discorsi pubblici successivi.
https://www.marieclaire.it/moda/look-star/a39462675/tesoro-russi-romanov/
OPERAZIONE GOLDFINDEN : DA LICIO GELLI A TITO. LA MISSIONE
Il definitivo accordo di restituzione del metallo, come della consegna e per presa in lavorazione dello stesso in Toscana fu raggiunto solo nel 1986 . Mentre l’ inizio della missione diviene operativa nel 1988 .
DUE DELICATISSIME OPERAZIONI CORRELATE In quell’anno il Molosso, fu contestualmente infiltrato in una spericolata operazione super coperta concertata dai servizi segreti, l’OperazionePirati Barbareschi, dove K- 626 si fece carico di sganciare un fake per fermare i sequestri ormai divenuti incontrollati degli industriali. L’operazione scattò allorché nel corso di trattative si fu certi che erano stati individuati ed incarcerati i custodi calabresi del giovane vicentino rapito a scopo di riscatto, Carlo Celadon . Operazione , inizialmente partorita per scoraggiare i sequestri di persona incoraggiati dal favorevole cambio con cui i denaro dei rapimenti veniva riciclato presso la Banca Rasini di Luigi Berlusconi a Milano in un rapporto dove a un miliardo, veniva corrisposti 200 milioni “puliti” . Facendo leva sui sentimenti di amor patrio e sapendo bene che cosa significasse essere rapiti, il Molosso accetto la nuova operazione.
FINE DI UN EPOCA “Per il gen,Paolo Moci ad Arcore quelli, visti i successi riscossi dai continui rapimenti non si fermavano più. Bastava stare dietro lo sportello della banca ed aspettare . E non c’era più un modo per fermarli. Tra i sequestri e la riconversione del denaro in eroina ecc . Come preventivato da Falcone, i beneficiari di quel denaro estorto a una vecchia aristocrazia stagnante e ad una imprenditoria rimasta alla finestra in un suolo perduto, sarebbero divenuti un mix di micidiale. Un potenza mondiale .
Da quel momento ”K-626 ” per i veri addetti ai lavori, diverrà il definitivo nome alias in codice del Molosso.
FU UFFICIALE di COLLEGAMENTO nello stretto contatto delle operazioni undercover tra il giudice Giovanni Falcone e la missione segreta del commissario Elevetico Fausto Cattaneo, principale protagonista delle operazioni Mato Grosso e Pizza Connection l’agente undercover a cui K-626 per impressionare l’ élite” del traffico internazionale di droga, i grandi boss della mafia turca dell’eroina e i baroni colombiani del business della cocaina. prestò le sue auto utilizzate dal Commissario alias ” Bertoni ” che a seconda delle occasioni veniva improvvisato industriale, finanziere, contabile , body guard autista . Poiché mancavamo di un’organizzazione e di risorse adeguate, spesso dovevo improvvisare per perfezionare il mio travestimento. per impressionare sui trafficanti talvolta, prestò le sue auto.
Sopra la Rolls Royce Gialla del film di Anthony Asquith di Lord Charles Frinton Passata di mano da un ricco gangster italo americano che la acquista per visitare l’Italia in compagnia dell’amante, l’auto seguendo i passaggi di proprietà segue gli eventi bellici della ex Jugoslavia, 1941, durante l’invasione tedesca della Jugoslavia l’aristocratica Gerda Millett, americana conservatrice, vede requisita la Rolls-Royce dal partigiano Davich, con il quale stringerà amicizia. Dopo essere sopravvissuti ad un attacco aereo la donna vorrebbe continuare ad aiutare il partigiano ma Davich la convince a tornare negli Stati Uniti dove può raccontare tutto quello che ha visto e garantire il sostegno al popolo oppresso.
FAUSTO CATTANEO FALCONE CARLA DEL PONTE . Falcone attraverso i confidenti di Cattaneo si era imbattuto nell’oro rubato agli ebrei . C’è ne sarebeb stato anche per lui . Ma Falcone non era in vendita. Le avventurose, audaci rischiosissime operazioni del commissario Cattaneo che per Pizza Connection collaborava segretamente con il magistrato elvetico presidente del Tribunbale Cantonale dr. Plinio Rotalinti , parente del giornalista ucciso nel Castello di Castro, dopo l’ordine di uccidere ad ogni costo Giovanni Falcone(sospeso solo perché in quel momento non si sapeva da che parte si schierasse la magistrata svizzera in trasferta ). Per cui le indagini di Falcone, furono avversate ed archiviate tutte dalla medesima procuratrice svizzera Carla Dal Ponte. .
QUANDO LA CORRUZIONE ALLE MAZZETTE PREFERISCE L’ORO Doveva essere l’ultima indagine personale, segreta questa del commissario Cattaneo allorché ’agente Svizzero venne abilmente fatto cadere in disgrazia così subendo ogni genere di calunnie e perdendo la sua privacy familiare. Assolto ne uscì provato anche perché la posizione del collega suo detrattore, fu solamente ” archiviata”. Quindi esattamente come nel processo in Italia, saranno svolte indagini per risalire alla regia che guidò i le azioni dei poliziotti depistatori che tradirono Borsellino.. non furono volutamente svolte indagini . Quanto al suo fedele amico, il giornalista, cronista della RSI, parente del procuratore svizzero Rotalinty, malgrado l’aiuto protettivo che Fausto Cattaneo riusciva nascostamente a girarli attraverso amici del SIC rimastigli fedeli , sventati alcuni tentativi di ucciderlo che i giornalista aveva dettagliato non solo a Cattaneo ma anche all’archeologo Marizio Tosi, Sidney finì “scivolato” buttato giù dal castello di Castro una notte di pioggia . Anche qui è evidente che fu perentorio l’ordine di non indagare sulle presenze dei Killer giunti a Castro per ucciderlo e di fare passare la sua morte come un suo ” gesto estremo”. Nell’inverno 2020 , a Verona, Arnaldo La Barbera, responsabile del “dopo Falcone”, evidentemente sapendo in anticipo che Mario Timbal il figlio dell’ avvocato e della magistrata Carla Del Ponte, sarebbe assurto all’informazione col ruolo presidente RSI , mi chiese se riprendendo il mio alloggio svizzero di via Canevascini presso la RSI , potessi piazzarci e alimentare delle telecamere direzionali intelligenti a riconoscimento corporeo allo scopo di meglio carpirne le abitudini.Mi avrebbe firmato lui un incarico scritto . Ma i pretendevo una delega dall’AISI Non accettai i nuovo incarico senza una delega ufficiale. Mi avrebbe firmato lui un incarico scritto. Non bastava. Lo indirizzai ad altri più prossimi tecnici a Milano -Lugano . Oggi sono più propenso a credere che lo scopo fosse trovare una finestra dove avrebbero potuto appostare un killer per uccidere il figlio della magistrata,.“Ben facesti tu nel 1988 a toglierti di dosso quell’oro. Ora a QUESTI (intendeva dire per l’intera famiglia Timbal -padre figlio e la magistrata Carla Del Ponte che nel 1992 come, anche per Sidney Rotalinti , sulla pista dorata era entrata nel mirino dei sospettati di Falcone che la riteneva principale mandante sabotatrice anche del suo attentato e che considerava seduta al vertice della cupola Quell’oro che ha coperto, glie lo leveranno di dosso il Mossad per via delle pretese dei nipotini eredi ebrei .
L’ultimo successivo incontro fra me e Arnaldo La Barbera avvenne poco dopo a Verona. Ci trovammo presso il parcheggio Bauli, sempre in presenza del mio doppelganger Nenad Rankovic e del mio autista. Tutti mascherati . ERa legale mascherarsi dopotutto .Arnaldo che aveva preso il mio sosia guardia spalle, pure vestito come me, per me , visibilmente prostrato gli disse : Ho il cancro Franco . Replicai io : Hanno dunque irradiato anche te con ste valute, l’oro radioattivo [dopo l’agente R.I (omiss)] e dopo la la Imane Fadil …
https://www.ilmessaggero.it/italia/caso_ruby_testimone_morta_imane_fadil-4363816.html
Alla fine hanno fottuto anche a te eh vecchio Arnaldo?
“Neschuno ma fott a me”! Rispose.
Mi sono fregato da solo e a fottermi, tacendo, sono stati i tuoi bacia banchi traditori veneti. I criminali leghisti Verona. L’ amico dell’Achille Variati.Chi ? Si insomma dicci chiaramente chi ? Dai che sai di chi parlo …il marito delle tua amica ( capimmo che intendeva il sindaco di Verona Flavio Tosi attraverso attraverso la di lui moglie. Sapeva perfino che essa aveva visitato casa di Giulietta in Anfiteatro-Tosi e il suo vicesindaco. Entrambi sotto processo per associazione mafiosa nel traffico di rifiuti tossici, poi finito con condanna a servizi sociali alternativi per il vicesindaco di Verona. La seconda volta che un suo dirigente della monezza finisce dentro per le morti di cancro alla monnezza ).
Sono entrato in contatto con quei maledetti bidoni radioattivi del tuo paesano Arrigo Abalti( Fondatore TVWEB) . E loro : zitti. Ah l’oro nero! Esatto. Mica me lo avevano detto loro dove li avevano interrati. No, non dovevo fidarmi di loro. Maledetti. Dovevo fidarmi di Carmine Schiavone di Perrella che so che hai incontrato con quello dell’osservatorio Antimafia a Verona, giorni fa. . Non di loro. Ma Come fai sempre a sapere tante cose su di me Arnaldo? …. E su altre , su me, sbagliare clamorosamente? Lui al solito, messo alle strette non rispondeva . Ma mi consegno un mappa mentre ci guardava con l’altra mano sempre in una tasca. Mappa che sparì poco dopo nell’altra tasca dell’impermeabile . Segno che ci aveva ripensato. Magari di darla a qualche altro . Dopotutto quella non mi pareva la mappa di dove lui potesse aver seppellito la super ricercata cartella di Borsellino prelevata durante la sua elimininazione . A ognuno le sue precauzioni dopotutto . Giusto per non smentirsi mai… Era la mappa dove hai nascosto i soldi , l’oro dissi senza mai togliere lo sguardo dalla altra mano che aveva in tasca. Da quella posizione avrebbe potuto freddarci in un nano secondo tutti. Era senza forze quell’uomo . Irriconoscibile . Ma certo pensai che probabilmente un po’ ne stava risparmiando qualora avesse dovuto schizzare qualche impulso in lui. Mai come in quel giorno fui felice che ci fosse molta gente presso il Bauli., no lontano da noi . E dovetti averlo guardato davvero con sospetto, sebbene senza aprire bocca perché lui dicesse : Senti Franco, lascia che ti spieghi e che dica che mi dispiace per il depistaggio di cui sei stato vittima e che ti è accaduto E di come non aver potuto muovere comunque un dito in tua difesa. Ma i Madonia sebbene non se la passino più tanto bene hanno giurato di farmela pagare . Li poi in Anfiteatro dove anche li tu sei Conservatore ( alludendo il denaro dei sequestri sbolognato fatalmente a Piddu Madonia) Li ci hanno buttato soldi che avanzano . Ma vedi che con le ville abusive che ti hanno costruito dentro l’ anfiteatro ci siamo dentro tutti fino al collo. Sbagli, gli dissi . M a diretto lui subito si giustificò dicendo che depistaggio era stato favorito non da lui ma addirittura organizzato, ordito su me dai ROS .A suo dire, portato avanti dai due marescialli di Arcugnano -Brendola coinvolti del depistaggio per peculato ed omissioni varie) Secondo le comunicazioni intercorse, sottoposti al gen. Subranni e stante la regia estorsiva da me denunciata . Subranni , secondo lui la poteva avere portata avanti assieme ai suoi figli, : Ennio (ROS) , Danila con l’on. Angelino Alfano coinvolti con anfiteatro. E vabbeh… Tutti siciliani doc insomma ! Nel 2020 morì Ennio Morricone . Il suo brano Il clan dei siciliani che mi ronza in testa, resta un opera d’arte musicale immortale ! Scacciaensieri e note finemente tessute durante la progressione dell’armonia del brano classico a 4/4.
Giova a dirlo che durante l’estorsione ai miei danni , nel complotto del Sindaco Paolo Pellizzari per meglio terrorizzarci, lui prova ancora ora a destoricizzare l’Anfiteatro Berico al fine di cementarlo senza difficoltà senza più ostacoli , quel sindaco e mi mandò davanti un suo intermediario a nome del ministro Alfano. Quindi la magistrata Orietta Canova a cui con dovizia di particolari denunziai pressioni , minacce dichiarandomi per ben due volte pronto a collaborare per accertare se fossero vere o meno le pressioni del ministro costruttore Alfano, ebbene … non è ancora intervenuta. E per l’appunto è a tutt’oggi strano che nessuno di loro si sia fatto vivo smentendo. La vedo male comunque per i due marescialli premiati dal sindaco alla fine delle numerose omissioni denunziate. O se non per loro vite, per quella del gen. Subranni . Pensavo a queste cose mentre guardavo lasciando parlare Arnaldo .Senza parlare . Comunque quella fu l’ultima volta che incontrammo Arnaldo La Barbera. Al congedo, le sue ultime parole, a fatica, tremolando tenendomi per un polso e sempre mantenendo l’altra mano dentro la tasca dell’impermeabile, mi disse : Franco , se mi succede che muoio, quello che non sanno ancora è dove ho depositato istruzioni . Gli chiesi: Arnaldo, non è che hai una minuscola fialetta nel polsino vero? … Dai ora basta giocare ! Disse . Orbene temo pure per mia moglie e mia figlia funzionaria della presidenza del Consiglio. Grazie se fin da ora potrai fai qualcosa per loro. Ti ripagherò. Sai bene che nulla voglio Arnaldo . “E’ stato comunque bello …. Addio Franco”
Fonti citate : ‘Ndrangheta, arresti a Verona. Nella stessa inchiesta ..Rai.it
LA ‘NDRANGHETA NELL’AZIENDA RIFIUTI, L’EX SINDACO …
La ndrangheta a Verona: una pioggia di condanne 30 anni …Il Gazzettino
OPERAZIONE GLODFINDEN
Predisposta per rendere autorevole il Molosso ne venne infine utilizzato i livello di autorevolezza assunta per le trattative finalizzate al rilascio ostaggio vicentino Celadon. Il Molosso rinunciò alla restituzione anche
parziale di tutto l’oro di Famiglia, chiedendo che l’oro o i proventi
generato dallo stesso fosse distribuito alla popolazione Jugoslava.
“OPERAZIONE LEZIONE” REGIA DI VITTORIO MANGANO DA ARCORE
PER NON DIMENTICARE Alcune considerazioni su protagonista
Se con l’operazione Goldfinden la missione Pirati Barbareschi confondendo le carte ai malfattori , con la discussa liberazione di Carlo Celadon, minò i rapporti fra gli addetti alla l’industria dei sequestri, la certezza di farla franca. Così le rappresaglie per K -626, non si fecero attendere .
Anni ’90 Spedizione punitiva “lezione ”: una sparatoria in Riviera Euganeo Berica in cui il Molosso ebbe la meglio, azione ordinata ad Arcore dal sicario convivente col cavalier Berlusconi da villa Giulini Casati Stampa, il Vittorio Mangano. Nelle spedizione punitiva quattro attentatori si scontrarono con la scorta del Molosso. Conservatore colpevole di difendere le bellezze immobiliari e paesaggistiche dalle ondate del business della monezza e dalle relative cementizzazioni abusive , tra Arcugnano e la Riviera Euganeo -Berica. L’attentato fallirà. Al Molosso, per rappresaglia poco dopo sarà fatto scomparire il figlioletto di 2 anni e mezzo allorché legalmente, l’avvocato di Berlusconi, incredibilmente, riuscìrà a fare cancellare dal registro dei nati il nome del bambino .
Nella Foto : il presidente di Amnesty International, Estela moglie del vicentino Carlotto, Franco Alessandro Malosso Maltarello von Rosenfranz , a Milano durante un convegno di Amnesty inerente alla formazione di una Banca dati DNA (nonne di Plaza De Mayo) dei bambini scomparsi a scopo di estorsione -ricatti, vedette politiche. L’epoca è quella del film Garage Olimpo .
Il Molosso in quei giorni aveva in attivo perizia di accertamento vocale su lui – durante l’ennesima cattura del Torturatore Argentino col .Olivera. falsamente iscritto alla loggia P2 e incredibilmente rilasciato dalla Magistratura italiana che lo aveva fermato all’aeroporto di Fiumicino così disinnescando tutta l’opera di rintraccio del soggetto.
Cancellata la paternità , il legittimo padre resistente sarà condannato come sottrattore di una fantomatica ” PERSONA “incapace” A quel punto non fu più possibile ne conveniente intervenire e rintracciare il piccolo attraverso l’Interpool .Franco collaborò a rintracciare alcuni bambini rapiti attraverso un banca dati DNA di bambini rapiti Da allora ne sono stati ritrovati pio di 100. .Del suo figlioletto però si persero per sempre le tracce . Di seguito a ciò la sia compagna si uccise.
Rapimento del piccolo Molosso
NOTA : Ulrich von Hassell non va confuso con l’on. Kai-Uwe von Hassel ex interprete per intelligence militare (Abwehr )sotto l’ammiraglio Wilhelm Canaris . Nella nuova cancelleria tedesca VH fu presidente del Bundestag perdendo un figlio, Joachim von Hassel, aviatore navale e Oberleutnant zurnel, precipitato, pilotando il Lockheed F-104 Starfighter . Gli Starfighter tedeschi evidenziarono un tasso di incidenti allarmante, in quanto 292 dei 916 totali si schiantarono al suolo , causando la morte di ben 115 piloti.
Curiosità : battuto a terra, in velocità da Villeneuve su una auto monoposto italiana Ferrari per ben tre volte, l’F-104 fu definito da Ettore Malosso “un fabbricante di vedove” mentre dal suo parigrado tedesco Bubi Hartmann, “Bara Volante. Viceversa gli italiani , gen. Paolo Moci capo delegazione, in USA alla valutazione del velivolo Lockheed F-104G Starfighter , il gen. Giorgio Bertolaso non ne consigliarono l’uso anzi dichiarandolo aereo affidabile. In seguito a questa valutazione esplose il disappunto dell’on. von Hassell a cui fecero seguito nello scandalo dei velivoli C130 le rivelazioni del Senatore USA Frank Church con la messa in acccusa per corruzione del presidente DC vicentino Antelope Cobbler , alis cifrato di Mariano Rumor. V.H. morì all’età di 84 anni, quando subì un infarto durante la cerimonia che gli conferiva il Premio Carlo Magno
INVECE il padre dell’ARCHITETTO ROBERTO VON HASSELL ? Fu nientemeno che ambasciatore tedesco i Italia Ulrich von Hassell come W. Canaris , Von Stauffenberg ecc , fu dichiarato reo di aver “tradito” gli sforzi di Elena Capito in Bechstein.
L’ ORO DI HITLER GESTITO DA JOE ADONIS DALLA SVIZZERA A VICENZA
Il mondo per un ristretto cerchio di persone a cui , volenti o nolenti, si appartiene è più piccolo di quanto si immagini. Quell’oro che maneggiava il più grade distributore di Coca Cola e GingerAle era l’oro svizzero accantonato da H. Hitler ed Heinrich Müller contenuto nelle cassette di sicurezza svizzere . Ad Adonis, fra i tanti affari che i discusso imprenditore intratteneva, esso era giunto in possesso attraverso il geniale membro dei commandos, Ian Fleming che con la mediazione di Lucky Luciano, permise anche di pianificare la fuga del cancelliere tedesco. e stretti collaboratori . Fuga pagata profumatamente con la cessione di conti al portatore svizzeri, così assicurando loro il corridoio di fuga Autorizzato nell’accerchiamento a Berlino e da li fino in sud America, verso quel rifugio che doveva essere stato di W. Canaris se quest’ultimo non si fosse schierato nel mancato attentato a Hitler . Un oro che avrebbe continuato a contribuire indirettamente alla crescita delle città vicentina legata al primato delle lavorazione mondiale dell’oro. Ma Joe Adonis, l’unico che apparentemente non temeva di finire nelle tracce dei servizi e di affamati cercatori di quell’oro. Morì in circostanze misteriose mentre si trovava ad un interrogatorio di Polizia.
OPERATION GOLDFINDEN – CELADON -PIRATI BARBARESCHI L’ oro mancante sottratto a Pietro di Jugoslavia non fu mai completamente restituto a Tito. Ma tra accordi intercorsi con i successori del leader Jugislavo, tra il 1986 e il 1988, malgrado alla consorte spettasse di essere interpellata sulla vicenda del metallo, dalla Svizzera non fu più corrisposto il congruo compenso pattuito quale interesse a quella partita d’oro prelevato e depositato in Svizzera da Licio Gelli – Furono così successivamente pattuite nuove modalità in quanto non era conveniente mantenere colà i prezioso metallo infruttifero. Quindi offerto parzialmente al discendente della corona di Macedonia con alcuni accordi che sarebbero stati garantiti con la vita dall’ultimo discendente.
Morti i soci in affari Lucky Luciano e Ian Faming , morto Joe Adonis, quel colossale smercio, il flusso di pesanti di ingotti oro, oro proveniente da una storia millenaria, in gran parte, di provenienza dall’Impero persiano di Alessandro I ” il Molosso” , scambiato ed ingrossato dai georgiani in seguito alla rapine a banche dello Zar, da parte della gang dedita a dell’ex seminarista don Iosif Stalin , con la morte dei protagonista il cammino di questo oro sembrò fermarsi assieme agi accordi di amico .nemico di Stalin : TIto Broz.
Nella foto sopra Stalin dal 1894 al 1899 frequentò il seminario teologico di Tiflis. Alcuni lingotti appartenenti a Pietro di Jugoislavia , presumibilmente scambiati con quelli del suo Regno. Si scoprì che provenivano originariamente povenissero da rapine a banche russe dello Zar o messe al sicuro da quest’ultimo duramte la rivoluzione. A conforto finale di questa tesi furono ritrovati con queste tipiche punzonature a villa Wanda nella disponibilità di Licio Gelli ex Agente dell’OVRA per il Governo Italiano .
Tentativi di smerciare quell’oro fermatisi con la morte di Joe Adonis nel 1971 faticano a riprendere giacché lui non lascò istruzioni. Si tratta di un mondo che può chiuderti in una bussola e lasciarti li a decantare fra quelle due porte. Un mondo, quello delle lavorazione a Vicenza che parla una sua lingua codificata in dialetto esclusivamente vicentino. Fra quelle due porte di vetri blindat che resistono a un a357 magnum è diffiicile che tu entri in un laboratorio se non sai rispondere a qualche precisa domanda purché dialetto. Quando riprendono le importazioni ? Pressapoco nel 1977 . Franco von Rosenfranz uscito dal collegio vescovile, riceve in addestramento adatto a non essere rapito in Sardegna oltre a quello del suo maestro di Judo cittadino (Piccoli) per un totale di ore ben superiore a quello del suo maestro di Tennis alla ex GIL (Sartori). Operativo per compiti di Polizia Militare, quasi contestualmente , alla sua seconda missione prese a investigare per conto del Col. Paul Tate lavorando anche come detective per una notissima rampante agenzia investigativa a Vicenza. il Molosso che si dividerà anche in seguito la sua vita tra la UCLA a LA studiando arrangiamento musicale per il cinema ma anche per perfezionarsi nelle telecomunicazioni satellitari e intercettazioni , oltre che al caso Sharon Tate . Li fu contattato dall’imprenditore Bancario Svizzero R. Mayer con il figlio, desideroso di avviare una forma di forniture di oro improduttivo da trasformare in conto lavorazione. L’affidamento avvenne sotto l’egida del Titolare dell’agenzia . I campionari da realizzare nelle fabbriche di oreficeria Balestra (le cui vicende trovano epilogo finale nel 2011 / Crack e con le accuse di commercio “in nero” per 14 tonnellate) anche questa volta l’impresa non ebbe a decollare . Di li a poco il titolare delle investigazioni G.M. morì.
RESTITUZIONE DELL”ORO RUBATO AL REGNO DI JUGOSLAVIA Tra la fine del 1986 e il 1988 fu deciso perciò di immettere nel mercato un gran parte di quei lingotti e di trarre utile con contratti di lavorazione a lungo termine. Da qui il nome alla operazione di importazione .L’oro riconducibile alla famiglia reale macedone fu però completamente rinunciato dal suo ultimo erede Molossiano in cambio di alcuni accordi speciali . Per il trasporto fu basilare l’apporto coperto del faccendiere Svizzero -Arcugnanese M.P. deceduto in seguito al suo rientro dall’Africa per circostanze che una autopsia non ha mai del tutto chiarito.
REIMPORTAZIONE DEL METALLO DURANTE LE CRISI POLITICO SOCIALI L’ultimo dei Molossi divenuto ormai maggiorenne si fece così garante di importare quei metalli preziosi facendolo transitare in territorio italiano, da se non invuato in conto lavorazione per fruizione per buona parte, da Firenze, Arezzo, Bari e poi per Mare, raggiunse quel porto natio Jugoslavo da cui era stato sottratto nel l’aprile del 1941.
Potendo fornire queste operazioni come esca per entrare in contatto con chi custodiva le posizioni del giovane ostaggio italiano Carlo Celadon. L’operazione camuffata GoldFInden fu ideale per permettere al Molosso di svolgere la missione Operazione Pirati Barbareschi Elevate contestazioni per violazioni valutarie in materia di importazione o transito di quel metallo prezioso per l’Italia, penali e civili, quindi l’ evasione in materia di reddito ed IVA ( anche se alla fine i collaboratore di Giustizia e noto faccendiere internazionale Arcugnano-Svizzero M.P. l’uomo che materialmente aveva agevolato l’operazione segreta di importazione. In seguito, al fine di scagionare l’operato del Molosso in quanto aggregatosi ai sui spedizionieri per mere ragioni di servizio, MP denunciò anche al ministro delle Finanze Rino Formica avendo dimostrando che le imposte sul transito del prezioso metallo di Tito come per quello delle SS, lo Stato Italiano avesse a valle dell’operazioni,recuperato comunque l’IVA ( Rino Formica fu teste testimone con Steve Pieczenik, consulente CIA del Dipartimento di Stato americano, inviato in Italia per sostenere il ministro degli Affari Interni Francesco Cossiga. Pieczenik a sua volta fu l’ideatore della falsa notizia che nel Lago della Duchessa vi fosse stato il cadavere dell”on Moro rapito da elementi dei Servizi Segreti ) . Sia questo depistaggio, come l’idea di addossare la colpa de rapimento alle BR , come le l’operazione Pirati Barbareschi e Golfinder condotte da K-626 ( Il Molosso) ebbero per interlocutore al corrente di dette segretissime operazioni, lo stesso Ufficiale Superiore dei Carabinieri in seguito divenuto comandante superiore all’ AISE .Successivamente , due collaboratori del Giudice Falcone.
ARCUGNANO: QUELLE OPERAZIONI DI FALCONE SOSPESE A K- 626 Sempre lui fu quello che chiese di sospendere in Anfiteatro Berico di Arcugnano attività contro le manovalanze del Clan Madonia, suo cognato del cognato ed altri . Attività che furono segretate per ben 32 anni . Nel1992 e nel 1998 Causa: l’impresario edile e presunto colpevole della ideazione della politica stragista di Totò Rina, Madonia anche dal carcere, poteva rappresentare una fonte preziosa di informazioni. Inoltre sulla sommità dell’anfiteatro Berico, fu rafforzato ulteriormente il vincolo di segretezza dopo i fatti del 2009 dimostranti che il presunto killer di Falcone e Borsellino, Piddu Madonia esercitasse il suo ruolo di capo bastone- Appunto. Anche dal carcere.
LA TASSAZIONE DEL GOVERNO ITALIANO SUI METALLI IN TRANSITO Alla fine dell’esposto del MP fu dimostrato che lo Stato italiano in realtà alla fine recuperasse comunque l’imposta dal consumatore finale. A quel punto il RE indiscusso specialista di questo traffico , lo Svizzero -Arcugnanese M.P. decise di fare causa all’allora ministro delle finanze dello Stato Italiano l‘on. Rino Formica per avere ragione delle contestazIoni elevate. In effetti in fase di compensazione la teoria di MP non era sbagliata . MP però, per ragioni rimaste mai del tutto chiarite rimasse vittima di una puntura di malaria fulminante mentre dopo aver incontrato un emissario di brillanti della Nabibia , si trovava a cercare oro in Camerum.
Nel frattempo anche per K-626 la sua missione, e le le si disavventure giudiziarie non si fermano qui.
Contro K-626, allo scopo di tentare di vanificare la sua operazione anti-sequestri, di bloccarne l’operato e di coinvolgerlo penalmente quanto fiscalmente furono intentate accuse di auto- fatturazione inesistente. A questo depistaggio partecipò come subalterno i maresciallo di Arcugnano Bertradino Naldo dietro il cui alloggio in stazione dei Carabinieri, dormiva latitante Piddu Madonia dopo le stragi Falcone Borsellino.
NESSUN AUREO VANTAGGIO PER IL MOLOSSO. CIO MALGRADO, IL TENTATIVO DI INFANGARLO Manneggiò fiduciariamente e tonnellate e tonnelate di oro e argento preoccupandosi che fosse restituito al suo paese. Viceversa ed è un particolare non da poco allorché il maresciallo si inventò che il Malosso, come premio delle operazione di restituzione dell’Oro Jugoslavo organizzate da sir Fitzroy Maclean fosse stato promesso e regalato un carico di qualche tonnellata di oro che in cassaforte venisse conteggiato come “reddito” no dichiarato. Il maresciallo si inventò che l’inesistente metallo se lo fosse stato fatto rubare lui durate un furto denunciato presso la sua abitazione . Solo la sua caparbietà di un luogotenente delle GDF riuscì e stilando un esaustivo rapporto di servizio , ma solo nel 1989 a dimostrare che le fatture di importazione erano realmente state emesse da una soggetto clonato al Molosso per depistare su di lui attenzioni generali fastidi ecc. mediante una evidente sostituzione di persona. E no si trattava certo del suo doppelgänger pouché la fisonomia è completamente diversa. La presunta persona che si era sostituito alla identità del Molosso fu il rallysta Bronson, alias di Angelo Siino, accompagnatore delle uscite serali di Papa Woityla durante il periodo in cui scomparve Emanuela Orlandi Angelo Siino . bel processo al compaesano siciliano, il Senatore di Berlusconi, on. Marcello Dell’Utri, venne considerato l’ex Ministero dei Lavori Pubblici di Cosa Nostra che anche lo 007 Aldo Anghessa dI li a poco convinse a pentirsi collaborando.
IL PRESUNTO ORO SPETTANTE AL MOLOSSO DI MACEDONIA. Il Molosso fu completamente assolto dalla congetture del maresciallo Naldo cioè dall’aver accettato dell’oro a premio. Anzi emerse che il maresciallo aveva deliberatamente omesso di indagare sull’identita’ di chi lo avesse provatamente derubato. Dopo l’assoluzione con formula piena del Molosso che dichiarò di non provare astio per lo scempio causatoli dal sottufficiale, tuttavia, seguì un un alterco fra lui ed addetti serbo – macedoni di scorta, posti a vigilare sull’incolumità del Molosso che minacciarono il maresciallo . Trasferito a Vicenza, Presso la stazione dei Carabinieri di via Muggia ( anche ex sede Gladio) di li a poco il M.llo Bertrandino Naldo, muore. Anche questo fu lo scenario in cui si trovo appena trasferito da affrontare, il col. Luigi Finelli.Con il col.Mori fu coinvolto a vanvera dal maresciallo Tumino, l’artificiere che distrusse le prove dell’ attentato dell’ll’Addaurra ai danni di Falcone. L’eliminnazione di Falcone era stata temporaneamente sospesa in quanto poteva trovarsi con la magistrata svizzera Carla Dal Ponte, moglie dell’avvocato Timbal . Anni dopo, attesa l’avvenuta esecuzione del magistrato, la donna archivierà sistematicamente tutte le sue inchieste Italo- svizzere compresa quella a carico dei Berlusconi. Nel disappunto, il giornalista Sindney Rotalinti chiamandola pubblicamente “Crudelia Del Ponte” depositaria di enormi segreti , allarmò gli organi di Giustizia internazionali così denunziando la doppia vita della donna. Rotalinti sarà successivamente assassinato da 3 killer mentre,presso via Canevascini, sul figlio delle donna e di un noto avvocato di lugano, di professione presidente RTS un regolamento di conti compensato con oro a premio (il denaro accumulato in Banca Rasini era ormai noto che è tracciato) viene rimandato dopo essere stato sventato per un soffio.
MA NON C’E ALCUN ORO IN CASSAFORTE Poco dopo nel 1995 , in Riviera Euganeo- Berica sempre durante il comando a Vicenza del Col. Luigi Finelli, 4 killer di cui 2 a lui consegnati vivi, confessando di essere connessi alla FININVEST, mancarono un nuovo tentativo di sequestro sul Molosso . Ne seguì una sparatoria . 2 dei 4 di non rientreranno più ad Arcore. A quel punto il killer siciliano esperto in sequestri di persona a danni di imprenditori lombardi, convivente del Cavalier Berlusconi Vittorio Mangano, condotto ad Arcore dal senatore dall’altrettanto conterraneo siciliano on.Marcello Dell’Utri , chiese inutilmente di ricevere indietro almeno i cadaveri dei due sui scagnozzi . Di li a poco , ad Arcugnano( Vicenza) fra l’organico degli addetti alle intercettazioni guidate dal Molosso risultò infiltratosi un pregiudicato che lo allarmò confessando il vero motivo della sua missione. In quei frangenti, accadde la scomparsa del figlioletto di soli 2 anni del Molosso e il suicidio della compagna . Poco dopo Vittorio Mangano dopo aver minacciato di fare pubbliche rivelazioni di 20 anni di collaborazione a Milano fra, il Cavaliere, la sua Banca di famiglia dove venivano negoziati i riscatti dei sequestri dei Lombardo- Veneti rapiti ( Rasini) e il Dell’Utri, in carcere, fu irradiato in modo da contrarre male incurabile. Morirà portandosi nelle tomba i numerosissimi segreti sui sequestri di imprenditori e nobili, sopratutto milanesi fra cui tanti, uccisi e annegato nel cemento dei ponteggi autostradali , malgrado il denaro versato .
CHE NE E’ DELL’ORO DEGLI EBREI ASSASSINATI TROVATO DA FALCONE Con la morte di Falcone , le archiviazioni della Carla Del Ponte, e la immediata sottrazione dei dati su cui il giudice da confidenti messi a disposizione dal Comnissario elvetico Fausto Cattaneo aveva annotato i nomi dei beneficiari dell’oro Svizzero e quello importato in Argentina attraverso Peron, cioè quello sottratto dai nazisti alle più importante famiglie ebraiche ed a cui seguirono ulteriori omicidi di parenti ebrei che furono eliminati successivamente affinché non reclamassero il prezioso metallo. E’ questa una inchiesta non ancora del tutto chiusa dal Mossad che non è mai stato avaro nel ricompensare questo tipo di informazioni .
NELLA CACCIA ALL’ORO NON SONO MANCATI I DEPISTAGGI : FORTEZZA
In realtà a Fortezza quell’oro, secondo Luis Trenker collega del maestro vicentino del Molosso, doveva essere stato occultato da tempo . §Si trattava di numerosi lingotti , poi in parte recuperati ma non li ma dentro bare al cimitero di Marano dei dischi dal gruppo Sicherheitsdienst che fino al 1944 erano sotto il comando dell’ammiraglio Wilhekm Franz Canaris.
Un altro depistaggio messo in atto per stancare i cercatori d’oro, puntò sudati di clonazioni sulla presunta seconda esistenza di Hitler Grazie a una leggenda affascinante a questo proposito ricorda molto il romanzo I ragazzi venuti dal Brasile (1978), in cui si racconta che il dottor Josef Mengele continuò i suoi diabolici esperimenti sugli esseri umani e stasse per clonare il Führer. Esiste infatti una cittadina brasiliana, Cândido Godói, dove nascerebbero molti più gemelli rispetto al resto del mondo. Mengele scappò davvero attraverso una delle ratline, e visse per decenni in America Latina, Brasile compreso. Secondo lo storico argentino Jorge Camarasa Mengele negli anni Sessanta visitò Cândido Godói diverse volte, e a questo punto ci sono tutti gli ingredienti al posto giusto per la leggenda: i **gemelli **erano il segno lasciato dagli esperimenti dell’Angelo della morte, come era chiamato dalle vittime a Auschwitz. Era Argentina la banca che emise valuta in cambio di oro depositato. Valuta per sopravvivere
BIBLOGRAFIA
ALTO ADIGE, CACCIA ALL’ORO NAZISTA – 1
Pubblicato il 5 Maggio 2016
a cura di Cornelio Galas
Günther von Hummel: Politica – Terapia. Capire ciò che già sai: come la politica potrebbe essere pensata in modo terapeutico . CDA, Norderstedt senza data, pag. 160 – 161
contiamoci.net Fra le Alpi austriache c’è un lago che nasconde ancora oggi i segreti dei nazisti. NOEMI PENNA 04 Settembre 2017
8.500 lingotti d’oro nascosti dai nazisti e ritrovati nel dopo guerra.Solo una minima parte del tesoro del Terzo Reich.E sulle rive del lago di Garda potrebbe essere nascosto MOLTO di più!
Una storia di avventura e mistero che dura da 70 anni…Guardate il video per saperne di più..
Tesoro composto da oltre 8.500 lingotti d’oro nascosto in una grotta dai nazisti in Turingia e ritrovato nel dopo guerra. E’ solo una minima parte della ricchezza perduta del Terzo Reich. Nei bunker sotterranei del lago di Garda potrebbe nascondersi molto di più. Nell’aprile 1945 i tedeschi vi nascosero un gran numero di pesanti casse.Il tesoro di Adolf Hitler.Una caccia all’oro che dura da 70 anni!
VICEVERSA ECCO CHE ACCADDE AL RESTO DELL’ORO POLACCO , FRANCESE BELGA E QUANTO ALLA FINE DEL SECONDO CONFLITTO MONDIALE FU DATO PER PERSO
L’Oro francese , a Parigi, disponeva della più grande cassaforte del mondo, “La Souterraine”. .
1939 con l’invasione tedesca alle porte il Belgio e Polonia affidarono il loro oro alla Francia.
L’11 giugno, con i tedeschi a 400 km da Brest,l’Emile Bertin lasciò Brest con 255 tonnellate d’oro. Fu il più grande trasferimento di oro delle storia dai tempi di Amerigo Vespucci .Fu realizzato da un’unica nave.
CAMION INGLESI E BRAVI MECCANICI SALVARONO L’ORO FRANCESE
Durante i trasbordo, i francesi non disponevano più di un numero di camion sufficienti a completare l’operazione e quelli che avevano erano troppo piccoli. Furono così ritrovati e riparati undici camion abbandonati dall’esercito britannico durante i bombardamenti per la strada di Brest . Senza di loro per Bertin sarebbe stato impossibile finire di caricare e salpare com la nave in tempo.
I SERVIZI SEGRETI DI CANARIS IN RITARDO PER DIROTTARE LA NAVE Il 17 giugno, il Maresciallo Pétain annunciò la resa della Francia. Tuttavia l’ammiraglio Darlan, il futuro presidente Francese De Gaulle decise di proseguire .
Darlan era u vero e propio conservatore dei luogjei e beni . Suo padre noto per aver tentato di d’interferire in favore di Alfred Dreyfus[2].
L’ammiraglio armò gli uomini e ingiunse a marinai, di proseguire il viaggio con il suo carico diretto alle americhe . e marina, non interruppero il carico per le americhe mentre gli agenti tedeschi piazzati ai porti pur dando le coordinat della nave, rimasero inascoltati . Anche perché con ogni probabilità i comandante avrebbe dato l’ordine di auto-affondarsi . Inoltre i portuali sotto il controllo del sindacato ebraico non ebbero no passarono i tempo la notizia ai tedeschi i modo che quest’ultimi potessero arrangiare un blitz sotto l’egida Abwehr dell’ ammiraglio e capo del Abwehr di Wilhelm Franz Canaris
Ammiraglio Darlan
Il 18 giugno 1940, 75 navi si stavano preparando a salpare. Avevano 7 ore per finire di caricare le tre navi, la Ville d’Alger, la Ville d’Oran e l’El Mansour. I bombardamenti continuarono, una colonna dell’esercito tedesco era a meno di un giorno di distanza. Un’altra nave viene scelta per essere caricata con l’oro, l’El Kantara.
Alle 14, le navi iniziarono i preparativi per partire, l’ultima nave fu caricata in extremis alle 18 e salpò alle 18:30, poco prima del calar della notte. Di notte era impossibile navigare attraverso il campo minato marino e le reti protettive.
Durante quel periodo a Lorient, la Victor Schœlcher veniva caricata con l’oro belga e polacco. Si incontrò con la flotta di Brest, in rotta verso Dakar. Trasportando 1100 tonnellate di oro, era ed è tuttora la più grande spedizione di oro mai realizzata.
Ora, dall’altra parte dell’Atlantico, ancora il 18, l’Emile Bertin arrivò ad Halifax, in Canada. Piccolo problema, la Francia era tecnicamente nemica del Regno Unito. Alla nave fu ordinato di deviare e andare a Fort-de-France in Martinica. Arrivarono lì il 24, dopo aver superato tre navi inglesi.
Quindi ora c’erano 1145 tonnellate a New York, 225 tonnellate a Fort-de-France e 1100 tonnellate a Dakar.
A chi apparteneva quell’oro? Alla Francia di Vichy o alla Francia di De Gaulle? A nessuna delle due, apparteneva alla Banque de France, ricorda che all’epoca era una società privata.
Churchill, inoltre, era piuttosto interessato a tutto quell’oro,
Le navi arrivarono a Dakar, furono prontamente scaricate e l’oro fu inviato a Thies, un forte militare.
Dopo che le truppe anglo-francesi furono respinte da Dakar dalle truppe di Vichy, fu deciso di inviare 1100 t di oro per 900 km nel profondo Mali.
L’oro belga fu così sacrificato per soddisfare l’invasore, che lo fuse prontamente e lo mandò in Svizzera per pagare la guerra.
Dopo la guerra, la Francia usò la propria riserva per sostituire l’oro belga fuso dai nazisti.
E in tutto quel trambusto, sai quanto oro non fu più ritrovato ? 395 kg!
All’appello mancarono solo lo 0,016% delle 2500 tonnellate d’oro.
E tutto l’oro ha aiutato la ricostruzione della Francia, nei due anni precedenti l’entrata in azione del Piano Marshall.
Alla mia domanda : signor K-626 , ma insomma, allora Hitler, ammesso che non fosse Maximilian Bauer riuscì o no ritagliarsi la sua Fuga da Berlino ?
Risposta : Nella misura in cui lei in primis e tanti altri segue questa vicenda , in un certo senso si. Sa che inflazione ci sarebbe se tutti i fanatici si trasformassero in cercatori d’oro?
CACCIA AI RECUPERI DI ORO MINORI SCOMPARSI E/O RITROVATI
A cura di betsy.vandermeer.w@gmail.com. Brani del libro di Franco Molosso von Rosenfranz e l’Intervista a k-626 2- 2023
Uno speciale ringraziamento a Franco Alessandro Molosso Maltarello von Rosenfranz che ha reso possibile questo reportage ricco particolari indediti .
BIBLIOGRAFIE E FONTI
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- Pero Simic “Tito – the mystery of the century”.
- Peter Hoffmann : Resistenza, colpo di stato, tentato omicidio. La lotta dell’opposizione contro Hitler. 4a, edizione recentemente riveduta e integrata, Piper, Monaco 1985, ISBN 3-492-00718-X , pagina 929.
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- ↑ Günter von Hummel: Politica – Terapia. Capire ciò che già sai: come la politica dovrebbe essere pensata dal punto di vista terapeutico. CDA, Norderstedt senza data [2016, più recentemente 2021], pagina 60.
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- ↑ Julius Mader : Il tesoro dei banditi – Un documentario sul tesoro segreto di oro e armi di Hitler. Editore militare tedesco, Berlino Est 1965, pagina 250.
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- ↑ Avviso di morte di Helmut von Hummel in: Süddeutsche Zeitung . 3 dicembre 2012.
. Cfr. Format, n. 14/2000, pp. 20-27.
2. Die Presse, 30/3/2000. Cfr. anche B. K REISKY, Zwischen den Zeiten. Erinnerungen aus fünf Jahrzehnten, Berlin 1986, Siedler Verlag, p. 430 (riguardo a Kamitz).
3. H. PICK, Simon Wiesenthal. A Life in Search of Justice, London 1996, Weidenfeld & Nicolson, pp. 161-163.
4. O. RATHKOLB, in S. MEISSL-K.-D. MULLEY-O. RATHKOLB, (a cura di), «Verdrängte Schuld, Verfehlte Sühne. Entnazifizierung in Österreich 1945-1955», Wien 1986, Verlag für Geschichte und Politik, p. 82; ID. «Castigo senza espiazione . La denazificazione in Austria dopo il 1945», in G. BOTZ ET AL.; Il «caso Austria». Dall’»Anschluss» all’èra Waldheim, a cura di R. C AZZOLA-G.E. RUSCONI, Torino 1988, Einaudi, pp. 144-160.
5. «ÖVP hat weisse Weste», Die Presse, 30/3/2000.
6. Ibidem.
7. R. e M. BAMBERGER- E. BRUCKMÜLLER-K. GUTKAS, (a cura di), Österreich-Lexikon, vol. 2, Wien 1995, Verlag Jugend & Volk, p. 267.
8. Cfr. fra gli altri K. OTTOMEYER, Die Haider-Show. Zur Psychopolitik der FPÖ, Klagenfurt 2000, Drava Verlag.
9. Cfr. fra gli altri H. CZERNIN, Wofür ich mich meinetwegen entschuldige. Haider, beim Wort genommen, Czernin Verlag 2000.
10. «Wer hat braune Flecken?», Profil, 10/4/2000. Alla domanda su «chi abbia macchie brune», secondo il sondaggio risulta che gli austriaci le attribuiscano per il 27% alla FPÖ, per il 22% alla SPÖ, per il 7% alla ÖVP; a tutti e tre per il 15%, «non sanno» il 28%.
11. H.-P. WASSERMANN, Und ab heute Kinder sagen wir «Grüss Gott» und nicht mehr «Heil Hitler», phil. Diss., Graz 1998, vol. 1, pp. 196 ss.
12. Cfr. P. PELINKA, Österreichs Kanzler, Wien 2000.
13. H. PICK, Und welche Rolle spielt Österreich? Vom besetzten Grenzland zum offenen EU-Staat: die Alpenrepublik im internationalen Blickfeld, Wien 1999, Kremayr & Scheriau, pp. 144-149 e pp. 302-304.
14. Cfr. R. MITTEN, The Politics of Antisemitic Prejudice. The Waldheim Phenomenon in Austria, Boul- der 1992; R. HERZSTEIN, Waldheim. The Missing Years, New York 1988, Ann Arbor.
15. Ibidem.
16. CH. ZÖCHLING, Haider. Licht und Schatten einer Karriere, Wien 1999, Molden Verlag, pp. 197-199.
17. «Apologies from the Austrian Marathon Mass», Washington Post, 10/11/1999.
18. H. PICK, Und welche Rolle, cit.
19. O. RATHKOLB, cit.
20. Arbeiter Zeitung, 26/6/1985.
21. Ivi, 22/3/1985.
22. Cfr. I. LINDORFER, Der österreichische Kameradschaftsbund und seine Beziehungen zu den politischen Parteien Österreichs, Diplomarbeit, Universität Wien, 1996. 23. Österreich-Lexikon, vol. 1, p. 654.
24. Cfr. al riguardo i giornali Österreichische National-Zeitung e Österreichischer Beobachter, usciti tra il 1950 e il 1955.
25. A.L. SMITH, Kampf um Deutschlands Zukunft. Die Umerziehung und Hitlers-Soldaten, Bonn 1997, Bouvier.
26. P. LENDVAI, Frankfurter Allgemeine Zeitung, 7/2/2000, p. 11.
27. L. HÖBELT, Von der vierten Partei zur dritten Kraft. Die Geschichte des VDU, Graz 1999, Stocker Verlag, pp. 248-250; F. OLAH, Die Erinnerungen, Wien 1985, Amalthea Verlag.
28. Cfr. TH. NOWOTNY, Was bleibt von der Ära Kreisky, Wien s.d., Zukunft Verlag, pp. 13-14.
29. H. DACHS ET AL., (a cura di), Die Politiker. Karrieren und Wirken bedeutender Repräsentanten der Zweiten Republik, Wien 1995, Manz Verlag, p. 435.
30. Ivi, p. 443.
31. H. PICK, Simon Wiesenthal. Eine Biographie, Hamburg 1997, Rowohlt Verlag.
32. Su K. MARK cfr. U. LANG-KREMSMAYER, Aspekte zur Funktion der Intellektuellen in der SPÖ – Am Beispiel des BSA unter besonderer Berücksichtigung der Wiederaufbauphase in Österreich, phil. Diss., Wien 1987, p.186.
33. Profil, 1/6/1986, p. 28.
34. H. WEISS-K. FEDERSPIEL, Wer?, Wien 1988, Eigenverlag, pp. 196 s.; Der Spiegel, n. 24/1970, p. 82.
35. O. RATHKOLB, NS-Problem, cit., p. 80.
36. B. KREISKY, Zwischen den Zeiten, p. 220, come anche il manoscritto originale nell’archivio della Kreisky Stiftung, Wien.
37. B. KREISKY, Im Strom der Politik. Der Memoiren zweiter Teil, Wien 1986, Kremayr & Scheriau, p. 396.
38. I. BÖHLER, «Wenn die Juden ein Volk sind, so ist es ein mieses Volk», in M. GEHLER-H. SICKINGER, (a cura di), Politische Affären und Skandale in Österreich. Von Mayerling bis Waldheim, Tauhr 1995, Kulturverlag, pp. 502-531.
39. Stiftung Bruno Kreisky, Archivio. Copie uniche dei verbali della direzione della SPÖ, 1945.
40. Österreichisches Staatsarchiv, Archiv der Republik, verbali delle riunioni del Consiglio di Stato.
41. Archivio della Österreichische Gesellschaft für Zeitgeschichte, Wien, fondo Karl Renner.
42 Vedi nota 39.
43. H. GRUBER, Die Jahre in der Politik. Erinnerungen, Klagenfurt 1982, p. 50.
44. Copie da atti su Jedlicka del Central Intelligence Corps conservati nei National Archives, Washington D.C., sono in possesso dell’autore, che lavora a un articolo su Jedlicka che apparirà sulla rivista Zukunft a fine 2000.
45 Patrimonio culturale e saccheggio del Mondo A. Pinna
46 Michael Webster: journaldeskblog
47 La triste storia di Gerda Bormann, donna ideale nazista di Carlo Calabrese
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- Gli articoli e le note d fonti i materia del prof. Simone Barcelli
- [1] Marco Dolcetta, Spettri del Quarto Reich: Le trame occulte del nazismo dal 1945 a oggi, BUR, 2013.
[2] Camera dei Deputati, Senato della Repubblica, Relazione della Commissione Parlamentare d’inchiesta sulla Loggia massonica P2, Doc XXIII, n. 2, 12 luglio 1984.
[3] Emanuel Quintas, I rapporti politici tra Italia e Argentina negli anni del peronismo (1946-1955), Tesi dottorale Università Roma Tre Scuola dottorale in Scienze Politiche, 2011.
[4] Mario Guarino e Fedora Raugei, Gli anni del disonore, Edizioni Dedalo, 2006.
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[6] Sergio Cardarelli e Renata Martano, I nazisti e l’oro della Banca d’Italia. Sottrazione e recupero 1943-1958, Editori Laterza, 2001.
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[8] Ferruccio Pinotti, Il burattinaio d’Italia, Focus Storia n. 19, aprile-maggio 2008.
[9] Mario Ajello e Pasquale Chessa, 1941-1996: Il giallo del tesoro jugoslavo. L’oro di Gelli, anatomia di un mistero rosso-nero, Panorama, 4 aprile 1996.
[10] Franco Bandini, L’oro di Belgrado, Storia Illustrata n. 203, ottobre 1974.[11] Renzo Paternoster, La brigata dell’Anello della Repubblica: “impresa” per lavori sporchi, Storia in Network, 1° maggio 2016.
[12] Mario Ajello e Pasquale Chessa, op. cit.
[13] Enzo Antonio Cicchino e Roberto Olivo, op. cit.
[14] Sergio Lepri, 20 settembre 1943, sergiolepri.it.
[15] Oro jugoslavo: nel 1941 finì alla Banca d’Italia. Ricostruita la sconosciuta vicenda della sparizione, Adnkronos, 28 marzo 1996.
[16] Sergio Cardarelli e Renata Martano, I nazisti e l’oro della Banca d’Italia. Sottrazione e recupero 1943-1958, Editori Laterza, 2001.
[17] Franco Bandini, op. cit.
[18] Dario Massimo, Die Franzensfeste, Weger, 2007.
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[20] Emanuel Quintas, I rapporti politici tra Italia e Argentina negli anni del peronismo (1946-1955), Tesi dottorale Università Roma Tre Scuola dottorale in Scienze Politiche, 2011.
[21] Jorge Camarasa, op. cit.
[22] Mario Guarino e Fedora Raugei, Gli anni del disonore, Edizioni Dedalo, 2006.
[23] Enzo Antonio Cicchino e Roberto Olivo, op. cit.
[24] Claudia Fusani, Gelli, lingotti d’oro nelle fioriere, La Repubblica, 13 settembre 1998.
[25] Natalia Andreani, Licio Gelli ne aveva nascosto 164 chili nelle fioriere di Villa Wanda, sua residenza aretina. Lingotti d’oro come concime. Oltre tre miliardi sotto terra. È il mitico tesoro di Cattaro?, La Gazzetta di Modena, 13 settembre 1998.
[26] Nicola Tranfaglia, Licio Gelli, il venerabile e l’ossessione dell’informazione, Antimafia Duemila, 16 Dicembre 2015.
[27] Gelli accusato di aver rubato 20 tonnellate d’oro nel 1942, Archivio Agenzia Adnkronos, 19 settembre 1998. - Anfiteatro Berico
- https://anfiteatroberico.com/operation-goldfinden/
TEMA DI ANDERS NOREN — SU ↑
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LA RICERCA DEL’ ORO NAZISTA focus https://www.youtube.com/watch?v=GhspQmP8pP0
“ Storia di un ragazzo al crocevia” Franco Malosso von Rosenfranz 2023
L’ACCORDO DI KURCULA . LA PROPOSTA. La restituzione dell’oro Jugoslavo . Il luogo della conferenza fu l’isola Korcula. Fui prelevato da Trieste e condotto nell’ isola che come Padova, mi dissero fosse stata fondata da Antenore e Enea .L’incontro avvenne in un noto hotel presso il porto. Già nel 1980 si era giunti vicini a una trattativa extra italiana . Dopotutto, l’oro rubato si trovava in un paese terzo. Dopo anni di esilio, non c’era nulla di illecito per me a favorirne il transito e nel farmene carico di restituirlo ai legittimi proprietari. Sopratutto in Svizzera. Se Tito per me aveva disposto di considerarmi con quel rispetto che si usa all’ l’ultimo erede in esilio del Trono Macedone, in un incontro successivo, quando fui condotto al cospetto del suo garante inglese, Sir Fitzroy Maclean, “per meriti di fedeltà e lealtà alla Corona ” Fui eletto a mia volta garante a delegato a quella restituzione extra-nazionale, considerato che l’oro del tesoro macedone, derivato da quello dell’erario persiano, al cospetto di quello nazionale Jugoslavo, costituisse in tanti secoli, la percentuale maggiore incamerata. A pelle, se al posto di quei gentiluomo mi fossi trovato con italiani avrei sospettato una pericolosa adulazione. Da loro no . Così che da quei presunti quasi successori, governatori di Tito, presi atto che la fine del leader pareva vicina . “
L’OPERAZIONE DI RIMPATRIO DELL’ORO RUBATO. Credo che trasparisse che mi trovavo visibilmente a metà strada tra l’imbarazzato e l’emozionato. Riuscii tuttavia a dominare la tensione nervosa che si era impadronita di me. Ero ancora e solo uno spericolato ragazzo.
Chiesi, così cercando di mostrarmi autorevolmente all’altezza di tanta considerazione, se si fosse trattato di una operazione “legale”. Seguì una pausa silenziosa che a me parve interminabile. Estremamente franco, forse poco rispettoso in quel momento, deglutii, visibilmente comunque facendomi coraggio replicai : ” con tutto il rispetto possibile io posso accettare di sovrintendere a fare una operazione giusta, ma mai per persone sbagliate”.
MUSSOLINI ? DICHIARAVA GUERRA A TUTTI PERDENDO . COSI’ DOVETTE CHIEDERE CHE HITER GLI INVIASSE TRUPPE IN ITALIA Risero educatamente rispondendomi che” l’italia, che Mussolini dopo aver ceduto al corteggiamento delle lobby belliche , con le sue smanie riuscì perfino a far perdere la guerra ai tedeschi facendoli entrare in Italia giacché non sapeva più porre rimedio alle figuracce. ” L’Italia era un paese vinto ed occupato dagli inglesi.” Dissero: “Retto da una governo fantoccio e che come tale secondo gli accordi di Cassibile dovevo obbedire a questi ordini sovrani.” Tuttavia l’Italia” pensai , questo mio suolo, per il Metternich,” solo una mera espressione geografica” è il sotto il cui , più anticamente, nell’Impero Romano trovò accoglienza la mia famiglia, quindi un paese a cui devo essere grato, occupa un ruolo geografico strategico e in quel momento, in piena Guerra Fredda. Ebbene qualora io avessi accettato di occuparmi delle riconsegna di quel tesoro a quel punto per l’Italia di a sarebbe trattato solo di un “transito” .
VUOI O NO SALVARE L’ITALIA , L’EUROPA INTERA DAL RISCHIO DI UNA COMPETIZIONE NUCLEARE , L’EUR ? L’APPORTO DELLO STATO JUGOSLAVO E’ FONDAMENTALE DECISIVO. ESATTAMENTE COME LO E’ LA RESTITUZIONE DEL SUO ORO RUBATO DAGLI ITALIANI. Fatti due conti, preso atto delle quantità di oro e argento da restituire replicai: che non sarebbero bastati quattro mesi di trasporti quotidiani con auto comuni Da trasformare in speciali, facendole magari blindare, dato il pesante carico, dotate di ammortizzatori rinforzati. Mi chiesero ” dove ? ” E se a fine lavoro, per non lasciare tracce, mi sarei comportato professionalmente verso l’operatore come si fa con un “Geheimnisträger”. Ci fu un silenzio ancora più gelido nella sala. Risposi con fermezza che se dovessi fare una cosa simile, allora dovreste selezionarvi un altro agente . Furono felici della mia risposta. Non erano degli assassini!
UN AFFIDAMENTO FIDUCIARIO DI MILIARDI SULLA PAROLA Quel giorno appresi che sarei stato affidato per 4 miliardi di valuta corrispondente a una tonnellata e mezza di metalli preziosi . Questa garanzia durante l’ultimo carico, mi sarebbe stata donata o meglio: alla fine della operazione “restituita alla mia famiglia” . Sotto forma di buono. Cioè, Sir Maclean disse :” in qualità di “legittimo erede al trono e quindi del tesoro Macedone, durante l’ultima consegna in Toscana o che fosse Bari con destinazione grotta nel Cattaro, quella sarebbe stata la mia parte”.
Ebbene , quantunque le mie osservazioni sembravano ignorate, già precedentemente in quella riunione io espressi parere di rinunciarvi e così ad ogni vantaggio e che anzi quella mia parte fosse data al mio antico popolo giacché io ho già di che vivere. Ed sapevo guadagnarmi da vivere e oltre ad avere una vita da vivermi realizzando progetti esclusivamente tutti miei e di cui vorrò essere fiero. Più che quelli di altri. ” Mi guardarono stranamente stupiti . Ma l’accordo finì con una stretta di mano . Sapevo e mi chiedevo, intuivo, se che da quel momento se sotto la mia responsabilità, fosse sparito anche un solo lingotto che cosa mi sarebbe successo. Una somma impossibile da ripagare . Pensavo che probabilmente, avrei dovuto ripagarlo con la mia vita .
ANNI BEATI. Porto Santo Stefano. Nella foto sopra Istranka nave da crocera del Maresciallo Tito Broz ormeggiata alla Pilarella, presso il Sokar famoso megayacht di Lady Diana e Dodi Al Fayeda. Lo yacht era spesso attraccato presso l’ l’Urania dei Conti Principi Ginori, accanto allo Yela di re Vittorio Emanuele III e l‘Elettra di G. Marconi e i diversi yacht di Gianni Agnelli, la cui sorella, a sua volta sorella di Clara era sindaco dell’Argentario. Ma quegli anni spensierati sono alla fine. In Sardegna sbarcano Berusconi e i Graviano e cominciano i rapimenti.
MAFIE, l’informativa della Dia: “Nell’estate del 1993 i Graviano erano in vacanza in Sardegna a un tiro di schioppo dalla villa di Berlusconi”
Foto sopra : Istranka i navigazione
BASISTI PER RAPIRE IL JET -SET internazionale nei numerosi miliardari.
QUANDO IL DENARO ARISTOCRATICO CAMBIO’ PROPRIETARI . Alcuni di essi con il conto alla Banca del riciclo, la Rasini di Berlusconi( Banca ancora oggi con movimenti bancari sequestrati probabilmente coperti dal Segreto di Stato ) appostarsi presso i porti a carpire le abitudini, per meglio rapirli e riciclare il denaro dei loro riscatti presso la Banca Rasini di Berlusconi. Talvolta parte di quel denaro tracciato non veniva neppure ripulito ma dato subito a premio giornalisti , conduttori TV , veri e propri “gatekepper”cioè guardiani assoldati per coprire e depistare le notizie ormai divenute alla portata confidenziale di tutti i neo rapiti. Spesso come per Heineken denaro ritrovato ma mai richiesti indietro o come per il caso del Bolzanino Amon ( la sua catena DESPAR passata a Matteo Messina Denaro ) Imprenditori rovinatisi per pagare riscatti miliardari per le liberazione die loro congiunti . Quel denaro risorgerà a finanziamento di una nuova nascente imprenditoria. Insomma si sapeva che bastava uscire da villa Giulini Casati Stampa a Milano, dopo una cena con Berlusconi per essere subito sequestrati. Celebre il caso del padre di Carla Bruni, moglie del presidente francese Nicolas Sarkozy figlio di uno dei fedeli vigilanti preferiti da De Gaulle alla sua scorta governativa . Capita l’antifona come riferito dalla badante Vicentina signora Parolin preferì esiliarsi a Parigi dove la Polizia segnalava subito la presenza degli italiani- basisti sospetti . Carla a Parigi ha studiato con un generale assurto recentemente alla ribalta per aver osato pubblicare un libro : Roberto Vannacci . Qualcuno a Vicenza, mentre lo presentava all’ex GIL , ora Teatro Astra, gli ha scatenato addosso il mondo .
L’avvocato Verzini, che aveva assistito Ruby 8 anni fa, aveva raccontato come nel 2011 la giovane marocchina Imal a sua volta testimone chiave nel processo contro berlusconi uccisa con il metodo del tumore indotto, avesse ricevuto da Berlusconi “un pagamento di 5 milioni di euro eseguito tramite la banca Antigua Commercial Bank di Antigua su un conto presso una banca in Messico”
A COLPI DI IRRADIAMENTO RADIOATTIVO Il legale su cui presumibilmente era stato praticata a sua volta in primis una esposizione radioattiva aveva detto di aver rivelato questi particolari contro Berslusconi per dovere etico e morale”e aveva spiegato che l’operazione Ruby sarebbe stata interamente diretta dall’avvocato Ghedini con la collaborazione dell’ex compagno di Risso. Immediata la reazione di Ghedini, che aveva minacciato querele. Verzini aveva ribattuto dicendo non solo di aver detto la verità ma anche di essere in grado di fornire ulteriori elementi e informazioni. Lo stesso giorno però per porre fine alle sue sofferenze l’ l’avvocato 61enne recatosi in Svizzera perirò per suicidio assistito – See more at: http://www.rainews.it/archivio-rainews/articoli/ultima-verita-di-Egidio-Verzini-ex-legale-di-Ruby-suicida-in-Svizzera-Pagata-da-Berlusconi-2070fb2f-3ef3-4054-b9ec-e9d7f9788466.html DA MILANO A FIRENZE Intanto col trasferimento del giudice di Firenze incaricato di ricercare i mandanti esterni delle stragi indicati dai fratelli Graviano in Silvio Berlsuconi e del senatore siciliano Marcello Dell’Utri , ll procuratore TESCAROLI fatto segno di un mirato attacco legato a MEDIASET, deriso dal giornalista ERMES ANTONUCCI ( Dal Foglio) lascerà l’incarico. L’ ATTESO CONFRONTO- Dopotutto è divenuto inutile il confronto fra i fratelli GRAVIANO , la conferma di MATTEO MESSINA DENARO ( a cui sarà interrompere la latitanza per evitare che incorresse in rivelazioni prima di morire) e BERSLUSCONI e dell l’av. NICCOLO GHEDINI, custode di ingombranti segreti , d’Italia . Passati per il suo studio, a partire dalla difesa degli assassini dei padri confessori dei Bisaglia uccisi a martellate presso il santuario di Monte Berico. Non ha più senso questo confronto . Per sicurezza, dai killer i tre sono stati già abbastanza e per troppi anni usati e gettati . Trattati da irradiamento tumorale indotto, moriranno tutti a poca distanza l’uno dall’altro. Tantissime le condoglianze di chi beneficò di quel denaro. Intanto una parte di esso va in eredità a Marcello Dell’Utri .Gli sarà sequestrato e dissequestrato . Nella vita, quando non hai denaro sei povero e basta. Quando ne hai troppo e lo sanno, può essere un problema. Che il Molosso abbia fatto bene a rinunziare notoriamente alla sua parte ?
TORNANDO ALLA NARRATIVA DEL MOLOSSO A KURCULA …..Terminata la riunione, quell’accogliente, distinto , intrigante, scozzese, Sir Fitzroy Maclean mi invitò a casa sua. La sua villa si chiamava “Villa Boschi ” e si trovava presso una grande chiesa. Ricordo al suo interno spiccavano le fotografie di lui con Churchill, con il di lui figlio del premier britannico Bellissime le immagini inedite di Tito con lui. C’erano inoltre altre foto riprese in crociera di Tito con Elisabeth Taylor e Youl Brinner, Sylva Koscina. E con tombale pace per i martiri infoibati da entrambe le parti…. la grande attrice franco – siculo – veneta – partenopea Sophia Loren, zia di Alessandra Mussolini figlia di Romano Mussolini, Jazzista del Simposio di Anzio fondato da mio padre, Ettore Malosso.
Nella foto sopra Maclean con il M.llo Tito Broz. Fitzroy Maclean visse tutta la sua vita in modo avventuroso. Inviato a Mosca come giovane diplomatico prima della Seconda guerra mondiale, fu per fama l’osservatore indipendente più eminente dopo Gaston Leroux , il giornalista scrittore autore del Fantasma dell’ Opera che viceversa fu a Mosca i giornalista nell’epoca Zarista . Maclean, anche giornalista di riferimento pr gli inglesi, scrisse dei resoconti divenuti memorabili. Spesso relativi agli ultimi processi di voluti da Stalin e a cui partecipò come osservatore ufficiale inglese . Alcuni dei suoi libri più noti sono “Bonnie Prince Charlie, Portrait of the Soviet Union”, All the Russias: The End of an Empire e Highlanders: A History of the Highland Clans.” Durante la guerra mi raccontò di avere preso parte, in qualità di membro fondatore del SAS, ad alcune celebri incursioni dietro le linee nemiche del generale Rommel . “Il generale più fotografato da Hans Ertl” dissi, ” il papà di Monika! Ho fatto visita ad Hans i Sudamerica . Le farò spedire delle foto inedite di Rommel . Maclean ne fu felice. Il suo rapporto con Tito designato era iinziato nel 1943 quando lui venne paracadutato nella Jugoslavia occupata dai tedeschi . In quel delicato momento, come rappresentante personale di Winston Churchill dovette scegliere l’interlocutore giusto tra Tito e l’altro generale filo monarchico mentre Re Pietro di Jugislavia era profugo in Inghilterra . Una situazione di estremo imbarazzo . Maclean fu sottosegretario durante i governi Churchill e Eden oltre che Membro del Parlamento Inglese per oltre trent’anni.
Sir Maclean si complimentò e mi incoraggio circa il proposito che li avevo espresso di dare un senso alla mia vita. Magari facendo da osservatore indipendente i volontario. Qualcosa che volevo e in seguito riuscii davvero a portare avanti . Mi incoraggiò a farlo e mi raccontò le sue esperienze in merito . Tutte imprese eroiche e prestigiose. Tuttavia, anche se parlava co calma, in un inglese perfetto, sforzandosi di utilizzare termini semplici e comprensibili, io ero emotivamente troppo frastornato per concentrarmi sempre su quei tanti dettagli della sua avventurosa narrativa . L’uomo libro Maclean morì nel 1996 . Ed oggi confesso che me ne dispiace davvero molto di non sempre essere stato all’altezza di ben comprendere al meglio tutti i particolari di quelle infinite epiche imprese.
IL PRIMO SM 79 SCOMPARSO . Più di tutti mi è sempre rimasta la curiosità di quell’aereo condotto dai due pilotI Dalmati lo Sparviero SM 79 scomparso in Libia, 400 chilometri fuori dalla rotta prevista . Lui mi rispose citando il gen.Paolo Mocci , quello che aveva dirottato il traffico aereo civile Linate Milano 2 per Silvio Berlusconi dimostrando di sapere tutto di quella vicenda . Ma ero troppo carico di dati …Mi sfuggirono tanti particolari di questa sua narrativa.
Mi chiese se in seguito potevo accompagnarlo a vedere la Macedonia dei miei avi. Credo che a quel punto io finii mostrai tutto il mio visibile disagio replicando che con una guida come me ne sarebbe stato deluso . Così gli dissi : “Brigadiere, sarà lei a farmi da guida perché io davvero sono stato sempre tenuto a lungo all’oscuro delle mie origini ed anche anche degli aspetti geografici del mio paese d’origine “. Lu Replicò :”I don’t believe you at all but okay, o’right !”
Sir Fitzroy Maclean si complimentò quindi con me per essermi dovuto spogliare dei panni di ufficiale per una missione , quella di fermare le importazioni di eroina all’Aeroporto Dal Molin di Vicenza, (Operazione Blue Moon).Azione in cui per fermare il traffico doveva serviva una soldato semplice. Disse che lui,da giovane aveva fatto altrettanto. E che non eravamo stati gli unici . Anche Joseph McCarthy, entrato nell’intelligence aveva cominciato l’addestramento base con il grado di ufficiale, risultando tuttavia arruolato come un soldato semplice . Io replicai che per me non fu affatto un problema. In famiglia, anche mio padre aveva fatto lo stesso. Finito il corso di ufficiale di complemento conseguito con il Brevetto Premilitare di pilotaggio aereo, e così scelto per eccezionali qualità, fra 20 candidati su 2000 , pur di continuare a volare rinunciò al grado così dovendo ripartire da sottotenente per divenire effettivo, attraverso i corso “Turbine” del ‘accademia Aeronautica. Mi parve capire che lo sapesse già. Pensai che ad averglielo detto poteva essere stato solo il gen. Giorgio Bertolaso. Arrivai a pensare che lui e la sua signora Goriziana fossero dietro la porta. La mia immaginazione stava sconfinando la realtà.
Nel corso dell’accordo di Korcula, fra silenzi interminabili in cui mi sentivo scrutato da capo a piedi, ad un certo punto fui attratto una foto di Ian Fleming . Così per rompere l’aria, il mio sguardo cominciò a guardarsi intorno posandomi su dei quadri . E fu li che associai il distinto signor Sir Maclean al collega quadro superiore di James Bond nei film di Ian Fleming. Per flemma ed aspetto, mi ricordava proprio il diretto superiore Quartermaster( Major Boothroyd )di Ian Fleming di quei suoi film. Ovviamente non mancai di confidargli questa mia impressione. Ne fu contento . . . Disse ridendo : ” Non preoccuparti Franco, nello schermo, Desmond Llewelyn convive da tempo in me. Me lo dicono sempre “
IMPIEGATO CIVILMENTE SOTTO IL CONTROLLO MILITARE Fra quei presenti ben più adulti di me, mi sentii come catapultato dentro, in attesa di una operazione molto più grande di me e a cui ormai sembrava sempre più difficile dire di no. Non divenendo collaborativo , non acconsentendo a quella missione, evitare di compiacere Tito sarebbe stato disastroso per il mio paese. Ero compromesso ormai pensavo . Ma pareva che nessuno di loro, malgrado divenuto consapevole, mi obbligava ad accettare quell’incarico. Mi feci coraggio da solo. Il mio intuito mi diceva che mio padre, sebbene mai mi avrebbe forzato in una simile scelta, potesse sapesse esattamente in che situazione mi stavo trovando in quel momento . O magari non se ne sbattesse di me, che quel giorno non fosse in giro con sua nuova signora. Questo mi faceva sentire protetto davanti a persone davvero più grandi di me. Il tutto aveva un aspetto paradossale. Mi pareva che guardassero a me come se fossi stato Pietro di Jugoslavia. Come se viceversa fossero loro ad aspettarsi istruzioni da me . Alla maniera regale mi dotavano di attenzioni che si usa a un antico sovrano . Ma non era adulazione. ” Franco, sai vero che li dentro c’è anche e sopratutto l’enorme Il Tesoro dei Romanov . Quello che trafugato, prestato e venduto in giro per il mondo? “Deglutii e risposi : Mi pare che voi sappiate benissimo che mentre studio, mi sto guadagnando da vivere prendendo in carico riparazioni modifiche che porto su e giù da orafi vicentini. Appartengono anche a attori , artisti .” Anche agli ex reali di Russia Franco. Ogni tanto a qualche asta ne spunta fuori un pezzo.” Gioielli scomparsi…In seguito pesando quelle parole mi venne a mente un caso di sequestro . Quello della bellissima avvenente Jeannette May, baronessa von Rothschild svanita nel nulla, nella tormenta di neve tra i monti sibillini…. Ma tornado in quella stanza replicai : Beh visto che lo sapete perché me lo chiedete allora ? ” Solo per verificare , mettere alla prova il tuo grado di riservatezza Franco . Una pura formalità . Abbiamo capito quanto tu sai essere riservato, segreto ” In quel momento , due di quelli che mi erano stati presentati come gli eventuali candidati successori di Tito ma che ai mie occhi apparivano solo come suoi meri esecutori, insomma fattorini, privi del suo carisma del Maresciallo , guardandomi sempre con quella mi mi pareva essere una eccessiva considerazione , consegnarono al gentiluomo Inglese un rapporto. Quanto bastò a me per leggerne l’intestazione dalla copertina rovesciata . Lo anticipai traducendo io . Signore , posso.. cioè , si io dispongo del punzone con cui posso marchiare l’oro .” Anche battere moneta del tuo lontano paese Maestà.” disse Maclean . “Qui sei meno distante .” Annuii. Questi signori sapevano davvero tutto di me . Io di loro molto meno, o praticamente nulla giacché le mie previsioni le avevo lasciate abbandonate su quel molo a Trieste, da cui ero partito. E tutti quello che mi stava accadendo non era quello che mi sarei immaginato , che avrei previsto . Tesissimo.. mi alzai annunciando per assentarmi , per andare un momento al bagno. Scattarono tutti in piedi sorridendo tutti, sull’attenti . Maclean pi lentamente fissandomi profondamente . Io feci lo stesso . Dicendo loro : Nel frattempo spero di non avervi dato una negativa impressione signore … ” Al contrario Maestà o se preferisce, agente K-626 .” Mi sentivo come quando Pu Yi quando rientrava nel suo palazzo ma ancora non sa la sua fine….Per me nel mio piccolo mondo di allora, il cosiddetto Palazzo era il palazzo Giustiniani Maltarello a Vicenza. Altri palazzi proprio non ne conoscevo. Manco la favolosa Regia dove aveva studiato mi padre avevo io mai visitato. Me la rimproverai un poco sta ignoranza . Mentre rientravo in sala poi i miei pensieri cominciarono fortemente a martellarmi . Potevo sentore i mio sangue pulsare . Quei pensieri correvano come lapilli C’era la Sardegna, il mare le basi segrete del nord est. Il cane Lux regalato ad Tito a mio padre. Le sorprese erano tante. Ero certo di essere stato selezionato per la missione? Che sarei rientrato vivo da quell’incontro? Tenevo sempre la foto di Lux con me . Dissi fra me e me : Dolce e fiero Lux, dovunque tu sia aiutami tu ! Evidentemente si erano accordati in mia assenza . La riunione era finita. Al congedo da quell’incontro, il saluto fu del tipico modello militare. Era un ordine…. mi ripetevo, dopotutto. Dato a un subalterno quadro. Davanti a un ordine non puoi disobbedire, non puoi dire di no alla Patria Franco . ” L’Italia, quella fino ad allora, da me conosciuta è uno Stato loro. Per di più Suddito” . Ripetevo fra me e me mentre i motoscafo mi ri-depositava sano e salvo nel molo a Trieste . Come è cambiata da allora la mia percezione . Come era verde la mia valle … Ecco comincia qui la mia Operazione Goldfinden.
Ricordo che su un punto in cui mi ero preparato ebbi a chiedere a Maclean : Uno dei 7 sosia di TITO o il Russo che prese il suo posto suo per un certo tempo ossia Nikolai Alexandrovich LEBEDEV (1914 – 1942) generale sovietico dell’Armata Rossa, di etnia russa . Quasi un suo sosia che prese temporaneamente il suo posto, nello stesso periodo in cui Tito sembrò sopravissuto a due attentati . Nello stesso tempo Tito era scomparso per quasi tre mesi. A spiegazione di questa sostituzione sir Maclean mi rilasciò la dettagliata spiegazione senza tuttavia chiarire alcuni dettagli importanti che io no ebbi coraggio approfondire.
LA RELAZIONE DI MARIAN MARKULO Marijan John Markul era nato a Livno nel 1909. Migrò negli Stati Uniti nel 1936. Prestò servizio nell’esercito americano per due anni, durante la seconda guerra mondiale nel 1944. ricevette la cittadinanza americana .
Un rapporto dell’FBI, Los Angeles, 20 aprile 1955, menziona una sua spontanea l’affermazione secondo cui egli ” per fede profondamente socialista” desidera fornire informazioni che potrebbero essere importanti per la sicurezza degli Stati Uniti” avvisando che il leader che loro pensano sia, in realtà non è .
Nella nota redatta oggi desecretata apparve che durante la deposizione resa agenti dell’FBI egli provò che rientrando in Jugoslavia nel 1953 , incontrò Tito in due occasioni. Il primo incontro durò circa un’ora, e notò che il maresciallo Tito aveva cinque dita per mano e non. 4 . Quindi che salvo che quello fosse un sosia del premier utilizzato per questi incontri, pur essendo uguale a lui , non era dunque lui. A lui non era sfuggito questo particolare
Markul afferma che il vero Tito ha perso il dito medio e l’indice della mano sinistra. Aggiunse che Tito, con cui parlò nel ’53. era educato e suonava molto bene il pianoforte e tirava di scherma . D’altra parte, il vero Tito non era istruito e, per quanto ne sapeva Markul, non sapeva affatto suonare il piano.
Markul era con la moglie Ingrid e il supposto Maresciallo li trattò con freddezza. Markul parlò dei suoi dubbi con Alexander Rankovic , il capo della sicurezza Jugoslava (‘OZNA) e stretto collaboratore di Josip Broz Tito, anche vicepresidente della Jugoslavia dal 1963 al 1966 e uno dei quattro uomini più potenti di tutta la Jugoslavia dell’immediato dopoguerra.
Tra l’altro Markul sosteneva che Josip Broz era alto circa 180 centimetri, mentre questo “falso” era alto solo 160 centimetri. Markul ha anche detto che l’uomo che gli si presentò come Tito negli anni cinquanta parlava con un leggero accento russo e che parlava piuttosto piano. Il vero Tito, viceversa parlava con decisione e durezza.
Anni dopo al momento delle elezioni figlio del leggendario Tito , Žarko Broz disse chiunque vincerà non sarà buono . Poco dopo quella Jugoslavia che per anno Tito era riuscito a salvare dalle ingerenze e dalle lotte interne, cessava di Esistere.
Anche da fonte :
«Un generale russo fu il sosia di Tito»
Nota: K-622 ha comunicato che non metterà a disposizione i suo orecchi musicale assoluto per effettuare una perizia fonica su spezzoni voce del primissimo Tito comparati co registrazioni di discorsi pubblici successivi.
https://www.marieclaire.it/moda/look-star/a39462675/tesoro-russi-romanov/
OPERAZIONE GOLDFINDEN : DA LICIO GELLI A TITO. LA MISSIONE
Il definitivo accordo di restituzione del metallo, come della consegna e per presa in lavorazione dello stesso in Toscana fu raggiunto solo nel 1986 . Mentre l’ inizio della missione diviene operativa nel 1988 .
DUE DELICATISSIME OPERAZIONI CORRELATE In quell’anno il Molosso, fu contestualmente infiltrato in una spericolata operazione super coperta concertata dai servizi segreti, l’OperazionePirati Barbareschi, dove K- 626 si fece carico di sganciare un fake per fermare i sequestri ormai divenuti incontrollati degli industriali. L’operazione scattò allorché nel corso di trattative si fu certi che erano stati individuati ed incarcerati i custodi calabresi del giovane vicentino rapito a scopo di riscatto, Carlo Celadon . Operazione , inizialmente partorita per scoraggiare i sequestri di persona incoraggiati dal favorevole cambio con cui i denaro dei rapimenti veniva riciclato presso la Banca Rasini di Luigi Berlusconi a Milano in un rapporto dove a un miliardo, veniva corrisposti 200 milioni “puliti” . Facendo leva sui sentimenti di amor patrio e sapendo bene che cosa significasse essere rapiti, il Molosso accetto la nuova operazione.
FINE DI UN EPOCA “Per il gen,Paolo Moci ad Arcore quelli, visti i successi riscossi dai continui rapimenti non si fermavano più. Bastava stare dietro lo sportello della banca ed aspettare . E non c’era più un modo per fermarli. Tra i sequestri e la riconversione del denaro in eroina ecc . Come preventivato da Falcone, i beneficiari di quel denaro estorto a una vecchia aristocrazia stagnante e ad una imprenditoria rimasta alla finestra in un suolo perduto, sarebbero divenuti un mix di micidiale. Un potenza mondiale .
Da quel momento ”K-626 ” per i veri addetti ai lavori, diverrà il definitivo nome alias in codice del Molosso.
FU UFFICIALE di COLLEGAMENTO nello stretto contatto delle operazioni undercover tra il giudice Giovanni Falcone e la missione segreta del commissario Elevetico Fausto Cattaneo, principale protagonista delle operazioni Mato Grosso e Pizza Connection l’agente undercover a cui K-626 per impressionare l’ élite” del traffico internazionale di droga, i grandi boss della mafia turca dell’eroina e i baroni colombiani del business della cocaina. prestò le sue auto utilizzate dal Commissario alias ” Bertoni ” che a seconda delle occasioni veniva improvvisato industriale, finanziere, contabile , body guard autista . Poiché mancavamo di un’organizzazione e di risorse adeguate, spesso dovevo improvvisare per perfezionare il mio travestimento. per impressionare sui trafficanti talvolta, prestò le sue auto.
Sopra la Rolls Royce Gialla del film di Anthony Asquith di Lord Charles Frinton Passata di mano da un ricco gangster italo americano che la acquista per visitare l’Italia in compagnia dell’amante, l’auto seguendo i passaggi di proprietà segue gli eventi bellici della ex Jugoslavia, 1941, durante l’invasione tedesca della Jugoslavia l’aristocratica Gerda Millett, americana conservatrice, vede requisita la Rolls-Royce dal partigiano Davich, con il quale stringerà amicizia. Dopo essere sopravvissuti ad un attacco aereo la donna vorrebbe continuare ad aiutare il partigiano ma Davich la convince a tornare negli Stati Uniti dove può raccontare tutto quello che ha visto e garantire il sostegno al popolo oppresso.
FAUSTO CATTANEO FALCONE CARLA DEL PONTE . Falcone attraverso i confidenti di Cattaneo si era imbattuto nell’oro rubato agli ebrei . C’è ne sarebeb stato anche per lui . Ma Falcone non era in vendita. Le avventurose, audaci rischiosissime operazioni del commissario Cattaneo che per Pizza Connection collaborava segretamente con il magistrato elvetico presidente del Tribunbale Cantonale dr. Plinio Rotalinti , parente del giornalista ucciso nel Castello di Castro, dopo l’ordine di uccidere ad ogni costo Giovanni Falcone(sospeso solo perché in quel momento non si sapeva da che parte si schierasse la magistrata svizzera in trasferta ). Per cui le indagini di Falcone, furono avversate ed archiviate tutte dalla medesima procuratrice svizzera Carla Dal Ponte. .
QUANDO LA CORRUZIONE ALLE MAZZETTE PREFERISCE L’ORO Doveva essere l’ultima indagine personale, segreta questa del commissario Cattaneo allorché ’agente Svizzero venne abilmente fatto cadere in disgrazia così subendo ogni genere di calunnie e perdendo la sua privacy familiare. Assolto ne uscì provato anche perché la posizione del collega suo detrattore, fu solamente ” archiviata”. Quindi esattamente come nel processo in Italia, saranno svolte indagini per risalire alla regia che guidò i le azioni dei poliziotti depistatori che tradirono Borsellino.. non furono volutamente svolte indagini . Quanto al suo fedele amico, il giornalista, cronista della RSI, parente del procuratore svizzero Rotalinty, malgrado l’aiuto protettivo che Fausto Cattaneo riusciva nascostamente a girarli attraverso amici del SIC rimastigli fedeli , sventati alcuni tentativi di ucciderlo che i giornalista aveva dettagliato non solo a Cattaneo ma anche all’archeologo Marizio Tosi, Sidney finì “scivolato” buttato giù dal castello di Castro una notte di pioggia . Anche qui è evidente che fu perentorio l’ordine di non indagare sulle presenze dei Killer giunti a Castro per ucciderlo e di fare passare la sua morte come un suo ” gesto estremo”. Nell’inverno 2020 , a Verona, Arnaldo La Barbera, responsabile del “dopo Falcone”, evidentemente sapendo in anticipo che Mario Timbal il figlio dell’ avvocato e della magistrata Carla Del Ponte, sarebbe assurto all’informazione col ruolo presidente RSI , mi chiese se riprendendo il mio alloggio svizzero di via Canevascini presso la RSI , potessi piazzarci e alimentare delle telecamere direzionali intelligenti a riconoscimento corporeo allo scopo di meglio carpirne le abitudini.Mi avrebbe firmato lui un incarico scritto . Ma i pretendevo una delega dall’AISI Non accettai i nuovo incarico senza una delega ufficiale. Mi avrebbe firmato lui un incarico scritto. Non bastava. Lo indirizzai ad altri più prossimi tecnici a Milano -Lugano . Oggi sono più propenso a credere che lo scopo fosse trovare una finestra dove avrebbero potuto appostare un killer per uccidere il figlio della magistrata,.“Ben facesti tu nel 1988 a toglierti di dosso quell’oro. Ora a QUESTI (intendeva dire per l’intera famiglia Timbal -padre figlio e la magistrata Carla Del Ponte che nel 1992 come, anche per Sidney Rotalinti , sulla pista dorata era entrata nel mirino dei sospettati di Falcone che la riteneva principale mandante sabotatrice anche del suo attentato e che considerava seduta al vertice della cupola Quell’oro che ha coperto, glie lo leveranno di dosso il Mossad per via delle pretese dei nipotini eredi ebrei .
L’ultimo successivo incontro fra me e Arnaldo La Barbera avvenne poco dopo a Verona. Ci trovammo presso il parcheggio Bauli, sempre in presenza del mio doppelganger Nenad Rankovic e del mio autista. Tutti mascherati . ERa legale mascherarsi dopotutto .Arnaldo che aveva preso il mio sosia guardia spalle, pure vestito come me, per me , visibilmente prostrato gli disse : Ho il cancro Franco . Replicai io : Hanno dunque irradiato anche te con ste valute, l’oro radioattivo [dopo l’agente R.I (omiss)] e dopo la la Imane Fadil …
https://www.ilmessaggero.it/italia/caso_ruby_testimone_morta_imane_fadil-4363816.html
Alla fine hanno fottuto anche a te eh vecchio Arnaldo?
“Neschuno ma fott a me”! Rispose.
Mi sono fregato da solo e a fottermi, tacendo, sono stati i tuoi bacia banchi traditori veneti. I criminali leghisti Verona. L’ amico dell’Achille Variati.Chi ? Si insomma dicci chiaramente chi ? Dai che sai di chi parlo …il marito delle tua amica ( capimmo che intendeva il sindaco di Verona Flavio Tosi attraverso attraverso la di lui moglie. Sapeva perfino che essa aveva visitato casa di Giulietta in Anfiteatro-Tosi e il suo vicesindaco. Entrambi sotto processo per associazione mafiosa nel traffico di rifiuti tossici, poi finito con condanna a servizi sociali alternativi per il vicesindaco di Verona. La seconda volta che un suo dirigente della monezza finisce dentro per le morti di cancro alla monnezza ).
Sono entrato in contatto con quei maledetti bidoni radioattivi del tuo paesano Arrigo Abalti( Fondatore TVWEB) . E loro : zitti. Ah l’oro nero! Esatto. Mica me lo avevano detto loro dove li avevano interrati. No, non dovevo fidarmi di loro. Maledetti. Dovevo fidarmi di Carmine Schiavone di Perrella che so che hai incontrato con quello dell’osservatorio Antimafia a Verona, giorni fa. . Non di loro. Ma Come fai sempre a sapere tante cose su di me Arnaldo? …. E su altre , su me, sbagliare clamorosamente? Lui al solito, messo alle strette non rispondeva . Ma mi consegno un mappa mentre ci guardava con l’altra mano sempre in una tasca. Mappa che sparì poco dopo nell’altra tasca dell’impermeabile . Segno che ci aveva ripensato. Magari di darla a qualche altro . Dopotutto quella non mi pareva la mappa di dove lui potesse aver seppellito la super ricercata cartella di Borsellino prelevata durante la sua elimininazione . A ognuno le sue precauzioni dopotutto . Giusto per non smentirsi mai… Era la mappa dove hai nascosto i soldi , l’oro dissi senza mai togliere lo sguardo dalla altra mano che aveva in tasca. Da quella posizione avrebbe potuto freddarci in un nano secondo tutti. Era senza forze quell’uomo . Irriconoscibile . Ma certo pensai che probabilmente un po’ ne stava risparmiando qualora avesse dovuto schizzare qualche impulso in lui. Mai come in quel giorno fui felice che ci fosse molta gente presso il Bauli., no lontano da noi . E dovetti averlo guardato davvero con sospetto, sebbene senza aprire bocca perché lui dicesse : Senti Franco, lascia che ti spieghi e che dica che mi dispiace per il depistaggio di cui sei stato vittima e che ti è accaduto E di come non aver potuto muovere comunque un dito in tua difesa. Ma i Madonia sebbene non se la passino più tanto bene hanno giurato di farmela pagare . Li poi in Anfiteatro dove anche li tu sei Conservatore ( alludendo il denaro dei sequestri sbolognato fatalmente a Piddu Madonia) Li ci hanno buttato soldi che avanzano . Ma vedi che con le ville abusive che ti hanno costruito dentro l’ anfiteatro ci siamo dentro tutti fino al collo. Sbagli, gli dissi . M a diretto lui subito si giustificò dicendo che depistaggio era stato favorito non da lui ma addirittura organizzato, ordito su me dai ROS .A suo dire, portato avanti dai due marescialli di Arcugnano -Brendola coinvolti del depistaggio per peculato ed omissioni varie) Secondo le comunicazioni intercorse, sottoposti al gen. Subranni e stante la regia estorsiva da me denunciata . Subranni , secondo lui la poteva avere portata avanti assieme ai suoi figli, : Ennio (ROS) , Danila con l’on. Angelino Alfano coinvolti con anfiteatro. E vabbeh… Tutti siciliani doc insomma ! Nel 2020 morì Ennio Morricone . Il suo brano Il clan dei siciliani che mi ronza in testa, resta un opera d’arte musicale immortale ! Scacciaensieri e note finemente tessute durante la progressione dell’armonia del brano classico a 4/4.
Giova a dirlo che durante l’estorsione ai miei danni , nel complotto del Sindaco Paolo Pellizzari per meglio terrorizzarci, lui prova ancora ora a destoricizzare l’Anfiteatro Berico al fine di cementarlo senza difficoltà senza più ostacoli , quel sindaco e mi mandò davanti un suo intermediario a nome del ministro Alfano. Quindi la magistrata Orietta Canova a cui con dovizia di particolari denunziai pressioni , minacce dichiarandomi per ben due volte pronto a collaborare per accertare se fossero vere o meno le pressioni del ministro costruttore Alfano, ebbene … non è ancora intervenuta. E per l’appunto è a tutt’oggi strano che nessuno di loro si sia fatto vivo smentendo. La vedo male comunque per i due marescialli premiati dal sindaco alla fine delle numerose omissioni denunziate. O se non per loro vite, per quella del gen. Subranni . Pensavo a queste cose mentre guardavo lasciando parlare Arnaldo .Senza parlare . Comunque quella fu l’ultima volta che incontrammo Arnaldo La Barbera. Al congedo, le sue ultime parole, a fatica, tremolando tenendomi per un polso e sempre mantenendo l’altra mano dentro la tasca dell’impermeabile, mi disse : Franco , se mi succede che muoio, quello che non sanno ancora è dove ho depositato istruzioni . Gli chiesi: Arnaldo, non è che hai una minuscola fialetta nel polsino vero? … Dai ora basta giocare ! Disse . Orbene temo pure per mia moglie e mia figlia funzionaria della presidenza del Consiglio. Grazie se fin da ora potrai fai qualcosa per loro. Ti ripagherò. Sai bene che nulla voglio Arnaldo . “E’ stato comunque bello …. Addio Franco”
Fonti citate : ‘Ndrangheta, arresti a Verona. Nella stessa inchiesta ..Rai.it
https://www.rai.it › programmi › report › news › 2020/06
4 giu 2020 — Le altre persone coinvolte sono indagate a vario titolo per associazione mafiosa, truffa, riciclaggio,estorsione, traffico di droga, corruzione, …
LA ‘NDRANGHETA NELL’AZIENDA RIFIUTI, L’EX SINDACO …
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OPERAZIONE GLODFINDEN
Predisposta per rendere autorevole il Molosso ne venne infine utilizzato i livello di autorevolezza assunta per le trattative finalizzate al rilascio ostaggio vicentino Celadon. Il Molosso rinunciò alla restituzione anche
parziale di tutto l’oro di Famiglia, chiedendo che l’oro o i proventi
generato dallo stesso fosse distribuito alla popolazione Jugoslava.
“OPERAZIONE LEZIONE” REGIA DI VITTORIO MANGANO DA ARCORE
PER NON DIMENTICARE Alcune considerazioni su protagonista
Se con l’operazione Goldfinden la missione Pirati Barbareschi confondendo le carte ai malfattori , con la discussa liberazione di Carlo Celadon, minò i rapporti fra gli addetti alla l’industria dei sequestri, la certezza di farla franca. Così le rappresaglie per K -626, non si fecero attendere .
Anni ’90 Spedizione punitiva “lezione ”: una sparatoria in Riviera Euganeo Berica in cui il Molosso ebbe la meglio, azione ordinata ad Arcore dal sicario convivente col cavalier Berlusconi da villa Giulini Casati Stampa, il Vittorio Mangano. Nelle spedizione punitiva quattro attentatori si scontrarono con la scorta del Molosso. Conservatore colpevole di difendere le bellezze immobiliari e paesaggistiche dalle ondate del business della monezza e dalle relative cementizzazioni abusive , tra Arcugnano e la Riviera Euganeo -Berica. L’attentato fallirà. Al Molosso, per rappresaglia poco dopo sarà fatto scomparire il figlioletto di 2 anni e mezzo allorché legalmente, l’avvocato di Berlusconi, incredibilmente, riuscìrà a fare cancellare dal registro dei nati il nome del bambino .
Nella Foto : il presidente di Amnesty International, Estela moglie del vicentino Carlotto, Franco Alessandro Malosso Maltarello von Rosenfranz , a Milano durante un convegno di Amnesty inerente alla formazione di una Banca dati DNA (nonne di Plaza De Mayo) dei bambini scomparsi a scopo di estorsione -ricatti, vedette politiche. L’epoca è quella del film Garage Olimpo .
Il Molosso in quei giorni aveva in attivo perizia di accertamento vocale su lui – durante l’ennesima cattura del Torturatore Argentino col .Olivera. falsamente iscritto alla loggia P2 e incredibilmente rilasciato dalla Magistratura italiana che lo aveva fermato all’aeroporto di Fiumicino così disinnescando tutta l’opera di rintraccio del soggetto.
Cancellata la paternità , il legittimo padre resistente sarà condannato come sottrattore di una fantomatica ” PERSONA “incapace” A quel punto non fu più possibile ne conveniente intervenire e rintracciare il piccolo attraverso l’Interpool .Franco collaborò a rintracciare alcuni bambini rapiti attraverso un banca dati DNA di bambini rapiti Da allora ne sono stati ritrovati pio di 100. .Del suo figlioletto però si persero per sempre le tracce . Di seguito a ciò la sia compagna si uccise.
Rapimento del piccolo Molosso
NOTA : Ulrich von Hassell non va confuso con l’on. Kai-Uwe von Hassel ex interprete per intelligence militare (Abwehr )sotto l’ammiraglio Wilhelm Canaris . Nella nuova cancelleria tedesca VH fu presidente del Bundestag perdendo un figlio, Joachim von Hassel, aviatore navale e Oberleutnant zurnel, precipitato, pilotando il Lockheed F-104 Starfighter . Gli Starfighter tedeschi evidenziarono un tasso di incidenti allarmante, in quanto 292 dei 916 totali si schiantarono al suolo , causando la morte di ben 115 piloti.
Curiosità : battuto a terra, in velocità da Villeneuve su una auto monoposto italiana Ferrari per ben tre volte, l’F-104 fu definito da Ettore Malosso “un fabbricante di vedove” mentre dal suo parigrado tedesco Bubi Hartmann, “Bara Volante. Viceversa gli italiani , gen. Paolo Moci capo delegazione, in USA alla valutazione del velivolo Lockheed F-104G Starfighter , il gen. Giorgio Bertolaso non ne consigliarono l’uso anzi dichiarandolo aereo affidabile. In seguito a questa valutazione esplose il disappunto dell’on. von Hassell a cui fecero seguito nello scandalo dei velivoli C130 le rivelazioni del Senatore USA Frank Church con la messa in acccusa per corruzione del presidente DC vicentino Antelope Cobbler , alis cifrato di Mariano Rumor. V.H. morì all’età di 84 anni, quando subì un infarto durante la cerimonia che gli conferiva il Premio Carlo Magno
INVECE il padre dell’ARCHITETTO ROBERTO VON HASSELL ? Fu nientemeno che ambasciatore tedesco i Italia Ulrich von Hassell come W. Canaris , Von Stauffenberg ecc , fu dichiarato reo di aver “tradito” gli sforzi di Elena Capito in Bechstein.
L’ ORO DI HITLER GESTITO DA JOE ADONIS DALLA SVIZZERA A VICENZA
Il mondo per un ristretto cerchio di persone a cui , volenti o nolenti, si appartiene è più piccolo di quanto si immagini. Quell’oro che maneggiava il più grade distributore di Coca Cola e GingerAle era l’oro svizzero accantonato da H. Hitler ed Heinrich Müller contenuto nelle cassette di sicurezza svizzere . Ad Adonis, fra i tanti affari che i discusso imprenditore intratteneva, esso era giunto in possesso attraverso il geniale membro dei commandos, Ian Fleming che con la mediazione di Lucky Luciano, permise anche di pianificare la fuga del cancelliere tedesco. e stretti collaboratori . Fuga pagata profumatamente con la cessione di conti al portatore svizzeri, così assicurando loro il corridoio di fuga Autorizzato nell’accerchiamento a Berlino e da li fino in sud America, verso quel rifugio che doveva essere stato di W. Canaris se quest’ultimo non si fosse schierato nel mancato attentato a Hitler . Un oro che avrebbe continuato a contribuire indirettamente alla crescita delle città vicentina legata al primato delle lavorazione mondiale dell’oro. Ma Joe Adonis, l’unico che apparentemente non temeva di finire nelle tracce dei servizi e di affamati cercatori di quell’oro. Morì in circostanze misteriose mentre si trovava ad un interrogatorio di Polizia.
OPERATION GOLDFINDEN – CELADON -PIRATI BARBARESCHI L’ oro mancante sottratto a Pietro di Jugoslavia non fu mai completamente restituto a Tito. Ma tra accordi intercorsi con i successori del leader Jugislavo, tra il 1986 e il 1988, malgrado alla consorte spettasse di essere interpellata sulla vicenda del metallo, dalla Svizzera non fu più corrisposto il congruo compenso pattuito quale interesse a quella partita d’oro prelevato e depositato in Svizzera da Licio Gelli – Furono così successivamente pattuite nuove modalità in quanto non era conveniente mantenere colà i prezioso metallo infruttifero. Quindi offerto parzialmente al discendente della corona di Macedonia con alcuni accordi che sarebbero stati garantiti con la vita dall’ultimo discendente.
Morti i soci in affari Lucky Luciano e Ian Faming , morto Joe Adonis, quel colossale smercio, il flusso di pesanti di ingotti oro, oro proveniente da una storia millenaria, in gran parte, di provenienza dall’Impero persiano di Alessandro I ” il Molosso” , scambiato ed ingrossato dai georgiani in seguito alla rapine a banche dello Zar, da parte della gang dedita a dell’ex seminarista don Iosif Stalin , con la morte dei protagonista il cammino di questo oro sembrò fermarsi assieme agi accordi di amico .nemico di Stalin : TIto Broz.
Nella foto sopra Stalin dal 1894 al 1899 frequentò il seminario teologico di Tiflis. Alcuni lingotti appartenenti a Pietro di Jugoislavia , presumibilmente scambiati con quelli del suo Regno. Si scoprì che provenivano originariamente povenissero da rapine a banche russe dello Zar o messe al sicuro da quest’ultimo duramte la rivoluzione. A conforto finale di questa tesi furono ritrovati con queste tipiche punzonature a villa Wanda nella disponibilità di Licio Gelli ex Agente dell’OVRA per il Governo Italiano .
Tentativi di smerciare quell’oro fermatisi con la morte di Joe Adonis nel 1971 faticano a riprendere giacché lui non lascò istruzioni. Si tratta di un mondo che può chiuderti in una bussola e lasciarti li a decantare fra quelle due porte. Un mondo, quello delle lavorazione a Vicenza che parla una sua lingua codificata in dialetto esclusivamente vicentino. Fra quelle due porte di vetri blindat che resistono a un a357 magnum è diffiicile che tu entri in un laboratorio se non sai rispondere a qualche precisa domanda purché dialetto. Quando riprendono le importazioni ? Pressapoco nel 1977 . Franco von Rosenfranz uscito dal collegio vescovile, riceve in addestramento adatto a non essere rapito in Sardegna oltre a quello del suo maestro di Judo cittadino (Piccoli) per un totale di ore ben superiore a quello del suo maestro di Tennis alla ex GIL (Sartori). Operativo per compiti di Polizia Militare, quasi contestualmente , alla sua seconda missione prese a investigare per conto del Col. Paul Tate lavorando anche come detective per una notissima rampante agenzia investigativa a Vicenza. il Molosso che si dividerà anche in seguito la sua vita tra la UCLA a LA studiando arrangiamento musicale per il cinema ma anche per perfezionarsi nelle telecomunicazioni satellitari e intercettazioni , oltre che al caso Sharon Tate . Li fu contattato dall’imprenditore Bancario Svizzero R. Mayer con il figlio, desideroso di avviare una forma di forniture di oro improduttivo da trasformare in conto lavorazione. L’affidamento avvenne sotto l’egida del Titolare dell’agenzia . I campionari da realizzare nelle fabbriche di oreficeria Balestra (le cui vicende trovano epilogo finale nel 2011 / Crack e con le accuse di commercio “in nero” per 14 tonnellate) anche questa volta l’impresa non ebbe a decollare . Di li a poco il titolare delle investigazioni G.M. morì.
RESTITUZIONE DELL”ORO RUBATO AL REGNO DI JUGOSLAVIA Tra la fine del 1986 e il 1988 fu deciso perciò di immettere nel mercato un gran parte di quei lingotti e di trarre utile con contratti di lavorazione a lungo termine. Da qui il nome alla operazione di importazione .L’oro riconducibile alla famiglia reale macedone fu però completamente rinunciato dal suo ultimo erede Molossiano in cambio di alcuni accordi speciali . Per il trasporto fu basilare l’apporto coperto del faccendiere Svizzero -Arcugnanese M.P. deceduto in seguito al suo rientro dall’Africa per circostanze che una autopsia non ha mai del tutto chiarito.
REIMPORTAZIONE DEL METALLO DURANTE LE CRISI POLITICO SOCIALI L’ultimo dei Molossi divenuto ormai maggiorenne si fece così garante di importare quei metalli preziosi facendolo transitare in territorio italiano, da se non invuato in conto lavorazione per fruizione per buona parte, da Firenze, Arezzo, Bari e poi per Mare, raggiunse quel porto natio Jugoslavo da cui era stato sottratto nel l’aprile del 1941.
Potendo fornire queste operazioni come esca per entrare in contatto con chi custodiva le posizioni del giovane ostaggio italiano Carlo Celadon. L’operazione camuffata GoldFInden fu ideale per permettere al Molosso di svolgere la missione Operazione Pirati Barbareschi Elevate contestazioni per violazioni valutarie in materia di importazione o transito di quel metallo prezioso per l’Italia, penali e civili, quindi l’ evasione in materia di reddito ed IVA ( anche se alla fine i collaboratore di Giustizia e noto faccendiere internazionale Arcugnano-Svizzero M.P. l’uomo che materialmente aveva agevolato l’operazione segreta di importazione. In seguito, al fine di scagionare l’operato del Molosso in quanto aggregatosi ai sui spedizionieri per mere ragioni di servizio, MP denunciò anche al ministro delle Finanze Rino Formica avendo dimostrando che le imposte sul transito del prezioso metallo di Tito come per quello delle SS, lo Stato Italiano avesse a valle dell’operazioni,recuperato comunque l’IVA ( Rino Formica fu teste testimone con Steve Pieczenik, consulente CIA del Dipartimento di Stato americano, inviato in Italia per sostenere il ministro degli Affari Interni Francesco Cossiga. Pieczenik a sua volta fu l’ideatore della falsa notizia che nel Lago della Duchessa vi fosse stato il cadavere dell”on Moro rapito da elementi dei Servizi Segreti ) . Sia questo depistaggio, come l’idea di addossare la colpa de rapimento alle BR , come le l’operazione Pirati Barbareschi e Golfinder condotte da K-626 ( Il Molosso) ebbero per interlocutore al corrente di dette segretissime operazioni, lo stesso Ufficiale Superiore dei Carabinieri in seguito divenuto comandante superiore all’ AISE .Successivamente , due collaboratori del Giudice Falcone.
ARCUGNANO: QUELLE OPERAZIONI DI FALCONE SOSPESE A K- 626 Sempre lui fu quello che chiese di sospendere in Anfiteatro Berico di Arcugnano attività contro le manovalanze del Clan Madonia, suo cognato del cognato ed altri . Attività che furono segretate per ben 32 anni . Nel1992 e nel 1998 Causa: l’impresario edile e presunto colpevole della ideazione della politica stragista di Totò Rina, Madonia anche dal carcere, poteva rappresentare una fonte preziosa di informazioni. Inoltre sulla sommità dell’anfiteatro Berico, fu rafforzato ulteriormente il vincolo di segretezza dopo i fatti del 2009 dimostranti che il presunto killer di Falcone e Borsellino, Piddu Madonia esercitasse il suo ruolo di capo bastone- Appunto. Anche dal carcere.
LA TASSAZIONE DEL GOVERNO ITALIANO SUI METALLI IN TRANSITO Alla fine dell’esposto del MP fu dimostrato che lo Stato italiano in realtà alla fine recuperasse comunque l’imposta dal consumatore finale. A quel punto il RE indiscusso specialista di questo traffico , lo Svizzero -Arcugnanese M.P. decise di fare causa all’allora ministro delle finanze dello Stato Italiano l‘on. Rino Formica per avere ragione delle contestazIoni elevate. In effetti in fase di compensazione la teoria di MP non era sbagliata . MP però, per ragioni rimaste mai del tutto chiarite rimasse vittima di una puntura di malaria fulminante mentre dopo aver incontrato un emissario di brillanti della Nabibia , si trovava a cercare oro in Camerum.
Nel frattempo anche per K-626 la sua missione, e le le si disavventure giudiziarie non si fermano qui.
Contro K-626, allo scopo di tentare di vanificare la sua operazione anti-sequestri, di bloccarne l’operato e di coinvolgerlo penalmente quanto fiscalmente furono intentate accuse di auto- fatturazione inesistente. A questo depistaggio partecipò come subalterno i maresciallo di Arcugnano Bertradino Naldo dietro il cui alloggio in stazione dei Carabinieri, dormiva latitante Piddu Madonia dopo le stragi Falcone Borsellino.
NESSUN AUREO VANTAGGIO PER IL MOLOSSO. CIO MALGRADO, IL TENTATIVO DI INFANGARLO Manneggiò fiduciariamente e tonnellate e tonnelate di oro e argento preoccupandosi che fosse restituito al suo paese. Viceversa ed è un particolare non da poco allorché il maresciallo si inventò che il Malosso, come premio delle operazione di restituzione dell’Oro Jugoslavo organizzate da sir Fitzroy Maclean fosse stato promesso e regalato un carico di qualche tonnellata di oro che in cassaforte venisse conteggiato come “reddito” no dichiarato. Il maresciallo si inventò che l’inesistente metallo se lo fosse stato fatto rubare lui durate un furto denunciato presso la sua abitazione . Solo la sua caparbietà di un luogotenente delle GDF riuscì e stilando un esaustivo rapporto di servizio , ma solo nel 1989 a dimostrare che le fatture di importazione erano realmente state emesse da una soggetto clonato al Molosso per depistare su di lui attenzioni generali fastidi ecc. mediante una evidente sostituzione di persona. E no si trattava certo del suo doppelgänger pouché la fisonomia è completamente diversa. La presunta persona che si era sostituito alla identità del Molosso fu il rallysta Bronson, alias di Angelo Siino, accompagnatore delle uscite serali di Papa Woityla durante il periodo in cui scomparve Emanuela Orlandi Angelo Siino . bel processo al compaesano siciliano, il Senatore di Berlusconi, on. Marcello Dell’Utri, venne considerato l’ex Ministero dei Lavori Pubblici di Cosa Nostra che anche lo 007 Aldo Anghessa dI li a poco convinse a pentirsi collaborando.
IL PRESUNTO ORO SPETTANTE AL MOLOSSO DI MACEDONIA. Il Molosso fu completamente assolto dalla congetture del maresciallo Naldo cioè dall’aver accettato dell’oro a premio. Anzi emerse che il maresciallo aveva deliberatamente omesso di indagare sull’identita’ di chi lo avesse provatamente derubato. Dopo l’assoluzione con formula piena del Molosso che dichiarò di non provare astio per lo scempio causatoli dal sottufficiale, tuttavia, seguì un un alterco fra lui ed addetti serbo – macedoni di scorta, posti a vigilare sull’incolumità del Molosso che minacciarono il maresciallo . Trasferito a Vicenza, Presso la stazione dei Carabinieri di via Muggia ( anche ex sede Gladio) di li a poco il M.llo Bertrandino Naldo, muore. Anche questo fu lo scenario in cui si trovo appena trasferito da affrontare, il col. Luigi Finelli.Con il col.Mori fu coinvolto a vanvera dal maresciallo Tumino, l’artificiere che distrusse le prove dell’ attentato dell’ll’Addaurra ai danni di Falcone. L’eliminnazione di Falcone era stata temporaneamente sospesa in quanto poteva trovarsi con la magistrata svizzera Carla Dal Ponte, moglie dell’avvocato Timbal . Anni dopo, attesa l’avvenuta esecuzione del magistrato, la donna archivierà sistematicamente tutte le sue inchieste Italo- svizzere compresa quella a carico dei Berlusconi. Nel disappunto, il giornalista Sindney Rotalinti chiamandola pubblicamente “Crudelia Del Ponte” depositaria di enormi segreti , allarmò gli organi di Giustizia internazionali così denunziando la doppia vita della donna. Rotalinti sarà successivamente assassinato da 3 killer mentre,presso via Canevascini, sul figlio delle donna e di un noto avvocato di lugano, di professione presidente RTS un regolamento di conti compensato con oro a premio (il denaro accumulato in Banca Rasini era ormai noto che è tracciato) viene rimandato dopo essere stato sventato per un soffio.
MA NON C’E ALCUN ORO IN CASSAFORTE Poco dopo nel 1995 , in Riviera Euganeo- Berica sempre durante il comando a Vicenza del Col. Luigi Finelli, 4 killer di cui 2 a lui consegnati vivi, confessando di essere connessi alla FININVEST, mancarono un nuovo tentativo di sequestro sul Molosso . Ne seguì una sparatoria . 2 dei 4 di non rientreranno più ad Arcore. A quel punto il killer siciliano esperto in sequestri di persona a danni di imprenditori lombardi, convivente del Cavalier Berlusconi Vittorio Mangano, condotto ad Arcore dal senatore dall’altrettanto conterraneo siciliano on.Marcello Dell’Utri , chiese inutilmente di ricevere indietro almeno i cadaveri dei due sui scagnozzi . Di li a poco , ad Arcugnano( Vicenza) fra l’organico degli addetti alle intercettazioni guidate dal Molosso risultò infiltratosi un pregiudicato che lo allarmò confessando il vero motivo della sua missione. In quei frangenti, accadde la scomparsa del figlioletto di soli 2 anni del Molosso e il suicidio della compagna . Poco dopo Vittorio Mangano dopo aver minacciato di fare pubbliche rivelazioni di 20 anni di collaborazione a Milano fra, il Cavaliere, la sua Banca di famiglia dove venivano negoziati i riscatti dei sequestri dei Lombardo- Veneti rapiti ( Rasini) e il Dell’Utri, in carcere, fu irradiato in modo da contrarre male incurabile. Morirà portandosi nelle tomba i numerosissimi segreti sui sequestri di imprenditori e nobili, sopratutto milanesi fra cui tanti, uccisi e annegato nel cemento dei ponteggi autostradali , malgrado il denaro versato .
CHE NE E’ DELL’ORO DEGLI EBREI ASSASSINATI TROVATO DA FALCONE Con la morte di Falcone , le archiviazioni della Carla Del Ponte, e la immediata sottrazione dei dati su cui il giudice da confidenti messi a disposizione dal Comnissario elvetico Fausto Cattaneo aveva annotato i nomi dei beneficiari dell’oro Svizzero e quello importato in Argentina attraverso Peron, cioè quello sottratto dai nazisti alle più importante famiglie ebraiche ed a cui seguirono ulteriori omicidi di parenti ebrei che furono eliminati successivamente affinché non reclamassero il prezioso metallo. E’ questa una inchiesta non ancora del tutto chiusa dal Mossad che non è mai stato avaro nel ricompensare questo tipo di informazioni .
NELLA CACCIA ALL’ORO NON SONO MANCATI I DEPISTAGGI : FORTEZZA
In realtà a Fortezza quell’oro, secondo Luis Trenker collega del maestro vicentino del Molosso, doveva essere stato occultato da tempo . §Si trattava di numerosi lingotti , poi in parte recuperati ma non li ma dentro bare al cimitero di Marano dei dischi dal gruppo Sicherheitsdienst che fino al 1944 erano sotto il comando dell’ammiraglio Wilhekm Franz Canaris.
Un altro depistaggio messo in atto per stancare i cercatori d’oro, puntò sudati di clonazioni sulla presunta seconda esistenza di Hitler Grazie a una leggenda affascinante a questo proposito ricorda molto il romanzo I ragazzi venuti dal Brasile (1978), in cui si racconta che il dottor Josef Mengele continuò i suoi diabolici esperimenti sugli esseri umani e stasse per clonare il Führer. Esiste infatti una cittadina brasiliana, Cândido Godói, dove nascerebbero molti più gemelli rispetto al resto del mondo. Mengele scappò davvero attraverso una delle ratline, e visse per decenni in America Latina, Brasile compreso. Secondo lo storico argentino Jorge Camarasa Mengele negli anni Sessanta visitò Cândido Godói diverse volte, e a questo punto ci sono tutti gli ingredienti al posto giusto per la leggenda: i **gemelli **erano il segno lasciato dagli esperimenti dell’Angelo della morte, come era chiamato dalle vittime a Auschwitz. Era Argentina la banca che emise valuta in cambio di oro depositato. Valuta per sopravvivere
BIBLOGRAFIA
ALTO ADIGE, CACCIA ALL’ORO NAZISTA – 1
Pubblicato il 5 Maggio 2016
a cura di Cornelio Galas
Günther von Hummel: Politica – Terapia. Capire ciò che già sai: come la politica potrebbe essere pensata in modo terapeutico . CDA, Norderstedt senza data, pag. 160 – 161
contiamoci.net Fra le Alpi austriache c’è un lago che nasconde ancora oggi i segreti dei nazisti. NOEMI PENNA 04 Settembre 2017
8.500 lingotti d’oro nascosti dai nazisti e ritrovati nel dopo guerra.Solo una minima parte del tesoro del Terzo Reich.E sulle rive del lago di Garda potrebbe essere nascosto MOLTO di più!
Una storia di avventura e mistero che dura da 70 anni…Guardate il video per saperne di più..
Tesoro composto da oltre 8.500 lingotti d’oro nascosto in una grotta dai nazisti in Turingia e ritrovato nel dopo guerra. E’ solo una minima parte della ricchezza perduta del Terzo Reich. Nei bunker sotterranei del lago di Garda potrebbe nascondersi molto di più. Nell’aprile 1945 i tedeschi vi nascosero un gran numero di pesanti casse.Il tesoro di Adolf Hitler.Una caccia all’oro che dura da 70 anni!
VICEVERSA ECCO CHE ACCADDE AL RESTO DELL’ORO POLACCO , FRANCESE BELGA E QUANTO ALLA FINE DEL SECONDO CONFLITTO MONDIALE FU DATO PER PERSO
L’Oro francese , a Parigi, disponeva della più grande cassaforte del mondo, “La Souterraine”. .
1939 con l’invasione tedesca alle porte il Belgio e Polonia affidarono il loro oro alla Francia.
L’11 giugno, con i tedeschi a 400 km da Brest,l’Emile Bertin lasciò Brest con 255 tonnellate d’oro. Fu il più grande trasferimento di oro delle storia dai tempi di Amerigo Vespucci .Fu realizzato da un’unica nave.
CAMION INGLESI E BRAVI MECCANICI SALVARONO L’ORO FRANCESE
Durante i trasbordo, i francesi non disponevano più di un numero di camion sufficienti a completare l’operazione e quelli che avevano erano troppo piccoli. Furono così ritrovati e riparati undici camion abbandonati dall’esercito britannico durante i bombardamenti per la strada di Brest . Senza di loro per Bertin sarebbe stato impossibile finire di caricare e salpare com la nave in tempo.
I SERVIZI SEGRETI DI CANARIS IN RITARDO PER DIROTTARE LA NAVE Il 17 giugno, il Maresciallo Pétain annunciò la resa della Francia. Tuttavia l’ammiraglio Darlan, il futuro presidente Francese De Gaulle decise di proseguire .
Darlan era u vero e propio conservatore dei luogjei e beni . Suo padre noto per aver tentato di d’interferire in favore di Alfred Dreyfus[2].
L’ammiraglio armò gli uomini e ingiunse a marinai, di proseguire il viaggio con il suo carico diretto alle americhe . e marina, non interruppero il carico per le americhe mentre gli agenti tedeschi piazzati ai porti pur dando le coordinat della nave, rimasero inascoltati . Anche perché con ogni probabilità i comandante avrebbe dato l’ordine di auto-affondarsi . Inoltre i portuali sotto il controllo del sindacato ebraico non ebbero no passarono i tempo la notizia ai tedeschi i modo che quest’ultimi potessero arrangiare un blitz sotto l’egida Abwehr dell’ ammiraglio e capo del Abwehr di Wilhelm Franz Canaris
Ammiraglio Darlan
Il 18 giugno 1940, 75 navi si stavano preparando a salpare. Avevano 7 ore per finire di caricare le tre navi, la Ville d’Alger, la Ville d’Oran e l’El Mansour. I bombardamenti continuarono, una colonna dell’esercito tedesco era a meno di un giorno di distanza. Un’altra nave viene scelta per essere caricata con l’oro, l’El Kantara.
Alle 14, le navi iniziarono i preparativi per partire, l’ultima nave fu caricata in extremis alle 18 e salpò alle 18:30, poco prima del calar della notte. Di notte era impossibile navigare attraverso il campo minato marino e le reti protettive.
Durante quel periodo a Lorient, la Victor Schœlcher veniva caricata con l’oro belga e polacco. Si incontrò con la flotta di Brest, in rotta verso Dakar. Trasportando 1100 tonnellate di oro, era ed è tuttora la più grande spedizione di oro mai realizzata.
Ora, dall’altra parte dell’Atlantico, ancora il 18, l’Emile Bertin arrivò ad Halifax, in Canada. Piccolo problema, la Francia era tecnicamente nemica del Regno Unito. Alla nave fu ordinato di deviare e andare a Fort-de-France in Martinica. Arrivarono lì il 24, dopo aver superato tre navi inglesi.
Quindi ora c’erano 1145 tonnellate a New York, 225 tonnellate a Fort-de-France e 1100 tonnellate a Dakar.
A chi apparteneva quell’oro? Alla Francia di Vichy o alla Francia di De Gaulle? A nessuna delle due, apparteneva alla Banque de France, ricorda che all’epoca era una società privata.
Churchill, inoltre, era piuttosto interessato a tutto quell’oro,
Le navi arrivarono a Dakar, furono prontamente scaricate e l’oro fu inviato a Thies, un forte militare.
Dopo che le truppe anglo-francesi furono respinte da Dakar dalle truppe di Vichy, fu deciso di inviare 1100 t di oro per 900 km nel profondo Mali.
L’oro belga fu così sacrificato per soddisfare l’invasore, che lo fuse prontamente e lo mandò in Svizzera per pagare la guerra.
Dopo la guerra, la Francia usò la propria riserva per sostituire l’oro belga fuso dai nazisti.
E in tutto quel trambusto, sai quanto oro non fu più ritrovato ? 395 kg!
All’appello mancarono solo lo 0,016% delle 2500 tonnellate d’oro.
E tutto l’oro ha aiutato la ricostruzione della Francia, nei due anni precedenti l’entrata in azione del Piano Marshall.
Alla mia domanda : signor K-626 , ma insomma, allora Hitler, ammesso che non fosse Maximilian Bauer riuscì o no ritagliarsi la sua Fuga da Berlino ?
Risposta : Nella misura in cui lei in primis e tanti altri segue questa vicenda , in un certo senso si. Sa che inflazione ci sarebbe se tutti i fanatici si trasformassero in cercatori d’oro?
CACCIA AI RECUPERI DI ORO MINORI SCOMPARSI E/O RITROVATI
Dagospia
https://www.dagospia.com › rubrica-29 › cronache › ci…
14 feb 2021 — Si tratta di concrezioni di sabbia e roccia formate sul fondo dell’ oceano e che, a quanto pare, avrebbero catturato al loro interno manufatti, …
Stavolta, il team di esploratori ha localizzato la SS Gairsoppa, nave britannica da 412 piedi affondata, con il suo carico di 200 tonnellate d’argento, da un U-Boot tedesco durante la Seconda Guerra Mondiale.
L’A IMMENSA RISERVA DELL’ORO PREDATO GIAPPONESE Qualcuno sembra se lo stia godendo l’oro del Generale Yamashita.
https://www.goldavenue.com/it/blog/newsletter-metalli-preziosi-spotlight/il-mistero-irrisolto-dell-oro-di-yamashita
Un recente sentenza :
“Un importo sconosciuto non è recuperabile perché l’intera entità della ricchezza di Marcos non è nota.
La vicenda dell’oro della seconda guerra mondiale : Il suo legittimo ritrovatore fu rapinato e imprigionato e torturato da Marcos.
Morale : Penso alle parole di Franco von Rosenfranz “Asiatico -Persiano – Giappponese. …Siamo sicuri che porti fortuna a chi c’è l’ha? “
Benvenuti in ODISSEY https://www.youtube.com/watch?app=desktop&v=9x1LMVYlhK
Buona Visone di questo video !
A cura di betsy.vandermeer.w@gmail.com. Brani del libro di Franco Molosso von Rosenfranz e l’Intervista a k-626 2- 2023
Uno speciale ringraziamento a Franco Alessandro Molosso Maltarello von Rosenfranz che ha reso possibile questo reportage ricco particolari inediti .
BIBLIOGRAFIE E FONTI
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- Peter Hoffmann : Resistenza, colpo di stato, tentato omicidio. La lotta dell’opposizione contro Hitler. 4a, edizione recentemente riveduta e integrata, Piper, Monaco 1985, ISBN 3-492-00718-X , pagina 929.
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- «Wer hat braune Flecken?», Profil, 10/4/2000. Alla domanda su «chi abbia macchie brune», secondo il sondaggio risulta che gli austriaci le attribuiscano per il 27% alla FPÖ, per il 22% alla SPÖ, per il 7% alla ÖVP; a tutti e tre per il 15%, «non sanno» il 28%.
- H.-P. WASSERMANN, Und ab heute Kinder sagen wir «Grüss Gott» und nicht mehr «Heil Hitler»,phil. Diss., Graz 1998, vol. 1, pp. 196 ss.
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- Cfr. R. MITTEN, The Politics of Antisemitic Prejudice. The Waldheim Phenomenon in Austria,Boul- der 1992; R. HERZSTEIN, Waldheim. The Missing Years,New York 1988, Ann Arbor.
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- H. PICK, Und welche Rolle,cit.
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- Ivi,22/3/1985.
- Cfr. I. LINDORFER, Der österreichische Kameradschaftsbund und seine Beziehungen zu den politischen Parteien Österreichs, Diplomarbeit, Universität Wien, 1996. 23. Österreich-Lexikon, vol. 1, p. 654.
- Cfr. al riguardo i giornali Österreichische National-Zeitunge Österreichischer Beobachter,usciti tra il 1950 e il 1955.
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- P. LENDVAI, Frankfurter Allgemeine Zeitung,7/2/2000, p. 11.
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- H. WEISS-K. FEDERSPIEL, Wer?,Wien 1988, Eigenverlag, pp. 196 s.; Der Spiegel,n. 24/1970, p. 82.
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- B. KREISKY, Zwischen den Zeiten,p. 220, come anche il manoscritto originale nell’archivio della Kreisky Stiftung, Wien.
- B. KREISKY, Im Strom der Politik. Der Memoiren zweiter Teil,Wien 1986, Kremayr & Scheriau, p. 396.
- I. BÖHLER, «Wenn die Juden ein Volk sind, so ist es ein mieses Volk», in M. GEHLER-H. SICKINGER, (a cura di), Politische Affären und Skandale in Österreich. Von Mayerling bis Waldheim, Tauhr 1995, Kulturverlag, pp. 502-531.
- Stiftung Bruno Kreisky, Archivio. Copie uniche dei verbali della direzione della SPÖ, 1945.
- Österreichisches Staatsarchiv, Archiv der Republik, verbali delle riunioni del Consiglio di Stato.
- Archivio della Österreichische Gesellschaft für Zeitgeschichte, Wien, fondo Karl Renner.
42 Vedi nota 39.
- H. GRUBER, Die Jahre in der Politik. Erinnerungen, Klagenfurt 1982, p. 50.
- Copie da atti su Jedlicka del Central Intelligence Corps conservati nei National Archives, Washington D.C., sono in possesso dell’autore, che lavora a un articolo su Jedlicka che apparirà sulla rivista Zukunfta fine 2000.
45 Patrimonio culturale e saccheggio del Mondo A. Pinna
46 Michael Webster: journaldeskblog
47 La triste storia di Gerda Bormann, donna ideale nazista di Carlo Calabrese
LA RICERCA DEL’ ORO NAZISTA focus
L’ACCORDO DI KURCULA . LA PROPOSTA. La restituzione dell’oro Jugoslavo . Il luogo della conferenza fu l’isola Korcula. Fui prelevato da Trieste e condotto nell’ isola che come Padova, mi dissero fosse stata fondata da Antenore e Enea .L’incontro avvenne in un noto hotel presso il porto. Già nel 1980 si era giunti vicini a una trattativa extra italiana . Dopotutto, l’oro rubato si trovava in un paese terzo. Dopo anni di esilio, non c’era nulla di illecito per me a favorirne il transito e nel farmene carico di restituirlo ai legittimi proprietari. Sopratutto in Svizzera. Se Tito per me aveva disposto di considerarmi con quel rispetto che si usa all’ l’ultimo erede in esilio del Trono Macedone, in un incontro successivo, quando fui condotto al cospetto del suo garante inglese, Sir Fitzroy Maclean, “per meriti di fedeltà e lealtà alla Corona ” Fui eletto a mia volta garante a delegato a quella restituzione extra-nazionale, considerato che l’oro del tesoro macedone, derivato da quello dell’erario persiano, al cospetto di quello nazionale Jugoslavo, costituisse in tanti secoli, la percentuale maggiore incamerata. A pelle, se al posto di quei gentiluomo mi fossi trovato con italiani avrei sospettato una pericolosa adulazione. Da loro no . Così che da quei presunti quasi successori, governatori di Tito, presi atto che la fine del leader pareva vicina . “
L’OPERAZIONE DI RIMPATRIO DELL’ORO RUBATO. Credo che trasparisse che mi trovavo visibilmente a metà strada tra l’imbarazzato e l’emozionato. Riuscii tuttavia a dominare la tensione nervosa che si era impadronita di me. Ero ancora e solo uno spericolato ragazzo.
Chiesi, così cercando di mostrarmi autorevolmente all’altezza di tanta considerazione, se si fosse trattato di una operazione “legale”. Seguì una pausa silenziosa che a me parve interminabile. Estremamente franco, forse poco rispettoso in quel momento, deglutii, visibilmente comunque facendomi coraggio replicai : ” con tutto il rispetto possibile io posso accettare di sovrintendere a fare una operazione giusta, ma mai per persone sbagliate”.
MUSSOLINI ? DICHIARAVA GUERRA A TUTTI PERDENDO . COSI’ DOVETTE CHIEDERE CHE HITER GLI INVIASSE TRUPPE IN ITALIA Risero educatamente rispondendomi che” l’italia, che Mussolini dopo aver ceduto al corteggiamento delle lobby belliche , con le sue smanie riuscì perfino a far perdere la guerra ai tedeschi facendoli entrare in Italia giacché non sapeva più porre rimedio alle figuracce. ” L’Italia era un paese vinto ed occupato dagli inglesi.” Dissero: “Retto da una governo fantoccio e che come tale secondo gli accordi di Cassibile dovevo obbedire a questi ordini sovrani.” Tuttavia l’Italia” pensai , questo mio suolo, per il Metternich,” solo una mera espressione geografica” è il sotto il cui , più anticamente, nell’Impero Romano trovò accoglienza la mia famiglia, quindi un paese a cui devo essere grato, occupa un ruolo geografico strategico e in quel momento, in piena Guerra Fredda. Ebbene qualora io avessi accettato di occuparmi delle riconsegna di quel tesoro a quel punto per l’Italia di a sarebbe trattato solo di un “transito” .
VUOI O NO SALVARE L’ITALIA , L’EUROPA INTERA DAL RISCHIO DI UNA COMPETIZIONE NUCLEARE , L’EUR ? L’APPORTO DELLO STATO JUGOSLAVO E’ FONDAMENTALE DECISIVO. ESATTAMENTE COME LO E’ LA RESTITUZIONE DEL SUO ORO RUBATO DAGLI ITALIANI. Fatti due conti, preso atto delle quantità di oro e argento da restituire replicai: che non sarebbero bastati quattro mesi di trasporti quotidiani con auto comuni Da trasformare in speciali, facendole magari blindare, dato il pesante carico, dotate di ammortizzatori rinforzati. Mi chiesero ” dove ? ” E se a fine lavoro, per non lasciare tracce, mi sarei comportato professionalmente verso l’operatore come si fa con un “Geheimnisträger”. Ci fu un silenzio ancora più gelido nella sala. Risposi con fermezza che se dovessi fare una cosa simile, allora dovreste selezionarvi un altro agente . Furono felici della mia risposta. Non erano degli assassini!
UN AFFIDAMENTO FIDUCIARIO DI MILIARDI SULLA PAROLA Quel giorno appresi che sarei stato affidato per 4 miliardi di valuta corrispondente a una tonnellata e mezza di metalli preziosi . Questa garanzia durante l’ultimo carico, mi sarebbe stata donata o meglio: alla fine della operazione “restituita alla mia famiglia” . Sotto forma di buono. Cioè, Sir Maclean disse :” in qualità di “legittimo erede al trono e quindi del tesoro Macedone, durante l’ultima consegna in Toscana o che fosse Bari con destinazione grotta nel Cattaro, quella sarebbe stata la mia parte”.
Ebbene , quantunque le mie osservazioni sembravano ignorate, già precedentemente in quella riunione io espressi parere di rinunciarvi e così ad ogni vantaggio e che anzi quella mia parte fosse data al mio antico popolo giacché io ho già di che vivere. Ed sapevo guadagnarmi da vivere e oltre ad avere una vita da vivermi realizzando progetti esclusivamente tutti miei e di cui vorrò essere fiero. Più che quelli di altri. ” Mi guardarono stranamente stupiti . Ma l’accordo finì con una stretta di mano . Sapevo e mi chiedevo, intuivo, se che da quel momento se sotto la mia responsabilità, fosse sparito anche un solo lingotto che cosa mi sarebbe successo. Una somma impossibile da ripagare . Pensavo che probabilmente, avrei dovuto ripagarlo con la mia vita .
ANNI BEATI. Porto Santo Stefano. Nella foto sopra Istranka nave da crocera del Maresciallo Tito Broz ormeggiata alla Pilarella, presso il Sokar famoso megayacht di Lady Diana e Dodi Al Fayeda. Lo yacht era spesso attraccato presso l’ l’Urania dei Conti Principi Ginori, accanto allo Yela di re Vittorio Emanuele III e l‘Elettra di G. Marconi e i diversi yacht di Gianni Agnelli, la cui sorella, a sua volta sorella di Clara era sindaco dell’Argentario. Ma quegli anni spensierati sono alla fine. In Sardegna sbarcano Berusconi e i Graviano e cominciano i rapimenti.
MAFIE, l’informativa della Dia: “Nell’estate del 1993 i Graviano erano in vacanza in Sardegna a un tiro di schioppo dalla villa di Berlusconi”
Foto sopra : Istranka i navigazione
BASISTI PER RAPIRE IL JET -SET internazionale nei numerosi miliardari.
QUANDO IL DENARO ARISTOCRATICO CAMBIO’ PROPRIETARI . Alcuni di essi con il conto alla Banca del riciclo, la Rasini di Berlusconi( Banca ancora oggi con movimenti bancari sequestrati probabilmente coperti dal Segreto di Stato ) appostarsi presso i porti a carpire le abitudini, per meglio rapirli e riciclare il denaro dei loro riscatti presso la Banca Rasini di Berlusconi. Talvolta parte di quel denaro tracciato non veniva neppure ripulito ma dato subito a premio giornalisti , conduttori TV , veri e propri “gatekepper”cioè guardiani assoldati per coprire e depistare le notizie ormai divenute alla portata confidenziale di tutti i neo rapiti. Spesso come per Heineken denaro ritrovato ma mai richiesti indietro o come per il caso del Bolzanino Amon ( la sua catena DESPAR passata a Matteo Messina Denaro ) Imprenditori rovinatisi per pagare riscatti miliardari per le liberazione die loro congiunti . Quel denaro risorgerà a finanziamento di una nuova nascente imprenditoria. Insomma si sapeva che bastava uscire da villa Giulini Casati Stampa a Milano, dopo una cena con Berlusconi per essere subito sequestrati. Celebre il caso del padre di Carla Bruni, moglie del presidente francese Nicolas Sarkozy figlio di uno dei fedeli vigilanti preferiti da De Gaulle alla sua scorta governativa . Capita l’antifona come riferito dalla badante Vicentina signora Parolin preferì esiliarsi a Parigi dove la Polizia segnalava subito la presenza degli italiani- basisti sospetti . Carla a Parigi ha studiato con un generale assurto recentemente alla ribalta per aver osato pubblicare un libro : Roberto Vannacci . Qualcuno a Vicenza, mentre lo presentava all’ex GIL , ora Teatro Astra, gli ha scatenato addosso il mondo .
L’avvocato Verzini, che aveva assistito Ruby 8 anni fa, aveva raccontato come nel 2011 la giovane marocchina Imal a sua volta testimone chiave nel processo contro berlusconi uccisa con il metodo del tumore indotto, avesse ricevuto da Berlusconi “un pagamento di 5 milioni di euro eseguito tramite la banca Antigua Commercial Bank di Antigua su un conto presso una banca in Messico”
A COLPI DI IRRADIAMENTO RADIOATTIVO Il legale su cui presumibilmente era stato praticata a sua volta in primis una esposizione radioattiva aveva detto di aver rivelato questi particolari contro Berslusconi per dovere etico e morale”e aveva spiegato che l’operazione Ruby sarebbe stata interamente diretta dall’avvocato Ghedini con la collaborazione dell’ex compagno di Risso. Immediata la reazione di Ghedini, che aveva minacciato querele. Verzini aveva ribattuto dicendo non solo di aver detto la verità ma anche di essere in grado di fornire ulteriori elementi e informazioni. Lo stesso giorno però per porre fine alle sue sofferenze l’ l’avvocato 61enne recatosi in Svizzera perirò per suicidio assistito – See more at: http://www.rainews.it/archivio-rainews/articoli/ultima-verita-di-Egidio-Verzini-ex-legale-di-Ruby-suicida-in-Svizzera-Pagata-da-Berlusconi-2070fb2f-3ef3-4054-b9ec-e9d7f9788466.html DA MILANO A FIRENZE Intanto col trasferimento del giudice di Firenze incaricato di ricercare i mandanti esterni delle stragi indicati dai fratelli Graviano in Silvio Berlsuconi e del senatore siciliano Marcello Dell’Utri , ll procuratore TESCAROLI fatto segno di un mirato attacco legato a MEDIASET, deriso dal giornalista ERMES ANTONUCCI ( Dal Foglio) lascerà l’incarico. L’ ATTESO CONFRONTO- Dopotutto è divenuto inutile il confronto fra i fratelli GRAVIANO , la conferma di MATTEO MESSINA DENARO ( a cui sarà interrompere la latitanza per evitare che incorresse in rivelazioni prima di morire) e BERSLUSCONI e dell l’av. NICCOLO GHEDINI, custode di ingombranti segreti , d’Italia . Passati per il suo studio, a partire dalla difesa degli assassini dei padri confessori dei Bisaglia uccisi a martellate presso il santuario di Monte Berico. Non ha più senso questo confronto . Per sicurezza, dai killer i tre sono stati già abbastanza e per troppi anni usati e gettati . Trattati da irradiamento tumorale indotto, moriranno tutti a poca distanza l’uno dall’altro. Tantissime le condoglianze di chi beneficò di quel denaro. Intanto una parte di esso va in eredità a Marcello Dell’Utri .Gli sarà sequestrato e dissequestrato . Nella vita, quando non hai denaro sei povero e basta. Quando ne hai troppo e lo sanno, può essere un problema. Che il Molosso abbia fatto bene a rinunziare notoriamente alla sua parte ?
TORNANDO ALLA NARRATIVA DEL MOLOSSO A KURCULA …..Terminata la riunione, quell’accogliente, distinto , intrigante, scozzese, Sir Fitzroy Maclean mi invitò a casa sua. La sua villa si chiamava “Villa Boschi ” e si trovava presso una grande chiesa. Ricordo al suo interno spiccavano le fotografie di lui con Churchill, con il di lui figlio del premier britannico Bellissime le immagini inedite di Tito con lui. C’erano inoltre altre foto riprese in crociera di Tito con Elisabeth Taylor e Youl Brinner, Sylva Koscina. E con tombale pace per i martiri infoibati da entrambe le parti…. la grande attrice franco – siculo – veneta – partenopea Sophia Loren, zia di Alessandra Mussolini figlia di Romano Mussolini, Jazzista del Simposio di Anzio fondato da mio padre, Ettore Malosso.
Nella foto sopra Maclean con il M.llo Tito Broz. Fitzroy Maclean visse tutta la sua vita in modo avventuroso. Inviato a Mosca come giovane diplomatico prima della Seconda guerra mondiale, fu per fama l’osservatore indipendente più eminente dopo Gaston Leroux , il giornalista scrittore autore del Fantasma dell’ Opera che viceversa fu a Mosca i giornalista nell’epoca Zarista . Maclean, anche giornalista di riferimento pr gli inglesi, scrisse dei resoconti divenuti memorabili. Spesso relativi agli ultimi processi di voluti da Stalin e a cui partecipò come osservatore ufficiale inglese . Alcuni dei suoi libri più noti sono “Bonnie Prince Charlie, Portrait of the Soviet Union”, All the Russias: The End of an Empire e Highlanders: A History of the Highland Clans.” Durante la guerra mi raccontò di avere preso parte, in qualità di membro fondatore del SAS, ad alcune celebri incursioni dietro le linee nemiche del generale Rommel . “Il generale più fotografato da Hans Ertl” dissi, ” il papà di Monika! Ho fatto visita ad Hans i Sudamerica . Le farò spedire delle foto inedite di Rommel . Maclean ne fu felice. Il suo rapporto con Tito designato era iinziato nel 1943 quando lui venne paracadutato nella Jugoslavia occupata dai tedeschi . In quel delicato momento, come rappresentante personale di Winston Churchill dovette scegliere l’interlocutore giusto tra Tito e l’altro generale filo monarchico mentre Re Pietro di Jugislavia era profugo in Inghilterra . Una situazione di estremo imbarazzo . Maclean fu sottosegretario durante i governi Churchill e Eden oltre che Membro del Parlamento Inglese per oltre trent’anni.
Sir Maclean si complimentò e mi incoraggio circa il proposito che li avevo espresso di dare un senso alla mia vita. Magari facendo da osservatore indipendente i volontario. Qualcosa che volevo e in seguito riuscii davvero a portare avanti . Mi incoraggiò a farlo e mi raccontò le sue esperienze in merito . Tutte imprese eroiche e prestigiose. Tuttavia, anche se parlava co calma, in un inglese perfetto, sforzandosi di utilizzare termini semplici e comprensibili, io ero emotivamente troppo frastornato per concentrarmi sempre su quei tanti dettagli della sua avventurosa narrativa . L’uomo libro Maclean morì nel 1996 . Ed oggi confesso che me ne dispiace davvero molto di non sempre essere stato all’altezza di ben comprendere al meglio tutti i particolari di quelle infinite epiche imprese.
IL PRIMO SM 79 SCOMPARSO . Più di tutti mi è sempre rimasta la curiosità di quell’aereo condotto dai due pilotI Dalmati lo Sparviero SM 79 scomparso in Libia, 400 chilometri fuori dalla rotta prevista . Lui mi rispose citando il gen.Paolo Mocci , quello che aveva dirottato il traffico aereo civile Linate Milano 2 per Silvio Berlusconi dimostrando di sapere tutto di quella vicenda . Ma ero troppo carico di dati …Mi sfuggirono tanti particolari di questa sua narrativa.
Mi chiese se in seguito potevo accompagnarlo a vedere la Macedonia dei miei avi. Credo che a quel punto io finii mostrai tutto il mio visibile disagio replicando che con una guida come me ne sarebbe stato deluso . Così gli dissi : “Brigadiere, sarà lei a farmi da guida perché io davvero sono stato sempre tenuto a lungo all’oscuro delle mie origini ed anche anche degli aspetti geografici del mio paese d’origine “. Lu Replicò :”I don’t believe you at all but okay, o’right !”
Sir Fitzroy Maclean si complimentò quindi con me per essermi dovuto spogliare dei panni di ufficiale per una missione , quella di fermare le importazioni di eroina all’Aeroporto Dal Molin di Vicenza, (Operazione Blue Moon).Azione in cui per fermare il traffico doveva serviva una soldato semplice. Disse che lui,da giovane aveva fatto altrettanto. E che non eravamo stati gli unici . Anche Joseph McCarthy, entrato nell’intelligence aveva cominciato l’addestramento base con il grado di ufficiale, risultando tuttavia arruolato come un soldato semplice . Io replicai che per me non fu affatto un problema. In famiglia, anche mio padre aveva fatto lo stesso. Finito il corso di ufficiale di complemento conseguito con il Brevetto Premilitare di pilotaggio aereo, e così scelto per eccezionali qualità, fra 20 candidati su 2000 , pur di continuare a volare rinunciò al grado così dovendo ripartire da sottotenente per divenire effettivo, attraverso i corso “Turbine” del ‘accademia Aeronautica. Mi parve capire che lo sapesse già. Pensai che ad averglielo detto poteva essere stato solo il gen. Giorgio Bertolaso. Arrivai a pensare che lui e la sua signora Goriziana fossero dietro la porta. La mia immaginazione stava sconfinando la realtà.
Nel corso dell’accordo di Korcula, fra silenzi interminabili in cui mi sentivo scrutato da capo a piedi, ad un certo punto fui attratto una foto di Ian Fleming . Così per rompere l’aria, il mio sguardo cominciò a guardarsi intorno posandomi su dei quadri . E fu li che associai il distinto signor Sir Maclean al collega quadro superiore di James Bond nei film di Ian Fleming. Per flemma ed aspetto, mi ricordava proprio il diretto superiore Quartermaster( Major Boothroyd )di Ian Fleming di quei suoi film. Ovviamente non mancai di confidargli questa mia impressione. Ne fu contento . . . Disse ridendo : ” Non preoccuparti Franco, nello schermo, Desmond Llewelyn convive da tempo in me. Me lo dicono sempre “
IMPIEGATO CIVILMENTE SOTTO IL CONTROLLO MILITARE Fra quei presenti ben più adulti di me, mi sentii come catapultato dentro, in attesa di una operazione molto più grande di me e a cui ormai sembrava sempre più difficile dire di no. Non divenendo collaborativo , non acconsentendo a quella missione, evitare di compiacere Tito sarebbe stato disastroso per il mio paese. Ero compromesso ormai pensavo . Ma pareva che nessuno di loro, malgrado divenuto consapevole, mi obbligava ad accettare quell’incarico. Mi feci coraggio da solo. Il mio intuito mi diceva che mio padre, sebbene mai mi avrebbe forzato in una simile scelta, potesse sapesse esattamente in che situazione mi stavo trovando in quel momento . O magari non se ne sbattesse di me, che quel giorno non fosse in giro con sua nuova signora. Questo mi faceva sentire protetto davanti a persone davvero più grandi di me. Il tutto aveva un aspetto paradossale. Mi pareva che guardassero a me come se fossi stato Pietro di Jugoslavia. Come se viceversa fossero loro ad aspettarsi istruzioni da me . Alla maniera regale mi dotavano di attenzioni che si usa a un antico sovrano . Ma non era adulazione. ” Franco, sai vero che li dentro c’è anche e sopratutto l’enorme Il Tesoro dei Romanov . Quello che trafugato, prestato e venduto in giro per il mondo? “Deglutii e risposi : Mi pare che voi sappiate benissimo che mentre studio, mi sto guadagnando da vivere prendendo in carico riparazioni modifiche che porto su e giù da orafi vicentini. Appartengono anche a attori , artisti .” Anche agli ex reali di Russia Franco. Ogni tanto a qualche asta ne spunta fuori un pezzo.” Gioielli scomparsi…In seguito pesando quelle parole mi venne a mente un caso di sequestro . Quello della bellissima avvenente Jeannette May, baronessa von Rothschild svanita nel nulla, nella tormenta di neve tra i monti sibillini…. Ma tornado in quella stanza replicai : Beh visto che lo sapete perché me lo chiedete allora ? ” Solo per verificare , mettere alla prova il tuo grado di riservatezza Franco . Una pura formalità . Abbiamo capito quanto tu sai essere riservato, segreto ” In quel momento , due di quelli che mi erano stati presentati come gli eventuali candidati successori di Tito ma che ai mie occhi apparivano solo come suoi meri esecutori, insomma fattorini, privi del suo carisma del Maresciallo , guardandomi sempre con quella mi mi pareva essere una eccessiva considerazione , consegnarono al gentiluomo Inglese un rapporto. Quanto bastò a me per leggerne l’intestazione dalla copertina rovesciata . Lo anticipai traducendo io . Signore , posso.. cioè , si io dispongo del punzone con cui posso marchiare l’oro .” Anche battere moneta del tuo lontano paese Maestà.” disse Maclean . “Qui sei meno distante .” Annuii. Questi signori sapevano davvero tutto di me . Io di loro molto meno, o praticamente nulla giacché le mie previsioni le avevo lasciate abbandonate su quel molo a Trieste, da cui ero partito. E tutti quello che mi stava accadendo non era quello che mi sarei immaginato , che avrei previsto . Tesissimo.. mi alzai annunciando per assentarmi , per andare un momento al bagno. Scattarono tutti in piedi sorridendo tutti, sull’attenti . Maclean pi lentamente fissandomi profondamente . Io feci lo stesso . Dicendo loro : Nel frattempo spero di non avervi dato una negativa impressione signore … ” Al contrario Maestà o se preferisce, agente K-626 .” Mi sentivo come quando Pu Yi quando rientrava nel suo palazzo ma ancora non sa la sua fine….Per me nel mio piccolo mondo di allora, il cosiddetto Palazzo era il palazzo Giustiniani Maltarello a Vicenza. Altri palazzi proprio non ne conoscevo. Manco la favolosa Regia dove aveva studiato mi padre avevo io mai visitato. Me la rimproverai un poco sta ignoranza . Mentre rientravo in sala poi i miei pensieri cominciarono fortemente a martellarmi . Potevo sentore i mio sangue pulsare . Quei pensieri correvano come lapilli C’era la Sardegna, il mare le basi segrete del nord est. Il cane Lux regalato ad Tito a mio padre. Le sorprese erano tante. Ero certo di essere stato selezionato per la missione? Che sarei rientrato vivo da quell’incontro? Tenevo sempre la foto di Lux con me . Dissi fra me e me : Dolce e fiero Lux, dovunque tu sia aiutami tu ! Evidentemente si erano accordati in mia assenza . La riunione era finita. Al congedo da quell’incontro, il saluto fu del tipico modello militare. Era un ordine…. mi ripetevo, dopotutto. Dato a un subalterno quadro. Davanti a un ordine non puoi disobbedire, non puoi dire di no alla Patria Franco . ” L’Italia, quella fino ad allora, da me conosciuta è uno Stato loro. Per di più Suddito” . Ripetevo fra me e me mentre i motoscafo mi ri-depositava sano e salvo nel molo a Trieste . Come è cambiata da allora la mia percezione . Come era verde la mia valle … Ecco comincia qui la mia Operazione Goldfinden.
Ricordo che su un punto in cui mi ero preparato ebbi a chiedere a Maclean : Uno dei 7 sosia di TITO o il Russo che prese il suo posto suo per un certo tempo ossia Nikolai Alexandrovich LEBEDEV (1914 – 1942) generale sovietico dell’Armata Rossa, di etnia russa . Quasi un suo sosia che prese temporaneamente il suo posto, nello stesso periodo in cui Tito sembrò sopravissuto a due attentati . Nello stesso tempo Tito era scomparso per quasi tre mesi. A spiegazione di questa sostituzione sir Maclean mi rilasciò la dettagliata spiegazione senza tuttavia chiarire alcuni dettagli importanti che io no ebbi coraggio approfondire.
LA RELAZIONE DI MARIAN MARKULO Marijan John Markul era nato a Livno nel 1909. Migrò negli Stati Uniti nel 1936. Prestò servizio nell’esercito americano per due anni, durante la seconda guerra mondiale nel 1944. ricevette la cittadinanza americana .
Un rapporto dell’FBI, Los Angeles, 20 aprile 1955, menziona una sua spontanea l’affermazione secondo cui egli ” per fede profondamente socialista” desidera fornire informazioni che potrebbero essere importanti per la sicurezza degli Stati Uniti” avvisando che il leader che loro pensano sia, in realtà non è .
Nella nota redatta oggi desecretata apparve che durante la deposizione resa agenti dell’FBI egli provò che rientrando in Jugoslavia nel 1953 , incontrò Tito in due occasioni. Il primo incontro durò circa un’ora, e notò che il maresciallo Tito aveva cinque dita per mano e non. 4 . Quindi che salvo che quello fosse un sosia del premier utilizzato per questi incontri, pur essendo uguale a lui , non era dunque lui. A lui non era sfuggito questo particolare
Markul afferma che il vero Tito ha perso il dito medio e l’indice della mano sinistra. Aggiunse che Tito, con cui parlò nel ’53. era educato e suonava molto bene il pianoforte e tirava di scherma . D’altra parte, il vero Tito non era istruito e, per quanto ne sapeva Markul, non sapeva affatto suonare il piano.
Markul era con la moglie Ingrid e il supposto Maresciallo li trattò con freddezza. Markul parlò dei suoi dubbi con Alexander Rankovic , il capo della sicurezza Jugoslava (‘OZNA) e stretto collaboratore di Josip Broz Tito, anche vicepresidente della Jugoslavia dal 1963 al 1966 e uno dei quattro uomini più potenti di tutta la Jugoslavia dell’immediato dopoguerra.
Tra l’altro Markul sosteneva che Josip Broz era alto circa 180 centimetri, mentre questo “falso” era alto solo 160 centimetri. Markul ha anche detto che l’uomo che gli si presentò come Tito negli anni cinquanta parlava con un leggero accento russo e che parlava piuttosto piano. Il vero Tito, viceversa parlava con decisione e durezza.
Anni dopo al momento delle elezioni figlio del leggendario Tito , Žarko Broz disse chiunque vincerà non sarà buono . Poco dopo quella Jugoslavia che per anno Tito era riuscito a salvare dalle ingerenze e dalle lotte interne, cessava di Esistere.
Anche da fonte :
«Un generale russo fu il sosia di Tito»
Nota: K-622 ha comunicato che non metterà a disposizione i suo orecchi musicale assoluto per effettuare una perizia fonica su spezzoni voce del primissimo Tito comparati co registrazioni di discorsi pubblici successivi.
https://www.marieclaire.it/moda/look-star/a39462675/tesoro-russi-romanov/
OPERAZIONE GOLDFINDEN : DA LICIO GELLI A TITO. LA MISSIONE
Il definitivo accordo di restituzione del metallo, come della consegna e per presa in lavorazione dello stesso in Toscana fu raggiunto solo nel 1986 . Mentre l’ inizio della missione diviene operativa nel 1988 .
DUE DELICATISSIME OPERAZIONI CORRELATE In quell’anno il Molosso, fu contestualmente infiltrato in una spericolata operazione super coperta concertata dai servizi segreti, l’OperazionePirati Barbareschi, dove K- 626 si fece carico di sganciare un fake per fermare i sequestri ormai divenuti incontrollati degli industriali. L’operazione scattò allorché nel corso di trattative si fu certi che erano stati individuati ed incarcerati i custodi calabresi del giovane vicentino rapito a scopo di riscatto, Carlo Celadon . Operazione , inizialmente partorita per scoraggiare i sequestri di persona incoraggiati dal favorevole cambio con cui i denaro dei rapimenti veniva riciclato presso la Banca Rasini di Luigi Berlusconi a Milano in un rapporto dove a un miliardo, veniva corrisposti 200 milioni “puliti” . Facendo leva sui sentimenti di amor patrio e sapendo bene che cosa significasse essere rapiti, il Molosso accetto la nuova operazione.
FINE DI UN EPOCA “Per il gen,Paolo Moci ad Arcore quelli, visti i successi riscossi dai continui rapimenti non si fermavano più. Bastava stare dietro lo sportello della banca ed aspettare . E non c’era più un modo per fermarli. Tra i sequestri e la riconversione del denaro in eroina ecc . Come preventivato da Falcone, i beneficiari di quel denaro estorto a una vecchia aristocrazia stagnante e ad una imprenditoria rimasta alla finestra in un suolo perduto, sarebbero divenuti un mix di micidiale. Un potenza mondiale .
Da quel momento ”K-626 ” per i veri addetti ai lavori, diverrà il definitivo nome alias in codice del Molosso.
FU UFFICIALE di COLLEGAMENTO nello stretto contatto delle operazioni undercover tra il giudice Giovanni Falcone e la missione segreta del commissario Elevetico Fausto Cattaneo, principale protagonista delle operazioni Mato Grosso e Pizza Connection l’agente undercover a cui K-626 per impressionare l’ élite” del traffico internazionale di droga, i grandi boss della mafia turca dell’eroina e i baroni colombiani del business della cocaina. prestò le sue auto utilizzate dal Commissario alias ” Bertoni ” che a seconda delle occasioni veniva improvvisato industriale, finanziere, contabile , body guard autista . Poiché mancavamo di un’organizzazione e di risorse adeguate, spesso dovevo improvvisare per perfezionare il mio travestimento. per impressionare sui trafficanti talvolta, prestò le sue auto.
Sopra la Rolls Royce Gialla del film di Anthony Asquith di Lord Charles Frinton Passata di mano da un ricco gangster italo americano che la acquista per visitare l’Italia in compagnia dell’amante, l’auto seguendo i passaggi di proprietà segue gli eventi bellici della ex Jugoslavia, 1941, durante l’invasione tedesca della Jugoslavia l’aristocratica Gerda Millett, americana conservatrice, vede requisita la Rolls-Royce dal partigiano Davich, con il quale stringerà amicizia. Dopo essere sopravvissuti ad un attacco aereo la donna vorrebbe continuare ad aiutare il partigiano ma Davich la convince a tornare negli Stati Uniti dove può raccontare tutto quello che ha visto e garantire il sostegno al popolo oppresso.
FAUSTO CATTANEO FALCONE CARLA DEL PONTE . Falcone attraverso i confidenti di Cattaneo si era imbattuto nell’oro rubato agli ebrei . C’è ne sarebeb stato anche per lui . Ma Falcone non era in vendita. Le avventurose, audaci rischiosissime operazioni del commissario Cattaneo che per Pizza Connection collaborava segretamente con il magistrato elvetico presidente del Tribunbale Cantonale dr. Plinio Rotalinti , parente del giornalista ucciso nel Castello di Castro, dopo l’ordine di uccidere ad ogni costo Giovanni Falcone(sospeso solo perché in quel momento non si sapeva da che parte si schierasse la magistrata svizzera in trasferta ). Per cui le indagini di Falcone, furono avversate ed archiviate tutte dalla medesima procuratrice svizzera Carla Dal Ponte. .
QUANDO LA CORRUZIONE ALLE MAZZETTE PREFERISCE L’ORO Doveva essere l’ultima indagine personale, segreta questa del commissario Cattaneo allorché ’agente Svizzero venne abilmente fatto cadere in disgrazia così subendo ogni genere di calunnie e perdendo la sua privacy familiare. Assolto ne uscì provato anche perché la posizione del collega suo detrattore, fu solamente ” archiviata”. Quindi esattamente come nel processo in Italia, saranno svolte indagini per risalire alla regia che guidò i le azioni dei poliziotti depistatori che tradirono Borsellino.. non furono volutamente svolte indagini . Quanto al suo fedele amico, il giornalista, cronista della RSI, parente del procuratore svizzero Rotalinty, malgrado l’aiuto protettivo che Fausto Cattaneo riusciva nascostamente a girarli attraverso amici del SIC rimastigli fedeli , sventati alcuni tentativi di ucciderlo che i giornalista aveva dettagliato non solo a Cattaneo ma anche all’archeologo Marizio Tosi, Sidney finì “scivolato” buttato giù dal castello di Castro una notte di pioggia . Anche qui è evidente che fu perentorio l’ordine di non indagare sulle presenze dei Killer giunti a Castro per ucciderlo e di fare passare la sua morte come un suo ” gesto estremo”. Nell’inverno 2020 , a Verona, Arnaldo La Barbera, responsabile del “dopo Falcone”, evidentemente sapendo in anticipo che Mario Timbal il figlio dell’ avvocato e della magistrata Carla Del Ponte, sarebbe assurto all’informazione col ruolo presidente RSI , mi chiese se riprendendo il mio alloggio svizzero di via Canevascini presso la RSI , potessi piazzarci e alimentare delle telecamere direzionali intelligenti a riconoscimento corporeo allo scopo di meglio carpirne le abitudini.Mi avrebbe firmato lui un incarico scritto . Ma i pretendevo una delega dall’AISI Non accettai i nuovo incarico senza una delega ufficiale. Mi avrebbe firmato lui un incarico scritto. Non bastava. Lo indirizzai ad altri più prossimi tecnici a Milano -Lugano . Oggi sono più propenso a credere che lo scopo fosse trovare una finestra dove avrebbero potuto appostare un killer per uccidere il figlio della magistrata,.“Ben facesti tu nel 1988 a toglierti di dosso quell’oro. Ora a QUESTI (intendeva dire per l’intera famiglia Timbal -padre figlio e la magistrata Carla Del Ponte che nel 1992 come, anche per Sidney Rotalinti , sulla pista dorata era entrata nel mirino dei sospettati di Falcone che la riteneva principale mandante sabotatrice anche del suo attentato e che considerava seduta al vertice della cupola Quell’oro che ha coperto, glie lo leveranno di dosso il Mossad per via delle pretese dei nipotini eredi ebrei .
L’ultimo successivo incontro fra me e Arnaldo La Barbera avvenne poco dopo a Verona. Ci trovammo presso il parcheggio Bauli, sempre in presenza del mio doppelganger Nenad Rankovic e del mio autista. Tutti mascherati . ERa legale mascherarsi dopotutto .Arnaldo che aveva preso il mio sosia guardia spalle, pure vestito come me, per me , visibilmente prostrato gli disse : Ho il cancro Franco . Replicai io : Hanno dunque irradiato anche te con ste valute, l’oro radioattivo [dopo l’agente R.I (omiss)] e dopo la la Imane Fadil …
https://www.ilmessaggero.it/italia/caso_ruby_testimone_morta_imane_fadil-4363816.html
Alla fine hanno fottuto anche a te eh vecchio Arnaldo?
“Neschuno ma fott a me”! Rispose.
Mi sono fregato da solo e a fottermi, tacendo, sono stati i tuoi bacia banchi traditori veneti. I criminali leghisti Verona. L’ amico dell’Achille Variati.Chi ? Si insomma dicci chiaramente chi ? Dai che sai di chi parlo …il marito delle tua amica ( capimmo che intendeva il sindaco di Verona Flavio Tosi attraverso attraverso la di lui moglie. Sapeva perfino che essa aveva visitato casa di Giulietta in Anfiteatro-Tosi e il suo vicesindaco. Entrambi sotto processo per associazione mafiosa nel traffico di rifiuti tossici, poi finito con condanna a servizi sociali alternativi per il vicesindaco di Verona. La seconda volta che un suo dirigente della monezza finisce dentro per le morti di cancro alla monnezza ).
Sono entrato in contatto con quei maledetti bidoni radioattivi del tuo paesano Arrigo Abalti( Fondatore TVWEB) . E loro : zitti. Ah l’oro nero! Esatto. Mica me lo avevano detto loro dove li avevano interrati. No, non dovevo fidarmi di loro. Maledetti. Dovevo fidarmi di Carmine Schiavone di Perrella che so che hai incontrato con quello dell’osservatorio Antimafia a Verona, giorni fa. . Non di loro. Ma Come fai sempre a sapere tante cose su di me Arnaldo? …. E su altre , su me, sbagliare clamorosamente? Lui al solito, messo alle strette non rispondeva . Ma mi consegno un mappa mentre ci guardava con l’altra mano sempre in una tasca. Mappa che sparì poco dopo nell’altra tasca dell’impermeabile . Segno che ci aveva ripensato. Magari di darla a qualche altro . Dopotutto quella non mi pareva la mappa di dove lui potesse aver seppellito la super ricercata cartella di Borsellino prelevata durante la sua elimininazione . A ognuno le sue precauzioni dopotutto . Giusto per non smentirsi mai… Era la mappa dove hai nascosto i soldi , l’oro dissi senza mai togliere lo sguardo dalla altra mano che aveva in tasca. Da quella posizione avrebbe potuto freddarci in un nano secondo tutti. Era senza forze quell’uomo . Irriconoscibile . Ma certo pensai che probabilmente un po’ ne stava risparmiando qualora avesse dovuto schizzare qualche impulso in lui. Mai come in quel giorno fui felice che ci fosse molta gente presso il Bauli., no lontano da noi . E dovetti averlo guardato davvero con sospetto, sebbene senza aprire bocca perché lui dicesse : Senti Franco, lascia che ti spieghi e che dica che mi dispiace per il depistaggio di cui sei stato vittima e che ti è accaduto E di come non aver potuto muovere comunque un dito in tua difesa. Ma i Madonia sebbene non se la passino più tanto bene hanno giurato di farmela pagare . Li poi in Anfiteatro dove anche li tu sei Conservatore ( alludendo il denaro dei sequestri sbolognato fatalmente a Piddu Madonia) Li ci hanno buttato soldi che avanzano . Ma vedi che con le ville abusive che ti hanno costruito dentro l’ anfiteatro ci siamo dentro tutti fino al collo. Sbagli, gli dissi . M a diretto lui subito si giustificò dicendo che depistaggio era stato favorito non da lui ma addirittura organizzato, ordito su me dai ROS .A suo dire, portato avanti dai due marescialli di Arcugnano -Brendola coinvolti del depistaggio per peculato ed omissioni varie) Secondo le comunicazioni intercorse, sottoposti al gen. Subranni e stante la regia estorsiva da me denunciata . Subranni , secondo lui la poteva avere portata avanti assieme ai suoi figli, : Ennio (ROS) , Danila con l’on. Angelino Alfano coinvolti con anfiteatro. E vabbeh… Tutti siciliani doc insomma ! Nel 2020 morì Ennio Morricone . Il suo brano Il clan dei siciliani che mi ronza in testa, resta un opera d’arte musicale immortale ! Scacciaensieri e note finemente tessute durante la progressione dell’armonia del brano classico a 4/4.
Giova a dirlo che durante l’estorsione ai miei danni , nel complotto del Sindaco Paolo Pellizzari per meglio terrorizzarci, lui prova ancora ora a destoricizzare l’Anfiteatro Berico al fine di cementarlo senza difficoltà senza più ostacoli , quel sindaco e mi mandò davanti un suo intermediario a nome del ministro Alfano. Quindi la magistrata Orietta Canova a cui con dovizia di particolari denunziai pressioni , minacce dichiarandomi per ben due volte pronto a collaborare per accertare se fossero vere o meno le pressioni del ministro costruttore Alfano, ebbene … non è ancora intervenuta. E per l’appunto è a tutt’oggi strano che nessuno di loro si sia fatto vivo smentendo. La vedo male comunque per i due marescialli premiati dal sindaco alla fine delle numerose omissioni denunziate. O se non per loro vite, per quella del gen. Subranni . Pensavo a queste cose mentre guardavo lasciando parlare Arnaldo .Senza parlare . Comunque quella fu l’ultima volta che incontrammo Arnaldo La Barbera. Al congedo, le sue ultime parole, a fatica, tremolando tenendomi per un polso e sempre mantenendo l’altra mano dentro la tasca dell’impermeabile, mi disse : Franco , se mi succede che muoio, quello che non sanno ancora è dove ho depositato istruzioni . Gli chiesi: Arnaldo, non è che hai una minuscola fialetta nel polsino vero? … Dai ora basta giocare ! Disse . Orbene temo pure per mia moglie e mia figlia funzionaria della presidenza del Consiglio. Grazie se fin da ora potrai fai qualcosa per loro. Ti ripagherò. Sai bene che nulla voglio Arnaldo . “E’ stato comunque bello …. Addio Franco”
Fonti citate : ‘Ndrangheta, arresti a Verona. Nella stessa inchiesta ..Rai.it
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2 mar 2023 — VERONA – In provincia di Verona ha operato un’organizzazione di stampo mafioso … di corruzione e condannato a 2 anni (senza aggravante mafiosa).
OPERAZIONE GLODFINDEN
Predisposta per rendere autorevole il Molosso ne venne infine utilizzato i livello di autorevolezza assunta per le trattative finalizzate al rilascio ostaggio vicentino Celadon. Il Molosso rinunciò alla restituzione anche
parziale di tutto l’oro di Famiglia, chiedendo che l’oro o i proventi
generato dallo stesso fosse distribuito alla popolazione Jugoslava.
“OPERAZIONE LEZIONE” REGIA DI VITTORIO MANGANO DA ARCORE
PER NON DIMENTICARE Alcune considerazioni su protagonista
Se con l’operazione Goldfinden la missione Pirati Barbareschi confondendo le carte ai malfattori , con la discussa liberazione di Carlo Celadon, minò i rapporti fra gli addetti alla l’industria dei sequestri, la certezza di farla franca. Così le rappresaglie per K -626, non si fecero attendere .
Anni ’90 Spedizione punitiva “lezione ”: una sparatoria in Riviera Euganeo Berica in cui il Molosso ebbe la meglio, azione ordinata ad Arcore dal sicario convivente col cavalier Berlusconi da villa Giulini Casati Stampa, il Vittorio Mangano. Nelle spedizione punitiva quattro attentatori si scontrarono con la scorta del Molosso. Conservatore colpevole di difendere le bellezze immobiliari e paesaggistiche dalle ondate del business della monezza e dalle relative cementizzazioni abusive , tra Arcugnano e la Riviera Euganeo -Berica. L’attentato fallirà. Al Molosso, per rappresaglia poco dopo sarà fatto scomparire il figlioletto di 2 anni e mezzo allorché legalmente, l’avvocato di Berlusconi, incredibilmente, riuscìrà a fare cancellare dal registro dei nati il nome del bambino .
Nella Foto : il presidente di Amnesty International, Estela moglie del vicentino Carlotto, Franco Alessandro Malosso Maltarello von Rosenfranz , a Milano durante un convegno di Amnesty inerente alla formazione di una Banca dati DNA (nonne di Plaza De Mayo) dei bambini scomparsi a scopo di estorsione -ricatti, vedette politiche. L’epoca è quella del film Garage Olimpo .
Il Molosso in quei giorni aveva in attivo perizia di accertamento vocale su lui – durante l’ennesima cattura del Torturatore Argentino col .Olivera. falsamente iscritto alla loggia P2 e incredibilmente rilasciato dalla Magistratura italiana che lo aveva fermato all’aeroporto di Fiumicino così disinnescando tutta l’opera di rintraccio del soggetto.
Cancellata la paternità , il legittimo padre resistente sarà condannato come sottrattore di una fantomatica ” PERSONA “incapace” A quel punto non fu più possibile ne conveniente intervenire e rintracciare il piccolo attraverso l’Interpool .Franco collaborò a rintracciare alcuni bambini rapiti attraverso un banca dati DNA di bambini rapiti Da allora ne sono stati ritrovati pio di 100. .Del suo figlioletto però si persero per sempre le tracce . Di seguito a ciò la sia compagna si uccise.
Rapimento del piccolo Molosso
NOTA : Ulrich von Hassell non va confuso con l’on. Kai-Uwe von Hassel ex interprete per intelligence militare (Abwehr )sotto l’ammiraglio Wilhelm Canaris . Nella nuova cancelleria tedesca VH fu presidente del Bundestag perdendo un figlio, Joachim von Hassel, aviatore navale e Oberleutnant zurnel, precipitato, pilotando il Lockheed F-104 Starfighter . Gli Starfighter tedeschi evidenziarono un tasso di incidenti allarmante, in quanto 292 dei 916 totali si schiantarono al suolo , causando la morte di ben 115 piloti.
Curiosità : battuto a terra, in velocità da Villeneuve su una auto monoposto italiana Ferrari per ben tre volte, l’F-104 fu definito da Ettore Malosso “un fabbricante di vedove” mentre dal suo parigrado tedesco Bubi Hartmann, “Bara Volante. Viceversa gli italiani , gen. Paolo Moci capo delegazione, in USA alla valutazione del velivolo Lockheed F-104G Starfighter , il gen. Giorgio Bertolaso non ne consigliarono l’uso anzi dichiarandolo aereo affidabile. In seguito a questa valutazione esplose il disappunto dell’on. von Hassell a cui fecero seguito nello scandalo dei velivoli C130 le rivelazioni del Senatore USA Frank Church con la messa in acccusa per corruzione del presidente DC vicentino Antelope Cobbler , alis cifrato di Mariano Rumor. V.H. morì all’età di 84 anni, quando subì un infarto durante la cerimonia che gli conferiva il Premio Carlo Magno
INVECE il padre dell’ARCHITETTO ROBERTO VON HASSELL ? Fu nientemeno che ambasciatore tedesco i Italia Ulrich von Hassell come W. Canaris , Von Stauffenberg ecc , fu dichiarato reo di aver “tradito” gli sforzi di Elena Capito in Bechstein.
L’ ORO DI HITLER GESTITO DA JOE ADONIS DALLA SVIZZERA A VICENZA
Il mondo per un ristretto cerchio di persone a cui , volenti o nolenti, si appartiene è più piccolo di quanto si immagini. Quell’oro che maneggiava il più grade distributore di Coca Cola e GingerAle era l’oro svizzero accantonato da H. Hitler ed Heinrich Müller contenuto nelle cassette di sicurezza svizzere . Ad Adonis, fra i tanti affari che i discusso imprenditore intratteneva, esso era giunto in possesso attraverso il geniale membro dei commandos, Ian Fleming che con la mediazione di Lucky Luciano, permise anche di pianificare la fuga del cancelliere tedesco. e stretti collaboratori . Fuga pagata profumatamente con la cessione di conti al portatore svizzeri, così assicurando loro il corridoio di fuga Autorizzato nell’accerchiamento a Berlino e da li fino in sud America, verso quel rifugio che doveva essere stato di W. Canaris se quest’ultimo non si fosse schierato nel mancato attentato a Hitler . Un oro che avrebbe continuato a contribuire indirettamente alla crescita delle città vicentina legata al primato delle lavorazione mondiale dell’oro. Ma Joe Adonis, l’unico che apparentemente non temeva di finire nelle tracce dei servizi e di affamati cercatori di quell’oro. Morì in circostanze misteriose mentre si trovava ad un interrogatorio di Polizia.
OPERATION GOLDFINDEN – CELADON -PIRATI BARBARESCHI L’ oro mancante sottratto a Pietro di Jugoslavia non fu mai completamente restituto a Tito. Ma tra accordi intercorsi con i successori del leader Jugislavo, tra il 1986 e il 1988, malgrado alla consorte spettasse di essere interpellata sulla vicenda del metallo, dalla Svizzera non fu più corrisposto il congruo compenso pattuito quale interesse a quella partita d’oro prelevato e depositato in Svizzera da Licio Gelli – Furono così successivamente pattuite nuove modalità in quanto non era conveniente mantenere colà i prezioso metallo infruttifero. Quindi offerto parzialmente al discendente della corona di Macedonia con alcuni accordi che sarebbero stati garantiti con la vita dall’ultimo discendente.
Morti i soci in affari Lucky Luciano e Ian Faming , morto Joe Adonis, quel colossale smercio, il flusso di pesanti di ingotti oro, oro proveniente da una storia millenaria, in gran parte, di provenienza dall’Impero persiano di Alessandro I ” il Molosso” , scambiato ed ingrossato dai georgiani in seguito alla rapine a banche dello Zar, da parte della gang dedita a dell’ex seminarista don Iosif Stalin , con la morte dei protagonista il cammino di questo oro sembrò fermarsi assieme agi accordi di amico .nemico di Stalin : TIto Broz.
Nella foto sopra Stalin dal 1894 al 1899 frequentò il seminario teologico di Tiflis. Alcuni lingotti appartenenti a Pietro di Jugoislavia , presumibilmente scambiati con quelli del suo Regno. Si scoprì che provenivano originariamente povenissero da rapine a banche russe dello Zar o messe al sicuro da quest’ultimo duramte la rivoluzione. A conforto finale di questa tesi furono ritrovati con queste tipiche punzonature a villa Wanda nella disponibilità di Licio Gelli ex Agente dell’OVRA per il Governo Italiano .
Tentativi di smerciare quell’oro fermatisi con la morte di Joe Adonis nel 1971 faticano a riprendere giacché lui non lascò istruzioni. Si tratta di un mondo che può chiuderti in una bussola e lasciarti li a decantare fra quelle due porte. Un mondo, quello delle lavorazione a Vicenza che parla una sua lingua codificata in dialetto esclusivamente vicentino. Fra quelle due porte di vetri blindat che resistono a un a357 magnum è diffiicile che tu entri in un laboratorio se non sai rispondere a qualche precisa domanda purché dialetto. Quando riprendono le importazioni ? Pressapoco nel 1977 . Franco von Rosenfranz uscito dal collegio vescovile, riceve in addestramento adatto a non essere rapito in Sardegna oltre a quello del suo maestro di Judo cittadino (Piccoli) per un totale di ore ben superiore a quello del suo maestro di Tennis alla ex GIL (Sartori). Operativo per compiti di Polizia Militare, quasi contestualmente , alla sua seconda missione prese a investigare per conto del Col. Paul Tate lavorando anche come detective per una notissima rampante agenzia investigativa a Vicenza. il Molosso che si dividerà anche in seguito la sua vita tra la UCLA a LA studiando arrangiamento musicale per il cinema ma anche per perfezionarsi nelle telecomunicazioni satellitari e intercettazioni , oltre che al caso Sharon Tate . Li fu contattato dall’imprenditore Bancario Svizzero R. Mayer con il figlio, desideroso di avviare una forma di forniture di oro improduttivo da trasformare in conto lavorazione. L’affidamento avvenne sotto l’egida del Titolare dell’agenzia . I campionari da realizzare nelle fabbriche di oreficeria Balestra (le cui vicende trovano epilogo finale nel 2011 / Crack e con le accuse di commercio “in nero” per 14 tonnellate) anche questa volta l’impresa non ebbe a decollare . Di li a poco il titolare delle investigazioni G.M. morì.
RESTITUZIONE DELL”ORO RUBATO AL REGNO DI JUGOSLAVIA Tra la fine del 1986 e il 1988 fu deciso perciò di immettere nel mercato un gran parte di quei lingotti e di trarre utile con contratti di lavorazione a lungo termine. Da qui il nome alla operazione di importazione .L’oro riconducibile alla famiglia reale macedone fu però completamente rinunciato dal suo ultimo erede Molossiano in cambio di alcuni accordi speciali . Per il trasporto fu basilare l’apporto coperto del faccendiere Svizzero -Arcugnanese M.P. deceduto in seguito al suo rientro dall’Africa per circostanze che una autopsia non ha mai del tutto chiarito.
REIMPORTAZIONE DEL METALLO DURANTE LE CRISI POLITICO SOCIALI L’ultimo dei Molossi divenuto ormai maggiorenne si fece così garante di importare quei metalli preziosi facendolo transitare in territorio italiano, da se non invuato in conto lavorazione per fruizione per buona parte, da Firenze, Arezzo, Bari e poi per Mare, raggiunse quel porto natio Jugoslavo da cui era stato sottratto nel l’aprile del 1941.
Potendo fornire queste operazioni come esca per entrare in contatto con chi custodiva le posizioni del giovane ostaggio italiano Carlo Celadon. L’operazione camuffata GoldFInden fu ideale per permettere al Molosso di svolgere la missione Operazione Pirati Barbareschi Elevate contestazioni per violazioni valutarie in materia di importazione o transito di quel metallo prezioso per l’Italia, penali e civili, quindi l’ evasione in materia di reddito ed IVA ( anche se alla fine i collaboratore di Giustizia e noto faccendiere internazionale Arcugnano-Svizzero M.P. l’uomo che materialmente aveva agevolato l’operazione segreta di importazione. In seguito, al fine di scagionare l’operato del Molosso in quanto aggregatosi ai sui spedizionieri per mere ragioni di servizio, MP denunciò anche al ministro delle Finanze Rino Formica avendo dimostrando che le imposte sul transito del prezioso metallo di Tito come per quello delle SS, lo Stato Italiano avesse a valle dell’operazioni,recuperato comunque l’IVA ( Rino Formica fu teste testimone con Steve Pieczenik, consulente CIA del Dipartimento di Stato americano, inviato in Italia per sostenere il ministro degli Affari Interni Francesco Cossiga. Pieczenik a sua volta fu l’ideatore della falsa notizia che nel Lago della Duchessa vi fosse stato il cadavere dell”on Moro rapito da elementi dei Servizi Segreti ) . Sia questo depistaggio, come l’idea di addossare la colpa de rapimento alle BR , come le l’operazione Pirati Barbareschi e Golfinder condotte da K-626 ( Il Molosso) ebbero per interlocutore al corrente di dette segretissime operazioni, lo stesso Ufficiale Superiore dei Carabinieri in seguito divenuto comandante superiore all’ AISE .Successivamente , due collaboratori del Giudice Falcone.
ARCUGNANO: QUELLE OPERAZIONI DI FALCONE SOSPESE A K- 626 Sempre lui fu quello che chiese di sospendere in Anfiteatro Berico di Arcugnano attività contro le manovalanze del Clan Madonia, suo cognato del cognato ed altri . Attività che furono segretate per ben 32 anni . Nel1992 e nel 1998 Causa: l’impresario edile e presunto colpevole della ideazione della politica stragista di Totò Rina, Madonia anche dal carcere, poteva rappresentare una fonte preziosa di informazioni. Inoltre sulla sommità dell’anfiteatro Berico, fu rafforzato ulteriormente il vincolo di segretezza dopo i fatti del 2009 dimostranti che il presunto killer di Falcone e Borsellino, Piddu Madonia esercitasse il suo ruolo di capo bastone- Appunto. Anche dal carcere.
LA TASSAZIONE DEL GOVERNO ITALIANO SUI METALLI IN TRANSITO Alla fine dell’esposto del MP fu dimostrato che lo Stato italiano in realtà alla fine recuperasse comunque l’imposta dal consumatore finale. A quel punto il RE indiscusso specialista di questo traffico , lo Svizzero -Arcugnanese M.P. decise di fare causa all’allora ministro delle finanze dello Stato Italiano l‘on. Rino Formica per avere ragione delle contestazIoni elevate. In effetti in fase di compensazione la teoria di MP non era sbagliata . MP però, per ragioni rimaste mai del tutto chiarite rimasse vittima di una puntura di malaria fulminante mentre dopo aver incontrato un emissario di brillanti della Nabibia , si trovava a cercare oro in Camerum.
Nel frattempo anche per K-626 la sua missione, e le le si disavventure giudiziarie non si fermano qui.
Contro K-626, allo scopo di tentare di vanificare la sua operazione anti-sequestri, di bloccarne l’operato e di coinvolgerlo penalmente quanto fiscalmente furono intentate accuse di auto- fatturazione inesistente. A questo depistaggio partecipò come subalterno i maresciallo di Arcugnano Bertradino Naldo dietro il cui alloggio in stazione dei Carabinieri, dormiva latitante Piddu Madonia dopo le stragi Falcone Borsellino.
NESSUN AUREO VANTAGGIO PER IL MOLOSSO. CIO MALGRADO, IL TENTATIVO DI INFANGARLO Manneggiò fiduciariamente e tonnellate e tonnelate di oro e argento preoccupandosi che fosse restituito al suo paese. Viceversa ed è un particolare non da poco allorché il maresciallo si inventò che il Malosso, come premio delle operazione di restituzione dell’Oro Jugoslavo organizzate da sir Fitzroy Maclean fosse stato promesso e regalato un carico di qualche tonnellata di oro che in cassaforte venisse conteggiato come “reddito” no dichiarato. Il maresciallo si inventò che l’inesistente metallo se lo fosse stato fatto rubare lui durate un furto denunciato presso la sua abitazione . Solo la sua caparbietà di un luogotenente delle GDF riuscì e stilando un esaustivo rapporto di servizio , ma solo nel 1989 a dimostrare che le fatture di importazione erano realmente state emesse da una soggetto clonato al Molosso per depistare su di lui attenzioni generali fastidi ecc. mediante una evidente sostituzione di persona. E no si trattava certo del suo doppelgänger pouché la fisonomia è completamente diversa. La presunta persona che si era sostituito alla identità del Molosso fu il rallysta Bronson, alias di Angelo Siino, accompagnatore delle uscite serali di Papa Woityla durante il periodo in cui scomparve Emanuela Orlandi Angelo Siino . bel processo al compaesano siciliano, il Senatore di Berlusconi, on. Marcello Dell’Utri, venne considerato l’ex Ministero dei Lavori Pubblici di Cosa Nostra che anche lo 007 Aldo Anghessa dI li a poco convinse a pentirsi collaborando.
IL PRESUNTO ORO SPETTANTE AL MOLOSSO DI MACEDONIA. Il Molosso fu completamente assolto dalla congetture del maresciallo Naldo cioè dall’aver accettato dell’oro a premio. Anzi emerse che il maresciallo aveva deliberatamente omesso di indagare sull’identita’ di chi lo avesse provatamente derubato. Dopo l’assoluzione con formula piena del Molosso che dichiarò di non provare astio per lo scempio causatoli dal sottufficiale, tuttavia, seguì un un alterco fra lui ed addetti serbo – macedoni di scorta, posti a vigilare sull’incolumità del Molosso che minacciarono il maresciallo . Trasferito a Vicenza, Presso la stazione dei Carabinieri di via Muggia ( anche ex sede Gladio) di li a poco il M.llo Bertrandino Naldo, muore. Anche questo fu lo scenario in cui si trovo appena trasferito da affrontare, il col. Luigi Finelli.Con il col.Mori fu coinvolto a vanvera dal maresciallo Tumino, l’artificiere che distrusse le prove dell’ attentato dell’ll’Addaurra ai danni di Falcone. L’eliminnazione di Falcone era stata temporaneamente sospesa in quanto poteva trovarsi con la magistrata svizzera Carla Dal Ponte, moglie dell’avvocato Timbal . Anni dopo, attesa l’avvenuta esecuzione del magistrato, la donna archivierà sistematicamente tutte le sue inchieste Italo- svizzere compresa quella a carico dei Berlusconi. Nel disappunto, il giornalista Sindney Rotalinti chiamandola pubblicamente “Crudelia Del Ponte” depositaria di enormi segreti , allarmò gli organi di Giustizia internazionali così denunziando la doppia vita della donna. Rotalinti sarà successivamente assassinato da 3 killer mentre,presso via Canevascini, sul figlio delle donna e di un noto avvocato di lugano, di professione presidente RTS un regolamento di conti compensato con oro a premio (il denaro accumulato in Banca Rasini era ormai noto che è tracciato) viene rimandato dopo essere stato sventato per un soffio.
MA NON C’E ALCUN ORO IN CASSAFORTE Poco dopo nel 1995 , in Riviera Euganeo- Berica sempre durante il comando a Vicenza del Col. Luigi Finelli, 4 killer di cui 2 a lui consegnati vivi, confessando di essere connessi alla FININVEST, mancarono un nuovo tentativo di sequestro sul Molosso . Ne seguì una sparatoria . 2 dei 4 di non rientreranno più ad Arcore. A quel punto il killer siciliano esperto in sequestri di persona a danni di imprenditori lombardi, convivente del Cavalier Berlusconi Vittorio Mangano, condotto ad Arcore dal senatore dall’altrettanto conterraneo siciliano on.Marcello Dell’Utri , chiese inutilmente di ricevere indietro almeno i cadaveri dei due sui scagnozzi . Di li a poco , ad Arcugnano( Vicenza) fra l’organico degli addetti alle intercettazioni guidate dal Molosso risultò infiltratosi un pregiudicato che lo allarmò confessando il vero motivo della sua missione. In quei frangenti, accadde la scomparsa del figlioletto di soli 2 anni del Molosso e il suicidio della compagna . Poco dopo Vittorio Mangano dopo aver minacciato di fare pubbliche rivelazioni di 20 anni di collaborazione a Milano fra, il Cavaliere, la sua Banca di famiglia dove venivano negoziati i riscatti dei sequestri dei Lombardo- Veneti rapiti ( Rasini) e il Dell’Utri, in carcere, fu irradiato in modo da contrarre male incurabile. Morirà portandosi nelle tomba i numerosissimi segreti sui sequestri di imprenditori e nobili, sopratutto milanesi fra cui tanti, uccisi e annegato nel cemento dei ponteggi autostradali , malgrado il denaro versato .
CHE NE E’ DELL’ORO DEGLI EBREI ASSASSINATI TROVATO DA FALCONE Con la morte di Falcone , le archiviazioni della Carla Del Ponte, e la immediata sottrazione dei dati su cui il giudice da confidenti messi a disposizione dal Comnissario elvetico Fausto Cattaneo aveva annotato i nomi dei beneficiari dell’oro Svizzero e quello importato in Argentina attraverso Peron, cioè quello sottratto dai nazisti alle più importante famiglie ebraiche ed a cui seguirono ulteriori omicidi di parenti ebrei che furono eliminati successivamente affinché non reclamassero il prezioso metallo. E’ questa una inchiesta non ancora del tutto chiusa dal Mossad che non è mai stato avaro nel ricompensare questo tipo di informazioni .
NELLA CACCIA ALL’ORO NON SONO MANCATI I DEPISTAGGI : FORTEZZA
In realtà a Fortezza quell’oro, secondo Luis Trenker collega del maestro vicentino del Molosso, doveva essere stato occultato da tempo . §Si trattava di numerosi lingotti , poi in parte recuperati ma non li ma dentro bare al cimitero di Marano dei dischi dal gruppo Sicherheitsdienst che fino al 1944 erano sotto il comando dell’ammiraglio Wilhekm Franz Canaris.
Un altro depistaggio messo in atto per stancare i cercatori d’oro, puntò sudati di clonazioni sulla presunta seconda esistenza di Hitler Grazie a una leggenda affascinante a questo proposito ricorda molto il romanzo I ragazzi venuti dal Brasile (1978), in cui si racconta che il dottor Josef Mengele continuò i suoi diabolici esperimenti sugli esseri umani e stasse per clonare il Führer. Esiste infatti una cittadina brasiliana, Cândido Godói, dove nascerebbero molti più gemelli rispetto al resto del mondo. Mengele scappò davvero attraverso una delle ratline, e visse per decenni in America Latina, Brasile compreso. Secondo lo storico argentino Jorge Camarasa Mengele negli anni Sessanta visitò Cândido Godói diverse volte, e a questo punto ci sono tutti gli ingredienti al posto giusto per la leggenda: i **gemelli **erano il segno lasciato dagli esperimenti dell’Angelo della morte, come era chiamato dalle vittime a Auschwitz. Era Argentina la banca che emise valuta in cambio di oro depositato. Valuta per sopravvivere
BIBLOGRAFIA
ALTO ADIGE, CACCIA ALL’ORO NAZISTA – 1
Pubblicato il 5 Maggio 2016
a cura di Cornelio Galas
Günther von Hummel: Politica – Terapia. Capire ciò che già sai: come la politica potrebbe essere pensata in modo terapeutico . CDA, Norderstedt senza data, pag. 160 – 161
contiamoci.net Fra le Alpi austriache c’è un lago che nasconde ancora oggi i segreti dei nazisti. NOEMI PENNA 04 Settembre 2017
8.500 lingotti d’oro nascosti dai nazisti e ritrovati nel dopo guerra.Solo una minima parte del tesoro del Terzo Reich.E sulle rive del lago di Garda potrebbe essere nascosto MOLTO di più!
Una storia di avventura e mistero che dura da 70 anni…Guardate il video per saperne di più..
Tesoro composto da oltre 8.500 lingotti d’oro nascosto in una grotta dai nazisti in Turingia e ritrovato nel dopo guerra. E’ solo una minima parte della ricchezza perduta del Terzo Reich. Nei bunker sotterranei del lago di Garda potrebbe nascondersi molto di più. Nell’aprile 1945 i tedeschi vi nascosero un gran numero di pesanti casse.Il tesoro di Adolf Hitler.Una caccia all’oro che dura da 70 anni!
VICEVERSA ECCO CHE ACCADDE AL RESTO DELL’ORO POLACCO , FRANCESE BELGA E QUANTO ALLA FINE DEL SECONDO CONFLITTO MONDIALE FU DATO PER PERSO
L’Oro francese , a Parigi, disponeva della più grande cassaforte del mondo, “La Souterraine”. .
1939 con l’invasione tedesca alle porte il Belgio e Polonia affidarono il loro oro alla Francia.
L’11 giugno, con i tedeschi a 400 km da Brest,l’Emile Bertin lasciò Brest con 255 tonnellate d’oro. Fu il più grande trasferimento di oro delle storia dai tempi di Amerigo Vespucci .Fu realizzato da un’unica nave.
CAMION INGLESI E BRAVI MECCANICI SALVARONO L’ORO FRANCESE
Durante i trasbordo, i francesi non disponevano più di un numero di camion sufficienti a completare l’operazione e quelli che avevano erano troppo piccoli. Furono così ritrovati e riparati undici camion abbandonati dall’esercito britannico durante i bombardamenti per la strada di Brest . Senza di loro per Bertin sarebbe stato impossibile finire di caricare e salpare com la nave in tempo.
I SERVIZI SEGRETI DI CANARIS IN RITARDO PER DIROTTARE LA NAVE Il 17 giugno, il Maresciallo Pétain annunciò la resa della Francia. Tuttavia l’ammiraglio Darlan, il futuro presidente Francese De Gaulle decise di proseguire .
Darlan era u vero e propio conservatore dei luogjei e beni . Suo padre noto per aver tentato di d’interferire in favore di Alfred Dreyfus[2].
L’ammiraglio armò gli uomini e ingiunse a marinai, di proseguire il viaggio con il suo carico diretto alle americhe . e marina, non interruppero il carico per le americhe mentre gli agenti tedeschi piazzati ai porti pur dando le coordinat della nave, rimasero inascoltati . Anche perché con ogni probabilità i comandante avrebbe dato l’ordine di auto-affondarsi . Inoltre i portuali sotto il controllo del sindacato ebraico non ebbero no passarono i tempo la notizia ai tedeschi i modo che quest’ultimi potessero arrangiare un blitz sotto l’egida Abwehr dell’ ammiraglio e capo del Abwehr di Wilhelm Franz Canaris
Ammiraglio Darlan
Il 18 giugno 1940, 75 navi si stavano preparando a salpare. Avevano 7 ore per finire di caricare le tre navi, la Ville d’Alger, la Ville d’Oran e l’El Mansour. I bombardamenti continuarono, una colonna dell’esercito tedesco era a meno di un giorno di distanza. Un’altra nave viene scelta per essere caricata con l’oro, l’El Kantara.
Alle 14, le navi iniziarono i preparativi per partire, l’ultima nave fu caricata in extremis alle 18 e salpò alle 18:30, poco prima del calar della notte. Di notte era impossibile navigare attraverso il campo minato marino e le reti protettive.
Durante quel periodo a Lorient, la Victor Schœlcher veniva caricata con l’oro belga e polacco. Si incontrò con la flotta di Brest, in rotta verso Dakar. Trasportando 1100 tonnellate di oro, era ed è tuttora la più grande spedizione di oro mai realizzata.
Ora, dall’altra parte dell’Atlantico, ancora il 18, l’Emile Bertin arrivò ad Halifax, in Canada. Piccolo problema, la Francia era tecnicamente nemica del Regno Unito. Alla nave fu ordinato di deviare e andare a Fort-de-France in Martinica. Arrivarono lì il 24, dopo aver superato tre navi inglesi.
Quindi ora c’erano 1145 tonnellate a New York, 225 tonnellate a Fort-de-France e 1100 tonnellate a Dakar.
A chi apparteneva quell’oro? Alla Francia di Vichy o alla Francia di De Gaulle? A nessuna delle due, apparteneva alla Banque de France, ricorda che all’epoca era una società privata.
Churchill, inoltre, era piuttosto interessato a tutto quell’oro,
Le navi arrivarono a Dakar, furono prontamente scaricate e l’oro fu inviato a Thies, un forte militare.
Dopo che le truppe anglo-francesi furono respinte da Dakar dalle truppe di Vichy, fu deciso di inviare 1100 t di oro per 900 km nel profondo Mali.
L’oro belga fu così sacrificato per soddisfare l’invasore, che lo fuse prontamente e lo mandò in Svizzera per pagare la guerra.
Dopo la guerra, la Francia usò la propria riserva per sostituire l’oro belga fuso dai nazisti.
E in tutto quel trambusto, sai quanto oro non fu più ritrovato ? 395 kg!
All’appello mancarono solo lo 0,016% delle 2500 tonnellate d’oro.
E tutto l’oro ha aiutato la ricostruzione della Francia, nei due anni precedenti l’entrata in azione del Piano Marshall.
Alla mia domanda : signor K-626 , ma insomma, allora Hitler, ammesso che non fosse Maximilian Bauer riuscì o no ritagliarsi la sua Fuga da Berlino ?
Risposta : Nella misura in cui lei in primis e tanti altri segue questa vicenda , in un certo senso si. Sa che inflazione ci sarebbe se tutti i fanatici si trasformassero in cercatori d’oro?
CACCIA AI RECUPERI DI ORO MINORI SCOMPARSI E/O RITROVATI
Dagospia
https://www.dagospia.com › rubrica-29 › cronache › ci…
14 feb 2021 — Si tratta di concrezioni di sabbia e roccia formate sul fondo dell’ oceano e che, a quanto pare, avrebbero catturato al loro interno manufatti, …
Stavolta, il team di esploratori ha localizzato la SS Gairsoppa, nave britannica da 412 piedi affondata, con il suo carico di 200 tonnellate d’argento, da un U-Boot tedesco durante la Seconda Guerra Mondiale.
L’A IMMENSA RISERVA DELL’ORO PREDATO GIAPPONESE Qualcuno sembra se lo stia godendo l’oro del Generale Yamashita.
https://www.goldavenue.com/it/blog/newsletter-metalli-preziosi-spotlight/il-mistero-irrisolto-dell-oro-di-yamashita
Un recente sentenza :
“Un importo sconosciuto non è recuperabile perché l’intera entità della ricchezza di Marcos non è nota.
La vicenda dell’oro della seconda guerra mondiale : Il suo legittimo ritrovatore fu rapinato e imprigionato e torturato da Marcos.
Morale : Penso alle parole di Franco von Rosenfranz “Asiatico -Persiano – Giappponese. …Siamo sicuri che porti fortuna a chi c’è l’ha? “
Benvenuti in ODISSEY https://www.youtube.com/watch?app=desktop&v=9x1LMVYlhKc
Buona Visone di questo video !
A cura di betsy.vandermeer.w@gmail.com. Brani del libro di Franco Molosso von Rosenfranz e l’Intervista a k-626 2- 2023
Uno speciale ringraziamento a Franco Alessandro Molosso Maltarello von Rosenfranz che ha reso possibile questo reportage ricco particolari indediti .
BIBLIOGRAFIE E FONTI
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. Cfr. Format, n. 14/2000, pp. 20-27.
- Die Presse, 30/3/2000. Cfr. anche B. K REISKY, Zwischen den Zeiten. Erinnerungen aus fünf Jahrzehnten, Berlin 1986, Siedler Verlag, p. 430 (riguardo a Kamitz).
- H. PICK, Simon Wiesenthal. A Life in Search of Justice,London 1996, Weidenfeld & Nicolson, pp. 161-163.
- O. RATHKOLB, in S. MEISSL-K.-D. MULLEY-O. RATHKOLB, (a cura di), «Verdrängte Schuld, Verfehlte Sühne. Entnazifizierung in Österreich 1945-1955», Wien 1986, Verlag für Geschichte und Politik, p. 82; ID. «Castigo senza espiazione .La denazificazione in Austria dopo il 1945», in G. BOTZ ET AL.; Il «caso Austria». Dall’»Anschluss» all’èra Waldheim, a cura di R. C AZZOLA-G.E. RUSCONI, Torino 1988, Einaudi, pp. 144-160.
- «ÖVP hat weisse Weste», Die Presse, 30/3/2000.
- Ibidem.
- R. e M. BAMBERGER- E. BRUCKMÜLLER-K. GUTKAS, (a cura di), Österreich-Lexikon,vol. 2, Wien 1995, Verlag Jugend & Volk, p. 267.
- Cfr. fra gli altri K. OTTOMEYER, Die Haider-Show. Zur Psychopolitik der FPÖ,Klagenfurt 2000, Drava Verlag.
- Cfr. fra gli altri H. CZERNIN, Wofür ich mich meinetwegen entschuldige. Haider, beim Wort genommen, Czernin Verlag 2000.
- «Wer hat braune Flecken?», Profil, 10/4/2000. Alla domanda su «chi abbia macchie brune», secondo il sondaggio risulta che gli austriaci le attribuiscano per il 27% alla FPÖ, per il 22% alla SPÖ, per il 7% alla ÖVP; a tutti e tre per il 15%, «non sanno» il 28%.
- H.-P. WASSERMANN, Und ab heute Kinder sagen wir «Grüss Gott» und nicht mehr «Heil Hitler»,phil. Diss., Graz 1998, vol. 1, pp. 196 ss.
- Cfr. P. PELINKA, Österreichs Kanzler, Wien 2000.
- H. PICK, Und welche Rolle spielt Österreich? Vom besetzten Grenzland zum offenen EU-Staat: die Alpenrepublik im internationalen Blickfeld, Wien 1999, Kremayr & Scheriau, pp. 144-149 e pp. 302-304.
- Cfr. R. MITTEN, The Politics of Antisemitic Prejudice. The Waldheim Phenomenon in Austria,Boul- der 1992; R. HERZSTEIN, Waldheim. The Missing Years,New York 1988, Ann Arbor.
- Ibidem.
- CH. ZÖCHLING, Haider. Licht und Schatten einer Karriere,Wien 1999, Molden Verlag, pp. 197-199.
- «Apologies from the Austrian Marathon Mass», Washington Post, 10/11/1999.
- H. PICK, Und welche Rolle,cit.
- O. RATHKOLB, cit.
- Arbeiter Zeitung,26/6/1985.
- Ivi,22/3/1985.
- Cfr. I. LINDORFER, Der österreichische Kameradschaftsbund und seine Beziehungen zu den politischen Parteien Österreichs, Diplomarbeit, Universität Wien, 1996. 23. Österreich-Lexikon, vol. 1, p. 654.
- Cfr. al riguardo i giornali Österreichische National-Zeitunge Österreichischer Beobachter,usciti tra il 1950 e il 1955.
- A.L. SMITH, Kampf um Deutschlands Zukunft. Die Umerziehung und Hitlers-Soldaten,Bonn 1997, Bouvier.
- P. LENDVAI, Frankfurter Allgemeine Zeitung,7/2/2000, p. 11.
- L. HÖBELT, Von der vierten Partei zur dritten Kraft. Die Geschichte des VDU, Graz 1999, Stocker Verlag, pp. 248-250; F. OLAH, Die Erinnerungen, Wien 1985, Amalthea Verlag.
- Cfr. TH. NOWOTNY, Was bleibt von der Ära Kreisky,Wien s.d., Zukunft Verlag, pp. 13-14.
- H. DACHS ET AL., (a cura di), Die Politiker. Karrieren und Wirken bedeutender Repräsentanten derZweiten Republik, Wien 1995, Manz Verlag, p. 435.
- Ivi,p. 443.
- H. PICK, Simon Wiesenthal. Eine Biographie,Hamburg 1997, Rowohlt Verlag.
- Su K. MARK cfr. U. LANG-KREMSMAYER, Aspekte zur Funktion der Intellektuellen in der SPÖ – Am Beispiel des BSA unter besonderer Berücksichtigung der Wiederaufbauphase in Österreich,phil. Diss., Wien 1987, p.186.
- Profil, 1/6/1986, p. 28.
- H. WEISS-K. FEDERSPIEL, Wer?,Wien 1988, Eigenverlag, pp. 196 s.; Der Spiegel,n. 24/1970, p. 82.
- O. RATHKOLB, NS-Problem,cit., p. 80.
- B. KREISKY, Zwischen den Zeiten,p. 220, come anche il manoscritto originale nell’archivio della Kreisky Stiftung, Wien.
- B. KREISKY, Im Strom der Politik. Der Memoiren zweiter Teil,Wien 1986, Kremayr & Scheriau, p. 396.
- I. BÖHLER, «Wenn die Juden ein Volk sind, so ist es ein mieses Volk», in M. GEHLER-H. SICKINGER, (a cura di), Politische Affären und Skandale in Österreich. Von Mayerling bis Waldheim, Tauhr 1995, Kulturverlag, pp. 502-531.
- Stiftung Bruno Kreisky, Archivio. Copie uniche dei verbali della direzione della SPÖ, 1945.
- Österreichisches Staatsarchiv, Archiv der Republik, verbali delle riunioni del Consiglio di Stato.
- Archivio della Österreichische Gesellschaft für Zeitgeschichte, Wien, fondo Karl Renner.
42 Vedi nota 39.
- H. GRUBER, Die Jahre in der Politik. Erinnerungen, Klagenfurt 1982, p. 50.
- Copie da atti su Jedlicka del Central Intelligence Corps conservati nei National Archives, Washington D.C., sono in possesso dell’autore, che lavora a un articolo su Jedlicka che apparirà sulla rivista Zukunfta fine 2000.
45 Patrimonio culturale e saccheggio del Mondo A. Pinna
46 Michael Webster: journaldeskblog
47 La triste storia di Gerda Bormann, donna ideale nazista di Carlo Calabrese
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- [1] Marco Dolcetta, Spettri del Quarto Reich: Le trame occulte del nazismo dal 1945 a oggi, BUR, 2013.
[2] Camera dei Deputati, Senato della Repubblica, Relazione della Commissione Parlamentare d’inchiesta sulla Loggia massonica P2, Doc XXIII, n. 2, 12 luglio 1984.
[3] Emanuel Quintas, I rapporti politici tra Italia e Argentina negli anni del peronismo (1946-1955), Tesi dottorale Università Roma Tre Scuola dottorale in Scienze Politiche, 2011.
[4] Mario Guarino e Fedora Raugei, Gli anni del disonore, Edizioni Dedalo, 2006.
[5] Jorge Camarasa, Organizzazione Odessa, Mursia, 1998.
[6] Sergio Cardarelli e Renata Martano, I nazisti e l’oro della Banca d’Italia. Sottrazione e recupero 1943-1958, Editori Laterza, 2001.
[7] Enzo Antonio Cicchino e Roberto Olivo, Caccia all’oro nazista, Mursia, 2011.
[8] Ferruccio Pinotti, Il burattinaio d’Italia, Focus Storia n. 19, aprile-maggio 2008.
[9] Mario Ajello e Pasquale Chessa, 1941-1996: Il giallo del tesoro jugoslavo. L’oro di Gelli, anatomia di un mistero rosso-nero, Panorama, 4 aprile 1996.
[10] Franco Bandini, L’oro di Belgrado, Storia Illustrata n. 203, ottobre 1974.[11] Renzo Paternoster, La brigata dell’Anello della Repubblica: “impresa” per lavori sporchi, Storia in Network, 1° maggio 2016.
[12] Mario Ajello e Pasquale Chessa, op. cit.
[13] Enzo Antonio Cicchino e Roberto Olivo, op. cit.
[14] Sergio Lepri, 20 settembre 1943, sergiolepri.it.
[15] Oro jugoslavo: nel 1941 finì alla Banca d’Italia. Ricostruita la sconosciuta vicenda della sparizione, Adnkronos, 28 marzo 1996.
[16] Sergio Cardarelli e Renata Martano, I nazisti e l’oro della Banca d’Italia. Sottrazione e recupero 1943-1958, Editori Laterza, 2001.
[17] Franco Bandini, op. cit.
[18] Dario Massimo, Die Franzensfeste, Weger, 2007.
[19] Giuseppe Casarrubea e Mario José Cereghino, Tango Connection. L’oro nazifascista, l’America Latina e la guerra al comunismo in Italia. 1943-1947, Bompiani, 2007.
[20] Emanuel Quintas, I rapporti politici tra Italia e Argentina negli anni del peronismo (1946-1955), Tesi dottorale Università Roma Tre Scuola dottorale in Scienze Politiche, 2011.
[21] Jorge Camarasa, op. cit.
[22] Mario Guarino e Fedora Raugei, Gli anni del disonore, Edizioni Dedalo, 2006.
[23] Enzo Antonio Cicchino e Roberto Olivo, op. cit.
[24] Claudia Fusani, Gelli, lingotti d’oro nelle fioriere, La Repubblica, 13 settembre 1998.
[25] Natalia Andreani, Licio Gelli ne aveva nascosto 164 chili nelle fioriere di Villa Wanda, sua residenza aretina. Lingotti d’oro come concime. Oltre tre miliardi sotto terra. È il mitico tesoro di Cattaro?, La Gazzetta di Modena, 13 settembre 1998.
[26] Nicola Tranfaglia, Licio Gelli, il venerabile e l’ossessione dell’informazione, Antimafia Duemila, 16 Dicembre 2015.
[27] Gelli accusato di aver rubato 20 tonnellate d’oro nel 1942, Archivio Agenzia Adnkronos, 19 settembre 1998. - Anfiteatro Berico
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“ Storia di un ragazzo al crocevia” Franco Malosso von Rosenfranz 2023
L’ACCORDO DI KURCULA . LA PROPOSTA. La restituzione dell’oro Jugoslavo . Il luogo della conferenza fu l’isola Korcula. Fui prelevato da Trieste e condotto nell’ isola che come Padova, mi dissero fosse stata fondata da Antenore e Enea .L’incontro avvenne in un noto hotel presso il porto. Già nel 1980 si era giunti vicini a una trattativa extra italiana . Dopotutto, l’oro rubato si trovava in un paese terzo. Dopo anni di esilio, non c’era nulla di illecito per me a favorirne il transito e nel farmene carico di restituirlo ai legittimi proprietari. Sopratutto in Svizzera. Se Tito per me aveva disposto di considerarmi con quel rispetto che si usa all’ l’ultimo erede in esilio del Trono Macedone, in un incontro successivo, quando fui condotto al cospetto del suo garante inglese, Sir Fitzroy Maclean, “per meriti di fedeltà e lealtà alla Corona ” Fui eletto a mia volta garante a delegato a quella restituzione extra-nazionale, considerato che l’oro del tesoro macedone, derivato da quello dell’erario persiano, al cospetto di quello nazionale Jugoslavo, costituisse in tanti secoli, la percentuale maggiore incamerata. A pelle, se al posto di quei gentiluomo mi fossi trovato con italiani avrei sospettato una pericolosa adulazione. Da loro no . Così che da quei presunti quasi successori, governatori di Tito, presi atto che la fine del leader pareva vicina . “
L’OPERAZIONE DI RIMPATRIO DELL’ORO RUBATO. Credo che trasparisse che mi trovavo visibilmente a metà strada tra l’imbarazzato e l’emozionato. Riuscii tuttavia a dominare la tensione nervosa che si era impadronita di me. Ero ancora e solo uno spericolato ragazzo.
Chiesi, così cercando di mostrarmi autorevolmente all’altezza di tanta considerazione, se si fosse trattato di una operazione “legale”. Seguì una pausa silenziosa che a me parve interminabile. Estremamente franco, forse poco rispettoso in quel momento, deglutii, visibilmente comunque facendomi coraggio replicai : ” con tutto il rispetto possibile io posso accettare di sovrintendere a fare una operazione giusta, ma mai per persone sbagliate”.
MUSSOLINI ? DICHIARAVA GUERRA A TUTTI PERDENDO . COSI’ DOVETTE CHIEDERE CHE HITER GLI INVIASSE TRUPPE IN ITALIA Risero educatamente rispondendomi che” l’italia, che Mussolini dopo aver ceduto al corteggiamento delle lobby belliche , con le sue smanie riuscì perfino a far perdere la guerra ai tedeschi facendoli entrare in Italia giacché non sapeva più porre rimedio alle figuracce. ” L’Italia era un paese vinto ed occupato dagli inglesi.” Dissero: “Retto da una governo fantoccio e che come tale secondo gli accordi di Cassibile dovevo obbedire a questi ordini sovrani.” Tuttavia l’Italia” pensai , questo mio suolo, per il Metternich,” solo una mera espressione geografica” è il sotto il cui , più anticamente, nell’Impero Romano trovò accoglienza la mia famiglia, quindi un paese a cui devo essere grato, occupa un ruolo geografico strategico e in quel momento, in piena Guerra Fredda. Ebbene qualora io avessi accettato di occuparmi delle riconsegna di quel tesoro a quel punto per l’Italia di a sarebbe trattato solo di un “transito” .
VUOI O NO SALVARE L’ITALIA , L’EUROPA INTERA DAL RISCHIO DI UNA COMPETIZIONE NUCLEARE , L’EUR ? L’APPORTO DELLO STATO JUGOSLAVO E’ FONDAMENTALE DECISIVO. ESATTAMENTE COME LO E’ LA RESTITUZIONE DEL SUO ORO RUBATO DAGLI ITALIANI. Fatti due conti, preso atto delle quantità di oro e argento da restituire replicai: che non sarebbero bastati quattro mesi di trasporti quotidiani con auto comuni Da trasformare in speciali, facendole magari blindare, dato il pesante carico, dotate di ammortizzatori rinforzati. Mi chiesero ” dove ? ” E se a fine lavoro, per non lasciare tracce, mi sarei comportato professionalmente verso l’operatore come si fa con un “Geheimnisträger”. Ci fu un silenzio ancora più gelido nella sala. Risposi con fermezza che se dovessi fare una cosa simile, allora dovreste selezionarvi un altro agente . Furono felici della mia risposta. Non erano degli assassini!
UN AFFIDAMENTO FIDUCIARIO DI MILIARDI SULLA PAROLA Quel giorno appresi che sarei stato affidato per 4 miliardi di valuta corrispondente a una tonnellata e mezza di metalli preziosi . Questa garanzia durante l’ultimo carico, mi sarebbe stata donata o meglio: alla fine della operazione “restituita alla mia famiglia” . Sotto forma di buono. Cioè, Sir Maclean disse :” in qualità di “legittimo erede al trono e quindi del tesoro Macedone, durante l’ultima consegna in Toscana o che fosse Bari con destinazione grotta nel Cattaro, quella sarebbe stata la mia parte”.
Ebbene , quantunque le mie osservazioni sembravano ignorate, già precedentemente in quella riunione io espressi parere di rinunciarvi e così ad ogni vantaggio e che anzi quella mia parte fosse data al mio antico popolo giacché io ho già di che vivere. Ed sapevo guadagnarmi da vivere e oltre ad avere una vita da vivermi realizzando progetti esclusivamente tutti miei e di cui vorrò essere fiero. Più che quelli di altri. ” Mi guardarono stranamente stupiti . Ma l’accordo finì con una stretta di mano . Sapevo e mi chiedevo, intuivo, se che da quel momento se sotto la mia responsabilità, fosse sparito anche un solo lingotto che cosa mi sarebbe successo. Una somma impossibile da ripagare . Pensavo che probabilmente, avrei dovuto ripagarlo con la mia vita .
ANNI BEATI. Porto Santo Stefano. Nella foto sopra Istranka nave da crocera del Maresciallo Tito Broz ormeggiata alla Pilarella, presso il Sokar famoso megayacht di Lady Diana e Dodi Al Fayeda. Lo yacht era spesso attraccato presso l’ l’Urania dei Conti Principi Ginori, accanto allo Yela di re Vittorio Emanuele III e l‘Elettra di G. Marconi e i diversi yacht di Gianni Agnelli, la cui sorella, a sua volta sorella di Clara era sindaco dell’Argentario. Ma quegli anni spensierati sono alla fine. In Sardegna sbarcano Berusconi e i Graviano e cominciano i rapimenti.
MAFIE, l’informativa della Dia: “Nell’estate del 1993 i Graviano erano in vacanza in Sardegna a un tiro di schioppo dalla villa di Berlusconi”
Foto sopra : Istranka i navigazione
BASISTI PER RAPIRE IL JET -SET internazionale nei numerosi miliardari.
QUANDO IL DENARO ARISTOCRATICO CAMBIO’ PROPRIETARI . Alcuni di essi con il conto alla Banca del riciclo, la Rasini di Berlusconi( Banca ancora oggi con movimenti bancari sequestrati probabilmente coperti dal Segreto di Stato ) appostarsi presso i porti a carpire le abitudini, per meglio rapirli e riciclare il denaro dei loro riscatti presso la Banca Rasini di Berlusconi. Talvolta parte di quel denaro tracciato non veniva neppure ripulito ma dato subito a premio giornalisti , conduttori TV , veri e propri “gatekepper”cioè guardiani assoldati per coprire e depistare le notizie ormai divenute alla portata confidenziale di tutti i neo rapiti. Spesso come per Heineken denaro ritrovato ma mai richiesti indietro o come per il caso del Bolzanino Amon ( la sua catena DESPAR passata a Matteo Messina Denaro ) Imprenditori rovinatisi per pagare riscatti miliardari per le liberazione die loro congiunti . Quel denaro risorgerà a finanziamento di una nuova nascente imprenditoria. Insomma si sapeva che bastava uscire da villa Giulini Casati Stampa a Milano, dopo una cena con Berlusconi per essere subito sequestrati. Celebre il caso del padre di Carla Bruni, moglie del presidente francese Nicolas Sarkozy figlio di uno dei fedeli vigilanti preferiti da De Gaulle alla sua scorta governativa . Capita l’antifona come riferito dalla badante Vicentina signora Parolin preferì esiliarsi a Parigi dove la Polizia segnalava subito la presenza degli italiani- basisti sospetti . Carla a Parigi ha studiato con un generale assurto recentemente alla ribalta per aver osato pubblicare un libro : Roberto Vannacci . Qualcuno a Vicenza, mentre lo presentava all’ex GIL , ora Teatro Astra, gli ha scatenato addosso il mondo .
L’avvocato Verzini, che aveva assistito Ruby 8 anni fa, aveva raccontato come nel 2011 la giovane marocchina Imal a sua volta testimone chiave nel processo contro berlusconi uccisa con il metodo del tumore indotto, avesse ricevuto da Berlusconi “un pagamento di 5 milioni di euro eseguito tramite la banca Antigua Commercial Bank di Antigua su un conto presso una banca in Messico”
A COLPI DI IRRADIAMENTO RADIOATTIVO Il legale su cui presumibilmente era stato praticata a sua volta in primis una esposizione radioattiva aveva detto di aver rivelato questi particolari contro Berslusconi per dovere etico e morale”e aveva spiegato che l’operazione Ruby sarebbe stata interamente diretta dall’avvocato Ghedini con la collaborazione dell’ex compagno di Risso. Immediata la reazione di Ghedini, che aveva minacciato querele. Verzini aveva ribattuto dicendo non solo di aver detto la verità ma anche di essere in grado di fornire ulteriori elementi e informazioni. Lo stesso giorno però per porre fine alle sue sofferenze l’ l’avvocato 61enne recatosi in Svizzera perirò per suicidio assistito – See more at: http://www.rainews.it/archivio-rainews/articoli/ultima-verita-di-Egidio-Verzini-ex-legale-di-Ruby-suicida-in-Svizzera-Pagata-da-Berlusconi-2070fb2f-3ef3-4054-b9ec-e9d7f9788466.html DA MILANO A FIRENZE Intanto col trasferimento del giudice di Firenze incaricato di ricercare i mandanti esterni delle stragi indicati dai fratelli Graviano in Silvio Berlsuconi e del senatore siciliano Marcello Dell’Utri , ll procuratore TESCAROLI fatto segno di un mirato attacco legato a MEDIASET, deriso dal giornalista ERMES ANTONUCCI ( Dal Foglio) lascerà l’incarico. L’ ATTESO CONFRONTO- Dopotutto è divenuto inutile il confronto fra i fratelli GRAVIANO , la conferma di MATTEO MESSINA DENARO ( a cui sarà interrompere la latitanza per evitare che incorresse in rivelazioni prima di morire) e BERSLUSCONI e dell l’av. NICCOLO GHEDINI, custode di ingombranti segreti , d’Italia . Passati per il suo studio, a partire dalla difesa degli assassini dei padri confessori dei Bisaglia uccisi a martellate presso il santuario di Monte Berico. Non ha più senso questo confronto . Per sicurezza, dai killer i tre sono stati già abbastanza e per troppi anni usati e gettati . Trattati da irradiamento tumorale indotto, moriranno tutti a poca distanza l’uno dall’altro. Tantissime le condoglianze di chi beneficò di quel denaro. Intanto una parte di esso va in eredità a Marcello Dell’Utri .Gli sarà sequestrato e dissequestrato . Nella vita, quando non hai denaro sei povero e basta. Quando ne hai troppo e lo sanno, può essere un problema. Che il Molosso abbia fatto bene a rinunziare notoriamente alla sua parte ?
TORNANDO ALLA NARRATIVA DEL MOLOSSO A KURCULA …..Terminata la riunione, quell’accogliente, distinto , intrigante, scozzese, Sir Fitzroy Maclean mi invitò a casa sua. La sua villa si chiamava “Villa Boschi ” e si trovava presso una grande chiesa. Ricordo al suo interno spiccavano le fotografie di lui con Churchill, con il di lui figlio del premier britannico Bellissime le immagini inedite di Tito con lui. C’erano inoltre altre foto riprese in crociera di Tito con Elisabeth Taylor e Youl Brinner, Sylva Koscina. E con tombale pace per i martiri infoibati da entrambe le parti…. la grande attrice franco – siculo – veneta – partenopea Sophia Loren, zia di Alessandra Mussolini figlia di Romano Mussolini, Jazzista del Simposio di Anzio fondato da mio padre, Ettore Malosso.
Nella foto sopra Maclean con il M.llo Tito Broz. Fitzroy Maclean visse tutta la sua vita in modo avventuroso. Inviato a Mosca come giovane diplomatico prima della Seconda guerra mondiale, fu per fama l’osservatore indipendente più eminente dopo Gaston Leroux , il giornalista scrittore autore del Fantasma dell’ Opera che viceversa fu a Mosca i giornalista nell’epoca Zarista . Maclean, anche giornalista di riferimento pr gli inglesi, scrisse dei resoconti divenuti memorabili. Spesso relativi agli ultimi processi di voluti da Stalin e a cui partecipò come osservatore ufficiale inglese . Alcuni dei suoi libri più noti sono “Bonnie Prince Charlie, Portrait of the Soviet Union”, All the Russias: The End of an Empire e Highlanders: A History of the Highland Clans.” Durante la guerra mi raccontò di avere preso parte, in qualità di membro fondatore del SAS, ad alcune celebri incursioni dietro le linee nemiche del generale Rommel . “Il generale più fotografato da Hans Ertl” dissi, ” il papà di Monika! Ho fatto visita ad Hans i Sudamerica . Le farò spedire delle foto inedite di Rommel . Maclean ne fu felice. Il suo rapporto con Tito designato era iinziato nel 1943 quando lui venne paracadutato nella Jugoslavia occupata dai tedeschi . In quel delicato momento, come rappresentante personale di Winston Churchill dovette scegliere l’interlocutore giusto tra Tito e l’altro generale filo monarchico mentre Re Pietro di Jugislavia era profugo in Inghilterra . Una situazione di estremo imbarazzo . Maclean fu sottosegretario durante i governi Churchill e Eden oltre che Membro del Parlamento Inglese per oltre trent’anni.
Sir Maclean si complimentò e mi incoraggio circa il proposito che li avevo espresso di dare un senso alla mia vita. Magari facendo da osservatore indipendente i volontario. Qualcosa che volevo e in seguito riuscii davvero a portare avanti . Mi incoraggiò a farlo e mi raccontò le sue esperienze in merito . Tutte imprese eroiche e prestigiose. Tuttavia, anche se parlava co calma, in un inglese perfetto, sforzandosi di utilizzare termini semplici e comprensibili, io ero emotivamente troppo frastornato per concentrarmi sempre su quei tanti dettagli della sua avventurosa narrativa . L’uomo libro Maclean morì nel 1996 . Ed oggi confesso che me ne dispiace davvero molto di non sempre essere stato all’altezza di ben comprendere al meglio tutti i particolari di quelle infinite epiche imprese.
IL PRIMO SM 79 SCOMPARSO . Più di tutti mi è sempre rimasta la curiosità di quell’aereo condotto dai due pilotI Dalmati lo Sparviero SM 79 scomparso in Libia, 400 chilometri fuori dalla rotta prevista . Lui mi rispose citando il gen.Paolo Mocci , quello che aveva dirottato il traffico aereo civile Linate Milano 2 per Silvio Berlusconi dimostrando di sapere tutto di quella vicenda . Ma ero troppo carico di dati …Mi sfuggirono tanti particolari di questa sua narrativa.
Mi chiese se in seguito potevo accompagnarlo a vedere la Macedonia dei miei avi. Credo che a quel punto io finii mostrai tutto il mio visibile disagio replicando che con una guida come me ne sarebbe stato deluso . Così gli dissi : “Brigadiere, sarà lei a farmi da guida perché io davvero sono stato sempre tenuto a lungo all’oscuro delle mie origini ed anche anche degli aspetti geografici del mio paese d’origine “. Lu Replicò :”I don’t believe you at all but okay, o’right !”
Sir Fitzroy Maclean si complimentò quindi con me per essermi dovuto spogliare dei panni di ufficiale per una missione , quella di fermare le importazioni di eroina all’Aeroporto Dal Molin di Vicenza, (Operazione Blue Moon).Azione in cui per fermare il traffico doveva serviva una soldato semplice. Disse che lui,da giovane aveva fatto altrettanto. E che non eravamo stati gli unici . Anche Joseph McCarthy, entrato nell’intelligence aveva cominciato l’addestramento base con il grado di ufficiale, risultando tuttavia arruolato come un soldato semplice . Io replicai che per me non fu affatto un problema. In famiglia, anche mio padre aveva fatto lo stesso. Finito il corso di ufficiale di complemento conseguito con il Brevetto Premilitare di pilotaggio aereo, e così scelto per eccezionali qualità, fra 20 candidati su 2000 , pur di continuare a volare rinunciò al grado così dovendo ripartire da sottotenente per divenire effettivo, attraverso i corso “Turbine” del ‘accademia Aeronautica. Mi parve capire che lo sapesse già. Pensai che ad averglielo detto poteva essere stato solo il gen. Giorgio Bertolaso. Arrivai a pensare che lui e la sua signora Goriziana fossero dietro la porta. La mia immaginazione stava sconfinando la realtà.
Nel corso dell’accordo di Korcula, fra silenzi interminabili in cui mi sentivo scrutato da capo a piedi, ad un certo punto fui attratto una foto di Ian Fleming . Così per rompere l’aria, il mio sguardo cominciò a guardarsi intorno posandomi su dei quadri . E fu li che associai il distinto signor Sir Maclean al collega quadro superiore di James Bond nei film di Ian Fleming. Per flemma ed aspetto, mi ricordava proprio il diretto superiore Quartermaster( Major Boothroyd )di Ian Fleming di quei suoi film. Ovviamente non mancai di confidargli questa mia impressione. Ne fu contento . . . Disse ridendo : ” Non preoccuparti Franco, nello schermo, Desmond Llewelyn convive da tempo in me. Me lo dicono sempre “
IMPIEGATO CIVILMENTE SOTTO IL CONTROLLO MILITARE Fra quei presenti ben più adulti di me, mi sentii come catapultato dentro, in attesa di una operazione molto più grande di me e a cui ormai sembrava sempre più difficile dire di no. Non divenendo collaborativo , non acconsentendo a quella missione, evitare di compiacere Tito sarebbe stato disastroso per il mio paese. Ero compromesso ormai pensavo . Ma pareva che nessuno di loro, malgrado divenuto consapevole, mi obbligava ad accettare quell’incarico. Mi feci coraggio da solo. Il mio intuito mi diceva che mio padre, sebbene mai mi avrebbe forzato in una simile scelta, potesse sapesse esattamente in che situazione mi stavo trovando in quel momento . O magari non se ne sbattesse di me, che quel giorno non fosse in giro con sua nuova signora. Questo mi faceva sentire protetto davanti a persone davvero più grandi di me. Il tutto aveva un aspetto paradossale. Mi pareva che guardassero a me come se fossi stato Pietro di Jugoslavia. Come se viceversa fossero loro ad aspettarsi istruzioni da me . Alla maniera regale mi dotavano di attenzioni che si usa a un antico sovrano . Ma non era adulazione. ” Franco, sai vero che li dentro c’è anche e sopratutto l’enorme Il Tesoro dei Romanov . Quello che trafugato, prestato e venduto in giro per il mondo? “Deglutii e risposi : Mi pare che voi sappiate benissimo che mentre studio, mi sto guadagnando da vivere prendendo in carico riparazioni modifiche che porto su e giù da orafi vicentini. Appartengono anche a attori , artisti .” Anche agli ex reali di Russia Franco. Ogni tanto a qualche asta ne spunta fuori un pezzo.” Gioielli scomparsi…In seguito pesando quelle parole mi venne a mente un caso di sequestro . Quello della bellissima avvenente Jeannette May, baronessa von Rothschild svanita nel nulla, nella tormenta di neve tra i monti sibillini…. Ma tornado in quella stanza replicai : Beh visto che lo sapete perché me lo chiedete allora ? ” Solo per verificare , mettere alla prova il tuo grado di riservatezza Franco . Una pura formalità . Abbiamo capito quanto tu sai essere riservato, segreto ” In quel momento , due di quelli che mi erano stati presentati come gli eventuali candidati successori di Tito ma che ai mie occhi apparivano solo come suoi meri esecutori, insomma fattorini, privi del suo carisma del Maresciallo , guardandomi sempre con quella mi mi pareva essere una eccessiva considerazione , consegnarono al gentiluomo Inglese un rapporto. Quanto bastò a me per leggerne l’intestazione dalla copertina rovesciata . Lo anticipai traducendo io . Signore , posso.. cioè , si io dispongo del punzone con cui posso marchiare l’oro .” Anche battere moneta del tuo lontano paese Maestà.” disse Maclean . “Qui sei meno distante .” Annuii. Questi signori sapevano davvero tutto di me . Io di loro molto meno, o praticamente nulla giacché le mie previsioni le avevo lasciate abbandonate su quel molo a Trieste, da cui ero partito. E tutti quello che mi stava accadendo non era quello che mi sarei immaginato , che avrei previsto . Tesissimo.. mi alzai annunciando per assentarmi , per andare un momento al bagno. Scattarono tutti in piedi sorridendo tutti, sull’attenti . Maclean pi lentamente fissandomi profondamente . Io feci lo stesso . Dicendo loro : Nel frattempo spero di non avervi dato una negativa impressione signore … ” Al contrario Maestà o se preferisce, agente K-626 .” Mi sentivo come quando Pu Yi quando rientrava nel suo palazzo ma ancora non sa la sua fine….Per me nel mio piccolo mondo di allora, il cosiddetto Palazzo era il palazzo Giustiniani Maltarello a Vicenza. Altri palazzi proprio non ne conoscevo. Manco la favolosa Regia dove aveva studiato mi padre avevo io mai visitato. Me la rimproverai un poco sta ignoranza . Mentre rientravo in sala poi i miei pensieri cominciarono fortemente a martellarmi . Potevo sentore i mio sangue pulsare . Quei pensieri correvano come lapilli C’era la Sardegna, il mare le basi segrete del nord est. Il cane Lux regalato ad Tito a mio padre. Le sorprese erano tante. Ero certo di essere stato selezionato per la missione? Che sarei rientrato vivo da quell’incontro? Tenevo sempre la foto di Lux con me . Dissi fra me e me : Dolce e fiero Lux, dovunque tu sia aiutami tu ! Evidentemente si erano accordati in mia assenza . La riunione era finita. Al congedo da quell’incontro, il saluto fu del tipico modello militare. Era un ordine…. mi ripetevo, dopotutto. Dato a un subalterno quadro. Davanti a un ordine non puoi disobbedire, non puoi dire di no alla Patria Franco . ” L’Italia, quella fino ad allora, da me conosciuta è uno Stato loro. Per di più Suddito” . Ripetevo fra me e me mentre i motoscafo mi ri-depositava sano e salvo nel molo a Trieste . Come è cambiata da allora la mia percezione . Come era verde la mia valle … Ecco comincia qui la mia Operazione Goldfinden.
Ricordo che su un punto in cui mi ero preparato ebbi a chiedere a Maclean : Uno dei 7 sosia di TITO o il Russo che prese il suo posto suo per un certo tempo ossia Nikolai Alexandrovich LEBEDEV (1914 – 1942) generale sovietico dell’Armata Rossa, di etnia russa . Quasi un suo sosia che prese temporaneamente il suo posto, nello stesso periodo in cui Tito sembrò sopravissuto a due attentati . Nello stesso tempo Tito era scomparso per quasi tre mesi. A spiegazione di questa sostituzione sir Maclean mi rilasciò la dettagliata spiegazione senza tuttavia chiarire alcuni dettagli importanti che io no ebbi coraggio approfondire.
LA RELAZIONE DI MARIAN MARKULO Marijan John Markul era nato a Livno nel 1909. Migrò negli Stati Uniti nel 1936. Prestò servizio nell’esercito americano per due anni, durante la seconda guerra mondiale nel 1944. ricevette la cittadinanza americana .
Un rapporto dell’FBI, Los Angeles, 20 aprile 1955, menziona una sua spontanea l’affermazione secondo cui egli ” per fede profondamente socialista” desidera fornire informazioni che potrebbero essere importanti per la sicurezza degli Stati Uniti” avvisando che il leader che loro pensano sia, in realtà non è .
Nella nota redatta oggi desecretata apparve che durante la deposizione resa agenti dell’FBI egli provò che rientrando in Jugoslavia nel 1953 , incontrò Tito in due occasioni. Il primo incontro durò circa un’ora, e notò che il maresciallo Tito aveva cinque dita per mano e non. 4 . Quindi che salvo che quello fosse un sosia del premier utilizzato per questi incontri, pur essendo uguale a lui , non era dunque lui. A lui non era sfuggito questo particolare
Markul afferma che il vero Tito ha perso il dito medio e l’indice della mano sinistra. Aggiunse che Tito, con cui parlò nel ’53. era educato e suonava molto bene il pianoforte e tirava di scherma . D’altra parte, il vero Tito non era istruito e, per quanto ne sapeva Markul, non sapeva affatto suonare il piano.
Markul era con la moglie Ingrid e il supposto Maresciallo li trattò con freddezza. Markul parlò dei suoi dubbi con Alexander Rankovic , il capo della sicurezza Jugoslava (‘OZNA) e stretto collaboratore di Josip Broz Tito, anche vicepresidente della Jugoslavia dal 1963 al 1966 e uno dei quattro uomini più potenti di tutta la Jugoslavia dell’immediato dopoguerra.
Tra l’altro Markul sosteneva che Josip Broz era alto circa 180 centimetri, mentre questo “falso” era alto solo 160 centimetri. Markul ha anche detto che l’uomo che gli si presentò come Tito negli anni cinquanta parlava con un leggero accento russo e che parlava piuttosto piano. Il vero Tito, viceversa parlava con decisione e durezza.
Anni dopo al momento delle elezioni figlio del leggendario Tito , Žarko Broz disse chiunque vincerà non sarà buono . Poco dopo quella Jugoslavia che per anno Tito era riuscito a salvare dalle ingerenze e dalle lotte interne, cessava di Esistere.
Anche da fonte :
«Un generale russo fu il sosia di Tito»
Nota: K-622 ha comunicato che non metterà a disposizione i suo orecchi musicale assoluto per effettuare una perizia fonica su spezzoni voce del primissimo Tito comparati co registrazioni di discorsi pubblici successivi.
https://www.marieclaire.it/moda/look-star/a39462675/tesoro-russi-romanov/
OPERAZIONE GOLDFINDEN : DA LICIO GELLI A TITO. LA MISSIONE
Il definitivo accordo di restituzione del metallo, come della consegna e per presa in lavorazione dello stesso in Toscana fu raggiunto solo nel 1986 . Mentre l’ inizio della missione diviene operativa nel 1988 .
DUE DELICATISSIME OPERAZIONI CORRELATE In quell’anno il Molosso, fu contestualmente infiltrato in una spericolata operazione super coperta concertata dai servizi segreti, l’OperazionePirati Barbareschi, dove K- 626 si fece carico di sganciare un fake per fermare i sequestri ormai divenuti incontrollati degli industriali. L’operazione scattò allorché nel corso di trattative si fu certi che erano stati individuati ed incarcerati i custodi calabresi del giovane vicentino rapito a scopo di riscatto, Carlo Celadon . Operazione , inizialmente partorita per scoraggiare i sequestri di persona incoraggiati dal favorevole cambio con cui i denaro dei rapimenti veniva riciclato presso la Banca Rasini di Luigi Berlusconi a Milano in un rapporto dove a un miliardo, veniva corrisposti 200 milioni “puliti” . Facendo leva sui sentimenti di amor patrio e sapendo bene che cosa significasse essere rapiti, il Molosso accetto la nuova operazione.
FINE DI UN EPOCA “Per il gen,Paolo Moci ad Arcore quelli, visti i successi riscossi dai continui rapimenti non si fermavano più. Bastava stare dietro lo sportello della banca ed aspettare . E non c’era più un modo per fermarli. Tra i sequestri e la riconversione del denaro in eroina ecc . Come preventivato da Falcone, i beneficiari di quel denaro estorto a una vecchia aristocrazia stagnante e ad una imprenditoria rimasta alla finestra in un suolo perduto, sarebbero divenuti un mix di micidiale. Un potenza mondiale .
Da quel momento ”K-626 ” per i veri addetti ai lavori, diverrà il definitivo nome alias in codice del Molosso.
FU UFFICIALE di COLLEGAMENTO nello stretto contatto delle operazioni undercover tra il giudice Giovanni Falcone e la missione segreta del commissario Elevetico Fausto Cattaneo, principale protagonista delle operazioni Mato Grosso e Pizza Connection l’agente undercover a cui K-626 per impressionare l’ élite” del traffico internazionale di droga, i grandi boss della mafia turca dell’eroina e i baroni colombiani del business della cocaina. prestò le sue auto utilizzate dal Commissario alias ” Bertoni ” che a seconda delle occasioni veniva improvvisato industriale, finanziere, contabile , body guard autista . Poiché mancavamo di un’organizzazione e di risorse adeguate, spesso dovevo improvvisare per perfezionare il mio travestimento. per impressionare sui trafficanti talvolta, prestò le sue auto.
Sopra la Rolls Royce Gialla del film di Anthony Asquith di Lord Charles Frinton Passata di mano da un ricco gangster italo americano che la acquista per visitare l’Italia in compagnia dell’amante, l’auto seguendo i passaggi di proprietà segue gli eventi bellici della ex Jugoslavia, 1941, durante l’invasione tedesca della Jugoslavia l’aristocratica Gerda Millett, americana conservatrice, vede requisita la Rolls-Royce dal partigiano Davich, con il quale stringerà amicizia. Dopo essere sopravvissuti ad un attacco aereo la donna vorrebbe continuare ad aiutare il partigiano ma Davich la convince a tornare negli Stati Uniti dove può raccontare tutto quello che ha visto e garantire il sostegno al popolo oppresso.
FAUSTO CATTANEO FALCONE CARLA DEL PONTE . Falcone attraverso i confidenti di Cattaneo si era imbattuto nell’oro rubato agli ebrei . C’è ne sarebeb stato anche per lui . Ma Falcone non era in vendita. Le avventurose, audaci rischiosissime operazioni del commissario Cattaneo che per Pizza Connection collaborava segretamente con il magistrato elvetico presidente del Tribunbale Cantonale dr. Plinio Rotalinti , parente del giornalista ucciso nel Castello di Castro, dopo l’ordine di uccidere ad ogni costo Giovanni Falcone(sospeso solo perché in quel momento non si sapeva da che parte si schierasse la magistrata svizzera in trasferta ). Per cui le indagini di Falcone, furono avversate ed archiviate tutte dalla medesima procuratrice svizzera Carla Dal Ponte. .
QUANDO LA CORRUZIONE ALLE MAZZETTE PREFERISCE L’ORO Doveva essere l’ultima indagine personale, segreta questa del commissario Cattaneo allorché ’agente Svizzero venne abilmente fatto cadere in disgrazia così subendo ogni genere di calunnie e perdendo la sua privacy familiare. Assolto ne uscì provato anche perché la posizione del collega suo detrattore, fu solamente ” archiviata”. Quindi esattamente come nel processo in Italia, saranno svolte indagini per risalire alla regia che guidò i le azioni dei poliziotti depistatori che tradirono Borsellino.. non furono volutamente svolte indagini . Quanto al suo fedele amico, il giornalista, cronista della RSI, parente del procuratore svizzero Rotalinty, malgrado l’aiuto protettivo che Fausto Cattaneo riusciva nascostamente a girarli attraverso amici del SIC rimastigli fedeli , sventati alcuni tentativi di ucciderlo che i giornalista aveva dettagliato non solo a Cattaneo ma anche all’archeologo Marizio Tosi, Sidney finì “scivolato” buttato giù dal castello di Castro una notte di pioggia . Anche qui è evidente che fu perentorio l’ordine di non indagare sulle presenze dei Killer giunti a Castro per ucciderlo e di fare passare la sua morte come un suo ” gesto estremo”. Nell’inverno 2020 , a Verona, Arnaldo La Barbera, responsabile del “dopo Falcone”, evidentemente sapendo in anticipo che Mario Timbal il figlio dell’ avvocato e della magistrata Carla Del Ponte, sarebbe assurto all’informazione col ruolo presidente RSI , mi chiese se riprendendo il mio alloggio svizzero di via Canevascini presso la RSI , potessi piazzarci e alimentare delle telecamere direzionali intelligenti a riconoscimento corporeo allo scopo di meglio carpirne le abitudini.Mi avrebbe firmato lui un incarico scritto . Ma i pretendevo una delega dall’AISI Non accettai i nuovo incarico senza una delega ufficiale. Mi avrebbe firmato lui un incarico scritto. Non bastava. Lo indirizzai ad altri più prossimi tecnici a Milano -Lugano . Oggi sono più propenso a credere che lo scopo fosse trovare una finestra dove avrebbero potuto appostare un killer per uccidere il figlio della magistrata,.“Ben facesti tu nel 1988 a toglierti di dosso quell’oro. Ora a QUESTI (intendeva dire per l’intera famiglia Timbal -padre figlio e la magistrata Carla Del Ponte che nel 1992 come, anche per Sidney Rotalinti , sulla pista dorata era entrata nel mirino dei sospettati di Falcone che la riteneva principale mandante sabotatrice anche del suo attentato e che considerava seduta al vertice della cupola Quell’oro che ha coperto, glie lo leveranno di dosso il Mossad per via delle pretese dei nipotini eredi ebrei .
L’ultimo successivo incontro fra me e Arnaldo La Barbera avvenne poco dopo a Verona. Ci trovammo presso il parcheggio Bauli, sempre in presenza del mio doppelganger Nenad Rankovic e del mio autista. Tutti mascherati . ERa legale mascherarsi dopotutto .Arnaldo che aveva preso il mio sosia guardia spalle, pure vestito come me, per me , visibilmente prostrato gli disse : Ho il cancro Franco . Replicai io : Hanno dunque irradiato anche te con ste valute, l’oro radioattivo [dopo l’agente R.I (omiss)] e dopo la la Imane Fadil …
https://www.ilmessaggero.it/italia/caso_ruby_testimone_morta_imane_fadil-4363816.html
Alla fine hanno fottuto anche a te eh vecchio Arnaldo?
“Neschuno ma fott a me”! Rispose.
Mi sono fregato da solo e a fottermi, tacendo, sono stati i tuoi bacia banchi traditori veneti. I criminali leghisti Verona. L’ amico dell’Achille Variati.Chi ? Si insomma dicci chiaramente chi ? Dai che sai di chi parlo …il marito delle tua amica ( capimmo che intendeva il sindaco di Verona Flavio Tosi attraverso attraverso la di lui moglie. Sapeva perfino che essa aveva visitato casa di Giulietta in Anfiteatro-Tosi e il suo vicesindaco. Entrambi sotto processo per associazione mafiosa nel traffico di rifiuti tossici, poi finito con condanna a servizi sociali alternativi per il vicesindaco di Verona. La seconda volta che un suo dirigente della monezza finisce dentro per le morti di cancro alla monnezza ).
Sono entrato in contatto con quei maledetti bidoni radioattivi del tuo paesano Arrigo Abalti( Fondatore TVWEB) . E loro : zitti. Ah l’oro nero! Esatto. Mica me lo avevano detto loro dove li avevano interrati. No, non dovevo fidarmi di loro. Maledetti. Dovevo fidarmi di Carmine Schiavone di Perrella che so che hai incontrato con quello dell’osservatorio Antimafia a Verona, giorni fa. . Non di loro. Ma Come fai sempre a sapere tante cose su di me Arnaldo? …. E su altre , su me, sbagliare clamorosamente? Lui al solito, messo alle strette non rispondeva . Ma mi consegno un mappa mentre ci guardava con l’altra mano sempre in una tasca. Mappa che sparì poco dopo nell’altra tasca dell’impermeabile . Segno che ci aveva ripensato. Magari di darla a qualche altro . Dopotutto quella non mi pareva la mappa di dove lui potesse aver seppellito la super ricercata cartella di Borsellino prelevata durante la sua elimininazione . A ognuno le sue precauzioni dopotutto . Giusto per non smentirsi mai… Era la mappa dove hai nascosto i soldi , l’oro dissi senza mai togliere lo sguardo dalla altra mano che aveva in tasca. Da quella posizione avrebbe potuto freddarci in un nano secondo tutti. Era senza forze quell’uomo . Irriconoscibile . Ma certo pensai che probabilmente un po’ ne stava risparmiando qualora avesse dovuto schizzare qualche impulso in lui. Mai come in quel giorno fui felice che ci fosse molta gente presso il Bauli., no lontano da noi . E dovetti averlo guardato davvero con sospetto, sebbene senza aprire bocca perché lui dicesse : Senti Franco, lascia che ti spieghi e che dica che mi dispiace per il depistaggio di cui sei stato vittima e che ti è accaduto E di come non aver potuto muovere comunque un dito in tua difesa. Ma i Madonia sebbene non se la passino più tanto bene hanno giurato di farmela pagare . Li poi in Anfiteatro dove anche li tu sei Conservatore ( alludendo il denaro dei sequestri sbolognato fatalmente a Piddu Madonia) Li ci hanno buttato soldi che avanzano . Ma vedi che con le ville abusive che ti hanno costruito dentro l’ anfiteatro ci siamo dentro tutti fino al collo. Sbagli, gli dissi . M a diretto lui subito si giustificò dicendo che depistaggio era stato favorito non da lui ma addirittura organizzato, ordito su me dai ROS .A suo dire, portato avanti dai due marescialli di Arcugnano -Brendola coinvolti del depistaggio per peculato ed omissioni varie) Secondo le comunicazioni intercorse, sottoposti al gen. Subranni e stante la regia estorsiva da me denunciata . Subranni , secondo lui la poteva avere portata avanti assieme ai suoi figli, : Ennio (ROS) , Danila con l’on. Angelino Alfano coinvolti con anfiteatro. E vabbeh… Tutti siciliani doc insomma ! Nel 2020 morì Ennio Morricone . Il suo brano Il clan dei siciliani che mi ronza in testa, resta un opera d’arte musicale immortale ! Scacciaensieri e note finemente tessute durante la progressione dell’armonia del brano classico a 4/4.
Giova a dirlo che durante l’estorsione ai miei danni , nel complotto del Sindaco Paolo Pellizzari per meglio terrorizzarci, lui prova ancora ora a destoricizzare l’Anfiteatro Berico al fine di cementarlo senza difficoltà senza più ostacoli , quel sindaco e mi mandò davanti un suo intermediario a nome del ministro Alfano. Quindi la magistrata Orietta Canova a cui con dovizia di particolari denunziai pressioni , minacce dichiarandomi per ben due volte pronto a collaborare per accertare se fossero vere o meno le pressioni del ministro costruttore Alfano, ebbene … non è ancora intervenuta. E per l’appunto è a tutt’oggi strano che nessuno di loro si sia fatto vivo smentendo. La vedo male comunque per i due marescialli premiati dal sindaco alla fine delle numerose omissioni denunziate. O se non per loro vite, per quella del gen. Subranni . Pensavo a queste cose mentre guardavo lasciando parlare Arnaldo .Senza parlare . Comunque quella fu l’ultima volta che incontrammo Arnaldo La Barbera. Al congedo, le sue ultime parole, a fatica, tremolando tenendomi per un polso e sempre mantenendo l’altra mano dentro la tasca dell’impermeabile, mi disse : Franco , se mi succede che muoio, quello che non sanno ancora è dove ho depositato istruzioni . Gli chiesi: Arnaldo, non è che hai una minuscola fialetta nel polsino vero? … Dai ora basta giocare ! Disse . Orbene temo pure per mia moglie e mia figlia funzionaria della presidenza del Consiglio. Grazie se fin da ora potrai fai qualcosa per loro. Ti ripagherò. Sai bene che nulla voglio Arnaldo . “E’ stato comunque bello …. Addio Franco”
Fonti citate : ‘Ndrangheta, arresti a Verona. Nella stessa inchiesta ..Rai.it
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2 mar 2023 — VERONA – In provincia di Verona ha operato un’organizzazione di stampo mafioso … di corruzione e condannato a 2 anni (senza aggravante mafiosa).
OPERAZIONE GLODFINDEN
Predisposta per rendere autorevole il Molosso ne venne infine utilizzato i livello di autorevolezza assunta per le trattative finalizzate al rilascio ostaggio vicentino Celadon. Il Molosso rinunciò alla restituzione anche
parziale di tutto l’oro di Famiglia, chiedendo che l’oro o i proventi
generato dallo stesso fosse distribuito alla popolazione Jugoslava.
“OPERAZIONE LEZIONE” REGIA DI VITTORIO MANGANO DA ARCORE
PER NON DIMENTICARE Alcune considerazioni su protagonista
Se con l’operazione Goldfinden la missione Pirati Barbareschi confondendo le carte ai malfattori , con la discussa liberazione di Carlo Celadon, minò i rapporti fra gli addetti alla l’industria dei sequestri, la certezza di farla franca. Così le rappresaglie per K -626, non si fecero attendere .
Anni ’90 Spedizione punitiva “lezione ”: una sparatoria in Riviera Euganeo Berica in cui il Molosso ebbe la meglio, azione ordinata ad Arcore dal sicario convivente col cavalier Berlusconi da villa Giulini Casati Stampa, il Vittorio Mangano. Nelle spedizione punitiva quattro attentatori si scontrarono con la scorta del Molosso. Conservatore colpevole di difendere le bellezze immobiliari e paesaggistiche dalle ondate del business della monezza e dalle relative cementizzazioni abusive , tra Arcugnano e la Riviera Euganeo -Berica. L’attentato fallirà. Al Molosso, per rappresaglia poco dopo sarà fatto scomparire il figlioletto di 2 anni e mezzo allorché legalmente, l’avvocato di Berlusconi, incredibilmente, riuscìrà a fare cancellare dal registro dei nati il nome del bambino .
Nella Foto : il presidente di Amnesty International, Estela moglie del vicentino Carlotto, Franco Alessandro Malosso Maltarello von Rosenfranz , a Milano durante un convegno di Amnesty inerente alla formazione di una Banca dati DNA (nonne di Plaza De Mayo) dei bambini scomparsi a scopo di estorsione -ricatti, vedette politiche. L’epoca è quella del film Garage Olimpo .
Il Molosso in quei giorni aveva in attivo perizia di accertamento vocale su lui – durante l’ennesima cattura del Torturatore Argentino col .Olivera. falsamente iscritto alla loggia P2 e incredibilmente rilasciato dalla Magistratura italiana che lo aveva fermato all’aeroporto di Fiumicino così disinnescando tutta l’opera di rintraccio del soggetto.
Cancellata la paternità , il legittimo padre resistente sarà condannato come sottrattore di una fantomatica ” PERSONA “incapace” A quel punto non fu più possibile ne conveniente intervenire e rintracciare il piccolo attraverso l’Interpool .Franco collaborò a rintracciare alcuni bambini rapiti attraverso un banca dati DNA di bambini rapiti Da allora ne sono stati ritrovati pio di 100. .Del suo figlioletto però si persero per sempre le tracce . Di seguito a ciò la sia compagna si uccise.
Rapimento del piccolo Molosso
NOTA : Ulrich von Hassell non va confuso con l’on. Kai-Uwe von Hassel ex interprete per intelligence militare (Abwehr )sotto l’ammiraglio Wilhelm Canaris . Nella nuova cancelleria tedesca VH fu presidente del Bundestag perdendo un figlio, Joachim von Hassel, aviatore navale e Oberleutnant zurnel, precipitato, pilotando il Lockheed F-104 Starfighter . Gli Starfighter tedeschi evidenziarono un tasso di incidenti allarmante, in quanto 292 dei 916 totali si schiantarono al suolo , causando la morte di ben 115 piloti.
Curiosità : battuto a terra, in velocità da Villeneuve su una auto monoposto italiana Ferrari per ben tre volte, l’F-104 fu definito da Ettore Malosso “un fabbricante di vedove” mentre dal suo parigrado tedesco Bubi Hartmann, “Bara Volante. Viceversa gli italiani , gen. Paolo Moci capo delegazione, in USA alla valutazione del velivolo Lockheed F-104G Starfighter , il gen. Giorgio Bertolaso non ne consigliarono l’uso anzi dichiarandolo aereo affidabile. In seguito a questa valutazione esplose il disappunto dell’on. von Hassell a cui fecero seguito nello scandalo dei velivoli C130 le rivelazioni del Senatore USA Frank Church con la messa in acccusa per corruzione del presidente DC vicentino Antelope Cobbler , alis cifrato di Mariano Rumor. V.H. morì all’età di 84 anni, quando subì un infarto durante la cerimonia che gli conferiva il Premio Carlo Magno
INVECE il padre dell’ARCHITETTO ROBERTO VON HASSELL ? Fu nientemeno che ambasciatore tedesco i Italia Ulrich von Hassell come W. Canaris , Von Stauffenberg ecc , fu dichiarato reo di aver “tradito” gli sforzi di Elena Capito in Bechstein.
L’ ORO DI HITLER GESTITO DA JOE ADONIS DALLA SVIZZERA A VICENZA
Il mondo per un ristretto cerchio di persone a cui , volenti o nolenti, si appartiene è più piccolo di quanto si immagini. Quell’oro che maneggiava il più grade distributore di Coca Cola e GingerAle era l’oro svizzero accantonato da H. Hitler ed Heinrich Müller contenuto nelle cassette di sicurezza svizzere . Ad Adonis, fra i tanti affari che i discusso imprenditore intratteneva, esso era giunto in possesso attraverso il geniale membro dei commandos, Ian Fleming che con la mediazione di Lucky Luciano, permise anche di pianificare la fuga del cancelliere tedesco. e stretti collaboratori . Fuga pagata profumatamente con la cessione di conti al portatore svizzeri, così assicurando loro il corridoio di fuga Autorizzato nell’accerchiamento a Berlino e da li fino in sud America, verso quel rifugio che doveva essere stato di W. Canaris se quest’ultimo non si fosse schierato nel mancato attentato a Hitler . Un oro che avrebbe continuato a contribuire indirettamente alla crescita delle città vicentina legata al primato delle lavorazione mondiale dell’oro. Ma Joe Adonis, l’unico che apparentemente non temeva di finire nelle tracce dei servizi e di affamati cercatori di quell’oro. Morì in circostanze misteriose mentre si trovava ad un interrogatorio di Polizia.
OPERATION GOLDFINDEN – CELADON -PIRATI BARBARESCHI L’ oro mancante sottratto a Pietro di Jugoslavia non fu mai completamente restituto a Tito. Ma tra accordi intercorsi con i successori del leader Jugislavo, tra il 1986 e il 1988, malgrado alla consorte spettasse di essere interpellata sulla vicenda del metallo, dalla Svizzera non fu più corrisposto il congruo compenso pattuito quale interesse a quella partita d’oro prelevato e depositato in Svizzera da Licio Gelli – Furono così successivamente pattuite nuove modalità in quanto non era conveniente mantenere colà i prezioso metallo infruttifero. Quindi offerto parzialmente al discendente della corona di Macedonia con alcuni accordi che sarebbero stati garantiti con la vita dall’ultimo discendente.
Morti i soci in affari Lucky Luciano e Ian Faming , morto Joe Adonis, quel colossale smercio, il flusso di pesanti di ingotti oro, oro proveniente da una storia millenaria, in gran parte, di provenienza dall’Impero persiano di Alessandro I ” il Molosso” , scambiato ed ingrossato dai georgiani in seguito alla rapine a banche dello Zar, da parte della gang dedita a dell’ex seminarista don Iosif Stalin , con la morte dei protagonista il cammino di questo oro sembrò fermarsi assieme agi accordi di amico .nemico di Stalin : TIto Broz.
Nella foto sopra Stalin dal 1894 al 1899 frequentò il seminario teologico di Tiflis. Alcuni lingotti appartenenti a Pietro di Jugoislavia , presumibilmente scambiati con quelli del suo Regno. Si scoprì che provenivano originariamente povenissero da rapine a banche russe dello Zar o messe al sicuro da quest’ultimo duramte la rivoluzione. A conforto finale di questa tesi furono ritrovati con queste tipiche punzonature a villa Wanda nella disponibilità di Licio Gelli ex Agente dell’OVRA per il Governo Italiano .
Tentativi di smerciare quell’oro fermatisi con la morte di Joe Adonis nel 1971 faticano a riprendere giacché lui non lascò istruzioni. Si tratta di un mondo che può chiuderti in una bussola e lasciarti li a decantare fra quelle due porte. Un mondo, quello delle lavorazione a Vicenza che parla una sua lingua codificata in dialetto esclusivamente vicentino. Fra quelle due porte di vetri blindat che resistono a un a357 magnum è diffiicile che tu entri in un laboratorio se non sai rispondere a qualche precisa domanda purché dialetto. Quando riprendono le importazioni ? Pressapoco nel 1977 . Franco von Rosenfranz uscito dal collegio vescovile, riceve in addestramento adatto a non essere rapito in Sardegna oltre a quello del suo maestro di Judo cittadino (Piccoli) per un totale di ore ben superiore a quello del suo maestro di Tennis alla ex GIL (Sartori). Operativo per compiti di Polizia Militare, quasi contestualmente , alla sua seconda missione prese a investigare per conto del Col. Paul Tate lavorando anche come detective per una notissima rampante agenzia investigativa a Vicenza. il Molosso che si dividerà anche in seguito la sua vita tra la UCLA a LA studiando arrangiamento musicale per il cinema ma anche per perfezionarsi nelle telecomunicazioni satellitari e intercettazioni , oltre che al caso Sharon Tate . Li fu contattato dall’imprenditore Bancario Svizzero R. Mayer con il figlio, desideroso di avviare una forma di forniture di oro improduttivo da trasformare in conto lavorazione. L’affidamento avvenne sotto l’egida del Titolare dell’agenzia . I campionari da realizzare nelle fabbriche di oreficeria Balestra (le cui vicende trovano epilogo finale nel 2011 / Crack e con le accuse di commercio “in nero” per 14 tonnellate) anche questa volta l’impresa non ebbe a decollare . Di li a poco il titolare delle investigazioni G.M. morì.
RESTITUZIONE DELL”ORO RUBATO AL REGNO DI JUGOSLAVIA Tra la fine del 1986 e il 1988 fu deciso perciò di immettere nel mercato un gran parte di quei lingotti e di trarre utile con contratti di lavorazione a lungo termine. Da qui il nome alla operazione di importazione .L’oro riconducibile alla famiglia reale macedone fu però completamente rinunciato dal suo ultimo erede Molossiano in cambio di alcuni accordi speciali . Per il trasporto fu basilare l’apporto coperto del faccendiere Svizzero -Arcugnanese M.P. deceduto in seguito al suo rientro dall’Africa per circostanze che una autopsia non ha mai del tutto chiarito.
REIMPORTAZIONE DEL METALLO DURANTE LE CRISI POLITICO SOCIALI L’ultimo dei Molossi divenuto ormai maggiorenne si fece così garante di importare quei metalli preziosi facendolo transitare in territorio italiano, da se non invuato in conto lavorazione per fruizione per buona parte, da Firenze, Arezzo, Bari e poi per Mare, raggiunse quel porto natio Jugoslavo da cui era stato sottratto nel l’aprile del 1941.
Potendo fornire queste operazioni come esca per entrare in contatto con chi custodiva le posizioni del giovane ostaggio italiano Carlo Celadon. L’operazione camuffata GoldFInden fu ideale per permettere al Molosso di svolgere la missione Operazione Pirati Barbareschi Elevate contestazioni per violazioni valutarie in materia di importazione o transito di quel metallo prezioso per l’Italia, penali e civili, quindi l’ evasione in materia di reddito ed IVA ( anche se alla fine i collaboratore di Giustizia e noto faccendiere internazionale Arcugnano-Svizzero M.P. l’uomo che materialmente aveva agevolato l’operazione segreta di importazione. In seguito, al fine di scagionare l’operato del Molosso in quanto aggregatosi ai sui spedizionieri per mere ragioni di servizio, MP denunciò anche al ministro delle Finanze Rino Formica avendo dimostrando che le imposte sul transito del prezioso metallo di Tito come per quello delle SS, lo Stato Italiano avesse a valle dell’operazioni,recuperato comunque l’IVA ( Rino Formica fu teste testimone con Steve Pieczenik, consulente CIA del Dipartimento di Stato americano, inviato in Italia per sostenere il ministro degli Affari Interni Francesco Cossiga. Pieczenik a sua volta fu l’ideatore della falsa notizia che nel Lago della Duchessa vi fosse stato il cadavere dell”on Moro rapito da elementi dei Servizi Segreti ) . Sia questo depistaggio, come l’idea di addossare la colpa de rapimento alle BR , come le l’operazione Pirati Barbareschi e Golfinder condotte da K-626 ( Il Molosso) ebbero per interlocutore al corrente di dette segretissime operazioni, lo stesso Ufficiale Superiore dei Carabinieri in seguito divenuto comandante superiore all’ AISE .Successivamente , due collaboratori del Giudice Falcone.
ARCUGNANO: QUELLE OPERAZIONI DI FALCONE SOSPESE A K- 626 Sempre lui fu quello che chiese di sospendere in Anfiteatro Berico di Arcugnano attività contro le manovalanze del Clan Madonia, suo cognato del cognato ed altri . Attività che furono segretate per ben 32 anni . Nel1992 e nel 1998 Causa: l’impresario edile e presunto colpevole della ideazione della politica stragista di Totò Rina, Madonia anche dal carcere, poteva rappresentare una fonte preziosa di informazioni. Inoltre sulla sommità dell’anfiteatro Berico, fu rafforzato ulteriormente il vincolo di segretezza dopo i fatti del 2009 dimostranti che il presunto killer di Falcone e Borsellino, Piddu Madonia esercitasse il suo ruolo di capo bastone- Appunto. Anche dal carcere.
LA TASSAZIONE DEL GOVERNO ITALIANO SUI METALLI IN TRANSITO Alla fine dell’esposto del MP fu dimostrato che lo Stato italiano in realtà alla fine recuperasse comunque l’imposta dal consumatore finale. A quel punto il RE indiscusso specialista di questo traffico , lo Svizzero -Arcugnanese M.P. decise di fare causa all’allora ministro delle finanze dello Stato Italiano l‘on. Rino Formica per avere ragione delle contestazIoni elevate. In effetti in fase di compensazione la teoria di MP non era sbagliata . MP però, per ragioni rimaste mai del tutto chiarite rimasse vittima di una puntura di malaria fulminante mentre dopo aver incontrato un emissario di brillanti della Nabibia , si trovava a cercare oro in Camerum.
Nel frattempo anche per K-626 la sua missione, e le le si disavventure giudiziarie non si fermano qui.
Contro K-626, allo scopo di tentare di vanificare la sua operazione anti-sequestri, di bloccarne l’operato e di coinvolgerlo penalmente quanto fiscalmente furono intentate accuse di auto- fatturazione inesistente. A questo depistaggio partecipò come subalterno i maresciallo di Arcugnano Bertradino Naldo dietro il cui alloggio in stazione dei Carabinieri, dormiva latitante Piddu Madonia dopo le stragi Falcone Borsellino.
NESSUN AUREO VANTAGGIO PER IL MOLOSSO. CIO MALGRADO, IL TENTATIVO DI INFANGARLO Manneggiò fiduciariamente e tonnellate e tonnelate di oro e argento preoccupandosi che fosse restituito al suo paese. Viceversa ed è un particolare non da poco allorché il maresciallo si inventò che il Malosso, come premio delle operazione di restituzione dell’Oro Jugoslavo organizzate da sir Fitzroy Maclean fosse stato promesso e regalato un carico di qualche tonnellata di oro che in cassaforte venisse conteggiato come “reddito” no dichiarato. Il maresciallo si inventò che l’inesistente metallo se lo fosse stato fatto rubare lui durate un furto denunciato presso la sua abitazione . Solo la sua caparbietà di un luogotenente delle GDF riuscì e stilando un esaustivo rapporto di servizio , ma solo nel 1989 a dimostrare che le fatture di importazione erano realmente state emesse da una soggetto clonato al Molosso per depistare su di lui attenzioni generali fastidi ecc. mediante una evidente sostituzione di persona. E no si trattava certo del suo doppelgänger pouché la fisonomia è completamente diversa. La presunta persona che si era sostituito alla identità del Molosso fu il rallysta Bronson, alias di Angelo Siino, accompagnatore delle uscite serali di Papa Woityla durante il periodo in cui scomparve Emanuela Orlandi Angelo Siino . bel processo al compaesano siciliano, il Senatore di Berlusconi, on. Marcello Dell’Utri, venne considerato l’ex Ministero dei Lavori Pubblici di Cosa Nostra che anche lo 007 Aldo Anghessa dI li a poco convinse a pentirsi collaborando.
IL PRESUNTO ORO SPETTANTE AL MOLOSSO DI MACEDONIA. Il Molosso fu completamente assolto dalla congetture del maresciallo Naldo cioè dall’aver accettato dell’oro a premio. Anzi emerse che il maresciallo aveva deliberatamente omesso di indagare sull’identita’ di chi lo avesse provatamente derubato. Dopo l’assoluzione con formula piena del Molosso che dichiarò di non provare astio per lo scempio causatoli dal sottufficiale, tuttavia, seguì un un alterco fra lui ed addetti serbo – macedoni di scorta, posti a vigilare sull’incolumità del Molosso che a dire di testimoni, minacciarono il maresciallo di Arcugnano . Trasferito a Vicenza, Presso la stazione dei Carabinieri di via Muggia ( anche ex sede Gladio) di li a poco il M.llo Bertrandino Naldo, muore. Anche questo fu lo scenario in cui si trovo appena trasferito da affrontare, il col. Luigi Finelli, un brillante ufficiale che con il col.Mori fu coinvolto a vanvera dal maresciallo Tumino, l’artificiere assurto alle cronache per aver distrutto i detonatori che potevano portare al fornitore dei congegni esplsosivi circa i sospeso attentato dell’Addaurra ai danni di Falcone.
MA NON C’E ALCUN ORO IN CASSAFORTE Poco dopo nel 1995 , in Riviera Euganeo- Berica sempre durante il comando a Vicenza del Col. Luigi Finelli, 4 killer di cui 2 a lui consegnati vivi, confessando di essere connessi alla FININVEST, mancarono un nuovo tentativo di sequestro sul Molosso . Ne seguì una sparatoria . 2 dei 4 di non rientreranno più ad Arcore. A quel punto il killer siciliano esperto in sequestri di persona a danni di imprenditori lombardi, convivente del Cavalier Berlusconi Vittorio Mangano, condotto ad Arcore dal senatore dall’altrettanto conterraneo siciliano on.Marcello Dell’Utri , chiese inutilmente di ricevere indietro almeno i cadaveri dei due sui scagnozzi . Di li a poco , ad Arcugnano( Vicenza) fra l’organico degli addetti alle intercettazioni guidate dal Molosso risultò infiltratosi un pregiudicato che lo allarmò confessando il vero motivo della sua missione. In quei frangenti, accadde la scomparsa del figlioletto di soli 2 anni del Molosso e il suicidio della compagna . Poco dopo Vittorio Mangano dopo aver minacciato di fare pubbliche rivelazioni di 20 anni di collaborazione a Milano fra, il Cavaliere, la sua Banca di famiglia dove venivano negoziati i riscatti dei sequestri dei Lombardo- Veneti rapiti ( Rasini) e il Dell’Utri, in carcere, fu irradiato in modo da contrarre male incurabile. Morirà portandosi nelle tomba i numerosissimi segreti sui sequestri di imprenditori e nobili, sopratutto milanesi fra cui tanti, uccisi e annegato nel cemento dei ponteggi autostradali , malgrado il denaro versato Sono le modalità identiche precedono la-testimone con tro Silvio Berlisconi ed altri –imane-fadil
Caso Ruby, morta la testimone Imane Fadil. Uccisa per un “mix di sostanze radioattive”
«Mi hanno avvelenata» aveva detto ai sanitari che l’avevano in cura. La Procura ha aperto un’inchiesta: si indaga per “omicidio volontario”
Mangano, in carcere, fu subito irradiato in modo da contrarre male incurabile, si dice lasciando come e depositaria ed erede la propria figlia amica ,cresciuta con Marina Berlusconi . Il sicilano avrebbe confidato numerosissimi segreti sui sequestri di imprenditori e nobili, le loro vacanze a Porto Cervo , la pianificazioni dei loro rapimenti, sopratutto di noti e nobiluomini imprenditori milanesi fra cui ragazzini e bambine -Alcuni , uccisi mediante lupara bianca , mai più rientrati nell’hiterland milanese Spesso annegati nel cemento già indebolito dei ponteggi autostradali Italiani in.costruzione . Molti di essi erano possessori di conti a 9 zeri , correntisti in Banca Rasini vicini di conto corrente i cui denaro cambiava solo il n. di conto
L’eliminazione di Giovanni Falcone era stata temporaneamente sospesa in quanto poteva trovarsi con la magistrata svizzera Carla Dal Ponte, moglie dell’avvocato Timbal . Anni dopo, attesa l’avvenuta esecuzione del magistrato, la donna archivierà sistematicamente tutte le sue inchieste Italo- svizzere compresa quella a carico dei Silvio Berlusconi &C.. Nel disappunto, il giornalista Sindney Rotalinti chiamandola pubblicamente “Crudelia Del Ponte” depositaria di enormi segreti , allarmò gli organi di Giustizia internazionali così denunziando la doppia vita della donna. Rotalinti familiare dell’ omonimo magistrato Svizzero sarà quindi successivamente assassinato da 3 killer che lo gettano giù dalla zona archeologica di Castro in Puglia . Doveva incontrarsi col prof. Maurizio Tosi mentre, a Lugano presso via Canevascini, sul iglio delle donna di professione presidente RTS è avviata una fase di ricerca e selezione un killer capace dotato di armi non propio convenzionali dietro promessa di pagamento ben superiore alla media e che si pagano per questo genere di operazioni .
KILLER ? NO PAY CASH PUO ESSERE CONTRASSEGNATO! SOLO ORO. Causa : regolamento di conti compensato con oro offerto a premio giacché a dire del offerente il denaro accumulato in altri depositi riconducibili alla Banca Rasini era ormai conosciuto come “tracciato”. Come si vede c’ è n’è per tutti . Finiranno mai queste vicende. No . Fin tanto che posta in gioco rimane altissima e non decentrata .
CHE NE E’ DELL’ORO DEGLI EBREI ASSASSINATI TROVATO DA FALCONE Con la morte di Falcone , le archiviazioni della Carla Del Ponte, e la immediata sottrazione dei dati su cui il giudice da confidenti messi a disposizione dal Comnissario elvetico Fausto Cattaneo aveva annotato i nomi dei beneficiari dell’oro Svizzero e quello importato in Argentina attraverso Peron, cioè quello sottratto dai nazisti alle più importante famiglie ebraiche ed a cui seguirono ulteriori omicidi di parenti ebrei che furono eliminati successivamente affinché non reclamassero il prezioso metallo. E’ questa una inchiesta non ancora del tutto chiusa dal Mossad che non è mai stato avaro nel ricompensare questo tipo di informazioni .
NELLA CACCIA ALL’ORO NON SONO MANCATI I DEPISTAGGI : FORTEZZA
In realtà a Fortezza quell’oro, secondo Luis Trenker collega del maestro vicentino del Molosso, doveva essere stato occultato da tempo . Si trattava di numerosi lingotti , poi in parte recuperati ma non li ma dentro bare al cimitero di Marano dei dischi dal gruppo Sicherheitsdienst che fino al 1944 erano sotto il comando dell’ammiraglio Wilhekm Franz Canaris. Le 25 tonnellate di metallo prezioso mancanti sottratte alla Banca d’Italia servirono a ungere addetti ai lavori per essere all’ammissione al Pool dell’oro, organismo creato dagli alleati per la restituzione pro quota alle nazioni aventi diritto dell’oro trafugato dai nazisti. Secondo l’incorruttibile commissario Niccolo Introna si.
PER CHI SEGUE LE TRACCE DEI FAVOLOSI TESORI AUREI SCOMPARSI . Esclusi da questa ricerca i mezzi sottomarini di soggetti organizzati tecnologicamene e dotati di mezzi atti a ritrovare, dopo secoli carichi di pesante metallo scomparsi nel fondo degli oceani , per per professione o per passione segue le tracce dei favoloso tesori aurei scomparsi , può capitare di trovarsi al centro di grandi depistaggio messo in atto per stancare i cercatori d’oro, puntò sudati di clonazioni sulla presunta seconda esistenza di Hitler Grazie a una leggenda affascinante a questo proposito ricorda molto il romanzo I ragazzi venuti dal Brasile (1978), in cui si racconta che il dottor Josef Mengele continuò i suoi diabolici esperimenti sugli esseri umani e stasse per clonare il Führer. Esiste infatti una cittadina brasiliana, Cândido Godói, dove nascerebbero molti più gemelli rispetto al resto del mondo. Mengele scappò davvero attraverso una delle ratline, e visse per decenni in America Latina, Brasile compreso. Secondo lo storico argentino Jorge Camarasa Mengele negli anni Sessanta visitò Cândido Godói diverse volte, e a questo punto ci sono tutti gli ingredienti al posto giusto per la leggenda: i **gemelli **erano il segno lasciato dagli esperimenti dell’Angelo della morte, come era chiamato dalle vittime a Auschwitz. Era Argentina la banca che emise valuta in cambio di oro depositato. Valuta per sopravvivere
BIBLOGRAFIA
ALTO ADIGE, CACCIA ALL’ORO NAZISTA – 1
Pubblicato il 5 Maggio 2016
a cura di Cornelio Galas
Günther von Hummel: Politica – Terapia. Capire ciò che già sai: come la politica potrebbe essere pensata in modo terapeutico . CDA, Norderstedt senza data, pag. 160 – 161
contiamoci.net Fra le Alpi austriache c’è un lago che nasconde ancora oggi i segreti dei nazisti. NOEMI PENNA 04 Settembre 2017
8.500 lingotti d’oro nascosti dai nazisti e ritrovati nel dopo guerra.Solo una minima parte del tesoro del Terzo Reich.E sulle rive del lago di Garda potrebbe essere nascosto MOLTO di più!
Una storia di avventura e mistero che dura da 70 anni…Guardate il video per saperne di più..
Tesoro composto da oltre 8.500 lingotti d’oro nascosto in una grotta dai nazisti in Turingia e ritrovato nel dopo guerra. E’ solo una minima parte della ricchezza perduta del Terzo Reich. Nei bunker sotterranei del lago di Garda potrebbe nascondersi molto di più. Nell’aprile 1945 i tedeschi vi nascosero un gran numero di pesanti casse.Il tesoro di Adolf Hitler.Una caccia all’oro che dura da 70 anni!
VICEVERSA ECCO CHE ACCADDE AL RESTO DELL’ORO POLACCO , FRANCESE BELGA E QUANTO ALLA FINE DEL SECONDO CONFLITTO MONDIALE FU DATO PER PERSO
L’Oro francese , a Parigi, disponeva della più grande cassaforte del mondo, “La Souterraine”. .
1939 con l’invasione tedesca alle porte il Belgio e Polonia affidarono il loro oro alla Francia.
L’11 giugno, con i tedeschi a 400 km da Brest,l’Emile Bertin lasciò Brest con 255 tonnellate d’oro. Fu il più grande trasferimento di oro delle storia dai tempi di Amerigo Vespucci .Fu realizzato da un’unica nave.
CAMION INGLESI E BRAVI MECCANICI SALVARONO L’ORO FRANCESE
Durante i trasbordo, i francesi non disponevano più di un numero di camion sufficienti a completare l’operazione e quelli che avevano erano troppo piccoli. Furono così ritrovati e riparati undici camion abbandonati dall’esercito britannico durante i bombardamenti per la strada di Brest . Senza di loro per Bertin sarebbe stato impossibile finire di caricare e salpare com la nave in tempo.
I SERVIZI SEGRETI DI CANARIS IN RITARDO PER DIROTTARE LA NAVE Il 17 giugno, il Maresciallo Pétain annunciò la resa della Francia. Tuttavia l’ammiraglio Darlan, il futuro presidente Francese De Gaulle decise di proseguire .
Darlan era u vero e propio conservatore dei luogjei e beni . Suo padre noto per aver tentato di d’interferire in favore di Alfred Dreyfus[2].
L’ammiraglio armò gli uomini e ingiunse a marinai, di proseguire il viaggio con il suo carico diretto alle americhe . e marina, non interruppero il carico per le americhe mentre gli agenti tedeschi piazzati ai porti pur dando le coordinat della nave, rimasero inascoltati . Anche perché con ogni probabilità i comandante avrebbe dato l’ordine di auto-affondarsi . Inoltre i portuali sotto il controllo del sindacato ebraico non ebbero no passarono i tempo la notizia ai tedeschi i modo che quest’ultimi potessero arrangiare un blitz sotto l’egida Abwehr dell’ ammiraglio e capo del Abwehr di Wilhelm Franz Canaris
Ammiraglio Darlan
Il 18 giugno 1940, 75 navi si stavano preparando a salpare. Avevano 7 ore per finire di caricare le tre navi, la Ville d’Alger, la Ville d’Oran e l’El Mansour. I bombardamenti continuarono, una colonna dell’esercito tedesco era a meno di un giorno di distanza. Un’altra nave viene scelta per essere caricata con l’oro, l’El Kantara.
Alle 14, le navi iniziarono i preparativi per partire, l’ultima nave fu caricata in extremis alle 18 e salpò alle 18:30, poco prima del calar della notte. Di notte era impossibile navigare attraverso il campo minato marino e le reti protettive.
Durante quel periodo a Lorient, la Victor Schœlcher veniva caricata con l’oro belga e polacco. Si incontrò con la flotta di Brest, in rotta verso Dakar. Trasportando 1100 tonnellate di oro, era ed è tuttora la più grande spedizione di oro mai realizzata.
Ora, dall’altra parte dell’Atlantico, ancora il 18, l’Emile Bertin arrivò ad Halifax, in Canada. Piccolo problema, la Francia era tecnicamente nemica del Regno Unito. Alla nave fu ordinato di deviare e andare a Fort-de-France in Martinica. Arrivarono lì il 24, dopo aver superato tre navi inglesi.
Quindi ora c’erano 1145 tonnellate a New York, 225 tonnellate a Fort-de-France e 1100 tonnellate a Dakar.
A chi apparteneva quell’oro? Alla Francia di Vichy o alla Francia di De Gaulle? A nessuna delle due, apparteneva alla Banque de France, ricorda che all’epoca era una società privata.
Churchill, inoltre, era piuttosto interessato a tutto quell’oro,
Le navi arrivarono a Dakar, furono prontamente scaricate e l’oro fu inviato a Thies, un forte militare.
Dopo che le truppe anglo-francesi furono respinte da Dakar dalle truppe di Vichy, fu deciso di inviare 1100 t di oro per 900 km nel profondo Mali.
L’oro belga fu così sacrificato per soddisfare l’invasore, che lo fuse prontamente e lo mandò in Svizzera per pagare la guerra.
Dopo la guerra, la Francia usò la propria riserva per sostituire l’oro belga fuso dai nazisti.
E in tutto quel trambusto, sai quanto oro non fu più ritrovato ? 395 kg!
All’appello mancarono solo lo 0,016% delle 2500 tonnellate d’oro.
E tutto l’oro ha aiutato la ricostruzione della Francia, nei due anni precedenti l’entrata in azione del Piano Marshall.
Alla mia domanda : signor K-626 , ma insomma, allora Hitler, ammesso che non fosse Maximilian Bauer riuscì o no ritagliarsi la sua Fuga da Berlino ?
Risposta : Nella misura in cui lei in primis e tanti altri segue questa vicenda , in un certo senso si. Sa che inflazione ci sarebbe se tutti i fanatici si trasformassero in cercatori d’oro?
CACCIA AI RECUPERI DI ORO MINORI SCOMPARSI E/O RITROVATI
Dagospia
https://www.dagospia.com › rubrica-29 › cronache › ci…
14 feb 2021 — Si tratta di concrezioni di sabbia e roccia formate sul fondo dell’ oceano e che, a quanto pare, avrebbero catturato al loro interno manufatti, …
Stavolta, il team di esploratori ha localizzato la SS Gairsoppa, nave britannica da 412 piedi affondata, con il suo carico di 200 tonnellate d’argento, da un U-Boot tedesco durante la Seconda Guerra Mondiale.
L’A IMMENSA RISERVA DELL’ORO PREDATO GIAPPONESE Qualcuno sembra se lo stia godendo l’oro del Generale Yamashita.
https://www.goldavenue.com/it/blog/newsletter-metalli-preziosi-spotlight/il-mistero-irrisolto-dell-oro-di-yamashita
Un recente sentenza :
“Un importo sconosciuto non è recuperabile perché l’intera entità della ricchezza di Marcos non è nota.
La vicenda dell’oro della seconda guerra mondiale : Il suo legittimo ritrovatore fu rapinato e imprigionato e torturato da Marcos.
Morale : Penso alle parole di Franco von Rosenfranz “Asiatico -Persiano – Giappponese. …Siamo sicuri che porti fortuna a chi c’è l’ha? “
Benvenuti in ODISSEY https://www.youtube.com/watch?app=desktop&v=9x1LMVYlhK
Buona Visone di questo video !
A cura di betsy.vandermeer.w@gmail.com. Brani del libro di Franco Molosso von Rosenfranz e l’Intervista a k-626 2- 2023
Uno speciale ringraziamento a Franco Alessandro Molosso Maltarello von Rosenfranz che ha reso possibile questo reportage ricco particolari inediti .
BIBLIOGRAFIE E FONTI
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- Pero Simic “Tito – the mystery of the century”.
- Peter Hoffmann : Resistenza, colpo di stato, tentato omicidio. La lotta dell’opposizione contro Hitler. 4a, edizione recentemente riveduta e integrata, Piper, Monaco 1985, ISBN 3-492-00718-X , pagina 929.
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- ^ Hummel Edler von Hassenfels, Karl * 15 dicembre 1878. Archivio dell’Università di Tubinga, firma UAT 40/102.56.
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- ↑Salta a:a b c Persone: Helmut von Hummel | Progetto pilota JDCRP. Estratto il 20 luglio 2023 .
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- ↑ Corrispondenza con il Reichsleiter Martin Bormann: corrispondenza del rappresentante speciale Hans Posse e del consulente per l’incarico speciale a Linz, Gottfried Reimers, con il Reichsleiter Martin Bormann o il suo consulente personale Helmut von Hummel e il MinConductor Dr. Hanssen – Biblioteca digitale tedesca. Estratto il 21 luglio 2023 .
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- ↑ Jonathan Petropoulos: L’arte come politica nel Terzo Reich . Stampa dell’Università della Carolina del Nord.
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- ↑ Michael Buddrus [a cura di]: Il Meclemburgo nella seconda guerra mondiale. Gli incontri del Gauleiter Friedrich Hildebrandt con gli organi dirigenti nazisti del Meclemburgo Gau 1939-1945. Un’edizione del verbale dell’assemblea. Edizione Temmen, Brema 2009, ISBN 978-3-8378-4000-1 , pagina 558.
-
- ↑Salta a:a b Kathrin Iselt: “Rappresentante speciale del Führer” – Lo storico dell’arte e uomo di museo Hermann Voss (1884-1969) . Böhlau, ISBN 978-3-412-20572-0 .
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- ↑ L’ufficio segreto all’estero. Estratto il 21 luglio 2023 .
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- ↑ Bormann, Martin. In: TracesOfWar.com. Estratto il 21 luglio 2023 (inglese).
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- ↑ Jonathan Petropoulos: L’arte come politica nel Terzo Reich . Stampa dell’Università della Carolina del Nord.
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- ↑ Forum storico dell’Asse – Dott. Helmut von Hummel.
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- ↑Salta a:a b Hansjakob Stehle : Martin Bormann nel crepuscolo ovest-est. In: Die Zeit , 6 giugno 1997.
-
- ↑ Günter von Hummel: Politica – Terapia. Capire ciò che già sai: come la politica dovrebbe essere pensata dal punto di vista terapeutico. CDA, Norderstedt senza data [2016, più recentemente 2021], pagina 160.
-
- ↑ Julius Mader : Il tesoro dei banditi – Un documentario sul tesoro segreto di oro e armi di Hitler. Editore militare tedesco, Berlino Est 1965, pagina 250.
-
- ↑ Avviso di morte di Helmut von Hummel in: Süddeutsche Zeitung . 3 dicembre 2012.
. Cfr. Format, n. 14/2000, pp. 20-27.
- Die Presse, 30/3/2000. Cfr. anche B. K REISKY, Zwischen den Zeiten. Erinnerungen aus fünf Jahrzehnten, Berlin 1986, Siedler Verlag, p. 430 (riguardo a Kamitz).
- H. PICK, Simon Wiesenthal. A Life in Search of Justice,London 1996, Weidenfeld & Nicolson, pp. 161-163.
- O. RATHKOLB, in S. MEISSL-K.-D. MULLEY-O. RATHKOLB, (a cura di), «Verdrängte Schuld, Verfehlte Sühne. Entnazifizierung in Österreich 1945-1955», Wien 1986, Verlag für Geschichte und Politik, p. 82; ID. «Castigo senza espiazione .La denazificazione in Austria dopo il 1945», in G. BOTZ ET AL.; Il «caso Austria». Dall’»Anschluss» all’èra Waldheim, a cura di R. C AZZOLA-G.E. RUSCONI, Torino 1988, Einaudi, pp. 144-160.
- «ÖVP hat weisse Weste», Die Presse, 30/3/2000.
- Ibidem.
- R. e M. BAMBERGER- E. BRUCKMÜLLER-K. GUTKAS, (a cura di), Österreich-Lexikon,vol. 2, Wien 1995, Verlag Jugend & Volk, p. 267.
- Cfr. fra gli altri K. OTTOMEYER, Die Haider-Show. Zur Psychopolitik der FPÖ,Klagenfurt 2000, Drava Verlag.
- Cfr. fra gli altri H. CZERNIN, Wofür ich mich meinetwegen entschuldige. Haider, beim Wort genommen, Czernin Verlag 2000.
- «Wer hat braune Flecken?», Profil, 10/4/2000. Alla domanda su «chi abbia macchie brune», secondo il sondaggio risulta che gli austriaci le attribuiscano per il 27% alla FPÖ, per il 22% alla SPÖ, per il 7% alla ÖVP; a tutti e tre per il 15%, «non sanno» il 28%.
- H.-P. WASSERMANN, Und ab heute Kinder sagen wir «Grüss Gott» und nicht mehr «Heil Hitler»,phil. Diss., Graz 1998, vol. 1, pp. 196 ss.
- Cfr. P. PELINKA, Österreichs Kanzler, Wien 2000.
- H. PICK, Und welche Rolle spielt Österreich? Vom besetzten Grenzland zum offenen EU-Staat: die Alpenrepublik im internationalen Blickfeld, Wien 1999, Kremayr & Scheriau, pp. 144-149 e pp. 302-304.
- Cfr. R. MITTEN, The Politics of Antisemitic Prejudice. The Waldheim Phenomenon in Austria,Boul- der 1992; R. HERZSTEIN, Waldheim. The Missing Years,New York 1988, Ann Arbor.
- Ibidem.
- CH. ZÖCHLING, Haider. Licht und Schatten einer Karriere,Wien 1999, Molden Verlag, pp. 197-199.
- «Apologies from the Austrian Marathon Mass», Washington Post, 10/11/1999.
- H. PICK, Und welche Rolle,cit.
- O. RATHKOLB, cit.
- Arbeiter Zeitung,26/6/1985.
- Ivi,22/3/1985.
- Cfr. I. LINDORFER, Der österreichische Kameradschaftsbund und seine Beziehungen zu den politischen Parteien Österreichs, Diplomarbeit, Universität Wien, 1996. 23. Österreich-Lexikon, vol. 1, p. 654.
- Cfr. al riguardo i giornali Österreichische National-Zeitunge Österreichischer Beobachter,usciti tra il 1950 e il 1955.
- A.L. SMITH, Kampf um Deutschlands Zukunft. Die Umerziehung und Hitlers-Soldaten,Bonn 1997, Bouvier.
- P. LENDVAI, Frankfurter Allgemeine Zeitung,7/2/2000, p. 11.
- L. HÖBELT, Von der vierten Partei zur dritten Kraft. Die Geschichte des VDU, Graz 1999, Stocker Verlag, pp. 248-250; F. OLAH, Die Erinnerungen, Wien 1985, Amalthea Verlag.
- Cfr. TH. NOWOTNY, Was bleibt von der Ära Kreisky,Wien s.d., Zukunft Verlag, pp. 13-14.
- H. DACHS ET AL., (a cura di), Die Politiker. Karrieren und Wirken bedeutender Repräsentanten derZweiten Republik, Wien 1995, Manz Verlag, p. 435.
- Ivi,p. 443.
- H. PICK, Simon Wiesenthal. Eine Biographie,Hamburg 1997, Rowohlt Verlag.
- Su K. MARK cfr. U. LANG-KREMSMAYER, Aspekte zur Funktion der Intellektuellen in der SPÖ – Am Beispiel des BSA unter besonderer Berücksichtigung der Wiederaufbauphase in Österreich,phil. Diss., Wien 1987, p.186.
- Profil, 1/6/1986, p. 28.
- H. WEISS-K. FEDERSPIEL, Wer?,Wien 1988, Eigenverlag, pp. 196 s.; Der Spiegel,n. 24/1970, p. 82.
- O. RATHKOLB, NS-Problem,cit., p. 80.
- B. KREISKY, Zwischen den Zeiten,p. 220, come anche il manoscritto originale nell’archivio della Kreisky Stiftung, Wien.
- B. KREISKY, Im Strom der Politik. Der Memoiren zweiter Teil,Wien 1986, Kremayr & Scheriau, p. 396.
- I. BÖHLER, «Wenn die Juden ein Volk sind, so ist es ein mieses Volk», in M. GEHLER-H. SICKINGER, (a cura di), Politische Affären und Skandale in Österreich. Von Mayerling bis Waldheim, Tauhr 1995, Kulturverlag, pp. 502-531.
- Stiftung Bruno Kreisky, Archivio. Copie uniche dei verbali della direzione della SPÖ, 1945.
- Österreichisches Staatsarchiv, Archiv der Republik, verbali delle riunioni del Consiglio di Stato.
- Archivio della Österreichische Gesellschaft für Zeitgeschichte, Wien, fondo Karl Renner.
42 Vedi nota 39.
- H. GRUBER, Die Jahre in der Politik. Erinnerungen, Klagenfurt 1982, p. 50.
- Copie da atti su Jedlicka del Central Intelligence Corps conservati nei National Archives, Washington D.C., sono in possesso dell’autore, che lavora a un articolo su Jedlicka che apparirà sulla rivista Zukunfta fine 2000.
45 Patrimonio culturale e saccheggio del Mondo A. Pinna
46 Michael Webster: journaldeskblog
47 La triste storia di Gerda Bormann, donna ideale nazista di Carlo Calabrese
LA RICERCA DEL’ ORO NAZISTA FOCUS
L’oro del mondo
I 500 kg di oro sottratti da Benito Mussolini
https://initalia.virgilio.it/mussolini-oro-sottratto-banca-italia-documenti-inediti-84576
Le 25 Tonnellate di oro mancanti , senza ricevuta prelevate da Italo – Anglo -Americani .
https://www.bancaditalia.it/pubblicazioni/collana-storica/saggi-ricerche/saggi-ricerche-03/index.html
- Gli articoli e le note d fonti i materia del prof. Simone Barcelli
- [1] Marco Dolcetta, Spettri del Quarto Reich: Le trame occulte del nazismo dal 1945 a oggi, BUR, 2013.
[2] Camera dei Deputati, Senato della Repubblica, Relazione della Commissione Parlamentare d’inchiesta sulla Loggia massonica P2, Doc XXIII, n. 2, 12 luglio 1984.
[3] Emanuel Quintas, I rapporti politici tra Italia e Argentina negli anni del peronismo (1946-1955), Tesi dottorale Università Roma Tre Scuola dottorale in Scienze Politiche, 2011.
[4] Mario Guarino e Fedora Raugei, Gli anni del disonore, Edizioni Dedalo, 2006.
[5] Jorge Camarasa, Organizzazione Odessa, Mursia, 1998.
[6] Sergio Cardarelli e Renata Martano, I nazisti e l’oro della Banca d’Italia. Sottrazione e recupero 1943-1958, Editori Laterza, 2001.
[7] Enzo Antonio Cicchino e Roberto Olivo, Caccia all’oro nazista, Mursia, 2011.
[8] Ferruccio Pinotti, Il burattinaio d’Italia, Focus Storia n. 19, aprile-maggio 2008.
[9] Mario Ajello e Pasquale Chessa, 1941-1996: Il giallo del tesoro jugoslavo. L’oro di Gelli, anatomia di un mistero rosso-nero, Panorama, 4 aprile 1996.
[10] Franco Bandini, L’oro di Belgrado, Storia Illustrata n. 203, ottobre 1974.[11] Renzo Paternoster, La brigata dell’Anello della Repubblica: “impresa” per lavori sporchi, Storia in Network, 1° maggio 2016.
[12] Mario Ajello e Pasquale Chessa, op. cit.
[13] Enzo Antonio Cicchino e Roberto Olivo, op. cit.
[14] Sergio Lepri, 20 settembre 1943, sergiolepri.it.
[15] Oro jugoslavo: nel 1941 finì alla Banca d’Italia. Ricostruita la sconosciuta vicenda della sparizione, Adnkronos, 28 marzo 1996.
[16] Sergio Cardarelli e Renata Martano, I nazisti e l’oro della Banca d’Italia. Sottrazione e recupero 1943-1958, Editori Laterza, 2001.
[17] Franco Bandini, op. cit.
[18] Dario Massimo, Die Franzensfeste, Weger, 2007.
[19] Giuseppe Casarrubea e Mario José Cereghino, Tango Connection. L’oro nazifascista, l’America Latina e la guerra al comunismo in Italia. 1943-1947, Bompiani, 2007.
[20] Emanuel Quintas, I rapporti politici tra Italia e Argentina negli anni del peronismo (1946-1955), Tesi dottorale Università Roma Tre Scuola dottorale in Scienze Politiche, 2011.
[21] Jorge Camarasa, op. cit.
[22] Mario Guarino e Fedora Raugei, Gli anni del disonore, Edizioni Dedalo, 2006.
[23] Enzo Antonio Cicchino e Roberto Olivo, op. cit.
[24] Claudia Fusani, Gelli, lingotti d’oro nelle fioriere, La Repubblica, 13 settembre 1998.
[25] Natalia Andreani, Licio Gelli ne aveva nascosto 164 chili nelle fioriere di Villa Wanda, sua residenza aretina. Lingotti d’oro come concime. Oltre tre miliardi sotto terra. È il mitico tesoro di Cattaro?, La Gazzetta di Modena, 13 settembre 1998.
[26] Nicola Tranfaglia, Licio Gelli, il venerabile e l’ossessione dell’informazione, Antimafia Duemila, 16 Dicembre 2015.
[27] Gelli accusato di aver rubato 20 tonnellate d’oro nel 1942, Archivio Agenzia Adnkronos, 19 settembre 1998. - Anfiteatro Berico
- https://anfiteatroberico.com/operation-goldfinden
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Betsy van deer Meer@ per “Anfiteatro Berico News” . Rubrica curato da Ideapolis, associazione culturale per la valorizzazione di Arcugnano e del suo circondario Berico e non solo. Della stessa autrice :
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