I Querini e L’anfiteatro Berico Querini – Colonna di Arcugnano ( VI) .
Il Quirinale è uno dei luoghi principali in cui si svolge la vita della Repubblica italiana. La visita del Palazzo conduce alla scoperta di un patrimonio di arte, storia e cultura di inestimabile valore, espressione dell’operosità, della creatività e del genio degli italiani; permette allo stesso tempo di conoscere la sede in cui il Presidente della Repubblica svolge le sue funzioni, incontra le alte cariche istituzionali, i rappresentanti degli altri Stati e degli organismi internazionali, gli esponenti della società civile, i cittadini.”
Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella
Quirino è un Dio primordiale interpretato come un Dio tribale, protettore non solo del Quirinale ma dell’intera comunità del sito di Roma in quanto era la divinità fondatrice, l’eroe arrivato come archegheta. Vi è un nesso molto stretto fra lui e Giano, ma Quirino era più evoluto in quanto riferito all’ organizzazione della suddivisione dei terreni e delle proprietà in curie e aveva, come Dio, una funzione agricola. Quirinus è un aggettivo di Giano come stanno ad indicare i due culti di Giano alle estremità del tratto montano della sacra via e Quirino era il tutore dell’intero stato di Roma
Quirino, nel suo aspetto di dio bellicoso del Quirinale, viene equiparato ad Enyálios divinità di epoca micenea; “gridare a Enialio” (Enyalíōi alalázein) significava per i Greci “levare il grido di guerra” epiteto che i greci diedero ad Ares, ovvero infuriato, bellicoso, figura divina che aveva come animali a lui scari il cane e il picchio.
I romani assimilarono questo dio a Marte. Giacomo Zabarella, nella sua storia genealogica della famiglia Querini, del 1671, ricorda che: Quirin la lancia, e l’asta erano anticamente chiamate siccome era anche detto Quiritide il segno di Giunone, qual portavano li romani sopra l’asta. Lo stesso viene ricordato nelle “Vite degli uomini illustri” di Plutarco versione di Girolamo Pompei, del 1827.
ROMOLO Quirino, fondatore di Roma, lanciò la sua asta di corniolo lungo l’asse augurale del templum dall’Aventino sul Cermalus e da quella lancia nacque un albero di corniolo.
Ma, come ricorda Carandini, riportando Domaszewski e Dumézil, Quirino non va visto come dio della guerra ma come dio dell’agricoltura. Infatti anche la festa dedicata al dio, i Quirinalia, erano legate alla torrefazione del farro, alimento principe per i Romani. Anche se Quirino viene associato a Marte è più collegabile al dio che prende le armi solo nella stagione in cui si apriva la campagna bellica mentre per il resto era legato ai Quirites, ovvero ai membri della comunità che curavano l’agricoltura ed erano ripartizioni distinte del corpo civico. Del resto se il dio Quirino venne legato a Giano significa che anche lui doveva avere una doppia personalità.
Quirino , come entità divina, esisteva prima di Romoloe alla morte e conseguente squartamento di Romolo da parte dei senatori, Giano-Quirino Indiges viene assimilato al pater e genitor della città, il primo re di Roma che era definito da Plutarco valoroso e dio armato di lancia.
Così scrive Giacomo Zabarella: Romolo sparì nella palus Caprae alle nonae del Quintile. Fatto a piccoli pezzi dai senatori e lo videro andare verso le stelle e lo definirono & riposero nel numero degli Dei chiamandolo il Dio Quirino, cioè dio Bellicoso e Martiale e gli fabbricarono un tempio sopra il colle che da lui indi fu detto Colle Quirinale e li deputarono sacrifici che furono detti Sacrifici Quirinali. Quirinali li sacerdoti e giorni Quirinali quelli in cui si facevano dette feste nel mese di Febbraio.
716 a.C. dallo smembramento di Romolo a quello del Molosso ( Alessandro I )
Sembra che i senatori abbiano nascosto i pezzi di Romolo nelle loro toghe e poi li abbiano occultati nel terreno rendendolo fertile. Allo stesso modo fu sembrato il Re di Macedonia presso Taranto. Lo smembramento rituale di Romolo ricorda il bisogno di sangue di Enyálios, la divinità micenea che venne assimilata a Quirino e il rito un percorso primordiale verso una fratellanza di sangue che unisce in un solo corpo il gruppo sociale dei Quiriti e perpetra la vita delle gens.
Inoltre l’idea dello sbranamento ferino appare anche nella rappresentazione del simbolo di Roma la Lupa capitolina del VI sec. a.C., il cui muso mostra denti aguzzi pronti a scarnificare simile al cane della moneta greca di Argo del 322 a.C.
IL CAMMINO DI ANTENORE ED ENEA DA TROIA ALL’INSEDIAMENTO EUGANEO- BERICO .
La Villa d’Este al Quirinale era nota anche come Vigna del cardinal di Ferrara, poiché era stata affittata dal cardinale Ippolito d’Este . Este nella Riviera Euganeo – Berica ha generato la nobiltà di mezza Europa . Nel 1000 era Corte domenicale di Azzo, da cui discendono gli Obertenghi, poi Hannover, poi Saxon, Windsor a cui ancora oggi attraverso la Landmark trust il territorio è riconducibile.
Sui Quirini ho scritto che si originano dalla Grecia perché c’è similitudine fra i Quirini romani che si occupavano di agricoltura e divisione delle terre ed erano i capi famiglia possessori dei lotti e quanto viene narrato del sistema greco di divisione delle terre (Platone). Una parte dei Querini aveva ruolo di sacerdoti:… da questa posizione favorevole e profondamente sacra, i Kirites agrimensori definivano la suddivisione organica del territorio agricolo da assegnare ai Quiriti, fino ad arrivare alla centuriazione della pianura. Se teniamo conto che in questo territorio Euganeo-Berico, sono arrivati gli Argonauiti e gli Enetoi, i Dori, i Micenei e che, attraverso i commerci, frequenti sono stati i contatti con i Greci e i Siracusani, possiamo rifarci a quello che era un’istituzione fondamentale del fenomeno colonnizzatorio greco ovvero la spartizione del territorio. E’ lecito pensare che anche qui, nella spartizione dei lotti di terreno, vigesse, come per i Greci, la regola fondamentale secondo la quale i lotti di terreno dovevano essere sempre uguali e l’assegnazione era rimessa al sorteggio ed era determinata dal Fato, era cioè consacrata come un’istituzione divina: “la sorte che è un Dio ha diviso la terra” diceva Platone e questa regola risaliva ai tempi di Omero. Secondo la tradizione ancora i Dori spartivano la terra seguendo questa regola.
A Sparta, per esempio, il principio di uguaglianza agraria fu elevato a norma di fede . Per i Greci i lotti erano delle unità di misura di dimensione quadrata e venivano assegnati in porzioni uguali per ciascun cittadino e i cippi terminali che segnavano il perimetro del lotto erano inviolabili e sacri. il cittadino, concepito come il capo ed il rappresentante del focolare domestico, come dei Quiriti, formava con il suo lotto una coppia inseparabile. Le zone periferiche alla polis, per lo più collinose e boscose, venivano assegnate ai pionieri di rincalzo, o come extrema ratio a schiavi o Perièci. Non è escluso che così sia stato per quei soldati Spartani di Cleonimo tenuti prigionieri nelle zone che oggi prendono il nome dell’appendice superstite lacustre del Grande Lago di Longara (Fimon) e impiegati come schiavi per rifinire le scalinate dell’anfiteatro di Arcugnano e la sua darsena
Bibliografia ;https://www.romanoimpero.com/2019/01/tempio-di-quirino.html
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