Salvatore Carubba@ 15 -3- 2023
Siamo in piena Guerra Fredda. Frugando fra le note del Flugbuch come nel Libretto di Volo della Regia Aeronautica del gen. Ettore Malosso ed ascoltate le narrative del Gen. Giorgio Bertolaso, relative al suo comando di poligono nucleare in Sardegna di Salto di Quirra ho curiosamente riscontrato che non é riportata una vicenda accaduta a Lonate Pozzolo.
Al tempo l’aeroporto era posto sotto il comando del Gen. Malosso Ettore due piloti, a lui sottoposti si resero protagonisti di furto di velivolo militare condotto da Tito Broz per far parti di ricambi . II° enigma aeronautico di aerei scomparsi preceduto il mistero che avvolge un altro Spariviero SM79 condotto da due altri piloti nati in Adriatisches Küstenland , ma arruolati italiani. Il loro SM 79 nel 1941, al decollò, inspiegabilmente, tardando di 1 ora la sua partenza rispetto al decollo del velivolo gregario . Non si diresse e verso il suo previsto l’obiettivo marittimo inglese così sparendo nel Sahara. Sarà fortunosamente ritrovato nel 1960 . Ma è ben 400 km fuori rotta! A circa 90km percorsi in 4 giorni, meno di 8 dalla salvezza, il cadavere di un altro suo eroico aviere, giace con 2 orologi al polso. Morto di sete e stenti nella disperata ricerca di soccorsi [da resti di foto, documenti, rapporti di ex piloti RSI trovati nell’Archivio -museale sorelle Mioni- Papadopoli -Wollemborg che dopo il rogo doloso, oggi si trova in Casa di Giulietta – Anfiteatro Berico]Dove, chi, cos’altro c’era a bordo del velivolo? Scopro che è una vicenda nel 1980, fu dibattuta fra Sir Fitzroy Maclean e il figlio del gen. Malosso all’isola Dalmata di Kurcula . Forse di questi casi , come degli ‘elicottero Agusta Bell VOLPE 132 : della Guardia di Finanza abbattuto in Sardegna, anche li, ben 100 km fuori rotta il generale Paolo Moci potrebbe saper dire molte cose. il
IL SEGRETO DI STATO del presedente Berlusconi . Anche sul suo ‘abbattimento avvenuto mentre era in corso un enorme esportazione di denaro accumulato dalla banca del padre, la Rasini,. Denaro tracciato proveniente dai sequestri di persona di noti imprenditori lombardo Veneti cambiato contro droga, rifiuti tossici pericolosi cioè scorie radioattive di centrali nucleari francesi da gettar in quel punto prestabilito di mare intervenne l’avvocato Silvio Berlusconi divento nel frattempo Presidente della Repubblica Italiana, apponendo il Segreto di Stato Italiano sulla vicenda cioè il divieto assoluto di indagare.
1946 . L’SM79 . ROTTA : Tito Broz. Il clima era quello del saccheggio in cui bande partigiane, sbandati ancora non completamente disarmati, mercenari del mercato nero, approfittatori, attaccavano frequentemente presidi militari locali. A Milano, guidate dal criminale stragista vicentino Morozin, spalleggiato dall’on. Sandro Pertini, mandante dell’assassinio del colleghi di staff del compositore vicentino, del cinema Berlinese ed anche il maestro vicentino di Franco Malosso von Rosenfranz , dr. Bechstein Giuseppe Becce..
IL CONTESTO DEI FATTI Gli attori dello staff Becce uccisi dal bandito altrettanto vicentino sono Osvaldo Valenti e Luisa Ferida, in cinta. Morozin , in virtù dell’artcolo 16 degli accordi di Cassibile del 1943 , da poco desecretati nel Regno Unito e che prevedono immunutà a chiunque, compresi familiari, figli e nipoti che abbia aiutato i liberatori ,in partcolare aderendo al Regno del Sud ed agendo insieme ai liberatori Lucky Luciano, Don Sturzo, In Veneto coperto sopratutto dal Politico democristiano veneto padovano che in Sicilia, che era riuscito ad assurgere a il vice DC dell’on. Bernardo Mattarella, il Graziano Verzotto. Politico che farà da tramite alla assegnazione a Procure di magistrati, prefetti e uomini che hanno aiutato gli americani. Per il rapinatore Morozin , questo scenario rappresenta una grande opportunità per farsi passare da antifascista- liberataore. Spavaldo, sfrontato, vantandosi queste coperture . Sarà incredibilmente assolto dallo stesso Magistrato del Tribunale di Vicenza, dr. Canilli, il magistrato che blocca i conti bancari all’imprenditore conciario vicentino Candido Celadon. Un padre comunque molto determinato che non si lasicerà fermare dagli eventi dell’industria dei rapimenti che svuota interi tesoretti di famiglie facendoli ricomparire a beneficio su nuove o vecchie aziende di affiliati complici .
IL CASO CELADON.- il dr. CANILLI durante la permanenza a Vicenza del magistrato siciliano Nitto Palma, è coadiuvato da Giannico Rodighiero.” Il magistrato nella lista di quelli da uccidere ” perchè comunista ” (ndr di K-626 da: Operazione Pirati Barbareschi . C’era un buon premio per chi lo avesse ammazzato e a patto che non fossero usati sistemi eclatanti come quelli usati dai carabinieri per ammazzare chiudendo loro la bocca per sempre ai 4 calabresi sequestratori di Cesare Casella che avevano i compiti di portare a Milano alla Banca Rasini di Luigi Berlusconi i soldini . Ma lui sfuggì e per errore gli fu ammazzata la moglie). L’arcugnanese dr. Rodighjiero interviene anche anche nel sequestro Celadon, e sul regolamento di conti che a due passi dal Corso Palladio sistema di coniugi Fioretto . Il rapimento del ragazzo vicentino frutterà parecchi soldi . “Imbucato ” da pecorai calabresi in Aspromonte. A pagare con la vita intanto con l’ omicidio dimostrativo, sono i coniugi Fioretto. Precedentemente, un altro Arcugnanese, che abita presso l’Anfiteatro Berico di Arcugnano gestito dal Conservatore Molossiano , era stato denunciato dal Candido Celadon nell’Estorsione . I padre di Carlo non è uno che si fa prendere sprovveduto e sopratutto che subisce passivamente l’estorsione come dei predecessori . Inoltre è intelligente. Si perché , avrete capito che questi si conoscono tutti. Tra Arzignano- Arcugnano e Vicenza, nulla accade che questi non sappiano. Sembrano solo i magistrati in servizio a Vicenza, ad essere gli sprovveduti che non sanno nulla . Tra loro il giudice siciliano Luigi Rende . Per associazione Mafiosa, denunziato e quindi trasferito alla chiacchierata Procura di Brescia, la Procura diverrà tristemente famosa per le rapine alla “mitraglietta Skorpio” compiute dal figlio del Procuratore del locale Tribunale .
A casa sua ad Arcugnano, trovano armi a matricola abrasa impiegate nelle rapine agli orafi in Riviera Euganeo -Berica e una importante somma di denaro tracciato provenienti dai sequestri di persona . Nel sequestro Celadon, qualcuno specula. Prende una condanna ma malgrado il raggiro si salvano la vita calabrese l’avv. Pardo e il ciclista Arcugnanese di Arcugnano Marino Basso, accusato di aver collaborato con l’avvocato calabrese Pardo nel “raggiro” compiuto ai danni della famiglia Celadon. (Basso è un ciclista Arcugnanese, vincitore del Gran Premio Campagnolo spa (il Costruttore di bici, cerchioni e serbatoio super leggeri in elecktron componenti dei velivoli NATO e primo cugino del Conservatore Molossiano). Gli 800 milioni di cui si sono appropriati dal Candido Celadon, padre del ragazzo rapito e posto per quasi tre anni incatenato dentro una buca, servono per “ungere le ruote” dei secondini calabresi . Le successive altre tranche del riscatto, miste ad altrettanto denaro tracciato dai rapimenti senza ritorno degli industriali Pietro Berto, Pietro Berti e Livio Bernardi che sottovalutando l’avvertimento esitarono a lasciare l’italia e che malgrado il versamento effettuato alla Rasini, non torneranno più a casa.
Quel denaro, tra Bagheria ed Arcugnano quando il passaggio Lira/ Euro è imminente ricomparirà dalle mani di Arnaldo La Barbera che lo assegna a Piddu Madonia, Il costruttore edile che dovrà essere preso per fare da da capro espiatorio alla strage dei due scomodi magistrati Giovanni Falcone e Paolo Borsellino che con il commissario udercover Svizzero, Fausto Cattaneo, il giudice Rotalinti e il Giornalista Sindney Rotalinty , assieme a dei detective privati, seguivano oro predato agli ebrei e quel denaro dei riscatti in territorio Elvetico .
IL CONSERVATORE : Abitando vicino al Basso , non c’era settimana che non venissi contattato da un recupero crediti di tal impresario edile Gastaldello . Veniva da me a chiedere di intercedere per un credito che mi mostrava avanzare denaro appunto da questo signore, il Marino Basso dicendomi : Lei può Maestro . Spiegai che riferisse al cretino che mi aveva volutamente confuso con il criptonimo affibbiato al dr. Stefano Giovannone dei Servizi che la smettessero. Oltretutto io questo mio vicino non l’ho mai l’ho frequentato. Solo le telecamere lo ripresero i mentre a non so quale titolo entrava assieme a veri carabinieri mentre era in corso la nota estorsione di 5 milioni di euro a noi membri della riapertura dell’Anfiteatro che ha convolto più di un rappresentante delle Forze dell’Ordine. I Fioretto invece coinvolti per quel sequestro del ragazzo erano finito nel tavolo degli indagati del magistrato dr. Rodighiero che non dispose intercettazioni telefoniche alle utenze dei suoi compagni di fucile da caccia : Il viticoltore vignaiolo Gianni Zonin e appunto i coniugi Fioretto, così rimasti inindagati . Per l’indagine dei Carabinieri essi erano loro i basisti che a Vicenza, avevano fatto da tramite ai siculo calabresi i cui denaro per il riscatto, pagato da Candido Celadon e dagli Amenduni , viene cambiato alla Banca Rasini del padre di Silvio Berlusconi a Milano .
Nel merito, i due sicari ,reclutati in Belgio attraverso il sistema di ingaggio e scambio di killer , collaudato dal vicentino Francis Turatello, a volto scoperto entrarono in Tribunale a Vicenza . Chiesero tranquillamente, a volto scoperto dove fosse il Commercialista Fioretto. Fu a loro risposto che i commercialista doveva essere rientrato nella vicina casa, sempre nei pressi di Corso Palladio. Cola’ giunti, “giustiziarono ” la coppia Fioretto a pistolettate . Per il Morozin, killer stragista rapinatore, finto partigiano delle Divisone Pasubio come per gli altrettanto finti partigiani , i rapinatori delle Banda Osoppo incoraggiati a depositare i proventi in denaro rubato anche a poveri diavoli, presso la neonata Banca Rasini del padre di Silvio Berlusconi è l’inizio di momento d’oro. Per i capobanda, una continuazione . E’ il periodo che i presidente Sandro Pertini, per iscritto, chiede scusa e inviata a rientrare ai siciliani mandati un USA al confino dal prefetto antimafia CesareMori tra il 1929 il 1933 Il giudice Canilli del Tribunale di Vicenza lo assolverà il ricco stragista Morozin , malgrado l’incredibile numero di omicidi , torture di civili abitanti, rapine, nel disappunto del giudice Pertile, figlio ultimo presidente dei Rosenfranz -Maltarello, Aureliano , Il tenore di Toscanini legato all’anfiteatro Berico che fu vicino a Gina Cigna, Soprano francese naturalizzata italiana che nel 1947, mentre si recava a Vicenza per una recita, fu qui coinvolta in un incidente stradale
Le razzie, omicidi , stragi, rapine, de Morozin, oltre un centinaio, gli consentirono di mettere da parte un fortuna milionaria con cui i bandito si vantò di essersi comprato la libertà. Alla faccia dei familiari delle vittime. Bottino in parte utilizzata per ungere gli ingranaggi della Giustizia italiana colabrodo. A niente potrà il Giudice Pertile, alla cui figlia Emanuela i giudici del medesimo tribunale vicentino rimarranno inerti al successivo furto di tutti i cimeli del nonno, il Tenore di Toscani Aureliano, dopo Fogazzaro, ultimo dirigente della Reale Fabbrica dei Rosenfranz che promuoveva i pianoforti in Anfiteatro Berico, il teatro dove Richard Wagner, il compositore tedesco, insieme alla moglie Cosima Liszt, testò il suo Liebestod .
ANCORA PILOTI NELLA SUA CARRIERA TRA ARZIGNANO E ARCUGNANO Tra ex balilla e finti partigiani il Morozin riesce così a farsi archiviare una inchiesta per crimine di guerra . Vittime piloti militari USA ad Arcugnano . Fra lamenti indicibili , anziché dare soccorsi dentro il loro velivolo, lasciati arrostire, ed asfissiare sotto minaccia delle armi. Lo stragista vicentino Morozin sembra proprio avere i Santi in paradiso! Per un pelo non riuscì ad uccidere e razziare una famiglia che già ebbe la casa rasa al suolo in bombardamento mirato quando Lonigo ospitò Kesserling insieme al compositore vicentino del cinema tedesco Bechstein Giuseppe Becce . Sempre in un altro bombardamento mirato a Berlino, al dirigente UFA che dirigeva la colonna sonora dei Die Deutsche Wochenschau, i piloti angloamericani avevano centrato la casa del incenerendogliela. Per difendersi da queste bande, il regolamento imposto all’aeroporto militare di Lonate Pozzolo prevedeva che comandante, ufficiali, equipaggi, per ragioni di sicurezza dormissero nel bunker della base come riportato dal Generale Malosso: ” con la pistola sotto il cuscino”. Erano momenti difficili ed incerti. E’ in corsa la svendita incontrollata del paese Italia su cui sarà imposto un Regime fantoccio agli sconfitti e con le istituzioni allo sbando, ancora non era chiaro capire chi sarebbe assurto al potere mentre intanto da arraffare c’è davvero ancora molto.
LA RIORGANIZZAZIONE MILITARE -STRATEGICA DI LONATE POZZOLO Presidiare questo aeroporto dai saccheggi di sbandati, presidiarlo da sabotatori era una priorità per un Ufficiale, da secoli erede dei un schiera di Conservatori assoggettatisi agli antichi romani . Così le chiavi e il comando dell’importate aeroporto militare , il più importante e strategico del nord italia presso il quale gravitava allora una altro ufficiale, il col. Pilota Buffa, maritato Marzotto- Elsa Dalle Ore
Elsa Dalle Ore in Marzotto , era l’unica oltre che la prima aviatrice Italiana che poteva contrapporsi ad Hanna Reitsch e ad Amelia Earhart . Elsa era proprietaria dell’Anfiteatro Berico e automaticamente delle sua idrovia in ex Baia Lago Fontega dove atterravano i piloti del raprto Alta Velocità .
Al Conservatore Molossiano in qualità di dirigente S.A.T.A. fu affidato questo aeroporto come in seguito l’anfiteatro Berico che recinge il misterioso suo lago Fons ( odierna Fontega) . Malgrado i frequenti cambi al potere politico, la famiglia del generale già erede di magister, da parte del Generale Macedone Eustacchio , Ufficiale assoggettato sotto il Romano Impero, come quella degli esattori Maltarello, era famosa per la secolare capacità di essere riuscita a conservare sempre e comunque, indipendentemente dalla politica di turno al potere così preservando l meglio, opere, immobili da distruzioni, depredamenti . E così avendo sempre posto in salvo laddove possibile dalla loro espogliazione, saccheggi, archivi, pubblici e privati. Furti da dimore storiche, prelievi indebiti da pubblici ufficiali Comunali , come riportato dal libro “Tutti i Conservatori dei luoghi dell’Impero Asburgico e del Regno D’Italia,” edito Tipografia Rumor 9-12 -1937(dossier del prof. Maurizio Tosi) redatto dall’accademico prof. Mario Andreis, a sua volta figlio di esattori dell’impero. Le due famiglie di Conservatori erano note pure per la conservazione delle proprietà di Vibia Sabina, moglie tredicenne vicentina dell’impratore Romano Adriano e proprietaria dell’ex Santuario Anfiteatro Berico come del terreno di Villa Adriana presso Roma dove l’Imperatore Romano presso Tivoli replicò gli elementi dell’anfiteatro Berico di Villa di Arcugnano Capoluogo . Il sito contenendo stessi elementi architettonici colà riprodotti e presso cui incombe il progetto di una discarica e che che il critico Philippe Daverio , pagando con la morte, si spese per conservare dal divenire tale, sfidando gli interessi messi in campo dalla criminalita organizzata italiana.
A villa Adriana sono be distinguibili gli a llestimenti scenici tra cui, colonne e statue allineate con garbo dal Soprintendente e sotto gli stessi ripresi dalla isoletta dei Riti Quiriniani di Romolo in Anfiteatri Berico della moglie vicentina di Adriano : Vibia Sabina
IL FURTO DELL’ SAVOIA -MARCHETTI ’79 DESTINATO A TITO BROZ Premesso cioè questo fu il contesto di auel furto del velivolo militare avvenuto sotto il comando del Molosso, che lo amareggiò profondamente.
LA VICENDA NEI DETTAGLI . Era accaduto che due piloti italiani, aggirando l’ordine di rimanere nei propri alloggi erano decollati portando l’SM 79 a Tito. in seguito, come confessato dal gen. Giorgio Bertolaso, in punto di morte all’amico, più di un fratello, Ettore Malosso. Bertolaso e il gen. Moci, erano stati semplici basisti di un furto pianificato dallo stesso Gen. Paolo Moci, per mantenersi le grazie di Tito senza fare torto agli ex nemici ora nuovi alleati agli angloamericani . I due piloti trafugarono l’ SM 79 della ex RSI conducendolo in volo fino a Nuova Gorica. Che cosa era accaduto? Facciamo un passetto indietro. Il leader iugoslavo Tito Broz, aveva acquistato 40 velivoli SM79. Aveva urgente bisogno di pezzi di ricambio. Ma nel frattempo, finito di combattere comunemente l’invasore tedesco, sull’ex alleato, era intervenuto l’embargo anglo-americano. Nel repentino, politico cambio di rotta, per il maresciallo Tito, ufficialmente non era più possibile accedere ad avio-ricambi. Tito allora si era allora rivolto ai generali A.M. Paolo Moci, all’agente dei Servizi Segreti Venturini , a Giorgio Bertolaso ed alla sua compagna yugoslava. Tutti compagni di lotta aerea nei Balcani.
Poi quello insolita vicenda, Ettore Malosso in qualità di comandate responsabile dell’aeroporto, finì sotto processo. A scrivere la parola fine a quella vicenda fu Re Umberto II di Savoia.
1946 GLI ITALIANI CAMBIANO PADRONE
L’ultimo Re d’Italia SM Umberto di Savoia, perfettamente al corrente della delicata operazione, prima di proseguire per l’esilio a Cascais volle fare visita a quell’ultimo Re , ma anche “ufficiale e gentiluomo Molossiano” atterrando a Lonate Pozzolo per renderli omaggio e giustizia . Ci pensò lui ad assolvendolo completamente Ettore Malosso per quella operazione condotta dai Servizi Segreti che lui, il Re, direttore generale ‘OVRA aveva appena ceduto all’OSS (CIA).
Il gen. dell’aeronautica PAOLO MOCCI dopo la guerra, fra i tanti corrotti dal presidente e cavalier Berlusconi. Assurse alla ribalta per una condanna: Aveva costretto i milanesi, dato inquinamento acustico, a a esodare a Milano 2 combinando un cambiamento delle rotte aere. In realtà le menti delle disavventura accaduta a insaputa del Malosso, finalizzata ad accontentare Tito Broz , non certo nuovo a un certo tipo di imprese, erano stati sempre loro: Paolo Mocci, generale aeronautico Italiano, già coinvolto nella strage di Guerenica e per sottrazione di un altro velivolo , nonché l’agente segreto ex OVRA ,Venturini oltre a un altro ufficiale dell’intelligence AM poi assurto a Capo di Stato Maggiore: il gen. Aldo Remondino .
Il resoconto di quella clamorosa vicenda è riportato anche in un libro autobiografico del Generale e Conservatore Molossiano .[MALOSSO ETTORE . Realtà Forse. Note autobiografiche di vita nel XX secolo. Vol. 3pag. 129 /Bastogi ed.2008] Ad assolvere completamente il generale reo, praticamente di non aver fatto il possibile “non aver potuto trattenere per la coda un S N 79 in fase di decollo “(la motivazione del rapporto recitava pressappoco così).
DAI 3 ACQUILOTTI DUE GENERALI
ETTORE MALOSSO E GIORGIO BERTOLASO INSEPARABILMENTE DIVERSI Curiosa l’amicizia fra i due generali, Malosso e Bertolaso. Conterranei e compagni di accademia, amici, insieme in combattimento nei cieli di Malta . Fino alla morte. Dapprima fu Ettore che insegnò a Giorgio il segreto del volo. In altri cieli. Solista pii scafato per la precedente esperienza il primo gregario a proteggere la sua coda l’altro. dell’altro, divisisi per due anni per conflitto di opinioni, avevano rischiato di trovarsi da nemici, a dovere duellare, sparare addosso al compagno di studi , di banco che sparava al suo promo amico in volo.
Fatti questo che se non in cielo, in quei terribili anni sono accaduti per terra, in Italia e persino tra alcuni fratelli. Giorgio Bertolaso . Pilota uscito pure lui da quella che considerata la scuola degli assi della cavalleria aerea come Francesco Baracca, Guido Keller, dimostrando eccezzionale capacità malgrado privato del piano di coda dai potenti colpi di mitragliatrice avversarie, anziché buttarsi col paracadute, decise di salvare il velivolo riuscendo, in quello stato incredibilmente a governarlo fino a terra .
dopo il settembre 1943, riuscì a raggiunto il Regno del Sud mettendosi disposizione del gruppo formato dal ex membro della Reichsrat -Herrenhaus (Camera d’Austria) on. Alcide De Gasperi che con Don Sturzo, e grazie all’intervento del liberatore Lucky Luciano, all’appoggio di Bernardo Mattarella e di altri coraggiosi unitisi a sfidare la invasata folla e follia fascista che radunata da S.E. Benito Mussolini continuava a scatenare una dichiarazione di guerra dietro l’altra .
Fu il primo pilota scelto dal governo italiano a volare con l’F-104.
QUELL’ORO MACEDONE E YUGOSLAVO DEI BALCANI
Giorgio Bertolaso militò quindi nei Balcani con la Balkanian Air Force a stretto contatto con i Titini e dove operava anche l’agente segreto Licio Gelli che con l’allora ‘Ufficiale Austriaco dei Sevizi Segreti Kurt Waldheim, complice la perfetta sua padronanza delle lingua italiana si accordò per discutere come utilizzare il bottino di Re Pietro di Jugoslavia .
A TITO BROZ-EREDI, UFFICIALMENTE ERA STATO RESTITUITO SOLO IL20 % DI QUELL’ORO SOTTRATTO A L TESORO DI PIETRO DEL REGNO DI JUGOSLAVIA . Fino al 1991 accorporato alla Jugoslavia erano le repubbliche di Serbia, Croazia, Macedonia, Montenegro, Slovenia e Bosnia-Erzegovina e le due province autonome serbe del Kossovo e della Vojvodina. Il tesoro di Macedonia derivava da quello Molossiano persiano ed era il più consistente.
Con quell’oro fatto transitare con Licio Gelli, Kurt Waldheim potè comprarsi una grande carriera politica come presidente Austriaco e assurgere a funzionario ONU. Il ruolo chiave lo giocarono come sempre i Servizi Segreti. Tale opinione è confortata anche dagli studi – analisi di Giorgia Cardillo svolte sul business sperimentale delle clonazione compiuti da Joseph Mengele che con la sua ricerca ha arricchito i fazenderos del Sud America per parti gemellari procurati .
“Il fatto che Kurt Waldheim abbia raggiunto livelli militari così alti dopo la guerra, ha
portato molti storici ed osservatori a chiedersi se avesse avuto un rapporto speciale con i servizi segreti americani, jugoslavi o sovietici.
La CIA, ancora una volta, è stata chiamata in causa e nel corso degli anni sono state avanzate richieste all’Agenzia affinchè rivelasse eventuali azioni che avrebbe potuto avere nei confronti del diplomatico/politico austriaco.185 . Già nel 1980, il deputato Stephen J. Solarz espresse interesse per l’infanzia di Waldheim, e pose domande per iscritto a Waldheim e al direttore dell’Intelligence Centrale, William Casey. L
Tratto dalle indagini approfondite di Giorgia Cardillo
INTANTO IN ITALIA Per qualche anno l’Italia si era divisa politicamente in due. Il Regno del sud e i repubblichini presso la villa di Feltrinelli al Nord. Riunitisi nel dopo-guerra, i due amici militarono ancora insieme scalando i vertici delle nuova Aeronautica Militare. Ancor di più, da anziani, lo status di pensionati, permise loro di invecchiare nuovamente uniti divenendo inseparabili. Ettore fu molto fortunato. Se dal 1943 , con il secretato art. 16 del dell’accordo di Cassibile prevedeva immunità pr qualsiasi reato per se , i propri figli e nipoti verso chiunque avesse aiutato gli Angloamericani , assi delle caccia del calibro del pilota di Mattei, nel dopo guerra come per esempio il cap. Imerio Bertuzzi furono epurati , ciò non avvenne per Ettore che all’attivo aveva esperienze uniche, ritenuto indispensabile, malgrado separatosi da Giorgio scegliendo di restare fedele al nord potè continuare la sua brillante carriera.
FONDAZIONE DEL SIMPOSIO CULTURALE A LAVINIO DI ANZIO. Ettore Malosso prese casa a Lavinio di Anzio. Non un posticino qualsiasi. Lavinio e le sue ex ville, assurte alla ribalta per avere ospitato nientemeno che la latitanza terroristica degli spietatissimi NAR terroristi che per procurarsi le armi, solevano sparare subito, senza preavviso, a sangue freddo, così derubando delle armi di ordinanza i poliziotti della Polizia Stradale piantoni nelle garitte posti sorveglianza di caserme, agenti in postazione fissa di scorte alle ambasciate .
Ogni anno lo Stato Italiano mette all’asta o dona a Fondazioni abitazioni e case investimento o rifugio di terroristi mafiosi. Vale la pena di ricordare: come ad Anzio, come presso e per rivalutare le proprietà del Marchese Fogazzaro- Roi , come per l’anfiteatro Berico ad Arcugnano di Vicenza. Il generale Malosso da buon filantropo quale era, volle sborsare esclusivamente di tasca propria i fondi necessari per mantenere questi beni senza aver mai richiesto un contributo governativo.
ANNI ’90 I DUE GENERALI A partire dalla fine di quegli anni meravigliosi, io cominciai a riferire loro periodicamente sul servizio di scorta effettuata al figlio del generale Ettore, Franco Malosso Maltarello von Rosenfranz . In quelle occasioni si parlava di tutto. Dalle ex basi sensibili da loro comandate, alla politica , alla preoccupazione del generale Giorgio Bertolaso per il figlio Antonio assurto pure lui al grado di Generale dell’Aeronautica Militare, entrato nei Servizi Segreti, alla carriera del fratello Guido divenuto Capo della Protezione Civile . Era un vero piacere ascoltare i racconti del Gen. Bertolaso.. Cliccando qui è possibile ascoltare il suo contributo a History Channel, vicino a quello del Generale Bernardini, copilota nel loro volo su un Piper a Mosca .
DA VICENZA AD ANZIO Ettore provenendo dalla esperienza del Circolo culturale La soffitta cedette il primo suo alloggio al maestro Otello De Maria, quindi ad Anzio col generale Giorgio Bertolaso , aprì a tutti un simposio culturale che porta ancora ora il nome del suo Cofondatore, il generale Ettore Malosso. Un circolo che ogni anno premiando, incoraggiare i migliori poeti ed artisti. italiani. Talvolta fra loro interveniva il figlio del Duce, e non più sotto falso nome: Romano. Musicista, poeta, pittore e marito della sorella di Sofia Loren figlia di Maria Scicolone sorella di Sofia Loren e del Giazzista del Simposio di Anzio Romano Mussolini .
Nè al Simposio nè alla Soffitta tranne qualche sporadica collaborazione, è mai stata parte attiva Franco Malosso von Rosenfranz, concertatore, accademico musicale figlio del generale e delle pianista allieva del Busoni e di Bechstein Giuseppe Becce. Altro ospite illustre, Romano Mussolini concertatore al simposio era invece il capace e vivace Jazzista. Noto per le simpatie,l’ l’amicizia con Duke Ellington nonché per aver difeso la musica Jazz in piena dittatura, così sfidando la la censura fascista paterna che avversava ogni espressione culturale straniera. Da chi apprese allora Romano? Come riporta Pietro Raimondi, la storia d’amore tra Benito Mussolini e Rachele Guidi ha un che di romanzesco, sin dal suo principio. Benito, domandò la mano di Rachele ai genitori brandendo una rivoltella. Sono i tipici atteggiamenti che connotano gli Italiani ?Da una coppia nata in maniera così rocambolesca non potevano che nascere figli altrettanto audaci.
I generali Bertolaso e Malosso, in guerra, prima di dividersi, avevano combattuto insieme con ruolo di solista e gregario nei cieli del mio paese, la Sicilia. Così affrontando consapevolmente un duello impari durante il conflitto scatenato dall’allora premier Italiano l’on. Mussolini , quest’ultimo, da tempo finanziato dalle lobby belligeranti, dichiarava guerra a tutti mentre il popolo italiano in piazza urlava con lui : “Guerra Guerra” .
1943 Fino a quando nel 1943 il gen. Giorgio Bertolaso fu primo a capire che era una assurdità non solo la guerra in se, ma assurdo era averla perfino dichiarata agli Stati Uniti d’America, laddove per più di una famiglia italiana su dieci, contava su un parente colà migrato. Una guerra fra fratelli di oltreoceano quindi. Da qui la dilaniante e sofferta decisione dell’allora abilissimo tenete pilota di aderire al movimento di Don Sturzo, passando al servizio dell’on. Bernardo Mattarella e del liberatore d’Italia. Il siciliano, vicino di casa di Lucky Luciano era ‘allora astro nascente Frank Sinatra alias the voice per la sua magnifica voce . Suo padre aveva dovuto riparare dalla Sicilia in US a causa di un omicidio passionale . Qui la mafia USA che già controllava il 50 % dei membri delle Polizia e la magistratura lo mise presto nelle mani del liberatore degli Italiani e del Fascismo Lucky Luciano. L’uomo che diede i contributo decisivo a salvare gli italiani dal disastrosa guerra in cui si eran cacciati.
Le donnine dipinte sulle fusoliere dei velivoli . Si dice che fu una idea propagandistica del siciliano Lucky Luciano .
SOTTO I COLLEGHI COL. ETTORE MALOSSO E PAUL TATE .
Chi era Tito Broz? Il presidente Jugoslavo disponeva di ben sette identità diverse e anche circa la sua data di nascita si contavano almeno quattro date diverse in diversi luoghi. Astuto, pieno di risorse e agenti infiltrati dovunque.
Il GENERALE MALOSSO E IL MARESCIALLO TITO BROZ Fra quei due nemici prevalse sempre un grande rispetto e collaborazione. Perfino i servizi segreti tedeschi, Goebbels in testa, non nascosero mai la propria ammirazione per quel nemico di cui era difficile seguire le tracce e che anche quando si credeva di averlo intrappolato, riusciva sempre a cavarsela.
QUANDO MALOSSO E BERTOLASO SFRECCIAVANO IN VOLO SOTTO I PONTI Nel maggio 1944 quando i tedeschi lanciano l’operazione Rösselsprung : “mossa del cavallo”, come sulla scacchiera. Otto Skorzeny, l’ufficiale delle SS liberatore di Mussolini rivela il nascondiglio dove Tito si nasconde. Il leader, capo dei capi, si trova sotto un pesante fuoco tedesco e resiste fino che un gruppo di eroici soldati iugoslavi viene a liberarlo. Tuttavia per il maresciallo non ci sarebbe stato scampo. E’ accerchiato ma fa a tempo a lanciare un appello. Un SOS destinato ai piloti italo-anglo-americani. Gli spericolati aviatori alleati della neonata Balkan air force di cui è parte anche l’allora tenete Giorgio Bertolaso. Una delle ex donne compagne di lotta del futuro premier era stata salvata dall’essere passata per le armi dai carabinieri in servizio presso la base aerea di Gorizia quando i due ufficiali erano stanziati la. E proprio dall’allora gregario, il Tenete Ettore Malosso. Quelli delle Balkan rispondono all’ SOS. Londra autorizza il salvataggio del temporaneo alleato destinato a divenire il futuro, più promettente premier. Già allora, la considerazione, la fama che il popolo ha per lui è paragonabile a quella di un eroe rivoluzionario Russo. , tripudio paragonabile a quello del film “il dr. Živago” di Pastenak, è Strelnikov, cioè Stalin . Il recupero di quell’uomo che fu in grado di tenere uniti così tanto differenti Stati della Jugoslavia avverrà in extremis. Avventurosamente, in condizioni a dir poco rocambolesche , sotto l’egida di un ministro come Churchill che sapeva guardare al futuro e che già con Lucky Luciano, luogotenente di Al Capone e Joseph Kennedy, era riuscito a fare entrare in guerra gli americani contro la Germania per ben due volte.
IL SALVATAGGIO DI TITO E’ notte, i temerari piloti riusciranno a violare l’accerchiamento tedesco. Atterrare e in pochi minuti e caricarlo nel velivolo soccorritore sotto il fuoco nemico. Tito sarà portato in salvo. Questa del reparto di cui faceva parte il Generale Bertolaso è una delle pagine più segrete delle storia . Tito non dimenticò mai quell’aiuto.
ACCADIMENTI SULLE MONTAGNE VICENTINE. IL MIO ESCLUSIVO SCOOP Oggi per alcuni di queste vicende sono passati gli anni coperti dal segreto militare e si possono raccontare gli alterni fatti avvenuti tra il comandante Ettore Malosso, l’allora ex agente segreto di Tito ed i premier Jugoslavo.
IL TENTATIVO DI DROGATURA DEI TECNICI ADDETTI AI MISSILI NUCLEARI A FOLGARIA Ebbene pochi sanno che durante la Guerra Fredda fra la Base di Tonezza dal Cimone e la Base Tuono presso Folgaria avvenne un caso di spionaggio e terrorismo internazionale senza precedenti. Un episodio noto agli addetti ai lavori col nome di “OPERATION TUONO” . Una vicenda che avrebbe potuto innescare un escalation, business di spesa bellica su tutti i fronti, con il rischio sfiorato di una spaventosa guerra nucleare dalle conseguenze imprevedibili.
ETTORE MALOSSO TITO BROZ-TOTO’ RIINA I due nemici si trovano nuovamente a confrontarsi allorché i subalterni del Generale Malosso scoprono una spia italiana con il portafogli gonfio di denaro introdottasi nella base, munita di false generalità. Si era trattato di un civile travestito da ufficiale dell’aeronautica militare. Fu smascherato e bloccato quand’egli era già ormai giunto in sala lancio dei missili. L’ “Ufficiale”, parente trentino di Tito Broz , oltrepassato l’accesso presidiato dai VAM, arrivò a un passo dalla stanza dei bottoni. Scoperto, riuscì a farsi passare per un mitomane. Il comandate Ettore Malosso finse però solo di credere a questa versione. E Lo lasciò andare . ” Si tratta di un balordo” In realtà il gen. Malosso lo fece pedinare non mollandolo mai neppure per un attimo. Chi lo aveva ingaggiato per introdursi nelle postazione segreta sotterranea della base alleata Tuono a Folgaria, nel Tirolo italiano? Quell’uomo poteva essere benissimo stato pagato da dei commercianti bellici senza scrupoli.
ESCALATION NUCLEARE SFIORATA Non era un episodio da sottovalutare. I risultati non tardarono ad arrivare. Da quelle indagini segretissime svolte, Malosso arrivò a un agente istigatore dell’UDBA ( l’ex OZNA). E da lì direttamente a Tito. il maresciallo ingaggiando una rete di agenti , aveva reclutato una spia fra suoi parenti altoatesini. Ora si trattava solo di passare all’azione.
FRA TRENTO E VICENZA LO SCAMBIO DI INFORMAZIONI, I SABOTAGGI Un ventenne pianista parlante quattro lingue giunto secondo al campionato di scherma dell’esercito Austro-Ungarico nell’armata di Francesco Giuseppe. Il maresciallo contattò l’antagonista: “Lascia in pace il mio uomo. Non era lì da voi per fare danni. Non è a noi o ai russi che devi fare attenzione sai. E’ chi hai vicino che devi temere. Una incursione amica. Un sabotaggio magari da attribuire a noi e nel corso delle quale potrebbe partire un missile. Noi siamo più preoccupati di te se parte un tuo missile da li. E ai tuoi tecnici che devi fare attenzione. Della loro solitudine nel loro isolamento. Sono in procinto di approcciarli per renderli manipolabili con la vostra eroina di stato, droga del consenso”. Il generale Malosso allora replicò: ” Sei stato un compagno di scorribande di Stalin quando lui rapinava le banche, come faccio a prendere per buono questo scambio di informazioni, a fidarmi di Te? ” In più …qualche anno fa mi rubasti un velivolo a Lonate Pozzolo … ” E Tito : “Non mi credi? Sai chi fu a fornirci quelle informazioni ? Te lo sei mai chiesto ? Ti dirò di più”… Apriti cielo ! E a quel punto Tito alzò il tiro. Spiegò cosa ci fosse in atto. Indicò pure la strada dell’eroina destinata ai tecnici addetti ai missili.
LA DROGATURA DELLA POPOLAZIONE ITALIANA Con il rischio dell’arrivo al potere dei politici comunisti e quindi che l’unione sovietica potesse concquistarsi politicamente le simpatie degli italiani, era in atto il progetto di drogatura americano sulla popolazione Italiana Blue Moon . Gli interessi in gioco altissimi. “Le prossime vittime da prendere all’amo saranno i tuoi specialisti ai missili. ” Disse Tito.
OPERAZIONE BLUEMOON cioè DROGATURA POPOLAZIONE ITALIANA Il generale interpellò allora un amico e collega alleato a Vicenza-Verona , il t.col. CIA:US ARMY Paul Tate , papà di Sharon Tate e lui: ” Quel che dice Tito è vero “: Si chiama Operazione Blumoon ” Fai attenzione. Ci sono almeno due giovanissimi vostri ufficiali medici coinvolti. Non fidarti di nessuno“. Il generale Malosso compì indagini discrete ma non arrivò a niente. Neppure se in abiti borghesi trovò qualcuno a disposto a rivelare. Ma la notizia di Tito e cioè che la droga potesse circolare nella base era certa . E non era quella che veniva da Trento.
TITO- TOTO’ RINA -MARIANO RUMOR Alias Antelope Cobbler C’era una visita dell’Onorevole primo ministro Mariano Rumor in programma . A Passo Coe in una esercitazione, era previsto il ricovero del politico Italiano in un bunker delle base segreta . Quale migliore occasione per parlargliene. Ma all’ultimo momento il Generale dovette scontrarsi con un ospite molto particolare che soggiornava a Tonezza del Cimone ( Vicenza) presso la casa di Antenope Cobbler, il nome in codice utilizzato per indicare il conto bancario riconducibile al DC on. Mariano Rumor dove il politico DC intascava e divideva le tangenti,con i suoi compagni di merende “dimenticando” di corrispondere le provvigioni al Sindacato Ebraico (Cosa Nostra ) delle tangenti per gli appalti di armi, in particolare, Velivoli pretese alla US Lockheed . Eredi del clima di quegli anni sono i fatti narrato con dovizia dal giornalista Marco Travaglio.
I fratelli Gaetano e Totò Riina, e Mariano Rumor presso la cui abitazione dimorava il boss Totò Riina .
MARIANO RUMOR TOTO’ RIINA- OPERAZIONE BLUMOON
A controllore dei chiari patti espressi con il Democratico Cristiano on. Mariano Rumor, figlio della storica tipografia vicentina, dalla Sicilia a Vicenza era qui salito un giovane fino allora poco conosciuto. Il suo nome era TOTO’ RIINA,. L’apprensione e la tensione per questo personaggio intoccabile era palpabile fra addetti ai lavori. Riina, formatosi alla scuola del primario don Michele Navarra, introdottissimo medico e sindaco di Corleone che al momento del rientro, in Italia dei 300 galeotti detenuti per Mafia nelle. carceri US, siculo-americani, pressochè semianalfabeti, posti a fare i sindaci e precedentemente scappati dalla Sicilia a causa del prefetto di Mussolini: il prefetto Mori .
Era quel primario, il temuto medico noto per aver soppresso con una iniezione il piccolo pastorello testimone dell’omicidio del sindacalista Placido Rizzotto. . A sua volta dicono che Riina fosse colui che abbia formato l’allora ragazzino, Matteo Messina Denaro. Uno che ne sa parecchio di esistenza di programmi derivati MK Ultra, di strategia delle bombe e che in cattività sostiene che Putin e il suo paese, sono vittime di pazzi.
LE BANCONOTE CONTRASSEGNATE DEI SEQUESTRI DI PERSONA SPESE A TONEZZA del Cimone in provincia di Vicenza presso il bar delle base segreta a Passo Coe. Anche questo era un capitolo di guerra fredda in corso , fatto di accadimenti molto simili a quelli a cui assistiamo oggi durate il conflitto US – e la ricchissima Russia. Durante l’operazione BlueMoon,. Inquilino dell’on. Mariano Rumor su pressione dell’n.Giulio Andreotti , Riina, sebbene segnalato, era una potenza impossibile da arrestare da parte delle AG locali e ciò malgrado fosse già latitante. Nel timore tuttavia che al di là della popolazione, con droghe del consenso potessero cascare nelle reta di drogatura i militari addetti al nucleare, su precisa soffiata del presidente Jugoslavo Tito, Broz, rivelatasi esatta, Riina fu seguito nei suoi spostamento dagli uomini del generale Ettore Malosso. Ogni volta che Riina prendeva anche per un solo caffè , la banconota finiva subito dopo nelle tasche dei segugi sguinzagliati dietro lui. Risultava che il siciliano dall’inconfondibile accento, spendesse sempre denaro “marcio”. in particolare proveniente da banconote pagate per dissequestrare persone rapite tra cui imprenditori lombardi e loro familiari residenti attorno alla cintura milanese di Agrate Brianza . Qualcuno di quelli ostaggi mai più fu ritrovato , neppure cadavere.
Erano banconote uscite tutte dalla Banca Rasini diretta da Luigi Berlusconi dove Totò Rina come il vicentino Francis Turatello, a quell’epoca depositava ricchissimi proventi da bische, teatro di varietà, sequestri di persona. Altre banconote emesse dalla Banca d’Italia erano state veicolate da buste paga di militari in servizio alle basi segrete. Da questo particolare il generale riuscì a determinare che le forze politiche al potere non sarebbero mai intervenute .
LA DROGATURA DEGLI ITALIANI Con l‘operazione di drogatura degli italiani in pieno svolgimento in Italia e non solo a a quel punto il generale capì che non avrebbe potuto neppure contare sul proprio organico di carabinieri con compiti di polizia militare. Franco Malosso.
FRANCO MALOSSO OPERATION BASE SEGRETA TUONO Nessuna indagine militare nessuna forma di collaborazione interpellata era pensabile. Talvolta gli eredi del liberatore Lucky Luciano, col Max Mugnani che rientrato in quell’Italia che conta era responsabile farmaceutico alla Sanità post fascista , uno dei principali artefici delle Operazione di drogatura degli Italiani Blue Moon. Liberato per medesimo reato in USA era stato incaricato di trovare da nord a Sud allocchi che abboccassero allo stupefacente . Stupefacente che veniva reclamizzato per sedurre una bella ragazza. anche se eri un mostro. Ne era un convincente testimonial, uno come Ronald Stark che iniettando loro droga dalla sua base di un Hotel a Roma e Bologna , riusciva a prendere all’amo ragazze bellissime, renderle schive , facendole pure prostituire. Si vantava fra i tanti, perfino di avere preso all’amo fra mezza imprenditoria Italiana anche un giovanissimo re dei Motori , il Lamborghini. Era l’epoca dei Cantagiri a Valdagno e dei Festival Bar ad Asiago , nelle Patria Vicentina di Turatello, mentre Joe Adonis erede di Al Capone con artisti e cantanti milanesi e partenopei, voleva avviare un Cantagiro esclusivo di Cinema e Musica, presso la US base in costruzione in Anfiteatro Berico. A Tonezza saliva inoltre a prelevarsi stupefacente da avviare verso destinazione ignota top secret , fra poliziotti , vicequestori e strane altre facce, Lucky Lùciano che era risaputo poi risultava essere un fornitore di elettrodomestici americani di ultima generazione del Piex- Market Americano in Caserma Ederle a Vicenza. Ma bloccarli , per il Generale Malosso significava andare contro i Comandi Alleati .
IL MONDO INTERO NON AVREBBE MAI IMMAGINATO UN SIMILE PERICOLO NUCLEARE Così , con quella stessa tecnica di approccio il piano avversario poteva prevedere che la droga cambiasse puscher. E quale tipo di droga? Il generale sa bene che potrebbe essere utilizzata nè dai suoi avieri come dai suoi tecnici addetti ai missili. Peggio poi se sulle sue guardie. Per gli operatori delle basi segrete, chiusi sottoterra basi, si sa, il tempo non passa mai. La noia era sovrana. E uno spinello poteva nascondere quella droga del consenso paventata da Tito, in seguito operazione che trovò conferma delle sua esistenza dal collega US -ARMI CIA , T.col. Paul Tate. Tate aveva perso la figlia semi -sventrata del nipotino figlio del regista Roman Polanski, nel sequestro e strage ad opera dei satanisti così divenuti tali con un trattamento a base di MKUltra culminato con a strage di Cielo Drive in Hollyvood, dove il loro capo a compenso sarebbe divenuto “padrino”. A zittire Polanski, per renderlo ricattabile e zittirlo, il Sindacato Ebraico, cioè Cosa Nostra gli affrancò una minorenne.
Forse , anche utilizzata in astinenza per i tecnici militari italiani della base. La stessa insidiosa droga del consenso che affossa la coscienza . Una droga raffinata in Belgio, dalle lobby del farmaco già utilizzata da Spirito e & Carbone con la collaborazione del medico di Hitler. Quel Dr. T. Morell che riuscì a prese all’amo perfino Adolf Hitler alla fine del 1937. L’ allora tenete Malosso stesso durante le operazioni di guerra aerea fu inconsapevolmente drogato dalle tavolette del micidiale cioccolato Pervitin prodotto dalla Temmler e a fine conflitto. Ma grazie a un bravo medico vicentino , il luminare dr. Nordera , il generale riuscì a disintossicarsi in tempo così accettando di farsi ricoverare a Villa Margherita, la Clinica in un castello sorto sopra l’ex Monte Giove in Arcugnano che divide con la vera casa di Giulietta, la stupefacente veduta del gigantesco Anfiteatro Marittimo Berico. Rammenta il gen. Malosso che nel clamore di far giustizia in fretta, a Norimberga, non si volle approfondire la drogatura tedesca che precedette l‘operazione Bluemoon e il ministro della igiene razziale del Reich, Leonardo Conti, fu impiccato troppo in fretta.
CHE FARE ? IMPIEGHIAMO FRANCO ! A quel punto per non violare una operazione militare segreta, senza interromperla, giacché la priorità era impedire che la droga arrivasse sotto una qualsiasi forma , anche al bar, sorseggiando un caffè, al Malosso restò solo il coinvolgimento blando con la Questura di Vicenza sperando in una flagranza di reato. Verona e Vicenza difendono le sedi delle stragi e del traffico ideato per drogare gli italiani Questori , ispettori che tentavano di di ostacolare quel traffico, venivano subito trasferiti . E’ il caso del commissario Ennio Di Francesco, allontanato subito dalle indagini da carabinieri e poliziotti e agenti dei servizi segreti
E se quella missione fosse andata a male, in estrema ratio , sostiene Franco per fermare quel pericoloso traffico di droga del consenso, a dare un preciso avvertimento, se nessun magistrato vicentino avesse voluto assumersene la responsabilità, probabilmente si sarebbe ricorso ad ammazzare un magistrato, Il giudice vicentino Canilli già resosi odioso per l’assoluzione di Pertini e Morozin.
PRIMA MISSIONE PER IL PIU’ PICCOLO DETECTIVE AL MONDO. La missione fu portata avanti in varie fasi oltre che a compartimenti stagni per non allarmare la popolazione. anche segretandone gli aspetti concernenti la difesa militare. Ma non da militari. Fu possibile infine realizzarla con la collaborazione di due poliziotti della locale Questura di Vicenza, all’epoca in forza a Palazzo Folco in S. Marco , un tempo connesso al Parco delle Querini (Giulia ed Ermengarda le medesime proprietarie dell’Anfiteatro di Arcugnano). La missione di Franco Malosso ebbe successo e il traffico di eroina e droga del consenso fu interrotto. Per gli Jugoslavi come per i russi ciò fu motivo di ritrovata reciproca serenità.
I DETTAGLI DELLA OPERAZIONE RACCONTATI PER LA PRIMA VOLTA dal figlio del generale. Si era stabilito che l’eroina arrivava con volo militare NATO all’aeroporto vicentino Tommaso Dal Molin. Mancava però all’appello il fornitore. Il generale Malosso decise così di infiltrare il proprio figlio . Perfetto military brat . E lo sarà anche per una seconda volta. Quando il vicentino Francis Turatello che nelle sua offerta di protezione a non sequestrargli il figlio dopo che lo stesso gli era stato sequestrato per ben 2 volte. La prima con l’ingannevole trappola da un funzionario di Cassa di Risparmio di Verona Vicenza e Belluno puscher terminale di 2 spacciatori che voltando le spalle al Clan del vicentino Turatello, si erano messi a cooperare con un siciliano che autodefinedosi legittimo erede del Generale Greco Tebano Epanimonda, si era offerto per il rilascio breve del piccolo ” affinché egli versando l’obolo, non finisse smembrato come il Molosso a. La custodia del ragazzo era stata affidata a un noto omosessuale pedofilo pederasta che si era approfittato odiosamente delle fiducia dell’allora ragazzino Franco in quanto come ragioniere, lavorava per la banca dove il ragazzino, riponeva in una cassettina i suoi risparmi. Piccole mancette pagategli quando a Natale e Pasqua lui consegnava fiori a domicilio. Sul sequestro intervenne Joe Adonis che sulle importazioni alla istallazioni military US , ostacolato da Totò Riina, doveva riprendere il posto di Lucky Luciano. Turatello comunque aveva nientemeno che il Dirigente Generale di Pubblica sicurezza, direttore dell’Ufficio Affari Riservati del Ministero dell’interno Federico Umberto Amato figlio di uno che nella corrottissima Marsiglia vantava rispettare ex accordi fin da quando la sua famiglia operava con Spritito & Cabone . Su pressioni di Adoni Turatello offrì al Generale messosi alla ricerca del figlio, la testa del bancario . Ma il padre di Franco lasciò perdere. il Generale Malosso tuttavia , dopo un ulteriore, successivo breve sequestro su Franco , speso a titolo dimostrativo avvenuto ad opera di un Maggiore dell’AM, pur continuando a crescere il figlio come un perfetto Military Brat fatto addestrare anche in Sardegna e da un base e un’altra.
OPERATION TUONO Fu la sua prima missione di intelligence. segreta coperta. Si sapeva solo che rifornimento dello stupefacente era affidato a un giovane. Emerse che il corriere che la transitava era un ragazzo minorenne di Tonezza dal Cimone. Dietro rivelazione dei nomi di chi la procurava , il ragazzo puscher non passò alcun guaio e fu rilasciato. Oggi quanto accadde in quegli anni è rivelabile. La organizzazione dedita alla importazione delle droga, dopo, continuò a importare se no eroina , cocaina purissima raffinata a Bruxelles, attraverso voli militari NATO.
OPERAZIONE TUONO è un libro scritto da Franco Malosso von Rosenfranz nel 2023 .
In seguito un commilitone del figlio del generale Malosso , il sottufficiale serg. m. Gianni Conti con compiti di Polizia Militare di soli 23 anni in servizio all’Aeroporto vicentino Tommaso Dal Molin, pagherà con la vita quella violazione coperta dal Segreto di Stato. Ammazzato di botte dietro la mensa ufficiali finirà gettato in piscina per meglio simulare un annegamento. Per portare alla luce le prove dell’omicidio inutile fu particolare l’intervento dell’Ammiraglio Falco Accame che tuttavia non riuscì a sciogliere i Segreto di Stato . E ancora oggi il COPASIR da parte italiana non si pronuncia sul riesame. Neppure Franco Malosso riuscì a aiutarlo consegnandole i colpevoli del barbaro omicidio alla Giustizia . La mamma del ragazzo, Assunta Conti che ha fondato un movimento che avverte dei rischi che corrono i militari volontari oggi in Italia, é morta senza mai avere ricevuto giustizia mentre quelli che mentirono sulla soppressione del sergente, sup figlio hanno fatto carriera.
QUANDO SI INCAPPA NEL SEGRETO DI STATO. LE PROCEDURE. Oggi però anche i cosiddetti Leoni da Tastiera hanno capito che è consigliabile tenersi alla larga dal ficcare il naso nei delitti di STATO. Nel caso e più specificatamente della pronuncia del COPASIR o il segreto di Stato viene, o non viene concesso o capita una falsificazione consapevole delle prove, o non c’è l’ammissione di prove. Celebre il caso in cui Franco Malosso è incorso con l’anfiteatro Berico indipendentemente dal saper o non sapere, malgrado pesantemente offeso e provocato si mantenne rispettoso del vincolo di segretezza .
FRANCO MALOSSO IL DETECTIVE PIU’ GIOVANE D’ITALIA Sapevo che mai mi sarei potuto fregiare di aver bloccato qualcosa che avrebbe potuto togliere la vita di mezza Europa . I Nike Hercules erano caricati a 20 kiloton contro i 12,5 impiegati a Hiroscima . Fui premiato con una torta. Il biglietto avevo visto benisssimo che era stato scritto da mio padre . Recava la scritta :
“Da parte del Governo Italiano . Con gratitudine “.
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Tuttavia le alterne vicende fra Tito Broz ed Ettore Malosso non terminarono qui . Franco Malosso l’eroico e temerario figlio di Ettore racconta .. Quando ero ragazzino, fu regalato alla mia famiglia un cane di nome “Lux”, anzi, sulla medaglietta che conservo ancora era impresso il nome Luks. Era un pastore tedesco che mio padre aveva ribattezzato col nome di ” Wolf” e facendoci credere che Wolf era un regalo di Bubi Hartman, asso della caccia aerea e rampollo di un’ altra famiglia che aveva fatto un discreta fortuna per la “via delle seta ” scoperta dal maestro di Giuseppe Becce a Berlino, il conte Ferdinad von Richthofen. Correva l’epoca della polemica sull’F104 Starfighter aereo che per l’asso dell’aviazione tedesca, Hartman era una” bara volante”. Non così per un pilota come Bertolaso che per primo lo condusse in Italia, nè per Antelope Cobbler cioè Mariano Rumor.
Quel velivolo di scarsa apertura alare faceva pensare ai progetti del Messerschmitt Me 163 Komet noto aereo che in fase di decollo costò un l’incidente alla primatista Hanna Reitsch , versione tedesca di un’ epoca che per donne aviatrici in Italia contrapponeva la proprietaria dell’Anfiteatro Marittimo Berico di Arcugnano (VI) Elsa Marzotto Dalle Ore. Progetti che probabilmente un disertore fra i tecnici di von Braun, aveva consegnato a tecnici Lockheed. Tuttavia in pieno Scandalo tangenti Lockheed a Antelope Cobbler cioè i DC Mariano Rumo. il Gen. Bertolaso, che per primo aveva testato l’F104 in Italia, aveva considerato un buon caccia. Quel velivolo senza ali faceva pensare ai progetti di Messerschmitt Me 262 che un disertore aveva consegnato a tecnici Lockheed. Mio cugino, dirigente dell’Oto Melara mi disse che il suo vero nome non fosse Wolf , ma Lux .
A mia madre, narrava Franco Malosso von Rosenfranz ,dava fastidio che questo cane si abbracciasse sempre a noi famigliari . Lo trovava poco igienico. Infine riuscì a convincere mio padre a portarlo da un parente a Vicenza. Un operatore dell’ENEL . Ma Il cane ritrovò la strada di casa. Poi lo fece abbandonare a Lonate- Pozzolo. E ancora , incredibilmente quella povera bestia esausta con le unghie consumate rientrò a Vicenza nelle casa di mio nonno. Alla fine fu portato al poligono interforze nucleari comandato in Sardegna dal gen. Bertolaso . In seguito , io accettai di fare un corso di addestramento e sopravvivenza in Sardegna . Solo per ritrovarlo. Giunto a un porto, incontrai alcuni pescatori che riferirono di un pazzo cane che saltava nei traghetti. Ma non lo rivedemmo più. Non ho mai perdonato mia madre, ma neppure la debolezza di mio padre per come condusse questa vicenda.
Io non ho mai creduto che quel cane fosse un regalo di Hartman. Orbene, giunto al cospetto dei miei sospetti le mie convinzioni trovarono conferma. Tito Broz aveva avuto un cane con questo nome. Predato da Tito dopo uno scontro, il giovane cane probabilmente era appartenuto a un ufficiale tedesco, che era con gli italiani a Prozor. Tito sapeva il tedesco e conquistò l’animale . Durante la battaglia di Sutjeska , il 9 giugno 1943, sulle tracce di Tito incalzato dai tedeschi , le informazioni assunte davano per certo che viaggiasse con gli ufficiali di collegamento Britannici al comando di Bill Sturt. I servizi segreti tedeschi individuato così il loro Quartier Generale in movimento passarono le coordinate all’artiglieria . Curioso che uno di quelli artiglieri tedeschi sembra facesse parte di quelli che nelle prima guerra mondiale, il 12 giugno 1915 centrarono distruggendolo con un proiettile Skoda da 305 mm penetrato nella struttura ed esploso al suo interno il Forte nel Monte Verena a Asiago ( VIcenza) dopo che per primi i belligeranti interventisti italiani, vergognosamente, tradendo il patto di non aggressione e malgrado Trento e Trieste fossero state regalate senza colpo ferire , avevano da qui iniziato a sparare verso Trento agli artiglieri. Inquadrato il convoglio, lo centrarono con precise salve. Nella carneficina, in quel momento Luks, che era un cane tedesco addestrato, mai più separatasi dal suo Comandante, istintivamente si gettò addosso a Tito facendogli pressoché completamente scudo col suo corpo . Dopo lo scoppio di una seconda mirata cannonata, il fumo cessò mostrando il corpo di Luks crivellato di detriti che con un ultimo guaito spirò fra il braccio sinistro ferito di Tito a cui la povera bestia aveva fatto scudo. Dicono che il duro Tito in quell’occasione pianse commosso gridando: “Mio amato Lux, tutto quello che avevi per proteggermi era il tuo giovane corpo e tu lo hai sacrificato per il mio .”
Oggi assistiamo impotenti a un conflitto che prevede e speriamo solo lo svuotamento di arsenali di armi obsolete mentre si vorrebbe togliere completamente dalla gente il ricordo di Tito Broz . Un condottiero che la storia dimentica, la capacità che ebbe di sapere creare un’ alleanza fra piccoli paesi non allineati. Andrebbe rivalutata meglio la sua vita. Forse potremmo non essere più qui senza quella sua telefonata. La storia che vi ho narrato è di grande attualità.
Salvatore Carrubba@. Caposcorta per 20 anni del Molosso, per Anfiteatro Berico News .
Aggiornato nel mese di giugno 2023 . Nessun diritto riservato . Libero utilizzo a chi ne fa richiesta Associaz. Ideapolis Ufficiostampa/Anfiteatroberico@gmail.com
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