Di Salvatore Carubba
Frugando fra le note del Flugbuch”del gen. Ettore Malosso e nelle narrative del Gen. Giorgio Bertolaso.
Nelle note del Libretto di Volo della Regia Aeronautica come quello tedesco, ho notato che non viene riportata la vicenda di due piloti in sevizio all’erooporto di Lonate pozzolo resisi protagonisti di un furto di aereo militare.
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1946 . Il clima era quello in cui bande partigiane, sbandati ancora non completamente disarmati attaccavano frequentemente presidi militar locali. A Milano, il regolamento all’aeroporto militare di Lonate Pozzolo prevedeva comandante, ufficiali, equipaggi, per ragioni di sicurezza dormissero in un bunker di cui il complesso era dotato. Lonate Pozzolo lo comandava l’allora Capitano Malosso, dirigente S.A.T.A . Ma 2 piloti aggirando l’ordine di rimanere nei propri alloggi trafugarono un SM 79 della ex RSI. Preso il volo atterrarono a Nuova Gorica. Che cosa era accaduto? Il leader Jugoslavo che ne aveva acquistati 40. Aveva bisogno di pezzi di ricambio. Ma nel frattempo sull’ex alleato, era incorso l’embargo. Tito si era allora rivolto al gen. Bertolaso compagno di lotta aerea nei Balcani . Apparentemente inutilmente.
Poi quello strano fatto per il quale ‘allora capitano Ettore Malosso finì sotto processo. A scrivere la parola fine a quella vicenda fu il Re Umberto II di Savoia . 1946 . I sovrano cede i Servizi Segreti Italiani (OVRA) a quelli Italo-Americani già riformati nel Regno del Sud ( OSS poi CIG- NSC- CIA) Quindi si imbarca per il volo che lo condurrà in esilio. Ma prima di lasciare definitivamente l’Italia per l’esilio in Portogallo, il Re Umberto chiese di fare tappa all’aeroporto di Lonate Pozzolo chiedendo del capitano Ettore Malosso. il resoconto di quella clamorosa vicenda è anche da lui riportato in un suo libro autobiografico [Realtà Forse pag. 129 /Bastogi ed. ]Ad assolvere completamente il generale reo praticamente di “non aver potuto trattenere per la coda un S N 79 in fase di decollo “(la motivazione del rapporto recitava pressapoco così) f

Non fu mai accertato mai chi avesse fornito le informazioni a quei piloti.


Curiosa l’amicizia fra i due generali, Malosso e Bertolaso. Conterranei e compagni di accademia, amici per la pelle In altri cieli, l’uno gregari dell’altro, avevano rischiato di trovarsi da nemici, duellare, spararsi addosso. Riunitisi nel dopo-guerra militarono ancora insieme. Scalando i vertici delle nuova Aeronautica. Da anziani, lo status di pensionati, permise loro di invecchiare di nuovo insieme divenendo inseparabili vicini di casa ad Anzio. A loro io riferivo periodicamente sulla scorta effettuata sul figlio del generale Ettore, Franco Malosso von Rosenfranz . In queste occasioni si parlava di tutto. Era un vero piacere ascoltare i racconti del Gen. Bertolaso. Lui e Malosso , in guerra, prima di dividersi, avevano combattuto nei cieli delle Sicilia. Mussolini dichiarava guerra a tutti . Il popolo urlava con lui : “Guerra Guerra” . Fin a quando, nel 1943 il gen. Bertolaso fu il primo a capire che era una assurdità non solo la guerra in se , ma averla perfino dichiarata agli Stati Uniti dove per di più una famiglia italiana su dieci, contava su un parente colà migrato… Una guerra fra fratelli di oltreoceano. Da qui la dilaniante e sofferta decisione del gen. Bertolaso di aderire al movimento di Don Sturzo, con Lucky Luciano, Bernardo Mattarella non deve essere stato certo dettata da quelle bellissime ragazze dotate di gambe lunghe dipinte sulle fusoliere dei bombardieri americani che i i piloti italiani mai avevano visto e che si diceva “fatte così dipingere su suggerimento di Lucky Luciano! ”

I



Chi era Tito? Il presidente Jugoslavo disponeva di ben 7 identità diverse. Astuto, pieno di risorse e agenti infiltrati dovunque. Tuttavia fra i quei due nemici, prevalse sempre un grande rispetto e collaborazione.Perfino i servizi segreti tedeschi, Goebbels in testa non nascosero mai la propria ammirazione per quell’uomo di cui era difficile seguire le tracce e che anche quando si credeva di averlo intrappolato riusciva sempre a cavarsela. Oggi per alcuni di quei fatti sono passati gli anni coperti dal Segreto militare e si possono raccontare le alterne vicende tra il comandante Ettore Malosso e l’allora ex agente Tito.
LA DROGATURA DEI TECNICI AI MISSILI NUCLEARI A FOLGARIA Pochi sanno che durante la guerra Fredda fra la Base di Tonezza dal Cimone e la Tuono presso Folgaria avvenne un caso di spionaggio, un episodio che avrebbe potuto innescare una spaventosa guerra nucleare dalle conseguenze imprevedibili.
TITO BROZ- ETTORE MALOSSO I due nemici si troveranno nuovamente a confrontarsi allorché i subalterni del Generale Malosso scoprono una spia italiana con il portafogli gonfio di denaro introdottasi nella base munita di false generalità. . Si era trattato di un civile travestito da ufficiale dell’aeronautica militare. Fu smascherato e bloccato quand’egli era già ormai era giunto in sala lancio dei missili. L”Ufficiale” aveva oltrepassato l’accesso presidiato dai VAM arrivando a un passo dalla stanza dei bottoni. Scopertolo, riuscì a farsi passare per un mitomane. Il comandate finse però solo di credere a questa versione. Lo lasciò andare. ” Si tratta d un balordo” In realtà lo fece pedinare non lo mollandolo mai neppure per un attimo. Chi lo aveva ingaggiato per introdursi nelle postazione segreta sotterranea della base alleata Tuono a Folgaria, nel Tirolo italiano ? Quell’uomo poteva essere benissimo stato pagato da dei commercianti bellici senza scrupoli. Non era un episodio da sottovalutare. I risultati non tardarono ad arrivare. Da quelle indagini segretissime svolte, Malosso arrivò a un agente istigatore dell’UDBA ( l’ex OZNA). E da li direttamente a Tito. Il maresciallo ingaggiando agenti , aveva reclutato una spia fra suoi parenti altoatesini. Ora si trattava solo di passare all’azione.
LO SCAMBIO DI INFORMAZIONI Ma a quel punto fu il leader Jugoslavo in persona a contattare il Generale Malosso : “Lascia in pace il mio uomo. Non era li da voi per fare danni. Non è a noi o ai russi che devi fare attenzione sai. E’ da chi hai vicino che devi temere. Una incursione amica. Un sabotaggio magari da attribuire a noi e nel corso delle quale potrebbe partire un missile. Noi siamo più preoccupati di te se parte un tuo missile da li. E ai tuoi tecnici che devi fare attenzione. Della loro solitudine nel loro isolamento. Sono in procinto di approcciarli per renderli manipolabili con la vostra eroina di stato, droga del consenso”. Il generale allora chiese: “Come faccio a prendere per buono questo scambio di informazioni, a fidarmi di Te . “Qualche anno fa mi rubasti un velivolo. ” E Tito : “ Sai chi fu a fornirci quelle informazioni ? Te lo sei mai chiesto ? Ti dirò di più”. … Apriti cielo ! E a quel punto Tito alzò il Tiro. Spiegò che cosa fosse in atto. Indicò pure strada dell’eroina predestinata ai tecnici addetti missili. E’ in atto il progetto di drogatura americano sulla popolazione Italiana. Gli interessi in gioco sono altissimi .
L’OPERAZIONE BLUEMOON DI DROGATURA DELLA POPOLAZIONE ITALIANA
Il generale interpellò allora un amico e collega alleato, il col. Paul Tate e lui: E’ vero : Si chiama Operazione Blumoon ” Fai attenzione. Ci sono almeno 2 giovanissimi vostri ufficiali medici coinvolti. Non fidarti di nessuno“. Il generale Malosso fece indagini discrete ma non arrivò a niente. Neppure travisato in abiti borghesi trovò qualcuno a disposto a farli delle rivelazione . Ma la notizia di Tito e cioè che la droga potesse circolare nella base era certa . E non era quella che veniva da Trento.

C’era una visita dell’Onorevole Mariano Rumor in programma . A Passo Coe in una esercitazione era previsto il ricovero del politico Italiano in un bunker delle base segreta . Quale migliore occasione per parlargliene. Ma all’ultimo momento i Generale dovette scontrarsi con un ospite molto particolare che soggiornava a Tonezza del CImone ( Vicenza) presso la casa di Antenope Cobbler Il nome in codice utilizzato da Mariano Rumor per essere ricevere le provvigioni sul trasferimento delle armi, in particolare di Velivoli.
Il suo nome era TOTO RINA colui che ha formato Matteo Messina Denaro uno che ne sa di strategia delle bombe e che sostiene che Putin e il suo paese, sono vittime di Pazzi .
Con l’operazione di drogatura degli italiani in pieno svolgimento in Italia e non solo a a quel punto il generale capì che non avrebbe potuto neppure contare sui proprio organico di carabinieri con compiti di polizia militare. Franco Malosso : Nessuna indagine militare nessuna forma di collaborazione interpellata era pensabile Talvolta gli eredi del liberatore Lucky Luciano, col Max Mugnani salivano a prelevarsi e avviare verso destinazione ignota, Top Secret erano i loro carichi di droga . Ma bloccarli significava andare contro i Comandi Alleati .
IL MONDO INTERO NON AVREBBE MAI IMMAGINATO UN SIMILE PERICOLO NUCLEARE Così , con quella stessa tecnica di approccio il piano avversario poteva prevedere che la droga cambiasse puscher. E quale tipo di droga ? Il generale sa bene che potrebbe essere utilizzata sui suoi avieri. come dai suoi tecnici addetti ai missili. Peggio poi se sulle guardie. Per gli operatori delle basi segrete, chiusi sottoterra basi, si sa, il tempo non passa mai. E uno spinello potrebbe nascondere quella droga del consenso.
Forse , anche utilizzata in astinenza peri tecnici militari italiani della base. La stessa insidiosa droga del consenso che affossa la coscienza . Una droga raffinata in Belgio, dalle lobby del farmaco che con la collaborazione di Spirito e & Carbone e del medico di Hitler, Dr. T. Morell prese all’amo perfino Adolf Hitler alla fine del 1937. L’allora tenete Malosso stesso durante le operazioni di guerra aerea fu inconsapevolmente drogato dalle tavolette del cioccolato Pervitin prodotto dalla Temmler e a fine conflitto, per disintossicarsi dovette ricoverarsi a Villa Margherita, sopra l’anfiteatro della Fontega per disintossicarsi. [Clinica sopra l’ex Monte Giove in Arcugnano diretta dal prof. Nordera ndr] Nel clamore di quella operazione, il ministro della igiene razziale del Reich , Leonardo Conti, era stato impiccato troppo in fretta a Norimberga.
CHE FARE ? A quel punto per non violare un operazione militare segreta senza interromperla ma che almeno fosse isolato il progetto di approccio ai tecnici della sua base giacché la priorità era impedire che arrivasse sotto una qualsiasi forma , anche al bar, sorseggiando un caffè, gli restava solo di coinvolgere blandamente la Questura di Vicenza e sperare in una flagranza di reato.
L’operazione fu portata avanti in varie fasi e per non allarmare la popolazione a compartimenti stagni , segretandone le parti militari, con collaborazione con due poliziotti della locale Questura di Vicenza, all’epoca in forza a Palazzo Folco in S. Marco , un tempo connesso al Parco delle Querini. rip. Il traffico fu interrotto . Oggi il palazzo rivive con le riprese del Film Mediaset.

Ma mancava il corriere . Il generale Malosso decise così di infiltrare il proprio figlio . Perfetto military brat , da quando il vicentino Francis Turatello che nelle sua offerta di protezione a non sequestrargli il figlio aveva per complice nientemeno che il dirigente generale di pubblica sicurezza, direttore dell’Ufficio Affari Riservati del Ministero dell’interno Federico Umberto Amato, il Generale era stato avvisato che il proprio ragazzino era in lista di ragazzi da rapire. Il ragazzino era cresciuto fra un base e un altra, seguendo le tracce del padre. Il nome di quel ragazzo : Franco Malosso . Fu la sua prima missione segreta coperta di intelligence. La line di rifornimento che doveva essere destinata a transitare verso i tecnici delle base, droga del consenso e successivamente l’ eroina di Stato fu intercettata . Emerse che a transitarla il corriere era un ragazzo minorenne di Tonezza dal Cimone. Dietro rivelazione dei nomi di chi la procurava , il ragazzo puscher non passò alcun guaio e fu rilasciato . Oggi si può rivelare La organizzazione importava la droga attraverso voli militari NATO. In seguito il commilitone del figlio del generale Malosso , il sottufficiale Gianni Conti di soli 23 anni in servizio al Dal Molin, pagherà con la vita quella violazione coperta dal Segreto di Stato. Ammazzato di botte dietro la masa Ufficiciali e poi gettato in piscina per farlo sembrare annegato. Per portare alla luce le prove inutile fu l’interessamento dell’Ammiraglio Falco Accame.
FRANCO MALOSSO IL DETECTIVE PIU’ GIOVANE D’ITALIA Sapevo che mai mi sarei potuto fregiare di aver bloccato qualcosa che avrebbe potuto togliere la vita di mezza Europa . I Nike Hercules erano caricati a 20 kiloton contro i 12,5 impiegati a Hiroscima . Fui premiato con una torta. Il biglietto avavo visto benisssimo che era stato scritto da mio padre . Recava la scritta :
“Da parte del Governo Italiano . Con gratitudine “

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Ma la vicende fra Tito Broz ed Ettore Malosso non terminarono qui . Franco Malosso . Quando ero ragazzino, fu regalato alla mia famiglia un cane di nome “Lux”, anzi, sulla medaglietta che conservo ancora era impresso il nome Luks. Era un pastore tedesco che mio padre aveva ribattezzato col nome di ” Wolf” e facendoci credere che Wolf era un regalo di Bubi Hartman, asso della caccia aerea e rampollo di un altra famiglia che aveva fatto un discreta fortuna per la “via delle seta ” di Ferdinad von Richthofen. Correva l’epoca della polemica sull’F104 Starfighter aereo che per l’asso dell’aviazione tedesca, Hartman era una” bara volante”.
Quel velivolo di scarsa apertura alare faceva pensare ai progetti del Messerschmitt Me 163 Komet noto aereo che in fase di decollo costò un l’incidente alla primatista Hanna Reitsch , versione tedesca di un epoca che per donne aviatrici in Italia contrapponeva la proprietaria dell’Anfiteatro Marittimo Berico di Arcugnano ( VI) Elsa Marzotto Dalle Ore .Progetti che probabilmente un disertore fra i tecnici di von Braun, aveva consegnato a tecnici Lockheed. Tuttavia in pieno Scandalo Lockheed il Gen. Bertolaso, che per primo aveva testato l’F104 in italia, aveva considerato un buon caccia. Quel velivolo senza ali faceva pensare ai progetti di Messerschmitt Me 262 che un disertore aveva consegnato a tecnici Lockheed. Mio cugino, dirigente dell’Oto Melara mi disse che il suo vero nome non fosse Wolf , ma Lux . A mia madre narrava Franco ,dava fastidio che questo cane si abbracciasse sempre a noi famigliari . Lo trovava poco igenico. Infine riuscì a convincere mio padre a portarlo da un parente a Vicenza . Un operatore dell’ENEL . Ma Il cane ritrovò la strada di casa. Poi Lo fece abbandonare a Lonata Pozzolo. E ancora , incredibilmente quella povera bestia esausta con le unghie consumate rientrò a Vicenza nelle casa di mio nonno. Alla fine fu portato del poligono interforze nucleari comandato in Sardegna dal gen. Bertolaso . In seguito , io accettai di fare un corso di addestramento e sopravvivenza in sardegna . Solo per ritrovarlo. Giunto a un porto, incontrai alcuni pescatori che riferirono di un pazzo cane che saltava nei traghetti. Ma non rivedemmo più. Non ho mai perdonato mia madre, ma neppure la debolezza di mi padre per questa vicenda.


Io non ho mai creduto che quel cane un regalo di Hartman. Orbene, giunto al cospetto dei miei sospetti le mie convinzioni trovarono conferma. Tito Broz aveva avuto un cane con questo nome. Predato da Tito dopo uno scontro, il giovane cane probabilmente era appartenuto a un ufficiale tedesco, che era con gli italiani a Prozor. Tito sapeva il tedesco e conquistò l’animale . Durante la battaglia di Sutjeska , il 9 giugno 1943, sulle tracce di Tito incalzato dai tedeschi , le informazioni assunte davano per certo che viaggiasse con gli ufficiali di collegamento Britannici al comando di Bill Sturt. I servizi segreti tedeschi individuato così il loro Quartier Generale in movimento passarono le coordinate all’artiglieria . Curioso che uno di quelli artiglieri tedeschi sembra facesse parte di quelli che nelle prima guerra mondiale, il 12 giugno 1915 centrarono distruggendolo con un proiettile Skoda da 305 mm penetrato nella struttura ed esploso al suo interno.a il Forte nel Monte Verena a Asiago ( VIcenza) dopo che per primi i belligeranti interventisti italiani, vergognosamente, tradendo il patto di non aggressione e malgrado Trento e Trieste fossero stat regalate senza colpo ferire , avevano da qui iniziato a sparare verso Trento . A Gli artiglieri, Inquadrato il convoglio, lo centrarono con precise salve . Nella carneficina, in quel momento Luks, che era un cane tedesco addestrato, mai più separatasi dal suo Comandante, istintivamente si gettò addosso a Tito facendoli pressoché completamente scudo col suo corpo . Dopo lo scoppio di una seconda mirata cannonata, il il fumo cessò mostrando il corpo di Luks crivellato di detriti che con un ultimo guaito spirò fra il braccio sinistro ferito del Tito a cui la povera bestia aveva fatto scudo. che lo teneva Tito e piangendo diceva : Mia amato Lux, tutto quello che avevi per proteggermi era il Tuo giovane corpo e lo hai sacrificato per il mio .

Oggi assistiamo impotenti a un conflitto che prevede e speriamo solo lo svuotamento di arsenali di armi obsolete mentre si vorrebbe togliere completamente dalla gente i ricordo di Tito Broz . Andrebbe valutato meglio . La storia che vi ho narrato è di grande attualità.
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Salvatore Carrubba
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