1945 FUGA DA BERLINO H.HITLER. M.BORMANN, E. MÜLLER- M. VON HUMMEL.

GENNAIO 2, 2024 / A650265796 / 0 COMMENTI

E I PROTAGONISTI CHE RESTITUIRONO L’ORO PIETRO DI JUGOSLAVIA PREDATO DAGLI ITALIANI

QUANDO LICIO GELLI EBBE IL MERITO DI RESTITUIRE ALLA JUGOSLAVIA L’ORO RUBATO DAGLI ITALIANI . Questa che vi racconterò , è una storia davvero esclusiva. Quella delle tonnellate di oro sottratto a Pietro di Jugoslavia. Centinaia di lingotti che nel 1988 dai usciti dalla Valcambi, come dai caveau delle Banche svizzere transitando per l’Italia, in parte raggiunsero in il porto di Bari e dali imbarcate rientrando nello Stato Jugoslavo . In parte diretti a bancho metalli di Firenze. Arezzo, Roma , viceversa che rimanendo infruttiferi nell’ essere immessi in lavorazione in conto vendita trasformati in gioielli cosi maturando interessi risarcitori .

Grosso modo ogni giorno per 4 mesi 4 autovetture, caricarono da a due a 4 tonnellate d riserve auree preziose razziate per un contro-valore movimentato di 4 miliardi di euro . Una operazione che ora come allora il risentimento nazionale di chi istiga all’odio contro Tito per Le foibe Dalmate ancora oggi sarebbe impossibile calmare, autorizzare. Una vendetta terribile per chi la subì da parte della rappresaglia dalla popolazione invasa a forza dai fascisti.

Una vicenda che parte dal lontano 334 a.C . Quello che non avete mai abbastanza controllato è quello che appare dimostrato e si può narrare solo oggi atti desecretati , quando nel 2022 Franco von Rosenfranz , costretto per ragiono di “disgrazia & Ingiustizia” fu costretto a rivelare dopo quasi 30 anni, segreti prima inconfessabilim per questioni di sicurezza nazionale, oltre che tecniche, precedentemente inenarrabili . Vicende verificate, rigorosamente autentiche, colme di impressionanti dettagli. Le imprese incredibili della sua vita in cui nulla è stato romanzato . Fatti mai divulgati prima d’ora di cui lui neppure lui fa più mistero nel raccontare. Non è ancora una biografia completa ma…

Betsy van deer Meer intervista Franco von Rosenfranz il 3 febbraio 2023 all’indomani della scadenza del vincolo del Segreto di Stato a cui il Molosso era legato.

LE TRE LOBBY CHE POSSIEDONO L’ORO DEL MONDO. In fondo, il mondo è piccolo. Tre sono le grosse potenziali lobby di potere cresciute a dismisura al suo interno. Si sono generate per lo più alla luce di enormi partite di oro. Predato. L’autore testimone dei queste vicende ne ha descritto minuziosamente i dettagli. Per ultimo anche il curioso viaggio dell’oro francese e la storia di chi chi riuscì a metterlo in salvo anche se ovviamente quello di cui stiamo parlando a più a che fare con lui. Stiamo parlando dell’oro appartenuto a Re Pietro e quindi alla Jugoslavia. Una enorme riserva aurea nei secoli accumulata dai Molossi di cui Alessandro Magno fu capostipite.

L’oro della famiglia Reale di Alessandro .
“Dalla Russia con amore… “I tesori di Alessandro Magno e del Molosso in una mostra a Sydney.

Enormi riserve formatesi per lo più con le antichissime scorte Persiane, ma anche dalle razzie di Cleonimo, Principe di Sparta sui territori che vanno da Vicenza a Padova. Il tesoro ereditato dai suoi avi Macedoni. Oro, secondo lui ” maledetto” a cui nel 1988 egli (dopo essere stato rapito, da ragazzino, dopo un figlioletto, il suo successore, a sua volta scomparso) ufficialmente, dimostrativamente e definitivamente rinunziò durate questa operazione a cui dovette aggrapparsi per crearsi una giusta autorevolezza udercover con i professionisti dei rapimento. Quell”oro è maledetto e non ha mai portato fortuna a chi lo ha posseduto Solo lutti .

DOVE E’ FINITO TANTO ORO E QUANDO E’ RICOMPARSO . Quello che vi racconterò oggi è una storia davvero esclusiva. Parte dal lontano 334 a.C . Quello che non avete mai abbastanza controllato è quello che appare dimostrato dagli atti desecretati , e che dal 2022 Franco von Rosenfranz , è stato costretto per ragioni di disgrazia & Ingiustizia a rivelare dopo quasi 30 anni segreti inconfessabili. Pper questioni di sicurezza nazionale, coperte dal Segreto di Stato. precedentemente mai divulgate . Questa vicenda è pieni di impressionanti dettagli delle sua vita mai narrati . Lui oggi non fa più mistero nel raccontarli. Non è ancora una biografia completa ma…al solito come tutte le sue imprese, le sue preziose testimonianze trattate in anteprima del suo prossimo libro dedicato agli amici : “ Storia di un ragazzo al crocevia” come le sue memorie da Conservatore di Ferro quale egli è. Ed esse sono precise ,Di quelle che ti tengono incollata a queste descrizioni. Racconti che fanno sempre fare un balzo dalla sedia a ogni appassionato topo di biblioteca.

L’ORO DI TITO DI JUGOSLAVIA Il Conservatore e curatore Molosso è stato sempre e solamente un Conservatore dei Luoghi altamente affidabile, non di meno del di lu padre che difese un intero Aeroporto, quello di Lonate Pozzolo . Il più militare del Nord Italia , o più indietro. Non di meno neppure dei suoi avi magister di chiara fama assoggettatisi al Romano Impero sui i beni, i terreni, il Santuario acquatico di Vibia Sabina , la moglie vicentina dell’imperatore Adriano. Nel 1988 Franco Molosso von Rosenfranz divenuto affidatario garante di un colossale tesoro, difese e trasportò la preziosa riserva aurea di un intero Stato : La Jugoslavia . Stato le cui riserve auree, quelle di Pietro di Jugoslavia furono predate da Mussolini e che serve dirlo , grazie all’intervento di Licio Gelli , uscite dai caveau svizzeri furono restituite, monetizzate, rese fruttifere a beneficio degli eredi di Tito aventi diritto .

CONVOGLI PIENI DI ORO Nel 1988 il Conservatore fiduciario Molossiano partendo dalla Svizzera , in quotidiani viaggi che vista l’enorme quantità, durarono qualche mese si rende protagonista di una enorme restituzione che ancora oggi, fra agitatori che parla di fobie ed a seno unico, senza il suo consenso, sarebbe divenuta impossibile.

Nipote del cofondatore della Banca Popolare di Vicenza, ricondusse alla Jugoslavia, attraversando l’italia, scortando pericolosamente convogli dall’alba al tramonto, così partendo da Balerna (Valcambi) imbarcandolo a Bari verso il Cattaro , luogo di origine da dove era stato prelevato, sai caveau svizzeri dove era infruttuosamente custodito carichi di tonnellate di oro e di quell’argento predato, spesso ripunzonato, così risalendo e restituendolo ai legittimi proprietari oltre che conducendolo in conto lavorazione per renderlo fruttifero a banchi metalli tra Firenze, Arezzo . . Se consideriamo quello che viceversa sparì intono al Generale Patton siamo nel al far West ! Per non parlare delle tonnellate di oro scomparse con i loro amministratori vicentini alla Vimet – Chimet Tecnigold dalla storica Banca del Monte Paschi di Siena, come da di e ai tanti banchi metalli vicentini nell’attento articolo redatto da Nicola Borzi su “Come spariscono tonnellate di oro. Da Vicenza al Belgio ecc.

BANCHE IN CRISI Mistero giallo: come e perché in Italia spariscono tonnellate d’oro dalle aziende

ESSERE ONESTI Viceversa non mancò mai un oncia durate questo incarico che il conservatore Molossiano portò fiduciariamente a termine e con successo .

Betsy van deer Meer intervista Franco von Rosenfranz il 3 febbraio 2023

L “L’ORO di HITLER cioé il tesoro tedesco “. Tutte le vicende sono state narrate da testimoni attendibili. In primis, il suo maestro vicentino del cinema tedesco  Bechstein Giuseppe Becce, padre putativo dell’autore e da Luis Trenker. Quindi narrative confermate da tutti i colleghi viventi delle sua troupe tra cui Marlene Dietrich, Leni Riefenstahl, Hans Ertl , Joe Adonis , Joe Bonanno.

Il grande Maestro vicentino compositore del cinema tedesco Bechstein Giuseppe Becce – Franco Alessandro Molosso-Maltarello von Rosenfranz  . Di sfondo l’‘Anfiteatro Berico

IL MEMORABILE INCONTRO A CAREZZA. Non ne potevo più . Comimcia così la mia intervista, il racconto del Molosso. Mi cercavano perché convinti che sapessi di quell’oro . Una persecuzione. Una volta anche per via del mio orecchio musicale assoluto. “Dovevo accertare che la voce di Hitler disponibile nelle registrazioni dei suoi pubblici discorsi ripresi da Leni Riefenstahltra il 1934 e il 1938 fosse o meno quella di Maximilian Bauer” . Franco Molosso. von Rosenfranz, ripercorrerà alcune tappe del suo passato fino a un esclusivo emozionante incontro presso Carezza . Con il padre, scrittore , memorialista ex comandante delle basi missilistiche nucleari segrete del nord est italiano, il gen.  Ettore Malosso, dai ricordi del figlio Franco: “Fummo prelevati a Dobbiaco dall’uomo di fiducia di Marlene Dietrich, l’autista Joseph Gruber, si recarono a un appuntamento con Monika Ertl . La figlia di Hans Ertl, il “Bergvagabunden” collega dei molti film con Leni Riefensthall, ’alpinista, esploratore, inventore, attore cineasta, fotografo di Rommel e Kesselring, romantico regista, scrittore, che su consiglio del politico tirolese, a cui on. Alcide De Gasperi, alcuni anni prima, , suggerì di prendere “la via del topo “( ratline)

Ertl come l’attore Amedeo Nazzari si era quindi stabilito in Sud America. In seguito sarà la figlia Monika assurta ai bagliori delle cronaca, con il revolver di G. Giacomo Feltrinelli a uccidette il console omicida Boliviano per vendicare Che Guevara, 1972 finendo torturata e uccisa da Klaus Barbie, il boia di Lione”. Erano già la a quel romantico incontro, oltre alla titolare dell’Hotel Emma, l’inseparabile maestro vicentino  di Franco Molosso von Rosenfranz , Bechstein Giuseppe Becce. assieme a  Carlo Maria Giulini , Arturo Benedetti Michelangeli . Fu l’unica e ultima volta che il piccolo Molosso vide Monika viva.

9 giugno 1944 Salzburg : I musikanten suonano per serenata a Eva Braun , un brano commissionato al Vicentino Bechstein Giuseppe Becce nel corso del matrimonio presso la Marmorsaal del ‘Mirabell Palace Palace (patrimonio UNESCO) . Dureranno 3 giorni i festeggiamenti a Gretl Braun H. Fegelein fatto poi fucilare da H.Hitler mentre fuggiva dalla Bleibtreustraße ( tradotto “letteralmente ” strada del rimanenti fedeli”) Stivato in auto, anche H.F, aveva con se con se oro valute e un falso lasciapassare della Croce Rossa. La sua colpevolezza ? Non avere atteso qualche giorno i permesso di Hitler di lasciare il bunker.

I DUE AUTOBUS A Carezza, L’Operazione‘”Oro de Reno” antenata della Goldfinfen si mette in moto. Fu ‘loperazione destinata a salvare le riserve auree e a distrarre con depistaggi diversivi i cacciatori del metallo . In quella occasione Molosso ricorda una eccezzionale narrativa del suo maestro Bechstein Giuseppe Becce, “ Nel Maggio 1945 a Braies a una cinquantina di chilometri da qui, non lontano da questo lago sostò autobus proveniente da Berlino. Alla guida, un autista che segue le indicazioni stradali della governante dei ragazzi di Bormann, l’altoatesina Paula Pallhuber conoscente dell’autista della Dietrich, Joseph Gruber. A bordo ci sono i figli del delfino di Hitler, Martin Bormann.

ORO MONETE -NOTE DEI CONTI SVIZZERI CIFRATI IN FUGA DA BERLINO Oro e valute di cui in seguito ebbe la sfortuna di imbattersi anche Giovanni Falcone nei colloqui segreti con gli informatori bancari svizzeri.

A catena delle stazioni di Servizo aperta da di von Hummel nel dopoguerra

Nelle fuga da Berlino accerchiata dai russi, oltre a Helmut von Hummel, un padre Carl Friedrich von Hummel, direttore della banca tedesca più quotata in in Svizzera fino al 1945 per raccogliere il tesoro tedesco. Lingotti d’oro per diritto di guerra, predato e ripunzonato. E’ lui che scorta i familiari di Martin Bormann in viaggio sotto falso nome. Sia le fuga per l’Ostsee (mare Baltico di Bormann che quella per l’Italia erano già state concordato con speciali lasciapassare apparentemente emessi della Rothe Kreuz.

SI TRATTA DI VICENDE MAI COSI’RIVELATE PRIMA D’ORA da Franco Molosso von Rosenfranz . Fra il 2015 e i 2017 il guru dell’archeologia mondiale, classificatore dell’Anfiteatro Berico, l’archeologo prof. Maurizio Tosi, fino a poco prima di essere assassinato voleva farne un film imperniato su questa vicenda dal titolo : L’ultimo dei Molossi.

Il film dove il Molosso recita se stesso

Saliti dell’autobus proveniente da Berlino, stivato in doppi fondi, fra intercapedini dell’autobus, viggiano anche un carico di oro, monete, altri valori necessari per favorire il transito e superare eventuali posti di blocco imprevisti, non segnalati. Corrompendo guardie. E’ solo una minima parte di quello contenuto nei conti cifrati Svizzeri che dovranno depistare i cacciatori di bottini d’oro verso ignari comandanti di sommergibili tedeschi per permettere di oltrepassare senza eccessivi rischi il corridoio di fuga da Berlino accerchiata.

Fra i passeggeri c’è anche Gerda Buch in Bormann . Anche lei munita di documento falso intestato a tale frau Bergmann . Moglie del gerarca di Hitler è la figlia del giudice più severo del Nazionalsocialismo. Sfibrata dal viaggio malata, é morente. Spirerà di li a poco e sarà seppellita nel cimitero di Merano, contestualmente ad alcune casse di sterline falsificate , altre valute e metallo prezioso che trovano posto in altre bare. Viceversa che dal marito , Martin Bormann, il capo della Polizia Heinrich Müller  ( in servizio a Monaco nei giorni degli ostaggi trucidati dai membri della Bayerischen Räterepublik (Repubblica Sovietica Bavarese) assurto a Capo delle Polizia dapprima a spiare e controllare e poi a fianco di Hitler fin dai tempi dei raduni presso la birreria di Monaco. Con la moglie e la figlia il Sudamerica ospiterà anche loro . Sembra a Panama come ad Asunción, in Paraguay in Bolivia oltre che in Argentina .Tuttavia sempre versando consistenti somme enormi riuscì a morire di vecchiaia .

I quel viaggio , hanno preso una altra direzione: Verso il Baltico . anche Hitler con a fianco Eva Braun, rifiutato l’invito di Hanna Reitsch di mettersi in salvo? I money val , ufficialmente non traccia generalmente idiitro dopo i 25 anni . Ma è comunque folgorante anche il racconto confidenziale fornito da Mosca al Molosso da Maurizio Quartieri, perito ENI del vicedirettore Rothschild Group , il vicentino Paolo Scaroni prima dello strano suicidio di Gabriele Cagliari (ENI) . Quartieri è il primo italiano in missione Ufficiale a entrare nel distretto riservato del KGB E’ lui che legge le commoventi lettere alla moglie del cineasta Gino De Marchi sequestrato dal compagno Stalin l’ex seminarista poi rapinatore dell’oro contenuto nelle banche Giorgiane quando il l’austro -trentino Tito Broz era alla sua Corte. Assurto al controllo dell’URSS , alla storia per la resistenza che sbarrerà e sconfiggerà il tentativo di predare il grano Russo ordito da Hitler. Il perito, entrato in contatto con i segreti delle Lubkjanca. Sarà curiosamente approciato dai servizi segreti post- Staliniani per uno scambio circa i pezzi della mandibola di Adolf Hitler, alias Maximilian Bauer. Del racconto autobiografico reso davanti a Emma Seymour compagna del Molosso e al prof. Flavio Guidi, Quartieri non farò mai mistero. Anzi, in quella relazione scriverà anche la bozza di un libro su Tiziano e su Molosso un soggetto per film (La Fionda) che voleva vedere la luce del cinema affidandolo col regista Veneziano Tinto Brass il figlio del Pittore collezionista delle opere del Tiziano, salvate dai tedeschi: Italico Brass e la studentessa Russa di medicina Lina Rebecca Vidgoff.

Adesso lasciamo l’avventurosa vita del grande umile e modesto expertize d’arte estimatore di Van Gogh, Maurizio Quartieri . Persona di enorme cultura ed umanità che mai si arricchì di perizie per tornare sulla via di fuga su cui viaggiano presumibilmente anche i coniugi di un falso Hitler diretti verso un altro medesimo corridoio “dorato” apertogli da Ian Flaming. A garantire il pagamento per quella fuga, alcuni dei conti cifrati, al portatore in Svizzera. Altro denaro , sotto forma dichiarata è diretto a Peron. Quindi da Berlino la destinazione finale per loro, preparata a tappe è il Sudamerica. E senza lasciare testimoni dietro. Su queste vicende , sui sommergibili tedeschi in Argentina tra Maggio e Giugno, per quei fatti, I membri del Governo Argentino hanno apposto ancora oggi il Segreto di Stato .

NIENTE TESTIMONI Ne fece le spese, senza neppure riuscire ad arrivare vivo al suo processo il ministro dell’igiene razziale del terzo Reich Leonardo Conti, scomodo Ufficiale amico del futuro Sindaco DC di Napoli che aveva accertato i veri responsabili dell’eccidio di Katyn. Solo dopo molti anni Gorbaciov ammise che Conti aveva detto la verità. Inoltre,Conti era contrario all’impiego massiccio delle droga del consenso, e fu il più accanito avversario alle lobby farmaceutiche. Forse anche di quelle belliche impegnate a distruggere e ricostruire. Nemico n.1 del medico di Adolf Hitler , il dr. T. Morell, il medico assoldato dalla lobby del farmaco da Spirito & Carbone per quello stupefacente che sarà protagonista delle successive operazioni climax con l’Operazione BlueMoon , il progetto tristemente assurto alla ribalta nella operazione di drogatura della Popolazione Italiana . Conti finì impiccato prima di affrontare il processo in quanto si temeva volesse barattare la sua salvezza rivelando dettagli di queste vicenda e quelli delle trattative per il corridoio dii fuga e di tutte le recitazione, da tempo programmata. Questi fatti, furono confermata da Joe Adonis a K-626 quand’egli affossò l’allora candidato appaltatore alle basi missilistiche del Nord Est , ospite in mensa sottufficiali , un allora giovane Totò Riina., impresario siciliano raccomandato dal primo ministro DC Mariano Rumor e abitante presso la sua casa, a Tonezza dal Cimone Riina , anni dopo, a Vicenza, dove fu riconosciuto durante l’operazione undercover richiesta da Giovanni Falcone, chiamata dagli addetti ai lavori in appendice : “VICENZA CONNECTION ” .

Provenivanp da Joe Adonis, le notizie su Conti come sul dal nuovo dirigente farmaceutico del Ministero Italiano (dopo il 1943) il Max Mugnani. Distributore di droghe pesanti negli agli Stati Uniti , da colà espulso fu subito sistemato alla Direzione Farmaceutica della Sanità Italiana per drogare con successo la popolazione .

I CACCIATORI DI ORO. TUTTI IN CERCA DI QUELL’ORO. Nel 1945 visto l’andazzo della guerra sfavorevole ai tedeschi gli amministratori responsabili dei Caveau Bancari in Svizzera su cui erano dislocati i carichi oro ripunzonato tedesco decisero di respingere i nuovi carichi alla frontiera .

L’ORO INFINE RESPINTO ALLA FRONTIERA SVIZZERA Tutte quelle casse erano terribilmente pesanti. Fu in quei mesi che esse furono dirottate verso ex miniere, Questa situazione di inoccultabile stallo fece si che le forze di occupazione USA trovassero 200 tonnellate di oro nazista rubato Negli ultimi mesi della seconda guerra mondiale, gli addetti ai lavori con il loro carico respinto alla frontiera, si attivarono per nascondere le centinaia di tonnellate d’oro sottratto a varie nazioni durante l’ occupazione. 

Una ben congeniata operazione Safe Haven si mise su queste tracce verso quello che potremmo pensare fosse una proposta da fare bagli addetti : Non puoi potarti in giro d tanto peso con te., dicci dove si trova e ci mettiamo d’accordo .   Gli anloamericani erano alla ricerca dell’enorme quantità di ricchezza saccheggiata che i tedeschi avevano brutalmente sequestrato e immagazzinato per metterla nelle mani di gruppi umanitari che, si spera, avrebbero inviato la ricchezza ai legittimi proprietari.  Questo almeno appariva ufficalmente nelle intenzioni .

Il 6 aprile 1945, i poliziotti della 90a divisione di fanteria della 3a armata erano di pattuglia a piedi nella città di Merkers, in Germania, si imbatterono in due donne che camminavano per strada e presto hanno scoperto che si trattava di profughi francesi, o “persone sfollate”.

Questi sfollati furono prelevati dalle loro case francesi e trasportati in Germania per svolgere i lavori forzati. Informarono e qualcuno sospettarà con un buon ritardo … che entro una miniera di sale si nascondeva un surplus di oro e che i tedeschi portavano spesso camion carichi di metalli preziosi.  L’informazione fu trasmessa a quel reparto di cacciatori d’oro.

I generali Eisenhower e Patton si recarono alla miniera e scoprirono l’oro.

Circa 7.000 sacchi di lingotti d’oro ordinatamente ammucchiati nell’area sotterranea, che misurava circa 75 piedi di profondità e 150 di larghezza oltre a 98 milioni di franchi francesi. Ma quell’enorme somma di denaro non è stata la cosa più scioccante trovata laggiù.

Chi erano i cacciatori di quelle enormi quantità di oro, bottino predati da tedeschi, fuso e poi ripunzonato? Alla fine della Seconda guerra mondiale, la ricerca dei tesori nazisti, ovviamente, fu affidata ai servizi segreti: Stasi Il KGB (servizio segreto russo) CIC (antesignana dell’americana CIA) Essi riuscirono a mettere le mani su ben 1600 depositi. Tuttavia quasi il 50% dell’oro tedesco della Reichsbank e altri preziosi non furono mai trovati.

Nel 1957 il Guinness dei Primati, sotto la voce “Furto: la più grande rapina mai risolta” si scriveva: “La più grande rapina che si conosca è quella delle riserve auree dello Stato tedesco, effettuata in Baviera nel giugno del 1945 da un gruppo di soldati americani insieme a dei civili tedeschi. Durante il trasporto del metallo sparirono 750 lingotti d’oro del valore di 3.528.000 dollari, insieme a sei sacchi di banconote e 25 cassette di lingotti di platino e di pietre preziose. Nessuno dei responsabili è mai stato arrestato”.

MARTIN BORMANN Per per sviare le indagini dei cacciatori che sanno del tesoro, le sue ossa, poco tempo dopo la sua morte, saranno importate in Europa e fatte trovare sotterrate casualmente a Berlino presso la cancelleria . Nella corriera, se non bastassero i nomi falsi, atti sgombrarsi la via, c’è dell’oro e sterline e dollari trasportati per corrompere ai posti di blocco istituito dagli americani come quelli del futuro primo ministro, a quell’epoca Ufficiale austriaco amico di Licio Gelli. agente segreto dell’OVRA diretta da Umberto di Savoia già incaricato di stimare e traspotare l’Oro, bottino di Piero di Jugoslava a Roma, e da li a in Sud America sotto l’egida del presidente Peron , con un ufficiale , camerata dell’ Interprete, ed l’ex ufficiale di collegamento con la 5ª Divisione alpina “Pusteria” (italiana) Kurt  Waldheim 

Nelle foto sopra Licio Gelli . Sotto secondo da sx Kurt Waldheim. Di sfondo le Mercedes messe a disposizione anche a Bechstein Giuseppe Becce.

Il prezioso carico è affidato a Von Hummel. Lui, uno zio generale fidato fiduciario della Corona Asburgica . Ne utilizzerà una piccolissima parte per condurre in salvo le due famiglie di quell’oro che gli era stato stato affidato da Martin Bormann . In Svizzera, Von Hummel di li a poco, assumerà la direzione della rete di distributori di carburante Avia.

Ma c’è anche un altro pulmann a Braies . E’ carico sono ostaggi chiusi dentro . Personaggi da ’90 da scambio . Astretti per rallentare la pressione degli americani che accerchiano Berlino. Il tutto per permettere a delle V2 di essere perfezionate da W. von Braun . Un operazione iniziata nel Peenemunde e continuata sulle basi segrete presso il lago di Garda . Contrastata da agenti segreti . Per essere precisi, si stratta di un reparto che opera segretissimamente in contatto con Fleming e Lucky Luciano. Il reparto era ‘ composto dalla figlia del primo ministro inglese Winston Churchill, l’attrice – danzatrice Sarah, Churchill, duchessa di Marlborough, e dal figlio del presidente USA : Roosvelt : Peter. Sono tutte informazioni, o meglio confessioni succhiate dalla anziana spia e cartografa inglese Freya Stark quand’essa raccontava faceva consegnare messaggi per gli Anglo americani, così facendo la spola a Menton . Vicende da lei narrate ad Asolo , quando lei era vicina di casa di un altro grande amicone di K-626 : Florian Steiner che su queste vicende inizia a lavorare sulla sceneggiatura di un film

conterraneo Meranese di Franco Molosso von Rosenfranz e del suo sosia …

SARAH CHURCHILL ATTRICE NEL CONTROSPIONAGGIO

ORO CONTRABBANDATO CON I MISSILI Durante il 1944 Avvenne una fuga di notizie fra i membri dei servizi avversari. Contestualmente W. von Braun viene arrestato dalla Gestapo con l’accusa di progettare missili per uso pacifico capaci di consegnare posta e i carichi di oro . Dall’Europa agli USA. Verrà liberato da Hitler in persona . L’incidente costerà la vita a uno figli dei Kennedy, Joseph Patrick ufficiale pilota di idee parecchio contrarie a quelle del Sindacato Ebraico, la mafia Kosher cioè Cosa Nostra , principale protagonista dell’andamento e degli esisti della seconda guerra mondiale. Il suo velivolo sarà esplodere in volo . Un sabotaggio analogo quello che accadrà al figlio di Magda Goebbels (Herr BMW – VARTA) Harald Quandt. DA Peenemunde. basi segrete presso il vicino lago di Garda . Armi segrete che decollando con quelle testate nucleari potrebbero cambiare le sorti della guerra in quell’ultimo momento quando tutto orma sembra perduto, gli ostaggi servono anche a questo.

Il figlio di Stalin anche lui fu ostaggio ma non a Braies. Alla proposta di Hitler di scambiarlo con Von Paulus, Stalin rispose, sprezzante: “Che stupidaggine! Non si è mai visto scambiare un tenente con un generale”.

Intanto a bordo del bus di ostaggi è notata la presenza, di una particolare donna ostaggio: Fey von Hassell von Tirpitz. E’ disperata perché no conosce la sorte dei suoi bambini . Tra cui il futuro architetto berlinese Roberto . I suoi due bambini gli sono stati già rapiti e portati nel lager. Non li ritroverà tanto presto. . Tante vite e destini si intrecciano . Perciò , data la conoscenza diretta con l’architetto tedesco , lascio questo intervento a Franco von Rosenfranz :” La ricerca di mamma Fey potrebbe tranquillamente essere paragonata alla magistrale scenario che David Linch riprende dalle descrizioni di Pasternack .Dove il fratello del dr. Zhivago, potente, Ufficiale e cieco esecutore di ordini giustizieri, tuttavia amante della poesie scritte dal fratello ormai scomparso. Quindi si mette alla caccia delle figlia dispersa nei bombardamenti , La ragazza é la figlia dell’amante di entrambi : la bellissima Lara. A sua volta dispersa. Probabilmente notata da Lenin , quand’egli faceva rapire , seviziare e uccidere le più belle donne di Mosca.

Oltre a lei, assieme all’ intero autobus di familiari neo-golpisti, compreso uno figlio di Badoglio. Per odine di Hitler, nel caso di un mancato accordo fra Hitler e gli Americani quegli ostaggi sarebbero dovuti morire dilaniati nell’esplosione del Bus. . Non accadde solo non per la coscienza di un Ufficiale della Wehrmacht che contravvenne agli ordini di minare il pullman.

Fra loro a Braies oltre a Fay von Hassell madre dell’architetto berlinese Roberto  Roberto Pirzio-Biroli von Hassell. nelle foto più in basso nell’abbraccio con Franco von Rosenfranz : Mario Badoglio (figlio del maresciallo d’Italia Pietro Badoglio), Sante Garibaldi (imparentato con il famoso combattente per la libertà Giuseppe Garibaldi) e il principe Filippo d’Assia (marito di Mafalda figlia del re d’Italia)

Quella donna è la mamma del futuro architetto Berlinese von Hassell . Udine possiede il castello in cui il vicentino Luigi da Porto nutrendo un amore impossibile per la cugina, immaginò la vicenda: Giulietta e Romeo: Roberto  Pirzio-Biroli von Hassel A quell’epoca, un bambinello rapito spedito in un lager e pure lui trattenuto a scopo di estorsione.


La loro storia fa rabbrividire Qui lo storico abbraccio fra l’architetto Roberto Pirzio -Biroli von Hassel e Franco Malosso von Rosenfranz . Il padre dell’architetto von Hassell assieme a Willhelm Canaris  finì strangolato, per rabbiosa rappresaglia nel dopo golpe attentato dinamitardo a Hitler, con le corde vicentine dei componenti trentini dei pianoforti Rosenfranz .Corde prodotte dalla Fabbrica Reale vicentina dei Maltarello, nonno materno di Franco Molosso von Rosenfraz per Elena Caputo in Bechstein simbolica finanziatrice delle elezioni di Adolf Hitler).

LA DELICATA RESTITUZIONE DELL’ORO PREDATO DAGLI ITALIANI

 Durante l’occupazione  Jugoslava, gli italiani avevano  foibato  cittadini   e patrioti  Jugoslavi . A sua volta   gli Jugoslavi  replicheranno successivamente con   una terribile feroce, vendicativa rappresaglia.  Inoltre  dopo  l’8   settembre  1943  l’esercito  italiano, rientrando a casa, vergognosamente, senza difendere la propria  popolazione di etnia  italiana in Dalmazia,  abbandonò le armi . Così dagli arsenali,  gli jugoslavi  si  ritrovarono  regalati per le mani  enormi partite di cannoni, mitragliatrici , munizioni ed  oltre 20.000 fucili . Con  queste armi i partigiani di Tito  crearono il loro primo esercito di liberazione nazionale.  Per il  risentimento sulla foibe  come s per le armi regalate dagli italiani la politica italiana  non dialogava   con  Tito. Anzi   tendeva a non considerare di dovere a lui  e al suo popolo  restituire  l’enorme quantità di oro predato  a Pietro di Jugoslavia. 
 
LA PROPOSTA Il luogo  della conferenza  fu Korcula. Fui prelevato  da  Trieste  e condotto   nell’ isola  che  come Padova,  mi dissero  fosse  stata  fondata da Antenore e Enea .L’incontro avvenne  in un hotel presso  il  porto.   
 Già nel  1980    si era giunti vicini a  una trattativa extra italiana . Dopotutto, l’oro rubato  si trovava in un paese terzo .  Se Tito  per me  aveva disposto di considerarmi con  rispetto  che si usa all’ l’ultimo erede  in esilio del Trono Macedone, in  un  incontro successivo , quando mi fu  introdotto  un altro garante  inglese,  Sir Fitzroy Maclean, “per  meriti di fedeltà  e lealtà alla corona ”  fui  eletto  garante a quella restituzione extra-nazionale.  Dettomi  fra un gruppo di Italiani, avrei  avvertito  una pericolosa adulazione .  Da loro  no . Così presi atto  da quei  presunti    successori,  governatori di Tito, che la fine del leader  pareva vicina   IL L’OPERAZONE DI RIMPATRIO DELL’ORO RUBATO . Chiesi   cos cercando di mostrarmi autorevole,  se  si sarebbe  trattati di una operazione legale .  Mi risposero che l’italia era un paese occupato  dagli inglesi e come tale secondo gli accordi di Cassibile dovevo obbedire a questi ordini sovrani e l’italia a quel punt se io avessi accettato di occuparmi delle riconsegna di quel tesoro era solo un transito.   Così appresi che  sarei stato  affidato per 4 miliardi   di valuta corrispondente  a una  tonnellata e mezza di metalli preziosi . Questa  garanzia mi sarebbe stata  restituita  come buono . Cioè in  qualità di legittimo erede al trono e quindi del tesoro Macedone  durante l’ultimo viaggio sarebbe stata  la mia parte Cioè la parte Macedone  .Io espressi parere di rinunciarvi  e che fosse data  al  mio  antico popolo .   Mi guardarono stranamente .
 Quell’accogliente,  distinto , intrigante,  scozzese, Sir Fitzroy Maclean mi invitò a casa sua . Si trovava  presso una grande chiesa. Il nome delle casa era villa Boschi.   C’erano fotografie di lui con Churchill e  con il di lui figlio del premier britannico .  Mi raccontò  le imprese  eroiche e  prestigiose.  Anche se parlava i n un inglese perfetto io e ro troppo frastornato e non sempre   compresi i suoi racconti . Mi chiese se poteva accompagnarmi  a vedere la Macedonia dei miei avi.  Credo che a quel punto io mostrai visibile  disagio e replicai : “Ne sarebbe deluso . Sarà lei a farmi  da guida perché io davvero sono stato tenuto a lungo all’oscuro delle mie reali origini”.    Si complimentò con me  per  essermi dovuto spogliare dei  panni di ufficiale per una  missione  dove serviva una soldato semplice . Disse che lui , da giovane aveva fatto  altrettanto. Io  replicai che  per me non fu  affatto un problema .  In famiglia, anche mio padre aveva fatto lo stesso.  Finito i corso di ufficiale di complemento, pur di  continuare a volare rinunciò al grado  così dovendo   ripartire  da sottotenente per divenire effettivo, ripartendo dalla accademia Aeronautica.    Mi parve  capire che lo sapesse già . Pensai che  poteva solo averglielo detto  Giorgio Bertolaso. 
  A un certo punto vi di una foto  di Ian  fleming  e associai  il distinto signore  Maclean che  per  flemma ed aspetto,  mi ricordava proprio  il diretto superiore di Ian Flemin  nei film di James Bond .Ovviamente   non mancai di  confidargli  la mia impressione .  Ne fu felice . . Disse : ” Me lo dicono sempre ” Fra i presenti,  mi sentii dentro e in attesa di  una operazione molto più grande di me  sebbene  fossero i presenti ad aspettarsi  istruzioni da me alla maniera regale  che si usa a un antico sovrano. 
 
OPERAZIONE GOLDFINDEN : DA LICIO GELLI, 

L’accordo di restituzione del metallo , come quello della presa in lavorazione  dello stesso  doveva essere stato raggiunto  solo nel 1986  divenendo  divenne operativa nel 1988 .   Il Molosso,nel 1988, fu contestualmente  infiltrato in una spericolata missione super coperta concertata dai servizi segreti, l’OperazionePirati Barbareschi, allorché nel corso di trattative  erano stati individuati ed  incarcerati i custodi calabresi del giovane vicentino rapito  a scopo di riscatto,  Carlo Celadon  .  L’operazione , inizialmente partorita per scoraggiare i sequestri di persona
incoraggiati al favorevole cambio  con cui i denaro dei rapimenti veniva riciclato presso la  Banca Rasini di Luigi Berlusconi a Milano in un rapporto dove a un  miliardo, venivan corrisposti 200 milioni “puliti”  . Facendo leva sui  sentimenti e sapendo che cosa significasse essere rapiti , il Molosso accetto la nuova operazione.  

Da quel momento l”K-626 ” diverrà  il definitivo alias del Molosso.
Messo a stretto contatto delle operazioni undercover del commissario
Elevetico 
Fausto Cattaneo,   ne fu  ideatore principale protagonista  .  Le sue avventurose, audaci   operazioni, davvero rischiose, furono avversate dalla procuratrice svizzera Carla Dal Ponte.  Quindi  l’agente cadde successivamente in disgrazia subendo ogni genere di calunnie e perdendo la sua privacy familiare.
Operazione Golfinden
predisposta per rendere autorevole il Molosso ne venne  infine utilizzato i livello di autorevolezza  assunta per le trattative  finalizzate al rilascio  ostaggio vicentino  Celadon. 
Il Molosso rinunciò alla restituzione anche
parziale di tutto l’oro di Famiglia,
 chiedendo che l’oro o i proventi
generato dallo stesso fosse distribuito alla popolazione Jugoslava.

OPERAZIONE LEZIONE” REGIA DI VITTORIO MANGANO DA ARCORE


PER NON DIMENTICARE Se con l’operazione Goldfinden la missione Pirati Barbareschi confondendo le carte ai malfattori , con la discussa liberazione di Carlo Celadon, minò fra l’industria dei sequestri la certezza di farla franca, le rappresaglie per k -626, non si fecero attendere .

Spedizione punitiva “lezione ” : una sparatoria in Riviera Euganeo Berica in cui il Molosso ebbe la meglio, azione ordinata ad Arcore dal sicario convivente col cavalier Berlusconi da villa Giulini Casati Stampa, il Vittorio Mangano. Nelle spedizione punitiva quattro attentatori si scontrarono con la scorta del Molosso. Conservatore colpevole di difendere le bellezze immobiliari e paesaggistiche dalle ondate del business della monezza e dalle relative cementizzazioni abusive , tra Arcugnano e la Riviera Euganeo -Berica . L’attentato fallirà. Al Molosso, per rappresaglia poco dopo sarà fatto scomparire il figlioletto di 2 anni e mezzo allorché legalmente, l’avvocato di Berlusconi, incredibilmente, riuscìrà a fare cancellare dal registro dei nati il nome del bambino . Cancellata la paternità , il legittimo padre resistente sarà condannato  sottrattore di una ” fantomatica” PERSONA incapace . A quel punto non fu più possibile ne conveniente intervenire e rintracciare il piccolo attraverso l’interpool .Franco collaborò a rintracciare alcuni bambini rapiti da rintracciare attraverso un banca dati DNA di bambini rapiti Da allora ne sono stati ritrovati pio di 100. .Del suo figlioletto però si persero per sempre le tracce . Di seguito a ciò la sia compagna si uccise.

Rapimento del piccolo Molosso

NOTA : Ulrich von Hassell non va confuso con l’on. Kai-Uwe von Hassel ex interprete per intelligence militare (Abwehr )sotto l’ammiraglio Wilhelm Canaris . Nella nuova cancelleria tedesca VH fu  presidente del Bundestag  perdendo un figlio, Joachim von Hassel, aviatore navale e Oberleutnant zurnel, precipitato, pilotando il Lockheed F-104 Starfighter  .

Curiosità : battuto a terra, in velocità da Villeneuve su una auto monoposto italiana Ferrari per ben tre volte, l’F-104 fu definito da Ettore Malosso “un fabbricante di vedove” mentre dal suo parigrado tedesco Bubi  Hartmann, “Bara Volante,. Viceversa il l Gen. italiano, Giorgio Bertolaso che non ne aveva sconsigliato l’uso anzi dichiarandolo aereo affidabile. In seguito a questa valutazione esplose il disappunto dell’on. von Hassell a cui fecero seguito nello scandalo dei velivoli C130 le rivelazioni del Senatore USA Frank Church con la messa in acccusa per corruzione del presidente DC vicentino Antelope Cobbler , alis cifrato di Mariano RumorV.H. morì all’età di 84 anni, quando subì un infarto durante la cerimonia che gli conferiva il  Premio Carlo Magno

INVECE il padre dell’ARCHITETTO ROBERTO VON HASSELL ? Fu nientemeno che ambasciatore tedesco i Italia Ulrich von Hassell come W. Canaris , Von Stauffenberg ecc , fu dichiarato reo di aver “tradito” gli sforzi di Elena Capito in Bechstein.

L’ ORO DI HITLER GESTITO DA JOE ADONIS DALLA SVIZZERA A VICENZA

Il mondo per un ristretto cerchio di persone a cui , volenti o nolenti, si appartiene è più piccolo di quanto si immagini. Quell’oro che maneggiava il più grade distributore di Coca Cola e GingerAle era l’oro svizzero accantonato da H. Hitler ed Heinrich Müller contenuto nelle cassette di sicurezza svizzere . Ad Adonis, fra i tanti affari che i discusso imprenditore intratteneva, esso era giunto in possesso attraverso il geniale membro dei commandos, Ian Fleming che con la mediazione di Lucky Luciano, permise anche di pianificare la fuga del cancelliere tedesco. e stretti collaboratori . Fuga pagata profumatamente con la cessione di conti al portatore svizzeri, così assicurando loro il corridoio di fuga Autorizzato nell’accerchiamento a Berlino e da li fino in sud America, verso quel rifugio che doveva essere stato di W. Canaris se quest’ultimo non si fosse schierato nel mancato attentato a Hitler . Un oro che avrebbe continuato a contribuire indirettamente alla crescita delle città vicentina legata al primato delle lavorazione mondiale dell’oro. Ma Joe Adonis, l’unico che apparentemente non temeva di finire nelle tracce dei servizi e di affamati cercatori di quell’oro. Morì in circostanze misteriose mentre si trovava ad un interrogatorio di Polizia.

OPERATION GOLDFINDEN – CELADON -PIRATI BARBARESCHI L’ oro mancante sottratto a Pietro di Jugoslavia non fu mai completamente restituto a Tito. Ma tra accordi intercorsi con i successori del leader Jugislavo, tra il 1986 e il 1988, malgrado alla consorte spettasse di essere interpellata sulla vicenda del metallo, dalla Svizzera non fu più corrisposto il congruo compenso pattuito quale interesse a quella partita d’oro prelevato e depositato in Svizzera da Licio Gelli – Furono così successivamente pattuite nuove modalità in quanto non era conveniente mantenere colà i prezioso metallo infruttifero. Quindi offerto parzialmente al discendente della corona di Macedonia con alcuni accordi che sarebbero stati garantiti con la vita dall’ultimo discendente.

Morti i soci in affari lucky Luciano e Ian Faming , morto Joe Adonis, quel colossale smercio, il flusso di pesanti di ingotti oro, oro proveniente da una storia millenaria, in gran parte, di provenienza dall’Impero persiano di Alessandro I ” il Molosso” , scambiato ed ingrossato dai georgiani in seguito alla rapine a banche dello Zar, da parte della gang dedita a dell’ex seminarista don Iosif Stalin , con la morte dei protagonista il cammino di questo oro sembrò fermarsi assieme agi accordi di amico .nemico di Stalin : TIto Broz.

Tentativi di smerciare quell’oro fermatisi con la morte di Joe Adonis nel 1971 faticano a riprendere giacché lui non lascò istruzioni. Si tratta di un mondo che può chiuderti in una bussola e lasciarti li a decantare fra quelle due porte. Un mondo, quello delle lavorazione a Vicenza che parla una sua lingua codificata in dialetto esclusivamente vicentino. Fra quelle due porte di vetri blindat che resistono a un a357 magnum è diffiicile che tu entri in un laboratorio se non sai rispondere a qualche precisa domanda purché dialetto. Quando riprendono le importazioni ? Pressapoco nel 1977 . Franco von Rosenfranz uscito dal collegio vescovile, riceve in addestramento adatto a non essere rapito in Sardegna oltre a quello del suo maestro di Judo cittadino (Piccoli) per un totale di ore ben superiore a quello del suo maestro di Tennis alla ex GIL (Sartori). Operativo per compiti di Polizia Militare, quasi contestualmente , alla sua seconda missione prese a investigare per conto del Col. Paul Tate lavorando come detective per una notissima rampante agenzia investigativa a Vicenza. il Molosso divide la sua vita studiando per perfezionarsi nelle telecomunicazioni satellitari e intercettazioni in USA . Li fu contattato dall’imprenditore Bancario Svizzero R. Mayer con il figlio, desideroso di avviare una forma di forniture di oro improduttivo da trasformare in conto lavorazione. L’affidamento avvenne sotto l’egida del Titolare dell’agenzia . I campionari da realizzare nelle fabbriche di oreficeria Balestra (le cui vicende trovano epilogo finale nel 2011 / Crack e con le accuse di commercio “in nero” per 14 tonnellate) anche questa volta l’impresa non ebbe a decollare . Di li a poco il titolare delle investigazioni morì.

RESTITUZIONE DELL”ORO RUBATO AL REGNO DI JUGOSLAVIA Tra la fine del 1986 e il 1988 fu deciso perciò di immettere nel mercato un gran parte di quei lingotti e di trarre utile con contratti di lavorazione a lungo termine. Da qui il nome alla operazione di importazione .L’oro riconducibile alla famiglia reale macedone fu però completamente rinunciato dal suo ultimo erede Molossiano in cambio di alcuni accordi speciali . Per il trasporto fu basilare l’apporto coperto del faccendiere Svizzero -Arcugnanese M.P. deceduto in seguito al rientro dall’Africa . In circostanze che una autopsia non ha mai chiarito.

L’ultimo dei Molossi divenuto ormai maggiorenne si fece così garante di importare quei metalli preziosi facendolo transitare in territorio italiano, da dove, per buona parte, da Firenze, Arezzo, Bari e poi per Mare, raggiunse quel porto natio Jugoslavo da cui era stato sottratto nel l’aprile del 1941.

Potendo fornire queste operazioni come esca per entrare in contatto con chi custodiva le posizioni del giovane ostaggio italiano Carlo Celadon. L’operazione camuffata GoldFInden fu ideale per permettere al Molosso di svolgere la missione Operazione Pirati Barbareschi Elevate contestazioni per violazioni valutarie in materia di importazione o transito di quel metallo prezioso per l’Italia, penali e civili, quindi l’ evasione in materia di reddito ed IVA ( anche se alla fine i collaboratore di Giustizia e noto faccendiere internazionale  Arcugnano-Svizzero  M.P. l’uomo che materialmente aveva agevolato l’operazione segreta di importazione. In seguito, al fine di scagionare l’operato del Molosso in quanto aggregatosi ai sui spedizionieri per mere ragioni di servizio, MP denunciò anche al ministro delle Finanze Rino Formica avendo dimostrando che le imposte sul transito del prezioso metallo di Tito come per quello delle SS, lo Stato Italiano avesse a valle dell operazioni,recuperato comunque l’IVA ( Rino Formica fu teste testimone con Steve Pieczenik, consulente CIA del Dipartimento di Stato americano, inviato in Italia per sostenere il ministro degli Affari Interni Francesco Cossiga. Pieczenik a sua volta fu l’ideatore della falsa notizia che nel Lago della Duchessa vi fosse stato il cadavere dell”on Moro rapito da elementi dei Servizi Segreti ) . Sia questo depistaggio, come l’idea di addossare la colpa de rapimento alle BR , come le l’operazione Pirati Barbareschi e Golfinder condotte da K-626 ( Il Molosso) ebbero per interlocutore al corrente di dette segretissime operazioni, lo stesso Ufficiale Superiore dei Carabinieri in seguito divenuto comandante superiore all’ AISE .

ARCUGNANO: QUELLE OPERAZIONI DI FALCONE SOSPESE A K- 626 Sempre lui fu quello che chiese di sospendere in Anfiteatro Berico di Arcugnano attività contro le manovalanze del Clan Madonia, suo cognato del cognato ed altri . Attività che furono segretate per ben 32 anni . Nel1992 e nel 1998 Causa: Madonia anche dal carcere, poteva rappresentare una fonte preziosa di informazioni. Inoltre sulla sommità dell’anfiteatro Berico, fu rafforzato ulteriormente il vincolo di segretezza dopo i fatti del 2009 dimostranti che il presunto killer di Falcone e Borselino, Piddu Madonia esercitasse il suo ruolo di capo bastone- Appunto. Anche dal carcere.

LA TASSAZIONE DEL GOVERNO ITALIANO SUI METALLI IN TRANSITO Alla fine dell’esposto del MP fu dimostrato che lo Stato italiano in realtà alla fine recuperasse comunque l’imposta dal consumatore finale. A quel punto il RE indiscusso specialista di questo traffico , lo Svizzero -Arcugnanese MP decise di fare causa all’allora ministro delle finanze dello Stato Italiano l‘on. Rino Formica per avere ragione delle contestazIoni elevate. In effetti in fase di compensazione la teoria di MP non era sbagliata . MP per ragioni rimaste mai del tutto chiarite MP rimasse vittima di una puntura di malaria fulminante mentre dopo aver incontrato un emissario di brillanti della Nabibia , si trovava a cercare oro Camerum

Nel frattempo anche per K-626 la sua missione, e le le si disavventure giudiziarie non finìrono qui.

Contro di lui, allo scopo di tentare di vanificare la sua operazione anti-sequestri e di coinvolgerlo penalmente quanto fiscalmente furono intentate accuse di auto fatturazione inesistente. Solo la sua caparbietà e quella di un luogotenente delle GDF riuscirono, e comunque solo dietro nuove indagini nel 1989 fu possibile dimostrare che le fatture di importazione erano realmente state emesse da una soggetto clonato al Molosso, mediante una evidente , sostituzione di persona . Una rappresaglia attivata per depistare su di lui attenzioni , generare fastidi ecc.. La persona che si era sostituito alla identità del Molosso fu il rallysta Bronson, alias del conducente delle uscite serali del Papa Woityla, Angelo Siino, del Sindacato Ebraico  ( Durante i processo al compaesano siciliano, il Senatore di Berlusconi, Marcello Dell’Utri, Siino era considerato il Ministero dei Lavori Pubblici di Cosa Nostra) Il Molosso giunse a lui risalendo alle fatture e con lo 007 Aldo Anghessa dI li a poco entrambi convinsero il siciliano a pentirsi collaborando.

MOLTI FURONO I DEPISTAGGI ODEATI PER STANCARE I CERCATORI SELL’ORO.UNO DEGLI ULIMI SU  FORTEZZA

In realtà a Fortezza quello che secondo Luis Trenker che doveva essere occultati Ti erano i dischi li posti , e poi in parte recuperati ma non li ma dentro bare al cimitero di Marano dei dischi dal gruppo Sicherheitsdienst che fino al 1944 erano sotto Il comando dell’ammiragio W. Canaris.

Un altro depistaggio messo in atto per stancare i cercatori d’oro, per lo più argento segreti di tutto il mondo, puntò sudati di clonazioni ed esistenza di Hitler . Grazie a una leggenda affascinante che a questo proposito ricorda molto il romanzo I ragazzi venuti dal Brasile (1978), in cui si racconta che il dottor Josef Mengele ha continuato i suoi diabolici esperimenti sugli esseri umani e stesse per clonare il Führer. Esiste infatti una cittadina brasiliana, Cândido Godói, dove nascerebbero molti più gemelli rispetto al resto del mondo. Mengele scappò davvero attraverso una delle ratline, e visse per decenni in America Latina, Brasile compreso. Secondo lo storico argentino Jorge Camarasa  Mengele negli anni Sessanta visitò Cândido Godói diverse volte, e a questo punto ci sono tutti gli ingredienti al posto giusto per la leggenda: i **gemelli **erano il segno lasciato dagli esperimenti dell’Angelo della morte, come era chiamato dalle vittime a Auschwitz.

Qui alcune scherzose imitazioni sugli avvistamenti del dittatore.

https://youtube.com/watch?v=c2GjMC6dS0c%3Ffeature%3Doembed

BIBLOGRAFIA

ALTO ADIGE, CACCIA ALL’ORO NAZISTA – 1

Pubblicato il 5 Maggio 2016 da CornelioGalas

a cura di Cornelio Galas L‘Oro dei Nazisti

 Günther von Hummel: Politica – Terapia. Capire ciò che già sai: come la politica potrebbe essere pensata in modo terapeutico . CDA, Norderstedt senza data, pag. 160 – 161 

contiamoci.net Fra le Alpi austriache c’è un lago che nasconde ancora oggi i segreti dei nazistiNOEMI PENNA 04 Settembre 2017

8.500 lingotti d’oro nascosti dai nazisti e ritrovati nel dopo guerra.Solo una minima parte del tesoro del Terzo Reich.E sulle rive del lago di Garda potrebbe essere nascosto MOLTO di più!

Una storia di avventura e mistero che dura da 70 anni…Guardate il video per saperne di più..

http://www.16mm.it/…/IL-TESORO-DI-HITLER_24374.shtml

Tesoro composto da oltre 8.500 lingotti d’oro nascosto in una grotta dai nazisti in Turingia e ritrovato nel dopo guerra. E’ solo una minima parte della ricchezza perduta del Terzo Reich. Nei bunker sotterranei del lago di Garda potrebbe nascondersi molto di più. Nell’aprile 1945 i tedeschi vi nascosero un gran numero di pesanti casse.Il tesoro di Adolf Hitler.Una caccia all’oro che dura da 70 anni!

VICEVERSA ECCO CHE ACCADDE AL RESTO DELL’ORO POLACCO , FRANCESE BELGA E QUANTO ALLA FINE DEL SECONDO CONFLITTO MONDIALE FU DATO PER PERSO

L’Oro francese , a Parigi, disponeva della più grande cassaforte del mondo, “La Souterraine”. .

1939 con l’invasione tedesca alle porte il Belgio e Polonia affidarono il loro oro alla Francia.

L’11 giugno, con i tedeschi a 400 km da Brest,l’Emile Bertin lasciò Brest con 255 tonnellate d’oro. Fu il più grande trasferimento di oro delle storia dai tempi di Amerigo Vespucci .Fu realizzato da un’unica nave.

CAMION INGLESI E BRAVI MECCANICI SALVARONO L’ORO FRANCESE

Durante i trasbordo, i francesi non disponevano più di un numero di camion sufficienti a completare l’operazione e quelli che avevano erano troppo piccoli. Furono così ritrovati e riparati undici camion abbandonati dall’esercito britannico durante i bombardamenti per la strada di Brest . Senza di loro per Bertin sarebbe stato impossibile finire di caricare e salpare com la nave in tempo.

I SERVIZI SEGRETI DI CANARIS IN RITARDO PER DIROTTARE LA NAVE Il 17 giugno, il Maresciallo Pétain annunciò la resa della Francia. Tuttavia l’ammiraglio Darlan, il futuro presidente Francese De Gaulle decise di proseguire .

Darlan era u vero e propio conservatore dei luogjei e beni . Suo padre noto per aver tentato di d’interferire in favore di Alfred Dreyfus[2].

L’ammiraglio armò gli uomini e ingiunse a marinai, di proseguire il viaggio con il suo carico diretto alle americhe . e marina, non interruppero il carico per le americhe mentre gli agenti tedeschi piazzati ai porti pur dando le coordinat della nave, rimasero inascoltati . Anche perché con ogni probabilità i comandante avrebbe dato l’ordine di auto-affondarsi . Inoltre i portuali sotto il controllo del sindacato ebraico non ebbero no passarono i tempo la notizia ai tedeschi i modo che quest’ultimi potessero arrangiare un blitz sotto l’egida Abwehr  dell’ ammiraglio e capo del Abwehr di Wilhelm Franz Canaris

Ammiraglio Darlan

Il 18 giugno 1940, 75 navi si stavano preparando a salpare. Avevano 7 ore per finire di caricare le tre navi, la Ville d’Alger, la Ville d’Oran e l’El Mansour. I bombardamenti continuarono, una colonna dell’esercito tedesco era a meno di un giorno di distanza. Un’altra nave viene scelta per essere caricata con l’oro, l’El Kantara.

Alle 14, le navi iniziarono i preparativi per partire, l’ultima nave fu caricata in extremis alle 18 e salpò alle 18:30, poco prima del calar della notte. Di notte era impossibile navigare attraverso il campo minato marino e le reti protettive.

Durante quel periodo a Lorient, la Victor Schœlcher veniva caricata con l’oro belga e polacco. Si incontrò con la flotta di Brest, in rotta verso Dakar. Trasportando 1100 tonnellate di oro, era ed è tuttora la più grande spedizione di oro mai realizzata.

Ora, dall’altra parte dell’Atlantico, ancora il 18, l’Emile Bertin arrivò ad Halifax, in Canada. Piccolo problema, la Francia era tecnicamente nemica del Regno Unito. Alla nave fu ordinato di deviare e andare a Fort-de-France in Martinica. Arrivarono lì il 24, dopo aver superato tre navi inglesi.

Quindi ora c’erano 1145 tonnellate a New York, 225 tonnellate a Fort-de-France e 1100 tonnellate a Dakar.

A chi apparteneva quell’oro? Alla Francia di Vichy o alla Francia di De Gaulle? A nessuna delle due, apparteneva alla Banque de France, ricorda che all’epoca era una società privata.

Churchill, inoltre, era piuttosto interessato a tutto quell’oro,

Le navi arrivarono a Dakar, furono prontamente scaricate e l’oro fu inviato a Thies, un forte militare.

Dopo che le truppe anglo-francesi furono respinte da Dakar dalle truppe di Vichy, fu deciso di inviare 1100 t di oro per 900 km nel profondo Mali.

L’oro belga fu così sacrificato per soddisfare l’invasore, che lo fuse prontamente e lo mandò in Svizzera per pagare la guerra.

Dopo la guerra, la Francia usò la propria riserva per sostituire l’oro belga fuso dai nazisti.


E in tutto quel trambusto, sai quanto oro non fu più ritrovato ? 395 kg!

All’appello mancarono solo lo 0,016% delle 2500 tonnellate d’oro.

E tutto l’oro ha aiutato la ricostruzione della Francia, nei due anni precedenti l’entrata in azione del Piano Marshall.

Alla mia domanda : signor K-626 , ma insomma, allora Hitler, ammesso che non fosse Maximilian Bauer riuscì o no ritagliarsi la sua Fuga da Berlino ?

Risposta : Nella misura in cui lei in primis e tanti altri segue questa vicenda , in un certo senso si. Sa che inflazione ci sarebbe se tutti i fanatici si trasformassero in cercatori d’oro?

betsy.vandermeer.w@gmail.com. Intervista a k-626 2- 2023

  1. Peter Hoffmann : Resistenza, colpo di stato, tentato omicidio. La lotta dell’opposizione contro Hitler. 4a, edizione recentemente riveduta e integrata, Piper, Monaco 1985, ISBN 3-492-00718-X , pagina 929.
  2. Salta a:a c Curriculum vitae della tesi Fedeltà nel diritto del lavoro. Giessen 1935, pagina 63.
  3. Hummel Edler von Hassenfels, Karl * 15 dicembre 1878. Archivio dell’Università di Tubinga, firma UAT 40/102.56.
  4. Salta a:a Koehl, Karl. Biografia dell’Assia. (Al 12 aprile 2023). In: Sistema informativo storico-statale dell’Assia (LAGIS).
  5.  Günter von Hummel: Politica – Terapia. Capire ciò che già sai: come la politica dovrebbe essere pensata dal punto di vista terapeutico. CDA, Norderstedt senza data [2016, più recentemente 2021], pagina 60.
  6.  Antonio Schmidt-Brentano: I generali kk e kuk 1816–1918. Archivio di Stato austriaco , Vienna 2007, pagina 77.
  7. ↑ Hummel von Hassenfels. In: Brossura genealogica delle casate nobiliari d’Austria. Primo anno. Vienna 1905, pagina 320.
  8. ↑ Fritz Reuter : storico di Worms, storico dell’arte e storico locale del XIX e XX secolo. Secolo e i loro luoghi di sepoltura. In: Der Wormsgau , volume 19 (2000), numero 3, pp. 63–102; su Hummel: pagina 84.
  9.  Günter von Hummel: Politica – Terapia. Capire ciò che già sai: come la politica dovrebbe essere pensata dal punto di vista terapeutico. CDA, Norderstedt senza data [2016, più recentemente 2021], pagina 125.
  10. Salta a:a b Elenco di anzianità di ingresso delle SS
  11. Salta a:a b Lisa Hauff (arr.): La persecuzione e l’assassinio degli ebrei europei da parte della Germania nazionalsocialista 1933–1945 . (Raccolta delle fonti). Volume 11: Impero tedesco e protettorato di Boemia e Moravia aprile 1943-1945. De Gruyter Oldenbourg, Berlino/Boston 2020, ISBN 978-3-11-036499-6 , pagina 163, FN 3.
  12. Salta a:a Persone: Helmut von Hummel | Progetto pilota JDCRP. Estratto il 20 luglio 2023 .
  13. ↑ Corrispondenza con il Reichsleiter Martin Bormann: corrispondenza del rappresentante speciale Hans Posse e del consulente per l’incarico speciale a Linz, Gottfried Reimers, con il Reichsleiter Martin Bormann o il suo consulente personale Helmut von Hummel e il MinConductor Dr. Hanssen – Biblioteca digitale tedesca. Estratto il 21 luglio 2023 .
  14.  Jonathan Petropoulos: L’arte come politica nel Terzo Reich . Stampa dell’Università della Carolina del Nord.
  15. ↑ Michael Buddrus [a cura di]: Il Meclemburgo nella seconda guerra mondiale. Gli incontri del Gauleiter Friedrich Hildebrandt con gli organi dirigenti nazisti del Meclemburgo Gau 1939-1945. Un’edizione del verbale dell’assemblea. Edizione Temmen, Brema 2009, ISBN 978-3-8378-4000-1 , pagina 558.
  16. Salta a:a b Kathrin Iselt: “Rappresentante speciale del Führer” – Lo storico dell’arte e uomo di museo Hermann Voss (1884-1969) . Böhlau, ISBN 978-3-412-20572-0 .
  17. ↑ L’ufficio segreto all’estero. Estratto il 21 luglio 2023 .
  18. ↑ Bormann, Martin. In: TracesOfWar.com. Estratto il 21 luglio 2023 (inglese).
  19.  Jonathan Petropoulos: L’arte come politica nel Terzo Reich . Stampa dell’Università della Carolina del Nord.
  20.  Forum storico dell’Asse – Dott. Helmut von Hummel.
  21. Salta a:a b Hansjakob Stehle : Martin Bormann nel crepuscolo ovest-est. In: Die Zeit , 6 giugno 1997.
  22.  Günter von Hummel: Politica – Terapia. Capire ciò che già sai: come la politica dovrebbe essere pensata dal punto di vista terapeutico. CDA, Norderstedt senza data [2016, più recentemente 2021], pagina 160.
  23. ↑ Julius Mader : Il tesoro dei banditi – Un documentario sul tesoro segreto di oro e armi di Hitler. Editore militare tedesco, Berlino Est 1965, pagina 250.
  24. ↑ Avviso di morte di Helmut von Hummel in: Süddeutsche Zeitung . 3 dicembre 2012.

. Cfr. Format, n. 14/2000, pp. 20-27.

2. Die Presse, 30/3/2000. Cfr. anche B. K REISKY, Zwischen den Zeiten. Erinnerungen aus fünf Jahrzehnten, Berlin 1986, Siedler Verlag, p. 430 (riguardo a Kamitz).

3. H. PICK, Simon Wiesenthal. A Life in Search of Justice, London 1996, Weidenfeld & Nicolson, pp. 161-163.

4. O. RATHKOLB, in S. MEISSL-K.-D. MULLEY-O. RATHKOLB, (a cura di), «Verdrängte Schuld, Verfehlte Sühne. Entnazifizierung in Österreich 1945-1955», Wien 1986, Verlag für Geschichte und Politik, p. 82; ID. «Castigo senza espiazione . La denazificazione in Austria dopo il 1945», in G. BOTZ ET AL.; Il «caso Austria». Dall’»Anschluss» all’èra Waldheim, a cura di R. C AZZOLA-G.E. RUSCONI, Torino 1988, Einaudi, pp. 144-160.

5. «ÖVP hat weisse Weste», Die Presse, 30/3/2000.

6. Ibidem.

7. R. e M. BAMBERGER- E. BRUCKMÜLLER-K. GUTKAS, (a cura di), Österreich-Lexikon, vol. 2, Wien 1995, Verlag Jugend & Volk, p. 267.

8. Cfr. fra gli altri K. OTTOMEYER, Die Haider-Show. Zur Psychopolitik der FPÖ, Klagenfurt 2000, Drava Verlag.

9. Cfr. fra gli altri H. CZERNIN, Wofür ich mich meinetwegen entschuldige. Haider, beim Wort genommen, Czernin Verlag 2000.

10. «Wer hat braune Flecken?», Profil, 10/4/2000. Alla domanda su «chi abbia macchie brune», secondo il sondaggio risulta che gli austriaci le attribuiscano per il 27% alla FPÖ, per il 22% alla SPÖ, per il 7% alla ÖVP; a tutti e tre per il 15%, «non sanno» il 28%.

11. H.-P. WASSERMANN, Und ab heute Kinder sagen wir «Grüss Gott» und nicht mehr «Heil Hitler», phil. Diss., Graz 1998, vol. 1, pp. 196 ss.

12. Cfr. P. PELINKA, Österreichs Kanzler, Wien 2000.

13. H. PICK, Und welche Rolle spielt Österreich? Vom besetzten Grenzland zum offenen EU-Staat: die Alpenrepublik im internationalen Blickfeld, Wien 1999, Kremayr & Scheriau, pp. 144-149 e pp. 302-304.

14. Cfr. R. MITTEN, The Politics of Antisemitic Prejudice. The Waldheim Phenomenon in Austria, Boul- der 1992; R. HERZSTEIN, Waldheim. The Missing Years, New York 1988, Ann Arbor.

15. Ibidem.

16. CH. ZÖCHLING, Haider. Licht und Schatten einer Karriere, Wien 1999, Molden Verlag, pp. 197-199.

17. «Apologies from the Austrian Marathon Mass», Washington Post, 10/11/1999.

18. H. PICK, Und welche Rolle, cit.

19. O. RATHKOLB, cit.

20. Arbeiter Zeitung, 26/6/1985.

21. Ivi, 22/3/1985.

22. Cfr. I. LINDORFER, Der österreichische Kameradschaftsbund und seine Beziehungen zu den politischen Parteien Österreichs, Diplomarbeit, Universität Wien, 1996. 23. Österreich-Lexikon, vol. 1, p. 654.

24. Cfr. al riguardo i giornali Österreichische National-Zeitung e Österreichischer Beobachter, usciti tra il 1950 e il 1955.

25. A.L. SMITH, Kampf um Deutschlands Zukunft. Die Umerziehung und Hitlers-Soldaten, Bonn 1997, Bouvier.

26. P. LENDVAI, Frankfurter Allgemeine Zeitung, 7/2/2000, p. 11.

27. L. HÖBELT, Von der vierten Partei zur dritten Kraft. Die Geschichte des VDU, Graz 1999, Stocker Verlag, pp. 248-250; F. OLAH, Die Erinnerungen, Wien 1985, Amalthea Verlag.

28. Cfr. TH. NOWOTNY, Was bleibt von der Ära Kreisky, Wien s.d., Zukunft Verlag, pp. 13-14.

29. H. DACHS ET AL., (a cura di), Die Politiker. Karrieren und Wirken bedeutender Repräsentanten der Zweiten Republik, Wien 1995, Manz Verlag, p. 435.

30. Ivi, p. 443.

31. H. PICK, Simon Wiesenthal. Eine Biographie, Hamburg 1997, Rowohlt Verlag.

32. Su K. MARK cfr. U. LANG-KREMSMAYER, Aspekte zur Funktion der Intellektuellen in der SPÖ – Am Beispiel des BSA unter besonderer Berücksichtigung der Wiederaufbauphase in Österreich, phil. Diss., Wien 1987, p.186.

33. Profil, 1/6/1986, p. 28.

34. H. WEISS-K. FEDERSPIEL, Wer?, Wien 1988, Eigenverlag, pp. 196 s.; Der Spiegel, n. 24/1970, p. 82.

35. O. RATHKOLB, NS-Problem, cit., p. 80.

36. B. KREISKY, Zwischen den Zeiten, p. 220, come anche il manoscritto originale nell’archivio della Kreisky Stiftung, Wien.

37. B. KREISKY, Im Strom der Politik. Der Memoiren zweiter Teil, Wien 1986, Kremayr & Scheriau, p. 396.

38. I. BÖHLER, «Wenn die Juden ein Volk sind, so ist es ein mieses Volk», in M. GEHLER-H. SICKINGER, (a cura di), Politische Affären und Skandale in Österreich. Von Mayerling bis Waldheim, Tauhr 1995, Kulturverlag, pp. 502-531.

39. Stiftung Bruno Kreisky, Archivio. Copie uniche dei verbali della direzione della SPÖ, 1945.

40. Österreichisches Staatsarchiv, Archiv der Republik, verbali delle riunioni del Consiglio di Stato.

41. Archivio della Österreichische Gesellschaft für Zeitgeschichte, Wien, fondo Karl Renner.

42 Vedi nota 39.

43. H. GRUBER, Die Jahre in der Politik. Erinnerungen, Klagenfurt 1982, p. 50.

44. Copie da atti su Jedlicka del Central Intelligence Corps conservati nei National Archives, Washington D.C., sono in possesso dell’autore, che lavora a un articolo su Jedlicka che apparirà sulla rivista Zukunft a fine 2000.

45 Patrimonio culturale e saccheggio del Mondo A. Pinna

46 Michael Webster: journaldeskblog

47 La triste storia di Gerda Bormann, donna ideale nazista di Carlo Calabrese

LA RICERCA DEL’ ORO NAZISTA focus

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Betsy van deer Meer@ per “Anfiteatro Berico News” . Rubrica curato da Ideapolis, associazione culturale per la valorizzazione di Arcugnano e del suo circondario Berico. e non solo